Lo sviluppo del linguaggio
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- Alessandra Filippi
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1 Lo sviluppo del linguaggio
2 Natura del linguaggio e dei suoi sottosistemi Suono Fonologia Lessico Significato Semantica Morfologia Sintassi Grammatica Contesto Pragmatica Funzioni comunicative Conversazione Discorso
3 Le fasi di apprendimento del linguaggio possono essere schematicamente suddivise come segue: 1. Stadio prelinguistico, che compare dal periodo prenatale fino all'età di tre mesi. In questo periodo il bambino sembra sia in grado di discriminare particolari aspetti del linguaggio. 2. Stadio della lallazione, durante il quale si verifica l'apprendimento del controllo articolatorio, che si osserva dai quattro agli otto mesi di vita. 3. Stadio della comparsa della comunicazione intenzionale e della comprensione dei significati, dai nove ai dodici mesi. 4. Dai dodici ai diciotto mesi: comparsa delle prime parole. 5. Sviluppo del vocabolario, che si osserva a partire dai diciotto fino ai ventiquattro mesi di vita. 6. Dai ventiquattro ai trentasei mesi, infine, l'espressione linguistica del bambino è caratterizzato dalla comparsa delle unità grammaticali e della pragmatica del linguaggio.
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5 La progressione dello sviluppo del linguaggio si configura per periodi o fasi, nel corso dei quali si precisano e differenziano gli elementi fonologici, morfologici, sintattici e semantici. Mentre l'accesso alle strutture fonologiche e sintattiche sembra possibile solo fino alla maturità sessuale, l'espansione del vocabolario può procedere per l'intero arco della vita.
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7 A partire dai nove mesi di età circa, i neonati iniziano a perdere la capacità di percepire e distinguere fonemi che non sono presenti nella lingua madre. Se alla nascita i bambini sono in grado di distinguere tutti i fonemi e quindi potenzialmente predisposti ad apprendere qualunque linguaggio, durante l'ultimo trimestre del primo anno di vita si verifica la perdita di sensibilità al repertorio completo di tutti i fonemi esistenti nelle lingue di distinguere e successivamente di produrre suoni non presenti nella propria madrelingua, a favore della maggiore abilità nel percepire ed analizzare i suoni ai quali il bambino è costantemente esposto.
8 Tra i 9 ed i 14 mesi si osserva la comparsa delle prime parole (e.g. Capute et al., 1986; Vihman & McCune, 1994). Il campo di variazione, tuttavia, è molto ampio in quanto esse possono comparire durante quell'arco di tempo compreso tra i 10 ai 24 mesi di vita. Entro i 18 mesi di età, tuttavia, i bambini possiedono mediamente un vocabolario costituito da 3 a 100 parole (Siegler, 1986).
9 Le prime parole che fanno la loro comparsa sono le protoparole e le parole legate al contesto. Le prime sono parole inventate e personali che, anche se usate con un significato costante, vengono riconosciute solo dalle persone che sono a più diretto contatto con il bambino.
10 Le parole legate al contesto, invece, sono simili alle parole reali, in quanto hanno il loro stesso suono ed aspetto e qualunque persona che parli la lingua del bambino ha la possibilità di comprenderle. Si differenziano dalle parole reali per il fatto di essere pronunciate solo qualora il bambino si trovi in un determinato contesto, che spesso corrisponde alle stesso durante il quale la parola è stata appresa e pronunciata per la prima volta.
11 Solo quando il bambino pronuncia una parola decontestualizzandola, con intenzioni e scopi chiari e non per imitazione di una struttura sonora udita, compare l'utilizzo del linguaggio come strumento simbolico di comunicazione. L'abilità cognitiva indispensabile che precede la comparsa della prima parola è l'acquisizione della funzione simbolica. In un bambino che attraversa questa fase dello sviluppo linguistico, essa si manifesta sia nelle azioni che egli compie che nella modalità di utilizzo degli oggetti.
12 Mentre inizialmente le azioni compiute sugli oggetti compaiono in riferimento a situazioni fisiche specifiche, nel corso dello sviluppo esse vengono eseguite in maniera sempre più decontestualizzata e simbolica (Caselli, 1990). Nel gioco del far finta, ad esempio, in cui le azioni compiute e gli oggetti utilizzati rappresentano qualcos'altro, il pensiero del bambino si disancora dalla concretezza e lo conduce ad utilizzare gli oggetti ed a compiere azioni facendo riferimento non più a quello che essi corrispondono realmente ma al modello mentale che il bambino ha costruito.
13 Le prime parole che entrano a far parte del vocabolario dei bambini sono sostantivi che si riferiscono ad oggetti concreti. In particolare, esse si riferiscono agli oggetti più vicini sul piano affettivo e sul piano della soddisfazione dei bisogni relazionali e nutritivi primari. Anche se nel linguaggio del bambino compaiono singolarmente, il bambino utilizzando una sola parola cerca di esprimere un pensiero complesso, scopi ed intenzioni chiare. Per questo motivo queste forme di espressione verbale vengono considerate come delle vere e proprie frasi, chiamate olofrasi.
14 Volterra & coll. (2005) riportano che in media all'età di 14 mesi l'espressione gestuale e verbale è equipotenziale. A questa età non sembra esserci una prevalenza di gesti o parole, ma entrambi vengono utilizzati con la stessa frequenza.
15 Nei mesi successivi, invece, il repertorio verbale si arricchisce notevolmente ma i gesti non sono semplicemente rimpiazzati dalle parole. Piuttosto, entrambe le modalità vengono utilizzate insieme, in una combinazione cross-modale che caratterizza il passaggio dalla fase olografica a quella delle due parole (parlato telegrafico).
16 A 20 mesi il sistema gestuale subisce una riorganizzazione. La produzione complessiva dei gesti diminuisce ed i bambini smettono di aggiungere nuovi gesti al loro repertorio: i nuovi concetti da esprimere verranno d'ora in poi codificati nella loro forma vocale.
17 Nell'età compresa tra i 18 ai 24 mesi, il bambino modifica improvvisamente la velocità di apprendimento lessicale, in quanto si osserva una rapida espansione del vocabolario. E' stato stimato, infatti, che durante questa fase il bambino sia in grado di produrre una media di trentasette parole nuove al mese.
18 I dati delle ricerche dimostrano che il prerequisito indispensabile affinché abbia luogo questo fenomeno (chiamato esplosione del vocabolario ) sia il padroneggiare, da parte del bambino, un numero minimo di vocaboli, che oscilla tra le trenta e le 100 parole. E' emerso che la classe più ampia di parole usate dai bambini durante questa fase è quella costituita da parole riferite agli oggetti, seguita dai nomi specifici delle persone. In ultimo compaiono i verbi che descrivono le azioni compiute con più frequenza dal bambino e le parole definite sociali quali, ad esempio, grazie e no.
19 Alla base dell'esplosione del vocabolario, è stata osservata la comparsa di due abilità cognitive: la capacità di formare immagini mentali e l'associazione rapida. L'utilizzo del linguaggio come strumento simbolico è dimostrato dall'aumento rapido e marcato, durante questa fase, degli errori di sovra estensione delle regole lessicali. Questa forma di errori hanno luogo quando viene utilizzato, erroneamente, uno stesso termine per denominare elementi simili tra loro per qualche caratteristica.
20 Errori tipici del bambino nelle prime fasi dello sviluppo lessicale Errore di sovraestensione Il bambino chiama cane qualsiasi animale a quattro zampe Errore di sottoestensione Il bambino chiama bambola esclusivamente la sua bambola preferita
21 Dalle ricerche è emerso che, il parlato telegrafico compare solo quando il bambino è in grado di produrre un numero di vocaboli non inferiore a cinquanta (Bloom, 1993) e cioè mediamente entro i 17 mesi di vita (e.g. Nelson, 1973; Petitto, 1987; Charron & Petitto, 1991).
22 L'uso dei gesti persiste anche in fasi dello sviluppo in cui il bambino sarebbe effettivamente in grado di produrre una risposta verbale. Pertanto l'utilizzo dei gesti nello sviluppo normale sembra avere la funzione di aiutare il bambino a comunicare idee e concetti che non è ancora in grado di esprimere verbalmente, accompagnando gli enunciati vocali allo scopo di rinforzarne o completarne il significato.
23 Differenza tra produzione e comprensione La comprensione richiede solo il riconoscimento di una parola, senza attuare un compito attivo di ricostruzione della stessa. L'informazione che una persona riceve con una frase è già organizzata dal parlante, nei suoi aspetti semantici, grammaticali e di pragmatica. Nel caso della produzione, invece, il compito di costruzione è attivo. Una frase già organizzata può essere compresa per deduzione e quindi anche senza conoscere tutti gli elementi che la compongono.
24 Dai 24 ai 36 mesi A due anni il bambino combina le sue prime parole, fra i ventisette e i trenta mesi arriva a produrre espressioni di tre o quattro parole e usa particelle, parole funzionali, avverbi e pronomi interrogativi.
25 Quando il bambino raggiunge il periodo fra i trenta e i trentasei mesi circa, la frase media può contenere fino a cinque o sei parole. La fase compresa tra i ventiquattro ed i trentasei mesi potrebbe essere chiamata esplosione della grammatica.
26 Quando il bambino raggiunge i tre anni di età, egli ha praticamente acquisito la padronanza di tutte le regole della sua madrelingua.
27 Lo sviluppo morfosintattico Morfologia verbale Morfologia nominale 3 anni in produzione 7 anni in comprensione 3 anni Accordo tra soggetto e verbo es.: il cane inseguono i gatti Forme del genere (m/f) e del numero (singolare/plurale) relative ai nomi Morfologia pronominale 3-4 anni Pronomi personali
28 Esempi del primo stadio nello sviluppo sintattico dei bambini italiani a) tata dà Claudia dà una bambola a Francesco b) dà mamma Claudia vuole una palla dalla mamma c) mamma iacca Claudia chiede dell acqua alla madre d) dà a nonna bototto La nonna dà un biscotto a Claudia e) Acesco a dai a palla Francesco dà la palla a Claudia Claudia utilizza sempre lo stesso predicato dare ma non è capace di verbalizzare contemporaneamente i 3 argomenti del predicato (chi dà, chi riceve e l oggetto che viene scambiato).
29 Esempi del secondo stadio nello sviluppo sintattico (analisi semantica) a) Paola occi ene Paola oggi viene b) Io pulisco co tetto Io pulisco con questo c) Devo pendee libbi Devo prendere i libri Gli avverbi occi e co tetto forniscono informazione aggiuntiva rispetto ai verbi venire e pulire rispettivamente. Le frasi inserite compaiono inizialmente come frasi implicite, con il verbo all infinito. Nell espressione c), pendee libbi è una frase inserita in modo implicito nella frase principale.
30 La competenza pragmatica Capacità di utilizzare il linguaggio in modo appropriato al contesto Capacità di conversare Capacità di tenere conto del punto di vista di chi ascolta Già molto piccoli (es. telef Già molto piccoli (es. telefonate) grazie alle interazioni precoci on) Già molto piccoli (es. Verso telefonate) grazie alle interazioni precoci grazie aterazioni precoci Verso i 4 anni adattano lo stile di conversazione (se parlano con adulti o bambini erse parlano con adulti o bambini i 4 anni adattano lo
31 DISTURBI DEL LINGUAGGIO Disturbo specifico dell articolazione e dell eloquio abilità linguistiche espressive e ricettive nella norma; anomalie dell articolazione non direttamente attribuibili ad alterazioni sensoriali, anatomiche o neurologiche; anomalie nel contesto d uso colloquiale del linguaggio.
32 Disturbo del linguaggio espressivo mancanza di produzione di singole parole intorno a due anni; piccole frasi di due parole intorno a tre anni,sviluppo limitato del vocabolario; espressioni di lunghezza ridotta; strutturazione della frase poco evoluta e/o deviante; difficoltà nella fluidità della frase / racconto; ritardi / anormalità per i suoni linguistici.
33 Disturbo della comprensione del linguaggio comprensione verbale marcatamente discrepante con l età mentale non verbale; capacità di espressione poco evolute e/o devianti
34 Un parametro fondamentale da tenere in considerazione in ogni caso è un adeguata comprensione del linguaggio dell adulto: se questa è presente si può attendere tranquillamente sino ai 36 mesi di età, fornendo indicazioni alla famiglia sugli stili educativi che favoriscono lo sviluppo di abilità espressive linguistiche. L età di tre anni costituisce una sorta di spartiacque tra i bambini cosiddetti parlatori tardivi e i bambini con un probabile disturbo specifico di linguaggio.
35 Che cosa devono fare i genitori? Ascoltare il bambino quando parla, anche se mostra difficoltà, con attenzione e serenità, senza mostrare fretta, ansia, insofferenza. Lasciare che concluda sempre il suo discorso, anche se richiede più tempo. Favorire l uso del gesto a supporto dell efficacia comunicativa. Riformulare la produzione scorretta del bambino e non correggerla: il bambino impara implicitamente dal modello verbale dell adulto, non dall esercizio di ripetizione: quindi non ricattare per avere la produzione corretta. Parlare molto al bambino, in modo rilassato e lento, ma senza scandire troppo le parole. Valorizzare le altre qualità del bambino in modo da aumentare la sua autostima. Accettare il bambino con il suo disturbo creandogli intorno un mondo accogliente dove il suo problema non venga sottolineato e ingigantito.
36 Che cosa non fare Non parlare davanti al bambino delle sue difficoltà. Non anticiparlo quando parla, completando le parole o le frasi. Non interromperlo dicendogli che si è già capito. Non mortificare, anzi, favorire l uso del gesto a supporto del linguaggio verbale del bambino: questo può aiutarlo ad esprimersi, favorendo la sua efficacia e possibilità comunicativa. Non correggerlo quando pronuncia male una parola o una frase, ma riformularla correttamente nel rispondergli.
37 I bambini bilingui Da diversi studi è emerso che entrambi i gruppi (bilingui e non) raggiungono le tappe fondamentali dello sviluppo linguistico alle stesse età, sia per quanto riguarda l'inizio della lallazione (Oller et al., 1997), la comparsa delle prime parole (Nicoladis & Genesee, 1997) e per tutto il periodo dello sviluppo del vocabolario (Pearson et al., 1993, 1994). Ritardi riscontrati nella discriminazione di alcuni segmenti fonemici nel linguaggio dei bambini bilingui sembrano verificarsi quando le due lingue sono molto simili a livello fonemico (Sebastian-Gallès & Bosch, in stampa). Gli autori suggeriscono che questi ritardi sono imputabili al fatto che i bambini sono esposti ad input i cui contrasti fonemici non sarebbero chiaramente discriminabili. Anche nello sviluppo morfosintattico non si sono osservate differenze di età rispetto ai monolingui nel raggiungimento delle tappe progressive, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo della lingua dominante (Paradis & Genesee, 1996). Secondo Oller et al., (1997) e Wexler (1998) tali similitudini sono dovute al fatto che questi aspetti dello sviluppo linguistico possono essere relativamente robusti nel fronteggiare le considerevoli variazioni ambientali, in quanto la maturazione biologica e cognitiva gioca un importante ruolo in queste fasi dello sviluppo.
38 Sono emerse tuttavia anche delle differenze tra lo sviluppo linguistico bilingue e monolingue. Quelle riguardanti l'ampiezza del vocabolario per ogni lingua possono essere attribuite ad una differenza sia per quanto riguarda la frequenza delle volte in cui un bambino è esposto ad una lingua che il contesto in cui questo avviene (Pearson et al., 1997). I bambini che ricevono gli input per ogni lingua da differenti interlocutori (e.g. madre, padre, fratelli e sorelle) possono acquisire differenti repertori lessicali in ogni lingua perché diverse persone parlano loro di diversi argomenti (De Houwer, 1990). Eventuali differenze per quanto riguarda l'età in cui si verifica mediamente il raggiungimento di una determinata fase di sviluppo possono essere attribuite al fatto che i bambini bilingui, dal momento che utilizzano due linguaggi, ricevono meno input per ciascuno di loro in confronto ai loro pari monolingui (e.g. Marchman, Martìnez-Sussman & Dale, 2004).
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40 La consapevolezza metalinguistica Capacità di trattare le forme del linguaggio come oggetto di analisi, considerarle per se stesse piuttosto che come veicolo di intenzioni e significati
41 Focalizzare l attenzione sulla FORMA del linguaggio separandola dal significato: questo cambiamento di prospettiva avviene nel bambino di solito a partire dai 5 anni, con l accesso alla reversibilità del pensiero, per cui uno stesso oggetto può essere osservato ed analizzato da più punti di vista senza che l uno escluda l altro.
42 CONSAPEVOLEZZA STRUTTURALE o SINTATTICA CONSAPEVOLEZZA DELLA PAROLA CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA = ABILITA METAFONOLOGICHE
43 LIBERMANN (1974) - tra i segmenti sublessicali le sillabe sono più «accessibili» dei fonemi. La capacità di segmentazione sillabica è GIA presente in bambini di scuola materna; quella di tapping fonemico mostra un incremento solo nella scuola elementare. bambini italiani migliori nel tapping fonemico rispetto agli inglesi (sc.elementare)>>>ipotesi: la maggiore trasparenza dell ortografia dell italiano catalizza un più rapido accesso alla consapevolezza fonologica
44 Bradley e Briant, 83 Morais, 87 rapporto causale tra consapevolezza fonologica e apprendimento della lingua scritta fattori ambientali In sostanza: il rapporto tra apprendimento della lingua scritta e consapevolezza fonologica è INTERATTIVO, circolare, basato su un mutuo rinforzo.
45 ...padroneggiare il mondo dei suoni è spesso ritenuto dalla scuola una di quelle competenze che il bambino già possiede o deve possedere dal momento che sa comunicare verbalmente. NON E COSI!!!!.devo accertarmene prima di cominiciare con la fase di apprendimento vera e propria
46 Perché l accesso alla struttura fonologica del linguaggio è così cruciale e complesso? La scrittura alfabetica è codifica dei suoni del linguaggio ma Il linguaggio è solo apparentemente una sequenza di unità sonore discrete. La realtà fisica è che i segmenti fonemici sono fusi ( encoded ) all interno della corrente acustica
47 Il fonema è per metà una scoperta, per metà un invenzione Morais La codifica fonemica deriva dall apprezzamento di una costante nell ambito di numerose variabili percettive tipiche di una categoria di stimoli (come riconosciamo rosso o verde all interno di un ampia gamma di variazioni cromatiche così riconosciamo come fonema /a/ o /f/ un ampia gamma di varianti sonore ad essi assimilabili (principio di degenerazione) - Più facile l accesso alla struttura sillabica, di analisi più difficoltosa la struttura fonemica
48 Confronto tra sillabe e fonemi sillaba fonema Segmento acustico sublessicale sublessicale Struttura fonologica superficiale profonda Dimensione/durata Maggiore, di solito composta da due o più fonemi Minore, unitaria, indivisibile Autonomia articolatoria Invarianza acustica e percettiva Posizione nella corrente acustica Si (evento percettivo ben definito) Si (è uguale a se stessa in ogni parola in cui compare) contigue No, atto articolatorio incompleto, sospeso No, l acustica cambia in base alla combinazione fonemica fusi
49 Si ipotizza una consapevolezza fonologica globale, che attiene alla struttura fonologica superficiale del linguaggio Capacità di analizzare o manipolare strutture acustiche come le sillabe o le rime percettivamente più salienti e più facilmente pronunciabili e riproducibili dal p.d.v. articolatorio E presente in soggetti che usano sistemi di scrittura non alfabetica, adulti analfabeti, bambini in età prescolare>>>è preparatoria (ma indipendente) all apprendimento della lingua scritta Riconoscimento e produzione di rime Riconoscimento di uguale sillaba iniziale in parole diverse Segmentazione in sillabe
50 E una consapevolezza fonologica analitica (o consapevolezza fonemica)che attiene alla struttura segmentale profonda del linguaggio (fusione, segmentazione, delezione lettera iniziale). Non presente in soggetti che usano sistemi di scrittura non alfabetici, e prima dell apprendimento della lingua scritta. Diversi studi indicano che questa capacità richiede un opportunità culturale per slatentizzarsi e diventare abilità operativa attuale.
51 Confronto tra abilità metafonologiche globali e analitiche Abil.metafon. Globali Analitiche Strutture acustiche implicate Superficiali: sillaba, rima Profonde: fonema Età di comparsa prescolare Fine materna/inizio elementare Prime manifestazioni Segmentazione sillabica Analisi fonema iniziale Modalità di comparsa spontanea Training alfabetico Prove per la valutazione Segmentazione e fusione sillabica, rima Analisi fonema iniziale, fusione e segmentazione fonemica
52 RANGE DI ETA PER CORRETTA VALUT.DEL PROFILO DI SVILUPPO sotto i 5 anni per la notevole variabilità d esordio sopra gli 8 anni la buona riuscita a queste prove non mi permette di comprendere eventuali difficoltà non attribuibili a sole difficoltà fonologiche
53 RAPPORTO TRA CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA E SISTEMA ALFABETICO Consapevolezza fonologica globale Esposizione al sistema alfabetico Consapevolezza fonologica analitica Capacità di lavoro autonomo Decollo abilità di lettura e scrittura (hp interattiva con ruolo preminente svolto dall esp.al sist.alfab.)
54 Si ribadisce l importanza di un educazione metafonologica precoce e della valutazione del livello metafonologico raggiunto prima di iniziare l apprendimento della letto-scrittura.
55 Fasi nel processo di conoscenza della lettura e della scrittura secondo Ferreiro e Teberosky (1979) Fase presillabica Imparare a leggere e a scrivere è un processo conoscitivo. Il bambino fa delle ipotesi che vengono vagliate e eventualmente abbandonate quando entrano in conflitto con i dati dell esperienza, finché acquisisce le regole del sistema convenzionale adulto Fase sillabica Fase sillabico-alfabetica Fase alfabetica
56 Frith, 1985 Stadio Lettura Scrittura 1) iniziale logografico avanzato logografico logografico 2) iniziale logografico alfabetico avanzato alfabetico alfabetico 3) iniziale ortografico alfabetico avanzato ortografico ortografico
57 Seymour, Aro, Erskine, 2003 Fine 1.elementare: -lingue trasparenti: 95% parole corte lette correttamente - lingue opache: variabile -34% (inglese) parole corte lette correttamente IPOTESI - le lingue a ortografia opaca hanno bisogno sia di un fondamento logografico che alfabetico - le lingue a ortografia trasparente solo alfabetico In generale i ragazzi italiani sembrano capaci di raggiungere un buon livello di correttezza già alla fine del primo anno di scuola mentre gli stessi livelli sono ottenuti da ragazzi inglesi molto più avanti
58 In lingue a ortografia opaca l apprendimento della lingua avviene prevalentemente per via lessicale e quindi procede in modo lento con la progressiva acquisizione di singole parole in italiano l apprendimento della lettura avviene inizialmente lungo la via di conversione sublessicale ed è quindi relativamente rapido ma, dato che la procedura sublessicale richiede un maggior carico computazionale, è efficace ma spesso più lenta e scandita.
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