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1 Economia Provinciale - Rapporto Confronti provinciali 9.1 Analisi per cluster CAMERA DI COMMERCIO 553

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3 Economia Provinciale - Rapporto Confronti provinciali 9.1 Analisi per cluster CAMERA DI COMMERCIO

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5 Confronti provinciali: analisi per cluster Confronti provinciali: analisi per cluster. La CCIAA della Spezia, con il presente capitolo si propone di ampliare lo sguardo di osservazione della realtà locale e di sviluppare uno studio - di carattere innovativo - avente come scopo quello di osservare, attraverso l analisi di un apposito kit di indicatori ritenuti idonei e significativi, il modello di sviluppo reale realizzatosi nella provincia della Spezia, comparato con quello di altri territori aventi caratteristiche simili. Per facilitare una lettura globale delle informazioni disponibili è stata realizzata un analisi di classificazione automatica (cluster analysis) che consente di sintetizzare gli indicatori disponibili e di costruire una tipologia delle province italiane, individuando quelle che risultano più simili alla dimensione spezzina. Il percorso metodologico che ha portato all identificazione delle province da confrontare con La Spezia è stato effettuato utilizzando un metodo legato alle distanze di dodici variabili (cinque espresse in valore assoluto e sette espresse in base a rapporti significativi), di ognuna delle restanti 102 province NUTS 3 1) italiane a quelle della Spezia. Gli indicatori statistici elaborati per le unità territoriali sono: 1)Nuts (Nomenclature of territorial units for statistics), rappresenta la classificazione comune delle unità territoriali per la statistica, istituita dall Unione Europea con Regolamento n.1059/2003/ce del Parlamento europeo e del Consiglio, per ottenere aree di grandezza omogenea. La classificazione NUTS ricalca essenzialmente la suddivisione amministrativa presente all interno dei diversi paesi e suddivide gerarchicamente il territorio economico degli Stati membri in 3 livelli, la dimensione media delle classi di unità amministrative viene considerata dal punto di vista della popolazione considerando specifiche soglie demografiche: NUTS 1 (da 3 a 7 milioni), NUTS 2 (da a 3 milioni, sono le Regioni per l Italia) e NUTS 3 (da a , sono le Province per l Italia). RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

6 Sulla base dei dati provinciali nazionali, è stata calcolata una matrice delle distanze tra le province che ha permesso di individuare - per La Spezia - le altre province che sono più simili secondo gli indicatori considerati. I passaggi logici che hanno permesso tale attività di selezione hanno condotto alle seguenti elaborazioni: calcolo della distanza delle singole osservazioni dal dato spezzino; calcolo valori assoluti della distanza dal dato spezzino; standardizzazione e normalizzazione dei valori assoluti delle distanze dal dato spezzino e calcolo della media di tali valori; graduatoria delle province in base alla media delle distanze standardizzate delle osservazioni dal dato spezzino ed individuazione del gruppo con le distanze minori (inferiori o uguali a 0,120); esclusione dal computo delle province avente popolazione superiore a abitanti; introduzione della variabile traffici marittimi rilevati statisticamente, inserendo nel cluster di riferimento le province con presenza di attività portuali che seguono nella graduatoria fino a raggiungere il numero complessivo di quindici. Le 14 province prescelte sono quindi quelle la cui media delle distanze rispetto alla Spezia per le dodici variabili considerate risulta inferiore o uguale a 0,120, escludendo dal computo le province con popolazione superiore a abitanti. Le Province individuate sono le seguenti: 558 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

7 Confronti provinciali: analisi per cluster Delle 14 province individuate: 7 sono del Nord Ovest (delle quali 2 liguri), 2 sono del Nord Est, 5 sono del Centro, nessuna appartiene al Sud od alle Isole; 5 sono sedi di autorità portuali (di queste, 4 sono nelle prime cinque province in ordine di similarità con La Spezia). La definizione del cluster provinciale ha così permesso di ottenere una ricostruzione dello scenario socioeconomico di base, quale imprescindibile supporto alle elaborazioni ed alle prospettive interpretative successive. Gli indicatori socio-economici oggetto del confronto tra le province del cluster sono stati aggregati in 10 nuclei tematici: Aspetti demografici: Popolazione ai censimenti del 1991 e 2001 Tassi di incremento naturale Tassi di incremento migratorio Indice di dipendenza dei giovani Indice di dipendenza degli anziani Sistema produttivo: Densità delle imprese per abitanti Peso % delle medie imprese ( addetti) sul totale imprese Peso % delle grandi imprese (>249 addetti) sul totale imprese Variazione % imprese attive anni RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

8 Mercato del lavoro: Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Tasso di disoccupazione giovanile Peso % addetti istituzioni pubbliche su totale addetti Valore aggiunto: Valore aggiunto pro-capite Valore aggiunto per addetto Peso % pensioni erogate sul valore aggiunto totale Commercio estero: Rapporto tra export e valore aggiunto totale Turismo: Posti letto negli esercizi alberghieri Presenze negli esercizi ricettivi per residente Portualità: Traffico commerciale totale nei porti Containers movimentati nei porti Criminalità: Indice di delittuosità Credito: Impieghi bancari pro-capite Sofferenze su impieghi bancari Istruzione: Peso % studenti iscritti alla facoltà di Ingegneria sul totale iscritti all università Per ciascuno di essi vengono, nel seguito, presentati i dati elaborati in forma grafica e con tabelle, corredati da una breve analisi, che intende riportare i risultati generali e gli aspetti di maggior interesse emersi dal confronto. Si precisa altresì che i suddetti indici rappresentano una selezione di un più ampio ventaglio di indicatori di confronto calcolati e non pubblicati nel presente volume ma comunque disponibili nella versione elettronica dello stesso (CD rom). 560 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

9 Confronti provinciali: analisi per cluster ASPETTI DEMOGRAFICI Popolazione residente ai censimenti del 1991 e 2001 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

10 Dall esame dei valori riferiti alle variazioni percentuali della popolazione residente alle date dei due ultimi censimenti (1991 e 2001), delle 15 province in esame solo 3 (Lodi, Rimini e Sondrio) fanno segnare variazioni di segno positivo, tutte le altre infatti manifestano una contrazione della numerosità. La Spezia, con una flessione pari al 4,96%, nella graduatoria del cluster si posiziona in coda alle due province liguri e complessivamente in penultima posizione; Trieste chiude la serie, distaccandosi dalla Spezia con valori sensibilmente superiori (-7,48%). Nel grafico è esposta la situazione ottenuta osservando lo scostamento dei valori provinciali rispetto al dato medio del cluster (pari al 1,5%), si segnalano le ottime performances di Lodi (+ 9,0 rispetto alla media) e di Rimini (+6,9); alla Spezia tale scostamento assume il valore di 3,4 mentre Trieste segna 5,9 punti di distacco dal valore medio. Tassi di incremento naturale anno 2002 L indice del tasso di incremento naturale 2) riferito all anno 2002 per quasi tutte le province del cluster appare negativo, ad eccezione di Rimini, dove 2) Tasso di incremento naturale della popolazione: Rapporto tra la differenza fra le nascite e le morti in un determinato periodo e la popolazione media del periodo. Il risultato è moltiplicato per RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

11 Confronti provinciali: analisi per cluster il saldo tra nati e morti rapportato alla popolazione residente ottiene valori, sia pure lievemente, positivi (+0,47%). Così come già osservato per l indicatore precedente, La Spezia nella graduatoria provinciale si colloca in penultima posizione, il suo tasso è 6,58%; in coda si situa Trieste, dove, con un tasso negativo dell 8,58% si riscontra il più critico differenziale nati/morti su popolazione residente. Il grafico che mostra gli scostamenti rispetto alla media del cluster (-4,3%), presenta un egual numero di province (in numero di 7) con scostamenti di segno positivo e negativo; unicamente Verbano-Cusio-Ossola assume un valore corrispondente alla media. Spiccano in positivo le province di Rimini, Sondrio e Lodi i cui distacchi dal valore medio sono rispettivamente 4,8, 3,8 e 3,4. Riguardo agli scostamenti di segno negativo, essi caratterizzano le rimanenti province piemontesi (Biella e Vercelli), le liguri e Trieste. Alla Spezia è 2,3 la distanza dal valore medio, a Trieste il maggior scarto negativo, pari a 4,3. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

12 Tassi di incremento migratorio anno 2002 Tra le 15 province del panel, 7 di esse registrano tassi di incremento migratorio 3) con valori superiori al 10%, tra queste spicca Savona che, 3) Tasso di incremento migratorio: rapporto tra il saldo migratorio dell anno (differenza tra iscritti e cancellati all anagrafe) e l ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

13 Confronti provinciali: analisi per cluster forte del cospicuo flusso migratorio di oltre unità rispetto ai circa residenti - (per i dettagli numerici di tutti gli indicatori qui esposti si rimanda alle tabelle pubblicate sul CD allegato al volume) - registra un incremento del 22,25%; anche Gorizia (19,43%) e Lodi (18,77%) ottengono valori di rilievo. Le rimanenti 8 province segnano valori compresi tra l 8,68% di Verbano- Cusio-Ossola e il 3,38% di Trieste. La Spezia si colloca approssimativamente a metà di questo secondo gruppo, in undicesima posizione, con un tasso del 6,45% conseguente al rapporto tra le unità del saldo migratorio e la popolazione residente ( unità). Il grafico che mostra gli scostamenti rispetto alla media del cluster (10,4%) fa risaltare le province che detengono i maggiori incrementi (Savona, Gorizia e Lodi). Ad Imperia il tasso di incremento migratorio rispecchia quello medio. Al di sotto della media si trovano Verbano-Cusio-Ossola, le 3 province toscane; La Spezia (- 3,9 di scostamento dal dato medio) è l unica tra le province liguri, a Vercelli ed a Sondrio si segnalano valori dimezzati rispetto alla media, a Trieste la maggior differenza negativa (7 punti). Indice di dipendenza dei giovani RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

14 L indice di dipendenza giovanile 4) rappresenta il numero di individui non autonomi per ragioni demografiche (età<=14) ogni 100 individui potenzialmente indipendenti (età 15-64). Tra le province del cluster complessivamente i valori non si discostano molto tra loro: è Sondrio a detenere la migliore posizione con un rapporto di 21 giovani ogni 100 adulti in età lavorativa mentre Trieste riscontra la minore presenza giovanile (15,9). Alla Spezia, analogamente a Gorizia, l indice di dipendenza dei giovani è 16,5. Di seguito si collocano Savona e Trieste. La rappresentazione grafica mostra una equivalente ripartizione delle province rispetto allo scostamento con il dato medio (17,6): 7 province hanno valori superiori ed altrettante presentano valori inferiori, il dato di Terni coincide con la media. Complessivamente non si registrano scostamenti di notevole entità rispetto alla media del cluster: i maggiori sono quelli di Sondrio (+3,4) e di Trieste (-1,8); alla Spezia, come a Gorizia, la differenza è -1,1. 4) Indice di dipendenza giovanile: rapporto tra la popolazione di età 0-14 anni e la popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

15 Confronti provinciali: analisi per cluster Indice di dipendenza degli anziani L indice di dipendenza degli anziani 5) rappresenta la quota degli ultra sessantacinquenni rispetto alla popolazione in età lavorativa e, come per il precedente indice riferito ai giovani, esprime il rapporto tra la popolazione non attiva e la popolazione attiva. Tra le 15 province del cluster, le due province lombarde presentano il minor numero di anziani rispetto alla 5) Indice di dipendenza degli anziani: Rapporto tra la popolazione di età =>65 anni e la popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

16 popolazione attiva: 26 ultra sessantacinquenni ogni 100 adulti tra i 15 ed i 64 anni a Lodi e 26,1 a Sondrio. A Rimini l indice è 28,8, mentre in altre 10 province l indice assume valori compresi tra i 31,3 di Verbano-Cusio- Ossola e i 39,6 di Trieste. Chiudono la graduatoria La Spezia e Savona con, rispettivamente 40,5 e 40,6 anziani. La collocazione delle tre province liguri nel gruppo di coda della graduatoria conferma il preoccupante andamento della dinamica demografica caratterizzata da bassa natalità e dal progressivo invecchiamento della popolazione tipico della nostra regione. Nel grafico si osserva la distanza delle singole province rispetto al dato medio del cluster (34,5): 6 di esse segnano valori inferiori alla media e pertanto sono caratterizzate da una presenza senile meno preoccupante, mentre 9 registrano valori superiori con un relativo sbilanciamento a sfavore della componente attiva della popolazione. A Lodi e Sondrio l indice risulta inferiore alla media rispettivamente di 8,5 e 8,4. Massa Carrara e Livorno ottengono valori prossimi a quelli medi (lo scostamento è 0,3), mentre le province che maggiormente superano la media sono Imperia (+5,0), Trieste (+5,1), La Spezia (+5,9) e Savona (+6,1). SISTEMA PRODUTTIVO Densità delle imprese per abitanti - anno 2003 Densità imprese per 1000 abitanti. Anno 2003 Pos. Provincia Densità imprese per 1000 ab. 1 Imperia 116,69 2 Rimini 115,00 3 Savona 100,57 4 Lucca 98,25 5 Biella 94,50 6 Vercelli 88,71 7 Sondrio 87,80 8 Massa-Carrara 87,55 9 Livorno 84,96 10 Terni 84,95 11 Verbano-Cusio-Ossola 79,88 12 La Spezia 78,14 13 Gorizia 75,10 14 Lodi 72,49 15 Trieste 64,20 (Fonte: Elaborazione CCIAA su dati propri) 568 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

17 Confronti provinciali: analisi per cluster Il numero delle imprese attive delle 15 province del cluster spazia dalle di Lucca alle di Gorizia (alla Spezia sono ). La graduatoria della densità imprenditoriale rispetto alla popolazione residente vede affermarsi Imperia, con oltre 116 imprese per abitanti, mentre in coda, e con un valore quasi pari alla metà di quello imperiese, si colloca Trieste (64,20). Alla Spezia, che si colloca in dodicesima posizione, si contano 78,14 imprese per abitanti, prossima al valore di Verbano Cusio-Ossola (79,88) e di poco superiore ai valori di Gorizia e Lodi. Trieste chiude la graduatoria con 64,20 imprese per abitanti. Il grafico che espone gli scostamenti delle province dalla media del cluster (88,58) vede 5 province con dati superiori; Vercelli risulta quasi coincidente a tale valore medio; 9 province hanno valori inferiori. Complessivamente gli scostamenti ottengono valori di modesta entità: i maggiori si rilevano ad Imperia (+28,01) ed a Rimini (+26,41); alla Spezia lo scarto è 10,44; infine a Trieste, che chiude la graduatoria, si rileva uno scostamento dalla media di oltre 24 imprese. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

18 Peso % medie imprese ( addetti) su totale imprese La presenza nel tessuto imprenditoriale del territorio di imprese di medie dimensioni, ossia nella categoria di imprese con un numero di dipendenti minimo di 50 addetti e massimo di 249, rappresenta un importante segnale di solidità. Uno dei maggiori limiti del sistema delle imprese italiane è 570 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

19 Confronti provinciali: analisi per cluster proprio quello di presentare una dimensione media insufficiente rispetto, ad esempio, ad altri paesi sviluppati. In tutte le province del cluster si riscontra come il peso percentuale delle imprese di medie dimensioni rispetto al totale delle imprese attive locali non raggiunga l unità percentuale, sebbene a Biella ed a Gorizia tale indicatore ottenga valori sensibilmente superiori alle altre province in esame. Complessivamente si osserva come, nelle prime 6 posizioni della graduatoria, si collochino tutte le province piemontesi e quelle friulane. La Spezia, con lo 0,26% di medie imprese sul totale, si pone in quartultima posizione e prima tra le liguri. La graduatoria chiude con Imperia, nel cui territorio la presenza delle imprese di maggiori dimensioni è realmente esigua, con un indice pari allo 0,12%. L indicatore medio del panel provinciale è pari a 0,40%, se ne discostano principalmente Biella, con un incidenza più che doppia e Gorizia dove l indice provinciale risulta maggiore di oltre un terzo rispetto al dato medio. A Verbano-Cusio-Ossola si registra la coincidenza del valore provinciale con quello medio del cluster; la differenza della nostra provincia è pari a 14; a Massa Carrara l indice è sostanzialmente la metà di quello medio ed infine ad Imperia si registra lo scostamento più marcato con uno scarto negativo di oltre il 70%. Peso % grandi imprese (>249 addetti) su totale imprese RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

20 Se, come abbiamo precedentemente osservato, il tessuto imprenditoriale provinciale come quello nazionale rimane caratterizzato da bassa presenza di imprese di medie dimensioni, tanto più il fenomeno della insufficiente numerosità si riscontra quando si osserva la presenza delle imprese di più grandi dimensioni, ovvero quelle che occupano più di 249 addetti. Il peso percentuale delle imprese di grandi dimensioni rispetto al totale delle imprese attive infatti è palesemente esiguo: solo a Trieste, a Biella ed a Vercelli supera lo 0,10%. Degno di nota come Trieste, dall esame degli indicatori che fanno riferimento alla dimensione aziendale, riesca a riscattare un costante posizionamento nella parte inferiore della graduatoria che abbiamo visto in precedenza manifestarsi con gli indicatori di carattere demografico. Alla Spezia le imprese di grandi dimensioni rappresentano solo lo 0,04% del totale, e con tale incidenza si annoverano anche Lucca, Lodi e Savona. Ancora minore è la presenza di tali imprese a Gorizia, ad Imperia ed a Massa-Carrara, in quest ultima si registra un debole 0,01%. Viste le basse incidenze provinciali, la presenza media delle imprese di maggiori dimensioni tra le province del cluster è pari allo 0,06, rispetto alla quale solo 5 province ottengono valori superiori, tra le quali si distinguono principalmente Trieste e Biella, nei cui territori la presenza 572 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

21 Confronti provinciali: analisi per cluster imprenditoriale di grande dimensione è più del doppio del dato medio del cluster. Il valore della Spezia risulta inferiore alla media con uno scostamento negativo di 0,03 (-40%), Massa-Carrara di 0,05 (pari al -79%). Variazioni percentuali delle imprese attive anni 2000/2003 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

22 L indicatore che misura la variazione percentuale della numerosità delle imprese attive nel periodo 2000/2003, mostra la vivacità della dinamica imprenditoriale nell ultimo quadriennio. Esso vede primeggiare Massa- Carrara, con un +5,32%, seguita da Lodi con 4,98%; La Spezia si colloca in quinta posizione con un incremento del 3,08%. La minore crescita si registra a Trieste, dove il numero delle imprese attive è cresciuto solo dello 0,30%. Il dato medio del cluster in osservazione è pari al 2,18%. Rispetto ad esso 5 province ottengono, come appare dal grafico, valori superiori; il maggiore scostamento è quello di Massa-Carrara dove si registra uno scarto di 3,14 punti; nel gruppo delle province con valori superiori alla media è inclusa La Spezia che segnala uno scostamento positivo di 0,90. Tra le 10 città che invece fanno rilevare valori inferiori alla media sono comprese tutte le province del cluster appartenenti al nord-est, al nord ovest (escluso Lodi), le altre due province liguri, Lucca e Terni. MERCATO DEL LAVORO Tasso di occupazione 574 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

23 Confronti provinciali: analisi per cluster Nell analisi per cluster del tasso di occupazione, nelle prime 4 posizioni - con un indice superiore al 50% - si collocano 4 delle 7 province del nord ovest: Lodi primeggia attestandosi al 54,1%, seguono Sondrio (51,3%), Verbano-Cusio-Ossola (50,9%) e Biella (50,4%); nella parte centrale della graduatoria, con valori compresi tra il 48,9% ed il 44,6% si posizionano Rimini, Imperia, Vercelli e le due province del Nord-est Gorizia e Trieste; segue poi il gruppo composto dalle province liguri, toscane e da Terni. La Spezia, con un tasso di occupazione del 39,0%, occupa la poco lusinghiera posizione finale della classifica. Il dato medio è pari al 45,95%, ampiamente superato dalle quattro province di testa (in particolare Lodi supera la media di oltre 8 punti percentuali); Imperia e Vercelli se ne discostano solo lievemente, mentre le altre 8 province si attestano su valori inferiori. Il maggiore scostamento di segno negativo rispetto alla media è quello della Spezia, pari a 6,95 punti percentuali. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

24 Tasso di disoccupazione anno 2003 L osservazione dell indicatore che misura il tasso di disoccupazione nell ambito delle province oggetto del confronto, permette di riscontrare una considerevole distanza tra i valori dei vari territori: si passa infatti dal valore minimo di Vercelli con 2,4% a quello massimo di Massa-Carrara con il 7,7%. La Spezia si colloca nella seconda metà della graduatoria, all undicesimo posto, con il 5,2%. Il tasso di disoccupazione medio del cluster è 4,76%; rispetto ad esso 9 province segnano valori inferiori e RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

25 Confronti provinciali: analisi per cluster valori superiori. A Vercelli il maggior distacco (-2,36), mentre La Spezia, unica tra le liguri a detenere un tasso superiore a quello medio, registra uno scostamento di 0,44. Peggiore è invece la situazione per Lucca, Livorno, Terni e Massa-Carrara, in particolare per quest ultima provincia lo scarto percentuale rispetto alla media è del 61,76%. Tasso di disoccupazione giovanile anno 2003 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

26 Un successivo approfondimento dell analisi del mercato del lavoro porta ad osservare un significativo aspetto della situazione occupazionale rilevata nei territori in esame: quello che fa specifico riferimento ai giovani, attraverso il tasso di disoccupazione giovanile, ottenuto come rapporto tra le persone in età tra i 15 e i 24 anni in cerca di occupazione e le forze di lavoro nella stessa classe di età. La tabella sopra esposta mostra chiaramente una consistente escursione del dato in esame tra le province del cluster: dal 7,2% di Rimini e Vercelli la progressione porta fino al 25,9% di Livorno. Antitetica la situazione tra le province piemontesi - tutte entro le prime 6 posizioni - e quelle liguri, le quali si collocano nella parte bassa della graduatoria con valori che spaziano dal 17,2% di Savona al 22,8% della Spezia, la quale si situa in penultima posizione. Il tasso di disoccupazione giovanile medio è 15,51%: più che doppio rispetto a quello registrato a Rimini ed a Vercelli, mentre, per le province nelle quali il tasso assume valori superiori alla media, si osservano in particolare gli scostamenti percentuali delle province di La Spezia e Livorno, rispettivamente pari al 47,03% ed al 67,02%. Peso addetti istituzioni pubbliche su totale addetti 578 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

27 Confronti provinciali: analisi per cluster L incidenza della quota del pubblico impiego nel tessuto occupazionale delle province italiane rappresenta un interessante indicatore volto a conoscere il grado di indipendenza del sistema economico locale rispetto al comparto della Pubblica Amministrazione. All interno del cluster, si osserva come non vi siano nette divisioni territoriali tra regioni a maggiore presenza pubblica rispetto ad altre nelle quali tale comparto risulti meno pesante, nella classifica infatti risultano sia province del nord che del centro. Sono invece le singole città, ciascuna con la propria storia economico/sociale locale che rivelano le differenti impronte statali. Le province che segnalano la minore presenza della Pubblica Amministrazione all interno della struttura occupazionale del territorio, sono Biella (10,0%) e Rimini (10,5%), quelle invece caratterizzate dal maggior peso percentuale di addetti in istituzioni pubbliche sono Trieste (22,2%), La Spezia (19,7%) e Sondrio (19,1%). La media del peso degli addetti pubblici risultante tra le 15 province in esame è pari al 16,01%. Rispetto a tale valore medio, dal grafico si osservano i maggiori scostamenti di segno negativo nelle province dove abbiamo visto essere minore la presenza del pubblico impiego, ovvero a Biella (-5,98) ed a Rimini (-5,54), mentre è a Trieste ed alla Spezia dove si manifestano valori superiori alla media con uno scostamento di segno positivo rispettivamente di 6,20 e 3,73. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

28 VALORE AGGIUNTO Valore aggiunto pro capite anno 2002 Il valore aggiunto pro-capite rappresenta una misura della diffusione della ricchezza in un determinato territorio, essendo il risultato del rapporto tra la ricchezza prodotta, o il reddito percepito, ed il totale della popolazione residente nell unità di tempo considerata. Dall analisi del cluster in oggetto, la provincia che primeggia con oltre 580 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

29 Confronti provinciali: analisi per cluster ,00 euro di valore aggiunto pro-capite è Rimini, seguita da Gorizia con ,42. Nelle prime 5 posizioni della graduatoria si trovano due delle tre province liguri (Savona con ,19 ed Imperia con ,41). La Spezia si colloca in undicesima posizione, anche se - con ,87 - non si distacca molto dagli importi delle altre liguri. Nelle successive posizioni, con valori tra i ,00 ed i 18,000,00 troviamo Sondrio, Terni e Verbano-Cusio-Ossola; Massa-Carrara, con un valore aggiunto di ,97 pro-capite chiude la graduatoria. Il valore medio calcolato per le 15 città è pari a ,46: la maggioranza delle province (in numero di 8) risultano avere valori superiori a tale valore, in particolare il valore aggiunto dei riminesi supera il dato medio di oltre 3.500,00 euro; a Gorizia lo scostamento è invece di 1.479,96. Delle 7 province che al contrario si attestano con valori inferiori, si segnala un primo gruppo (Lodi e Livorno), che segna solo lievi scostamenti, rispettivamente di 45,63 e 72,67 euro; segue poi La Spezia con una differenza di -434,59 euro ed un successivo aggregato di province (Sondrio, Terni e Verbano-Cusio-Ossola) per le quali la distanza dalla media spazia tra i circa 1.100,00 ed i 1.800,00 euro; peggiore è invece la situazione degli abitanti di Massa-Carrara i quali detengono un valore aggiunto pro-capite inferiore alla media in misura di oltre 2.800,00 euro. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

30 Valore aggiunto per unità di lavoro anno 2001 L indicatore che mostra il valore aggiunto per unità di lavoro costituisce un indice - seppure parziale - della produttività del sistema imprenditoriale locale. Nelle province del cluster in osservazione, esso assume il valore massimo di oltre ,00 euro per addetto a Lodi, il minimo è invece pari a poco più di ,00 e si registra a Rimini. La Spezia, nella graduatoria decrescente per ammontare di valore aggiunto, con ,20 euro per addetto, si colloca nella zona di testa della classifica - in terza posizione - prima tra le liguri e prossima a province come Lodi, Trieste, Biella e Lucca, caratterizzate da un modesto contributo alla produzione della ricchezza da parte del settore Agricoltura ed invece da una prevalente componente del settore industriale e nel cui ambito - come noto - il valore aggiunto per unità di lavoro risulta essere maggiore rispetto a quello prodotto negli altri settori economici (primario e terziario). Il valore medio del cluster è pari a ,49 euro per unità di lavoro. Rispetto a tale dato di riferimento, per Lodi si rileva uno scostamento dalla media di cospicua entità, quantificato in oltre 4.400,00 euro per addetto; a Trieste l indicatore supera quello medio di circa 3.740,00 euro; alla Spezia si riscontra un valore aggiunto per addetto superiore a quello medio di 2.538,71 euro per addetto. Viceversa, in otto delle quindici province in esame, il rispettivo valore risulta inferiore a quello medio: tra queste, il maggior distacco di registra a Rimini (-3.591,89 euro), ma si segnalano anche Massa-Carrara (-2.728,59 euro) e Verbano-Cusio-Ossola (-2.247,09). 582 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

31 Confronti provinciali: analisi per cluster Peso percentuale delle pensioni erogate sul valore aggiunto totale anno 2001 Dalla lettura della tabella sopra esposta emerge come l apporto alla formazione del reddito da parte del sistema previdenziale tra le 15 province in esame risulti poco omogeneo e fa pertanto scaturire un consistente divario tra gli indicatori territoriali considerati: si passa così dal valore minimo di Rimini in cui il peso delle pensioni rappresenta solo il 10,51% della ricchezza provinciale a quello massimo della Spezia dove tale RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

32 componente di reddito riveste invece un ruolo indiscutibilmente di rilievo e la sua incidenza si attesta al 23,33%. Certamente una possibile motivazione del fenomeno è da ricercarsi nella struttura demografica per classi d età, non a caso infatti le 3 province che rilevano i minori pesi % delle pensioni sul reddito prodotto (Rimini, Lodi e Sondrio), sono anche quelle che, come abbiamo riscontrato dall analisi degli indicatori demografici, sono caratterizzate dai dati più favorevoli riguardo il tasso di incremento naturale e di minore indice di dipendenza della classe senile. Tra le 15 province in esame, il valore medio dell incidenza delle pensioni è 18,45%; dopo il notevole scostamento di Rimini (-43,05%), le altre province che pure rilevano pesi % inferiori a quello medio, vedono tuttavia ridimensionare in maniera consistente tale scarto: le successive due province (Lodi e Sondrio) pertanto si distaccano dalla media in misura ridotta e fanno rilevare uno scostamento che si attesta intorno al 16-17%. Le province che invece rilevano una maggiore presenza pensionistica, ovvero La Spezia e Massa-Carrara, si discostano in misura consistente dalla media del cluster, registrando scostamenti percentuali rispettivamente del 26,44% e del 24,36%. COMMERCIO ESTERO Rapporto tra export e valore aggiunto totale - anno RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

33 Confronti provinciali: analisi per cluster Tale indicatore mostra con chiarissima evidenza una forte distanza tra le province del cluster: alcune di esse raggiungono quote di vertice come il 55% di Gorizia, il 36,8% di Vercelli ed il 36,0% di Biella, antiteticamente a quanto accade in quei territori caratterizzati da un grado di apertura verso i mercati esteri assolutamente marginale, tra queste Sondrio 11,9%, Imperia 8,6% per giungere fino al 7,8% della Spezia, ultima nella graduatoria che misura il rapporto tra export e valore aggiunto locale. Il valore medio calcolato sul panel in esame è pari a 22,19%: è ovviamente Gorizia a far segnare il maggiore scostamento, in termini percentuali lo scarto dalla media è infatti pari al 147,75%; cospicue anche le percentuali di scarto rilevate per Vercelli e Biella (rispettivamente del 65,95% e 62,26%); a Lucca il grado di apertura verso l estero è doppio di quello medio. Tra le province che, al contrario, detengono bassi indici di propensione all export, Savona e Sondrio si distanziano dalla media con una differenza percentuale di segno negativo intorno al 46%, mentre ad Imperia ed alla Spezia la distanza assume valori percentuali rispettivamente del -61,40% e del -64,74%. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

34 TURISMO Presenze 586 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

35 Confronti provinciali: analisi per cluster Dall esame delle presenze turistiche per residente riferite al 2001 (ultimo dato disponibile) risulta essere Rimini la città, tra le 15 province del cluster, a segnare il maggior numero di giorni di permanenza di turisti per ogni residente (58,35) a conferma della sua solida vocazione turistica. Seguono, anche se con valori decisamente minori, altre città sul mare: Savona con 24,30 presenze per residente, Livorno (22,79) ed Imperia (17,86). La Spezia si colloca a notevole distanza, in decima posizione, con 6,26 presenze per ogni residente. I valori minimi sono quelli di Lodi, Biella e Vercelli, province di scarso richiamo turistico, dove l indicatore assume valori poco al di sopra dell unità. Il grafico che segna gli scostamenti rispetto alla media del cluster (13,36%) registra 6 province (Rimini, Savona, Livorno, Imperia, Gorizia e Verbania) con valori superiori alla media, da segnalare in particolare la performance di Rimini che determina uno scostamento quantificato in quasi 45 giornate; le rimanenti nove province segnano invece valori inferiori; il dato riferito alla Spezia si discosta in negativo da quello medio di 7,10 presenze. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

36 Posti letto Per le quindici province del cluster è stato considerato quale interessante indicatore della ricettività del territorio, il numero dei posti letto degli alberghi offerti al flusso turistico: il maggior numero, come prevedibile, si riscontra a Rimini, dove la disponibilità è pari a ; il minore è quello riscontrato a Lodi con posti letto. La Spezia si colloca in nona posizione con posti letto e, fra le liguri è quella con la minore numerosità. La media per provincia è pari a posti letto: scostamenti positivi da detto valore si rilevano solamente in quattro province (Rimini, Savona, Lucca e Livorno); da segnalare come il valore di Rimini sia assolutamente fuori scala e pertanto, nel calcolo del valore medio abbia contribuito a fare crescere il valore stesso. Undici delle quindici province hanno valori inferiori alla media e pertanto scarti di segno negativo. La Spezia registra uno scostamento dalla media pari a posti letto. 588 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

37 Confronti provinciali: analisi per cluster PORTUALITÀ Movimento portuale Delle 15 città del cluster, sette di esse hanno un porto mercantile anche se fra queste ultime è particolarmente marcata la differenza dimensionale dei rispettivi volumi di traffico: Trieste è lo scalo con la maggiore movimentazione di merci ( tonn.), seguono - sia pure a notevole distanza - Livorno con tonn. e La Spezia con tonn.; il porto che fa registrare la minore movimentazione è Imperia ( tonn.). Il tonnellaggio medio calcolato sulla base dei volumi dei sette porti analizzati è di tonn.: solo gli scali di Trieste, Livorno e, in misura minore, La Spezia, segnano uno scostamento positivo da questo valore; in particolare lo scalo di Trieste, vista la sua rilevante RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

38 movimentazione, si attesta su valori doppi rispetto a quelli medi, Livorno e La Spezia registrano valori superiori al dato medio rispettivamente di oltre 10 e 4 milioni di tonnellate. Gli altri quattro porti movimentano quantità minori alla media, anche se in misura diversa: per Savona lo scostamento è di dimensioni contenute (- 2 milioni di tonnellate), non altrettanto per Massa-Carrara, Rimini ed Imperia i quali fanno registrare invece differenziali negativi di notevole entità (oltre milioni di tonn.) Traffico contenitori 590 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

39 Confronti provinciali: analisi per cluster Se esaminiamo il traffico contenitorizzato sono solo quattro le province del cluster che possono essere considerate nell analisi: La Spezia, Livorno, Savona e Trieste. E La Spezia, con oltre un milione di tonnellate movimentate con containers a detenere il primato tra le province in esame, in seconda posizione si trova Livorno, la cui movimentazione però risulta essere poco più della metà (59%) di quella spezzina, in ordine seguono, ma con valori sensibilmente più modesti, Trieste ed infine Savona. Il valore medio di merce movimentata con containers allo sbarco/imbarco, è, visti i bassi valori di Trieste e Savona, pari a tonn.; forte pertanto risulta lo scostamento da tale valore medio da parte del porto della Spezia, che segna uno scarto positivo di oltre tonnellate; minore è invece la differenza di Livorno, comunque superiore al dato medio per oltre tonn.; Savona e Trieste, al contrario registrano valori inferiori alla media rispettivamente di oltre e tonn. CRIMINALITÀ Indice di delittuosità RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

40 L indice di delittuosità (calcolato come rapporto tra il numero di reati denunciati all Autorità giudiziaria dalle Forze dell Ordine ogni abitanti) mostra essere Rimini la provincia con il più alto numero di delitti con reati riferiti all anno 2000 (ultimo dato disponibile), mentre la città con la minore delittuosità risulta essere Sondrio (2.153 ogni abitanti). La Spezia, in sesta posizione nella graduatoria delle province, registra reati denunciati nell anno considerato. La media dell indicatore per il cluster in esame, è pari a reati per abitanti: 9 delle 15 province hanno valori minori a tale media; tra di esse troviamo La Spezia - unica tra le liguri il cui valore risulta inferiore rispetto al dato medio di circa 760 delitti (pari al 20%). Le sei province che invece registrano valori superiori alla media sono Livorno, Trieste, Gorizia, Imperia, Savona e Rimini, per quest ultima città in particolare si osserva un preoccupante scostamento, determinato da un numero di delitti pari quasi al doppio del valore medio provinciale calcolato. 592 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

41 Confronti provinciali: analisi per cluster CREDITO Impieghi bancari pro-capite La Spezia, con ,47 di euro di impieghi pro-capite risulta collocata alla penultima posizione della graduatoria del cluster in esame ordinato in modo decrescente per ammontare; è seguita solo da Imperia (8.394,24 euro), mentre al vertice della classifica si colloca Rimini con il maggior importo per abitante (23.716,24 euro), seguono Sondrio e Lodi. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

42 Il valore medio calcolato sulla base dei valori provinciali è pari a ,44 euro pro-capite. Sono cinque le province con valori superiori a tale valore di riferimento (oltre a Rimini troviamo Sondrio, Lodi, Biella e Lucca), le altre si discostano con valori di segno negativo (da Livorno con solo 294,41 euro pro-capite di differenza ad Imperia con 5.843,20 euro); per La Spezia lo scostamento è consistente e pari a 4.211,97. Sofferenze su impieghi bancari Anno RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

43 Confronti provinciali: analisi per cluster L indicatore in oggetto, ottenuto come rapporto tra sofferenze ed impieghi lordi, permette di interpretare il grado di insolvenza presente in ciascuna delle quindici province del cluster, ovvero la percentuale di disponibilità finanziarie prese in prestito che non vengono restituite agli istituti di credito una volte giunte a scadenza. Dalla graduatoria sopra esposta, si evince come siano Lodi e Trieste (rispettivamente con un indice del 2,2% e 2,3%), le province caratterizzate dalla minore incidenza di sofferenze bancarie sui prestiti; sono invece le tre province liguri, Imperia (7,8%), La Spezia (7,7%) e Savona (6,9%), a manifestare la maggiore rischiosità del credito. Il valore medio calcolato sulla base dei valori provinciali è pari al 4,6%: approssimativamente doppio rispetto ai dati di Lodi e Trieste ed invece notevolmente inferiore agli indici delle province di fine graduatoria; segnatamente si evidenziano gli scostamenti percentuali di Imperia (+71,4%), della Spezia (+69,1%) e di Savona (+51,6%). ISTRUZIONE Studenti iscritti alla facoltà di Ingegneria RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

44 La percentuale che misura l incidenza degli iscritti alla facoltà di Ingegneria rispetto al numero complessivo degli iscritti all Università, permette di percepire il grado di propensione dei giovani verso corsi di studio di carattere tecnico-scientifico con la prospettiva, una volta conseguita la laurea, di meglio capitalizzare il percorso formativo, indirizzandosi verso professioni che, probabilmente, sono ritenute più attuali e stimolanti e permettono un più efficace e gratificante inserimento lavorativo nel contesto territoriale di riferimento. È Savona la provincia a segnare la più alta percentuale di iscritti alla Facoltà di Ingegneria (19% sul totale degli iscritti all Università), seguita da Sondrio (16,3%) e Lucca (15,3%). Riguardo i giovani universitari residenti alla Spezia, analogamente a quanto accade a Terni, l incidenza di tale scelta si attesta al 13,9%. Singolare il dato delle iscrizioni dei giovani residenti a Biella, in questa provincia infatti si segnala la minore propensione verso il corso di studi in oggetto, e la relativa incidenza sul totale delle iscrizioni è decisamente marginale, e pari al 3,8%. Il grafico mostra, rispetto alla media del cluster - che è pari al 13,3% - come nove province sulle quindici totali, registrino incidenze superiori al dato medio (in particolare si segnala Savona con +5,7 punti percentuali di differenza); alla Spezia lo scostamento dalla media è modesto e pari a +0,6). Tra le 6 province con valori inferiori alla media si distacca marcatamente 596 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

45 Confronti provinciali: analisi per cluster Biella (-9,6) a seguito della citata scarsa propensione dei giovani locali ad intraprendere tale facoltà. GRADUATORIA DI SINTESI Al termine di questa disamina delle differenti realtà che si sono proposte all attenzione della presente cluster analisys, al fine di poter giungere alla composizione di una graduatoria di sintesi delle quindici province in esame, è stato predisposto il calcolo di un indicatore sintetico univoco che, incorporando i valori espressi dagli indici di carattere economicofinanziario, possa rivelare il livello di sviluppo economico raggiunto nelle singole realtà e la loro collocazione nell ambito del panel definito. Al calcolo del suddetto indice sintetico si è giunti selezionando, come detto, tra i molti indicatori proposti nella precedente analisi fin qui esposta, prioritariamente quelli di più spiccata natura economico-finanziaria, scegliendo pertanto di tralasciarne alcuni di tipo sociale e territoriale. Gli indicatori computati nell elaborazione sono: Indice di dipendenza dei giovani; Indice di dipendenza degli anziani; Tasso di incremento naturale; Tasso di incremento migratorio; Densità imprese per abitante; Peso % delle medie imprese ( addetti) sul totale imprese; Peso % delle grandi imprese (>249 addetti) sul totale imprese; Variazione % imprese attive anni ; Tasso di occupazione; Tasso di disoccupazione; Tasso di disoccupazione giovanile; Valore aggiunto pro-capite; Valore aggiunto per addetto; Peso % pensioni erogate sul valore aggiunto totale; Rapporto tra export e valore aggiunto totale; Presenze negli esercizi ricettivi per residente; Containers movimentati nei porti; Impieghi bancari pro-capite; Sofferenze su impieghi. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

46 L indice - ottenuto come media dagli scostamenti percentuali dal valore medio dei singoli indicatori sconta l approssimazione derivante dall attribuzione di un uguale peso ad indicatori molto diversi. Nonostante tale necessaria premessa, che ne riconosce l ineludibile approssimazione, in questa sede, esso comunque viene valutato come un valido strumento utile a misurare la velocità del modello di sviluppo spezzino paragonato/in relazione con quello di province simili. Infatti tale osservazione di confronto può essere definita quella dell anno zero e, nei prossimi anni, è destinata ad essere ripetuta con gli stessi indicatori e permetterà di verificarne, con particolare interesse rispetto ai valori della nostra provincia, l andamento nel corso del tempo. La graduatoria delle quindici province del cluster ordinate in modo decrescente sulla base dell indice sintetico appena esposto, è la seguente: Alla testa di questa speciale graduatoria si colloca Rimini, il cui primato è indubbiamente sostenuto dalla fortissima componente turistica; seguono poi, seppure con valori sensibilmente inferiori alla prima - nelle successive 4 posizioni province tutte appartenenti all Italia settentrionale: tre province del Nord Ovest, delle quali due lombarde (Lodi e Sondrio rispettivamente in seconda e quinta posizione) ed una piemontese (Biella in terza posizione), oltrechè una delle due province del Nord Est, Gorizia (in quarta posizione). Nella parte centrale della classifica si attestano invece, oltre alle rimanenti due piemontesi (Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola rispettivamente alla settima e nona posizione), le province delle regioni centrali: vi si trovano infatti due delle tre toscane (Lucca e Livorno rispettivamente in sesta e ottava posizione) e Terni. Infine, nelle posizioni di coda, con uno scostamento percentuale medio di oltre il 10%, si situano Massa-Carrara (in undicesima posizione), Trieste (tredicesima) e le tre province liguri, Savona, Imperia e La Spezia (rispettivamente al dodicesimo, quattordicesimo e quindicesimo posto). È proprio la nostra provincia, con uno scostamento negativo del 18,13%, a rivestire il non invidiabile ruolo di coda di tale classifica, che va fatto osservare - condivide con province affacciate sul mare, (mentre le province con performances migliori non hanno sbocco al mare) e, tranne Trieste, sono a noi geograficamente vicine. 598 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

47

48 Finito di stampare presso la Tipografia Ambrosiana Litografia La Spezia Giugno 2004

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