Dott.ssa Ljuba Da Gioz

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1 Dott.ssa Ljuba Da Gioz

2 PREMESSA Il sistema comunicativo è complesso. Per utilizzarlo efficacemente il bambino deve: Analizzare e segmentare i suoni linguistici che ascolta, per identificare le diverse unità che costituiscono la propria lingua (fonemi-morfemi-parole-frasi) Padroneggiare i complessi pattern articolatori necessari a produrre i singoli fonemi e le sequenze di fonemi Padroneggiare le regole morfologiche e sintattiche che consentono di combinare morfemi e parole in frasi grammaticamente corrette e dotate di senso Utilizzare le diverse funzioni comunicative del linguaggio in funzione del contesto e dell interlocutore Padroneggiare le abilità necessarie a produrre un discorso

3 COSA AFFRONTEREMO Caratteristiche generali della comunicazione Caratteristiche generali del linguaggio Approcci teorici nello studio dello sviluppo linguistico Sviluppo del linguaggio Dal pianto alle prime parole Dalle prime parole alle prime frasi Verso il linguaggio dell adulto

4 LA COMUNICAZIONE La comunicazione è un fenomeno di interazione tra individui Due concezioni del fenomeno della comunicazione Comunicazione come scambio: si intende l azione di mettere in comune qualcosa; Comunicazione come costruzione della propria soggettività

5 IL LINGUAGGIO Il linguaggio è il nostro mezzo principale di comunicazione. L uso del linguaggio ha due versanti: Produzione: si inizia con un pensiero che in qualche modo si traduce in una frase e si conclude con dei suoni che la esprimono; Comprensione: si parte dall ascolto dei suoni, gli si attribuiscono dei significati sotto forma di parole, si mettono insieme le parole per costruire una frase e quindi, in qualche modo, se ne ricava il significato.

6 LE FUNZIONI DEL LINGUAGGIO Espressiva: quando l espressione ha innanzitutto lo scopo di permettere un eliminazione o un allentamento di una tensione interna. Comunicativa: verso gli altri e verso se stessi. Regolazione del comportamento: regolazione che nel caso del bambino viene fatta prima dall adulto poi successivamente attraverso l autoregolazione attuata con il linguaggio verbale effettivamente prodotto e infine attraverso il linguaggio interno (quando si parla nella mente ). Cognitiva: il linguaggio può favorire in particolar modo l analisi, la sintesi, l astrazione, la generalizzazione, la ristrutturazione del campo cognitivo, i processi mnemonici ecc..

7 APPROCCI TEORICI SULLO SVILUPPO LINGUISTICO Ambientalista: sottolinea l importanza dell imitazione del linguaggio adulto e/o l associazione stimolo-risposta Innatista: Chomsky è stato il primo ad ipotizzare l esistenza di un dispositivo innato per l acquisizione del linguaggio: il LAD (Language Acquisition Device), un programma biologico per l apprendimento del linguaggio. Interattivo-cognitivista: l enfasi è posta sui rapporti tra il linguaggio e tutte le altre attività mentali. Notevole importanza è attribuita agli aspetti contestuali e sociali.

8 Lo sviluppo linguistico si intreccia continuamente con lo sviluppo cognitivo e con quello affettivo e sociale.

9 DAL PIANTO ALLE PRIME PAROLE Lo sviluppo comunicativo nel 1 anno di vita ha due importanti transizioni evolutive: Passaggio dalla comunicazione non intenzionale alla comunicazione intenzionale Passaggio dalla comunicazione gestuale alla comunicazione verbale Nei primi mesi il bambino produce comportamenti (pianto, sorriso, espressioni facciali) come diretta espressione del suo stato di bisogno. Non c è però in lui nessuna intenzionalità comunicativa.

10 Tra i 4 e gli 8 mesi il bambino manifesta comportamenti che possono essere collocati a metà strada fra le comunicazioni non intenzionali e quelle intenzionali Tra i 9-12 mesi si osservano veri e propri comportamenti comunicativi (intenzionalità e consapevolezza) Il bambino ha ora a disposizione due prerequisiti necessari per il linguaggio verbale: l intenzionalità e la reciprocità.

11 Il bambino manifesta l intenzionalità comunicativa attraverso: Richiesta: si dimostra cioè in grado di avere uno scopo, ma anche di usare dei mezzi per attivare l adulto. Dichiarazione: il fine non è raggiungere un obiettivo, ma attirare l attenzione dell adulto su un oggetto/persona. Compaiono anche le prime parole e la comunicazione verbale comincia ad affiancare quella non verbale senza sostituirla.

12 Due fasi nello sviluppo comunicativo prelinguistico FASE PREINTENZIONALE Il bambino produce comportamenti che possono assumere il valore di segnale per chi è vicino a lui, ma che per il bambino non hanno ancora valore comunicativo, non è consapevole di produrre segnali comunicativi FASE INTENZIONALE Il bambino è consapevole di produrre segnali comunicativi e lo fa per soddisfare i propri scopi o per raggiungere particolari obiettivi

13 LA COMPRENSIONE DEL LINGUAGGIO NEL PRIMO ANNO Fin dai primi mesi il bambino dimostra le sue prime comprensioni prima sorridendo ed emettendo dei suoni quando qualcuno gli parla o gli fa cenni col capo, poi incominciando a fissare, girare la testa verso e cercare con gli occhi chi parla, ad aumentare la sua produzione verbale di fronte a qualcuno che gli rivolge la parola. Verso i 9 mesi è in grado di indicare dove si trova un oggetto che l adulto gli ha chiesto ed è spesso capace di eseguire semplici consegne.

14 LA PRODUZIONE DEL LINGUAGGIO NEL PRIMO ANNO Prime vocalizzazioni Pianto Vere vocalizzazioni dal 2 mese Lallazioni 3-6 mesi: comparsa di cantilene su suoni vocalici Vanno considerate comportamenti comunicativi, anche se non intenzionali 6-10/12 mesi: sempre più chiara la differenziazione di suono vocalici e consonantici, produzione e ripetizione di sillabe. Le prime parole Tra gli 8 e i 17 mesi, ma la maggior parte dei bambini le produce tra i mesi

15 LE PRIME PAROLE Si passa dalla fase della lallazione a quella delle prime parole quando le stesse sillabe non vengono più usate a caso, ma vengono associate, con una certa stabilità, a particolari persone o oggetti Fase della parola-frase Le prime parole si riferiscono soprattutto ad oggetti o persone e sono assenti le parole-funzione Solo dai 15 ai 20 mesi vengono prodotte le associazioni tra due parole

16 Esempio: le prime 15 parole di una bambina

17 DALLE PRIME PAROLE ALLE PRIME FRASI Nel 2 anno di vita il bambino è in grado di comprendere anche il significato di semplici frasi composte da più parole. Inizia a comprendere frasi che si riferiscono a realtà non presenti Ha difficoltà ad eseguire comandi fatti dall adulto se sono in contrasto con la propria attività motoria. Nei primi mesi del 2 anno il bambino forma con pochi fonemi molte parole.

18 Lo sviluppo semantico implica la capacità di attribuire ad una parola sempre lo stesso significato. Inizialmente, invece, le parole hanno per il bambino un significato che solo in parte (e solo alcune volte) coincide con quello appropriato secondo gli adulti. Esempio: bambina 1;4 con la parola mia esprime l appartenenza in generale

19 Per quanto riguarda il significato, il bambino procede, almeno per alcune parole, da un uso ristretto ad un uso generalizzato, raggiungendo, a volte, anche un eccessiva generalizzazione prima di pervenire ad attribuire alle parole lo stesso significato attribuitevi dalla comunità adulta. Esempio: Uso iniziale ristretto bata (basta) 1;3 usa questa parola solo quando non vuole più mangiare. Poi viene generalizzata ad altre situazioni. lugo (lungo) 1;6 è riferito solo al treno. Solo dopo 2-3 mesi viene usata anche per altri oggetti.

20 Esempio: Uso sovrageneralizzato di una parola ace (grazie)da 1;0 e per alcuni mesi dice ace sia quando dà qualcosa sia quando la riceve patate (patate). 1;6 riferisce questa parola non solo alle patate, ma anche ai pomodori, alle carote, al radicchio e all insalata. A 2;3 usa ancora la parola in modo sovrageneralizzato PPATATE

21 Bubu. A 1 anno e 3 mesi S. pronuncia questa parola vedendo o udendo abbaiare un cane o anche toccando un cane di legno. Nel mese successivo il termine viene usato anche per i gatti, per un pesce, per un leone di marmo, per la testa di un uomo di marmo.

22 Il criterio che più frequentemente porta il bambino alla generalizzazione sembra consistere nel riferire una parola, legata ad un elemento, anche a tutto l insieme di cui l elemento è parte e quindi anche a tutte le parti incluse in detto insieme. Oppure può utilizzare altri criteri. tita (matita) 1;4 sovrageneralizza sulla base di una qualità funzionale serve per scrivere. Chiama quindi tita : la matita, la penna, la penna stilografica, i pennarelli, i pastelli e le cere colorate. tone (bastone) 1;10 chiama tone tutti gli oggetti lunghi : rami secchi, bastoni, scope e ombrello.

23 VERSO IL LINGUAGGIO DELL ADULTO A 18 mesi circa il bambino normalmente produce le sue prime frasi di due parole Ha a disposizione molte parole non più usate in modo vago e indifferenziato Utilizza la funzione simbolica Inizia la sua richiesta di sapere il nome di oggetti nuovi

24 Verso i 4-5 anni la maggioranza dei bambini è in grado di articolare quasi tutti i suoni tipici della propria lingua. A volte eccezione per r, f, z, s, sc, gl. Dai 3 anni si trova a dover imparare le regole morfologiche. Tra i 3-6 anni età critica: Sviluppo morfologico comincia a tre anni Procede in modo incessante e continuo Regole sono spesso difficili Le frasi del bambino sono sempre più lunghe e articolate A 4-5 anni produce discorsi formati da più frasi Bambino non apprende le regole morfologiche attraverso un acquisizione passiva dei modelli adulti, ma attraverso procedimenti propri e seguendo regole tipiche del linguaggio infantile.

25 Dai tre anni il lessico infantile si arricchisce notevolmente. Il bambino di sei anni conosce, di norma, il significato di più di 1000 parole. Periodo aureo Dagli 8-9 anni riesce a formulare definizioni Dagli 8-9 anni riesce a formulare definizioni linguistiche abbastanza appropriate.

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