Nei progetti definitivi non è stata mai citata la Legge Regionale Marche n. 10 del 24 Luglio 2002 in quanto per la stesura del progetto, di release ap
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- Filomena Scarpa
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2 Nei progetti definitivi non è stata mai citata la Legge Regionale Marche n. 10 del 24 Luglio 2002 in quanto per la stesura del progetto, di release appunto definitiva, non si reputava necessario entrare nel tecnico della normativa limitandosi ad illustrate il progetto nel suo insieme. Giustamente l intero impianto di illuminazione esterna delle piste da sci in oggetto rispetterà in pieno ed in ogni sua parte la suddetta legge. Nel progetto di stesura esecutiva saranno trattati e rispettati tutti i punti della Legge Regionale citata. In particolare: Lo schermo con vetro del corpo illuminante di tipo asimmetrico 90 fisso sarà perfettamente orizzontale al piano di riferimento trasversale. Segue che l intensità luminosa massima sarà pari a 0 cd/klm a 90 ed oltre. La luminanza media mantenuta non sarà superiore ai livelli minimi di sicurezza di 1 cd/m2. Le lampade installate nel corpo illuminante saranno della tipologia JM alta resa o SAP che, all insegna del risparmio energetico garantiranno un rapporto lm/w non inferiore a 90. Saranno scelti corpi illuminanti e lampade di marca i cui costruttori hanno già certificato il materiale in rispondenza alla Legge Regionale citata. Per la tipologia di illuminazione scelta e nel posizionamento degli apparati, sono rispettati i criteri per evitare fenomeni di dispersione di luce verso l alto o al di fuori della pista da sci. Per un periodo invernale favorevole ed in condizioni atmosferiche ottimali, dati alla mano prendendo come riferimento le passate stagioni, si stimano da Dicembre a Marzo al massimo 15 gg di attività notturna per un periodo limitato dalle ore 19:00 alle ore 22:00. Segue che le ore di funzionamento annuali dell impianto di illuminazione in oggetto sono pari al massimo a 45. Considerando una potenza massima, fra illuminazione impianti di risalita ed illuminazione piste, di 126,7 kw, si ha un consumo di energia pari a 5.701,5 kwh (1/8 di quello indicato dall osservazione pari all 88% in meno agli oltre dichiarati). L impatto ambientale non è assolutamente rilevante (il consumo è assimilabile all uso annuo di una villetta residenziale). I proiettori saranno posti ad un altezza inferiore della chioma della faggeta. Inoltre il bosco risulta essere il limite naturale delle piste da sci, che sarà preso in considerazione nel progetto illuminotecnico in stesura esecutiva, nel rispetto della Legge Regionale e norma UNI citate onde per cui la posizione e il fascio luminoso saranno dedicati esclusivamente alla sola pista da sci (vedi anche punto seguente). Per la mimetizzazione dei componenti, si ricorrerà a una verniciatura adeguata di tutti gli apparati per meglio inserirli nella cromia dell ambiente. Inoltre saranno adottati lampade a scarica a lunga durata ed alta efficienza, compatibili con le esigenze primarie di comfort visivo, ed ad alto rendimento; sarà inoltre adottata la tecnica della proiezione che consente di distribuire il flusso luminoso delle lampade sulle superfici interessate senza disperdere la luce in direzioni non desiderate, provocando abbagliamento ed inquinamento luminoso del cielo nonché spreco di energia elettrica. Per quanto riguarda la valutazione dell impatto di un singolo impianto, bisogna distinguere la valutazione dell impatto effettivo, cioè del valore assoluto dell immissione totale dell impianto e la
3 valutazione delle caratteristiche di controllo dell inquinamento luminoso e di rispondenza alla legge, che si basa in parte su valori relativi riferiti all unità di flusso luminoso installato; La Legge Regionale Marche n. 10 del 24 Luglio 2002 non pone pressoché alcun limite all installazione di impianti di illuminazione ma si limita a regolamentare la loro progettazione, il loro uso e i livelli di illuminazione. Quindi l obiettivo non è limitare il valore assoluto del immissione inquinante, che dipende anche dalla dimensione dell area illuminata e dal livello di illuminazione richiesto, ma l immissione relativa, rapportata alla dimensione dell impianto. Per tale concetto l inquinamento luminoso, viste anche e soprattutto le ore di accensione, nonché l impatto ambientale dell impianto in oggetto non è assolutamente devastante ma accettabile. Al di là dell illuminazione notturna nelle limitate ore indicate, non di minor importanza risulta essere l altro obbiettivo dell impianto di illuminazione in oggetto vale a dire l illuminazione in sicurezza della pista da sci e degli impianti di risalita. Essendo il progetto di messa in sicurezza e potenziamento del comprensorio montano del Catria servito dalla cabinovia OM06, è fondamentale che il nuovo impianto di illuminazione sia anche adottato come impianto di illuminazione esterna di sicurezza nel periodo diurno in condizioni atmosferiche sfavorevoli di scarsa visibilità e negli orari prossimi alla chiusura degli impianti. Per tale scopo, anche in caso di back-out elettrico, il nuovo impianto di illuminazione esterna garantirà una buona visibilità tramite l alimentazione in emergenza di uno dei 4 fari per ogni torre da n. 2 gruppi elettrogeni da 30 kva / cadauno. Si precisa che per l illuminazione degli impianti di risalita non si è ritenuto necessario prevedere un sistema di illuminazione di emergenza dedicato in quanto i percorsi illuminati non sono normalmente accessibili al pubblico. In caso di necessità i proiettori saranno comunque alimentati dai gruppi elettrogeni di soccorso in quanto la stessa illuminazione dovrà garantire la sicurezza in caso di necessità di evacuazione degli utenti rimasti in linea, durante le operazioni pianificate che permettono di riportare gli stessi in luogo sicuro. Pertanto l installazione degli impianti di illuminazione, grazie alla loro funzione, trattasi anche di un esigenza fondamentale inerente la sicurezza. Si descrivono di seguito gli effetti dell impianto in oggetto sulla fauna e flora locali: I disturbi prodotti dall inquinamento luminoso all ambiente e alla salute degli esseri che ci vivono (animali, piante e uomo) sono tanti e documentati da centinaia di studi scientifici e rapporti, sebbene sia un campo di studi sviluppatosi da poco tempo. Gli studi eseguiti finora hanno evidenziato effetti su insetti, tra cui falene e lucciole, invertebrati, rane, salamandre, tartarughe, salmoni e pesci vari, avifauna ed altri mammiferi, piante di vario tipo, etc. che comprendono alterazioni del comportamento, del ciclo riproduttivo, delle migrazioni, dei ritmi circadiani, alterazioni alla fotosintesi clorofilliana, al fotoperiodismo, etc. Possiamo dividere questi effetti in due classi: Effetti delle immissioni luminose dirette verso l alto. Si tratta di effetti della luce su soggetti in quota (es. disturbo alle migrazioni) e di effetti dell illuminamento secondario al suolo dovuto alla luce diffusa dall atmosfera. Nel primo caso un possibile parametro per quantificare l impatto nel territorio potrebbe essere, ad esempio, la distanza di impatto cioè la distanza in funzione dell altitudine oltre la quale il soggetto non viene disturbato dagli impianti. Questo tipo di valutazioni devono ancora essere sviluppate. Nel secondo caso, la luce diffusa dall atmosfera illumina il suolo in modo non trascurabile in vicinanza di aree ad alta urbanizzazione ed ha anche un effetto importante nel determinare la luminosità ambientale percepita dall animale, poiché il cielo occupa una frazione consistente, se non prevalente, del
4 campo visivo di un animale. L area di progetto non ricade in zona ad alta urbanizzazione, pertanto, risulta trascurabile. Effetti delle immissioni luminose dirette verso il basso. Essi sono dovuti all illuminamento diretto da parte degli apparecchi dell impianto sulla superficie (pista da sci), riconducibile all inquinamento luminoso prossimale. I livelli di solito sono notevoli e di elevato impatto in vicinanza degli impianti. In questo caso le aree più colpite sono quelle situate nel circondario degli impianti di illuminazione, per evidenti ragioni geometriche e perché la quantità di luce inquinante ricevuta da un singolo impianto dipende dall inverso della distanza. Le diffuse fonti luminose possono rivelarsi un problema per la navigazione e l orientamento di insetti attivi di notte e anche per gli uccelli migratori. Nel corso della loro evoluzione molte specie animali si sono adeguate al ritmo imposto dall alternarsi della notte e del giorno. Esistono animali diurni e notturni che hanno adattato il proprio comportamento alle condizioni di luce dell ambiente in cui vivono. Dal punto di vista ecologico, sono importanti soprattutto l intensità della luce, la composizione dello spettro, il momento e la durata, la periodicità dell illuminazione e la direzione. Siamo lungi dal conoscere tutte le conseguenze ecologiche dell illuminazione artificiale. Perciò è probabile che le future ricerche ce ne forniranno altre. Insetti: gli insetti notturni (soprattutto le falene, i neurotteri, i tricotteri e i coleotteri) vengono attratti lontano dal loro ambiente naturale dall illuminazione artificiale, soprattutto dalla luce con una lunghezza d onda oscillante tra i 280 e i 750 nanometri. Invece di cercare cibo, di accoppiarsi e di deporre le uova, sprecano la propria energia per volare attorno alle lampade con il pericolo di restare carbonizzati o facili prede dei loro nemici (rappresentati soprattutto da pipistrelli, ragni e insetti predatori). Le conseguenze di questo frazionamento del paesaggio per l entomofauna non sono ancora state studiate. Si rammenta che l utilizzo avviene nel solo periodo invernale con innevamento delle piste pertanto tali insetti a quota oltre i 1400m e con temperature ben al di sotto di 0 C non sono rinvenibili. Uccelli: anche per gli uccelli migratori la luce artificiale ha effetti parzialmente negativi. Infatti, gli uccelli che ogni anno dall Europa migrano verso l Africa si orientano tra l altro con l aiuto delle stelle. Oggi giorno gli uccelli si vedono confrontati con condizioni luminose completamente nuove. Soprattutto quando la visuale non è buona vengono attirati e fuorviati da singole fonti di luce e dalle cupole luminose che coprono le maggiori città. Il loro percorso risulta inutilmente e pericolosamente allungato. L accensione dell impianto di illuminazione nel periodo invernale non interferisce sul periodo migratorio. Mammiferi: per i pipistrelli, gli insetti che vengono attirati dai lampioni rappresentano una preda facile. Si sa ad esempio che molti pipistrelli diventano attivi all imbrunire. Le osservazioni hanno rivelato che gli animali escono più tardi dai loro nidi se l ingresso degli stessi è illuminato. Ne consegue che l attività notturna inizia più tardi e che di conseguenza hanno meno tempo per cercare cibo. E ben noto che i pipistrelli sono animali che nel periodo invernale vanno in letargo in grotte ed anfratti e che non riescono a sopravvivere in climi con temperature al di sotto dei 10 C (migrano in zone più calde). I grandi mammiferi notturni tendono in genere ad evitare ambienti illuminati artificialmente. Una ricerca effettuata nel Canton Vaud ha mostrato che volpi, caprioli e tassi si recano con una
5 frequenza dieci volte inferiore nei margini illuminati del bosco. Anche in questo caso è ben noto che con l arrivo delle prime nevi i mammiferi come caprioli, cinghiali, daini, scendono a quote più basse ove riescono a reperire il cibo. E fin troppo semplice vederne in numeri assai elevati nei centri abitati di notte ampiamente illuminati. Questa considerazione ci permette di concludere che l illuminazione per pochissime ore/anno non influisce in alcun modo sulla normale vita dei mammiferi. Piante: la durata dell illuminazione assume un importanza fondamentale per lo sviluppo di una pianta. Nelle zone con clima mite, molti tipi di piante mostrano una reazione fisiologica alla durata del ciclo quotidiano diurno e notturno. Per le piante la durata del giorno è l unico modo di percepire la stagione, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche. Molte piante sono in grado di misurare la durata di un giorno in maniera esatta e di controllare così i processi vegetativi. L unico fattore determinante è la durata dell illuminazione, non invece la sua intensità. Per molte specie, l inizio e la fine dei periodi di riposo (la fogliazione), il tasso di crescita, la forma della pianta e delle foglie, la costituzione di organi di riserva, la caduta delle foglie in autunno, la pigmentazione e la resistenza al gelo sono influenzati dalla durata del giorno e della notte. D altra parte non esistono praticamente studi su base scientifica relativi al reale influsso esercitato dalla luce artificiale sulle piante in natura. Esistono tuttavia rapporti su piante che sono state esposte ad illuminazione e nelle quali le emissioni luminose provocano una fogliazione o una fioritura precoce, rendendole meno resistenti al gelo. Notti artificialmente più corte in autunno sembrano inoltre ritardare la caduta delle foglie e l inizio del riposo invernale. I faggi (uniche piante presenti a bordo pista) in inverno sono fermi pertanto l illuminazione per poche ore, quasi paragonabile a quella naturale della luna per tutto il periodo invernale, non può interferire sulla normale crescita. Infine si vuol precisare che sono più di dieci anni che in Italia alcune località si sono attrezzate con l'illuminazione sulle piste, non da ultima la stazione sciistica dell Eremo di Montecopiolo nella provincia di Pesaro e Urbino situata all interno del parco naturale del sasso Simone e Simoncello. Va ricordato che la protezione dagli infortuni e la sicurezza in generale è fondamentale nell esercizio di attività sportive. Per salvaguardare la sicurezza, come ad esempio su una pista di sci, è indispensabile che lo sciatore riesca a determinare da lontano l andamento della pista ed i suoi confini. Allo stesso modo la quantità e la qualità dell illuminazione devono essere tali da garantire uniformità e possibilità di percezione di eventuali pericoli.
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