Illuminazione dei luoghi di lavoro in esterno Norma UNI EN

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1 Pubblicato il 22/09/2008 Aggiornato al: 25/08/2008 Illuminazione dei luoghi di lavoro in esterno Norma UNI EN di Gianfranco Ceresini 1 Introduzione legislativa Il recente Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, Dlgs 81/08, si occupa anche delle caratteristiche che deve possedere l Illuminazione, sia naturale che artificiale nei luoghi di lavoro. Facciamo notare come, ai fini della normativa protezionistica, per luoghi di lavoro si debbano intendere non solo i luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all interno dell azienda o dell unità produttiva, ma pure ogni altro luogo, anche esterno, di pertinenza dell'azienda o dell'unità produttiva accessibile al lavoratore nell ambito del proprio lavoro. I requisiti richiesti dal Dlgs 81/08 per l illuminazione dei luoghi di lavoro (Allegato IV, articolo 1.10), sono i seguenti: o A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità delle lavorazioni e salvo che non si tratti di locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale. In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di lavoro devono essere dotati di dispositivi che consentano un'illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere di lavoratori. o Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione devono essere installati in modo che il tipo d'illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori. o I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di guasto dell'illuminazione artificiale, devono disporre di un'illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità. o Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza. o Gli ambienti, i posti di lavoro ed i passaggi devono essere illuminati con luce naturale o artificiale in modo da assicurare una sufficiente visibilità. o Nei casi in cui, per le esigenze tecniche di particolari lavorazioni o procedimenti, non sia possibile illuminare adeguatamente gli ambienti, i luoghi ed i posti indicati al punto , si devono adottare adeguate misure dirette ad eliminare i rischi derivanti dalla mancanza e dalla insufficienza della illuminazione. 1

2 o o Illuminazione sussidiaria (ossia illuminazione di sicurezza) o Negli stabilimenti e negli altri luoghi di lavoro devono esistere mezzi di illuminazione sussidiaria da impiegare in caso di necessità. o Detti mezzi devono essere tenuti in posti noti al personale, conservati in costante efficienza ed essere adeguati alle condizioni ed alle necessità del loro impiego. o Quando siano presenti più di 100 lavoratori e la loro uscita all'aperto in condizioni di oscurità non sia sicura ed agevole; quando l'abbandono imprevedibile ed immediato del governo delle macchine o degli apparecchi sia di pregiudizio per la sicurezza delle persone o degli impianti; quando si lavorino o siano depositate materie esplodenti o infiammabili, l illuminazione sussidiaria deve essere fornita con mezzi di sicurezza atti ad entrare immediatamente in funzione in caso di necessità e a garantire una illuminazione sufficiente per intensità, durata, per numero e distribuzione delle sorgenti luminose, nei luoghi nei quali la mancanza di illuminazione costituirebbe pericolo. Se detti mezzi non sono costruiti in modo da entrare automaticamente in funzione, i dispositivi di accensione devono essere a facile portata di mano e le istruzioni sull'uso dei mezzi stessi devono essere rese manifeste al personale mediante appositi avvisi. o L'abbandono dei posti di lavoro e l'uscita all'aperto del personale deve, qualora sia necessario ai fini della sicurezza, essere disposto prima dell'esaurimento delle fonti della illuminazione sussidiaria (illuminazione di riserva) Ove sia prestabilita la continuazione del lavoro anche in caso di mancanza dell illuminazione artificiale normale, quella sussidiaria deve essere fornita da un impianto fisso atto a consentire la prosecuzione del lavoro in condizioni di sufficiente visibilità. Queste disposizioni si applicano quindi anche ai luoghi di lavoro in esterno, con alcune eccezioni (cantieri, mezzi di trasporto, industrie estrattive e pescherecci). La sanzione per il datore di lavoro che imponga ai lavoratori luoghi non conformi ai requisiti di illuminazione previsti dal Dlgs 81/08, può essere l arresto da 3 a 6 mesi o l ammenda da 2000 a euro (violazione dell articolo 64, comma 1, lettera a). 2

3 2 La nuova normativa UNI EN Nell ottobre del 2004 l UNI pubblicava la norma UNI EN Illuminazione dei posti di lavoro. Parte 1: Posti di lavoro in interni che andava a sostituire la vecchia UNI EN datata 1994 Illuminazione di interni con luce artificiale. La norma andava a definire i criteri per una corretta progettazione illuminotecnica dei luoghi di lavoro in interni ed introduceva alcuni nuovi concetti atti a migliorare la qualità dell illuminazione. Per la seconda parte della norma, quella dedicata ai luoghi di lavoro in esterno si è dovuto attendere fino al gennaio 2008, quando è stata pubblicata (per ora solo in lingua inglese) la norma UNI EN Illuminazione dei posti di lavoro. Parte 2: Posti di lavoro in esterno, la quale specifica i requisiti illuminotecnici per garantire sufficienti livelli di comfort visivo e prestazione visiva ai lavoratori che svolgono la loro opera in ambienti esterni. Va precisato che questa norma però non specifica i requisiti illuminotecnici riguardanti la sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, sebbene i requisiti illuminotecnici che sono specificati nella UNI EN , generalmente soddisfano le esigenze di sicurezza. In particolare, la norma contiene un allegato (vedi tabella 1) contenente le raccomandazioni sull illuminazione in materia di sicurezza e della salute dei lavoratori. Requisiti di illuminazione per la sicurezza e la salute dei lavoratori (Allegato A norma UNI EN per attività nei luoghi di lavoro in esterno) Livello di rischio Illuminamen to medio mantenuto E m [lx] Uniformità di illuminam ento (Valore minimo) U 0 Indice di abbagliam ento (Valore massimo) (se applicabile al luogo) GR L Indice di resa del colore (Valore minimo) R a Note e consigli Rischio bassissimo, esempio: o aree di stoccaggio con movimentazione occasionale nei centri industriali; o depositi di carbone nelle centrali elettriche; o immagazzinamento del legname, segatura e trucioli di legno nelle segherie; o scale e passaggi di servizio usati occasionalmente, pulizia 5 0,

4 delle acque reflue e aerazione delle vasche, filtro e vasca di decomposizione dei fanghi negli acquedotti e nelle fogne Rischio basso, esempio: o Illuminazione generale nei porti; o Aree di processi industriali a basso rischio, piattaforme e scale usate occasionalmente nei petrolchimici e in altre industrie pericolose o Aree di stoccaggio del legname tagliato nelle segherie Rischio medio, esempio: o Aree di parcheggio dei veicoli e terminal dei container con traffico intenso nei porti; o Aree di parcheggio dei veicoli e sistemi trasportatori nei petrolchimici e in altre industrie pericolose; o Immagazzinamento del combustibile nelle centrali o elettriche; Illuminazione generale e aree di stoccaggio per i prefabbricati nei cantieri navali e nelle banchine; o Scale usate regolarmente, bacini e filtri per l acqua potabile negli acquedotti Rischio alto, esempio: o Immagazzinamento del legno e dell acciaio, buche di fondazione dei palazzi, zone di lavoro ai lati delle buche nei cantieri; o Aree a rischio incendio, esplosione, sostanze velenose e radiazioni nei porti, nei centri industriali e nei magazzini; 10 0, , , Nei porti U 0 può essere 0,25 Nei cantieri navali e nelle banchine U 0 può essere 0,25 Nei e cantieri nelle segherie GR L può essere 50

5 o Immagazzinamento di combustibile, torri di raffreddamento, impianti di pompaggio, valvole, collettori, piattaforme operative, scale usate di frequente, incroci di nastri trasportatori, quadri elettrici nei petrolchimici e in altre industrie pericolose; o o Quadri nelle centrali elettriche; Incrocio di nastri trasportatori e aree a rischio incendio nelle segherie Tabella 1 - Raccomandazioni di illuminazione in materia di sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro La norma UNI EN specifica i requisiti per l'illuminazione dei compiti nella maggior parte dei luoghi di lavoro esterni e le loro relative zone in termini di quantità e di qualità di illuminazione. Per consentire agli operatori di eseguire compiti visivi all'aperto in modo efficiente e accurato, soprattutto durante la notte, deve essere garantita una adeguata e opportuna illuminazione. Illuminazione, grado di visibilità e comfort visivo richiesto, dipendono dal tipo e dalla durata dell attività lavorativa all aperto. Prima di entrare nell analisi in dettaglio della nuova normativa, richiamiamo nelle tabelle 2 e 3, quelle che sono le principali grandezze fotometriche in generale e delle sorgenti luminose in particolare. Grandezze fotometriche Simbolo e unità di misura Flusso luminoso: quantità di luce emessa da una sorgente luminosa nell'unità di tempo. Φ lumen (lm) Intensità luminosa: quantità di flusso luminoso emesso in una determinata direzione e nell'unità di angolo solido, misurato in steradianti (sr), che la contiene. Φ I = candela ( cd) ω cd = lm / sr 5

6 Illuminamento: quantità di flusso luminoso per unità di superficie. Φ E = lux( lx) S 2 lx = lm / m Luminanza: intensità luminosa emessa in una I determinata direzione da una sorgente luminosa o, L = candela / m S per riflessione, da una superficie illuminata riferita 2 all'unità di superficie normale a tale direzione. ( cd / m ) 2 Tabella 2 Principali grandezze fotometriche Grandezze caratteristiche delle sorgenti luminose Simbolo e unità di misura Efficienza luminosa: rapporto tra il flusso emesso da una sorgente luminosa e la potenza elettrica assorbita espressa in watt. Φ P ( lm / W ) Indice di resa del colore: valore numerico indicante la resa del colore di una sorgente luminosa confrontata con quella della luce solare presa come valore di riferimento uguale a 100. R a Rendimento: rapporto tra la quantità di flusso utile e la quantità totale di flusso emesso dalla sorgente luminosa dell'apparecchio illuminante. η (%) 6

7 Temperatura di colore: indice di valutazione del colore della luce emessa dalle sorgenti luminose. Esprime, in gradi kelvin, la temperatura assoluta che dovrebbe raggiungere un corpo solido nero affinché emetta una luce dello stesso colore di quella emessa dalla sorgente luminosa. K Tabella 3 Principali grandezze che caratterizzano le sorgenti luminose 3 Criteri di progettazione Per una buona illuminazione è essenziale che, oltre all illuminamento richiesto, siano soddisfatte altre necessità di ordine sia qualitativo che quantitativo. I requisiti di illuminazione passano attraverso il soddisfacimento di tre necessità umane basilari: o comfort visivo - quando i lavoratori hanno una sensazione di benessere, la quale, in modo indiretto, contribuisce anche a creare un elevato livello di produttività; o prestazione visiva - quando i lavoratori sono in grado di eseguire i loro compiti visivi, anche in circostanze difficili e su lunghi periodi; o sicurezza. I principali parametri che determinano un ambiente luminoso sono: 1. la distribuzione delle luminanze; 2. l illuminamento; 3. l abbagliamento; 4. la luce intrusiva; 5. la direzione della luce; 6. la resa cromatica e l aspetto del colore della luce; 7. lo sfarfallio e gli effetti stroboscopici; 8. il fattore di manutenzione; 9. il risparmio energetico. 7

8 Questi nove aspetti, essendo centrali nella progettazione di un luogo di lavoro esterno ben illuminato, sono quelli che verranno approfonditi in seguito. 3.1 Distribuzione delle luminanze Risulta di estrema importanza garantire una distribuzione bilanciata della luminanza nel campo visivo dei lavoratori, allo scopo di aumentare la nitidezza della visione, di migliorare la possibilità di distinguere piccole differenze di luminanza (contrasto), di aumentare l efficienza delle funzioni oculari (quali l accomodamento, la convergenza, etc.), e di migliorare il comfort visivo. Infatti la distribuzione della luminanza nel campo visivo determina il livello di adattamento degli occhi, e questo influenza pesantemente la visibilità del compito da eseguire. Gli effetti negativi causati da scelte errate legate alla luminanza possono portare ad abbagliamento (nel caso di luminanze troppo elevate), ad affaticamenti oculari (nel caso di contrasti di luminanza troppo alti) e ad un ambiente di lavoro poco piacevole e poco stimolante (nel caso si ottengano luminanze e contrasti troppo bassi). Dovrebbero quindi essere evitate improvvise variazioni di luminanza. 3.2 Illuminamento e sua uniformità L'illuminamento e la sua distribuzione nella zona del compito visivo e nella zona immediatamente circostante hanno un grande impatto sulla rapidità, la sicurezza e la confidenza con la quale una persona percepisce e svolge il compito visivo. Tutti i valori di illuminamento definiti dalla norma UNI EN sono valori di illuminamento medio mantenuto E m, cioè il minimo valore di illuminamento medio consentito in una zona dove deve essere svolto un determinato compito visivo (non si può mai scendere al di sotto, di conseguenza l avvicinamento a questo valore indica che è giunto il momento di effettuare una manutenzione). I valori di illuminamento medio mantenuto forniti in tabella 7 sono funzionali a garantire un efficace livello di comfort visivo e di prestazioni visive oltre alle necessarie esigenze di sicurezza. Illuminamento nella zona del compito visivo L area dove, per lavoro, occorre svolgere un determinato compito visivo può essere orizzontale, inclinata o anche verticale (figura 1). 8

9 Figura 1 Possibili zone del compito visivo La norma UNI EN , per i livelli di illuminamento delle varie attività, propone una scala di valori espressi in lux, di questo tipo: Detto che 5 lx sono il livello minimo (previsto ad esempio in un area di parcheggio a traffico leggero), si possono accettare delle deviazioni dai valori indicati dalla tabella generale dei requisiti illuminotecnici (tabella 7), aumentandone i lux di un fattore 1,5 quando esista una delle seguenti condizioni particolarmente critiche di lavoro: o Compito visivo critico o Compito visivo o lavoratore in movimento o Errori non economicamente accettabili o Compito svolto per tempi eccezionalmente lunghi o Dettagli del compito eccezionalmente piccoli o con bassissimo contrasto o Capacità visive del lavoratore inferiori alla norma o Importanti alta produttività e accuratezza nel lavoro o diminuendone i lux dello stesso fattore 1,5, quando le condizioni di lavoro lo consentono: o Compito visivo con dettagli non particolarmente piccoli o con alti contrasti o Compito svolto per tempi eccezionalmente brevi Illuminamento nella zona immediatamente circostante alla zona del compito visivo 9

10 Attorno alla zona del compito visivo viene definita una zona immediatamente circostante che è una fascia attorno alla zona del compito, nella quale l illuminamento può essere diminuito rispetto a quello della zona del compito visivo, in base a quanto prescritto dalla tabella 4. Illuminamento nella zona del compito visivo lx Illuminamento nella zona immediatamente circostante lx E m Non specificata Tabella 4 Correlazione tra illuminamenti delle zone del compito con le zone circostanti Chiaramente non ci possono essere variazioni troppo brusche tra zone del compito e zone circostanti, pena abbagliamento e conseguente affaticamento visivo. A questo proposito, per sentirsi bene e non stancarsi precocemente è fondamentale una distribuzione equilibrata delle luminanze. Griglia di illuminamento Sulla zona del compito visivo e sulla zona immediatamente circostante dovrebbe essere creata una griglia allo scopo di indicare i punti nei quali devono essere calcolati (in fase di progetto) e misurati (in fase di verifica) i valori di illuminamento. La griglia, preferibilmente a forma quadrata, dovrebbe avere delle celle in cui il rapporto tra larghezza e altezza sia compreso tra 0,5 e 2. La massima dimensione della griglia può essere: p = 0,2 5 log d dove: d è il lato (in metri) maggiore dell area della griglia, qualora il rapporto tra il lato più lungo e il lato più corto sia inferiore al 2, altrimenti d è il lato minore dell area della griglia; p è la dimensione massima della cella della griglia (in metri). Il valore di p dovrebbe essere minore o uguale a 10 m. 10

11 Uniformità e diversità di illuminamento L uniformità di illuminamento U o è un parametro definito come il rapporto fra l illuminamento minimo e l illuminamento medio su una data superficie (E min /E medio ). Va sempre mantenuto un determinato livello minimo di uniformità d illuminamento sia nella zona del compito visivo che nella zona immediatamente circostante. I valori minimi di uniformità di illuminamento nella zona del compito visivo, per le varie attività, sono indicati in tabella 7. Il valore dell uniformità di illuminamento per le zone immediatamente circostanti deve invece essere, in generale, non inferiore a 0,1. La diversità di illuminamento U d è un parametro definito invece come il rapporto fra l illuminamento minimo e l illuminamento massimo su una data superficie (E min /E max ) ed è, in alcune situazioni come ad esempio nelle ferrovie, un importante criterio di qualità nella scelta dell illuminazione. 3.3 Abbagliamento L'abbagliamento è la sensazione visiva prodotta da superfici che determinano elevati gradienti di luminanza all'interno del campo visivo e può essere percepito come abbagliamento molesto o debilitante. Il primo è un abbagliamento che da luogo ad una sensazione fastidiosa, senza necessariamente compromettere la visione, il secondo invece è un abbagliamento che può compromettere le possibilità di visione (si ha una diffusione della luce periferica con la conseguente riduzione del contrasto delle immagini e quindi una riduzione della visibilità degli oggetti), senza necessariamente provocare una forte sensazione fastidiosa. Possiamo quindi definire l abbagliamento molesto come un abbagliamento di tipo psicologico che produce solo una sensazione di fatica visiva, e l abbagliamento debilitante come un abbagliamento di tipo fisiologico che comporta una reale riduzione delle capacità di percezione. Questo secondo tipo di abbagliamento, più pericoloso del primo, si valuta mediante la luminanza velante (L v ) che esprime la misura in cui gli apparecchi illuminanti presenti nel campo visivo del lavoratore provocano la formazione di un velo di luminanza, che annebbia i contorni e riduce il contrasto fra oggetti e sfondo. L'abbagliamento prodotto invece dalla riflessione delle superfici è conosciuto come abbagliamento riflesso (o riflessione velante). È importante limitare l'abbagliamento per evitare errori, affaticamento ed incidenti. Abbagliamento diretto 11

12 L abbagliamento diretto, ossia quello provocato direttamente dalle sorgenti luminose, cioè dagli apparecchi di illuminazione, per un impianto di illuminazione per esterno può essere valutato attraverso il metodo dell indice di abbagliamento GR, definito dal CIE (Commission International de l'eclairage) attraverso la seguente formula: L GR = log10 ( L vl ve ) dove o L vl è la luminanza velante totale (cd/m 2 ) dell impianto di illuminazione costruita come la somma delle luminanze velanti prodotta da ciascun apparecchio illuminante; o L ve è la luminanza velante equivalente dell ambiente (cd/m 2 ) Tutte le ipotesi necessarie alla determinazione di GR devono essere dichiarate nella documentazione del progetto. Il valore di GR dell'impianto d'illuminazione non deve essere maggiore del valore riportato in tabella 7. Abbagliamento riflesso Riflessioni ad elevata luminosità nella zona del compito visivo, possono portare al dannoso risultato di alterare la visibilità del compito. L abbagliamento riflesso può essere evitato o ridotto dalle seguenti misure: o o o o Una appropriata predisposizione degli apparecchi di illuminazione e dei luoghi di lavoro; Una finitura superficiale (es. superfici opache); Una limitazione della luminanza prodotta dagli apparecchi di illuminazione; Una aumentata area luminosa coperta dall apparecchio di illuminazione. 12

13 3.4 Luce intrusiva (o invasiva) Per luce intrusiva si intende il flusso luminoso generato dagli impianti di illuminazione esterna in generale (stradale, urbana, luoghi di lavoro e di intrattenimento all aperto, etc.) che entra nelle abitazioni, negli uffici, negli esercizi commerciali disturbando chi vi risiede. Al fine di salvaguardare e rafforzare l'ambiente notturno è necessario controllare la luce intrusiva provocata dagli ambienti di lavoro esterni (fenomeno noto anche come inquinamento luminoso), la quale può provocare problemi fisiologici a persone e non solo. I limiti di luce intrusiva per gli impianti di illuminazione esterna, allo scopo di ridurre al minimo i problemi per le persone, sono riportati in tabella 5. Intensità Luce sulle proprietà dell apparecchio Tipo di illuminante zona E v [lx] I [cd] Prima del Dopo il Prima del Dopo il coprifuoco coprifuoco coprifuoco coprifuoco Luce verso Luminanza l alto ULR [%] L b L s [cd/m 2 ] [cd/m 2 ] Facciata dell edificio Segnali E E

14 E E Nel caso in cui non esistano regolamentazioni sul coprifuoco (come in Italia), i valori più alti non dovrebbero essere superati e i valori più bassi dovrebbero essere presi come limiti preferibili. E1 = zone oscure, quali parchi nazionali o siti protetti E2 = zone a bassa luminosità, come aree rurali di tipo residenziale o industriale E3 = zone a media luminosità, come sobborghi residenziali o industriali E4 = zone ad alta luminosità, come il centro delle città e le aree commerciali E v = massimo valore dell illuminamento verticale sulle proprietà I = intensità della luce di ogni sorgente nella direzione potenzialmente invasiva ULR = parte del flusso luminoso emessa dagli apparecchi illuminanti che è emessa sopra l orizzontale, quando gli apparecchi sono nella loro posizione di installazione L b = massima luminanza sulla facciata degli edifici L s = massima luminanza sulla segnaletica Tabella 5 Massima luce invasiva consentita verso gli edifici per gli impianti di illuminazione esterna 3.5 Direzione della luce L illuminazione direzionale può essere utilizzata per evidenziare meglio gli oggetti, per migliorare uno specifico compito visivo aumentando la visibilità dei dettagli dell attività da svolgere e per migliorare il riconoscimento della fisionomia delle persone. L illuminazione diffusa dovrebbe essere miscelata in maniera equilibrata, ad una illuminazione direzionale, allo scopo di migliorare il riconoscimento tridimensionale degli oggetti, creando un ombreggiatura nella quale si passa dalla zone scure a quelle chiare senza traumi visivi e le forme sono rivelate in modo chiaro e piacevole. Senza un equilibrio tra illuminazione direzionale e diffusa potrebbero crearsi inconvenienti quali un ambiente senza ombre dove tutto appare monotono (eccesso di luce diffusa), oppure un ambiente con ombre troppo pronunciate con conseguenti zone completamente scure (eccesso di luce direzionale). L illuminazione che proviene da una specifica direzione può rivelare dei dettagli all'interno di un compito visivo, incrementando la sua visibilità e rendendo così il compito più facile da eseguire. 3.6 Resa cromatica e aspetto del colore La qualità del colore di una lampada è caratterizzata da due fattori che devono essere considerati separatamente: 14

15 o l'apparenza del colore della lampada: L apparenza del colore di una lampada si riferisce alla cromaticità apparente della luce emessa ed è quantificata attraverso la sua temperatura di colore correlata (TCP). Questa temperatura, che viene indicata nella tabella 7 tratta dalla norma, mostra il colore apparente della luce in relazione alla temperatura di colore delle lampade. Si noti che le descrizioni (calda, fredda, etc.) si riferiscono al modo in cui vengono percepiti i colori, ovvero all'impatto psicologico dell'illuminazione. I colori e le sorgenti luminose nella zona blu dello spettro sono indicati come freddi e quelli verso la zona rossa-arancione sono invece descritti come caldi. Apparenza del colore Calda Intermedia Fredda Temperatura correlata T CP < 3300 K 3300 K T CP 5300 K T CP > 5300 K o Tabella 7 Gruppi di apparenza di colore delle lampade la capacità di resa del colore della lampada, che influenza l apparenza cromatica degli oggetti e delle persone illuminate dalla lampada: La resa del colore è un indice che ci permette di capire se i colori e la pelle umana, illuminati in modo artificiale, sono resi in modo naturale, cioè appaiono a chi li osserva come illuminati dalla luce del sole. Per avere una indicazione oggettiva delle proprietà di resa del colore da parte di una sorgente, è stato introdotto l indice di resa del colore Ra, che può assumere un valore massimo pari a 100. I colori di sicurezza devono essere chiaramente identificabili come tali e perciò le sorgenti di luce devono avere in tal caso un indice Ra pari o superiore a 20. I valori minimi accettabili per i diversi ambienti esterni sono indicati in tabella Sfarfallio ed effetti stroboscopici Effetti assolutamente indesiderati sono lo sfarfallamento (flicker), responsabile di distrazioni e a lungo andare, anche di disturbi più gravi come le cefalee, e l effetto stroboscopico provocato dal flusso luminoso che pulsa a frequenza doppia di quella della rete (100 Hz). Normalmente questa frequenza non viene percepita, ma nel momento in cui ci sono macchinari che ruotano velocemente, si può creare una pericolosissima illusione ottica tale per cui l attrezzo sembra addirittura fermo, determinando così una situazione di estremo pericolo. L effetto stroboscopico si può annullare 15

16 utilizzando ad esempio lampade a scarica con reattori elettronici funzionanti ad alte frequenze (circa 30 khz), oppure lampade ad incandescenza alimentate in continua. 3.8 Fattore di manutenzione Il fattore di manutenzione è il rapporto tra l illuminamento medio sul piano di lavoro dopo un certo periodo di uso dell impianto (1 manutenzione) rispetto al valore medio dell illuminamento ottenuto sotto le stesse condizioni quando l impianto è nuovo. E evidente quindi che stiamo parlando di un parametro di valore inferiore ad 1, di fondamentale importanza per la progettazione dell impianto di illuminazione. Il progettista deve infatti, in base alla UNI EN : stabilire il fattore di manutenzione ed elencare tutte le ipotesi richieste per la valutazione di questo valore; specificare gli apparecchi di illuminazione adatti per l ambiente; preparare un programma completo di manutenzione in cui si devono indicare: la frequenza con cui si devono sostituire le lampade, gli intervalli di pulizia degli apparecchi di illuminazione e del locale, ed il metodo di pulizia più adeguato. In sostanza, il fattore di manutenzione serve per valutare nel progetto il calo di illuminamento dovuto a sporcizia, usura e guasti delle lampade che si verificano nel corso del tempo, e dipende da come vengono mantenute le lampade, gli alimentatori, gli apparecchi di illuminazione, l ambiente circostante, e da come viene elaborato il programma di manutenzione. Le procedure di calcolo per stabilire un corretto fattore di manutenzione per l illuminazione in esterno sono contenute nel documento CIE 154:2003 The maintenance of outdoor lighting systems. 3.9 Risparmio energetico La norma UNI EN , fa delle semplici considerazioni energetiche, limitandosi ad osservare che un impianto di illuminazione deve corrispondere ai requisiti di illuminazione di un luogo senza sprecare energia. Tuttavia, afferma, questo deve avvenire senza compromettere l aspetto visivo di un impianto di illuminazione, e per ottenere ciò occorre un esame approfondito dei sistemi più appropriati di illuminazione, delle apparecchiature, dei comandi e dell uso della luce diurna disponibile. 16

17 4 Requisiti di illuminazione richiesti dalla norma UNI EN Riportiamo la tabella compresa nella norma UNI EN , nella quale vengono elencate, per varie tipologie ed ambienti lavorativi (se l attività o il compito non viene menzionato, si deve far riferimento ad una situazione paragonabile), quattro caratteristiche illuminotecniche fondamentali da rispettare: l illuminamento medio mantenuto, ossia il valore al di sotto del quale l illuminamento medio, su una specifica superficie, non può mai scendere (potrebbero essere richiesti dei dispositivi di controllo dell illuminazione nel caso in cui sia richiesta una certa dose di flessibilità a causa della varietà dei compiti richiesti); Il valore minimo dell uniformità di illuminamento U 0 su una specifica superficie; Il valore massimo dell indice di abbagliamento GR L ; Il valore minimo dell indice di resa del colore R a ; Requisiti di illuminazione richiesti dalla norma UNI EN Tipo di zona, compito od attività in esterno per compiti e attività nei luoghi di lavoro in esterno Illuminamento medio mantenuto E m [lx] Valore minimo Uniformità di illuminamento U 0 Valore massimo Indice di abbagliamento (se applicabile al luogo) Valore minimo Indice di resa del colore Note e consigli 17

18 Pedane stradali per i pedoni GR L R a Zone di circolazione nei luoghi di lavoro all esterno 5 0, Zone con traffico di veicoli che si spostano lentamente (max. 10 km/h) ad esempio biciclette, muletti, escavatori Zone con traffico di veicoli regolare (max 40 km/h) 10 0, , Nei cantieri navali e nelle banchine, GR L può essere 50 Passaggi pedonali, punti di carico e scarico 50 0, Aeroporti Deve essere evitata la luce diretta in direzione della torre di controllo Dovrebbe essere limitata al minimo la luce diretta emessa in direzione orizzontale dalle luci della pista Hangar 20 0, Terminal 30 0, Aree d imbarco 50 0, Deposito di carburante 50 0, Stand di manutenzione degli aerei Bonifica, escavazione e carico Aree di costruzione, montaggio tubi di 200 0, Cantieri 20 0, ,

19 drenaggio, trasporto, ausiliari e compiti di stoccaggio Montaggio degli elementi dell impalcatura, cablaggio condutture elettriche, Connessione di elementi, lavori elettrici, montaggio tubazioni e macchine Banchine di sorveglianza a canali e chiuse Passerelle e passaggi pedonali Controllo chiusa e aree di contrappeso Movimentazione del carico:carico e scarico Zone passeggeri nei porti adibiti a navi passeggeri 100 0, , Canali, chiuse e porti 10 0, , , , , Per la lettura di etichette: E m = 50 lx Aggancio di funi e tubi 50 0, Parti pericolose di passaggi pedonali e passi carrabili 50 0, Aziende agricole Aia 20 0, Capanno degli attrezzi (aperto) 50 0, Recinto degli animali 50 0, Stazioni di rifornimento carburante Parcheggio e aree di stoccaggio 5 0, Ingresso e uscita dei 20 0,

20 passi carrabili: ambienti bui (es. zone rurali e periferiche) Ingresso e uscita dei passi carrabili: ambienti luminosi (es. città) Punti di controllo della pressione, dell acqua, dell olio, etc. Zona di lettura dei contalitri sulle colonnine Manipolazione su brevi periodi di grandi unità e di materie prime, carico e scarico di merci solide di grosse dimensioni Manipolazione continua di grandi unità e di materie prime, carico e scarico di merci, zone di sollevamento e discesa per le gru, piattaforme di carico aperte Lettura indirizzi, piattaforme di carico coperte, uso di strumenti, colate di calcestruzzo 50 0, , , Siti industriali e aree di stoccaggio 20 0, , , Lavoro elettrici, installazioni di macchine e condutture, ispezioni 200 0, Piattaforme offshore per l estrazione di gas e petrolio Usare l illuminazione locale Superficie del mare al di sotto della piattaforma Scale, gradini, passaggi pedonali Zone di sbarco delle navi, zone di trasporto 30 0, , Sul piano di calpestio 100 0,

21 Deve essere evitata la luce diretta in direzione della torre di controllo Ponte di atterraggio degli elicotteri 100 0, Dovrebbe essere limitata al minimo la luce diretta emessa in direzione orizzontale dalle luci della pista Macchina derrick 100 0, Zone di trattamento 100 0, Zona dei tubi a cremagliera / ponte Stazione di prova, apparecchiature poste al di sopra dei pozzi 150 0, , Zone di pompaggio 200 0, Zone delle scialuppe di salvataggio Piano del perforatore e monkey board (passerella lungo il lato del derrick) 200 0, , E necessaria una speciale attenzione alla stringa d ingresso Zona di campionamento 300 0, Pompe di petrolio greggio 300 0, Aree dell impianto 300 0, Tavola rotante (dispositivo meccanico che facilita il processo di perforazione) Traffico leggero come ad esempio aree di parcheggio di negozi, ville, appartamenti 500 0, Aree di parcheggio 5 0,

22 Traffico medio come ad esempio aree di parcheggio di grandi magazzini, strutture industriali, edifici polivalenti Traffico intenso come ad esempio aree di parcheggio di scuole, chiese, centri commerciali, edifici polivalenti di grandi dimensioni Utilizzo di strumenti di manutenzione, uso di valvole manuali, marcia e arresto di motori, illuminazione dei bruciatori Riempimento e svuotamento dei contenitore con sostanze non pericolose, ispezione delle perdite, sistema di tubazioni, imballaggio Riempimento e svuotamento dei contenitore con sostanze pericolose, sostituzione delle pompe, lavori di manutenzione, lettura di strumenti Luoghi di carico e scarico carburante Riparazione di macchinari e dispositivi elettrici 10 0, , Petrolchimici e altre industrie pericolose 20 0, , , , , Usare l illuminazione locale 22

23 Impianti di energia elettrica, gas e calore Movimento di persone all interno di zone elettricamente sicure Manipolazione di strumenti di assistenza, carbone 5 0, , Ispezione generale 50 0, Lavori di manutenzione e lettura di strumenti Gallerie del vento: manutenzione e assistenza Riparazione di apparecchi elettrici 100 0, , , Ferrovie e reti tranviarie Usare l illuminazione locale Tutte le aree delle ferrovie, incluse le ferrovie leggere, le tramvie, le monorotaie,le rotaie in miniatura, i metro, etc. Evitare l abbagliamento macchinisti dei Binari nelle stazioni 10 0, U d > 1/8 Cantieri ferroviari 10 0, U d > 1/5 Binari di carico, operazioni di breve durata Pensiline aperte, treni locali, piccolo numero di passeggeri 10 0, , U d > 1/8 Una speciale attenzione ai bordi delle pensiline U d > 1/8 Passaggi pedonali 20 0, Passaggi a livello 20 0, Pensiline aperte, treni regionali con un grande numero di passeggeri o intercity con un limitato 20 0, Una speciale attenzione ai bordi delle pensiline U d > 1/5 23

24 numero di passeggeri Binari di carico, operazioni continue Pensiline aperte nelle aree di carico Treni e locomotive di servizio Movimentazione nelle aree dei cantieri ferroviari 20 0, , , , U d > 1/5 U d > 1/5 U d > 1/5 U d > 1/5 Area di snodo 30 0, U d > 1/5 Scale, piccole e medie stazioni Pensiline aperte, intercity Pensiline coperte, treni regionali o intercity con un limitato numero di passeggeri Pensiline coperte nelle aree di carico, operazioni di breve durata Pensiline coperte, intercity 50 0, , , , , Una speciale attenzione ai bordi delle pensiline U d > 1/5 Una speciale attenzione ai bordi delle pensiline U d > 1/5 U d > 1/5 Una speciale attenzione ai bordi delle pensiline U d > 1/5 Scale, grandi stazioni 100 0, Pensiline coperte nelle aree di carico, operazioni continue 100 0, U d > 1/5 Buca d ispezione 100 0, Segherie Usare illuminazione locale a basso abbagliamento Movimentazione del 20 0,

25 legno a terra e in acqua, convogliamento di segatura e trucioli su nastri trasportatori Cernita di legname a terra o in acqua, punti di scarico legname e punti di carico del legname segato, sollevamento meccanico al sistema di trasporto del legname, accatastamento Lettura degli indirizzi e della marcatura del legname segato Classificazione e imballaggio Alimentazione del legname verso le macchine di tritatura Illuminazione generale della zona del cantiere navale, aree di stoccaggio dei prodotti prefabbricati Manipolazione su brevi periodi di grandi unità Pulizia dello scafo delle navi Verniciatura e saldatura dello scafo delle navi Montaggio di apparecchiature elettriche e meccaniche Utilizzo di strumenti di manutenzione, uso di 50 0, , , , Cantieri navali e banchine 20 0, , , , , Acquedotti e fognature 50 0,

26 valvole manuali, marcia e arresto di motori, sistema di tubazioni, imballaggio Manipolazione di sostanze chimiche, ispezione delle perdite, cambi e modifiche delle pompe, lavori generali di manutenzione, lettura degli strumenti Riparazione di motori e di dispositivi elettrici 100 0, , Tabella 7 Caratteristiche illuminotecniche richieste dalla norma UNI EN per compiti e attività nei luoghi di lavoro in esterno 5 Verifiche Le procedure di verifica dell impianto di illuminazione vanno condotte attraverso misurazioni e calcoli (o ispezione dei dati richiesti per le lampade e gli apparecchi di Illuminazione) come prescritto dalla norma UNI EN (valida sia per i posti di lavoro in interni che in esterno). Illuminamento e uniformità La verifica del livello di illuminamento e di uniformità riferiti a specifici compiti di lavoro deve essere effettuata sul piano del compito visivo e i punti di misura scelti devono coincidere con la griglia di illuminamento utilizzata durante il progetto. Durante la verifica dell illuminamento, è opportuno tener conto di una serie di fattori quali: la calibrazione degli strumenti di misura utilizzati (l indicazione della periodicità della calibrazione spetta al costruttore dello strumento), la conformità delle lampade e degli apparecchi di illuminazione ai dati fotometrici dichiarati, il confronto tra le ipotesi formulate in fase di progetto riguardo alle caratteristiche di riflessione delle superfici rispetto ai valori reali, etc. L illuminamento medio e l uniformità di illuminamento misurati devono essere maggiori o uguali a quelli indicati rispettivamente nelle tabelle 7 e 4. Indice di abbagliamento La sua verifica deve avvenire attraverso una ispezione dei dati di progetto e dei parametri previsti. I valori devono rientrare nei limiti previsti in tabella 7. 26

27 Indice di resa del colore Bisogna verificare che le lampade siano come specificato nel progetto e che siano conformi al requisito R a previsto dal costruttore delle lampade. Luce intrusiva I valori E V, I, ULR, L B, L S e TI devono essere calcolati e previsti dalla documentazione di progetto. La verifica dei valori E V, L B, e L S deve essere effettuata per mezzo di una misurazione che tiene conto di tutte le ipotesi di progettazione. 27

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