IL RISCHIO IL RISCHIO CHIMICO CHIMICO
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- Isabella Gasparini
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1 IL RISCHIO CHIMICO Titolo IX Sostanze pericolose Capo I Protezione da agenti chimici CAA - IL RISCHIO CHIMICO 1 I preparati chimici possono provocare: 1. Un infortunio offendendo in modo traumatico il corpo (ustioni da acido) 2. Una malattia professionale per esposizione prolungata nel tempo oltre il TLV Il D. Lgs 81/08 recepisce la direttiva 98/24/CE e determina i requisiti minimi di protezione per la salute e la sicurezza dei lavoratori esposti ad agenti chimici: 1. Presenti durante il lavoro, nell impiego, nel deposito e nel trasporto 2. Derivano da un processo lavorativo (saldature, sintesi chimiche, motori, stampe etc.) CAA - IL RISCHIO CHIMICO 2 1
2 I composti chimici Un composto chimico è una sostanza formata da due o più elementi, con un rapporto fisso tra di loro determinato da proprietà chimiche o fisiche dei singoli elementi. Una caratteristica fondamentale del composto chimico è la sua formula chimica. La formula descrive il rapporto del numero di atomi nell unità minima della sostanza. Tipi di composti chimici Acidi Basi Composti organici Composti ionici Ossidi Anidridi Sali Polimeri Stato dell agente chimico Gassoso Liquido Solido Tipo di esposizione Contatto - inalazione Contatto - inalazione Contatto - inalazione CAA - IL RISCHIO CHIMICO 3 Influenza della Temperatura (T ) sullo stato degli agenti chimici e sull esposizione per inalazione Con T elevate abbiamo questo tipo di transizione fisica della materia (dell agente chimico) Solido liquido gassoso (aumenta la volatilità di conseguenza aumenta l esposizione per inalazione) Con T basse ( a 10 C) abbiamo Gassoso liquido solido (diminuisce la volatilità di conseguenza diminuisce l esposizione per inalazione) Presentazione dei composti chimici Puri o concentrati: Boccette Contenitori vari In soluzione o diluiti (ugualmente pericolosi): Miscele usate in determinate fasi lavorative al fine di ottenere un determinato effetto o trasformazione di un prodotto finito o semilavorato Come rifiuti o scarti di lavorazione CAA - IL RISCHIO CHIMICO 4 2
3 Rischio cancerogeno e mutageno Titolo IX capo II del D.Lgs 81/08 CAA - IL RISCHIO CHIMICO 5 Sono cancerogeni quegli agenti che per azione protratta nell organismo umano possono provocare neoplasie anche a distanza di tempo (può provocare il cancro). Un preparata cancerogeno è riconoscibile in quanto in etichetta riporta una delle seguenti frasi di rischio: 1. R 45 può provocare il cancro 2. R49 può provocare il cancro per inalazione i Esistono classificazioni diverse per gli agenti chimici però, ai fini della VdR fa testo il D.Lgs 52/97. Esistono inoltre agenti cancerogeni non etichettati frutto di processi produttivi o trasformazione Allegato XLI e XLII D.Lgs 81/08 (idrocarburi policiclici aromatici, polvere di legno duro etc.) Altri per i quali è stato fissato il TLV Allegato XLI e XLII D.Lgs 81/08 ( benzene, cloruro di vinile etc.) Sono mutageni quegli agenti in grado di produrre difetti genetici ereditari Un preparato mutageno è riconoscibile in quanto in etichetta riporta una delle seguenti frasi di rischio: 1. R 46 può provocare alterazioni genetiche ereditarie Esposizione Inalazione Ingestione Assorbimento cutaneo CAA - IL RISCHIO CHIMICO 6 3
4 Classificazioni agenti cancerogeni Classificazione CE Esistono diverse classificazioni. In Italia e negli altri paesi dell U.E. la classificazione di riferimento è quella CE. Secondo la classificazione della CE direttiva n. 93/72/CEE le sostanze cancerogene sono divise in 3 categorie: 1. Sostanze note per gli effetti cancerogeni sull uomo (studi certi) 2. Sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l uomo (studi a lungo termine) 3. Sostanze da considerare con sospetto per possibili effetti cancerogeni (assenza di prove certe) Classificazione della Commissione consultiva tossicologica nazionale (CCTN) Categoria: 1. Sostanze per le quali esiste una sufficiente evidenza di effetti cancerogeni 2. Sostanze per le quali esistono elementi sufficienti (studi a lungo termine) per ritenere la possibilità che possano provocare tumori 3. Sostanze per le quali non esistono sufficienti studi che provano effetti cancerogeni (tumori incerti) 4. Sostanze non valutabili per l assenza di studi 5. Sostanze da ritenersi prive di cancerogenicità sulla base di studi scientifici CAA - IL RISCHIO CHIMICO 7 Campo di applicazione ed esclusioni Tutte le attività nelle quali i lavoratori sono o possono essere esposti ad agenti cancerogeni R 45 R 49 Attività escluse Lavorazione amianto disciplinate dal D.Lgs 81/08 Titolo IX capo III Abrogazioni: DPR 962/82 (CVM cloruro di vinile monomero) D.Lgs 77/92 (naftalina, benzidina etc.) Titolo IX Queste attività sono ora disciplinate dal D.Lgs 81/08 CAA - IL RISCHIO CHIMICO 8 4
5 Obblighi del datore di lavoro Gli obblighi del datore di lavoro vertono sulla riduzione al minimo del rischio da esposizione, pertanto comprendono: 1. Evitare o ridurre l impiego dell agente cancerogeno. 2. Sostituire l agente con una sostanza meno nociva. 3. Se non è possibili la sostituzione, l utilizzo dell agente cancerogeno deve avvenire in un sistema chiuso (sistema chiuso termodinamico). 4. Qualora non sia possibile il ricorso ad un sistema chiuso l esposizione deve essere ridotta al più basso valore tecnicamente possibile. VdR Tecnicamente è richiesta una valutazione dell esposizione (al disotto del TLV) CAA - IL RISCHIO CHIMICO 9 La valutazione dell esposizione si basa sui dati seguenti 1. Caratteristiche delle lavorazioni Durata e frequenza 2. Quantitativi di agente cancerogeni Concentrazione Facilità di assorbimento per l organismo Vie di ingresso 3. Stato fisico della materia 4. Descrizione delle attività che comportano la presenza di agenti cancerogeni 5. I quantitativi di agenti cancerogeni prodotti durante una lavorazione 6. Il numero di lavoratori esposti 7. Il grado di esposizione dei lavoratori 8. Notizie sugli studi che sono stati fatti per poter sostituire l agente cancerogeno La valutazione deve essere ripetuta ad ogni variazione del processo produttivo. Deve comunque essere aggiornata ogni 3 anni. CAA - IL RISCHIO CHIMICO 10 5
6 Misure tecniche, organizzative, procedurali Le misure richieste sono azioni di limitazione e contenimento: 1. Limitare le quantità degli agenti cancerogeni da impiegare 2. Limitare il numero di lavoratori esposti 3. Divieto di fumo nelle aree a rischio 4. Attenzioni alle dispersioni in atmosfera 5. Monitorare continuamente gli ambienti di lavoro e le modalità operative 6. Disporre un piano di emergenza 7. Adottare misure particolari per i lavoratori indicati dal medico 8. Monitorare l ambiente lavorativo attraverso un piano di campionatura ( 9. Gestire correttamente i rifiuti CAA - IL RISCHIO CHIMICO 11 Esposizione non prevedibile Obbligo di comunicazione e di denuncia In caso di esposizione anomala ad agenti cancerogeni: 1. Bisogna adottare un piano di emergenza adeguato 2. Comunicare tempestivamente l evento all RLS 3. Comunicare tempestivamente l evento all ASL 4. La zona deve essere evacuata secondo le indicazioni del piano di emergenza 5. Nella zona evacuata posso accedere soltanto le squadre di emergenza munite di indumenti e DPI idonei CAA - IL RISCHIO CHIMICO 12 6
7 Sorveglianza sanitaria Qualora la valutazione del rischio evidenzi l esposizione dei lavoratori ad agente R 45 R 49: Occorre sottoporre i lavoratori a sorveglianza sanitaria In caso di sintomatologie t i anomale il medico informa il datore di lavoro, e questi deve provvedere ad: 1. Una nuova valutazione del rischio 2. Misurare (campionatura) la concentrazione dell agente cancerogeno nell atmosfera A differenza di altri rischi, i cui effetti negativi cessano al cessare dell esposizione, le conseguenze dell esposizione ad agenti cancerogeni si possono manifestare a distanza di diversi anni. Pertanto i lavoratori che cessano o cambiano attività lavorativa devono essere sottoposti anche successivamente ad accertamenti sanitari specifici. CAA - IL RISCHIO CHIMICO 13 Registro degli esposti Il datore di lavoro tramite il Medico Competente istituisce e cura un registro nel quale sono identificati: 1. lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria 2. Attività svolta 3. Agente cancerogeno utilizzato 4. Dati di esposizione individuali Implicazioni burocratiche del registro (non esistono modelli ufficiali): 1. Aggiornamento 2. Consegna su richiesta dell Istituto Superiore della Sanità copia del registro a SPESAL e ASL 3. Comunicazione ogni tre anni delle variazioni apportate 4. Comunicazione ISPESL e ASL della cessazione di rapporti di lavoro e consegna all ISPESL delle loro cartelle sanitarie e di rischio 5. Consegna del registro originale all Istituto Superiore della Sanità e una copia all USL 6. Consegna all ISPESL copia del registro (il termine per la conservazione è di 40 anni) 7. Comunicazione ai lavoratori dei dati riportati sul registro e sulla cartella sanitaria In caso di assunzione di lavoratori già esposti allo stesso agente cancerogeno il datore di lavoro richiede all ISPESL copia del registro e della cartella sanitaria e di rischio. CAA - IL RISCHIO CHIMICO 14 7
8 DIFESA DA AGENTI CHIMICI PERICOLOSI Definizione di agente chimico D. Lgs 81/08 art. 222 Sono agenti chimici tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli o nei loro miscugli, allo stato naturale od ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no, e siano immessi sul mercato, o no. CAA - IL RISCHIO CHIMICO 15 Agenti chimici pericolosi Classificazione sostanze pericolose: D.Lgs 52/97 Classificazione preparati pericolosi: D.Lgs 65/2003 Gli utilizzatori individuano le sostanze e i preparati pericolosi tramite: 1. L etichettatura 2. La scheda tecnica Classificazione agente chimico pericoloso Frase R Molto tossici e tossici Tossici per la riproduzione Nocivi Sensibilizzanti 42 Sospettabili per la fertilità umana Irritanti CAA - IL RISCHIO CHIMICO 16 8
9 A questa categoria appartengono anche: 1. Agenti chimici che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori 2. Agenti per i quali è stato individuato un TLV come NO2 e CO2 3. Agenti che provocano infortunio e non malattie professionali (ustione per NaOH) 4. Agenti presenti durante il lavoro, nell impiego, nel deposito e nel trasporto 5. Agenti che derivano da un processo lavorativo (saldature, sintesi chimiche, motori, stampe etc.) CAA - IL RISCHIO CHIMICO 17 Obblighi del datore di lavoro Misure specifiche di prevenzione e protezione: 1. Eliminare o sostituire gli agenti chimici pericolosi 2. Adeguata progettazione e organizzazione del lavoro 3. Fornitura di attrezzature adeguate 4. Ridurre al minimo l esposizione dei lavoratori (tempo di esposizione) 5. Ridurre al minimo i lavoratori esposti 6. Ridurre le quantità di agenti pericolosi 7. Adottare procedure operative adeguate e sicure 8. Adottare misure igieniche adeguate La VdR da agenti chimici Nella VdR devono essere considerati precisi argomenti quali: 1. Elencare gli agenti chimici pericolosi 2. Valutare le proprietà pericolose degli agenti 3. Reperire le informazioni ioni sulla salute e sulla sicurezza dalla scheda di sicurezza 4. Indicare livello, tipo e durata dell esposizione 5. Indicare le circostanze i cui viene usato l agente pericoloso e le quantità utilizzate 6. Indicare il TLV degli agenti presenti CAA - IL RISCHIO CHIMICO 18 9
10 Considerazioni VdR agenti chimici 1. Alla VdR da agenti chimici non fa seguito il documento di sicurezza come nel caso della VdR. 2. Non fa seguito nemmeno le misure migliorative da adottare o adottate. 3. Il VdR da agenti chimici è un documento ibrido dove devono essere inserite le misure migliorative già adottate. 4. Viene pertanto a mancare lo scadenziario degli interventi da effettuare 5. Questa è una differenza fondamentale con il termine di 3 mesi dall avviamento per l effettuazione della VdR e per la redazione del documento di sicurezza conseguente. 6. Pertanto all inizio di un attività che presenta agenti chimici pericolosi il VdR da agenti chimici deve essere già stato redatto. CAA - IL RISCHIO CHIMICO 19 Aggiornamento della VdR da agenti chimici La VdR da agenti chimici deve essere periodicamente aggiornata: 1. Quando intervengono significativi cambiamenti nell azienda 2. Quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne mostrano la necessità Esiti della VdR La VdR può portare a concludere che : 1. La natura e l entità dei rischi connessi con la presenza degli agenti chimici pericolosi è modesta da rendere superfluo ogni approfondimento (ci troviamo già in condizioni di sicurezza) 2. In relazione al tipo e alla quantità dell agente e alle modalità e frequenza di esposizione vi è un rischio moderato e le misure preventive e protettive sono sufficienti (la situazione è già sicura occorre solo tenerla sotto controllo) 3. In relazione al tipo e alla quantità dell agente e alle modalità e frequenza di esposizione vi è un rischio non moderato (controlli e gestione più severe, adottare sorveglianza sanitaria) La differenza tra il rischio moderato e non moderato non è ben definita poiché non esiste la definizione legislativa di moderato (tale classificazione del rischio è stata soppressa con il TU)). CAA - IL RISCHIO CHIMICO 20 10
11 Incidenti o emergenze Il datore di lavoro ha l obbligo di predisporre un piano di emergenze per tamponare incidenti o emergenze. Le procedure di emergenza devono essere integrate con quelle già adottate nel piano antincendio (DM ). Il piano di emergenza chimica deve essere verificato sul terreno mediante prove in bianco (simulazioni). Informazione e formazione Il datore di lavoro informa e forma i lavoratori su: 1. L esito della VdR 2. Gli agenti chimici presenti 3. Misure preventive e di protezione adottate 4. Sui comportamenti corretti 5. L accesso alle schede tecniche e modalità di consultazione Un errore frequente è quello di non richiedere le schede tecniche degli agenti o preparati chimici usati in azienda. Ogni agente o preparato chimico deve essere obbligatoriamente accompagnato dalla sua scheda tecnica. CAA - IL RISCHIO CHIMICO 21 Sorveglianza sanitaria La sorveglianza sanitaria è una misura di prevenzione e protezione. L esigenza o meno di instaurare la sorveglianza è dettata dall esito della VdR 1. Rischio moderato: non è richiesta la sorveglianza 2. Rischio non moderato: è obbligatoria la sorveglianza La sorveglianza accompagna la vita lavorativa del lavoratore: 1. Inizia prima dell assunzione 2. Controlli periodici 3. Verifica a fine rapporto lavorativo Il medico competente predispone la cartella sanitaria e di rischio le quali, a fine rapporto di lavoro devono essere trasmesse all ISPESL. CAA - IL RISCHIO CHIMICO 22 11
12 FINE PRESENTAZIONE Relatore Dott. Lazzaro Palumbo CAA consulenzaagroaziendale.comcom Via Fratelli Cairoli n San Giovanni Rotondo FG Telefono: CAA - IL RISCHIO CHIMICO 23 12
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