Capitale di Funzionamento Principio della Prudenza
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- Giustino Costanzo
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1 Prof. Riccardo Viganò Cattedra di Ragioneria ed Economia Aziendale Capitale di Funzionamento Principio della Prudenza Rappresentazione ed interazioni con il Capitale Economico Dott. Alessandro Cirillo
2 Agenda della presentazione Capitale Netto di Funzionamento (definizione e valutazione) Componenti Attive e Passive del Netto: principio della ragionevolezza (valore di realizzo diretto/indiretto, valore di estinzione) Il principio della Prudenza Capitale Economico e Capitale Netto di Funzionamento (stima ragionevole e corretta, stima ragionevole ma non prudente, sottostima, annacquamento)
3 Capitale netto di Funzionamento Non è un valore unico ma deriva dai valori assegnati agli investimenti in essere (attività) e alle obbligazioni da estinguere (passività), in una prospettiva di continuazione dell attività A SP CNF P Capitale Netto di Funzionamento = Attività - Passività
4 Capitale netto di Funzionamento E frequentemente determinato per assegnare ad un periodo il reddito relativo ai processi produttivi che hanno avuto compimento nel periodo Risente dell applicazione del principio di prudenza e di ragionevolezza, quindi: -Non devo tener conto degli utili non realizzati; - Devo considerare tutte le perdite, anche se temute.
5 Capitale netto di Funzionamento L ipotesi che l impresa continui a funzionare dopo il primo esercizio (ipotesi di continuità della gestione o going concern) implica che i valori delle operazioni in corso siano determinati tenendo conto di come si potranno svolgere le combinazioni produttive. A tal fine: come valutare gli elementi attivi e quelli passivi? ATTIVITA : vengono valutate come beni (materiali e immateriali) in rimanenza alla fine del periodo, e disponibili per le future combinazioni produttive. PASSIVITA : vengono valutate come obbligazioni da soddisfare.
6 Valore delle Attività La valutazione delle attività è connessa alle loro prospettive di utilizzo nelle future combinazioni produttive Tale valutazione è funzione dei ricavi futuri che si realizzeranno alla chiusura dei circuiti produttivi consentendo il recupero di tali investimenti La misura di tali ricavi dipende dal prezzo ricavato: dalla vendita diretta del bene (realizzo diretto) Si utilizza per valutare prodotti finiti, merci, semilavorati dalla vendita dei prodotti all ottenimento dei quali ha concorso il bene in rimanenza (realizzo indiretto)
7 Valore delle Attività: realizzo diretto REALIZZO DIRETTO E rappresentato da una quota-parte del prezzo che l impresa ritiene di poter realizzare vendendo direttamente il bene in rimanenza Si utilizza per valutare beni destinati alla vendita (merci, prodotti finiti, semilavorati) Si determina in funzione del rapporto tra il costo del bene in rimanenza e il costo totale della combinazione produttiva cui il bene partecipa
8 Valore delle Attività: valore presumibile realizzo Si attiva una combinazione produttiva per acquisire la merce bulloni Costo di acquisizione unitaria fornitura bulloni = 60 Trasporti/Assicurazioni 5 Provvigioni 5 Costi di Struttura 10 Costo Totale Combinazione 80 Prezzo presunto di vendita fornitura bulloni : 100 Valore di Presumibile Realizzo Diretto: modalità di calcolo 60 : 80 = x : 100 Costo fornitura bulloni : Costo tot. Combinazione = Valore realizzo bulloni : Valore realizzo tot. X = 75
9 Valore delle Attività: realizzo indiretto REALIZZO INDIRETTO E rappresentato dalla quota-parte del prezzo che l impresa ritiene di poter realizzare vendendo il prodotto ottenuto col concorso del bene in rimanenza Si utilizza per valutare i beni non destinati alla vendita (ffs, ffr, semilavorati) Si determina in funzione del rapporto esistente tra il costo del bene in rimanenza e il costo totale della combinazione produttiva cui il bene partecipa
10 Valore delle Attività: valore presumibile realizzo (1) Un impresa di conserve alimentari, per produrre un lotto di succhi di frutta, sostiene i seguenti costi: Valutazione materia frutta in scatola in rimanenza Costo di Acquisto frutta in scatola 10 Costo di Acquisto bottiglie in vetro 5 Costo del Lavoro 18 Costo delle Utenze 7 Costi di Struttura 20 Costo Totale Combinazione 60 Prezzo presunto di vendita lotto di succhi di frutta 90 Valore di Presumibile Realizzo Indiretto: modalità di calcolo 10 : 60 = x : 90 X = 15 Costo fornitura frutta: Costo tot. Combinazione = Valore realizzo frutta: Valore realizzo tot.
11 Valore delle Attività: valore presumibile realizzo (2) Si attiva una combinazione produttiva per produrre e vendere il prodotto scrivania Valutazione materia bulloni in rimanenza Costo di Acquisto materia bulloni 50 Costo di Acquisto materia legno 40 Costo del Lavoro 25 Costo delle Utenze 25 Costi di Struttura 10 Costo Totale Combinazione 150 Prezzo presunto di vendita scrivania 120 Valore di Presumibile Realizzo Indiretto: modalità di calcolo 50 : 150 = x : 120 X = 40 Costo fornitura bulloni : Costo tot. Combinazione = Valore realizzo bulloni : Valore realizzo tot.
12 Lo spazio dei Valori Ragionevoli I valori di presumibile realizzo diretto ed indiretto rappresentano i valori massimi che possono essere assegnati alle attività, oltre tali limiti i valori attribuiti sono non ragionevoli, poiché irrealizzabili nelle prospettive della attività futura dell impresa
13 Lo spazio dei Valori Ragionevoli: Attività Valore di presumibile realizzo > Costo Spazio dei valori ragionevoli Valori non ragionevoli Valore di realizzo Costo Valore di presumibile realizzo = Costo Valore di realizzo = Costo Valore di presumibile realizzo < Costo Costo Valore di realizzo UNICO VALORE RAGIONEVOLE
14 Lo spazio dei Valori Ragionevoli: Passività I valori delle passività possono essere rappresentati da una fascia di valori compresi tra il valore nominale dell obbligazione e il valore di presumibile estinzione Valore di presumibile estinzione < VN Spazio dei valori ragionevoli Valore nominale Valore di presumibile estinzione Valore di presumibile estinzione = VN VPE = VN Valore di presumibile estinzione > VN unico valore ragionevole VPE VN
15 Il principio della prudenza Definita l area dei valori ragionevoli assegnabili alle attività e alle passività del capitale, si deve decidere: a quale di essi è più opportuno fare riferimento? LOGICA DEL PRINCIPIO DELLA PRUDENZA i valori da assegnare alle attività sono definiti scegliendo i più bassi tra quelli ragionevoli (di regola i più bassi sono quelli di costo) perché presentano la più elevata probabilità di realizzarsi
16 Il principio della prudenza UTILI SPERATI: NO! PERDITE PRESUNTE: SI! Gli utili futuri presunti non devono essere anticipati a favore del periodo in chiusura. Essi appartengono al periodo in cui i ricavi saranno realizzati (principio della realizzazione dei ricavi). Le perdite e i costi futuri presunti devono essere anticipati al periodo in chiusura
17 Valutazione di attività e passività Minor Valore per le Attività Maggior Valore per le Passività Imputazione al periodo dei COSTI FUTURI PRESUNTI Le attività vanno iscritte al costo d acquisto o di produzione OPPURE valore di presumibile realizzo, se inferiore Le passività vanno iscritte al valore nominale OPPURE valore di presumibile estinzione, se superiore Costi/perdite future presunte derivanti da rischi che già gravano sulla gestione devono essere imputati al reddito esercizio in chiusura
18 Principio della prudenza: esempio Esempio realizzo indiretto: valutazione frutta in scatola Spazio dei valori ragionevoli VPR = 15 COSTO = 10 Per il principio della prudenza il bene è valutato al costo: 10 Esempio realizzo indiretto: valutazione bulloni COSTO = 50 VPR = 40 Esiste un unico valore ragionevole in base al principio della prudenza Il bene è valutato al valore di presumibile realizzo: 40
19 Capitale Economico e Netto di Funzionamento Posto che l azienda Karma SpA presenti un Valore di Capitale Economico pari a 300, un Capitale di Funzionamento pari a 250 ed un Capitale di Conferimento pari a 200, si rappresenti graficamente (con breve descrizione) un ipotesi di: 1.Stima corretta del capitale; 2.Stima ragionevole ma non prudente del capitale; 3.Sottostima del capitale; 4.Annacquamento del capitale
20 Stima Corretta del Capitale Capitale Economico Capitale netto di funzionamento 250 = Capitale netto di bilancio 250 Capitale di risparmio Potenzialità inespresse (riserve potenziali) Riserve di utili palesi - Capitale di conferimento 200
21 Stima Corretta del Capitale Descrizione: Si attribuiscono agli elementi del capitale valori ragionevoli e prudenti.
22 Stima Ragionevole ma non Prudente Capitale Economico 300 Capitale netto di bilancio 270 Valore Contabile del Capitale di Risparmio Capitale di conferimento 200 Potenzialità inespresse (riserve potenziali) Riserve di utili palesi Capitale di Risparmio 50
23 Stima Ragionevole ma non Prudente Descrizione: Si attribuiscono agli elementi attivi del capitale valori ragionevoli ma superiori al minimo prudenziale (non prudenti), agli elementi passivi valori più contenuti rispetto a quelli di presumibile estinzione.
24 Sottostima del Capitale Capitale Economico Capitale netto di funzionamento 250 Capitale netto di bilancio 220 Capitale di risparmio Potenzialità inespresse (riserve potenziali) Riserva di utile occulta Riserve di utili palesi - Capitale di conferimento 200
25 Sottostima del Capitale Descrizione: Si attribuiscono alle attività dei valori al di sotto di quelli ragionevoli e prudenti (sottostima di attività) e/o si sovrastimano le passività. In bilancio si crea una Riserva Occulta.
26 Annacquamento del Capitale Capitale netto di bilancio 320 Capitale Annacquamento di capitale Economico Capitale netto di funzionamento 250 Riserve di utili palesi - Capitale di conferimento 200
27 Annacquamento del Capitale Descrizione: Il capitale netto di bilancio risulta complessivamente sopravvalutato rispetto alle reali potenzialità future. I valori assegnati al capitale di bilancio oltre il limite del suo capitale economico (Annacquamento di capitale) sono privi di significato economico, poiché irrealizzabili.
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