Enti patrocinatori del progetto GAP Giovani Alla Prova :
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2 Enti patrocinatori del progetto GAP Giovani Alla Prova :
3 Giovani alla prova La condizione giovanile nella città metropolitana di Roma Capitale a cura di Antonio Tintori Loredana Cerbara Prefazione di Corrado Bonifazi Contributi di Maria Girolama Caruso Loredana Cerbara Lorenzo Cugliari Ilaria Di Tullio Ludovica Rubini Antonio Tintori Benedetta Turco
4 Copyright MMXVI Aracne editrice int.le S.r.l. via Quarto Negroni, Ariccia (RM) (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: maggio 2016
5 Indice 7 Prefazione Corrado Bonifazi 9 Introduzione Antonio Tintori 15 La condizione giovanile in Italia Lorenzo Cugliari, Ludovica Rubini, Benedetta Turco 25 Il futuro nelle prospettive giovanili di Maria Girolama Caruso 43 Relazioni interpersonali e comportamenti devianti Loredana Cerbara 61 Benessere generale e comportamenti a rischio Antonio Tintori 79 Opinioni e atteggiamenti giovanili verso l altro e la società Antonio Tintori 99 La voce degli studenti Ilaria Di Tullio 109 GAP, dal punto di vista delle scuole Antonio Tintori 115 Conclusioni Loredana Cerbara, Antonio Tintori 119 Appendice metodologica Loredana Cerbara 125 Bibliografia 5
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7 Giovani alla prova ISBN DOI / pag. 7 8 (maggio 2016) Prefazione CORRADO BONIFAZI I grandi dibattiti sociali in atto, sia che si tratti di mercato del lavoro, di migrazioni, di ruoli di genere, di strutture familiari o di tendenze demografiche, considerano solo marginalmente le opinioni, gli stereotipi e i punti di riferimento dei giovani. Conoscere le modalità con le quali i giovani si pongono di fronte alle dinamiche che caratterizzano l attuale scenario italiano, complesso e mutevole, è invece di estrema importanza ai fini della costruzione di un futuro più inclusivo nel quale gli adulti di domani possano continuare a godere le stesse possibilità di chi li ha preceduti e riuscire a soddisfare le proprie aspettative di vita, al di là di ogni differenza di appartenenza e di genere. Il coinvolgimento diretto dei giovani, in quanto testimoni privilegiati del presente e artefici della società del futuro, è rilevante per chiarire la posizione di ragazzi e ragazze in merito alle trasformazioni sociali, alle relazioni interpersonali, ai valori, al benessere e alle strategie di crescita che stanno mettendo in atto. Questo processo chiama in causa il sistema dell educazione e della formazione, ma anche le Istituzioni e il mondo dell informazione, che incidono profondamente sulla costruzione dell identità giovanile. L Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRPPS CNR) è stato tra i primi istituti di ricerca a promuovere indagini sulle tendenze della popolazione in campo sociale e demografico, analizzando le interazioni tra individui e tra individui e società rispetto a variabili culturali, socio economiche, psicologiche e ambientali. Nella tradizione dell Istituto gli studi sulla popolazione hanno spesso privilegiato la lettura dei fenomeni sociali sulla base di atteggiamenti e comportamenti individuali, con una particolare attenzione alle dinamiche di genere. Con tali presupposti l IRPPS CNR ha nel tempo realizzato indagini su scala internazionale, nazionale e locale, che hanno consentito l analisi e il confronto della conoscenza, delle opinioni e delle aspettative della popolazione su temi importanti quali le migrazioni, i modelli familiari, l invecchiamento della popolazione, il calo della fecondità, la conciliabilità tra lavoro e famiglia e le politiche sociali. Corrado Bonifazi è direttore dell Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche. 7
8 8 Corrado Bonifazi Con il progetto GAP Giovani alla prova, l Istituto rilancia lo studio della condizione giovanile, riattivando un filone di ricerca che si ritiene oggi strategico ai fini dell orientamento e del sostegno alla crescita degli adolescenti. Come popolazione statistica di riferimento è stata identificata quella degli studenti degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, e più nello specifico gli adolescenti dai 15 ai 19 anni. Negli ultimi anni, questa fascia di popolazione è stata solo occasionalmente oggetto di rilevazioni scientifiche, e gli studi si sono per lo più concentrati su aspetti contingenti caratterizzanti le criticità sociali. Il progetto GAP dà avvio a una serie di rilevazioni scientifiche che con cadenza periodica potranno fornire un quadro pressoché esaustivo delle tendenze giovanili in atto circa i grandi temi della costruzione del futuro professionale, delle relazioni interpersonali e del benessere, senza trascurare però le opinioni verso la diversità, la devianza e i fattori di identificazione giovanile. Questo primo studio del progetto GAP prende in considerazione il territorio della Città metropolitana di Roma Capitale, una ripartizione geografica diversificata che comprende Roma e il suo hinterland, che include tutto il territorio della ex provincia dell Urbe. Per produrre informazioni affidabili e statisticamente rappresentative dell intera popolazione giovanile di riferimento, è stato strutturato un impianto metodologico rigoroso, che si è basato su un disegno di campionamento che ha coinvolto oltre 1800 studenti. In questo volume è contenuta un analisi della condizione giovanile in Italia e, naturalmente, i risultati dell indagine GAP. Il lavoro è stato pensato per arrivare a tutti: esperti di settore, decisori politici, studenti, insegnanti ed educatori. Per questa ragione il volume è stato scritto in una forma semplice, privilegiando l informazione e liberando la narrazione da tecnicismi propri di metodi avanzati di analisi statistica dei dati, che potranno riguardare successive pubblicazioni rivolte più direttamente alla comunità scientifica. L auspicio è che le informazioni prodotte su questo scorcio dell universo dei giovani possano essere un primo stimolo per generare una più complessiva riflessione sui problemi e le prospettive degli adolescenti, e rafforzare l attenzione delle Istituzioni alla coesione sociale. Lo scopo ultimo del progetto è produrre informazioni necessarie alla valutazione di politiche sociali innovative e all attivazione di interventi tali da sostenere il sistema educativo nel fornire un contributo permanente e più consapevole nell orientamento di chi sarà artefice del nostro futuro.
9 Giovani alla prova ISBN DOI / pag (maggio 2016) Introduzione ANTONIO TINTORI L elevato livello di invecchiamento della popolazione, la bassa natalità, la lunga permanenza dei figli nella famiglia d origine, la presenza di un welfare familistico, gli ostacoli all affermazione femminile nel mercato del lavoro e le incertezze occupazionali, sono tutti elementi che contraddistinguono l attuale scenario socio economico nazionale. Queste criticità, solo in parte endemiche, impongono molta attenzione a livello sia politico sia scientifico. Offrire alle attuali giovani generazioni e a quelle che seguiranno un futuro che permetta l affermazione individuale e il soddisfacimento delle aspirazioni implica infatti l instaurarsi di un processo virtuoso tra istituzioni, studiosi e cittadini, che scardini e governi gli attuali deficit del sistema Paese. Imprescindibile, sotto questo profilo, è l analisi delle strategie di crescita messe in atto dai giovani, rispetto alle quali l amministratore pubblico ha un ruolo attivo di orientamento. Ad oggi sono diversi i segnali che profilano la possibilità di una regressione nei futuri adulti dello status socio economico di derivazione. Da tempo la mobilità sociale risulta ingessata, e spesso mostra un trend decrescente che laddove dovesse assumere i caratteri di una tendenza stabile pone in discussione i livelli di benessere futuro dei giovani e in particolare delle donne. Queste, soprattutto nel centro sud d Italia, sono ancora fortemente oggetto di discriminazioni nel mercato del lavoro dovute all appartenenza di genere e al perdurare di una organizzazione sessista della società che fonda la divisione del lavoro su un idea stereotipata dei ruoli di genere che elegge la donna a garante della cura della famiglia e dei figli e l uomo a procacciatore di reddito. Dal punto di vista economico, sostanzia lo scenario italiano un PIL pro capite basso e iniquamente distribuito, nonché importanti differenze socio economiche sia a livello macro regionale sia locale, accentuate dalla crisi economica. La regione Lazio, secondo i dati dell ISTAT (2014) è solo parzialmente in linea con la tendenza nazionale e presenta una crisi occupazionale con un trend crescente negli ultimi anni, che ha riguardato nel 2013 la diminu- Antonio Tintori, responsabile del progetto GAP Giovani Alla Prova, è sociologo, dottore di ricerca in Geografia economica, ricercatore di ruolo presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR IRPPS) e docente di Metodologia delle scienze sociali presso la Sapienza Università di Roma. 9
10 10 Antonio Tintori zione degli occupati e l aumento dei disoccupati. Dal 2008 al 2013 il tasso di occupazione nel Lazio è decresciuto del 3,2%, passando dal 60,2% al 57%. La quota maggiore dei disoccupati interessa i giovani della fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni, mentre la fascia anni presenta un tasso di disoccupazione tra i più alti d Europa (45,9%), superiore alla media italiana (40%) e maggiormente caratterizzante le donne (48,7%) piuttosto che gli uomini (43,4%). In particolare si evidenzia il livello di crescita di questo indicatore tra il 2012 e il 2013, con un aumento di 5,9 punti percentuali. Le province in cui la disoccupazione giovanile assume i caratteri più foschi sono Frosinone (50,2%), Latina (48,5%) e Viterbo (48%). La geografia della disoccupazione regionale mostra valori più contenuti su Roma (44,9%) e Rieti (44,7%), sebbene comunque sempre attestati al di sopra della media nazionale. Un discorso analogo vale per gli inattivi, la cui quota regionale è cresciuta stabilmente a fronte di una certa stabilità sul piano nazionale, e ai NEET (Not in Education, Employment or Training): giovani tra i 15 e i 29 anni delusi e sfiduciati, che nel 2013 in Italia hanno toccato la quota record del 26% e nel Lazio quella del 23,6% (con un aumento dell 8,6% dal 2008 al 2013). Queste circostanze ci hanno indotto a ritenere urgente un approfondimento degli atteggiamenti e dei comportamenti degli adolescenti in merito al futuro, al benessere e ai rapporti sociali. Il progetto GAP Giovani alla Prova (di seguito GAP) è stata ideato dal CNR IRPPS a questo scopo, partendo dalla consapevolezza dell imprescindibile necessità per i giovani di essere attivi protagonisti del loro futuro. Un urgenza, questa, non più dilazionabile, pena un peggioramento della qualità di vita dei futuri adulti. Per generare un inversione di rotta sarà necessario stimolare sempre più i giovani a guardare al futuro in modo consapevole e costruttivo, per rapportarsi con un mondo e un mercato del lavoro in continua evoluzione e con meccanismi di inclusione sempre più complessi. Come vivono il presente e che idea hanno del futuro gli adolescenti, cosa pensano dello studio, del lavoro, delle relazioni, del benessere, e quali strategie mettono in gioco per soddisfare le loro aspettative nella società di domani? Sono questi i principali interrogativi posti dal progetto GAP nell ambito di una grande indagine campionaria sulla condizione giovanile che ha coinvolto studenti e studentesse con un età compresa tra i 15 e i 19 anni che frequentano le scuole secondarie di secondo grado della Città metropolitana di Roma Capitale. Attraverso un complesso set di indicatori, il progetto GAP ha investigato atteggiamenti e comportamenti relativamente a 3 macro dimensioni: la costruzione del futuro, le relazioni sociali, il benessere generale. Il lavoro ha permesso di definire le chance di mobilità sociale, e pertanto la dinamicità che i giovani potranno in ipotesi esprimere nel passaggio alla vita adulta nell ambito del processo di transi-
11 Introduzione 11 zione tra posizioni sociali diverse. L analisi delle relazioni con il gruppo dei pari, in ambito familiare e scolastico, ha fornito informazioni sui processi di comunicazione e sui disagi socio relazionali, che sfociano in forme di conflittualità e prevaricazione dando luogo, ad esempio, al fenomeno del bullismo, che è stato studiato in tutte le sue complesse articolazioni. La macro dimensione del benessere ha trattato questo concetto in linea con la definizione dell OMS, che trascende l idea di salute fisica tout court coinvolgendo il tema della realizzazione delle potenzialità individuali a livello fisico, mentale e sociale. Il concetto di benessere, presente e futuro, è stato quindi analizzato in interconnessione con le strategie relazionali e di crescita degli adolescenti. Da qui l importanza dei concetti di soddisfazione, felicità, spiritualità, appagamento del proprio ruolo nel contesto sociale, oltre allo studio, naturalmente, degli stili di vita e delle abitudini alimentari. La ricerca ha dedicato inoltre ampio spazio all universo dei valori condivisi da studenti e studentesse, e ai fattori sociali sui quali ripongono la fiducia. Essendo ormai nota l importanza dell adozione di un approccio neutrale dal punto di vista del genere anche ai fini dello sviluppo socio economico, GAP ha rivolto un attenzione particolare alla variabile genere, analizzata in relazione ai concetti di esclusione e segregazione. L attenzione è stata incentrata sugli squilibri derivanti dalle posizioni sociali di partenza, ossia sul corredo di vantaggi e svantaggi che gli individui ereditano dalla famiglia d origine, che condizionano il movimento nello spazio sociale e l acquisizione nel tempo di uno status socio economico diverso da quello di derivazione. Sotto questo profilo lo studio ha soppesato l influenza della categoria sociale ascrittiva nei processi simbolici e cognitivi, ovvero quanto il contesto familiare e sociale condiziona gli atteggiamenti e i comportamenti giovanili verso la società e il futuro. La società di domani e tutte le opportunità che riserverà a ragazzi e ragazze sarà certamente un evoluzione ascrivibile al nostro presente, ma soprattutto il risultato delle azioni che individui e istituzioni compiranno per definirla; sarà quindi l esito di un processo di costruzione continuo e collettivo. Se in particolare sotto il profilo lavorativo il futuro è ormai una meta con caratteri tutt altro che scontati, i giovani dovranno evitare di porsi passivamente verso di esso e cercare di acquisire con determinazione la propria posizione nella società di domani. Avere idea di quale possa essere il proprio futuro è il primo passo per alimentare il desiderio, la determinazione, e attivare quindi la strategia più opportuna per conseguire i propri obiettivi. È perciò importante comprendere le strategie di crescita e affermazione degli adolescenti in una società già molto complessa ove tutti sono potenzialmente soggetti ad esclusione. La dimensione futuro ha ormai perso le caratteristiche monolitiche che hanno generato certezze e accompagnato la crescita di molte genera-
12 12 Antonio Tintori zioni a partire dalla seconda metà del 900. Le tappe di transizione alla vita adulta che fino agli anni Ottanta hanno rigidamente scandito l ingresso dei giovani nell età della maturità e nella sfera dell indipendenza (il termine degli studi, l inizio del lavoro, la creazione della famiglia, la nascita dei figli) sono infatti oggi sfumate e sempre più posticipate. Il futuro risulta più incerto di un tempo: i giovani accedono con difficoltà a un mercato del lavoro molto flessibile e spesso precario, che genera scarse aspettative e pone come precondizioni di accesso il possesso di esperienze lavorative e specifiche curriculari articolate. Chi è occupato permane spesso in una condizione di almeno parziale dipendenza dalla famiglia d origine; una circostanza che costringe molti giovani in una condizione di vita di sopravvivenza, di duratura incertezza, spesso accompagnata da insofferenza, o demotivazione. La crisi economica del 2008 ha amplificato queste tendenze, evidenziando da una parte l importanza dell istituto familiare che oggi si configura come un fondamentale ammortizzatore sociale e congelando dall altra la mobilità tra le posizioni sociali, con il rischio di una stabilizzazione del declino del benessere economico. La famiglia, intesa come nucleo sociale in cui gli individui promuovono il reciproco benessere, è un tema che merita un attenzione specifica. Sebbene questo istituto offra risorse e assistenza gratuita fungendo da salvagente per moltissimi giovani e anziani in quanto agenzia primaria di socializzazione atta alla trasmissione di norme e competenze sociali di base ha però limiti tali da compromettere lo stesso benessere dei propri membri. La famiglia, infatti, è anche il luogo della riproduzione delle disuguaglianze sociali, e quindi di genere. I soggetti che la compongono sono talvolta portatori di limiti cognitivi potenzialmente nocivi rispetto la transizione alla vita adulta dei giovani. Al superamento di questi limiti è preposto lo Stato, che assolve il delicato compito di interagire con i giovani per allargare il loro orizzonte cognitivo, generare fiducia, garantire pari opportunità, renderli protagonisti della costruzione del proprio futuro. L obiettivo primario del progetto GAP che rappresenta solo una prima fase di studio sulla condizione giovanile, circoscritta in una ripartizione geografica relativamente limitata ma molto rappresentativa è proprio quello di porsi al servizio dello sviluppo sociale, fornendo non solo al mondo scientifico ma anche alle istituzioni un primo dettagliato identikit delle tendenze in atto nell universo dei giovanissimi. Le scuole, che sono state oggetto della rilevazione dall indagine GAP, si configurano anche come principale destinatario della conoscenza prodotta. Sono infatti le agenzie di socializzazione secondaria i luoghi pubblici ove primariamente sarà possibile tradurre quanto scoperto in efficaci interventi di politica sociale. In particolare, sarà sempre più importante garantire ai giovani un sistema efficace e neutrale di orientamento al mondo dell istruzione e della formazione, tale da superare i condizionamenti sociali
13 Introduzione 13 e rispondere al soddisfacimento delle aspettative di ruolo dell eterogeneo universo di adulti del domani. In tal senso, le istituzioni pubbliche sono chiamate a parlare con i giovani, sempre più spesso privati di chance ed esposti al rischio di esclusione, arginando la diffusione di atteggiamenti di acquiescenza verso il futuro e di sfiducia verso la cosa pubblica. L attuale incertezza sul futuro può tradursi in un occasione di investimento sui giovani e sullo sviluppo delle loro potenzialità. A questo processo di pianificazione sono diversi i soggetti chiamati a intervenire nell ambito di un processo di dialogo strategico: scienziati e politici, insegnanti e mondo della comunicazione, individui e famiglie. Spesso viene però eluso il punto dei vista dei diretti interessati: i giovani.
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15 Giovani alla prova ISBN DOI / pag (maggio 2016) La condizione giovanile in Italia Il punto sugli studi di settore LORENZO CUGLIARI, LUDOVICA RUBINI, BENEDETTA TURCO Come per ogni studio in ambito di scienze sociali, è fondamentale partire dalla definizione dei concetti che sono oggetto di ricerca. Nel nostro caso il principale concetto di riferimento è quello di adolescenza, che può avere diverse sfaccettature a seconda dei molteplici punti di vista disciplinari. L Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l adolescenza come «il periodo della vita dell individuo il cui inizio coincide con la comparsa dei primissimi segni di maturazione puberale e il cui termine va al di là della conclusione dello sviluppo del corpo». Tale specificazione permette di inquadrare l arco di tempo in cui avvengono determinati cambiamenti sia a livello fisico sia a livello comportamentale. Quest ultima dimensione, all interno degli studi afferenti al campo delle scienze sociali, si riferisce all immagine che gli adolescenti hanno di sé, al loro rapporto con i genitori, con i coetanei e anche al loro sviluppo psico sociale. L adolescenza è, infatti, un età piena di criticità correlate alla difficoltà del processo di identificazione che mette il singolo soggetto nella posizione di sentirsi accettato dagli altri e da sé stesso, e anche di riuscire ad avere gli strumenti per costruire il proprio futuro. Anche gli studi antropologici sono stati fondamentali per inquadrare questa fase della vita. Come sostenuto da Margaret Mead, «l adolescenza non esiste nelle società primitive» (Mead M., 1980), ma è un prodotto delle società complesse, nelle quali il passaggio all età adulta è sempre più tardivo. I modelli tradizionali della psicologia, che interpretavano la fase adolescenziale come un momento contrassegnato da crisi di valori e significati, sono stati, oramai, sostituiti da un nuovo paradigma che vede questo intervallo temporale come una «fase autonoma e prolungata della crescita umana» che presenta il suo punto di arrivo nella definizione della propria identità (Palmonari A., 1997; Pombeni M.L., 1997). Questo capitolo ha come obiettivo quello di passare in rassegna le varie ricerche che in passato hanno esaminato la sfera adolescenziale e più in generale quella dei giovani; per fare ciò, partiremo dalle ricerche dell Istituto IARD, che Lorenzo Cugliari, Ludovica Rubini e Benedetta Turco sono tirocinanti del CNR-Irpps nell ambito del progetto GAP Giovani Alla Prova. 15
16 16 Lorenzo Cugliari, Ludovica Rubini, Benedetta Turco ha prodotto un indagine che è stata nel tempo un riferimento per gli studi di settore, e procederemo con la descrizione di altre indagini facendo emergere di volta in volta le più importanti e ricorrenti dimensioni di analisi. 1. L indagine longitudinale dell istituto IARD Tra le indagini più rivelanti condotte in Italia sulla condizione giovanile vi sono quelle effettuate dell Istituto IARD dal 1983 al Per una sintesi dei sei rapporti di ricerca pubblicati dall istituto, riportata qui di seguito, si è fatto riferimento alla rassegna effettuata da Arianna Bazzanella nel Le sei indagini sul tema si sono servite di un campione rappresentativo della popolazione giovanile, composto da soggetti scelti in tutte le regioni del Paese e appartenenti ad una fascia d età che è variata nel corso del tempo. Se, infatti, nelle prime ricerche rientrano nel campo di interesse della ricerca i giovani con età compresa tra 15 e 24 anni, dal 2000 sono stati intervistati individui fino ai 34 anni. Tale cambiamento è legato alla definizione stessa di gioventù, la quale varia a seconda del contesto e del periodo storico. L Istituto IARD individua cinque fasi che di generazione in generazione sono ritenute fondamentali per la transizione all età adulta: l uscita definitiva dal circuito formativo, l entrata in modo continuativo nel mondo del lavoro, l abbandono della famiglia di origine, la formazione di un nuovo nucleo familiare, la nascita del primo figlio (Buzzi C., 2007). Il confronto dei dati dal 1983 al 2006 fa emergere l ipotesi che i giovani italiani stiano ulteriormente procrastinando il superamento delle soglie di passaggio ai ruoli adulti, così da aver reso necessaria l inclusione dei 30 34enni nel campione. Sebbene la popolazione di riferimento comprenda al suo interno coorti di età eterogenee, e quindi si differenzi rispetto a quella presa in considerazione nell ambito della ricerca GAP, la rappresentazione che viene data dei giovani è chiara e puntuale. Tra le molteplici dimensioni analizzate, è fondamentale quella dei valori. Essi, infatti, sono una componente identitaria rilevante, dal momento che determinano e orientano il pensiero e il comportamento degli individui, ne caratterizzano l identità e, di conseguenza, consentono loro di giudicare sé stessi, gli altri e la società (Gallino L., 1993). Da questo punto di vista è possibile notare una caduta dei sistemi valoriali tradizionali a favore dell affermarsi di un relativismo legato al processo di individualizzazione che ha visto una costante crescita dell importanza attribuita all individuo, alla sua libertà e alla sua realizzazione. Come sottolinea Loredana Sciolla, tale processo fa riferimento sia alla crescente centralità dell autonomia della scelta individuale su tutta una serie di questioni controverse e, parallelamente, all indebo-
17 La condizione giovanile in Italia 17 lirsi del richiamo a fonti assolute di legittimità, sia sul piano del contenuto all importanza maggiore rispetto al passato attribuita all identità e all autorealizzazione personale che non esclude, ma include il riferimento agli altri e alla solidarietà. (Sciolla L., 2004, p. 86) Perciò, tale trasformazione non è da interpretare necessariamente in modo negativo, nei casi in cui individualismo non diviene sinonimo di chiusura sul sé e sulla propria cerchia ristretta. Si verifica inoltre una caduta dei sistemi di credenze forti che offrivano una lettura onnicomprensiva della realtà a favore di una moltitudine di prospettive ugualmente legittime: Buzzi parla di canali a doppia moralità, poiché si accettano molteplici sistemi di riferimento, integrabili a livello individuale, spesso confliggenti tra loro, ma che vengono adottati a seconda della situazione (Buzzi C., 2007). Inoltre i nuovi modelli di riferimento educativi trasformano i figli da selvaggi da civilizzare a cuccioli d oro (Pietropolli Charmet, 2008). Nelle indagini IARD ciò si rileva dal maggior grado di libertà che i giovani dichiarano dentro e fuori le mura domestiche. Se da una parte c è una richiesta di autonomia ed indipendenza da parte delle nuove generazioni, dall altra si nota un rafforzarsi dell attaccamento alla famiglia percepita come rifugio sicuro e a seguire dell amicizia. Si nota quindi un affermarsi di quella che De Lillo definisce socialità ristretta, ovvero di quegli affetti primari che trasmettono sicurezza a fronte di una realtà percepita come piena di rischi (De Lillo A., 2002). Un ruolo fondamentale è quello che assumono le nuove tecnologie nella vita delle generazioni contemporanee, soprattutto in quella dei così detti nativi digitali : esse infatti non rappresentano più solo degli strumenti ma diventano significati e componenti dell identità dei giovani; inoltre sono catalizzatori di ritmi e tempi di vita sempre più veloci che annullano distanze di spazio e tempo e permettono comunicazioni in tempo reale. Un aspetto che caratterizza le nuove generazioni, come detto inizialmente, è il procrastinamento delle scelte di vita personali. Cavalli e Galland parlano di modello mediterraneo per denotare la situazione Italiana (e non solo) contraddistinta dal posticipo del momento del distacco dalla famiglia di origine e dalla difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro (Cavalli, Galland, 1996). Il lavoro, inoltre, viene visto sempre meno come un fattore strumentale per la sopravvivenza e, al contrario, ne vengono sottolineati sempre più gli aspetti positivi che consentono la realizzazione personale e l espressione delle capacità individuali. Oltre a ciò persiste in Italia un modello familiare che lega il momento del matrimonio e quello dell uscita dalla casa di origine, e, anche se questa tendenza si va lentamente modificando, sono ancora i matrimoni la forma di unione prevalente. Le conseguenze di questo quadro conducono alla scarsa capacità e possibilità da parte dei giovani di progettare il proprio avvenire nel lungo periodo,
18 18 Lorenzo Cugliari, Ludovica Rubini, Benedetta Turco a favore di una valorizzazione del qui ed ora. Il futuro è visto come un campo di possibilità sempre aperto tanto che la maggior parte dei giovani non fa scelte troppo vincolanti, e vi è un forte orientamento al presente, tendenza indicata con il termine presentismo. Una possibile interpretazione di tale fenomeno è quella di ritenerlo una forma di adattamento al contesto sociale che si caratterizza per incertezza economica e modifica delle strutture sociali di base, velocità e imprevedibilità. Un ulteriore effetto è causato dalla maggiore apertura dei giovani al fatalismo, che si traduce in un abbassamento dei livelli di guardia nei confronti di alcune forme di rischio e pericolo quali l uso di sostanze psicotrope, la ridotta protezione in ambito sanitario e sessuale e la guida in stato di ebbrezza. Fenomeni, questi, che si possono ricondurre ai temi del disagio giovanile che tradizionalmente veniva ricollegato principalmente a due ambiti, quello dell insuccesso scolastico e quello dell uso e abuso di sostanze alteranti, ma che oggi deve essere aggiornato ed includere nuove manifestazioni comportamentali collegabili alla crescita della propensione al rischio (Buzzi C., 2007). D altra parte la stessa parola rischio ha subito nel tempo un certo cambiamento semantico, poiché è passata da accezione negativa a sinonimo di successo, crescita e prova di sé e dei propri limiti. Questo ha contribuito a produrre come conseguenza una certa sottovalutazione dei problemi derivanti da una condizione psico fisica non ottimale. Infine si misura un forte livello di sfiducia verso l altro e verso le istituzioni: l altro viene percepito come una minaccia e le istituzioni sono viste inserite in dinamiche oscure e non dedite al bene della collettività. Ciò rappresenta un problema serio poiché la fiducia è un elemento fondamentale del capitale sociale e quindi di integrazione a tutti i livelli dell organizzazione sociale. Ma in cosa credono i giovani italiani? Negli ultimi decenni si è registrato in particolare il declino della fiducia nei confronti sia della sfera pubblica (banche e politici) che di quella militare. Per quanto riguarda il tema dei ruoli di genere, invece, si sono notati cambiamenti e aperture rispetto al passato nelle convinzioni delle nuove generazioni, anche se permangono visioni più tradizionaliste proprio tra i giovanissimi (Palomba R., 2013). Sempre in riferimento alle indagini IARD, la sfera della sessualità e dell affettività appare, invece, un tabù non affrontato con i genitori. 2. Futuro e prospettive Uno degli aspetti più importanti è quello legato all incertezza del futuro e alle possibili prospettive che ogni individuo può prefissarsi. Questa dimensione è estremamente importante allorché si parla di adolescenti: quali sono i loro obiettivi e cosa si aspettano dal futuro?
19 La condizione giovanile in Italia 19 Una ricerca che ha affrontato tale argomento in relazione ai giovani degli anni Ottanta e Novanta è Giovani e utopia di Francesco Battisti, il quale, per ottenere i dati necessari, ha somministrato dei temi come in un compito in classe ai ragazzi delle scuole medie superiori di Roma e Provincia, per indagare sulle nuove forme dell utopia con lo scopo di analizzare la capacità dei giovani di organizzare le proprie aspirazioni in relazione alla dimensione del vivere in società e alla dimensione temporale del futuro (Battisti, 2002). È proprio la fascia di età che va dai 16 ai 19 anni a vivere un momento particolare a tal proposito, in quanto i ragazzi che ne fanno parte hanno la percezione di dover fare delle scelte troppo importanti per la confusione e la fragilità che in realtà caratterizza questo periodo della loro vita. Pertanto, pensare al futuro, sia in relazione all ingresso nella società da adulti sia a livello lavorativo, risulta piuttosto spaventoso. Un altra ricerca è quella della Fondazione ISTUD, ovvero l Indagine Desk a cura di Cristina Pasqualini, da cui è emerso come i giovani d oggi sono molto diversi da quelli di alcuni decenni fa. Essi, infatti, vivono passivamente il rapporto con le istituzioni in quanto caratterizzati da un forte senso di sfiducia che li rende demotivati nel voler contribuire alla realizzazione del futuro del proprio Paese; tendono ad essere più attivi per ciò che li riguarda direttamente, tanto che la famiglia rimane al primo posto tra i valori più importanti nell immaginario giovanile mentre il lavoro appare in flessione. Negli ultimi anni vi è stato inoltre un incremento degli studenti lavoratori e una maggior tendenza a spostare in avanti alcuni importanti obiettivi della vita del singolo (come ad esempio la realizzazione di una famiglia propria), a causa di un prolungamento del periodo della formazione. Pertanto, è possibile affermare che non è vero che i giovani non hanno degli obiettivi, ma al contrario sono consapevoli che il futuro sarà ricco di sorprese e opportunità. «Potremmo quindi concludere che i giovani sono paradossalmente sia autodeterminati, niente affatto rinunciatari, sia fatalisti per quanto concerne la tempistica e le modalità con cui alcuni obiettivi saranno raggiunti» (Pasqualini C., 2008, p. 29). Una delle ricerche più recenti è stata quella condotta dall Istituto Toniolo che ha avviato nel 2011 un indagine con lo scopo di costruire un quadro dettagliato sulla condizione giovanile. Questo Istituto ha raccolto importanti informazioni sui valori, sulle aspettative future, sui possibili progetti di vita, sui desideri individuali dei giovani tra i 19 e i 29 anni, tenendo anche conto dei loro percorsi formativi e lavorativi. L obiettivo di questa ricerca è stato quello di analizzare l andamento e l impatto dei cambiamenti avvenuti e di usare le informazioni ottenute come strumento per la programmazione di interventi diretti. Ciò che è emerso da questo studio è stato principalmente la presa di coscienza che nella società italiana vi sono delle contraddizioni sistemiche che gravano sui singoli, mentre, in realtà, dovrebbe essere la
20 20 Lorenzo Cugliari, Ludovica Rubini, Benedetta Turco società stessa ad assumere determinate responsabilità. Questa situazione opprime innanzitutto i giovani, i quali, come è emerso anche da altre ricerche, propendono per la concentrazione sulla visione del presente, perché spaventati da un futuro incerto e privo di progetti. 3. Relazioni sociali Nella fase adolescenziale è importante la dimensione relativa alle relazioni sociali, ambito con il quale si intende fare riferimento agli atteggiamenti, ai comportamenti e alle dinamiche socio relazionali che i giovani attuano nel gruppo dei pari e nella sfera genitoriale e familiare. Nel contesto scolastico, un possibile scenario è quello che vede sfociare tali dinamiche in forme di conflitto e prevaricazione, dando luogo, per esempio, al fenomeno del bullismo. Quest ultimo, con la diffusione dei social network, ha assunto diverse forme generando nuovi fenomeni quali il cyberbullismo e il sexting. A tal proposito, vi sono numerosi studi effettuati da istituti internazionali e nazionali che, agganciandosi a teorie della psicologia classica, della sociologia e degli stili relazionali, hanno nel tempo creato un complesso apparato teorico metodologico. L indagine condotta da Il Telefono Azzurro in collaborazione con l osservatorio Doxa Kids, ha riguardato un campione nazionale di 1500 ragazzi iscritti alla scuola media inferiore e superiore. Strutturata in quattro macro dimensioni, tale ricerca ha puntato a indagare i rapporti tra scuola e famiglia, salute e benessere, comportamenti a rischio e forme di violenza, media e nuove tecnologie. Per quanto riguarda l area che tratta delle relazioni tra pari e familiari, emerge un dato che denota una maggior fiducia nei riguardi degli amici, mentre è minore quella nei riguardi dei genitori, in particolare del padre. Un dato da non sottovalutare, rilevabile nella ricerca, riguarda gli episodi di bullismo di cui risulta vittima circa 1/3 della popolazione intervistata in riferimento a episodi che si verificano in ambiente scolastico. I dati raccolti dall ISTAT nel 2014 rilevano come il bullismo sia in continua crescita nella fascia di età che va dagli 11 ai 17 anni. Dalla rilevazione emerge che circa il 50% dei ragazzi intervistati è stato vittima di episodi non rispettosi o offensivi nei 12 mesi precedenti, e che il 19,8% è vittima di vero e proprio bullismo. Tra gli studenti degli istituti superiori, i liceali sono quelli che dichiarano di aver subito maggiormente tali comportamenti (19,4%); seguono gli studenti degli istituti professionali (18,1%) e quelli degli istituti tecnici (16%). All interno del campione solo il 5,9% di coloro che utilizzano telefoni cellulari e/o internet denuncia di essere stato vittima di cyberbullismo: la composizione per genere indica che il 7,1% è costituito da ragazze mentre il 4,6% da ragazzi.
GAP - Giovani alla prova
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