REPORT ECONOMICO STATISTICO 2015/16

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1 REPORT ECONOMICO STATISTICO 2015/16

2 L INDUSTRIA GRAFICA E CARTOTECNICA TRASFORMATRICE PRESENTAZIONE La rilevazione, l elaborazione e la diffusione di dati statistici sui settori rappresentati da Assografici, ovvero il settore grafico e il settore cartotecnico trasformatore, costituiscono parte integrante dell attività associativa che va incontro alle esigenze delle imprese associate, degli operatori di mercato, delle Istituzioni, delle Scuole Professionali ad indirizzo grafico, di alcune Università e Centri di Ricerca. Questo nuovo Report Economico Statistico Assografici 2015 / 16, rivisto sia nella veste grafica che nella progettazione editoriale, ha lo scopo di fornire informazioni soprattutto settoriali ma anche macroeconomiche, a livello internazionale ed italiano, nel 2015 con alcune prime indicazioni sul Tali informazioni riflettono l impianto delle statistiche prodotte dall Istat, da Eurostat, dal Centro Studi Assografici e dai Gruppi Nazionali di Specializzazione dell Associazione. Il Report è costituito da una prima parte descrittiva, seguita da una seconda parte tabellare (ovvero il Compendio Statistico ). Nell ultima tabella sono indicati anche i dati della Filiera della Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione, comprensivi dei comparti a monte e a valle dei nostri settori. Nell esprimere l auspicio che il Report Economico Statistico Assografici 2015 / 16 possa contribuire ad estendere la conoscenza dei settori rappresentati, ringraziamo sentitamente tutti gli Associati e gli Enti che hanno collaborato rispondendo alle nostre indagini, nell ottica di un arricchimento reciproco sul quale Assografici è impegnata a proseguire. Il Centro Studi Assografici Responsabile: Alessandro Rigo Segreteria: Elena Maddalena centrostudi@assografici.it 1

3 INDICE L ECONOMIA INTERNAZIONALE NEL L ECONOMIA ITALIANA NEL IL SETTORE GRAFICO EUROPEO NEL IL SETTORE GRAFICO ITALIANO NEL IL SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE EUROPEO NEL IL SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE ITALIANO NEL LA FILIERA DELLA CARTA, EDITORIA, STAMPA E TRASFORMAZIONE NEL L ECONOMIA INTERNAZIONALE NEL L ECONOMIA ITALIANA NEL IL SETTORE GRAFICO E CARTOTECNICO ITALIANO NEL COMPENDIO STATISTICO

4 L ECONOMIA INTERNAZIONALE NEL 2015 Nel 2015 il Pil mondiale ha registrato un incremento del 3,1% sul 2014, in decelerazione rispetto al +3,4% dell anno precedente. Il commercio mondiale è cresciuto nel 2015 del 2,8%, anch esso in decelerazione rispetto al +3,5% conseguito nel I paesi emergenti asiatici hanno continuato, nel complesso, ad avere tassi di crescita superiori a quelli dei paesi avanzati, ma hanno rallentato rispetto a qualche anno fa; è proseguita anche la crescita dei paesi dell Europa Orientale, mentre in America Latina il Brasile è entrato in crisi. Fra i paesi avanzati la ripresa ha caratterizzato in particolare gli Usa e il Regno Unito ed anche l area dell euro ha avuto un accelerazione, con una discreta crescita, in cui ha spiccato la Spagna; in crisi la Russia, per motivi sia economici, sia di sanzioni internazionali. Le politiche monetarie delle principali banche centrali sono rimaste complessivamente accomodanti, mentre i mercati finanziari hanno subito tensioni e cadute, a livello internazionale ma soprattutto in Cina, per le preoccupazioni sul rallentamento dell economia e per la decisione delle autorità cinesi di svalutare lo yuan rispetto al dollaro. Il cambio euro/dollaro è sceso, intorno a 1,1, così come è diminuito il cambio euro/yen, favorendo le esportazioni europee. Dopo il crollo del 2014, nel 2015 il prezzo del petrolio è diminuito ulteriormente dai 49 dollari al barile di inizio anno ai 32 dollari di fine anno, con forti ripercussioni per i paesi produttori. Analizzando il mondo per paesi nel 2015, negli Stati Uniti la crescita del Pil è stata pari a quella dell anno precedente (+2,4%), mentre la disoccupazione ha seguito un trend discendente e si è attestata su valori minimi (4,9%). Sul fronte monetario, la Federal Reserve ha effettuato a dicembre 2015 una stretta monetaria, ovvero ha alzato il tasso di interesse di riferimento, per la prima volta dal 2008, tra lo 0,25% e lo 0,50%. In Giappone, il Pil 2015 è aumentato dello 0,5%, in accelerazione rispetto al 2014 (0,0%), grazie al contributo positivo del settore estero e dei consumi pubblici. La politica monetaria della Banca del Giappone è rimasta estremamente accomodante e caratterizzata da tassi sui depositi negativi (-0,1%) e da un Quantitative Easing (piano d acquisto di titoli privati e pubblici) pari a 80 trilioni di yen annui. Per quel che riguarda le principali economie emergenti dell area asiatica, la Cina è in transizione da un modello di sviluppo basato sulle esportazioni a uno che fa perno sulla domanda interna e ha registrato nel 2015 un tasso di crescita del Pil (+6,9%) inferiore rispetto agli anni precedenti: nel 2014 era stato del +7,3%. In particolare l industria ha avuto una crescita del 5,9%, con gli investimenti fissi lordi aumentati dell 11,8%, mentre il settore estero ha visto una variazione delle esportazioni nette addirittura negativa del -7%. L India, invece, è in forte espansione economica e ha registrato lo scorso anno una crescita del Pil del 7,3%, quasi identica a quella del 2014 (+7,2%). Le economie dell America Latina hanno nel complesso rallentato il ritmo di sviluppo dell attività economica nel 2015, soprattutto perchè è caduto in una forte recessione, anche per problemi politici, il Brasile, il cui prodotto interno lordo è diminuito del 3,8% (dopo il +0,1% del 2014); hanno accelerato invece l Argentina (+1,2% di Pil 2015, dopo il +0,5% del 2014) e il Messico, con una crescita del 2,5% (migliore del +2,3% del 2014). Venendo all Europa, si è confermata buona la crescita del Pil 2015 delle economie dell Europa Orientale, ad un tasso del 3,5%, più forte di quello dell anno precedente (+2,8%). La Russia ha subito invece appieno gli effetti del crollo del prezzo del petrolio, del basso tasso di cambio del rublo e delle sanzioni commerciali Ue seguite alle tensioni militari in Crimea ed Ucraina, cadendo in recessione nel 2015 (-3,7% il Pil, dopo il modesto +0,7% del 2014). Nell area dell euro, la crescita del Pil 2015 è stata dell 1,6%, finalmente in accelerazione rispetto all anno precedente (+0,9%), ed è principalmente attribuibile ai consumi privati e 3

5 agli investimenti fissi, che restano comunque su livelli inferiori rispetto a precedenti periodi di ripresa del ciclo. Il tasso di disoccupazione per l area nel complesso, sebbene in diminuzione, si è mantenuto ancora su livelli elevati (10,3% a fine dicembre 2015). La politica di bilancio ha assunto un tono meno restrittivo, anche per far fronte all emergenza umanitaria causata dalla guerra in Siria e all ondata di immigrazione dal Medio Oriente e dall Africa. Per quanto riguarda la politica monetaria, l orientamento fortemente espansivo della Banca centrale europea (Bce) ha contribuito a garantire una certa stabilità finanziaria, ma non ha ancora conseguito i risultati sperati in termini di crescita reale e di inflazione: quest ultima rimane prossima allo zero, mentre la crescita economica non è sufficientemente alimentata dalla ripresa del credito. Osservando nello specifico i principali paesi dell area dell euro, la crescita del prodotto interno lordo 2015 è stata discreta e abbastanza omogenea, con l eccezione positiva della Spagna. Il Pil tedesco è aumentato nel 2015 dell 1,5% (quasi pari all aumento dell 1,6% del 2014), mentre in Francia l incremento del Pil 2015 è stato dell 1,1%, più intenso del risicato +0,2% del L Italia ha ripreso a crescere in termini di prodotto interno lordo, dal -0,3% del 2014 al +0,8% del Fa eccezione la Spagna, che ha conseguito un incremento del Pil 2015 addirittura superiore al 3% (+3,2%), dopo il già positivo +1,4% del Fuori dall area dell euro, il Regno Unito ha ottenuto nel 2015 un aumento del Pil del 2,2%, positivo ma inferiore a quello del 2014 (+2,9%). L ECONOMIA ITALIANA NEL 2015 Nel 2015 l incremento del Pil in Italia è tornato in territorio positivo, dopo tre anni consecutivi di riduzione: il risultato raggiunto (+0,8%) è stato determinato da una fase di ripresa relativamente vivace nel primo semestre, dopodichè la crescita del Pil ha rallentato nel secondo semestre. In verità, la domanda interna ha seguito un profilo di modesta ma continua espansione. I consumi nazionali, già in risalita nel corso del 2014, hanno registrato nel 2015 un ulteriore lieve accelerazione (+0,5%), sostenuti dalle migliori condizioni del mercato del lavoro, dal recupero del reddito disponibile e dal miglioramento delle condizioni finanziarie. In particolare è cresciuta la spesa delle famiglie (+0,9%), soprattutto nella componente dei beni durevoli: un comportamento tipico delle fasi di ripresa del ciclo economico che anticipa la ripresa di altre tipologie di consumo. Al contrario, le politiche di contenimento della spesa nelle Amministrazioni Pubbliche hanno portato ad una riduzione dei consumi pubblici (-0,7%), la cui dinamica è ininterrottamente negativa dal La spesa delle Istituzioni sociali private è aumentata dello 0,6%. L incremento in volume degli investimenti fissi lordi (+0,8% nel 2015) ha segnato una positiva inversione rispetto agli scorsi anni (-3,4% nel 2014). Si sono registrati aumenti per gli investimenti in mezzi di trasporto e in macchinari e attrezzature, rispettivamente, del 19,7% e dell 1,1%, mentre hanno segnato diminuzioni la componente delle costruzioni (-0,5%), seppure con una ripresa nella seconda parte dell anno, e quella dei prodotti della proprietà intellettuale (-0,4%). Analizzando il commercio estero, le esportazioni, nonostante il rallentamento del commercio mondiale, sono aumentate notevolmente nel 2015, del 4,3%, beneficiando anche del deprezzamento dell euro. La dinamica delle importazioni è risultata più vivace (+6,0%): nel corso del 2015 l attivazione dell import è stata legata da un lato alle esigenze dell export (importazione di beni intermedi e ricostituzione delle scorte) e dall altro alla discreta ripresa dei consumi, essendo i beni durevoli e semi-durevoli in buona misura prodotti all estero. Con riferimento all industria in senso stretto, la produzione industriale italiana ha chiuso l anno 2015 con una crescita tendenziale dell 1,8%, che diventa però dell 1,1% se il dato è corretto per gli effetti di calendario. La maggioranza dei settori manifatturieri rilevati dall Istat (8 su 13) hanno accresciuto nel

6 le quantità prodotte; l oscillazione dei risultati settoriali è stata ampia, fra il +16,8% ed il -3,6%. Analizzando i comparti di maggiore interesse per l imballaggio in carta e cartone, si osserva un lieve calo per alimentari, bevande e tabacco (-0,6%), mentre hanno agganciato la ripresa la farmaceutica (+5,4%) e la cosmesiprofumeria. Nel 2015 il fatturato dell industria italiana ha segnato un aumento dell 1% sul 2014, sintesi di una lieve crescita sul mercato interno (+0,5%) e di un incremento su quello estero (+2,1%). Nello stesso periodo gli ordinativi totali sono aumentati del 5,2%, per un incremento dell 8,6% degli ordinativi interni e una crescita dello 0,7% di quelli esteri. I dati sul mercato del lavoro del 2015 dimostrano che le misure del Governo, quali sgravi contributivi e Jobs Act, hanno avuto effetti positivi sull occupazione. Il numero degli occupati è aumentato dello 0,8%, rispetto al 2014, corrispondente a occupati in più sull anno precedente. In base ai dati delle forze di lavoro, all incremento occupazionale hanno contribuito principalmente i lavoratori dipendenti (+1,2%), con contratto a tempo determinato e indeterminato (nella metà dei casi), mentre l occupazione autonoma si è ridotta leggermente (-0,4%). Il miglioramento dell occupazione si è riflesso sul tasso di disoccupazione che, per la prima volta dopo 7 anni, ha avuto nel 2015 una significativa riduzione di 0,8 punti percentuali rispetto al 2014, attestandosi all 11,9%. Nel 2015 la dinamica dei salari è stata discreta: le retribuzioni orarie contrattuali sono aumentate dell 1,1% nel complesso dell economia; specificamente la crescita è stata del 2,3% nell industria, dello 0,9% nei servizi e del 3,1% nell agricoltura, ma sono rimaste ferme le retribuzioni nella pubblica amministrazione. Osservando invece la dinamica dei prezzi al consumo, l inflazione ha rallentato per il terzo anno consecutivo, portandosi vicina allo zero: l indice armonizzato Ipca è infatti cresciuto solo dello 0,1% su base annua; su questo risultato ha inciso la forte riduzione dei prezzi dei beni importati. Nel complesso l incremento delle retribuzioni è stato quindi superiore all inflazione, favorendo il potere d acquisto dei lavoratori. Sul fronte della finanza pubblica, nonostante la modesta crescita del Pil 2015, inferiore al punto percentuale, il Governo è riuscito a garantire l equilibrio dei conti pubblici ed il rispetto degli impegni europei sull indebitamento netto (deficit di bilancio) che anche nel 2015 è rimasto entro la soglia del 3% del prodotto interno lordo, scendendo anzi al 2,6%, dal 3% del 2014: si tratta di una discesa dovuta principalmente al calo della spesa per interessi. Resta comunque problematica, come negli anni passati, la continua crescita del debito pubblico in valori assoluti, che è passato dai miliardi del 2014 ai miliardi del 2015, ed anche il lieve aumento dell incidenza del debito pubblico sul Pil, passata dal 132,5% del 2014 al 132,7% del

7 IL SETTORE GRAFICO EUROPEO NEL 2015 L industria grafica europea, sulla base degli ultimi dati di fonte Eurostat disponibili per il settore allargato della Stampa e servizi connessi alla stampa nell Unione Europea (28 paesi), fattura all incirca 81,1 miliardi di euro ed è rappresentata da circa imprese, con addetti. I primi 5 Paesi, in termini di quota percentuale di fatturato sul totale dell UE28, sono Germania, Regno Unito, Italia, Francia e Spagna. Nonostante la lunga fase di difficoltà degli anni recenti, il comparto grafico italiano mantiene quindi il terzo posto in Europa (per fatturato) dopo Germania e Regno Unito. I prodotti di eccellenza italiani, nel panorama internazionale, sono stampati pubblicitari, libri d arte, cataloghi e riviste. A livello di Unione Europea (28 paesi), nel 2015 la produzione del settore grafico cala dello 0,7% sul 2014, mentre il fatturato diminuisce del 2,3%. Fra i paesi più importanti, la maggior diminuzione del giro d affari si avverte in Germania ed Italia, è più modesto il calo in Francia e Regno Unito, mentre la Spagna ha una lievissima crescita. INDUSTRIA GRAFICA EUROPEA FATTURATO E PRODUZIONE NEI PRINCIPALI PAESI Variazione % 2015/2014 Paesi Fatturato Produzione UE28-2,3-0,7 Germania -3,1-2,7 Regno Unito -1,8-0,8 Italia -3,1-6,2 Francia -2,1-1,4 Spagna 0,1 2,3 Fonte: Eurostat. Per l'italia Elaborazione Assografici su dati Istat Nella tabella seguente sono indicate anche le quote percentuali relative a numero di imprese e numero di addetti nei primi 5 Paesi, sul totale dell UE28. INDUSTRIA GRAFICA EUROPEA FATTURATO, NUMERO DI IMPRESE E DI ADDETTI NEI PRINCIPALI PAESI Quota % sul totale UE28 Paesi Fatturato Numero di imprese Numero di addetti Germania 23,2 9,7 20,6 Regno Unito 15,8 9,8 15,3 Italia 12,6 13,4 11,7 Francia 10,7 16,9 9,7 Spagna 7,8 11,5 8,0 Altri 29,9 38,7 34,7 Fonte: Eurostat 6

8 IL SETTORE GRAFICO ITALIANO NEL 2015 INDICATORI FONDAMENTALI 2015 SETTORE GRAFICO Imprese Addetti Fatturato (Milioni di euro) Esportazioni (Milioni di euro) Milioni di euro Var.% Fatturato ,1 Esportazioni ,2 Importazioni ,4 Domanda interna* ,1 Saldo della bilancia commerciale ,4 Export / Fatturato % 17,2 15,8 Import / Domanda interna % 8,9 9,1 * Domanda interna = Consumo apparente = Fatturato + Import - Export Fonti: Istat, Eurostat, Stime Assografici Struttura In termini strutturali, il settore grafico italiano è rappresentato da circa imprese, con addetti. Nel 2015 prosegue ancora la prolungata fase di difficoltà del settore grafico, iniziata nel lontano 2006, per cause sia di domanda che tecnologiche; continua inoltre l intensa razionalizzazione strutturale del comparto, con una riduzione del numero complessivo di imprese (anche storiche) per chiusure o fallimenti, oppure con dei ridimensionamenti; numerosi però nel 2015 anche gli accordi, le acquisizioni e le integrazioni aziendali. Sul fronte degli ammortizzatori sociali, le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel settore Editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati si riducono del 26%, nel 2015 rispetto al 2014, fissandosi intorno ai 14,7 milioni di ore. ANDAMENTO DI FATTURATO E PRODUZIONE SETTORE GRAFICO (variazione % sul periodo precedente) Industria grafica Fatturato totale (in valore) -0,5-12,8-7,0-1,6-3,1 Produzione totale (in quantità) -5,8-11,8-11,7-1,9-6,2 Produzione segmentata (in quantità): - grafica editoriale -6,6-8,7-22,8-4,9-3,4 - grafica pubblicitaria e commerciale -5,2-14,6-4,6-0,5-7,5 Fonte: Indagine Osi (Osservatorio Stampa ed Imballaggio) Assografici Fatturato Sulla base dell indagine congiunturale Osi di Assografici (Osservatorio Stampa ed Imballaggio) del Centro Studi Assografici, per il fatturato del settore grafico, a seguito del trend moderatamente negativo che ha caratterizzato la fase centrale dell anno, il 2015 si chiude con una diminuzione complessiva del 3,1% sul 2014; tale calo del giro d affari è più intenso nelle esportazioni rispetto al fatturato interno. Il giro d affari stimato da Assografici, sulla base 7

9 delle proprie rilevazioni, è quindi di milioni di euro per il Dall analisi dei risultati aziendali nel 2015 si rileva una differenziazione fra le imprese: il 50% delle aziende del Panel Osi subisce un calo dei ricavi, in media del 6,6%, mentre il 50% delle imprese incrementa il giro d affari, mediamente del 4,6%. Nel 2015, come nel 2014, continua una situazione di difficoltà sui margini operativi delle imprese grafiche, per la competizione fra gli operatori che determina una discesa dei prezzi di vendita, e per le sofferenze diffuse negli incassi dai clienti. Sul fronte delle materie prime, si osservano nel 2015 variazioni dei prezzi delle principali carte ad uso grafico, in base al tipo di carta, mediamente tra il -5% ed il +0,5% circa sul 2014, come rileva la Camera di Commercio di Milano, mentre i prezzi degli inchiostri, sulla base delle rilevazioni Assografici, hanno un lieve calo tendenziale dello 0,4%. Produzione La produzione del settore grafico, a seguito di un 1 e un 4 trimestre particolarmente negativi, nel 2015 diminuisce complessivamente del 6,2% rispetto al 2014, per il calo della grafica editoriale (3,4%) e la flessione più intensa della grafica pubblicitaria e commerciale (-7,5%). Tale flessione produttiva va però interpretata alla luce della chiusura, durante il 2015, di alcune importanti aziende del settore, che può avere influenzato il confronto tendenziale dei dati con il 2014, in termini di quantità prodotte. Nell area grafica editoriale nel 2015 è peggiore il risultato produttivo delle riviste (-5,3%) rispetto a quello dei libri, la cui produzione è in diminuzione dell 1,8% sull anno precedente. Dal lato della domanda, si rileva nel 2015 un favorevole discreto incremento della spesa delle famiglie complessiva (+0,9%), quasi in linea con il trend dei consumi nazionali (+0,5%), ma va detto che resta sostanzialmente invariata e bassa la spesa per acquisti di prodotti culturali, quali libri e giornali, che rappresenta circa l 1% del totale e che è crollata del 35% circa tra 2007 e Per dare nuovo impulso al consumo dei prodotti culturali da parte delle famiglie, Assografici, insieme ad altre Associazioni della Filiera, ha proposto in un incontro pubblico a Roma il 16 marzo 2016 una detrazione dalle imposte sul reddito delle persone fisiche per gli acquisiti di libri, quotidiani e periodici in formato cartaceo o digitale, pari al 19% dell importo speso nel corso dell anno. Inoltre la Card prevista nell A.C sulla diffusione della lettura e del libro, approvato dalla Commissione Cultura, è certamente positiva ma ha un budget di 50 milioni di euro che va rifinanziato ogni anno. Va attuata, da ultimo, la Card sui consumi culturali dei diciottenni, prevista dalla Legge di Stabilità 2016, che include anche l acquisto di libri. Sempre riguardo ai libri, il mercato editoriale continua a soffrire della continua riduzione del numero dei lettori, scesi dal 46,8% del 2010 al 42% del 2015 (fonte Aie), con ricadute negative in termini di copie vendute nei canali trade (-2,1% nel 2015 per Nielsen), seppure siano leggermente migliori per gli editori i risultati in termini di vendite (+0,7% per Nielsen). Vanno bene comunque alcuni segmenti, come i libri per bambini/ragazzi che hanno uno sviluppo significativo e migliorano in generale i piccoli editori. Prosegue la crescita del mercato digitale per gli e-book, favoriti dalla parificazione del regime fiscale agevolato coi libri cartacei (Iva al 4% dal 1 gennaio 2015). Per quanto riguarda le riviste, oltre al calo del numero dei lettori abituali, la cui quota, che nel 2013 era del 58,4%, ora è scesa appena al 47,2% (fonte Audipress), incide nel 2015 il proseguimento della caduta di mercati di riferimento, come quello della pubblicità su stampa, che ha determinato la scomparsa di 8

10 alcuni titoli o quantomeno un taglio a foliazioni e tirature per quelle rimanenti. Secondo Nielsen, il mercato degli investimenti pubblicitari nel 2015 chiude nel complesso a 6,3 miliardi di euro circa, risultando dello 0,5% inferiore al Ma la pubblicità su stampa ha un andamento particolarmente negativo: dopo le riduzioni a due cifre del biennio e il -8,6% del 2014, diminuisce di un ulteriore 5,7% nel 2015; se si osserva al medio termine, rispetto all anno pre-crisi 2007, i valori della pubblicità su stampa sono più che dimezzati (-56%). Nello specifico la pubblicità sui periodici nel 2015, rispetto al 2014, cala del 4,1% e quella sui quotidiani del 6,6%. In un mercato pubblicitario in cui cresce circa la metà dei mezzi classici ed in cui spicca l ottima performance della radio (+8,8%), si stabilizza invece la pubblicità su TV (+0,7%) e Internet (-0,7%). In termini di principali settori merceologici investitori in pubblicità, cresce l advertising di alimentari, farmaceutici e grande distribuzione, è stabile l automobile, calano gli investimenti delle telecomunicazioni. Per fronteggiare la forte caduta della pubblicità sulla stampa negli ultimi anni, Assografici, insieme ad altre Associazioni della Filiera, ha proposto nell incontro pubblico a Roma del 16 marzo 2016 anche la detassazione degli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani e periodici, misura che premia le imprese che investano in pubblicità più che in passato. Tornando alla produzione del settore grafico, la grafica pubblicitaria e commerciale chiude l anno complessivamente al -7,5% sul Specificamente la produzione di stampati pubblicitari e commerciali nel 2015 ha una flessione tendenziale del 7,6%, mentre la modulistica diminuisce ulteriormente le già basse quantità prodotte del 6,8% sull anno precedente. In termini di domanda, nel 2015 si riduce significativamente la pubblicità sul direct mail (-8,3% sul 2014), mentre è sensibile l incremento della pubblicità in affissioni, che grazie soprattutto all effetto di Expo 2015, chiude con un segno positivo: +3,3%. La grande distribuzione mantiene l impegno in comunicazione per stimolare le vendite e far ripartire i consumi, incrementando nel complesso, nel 2015 sul 2014, del 6,5% gli investimenti pubblicitari, sulla base dei dati Nielsen, ma a favore di mezzi diversi dalla stampa. Allargando lo sguardo in termini di prodotto, prosegue nel 2015 la crescita di alcuni segmenti come il labelling e l imballaggio stampato, soprattutto flessibile, che negli anni più recenti hanno avuto migliori performance rispetto alla stampa tradizionale. Continua inoltre la trasformazione di diverse imprese grafiche tradizionali in fornitori di servizi integrati di comunicazione, allargando il business alle recenti attività legate al web (Web design, Web marketing, Web to print) o ai primi esperimenti nella stampa 3D. Grado di utilizzo degli impianti e investimenti in macchine Il tasso di utilizzo degli impianti del settore grafico, rilevato dall Istat, nella media del 2015 è del 73,7%, in crescita di 1,8 punti rispetto al Nonostante migliori solo leggermente l accesso al sistema creditizio per le imprese, il 2015 è stato il migliore anno degli ultimi 5, sul fronte degli investimenti in macchinari da 9

11 stampa. L Associazione Acimga (costruttori di macchine grafiche, cartotecniche e per il converting), che insieme ad Assografici ed Assocarta fa parte della Federazione della Filiera della Carta e della Grafica, rileva nel 2015, sul 2014, una intensa crescita del 28,9% del consumo apparente di macchine grafiche, cartotecniche e per il converting; va ricordato che il consumo apparente indica il consumo nazionale, dato da produzione, più import, meno export. L Associazione Argi (distributori di macchine, sistemi e prodotti per il settore grafico) rileva inoltre nel 2015 una intensa crescita degli investimenti in macchinari, consumabili e servizi grafici rispetto al 2014, di oltre il 30%, che diventa del 34,5% se si considerano le sole macchine da stampa offset e digitali. Suddividendoli in categorie, in base al segmento di destinazione, gli investimenti in macchine da Stampa offset hanno una crescita a due cifre (+36%), riprendendosi la market share più ampia, rispetto al +19,5% delle macchine da Stampa digitale. Fra le macchine da stampa offset, l 80% è rappresentato dal formato 70x100, in crescita notevole rispetto al 2014 (66%). Fra le macchine da stampa digitali invece è in particolare la tecnologia ink-jet che presenta il più significativo tasso di incremento di installazioni nel 2015 e si conferma anche la crescita significativa delle macchine da stampa digitali per etichette. Riguardo agli investimenti in Pre-stampa, c è un calo delle macchine e una leggera crescita della parte service (per ¾ contratti di assistenza tecnica), mentre crescono del 60% gli investimenti in Post-stampa e in particolare c è un impennata nel Post-stampa per la Cartotecnica (poco meno del +70%). Commercio estero Sul fronte del commercio estero, le esportazioni in valore nell anno 2015 del settore grafico, a causa soprattutto di un primo semestre molto negativo, chiudono con una flessione dell 11,2% sul 2014, scendendo a milioni di euro (15,8% del fatturato totale grafico stimato da Assografici, dal 17,2% del 2014), a fronte di un incremento delle importazioni in valore (+1,4%), che aumentano a 591 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale pertanto, pur in calo a due cifre nel 2015 sul 2014 (-22,4%) per la flessione dell export, resta comunque ampiamente positivo e significativo (513 milioni di euro). La flessione delle esportazioni 2015 determina ricadute sfavorevoli per le imprese che operano sui mercati esteri e implicazioni negative sul fatturato complessivo del comparto. Considerando i prodotti, nel 2015 si osserva una riduzione significativa dell export in valore dei libri (-7,9%), mentre è meno intensa quella degli stampati pubblicitari e commerciali (-5,4%) e delle riviste (-4%). E però a due cifre la flessione delle esportazioni per album e libri di immagini, musica manoscritta e stampata, francobolli, carte valori e cartoline. Dal punto di vista geografico, le esportazioni del settore grafico calano significativamente verso il principale paese di destinazione, ovvero la Francia (-12,3%) e verso il secondo paese, cioè la Germania (-19,7%); modesta è la crescita dell export verso il Regno Unito (+2,5%) e leggermente più intensa verso la Svizzera (+3,6%). In calo a due cifre invece le esportazioni verso gli Stati Uniti (-12,9%). Volgendo lo sguardo ai primi 15 paesi di destinazione, è significativa la diminuzione dell export verso la Russia (-38,5%), l Austria (-30,7%) ed il Belgio (-24,6%), mentre crescono le nostre esportazioni verso la Cina (+5,4%), la Svezia (+5,1%) e la Spagna (+4,2%). Analizzando il peso percentuale dei Paesi di destinazione sul totale delle esportazioni, nel 2015 cala il peso della Francia (la cui quota passa dal 28,6% del 2014 al 28,2%) e quello della Germania (dal 13,7% al 12,4%); cresce la quota sull export totale del Regno Unito (dal 9,9% all 11,4%) e della Svizzera, dal 6,6% al 7,7%; in lieve calo il peso percentuale degli Stati Uniti (dal 6,3% al 6,2%), appena sopra la Spagna. Le importazioni in valore del settore grafico crescono, nell anno 2015 sul 2014, dell 1,4%; in termini di prodotto, per la crescita dell import degli stampati pubblicitari e commerciali (+6,3%) e dei libri (+0,8%), a 10

12 fronte di una riduzione delle importazioni di riviste (-3,7%). Dal punto di vista geografico, analizzando i cinque principali paesi di provenienza, diminuiscono le importazioni di stampati dalla Germania (-6,6%) e leggermente dal Regno Unito (-0,4%), mentre crescono dalla Francia (+2,3%); significativa la riduzione dell import dalla Cina (-12,6%), a fronte di una notevole ripresa di quello proveniente dagli Stati Uniti (+21,8%). Volgendo lo sguardo ai primi 15 paesi di provenienza di stampati, è a due cifre la crescita delle importazioni da Polonia, Romania, Slovacchia, Hong Kong e Spagna. Analizzando il peso percentuale dei Paesi sul totale delle importazioni, nel 2015 diminuisce il peso della Germania (la cui quota passa dal 31,3% del 2014 al 28,8%) e del Regno Unito (dal 18,4% al 18,1%); stabile la Francia, all 8,2%, che supera però la Cina, la cui quota diminuisce nettamente dal 9,3% all 8%; invece aumenta intensamente il peso degli Usa (dal 6,1% al 7,3%), che superano in questa classifica i Paesi Bassi. 11

13 IL SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE EUROPEO NEL 2015 L industria cartotecnica trasformatrice europea, sulla base degli ultimi dati di fonte Eurostat disponibili, relativi al settore allargato della Fabbricazione di articoli di carta e cartone nell Unione Europea (28 paesi), fattura all incirca 98,4 miliardi di euro ed è rappresentata da circa imprese, con addetti. I primi 5 Paesi, in termini di quota percentuale di fatturato sul totale dell UE28, sono Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Spagna. L industria cartotecnica trasformatrice italiana ha quindi una posizione significativa in ambito europeo, in quanto secondo produttore. Analizzando il quadro internazionale dal punto di vista dei prodotti, l Italia ha un eccellenza nel cartone ondulato (2 produttore europeo), negli imballaggi stampati, nell oggettistica da regalo e nelle carte da parati. Nell Unione Europea (28 paesi) la produzione del settore cartotecnico trasformatore, a seguito di un accelerazione nella parte finale dell anno, cresce dell 1,3% nel 2015 rispetto al 2014, mentre il fatturato aumenta maggiormente del 2%: si tratta di risultati simili, ma inferiori, a quelli del nostro paese. Sul giro d affari, fra i principali paesi, Spagna e Italia hanno le performance migliori, Regno Unito e Germania crescono poco, la Francia ha un risultato leggermente negativo. INDUSTRIA CARTOTECNICA TRASFORMATRICE EUROPEA FATTURATO E PRODUZIONE NEI PRINCIPALI PAESI Variazione % 2015/2014 Paesi Fatturato Produzione UE28 2,0 1,3 Germania 0,4-1,3 Italia 2,3 1,8 Francia -0,1-1,1 Regno Unito 0,7 2,2 Spagna 3,3 6,1 Fonte: Eurostat. Per l'italia Elaborazione su dati Istat/Assografici Di seguito sono indicate anche le quote percentuali relative a numero di imprese e numero di addetti nei primi 5 Paesi, sul totale dell UE28. INDUSTRIA CARTOTECNICA TRASFORMATRICE EUROPEA FATTURATO, NUMERO DI IMPRESE E DI ADDETTI NEI PRINCIPALI PAESI Quota % sul totale UE28 Paesi Fatturato Numero di imprese Numero di addetti Germania 23,2 8,1 21,9 Italia 17,1 20,3 12,6 Francia 11,6 9,2 10,4 Regno Unito 10,6 7,1 10,6 Spagna 7,6 7,9 6,7 Altri 29,9 47,4 37,8 Fonte: Eurostat 12

14 IL SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE ITALIANO NEL 2015 INDICATORI FONDAMENTALI 2015 SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE Imprese Addetti Fatturato (Milioni di euro) Esportazioni (Milioni di euro) Milioni di euro Var.% Fatturato ,3 Esportazioni ,1 Importazioni ,0 Domanda interna* ,6 Saldo della bilancia commerciale ,5 Struttura In termini strutturali, l industria cartotecnica trasformatrice italiana è costituita da circa imprese, con addetti. Sul fronte degli ammortizzatori sociali, le ore autorizzate di CIG nel settore Pasta carta, carta, cartone e prodotti di carta nel 2015 hanno una contrazione del 38,4% rispetto al 2014, che le porta a scendere a 4,9 milioni di ore circa. Nel complesso, in termini di risultati, il 2015 è stato un anno positivo, determinato da quattro trimestri positivi, seppure con intensità diverse. Export / Fatturato % 36,7 37,0 Import / Domanda interna % 13,9 14,5 * Domanda interna = Consumo apparente = Fatturato + Import - Export Fonti: Istat, Eurostat, Stime Assografici ANDAMENTO DI FATTURATO E PRODUZIONE SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE (variazione % sul periodo precedente) Industria cartotecnica trasformatrice Fatturato totale (in valore) 5,7-4,4-0,6 3,3 2,3 Produzione totale (in quantità) -0,7-4,1 0,7 2,4 1,8 Produzione segmentata (in quantità): - imballaggi -0,7-4,0 0,8 2,6 1,8 - altre lavorazioni -0,8-5,1-0,5 1,0 1,8 Fonte: Indagine Osi (Osservatorio Stampa ed Imballaggio) Assografici Fatturato In base all indagine Osi (Osservatorio Stampa ed Imballaggio) del Centro Studi Assografici, la dinamica complessiva del giro d affari dell anno 2015 è positiva (+2,3% sul 2014). Il fatturato stimato da Assografici, sulla base delle proprie rilevazioni, è quindi di milioni di euro per il

15 Raffrontando i risultati delle singole imprese, nel 2015 rispetto al 2014, si nota che il 58% delle aziende del Panel Osi aumenta il fatturato, in media del 6,8%, mentre il 42% delle aziende lo riduce, mediamente del 5,7%. Nel 2015, i prezzi di vendita dei prodotti trasformati sono in crescita circa dell 1,2% sul Sul fronte della situazione finanziaria delle imprese cartotecniche trasformatrici, in termini di margini operativi, nel 2015 le imprese hanno situazioni differenziate in base al segmento produttivo, per la diversa capacità di fronteggiare gli aumenti dei prezzi delle materie prime. Su questo fronte, i prezzi delle carte e dei cartoni, secondo la Camera di Commercio di Milano, risultano differenziati nei principali segmenti produttivi, nella media 2015 sul 2014, con crescite in particolare delle quotazioni nelle carte per cartone ondulato e incrementi più modesti o stabilità nell altre aree. Risultano stabili, sulla base delle rilevazioni Assografici, i costi dell energia (-0,1%), ma in forte crescita quelli dei trasporti (+17,4%). Produzione A seguito di una accelerazione produttiva avvenuta nel 4 trimestre, le stime sul 2015, in base alle indagini di Assografici, evidenziano per il settore cartotecnico trasformatore una crescita tendenziale della produzione dell 1,8% sul Nello specifico aumenta dell 1,8% la produzione di imballaggi in carta e cartone, a fronte di uguale incremento dell 1,8% delle altre produzioni cartotecniche. Analizzando il comparto dell imballaggio in carta e cartone, i produttori di imballaggi di cartone ondulato, rappresentati dal Gifco (Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone Ondulato), a seguito di un netto miglioramento della domanda registrato in corso d anno, segnalano nel 2015 una crescita complessiva tendenziale delle quantità prodotte dell 1,4%: tale crescita si spiega con lo stretto legame del segmento con l andamento del settore alimentare e bevande che ha avuto una modesta performance in termini produttivi. Gli astucci e scatole pieghevoli, rappresentati dal Gifasp (Gruppo Italiano Fabbricanti Astucci e Scatole Pieghevoli), dopo il rimbalzo positivo nel 2014, confermano nel 2015, sulla base dei Istat, un favorevole progresso delle quantità prodotte del 4,5%, risentendo dei positivi risultati della farmaceutica e della cosmesiprofumeria, nonostante l anno incerto dell alimentare-bevande. La produzione di sacchi di carta, sulla base delle statistiche del Gipsac (Gruppo Italiano Produttori Sacchi Carta), ha una diminuzione del 3,1% rispetto al 2014, principalmente per la flessione della domanda del settore costruzioni, per la coda della fase recessiva degli ultimi anni, e il calo più modesto del settore mangimi. La produzione degli imballaggi flessibili, secondo il Giflex (Gruppo Imballaggio Flessibile), cresce del 4% circa nel 2015, per il mantenimento del buon livello di domanda sia sul mercato interno, sia su quello estero, su cui comunque il segmento continua a realizzare la maggior parte del fatturato. Nell area della cartotecnica, nel 2015 sul 2014, prosegue il ciclo positivo della produzione di etichette autoadesive (+8,5%), secondo Gipea (Gruppo Italiano Produttori Etichette Autoadesive), riparte la produzione di tubi in cartone dopo un 2014 complesso, così come quella degli articoli igienici e sanitari (+5,9% per l Istat) e in misura minore delle carte trattate per uso industriale (+0,9% per l Istat). Stabile la produzione degli articoli di cartoleria. Arretrano invece le buste da corrispondenza (-2,6% per l Istat). Male, per la complessa situazione sui mercati esteri (cui viene 14

16 destinato oltre il 95% della produzione), la produzione di carte da parati, che cala a due cifre. Dal lato della domanda, il settore cartotecnico trasformatore ottiene un risultato in linea con quello complessivo della produzione industriale italiana, che chiude l anno 2015 con una crescita dell 1,8%. La maggioranza dei settori manifatturieri rilevati dall Istat (8 su 13) accresce nel 2015 le quantità prodotte; l oscillazione dei risultati settoriali è ampia, fra il +16,8% ed il -3,6%. Analizzando i comparti di maggiore interesse per l imballaggio in carta e cartone, si osserva un lieve calo per alimentari, bevande e tabacco (-0,6%), mentre hanno agganciato la ripresa la farmaceutica (+5,4%) e la cosmesi-profumeria. Riguardo ad alimentari e bevande, le recenti tendenze salutiste stanno determinando una maggiore attenzione alla qualità degli alimenti, ovvero un upgrading qualitativo, rispetto alla quantità. Il risultato del settore cartotecnico trasformatore è positivo anche osservando il trend dei consumi nazionali (+0,5%), a sua volta leggermente inferiore all incremento della spesa delle famiglie complessiva (+0,9%). Le famiglie, in un contesto di netto miglioramento del clima di fiducia rispetto agli anni precedenti oscurati dalla crisi, e a fronte di una inflazione sostanzialmente stabile (+0,1%) che favorisce il potere d acquisto, migliorano, seppure ancora cautamente, l approccio all acquisto di beni. Sono favorevoli infatti le indicazioni in corso d anno provenienti dal largo consumo confezionato. Prosegue, come negli anni precedenti, il trend di acquisti ripetuti di porzioni piccole (fino alla monoporzione) e di piatti pronti che favoriscono la domanda di imballaggi. Grado di utilizzo degli impianti e investimenti in macchine Il tasso di utilizzo degli impianti del settore cartotecnico trasformatore nella media del 2015 è del 82,2%, in crescita di 1,4 punti rispetto al Migliora leggermente la situazione sul fronte del credito, che comunque non penalizza gli investimenti in macchinari, il cui ciclo positivo, già iniziato nel 2014, prosegue nel 2015: le imprese cartotecniche investono in generale su macchine più performanti. Commercio estero Sul fronte del commercio estero, le esportazioni in valore nell anno 2015 del settore cartotecnico trasformatore crescono del 3,1% rispetto al 2014, salendo a milioni di euro (37% del fatturato totale cartotecnico trasformatore stimato da Assografici, dal 36,7% del 2014), a fronte di un aumento del 7% delle importazioni in valore, che si portano a 766 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale pertanto migliora nel 2015 sul 2014 dell 1,5% e in valori assoluti è alquanto rilevante e positivo, ovvero milioni di euro. A livello di prodotto, nel 2015 l export di scatole, sacchi ed imballaggi vari in carta e cartone aumenta del 2,8% sul 2014 e crescono anche le esportazioni di articoli igienici e sanitari (+9,7%), etichette (+4,7%), prodotti cartotecnici per corrispondenza (+3,1%) e tubi di cartone (+0,5%). In flessione invece le esportazioni di carte da parati (-33,2%), mentre è lieve il calo dell export di articoli per scuola, ufficio e cartoleria (-0,2%). Analizzando l export verso i principali 5 paesi di 15

17 destinazione, il 2015 si caratterizza per una crescita generalizzata: le esportazioni verso la Francia crescono dell 8,4%, così come quelle verso la Germania (+2,6%); più intenso l incremento verso il Regno Unito (+14,6%), più moderato verso la Svizzera (+1,1%) e verso la Spagna (+1,2%). Allargando l analisi ai primi 15 paesi, si nota una buona crescita dell export italiano verso la Repubblica Ceca (+11,5%), la Polonia (+10%) e gli Stati Uniti (+7%), mentre flettono le esportazioni verso i Paesi Bassi (-2,6%) e soprattutto la Grecia (-6,5%) che risente della grave crisi economica. In termini di peso percentuale dei Paesi di destinazione sul totale delle esportazioni, nel 2015 cresce significativamente il peso della Francia (dal 22% del 2014 al 23,1%), diminuisce leggermente quello della Germania (dal 13,9% al 13,8%), aumenta quello del Regno Unito (dal 6,5% al 7,2%); in lieve calo la quota percentuale dell export verso la Svizzera (dal 6,1% al 6%) e la Spagna (dal 5,3% al 5,2%). Analizzando le importazioni in valore del settore cartotecnico trasformatore, l anno si chiude con un +7% sul 2014, per l incremento significativo dell import tedesco e cinese. Considerando i principali prodotti, cresce l import di scatole, sacchi ed imballaggi vari in carta e cartone (+8,5%) e di etichette (+11,3%), mentre sono in lieve calo le importazioni di articoli igienici e sanitari (-0,3%). Osservando i più importanti paesi di provenienza, le importazioni della cartotecnica trasformazione, nel 2015 sul 2014, crescono dalla Germania (+9,8%), più intensamente dalla Cina (+15,8%) e più moderatamente dalla Francia (+2,3%) e dal Regno Unito (+4,9%) che però torna a superare, in questa classifica, l Albania (-16,6%). Considerando il peso percentuale dei Paesi sul totale delle importazioni, nel 2015 si conferma leader la Germania, con una quota in crescita (dal 25,5% del 2014 al 26,1%); più forte l incremento della Cina (dal 15,4% al 16,6%); lieve la diminuzione della Francia (dal 13,4% al 12,8%) e del Regno Unito (dal 4,5% al 4,4%); arretra l Albania (dal 5,5% al 4,3%), che aveva avuto una forte crescita nel

18 LA FILIERA DELLA CARTA, EDITORIA, STAMPA E TRASFORMAZIONE NEL 2015 Per completezza di informazione, dopo l analisi del settore grafico e cartotecnico trasformatore nel 2015, è opportuno riportare brevemente i principali risultati dello studio annuale sulla Filiera della Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione, presentato in una riuscita conferenza stampa, sul tema Più lettura, più comunicazione, svoltasi mercoledì 16 marzo 2016 a Roma. Il Tavolo di consultazione delle sette Associazioni di categoria che rappresentano la Filiera della Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione, che è stato istituito nel 2006, unisce su alcuni progetti Assografici, Acimga (costruttori di macchine grafiche, cartotecniche e per il converting), Aie (editori di libri), Argi (distributori di macchine, sistemi e prodotti per il settore grafico), Asig (stampatori di giornali), Assocarta (produttori di carta) e Fieg (editori di quotidiani, periodici e agenzie di stampa). L incontro del 16 marzo è stato aperto con una presentazione sullo stato dei settori, in termini di informazioni statistico-economiche sulla Filiera. Il macrosettore della Filiera mantiene un importanza strategica all interno dell economia italiana e un notevole impatto dal punto di vista anche occupazionale. Nel 2015, dei circa 30,6 miliardi di euro di fatturato complessivo, 9,5 sono stati realizzati con l export, con un saldo attivo della bilancia commerciale di 3,8 miliardi. Il mercato interno rimane il vero tallone d Achille: infatti, nel 2015, è andata appena meglio del 2014, che rappresenta il minimo storico degli ultimi 10 anni. La Filiera rappresenta comunque il 5% dell occupazione manifatturiera nazionale, con addetti, che arrivano a circa con l indotto. Dopo l apertura sullo stato dei settori, le Associazioni hanno presentato alla stampa due proposte di politica industriale finalizzate a stimolare il macrosettore e a dare impulso alla domanda di prodotti editoriali e di comunicazione pubblicitaria. La prima proposta riguarda una detrazione dalle imposte sul reddito delle persone fisiche, per gli acquisti di libri, quotidiani e periodici, in formato cartaceo o digitale, pari al 19% dell importo speso nel corso dell anno. La seconda invece si propone di escludere dall imposizione del reddito di impresa e di lavoro autonomo una percentuale degli investimenti delle imprese in campagne pubblicitarie effettuate nell anno 2016 e nei 3 anni successivi, su quotidiani e periodici, anche online; la percentuale di detassazione è superiore sulla parte di investimenti in eccedenza rispetto a quelli realizzati nel corso dell anno precedente (detassazione della pubblicità incrementale). Queste proposte costituiranno la base per gli incontri in sedi istituzionali, quali Ministeri, Governo e Commissioni parlamentari. Ottima la partecipazione alla conferenza stampa e le uscite sulla stampa nazionale (Il Sole24Ore, Corriere della Sera, Stampa, Messaggero, Avvenire), oltre a tante testate online e locali. Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione PIÙ LETTURA, PIÙ COMUNICAZIONE I dati della Filiera Massimo Medugno Assocarta Claudio Covini Assografici Roma, 16 marzo

19 L ECONOMIA INTERNAZIONALE NEL 2016 Secondo le recenti previsioni di aprile 2016 del Fondo Monetario Internazionale, il tasso di crescita dell economia globale nel 2016 dovrebbe salire leggermente al 3,2%, con il commercio mondiale in aumento simile del 3,1%, qualche decimale in più dell anno prima. Sia nei principali paesi emergenti, che confermano una crescita ancora significativa ma più lenta che in passato, sia nei paesi avanzati, dove lo sviluppo rimane discreto, le previsioni sul Pil sono nel complesso piuttosto allineate ai risultati del Analizzando il mondo per paesi, negli Stati Uniti le previsioni macroeconomiche 2016 sono simili al 2015, stimando un aumento del Pil del 2,4%. Sul fronte monetario, la crescita non eccelsa dell economia mondiale e la scarsa dinamica degli investimenti hanno spinto la Federal Reserve, dopo la stretta monetaria di dicembre 2015, a lasciare il tasso di interesse di riferimento invariato tra lo 0,25% e lo 0,50% e a rivedere al ribasso l entità degli ulteriori aumenti previsti nel breve termine. In Giappone l incremento del prodotto interno lordo nell anno in corso dovrebbe rimanere limitato al +0,5%, anche in questo caso in linea con l anno prima. L economia cinese si espanderà nel 2016 del 6,5% (leggermente inferiore al +6,9% del 2015), mentre quella indiana manterrà l incremento del Pil sopra il 7% (+7,5%, dopo il +7,3% del 2015). Anche l America Latina avrà nel 2016 risultati simili a quelli del 2015: proseguirà la crisi del Brasile (-3,8% di prodotto interno lordo, come l anno prima), crescerà il Pil messicano (+2,4%, in linea con il +2,5% del 2015); peggiorerà però la situazione economica in Argentina, dove è previsto un ritorno alla recessione (-1% di prodotto interno lordo, dopo il +1,2% del 2015). Venendo all'europa, le economie dell Europa Orientale confermeranno nel 2016 la buona crescita economica dell anno prima: il Pil complessivo aumenterà del 3,5%, come nel Proseguirà però la recessione della Russia, dove il prodotto interno lordo avrà un ulteriore arretramento dell 1,8%, dopo il -3,7% del Passando all area dell euro, nel 2016 è atteso un incremento del Pil dell 1,5%, una crescita ancora piuttosto modesta, in linea coi risultati 2015 (+1,6%). La disoccupazione salirà leggermente dal 10,3% al 10,5%. Sul fronte della politica monetaria, l orientamento fortemente espansivo della Banca centrale europea (Bce) ha contribuito a garantire una certa stabilità finanziaria, ma non ha ancora conseguito i risultati sperati in termini di crescita reale e di inflazione (prossima allo zero), con una ripresa del credito ancora modesta. La Banca centrale europea, al fine di combattere con maggiore decisione le tendenze deflazionistiche e rendere più agevole la concessione di credito all economia reale, a marzo 2016 ha portato a zero il tasso di interesse principale di riferimento e ha aumentato il Quantitative Easing (piano d acquisto di titoli privati e pubblici), portandolo a 80 miliardi di euro mensili, con la novità che gli acquisti potranno riguardare anche bond emessi da imprese non finanziarie. Osservando nello specifico i principali paesi dell area dell euro, la crescita economica nel 2016 rimarrà sui livelli del 2015 in Germania e Francia (rispettivamente +1,5% e +1,1%), migliorerà leggermente in Italia (+1% dopo il +0,8% del 2015) e sarà più alta, rispetto agli altri paesi, in Spagna (+2,6%, dopo il +3,2% dell anno prima). Leggermente in decelerazione l incremento del Pil 2016 nel Regno Unito (+1,9% dopo il +2,2% del 2015). Sebbene le prospettive per l economia mondiale siano quindi ancora orientate verso la crescita, per il 2016 i rischi associati allo scenario internazionale sono principalmente al ribasso. Si è accresciuta la vulnerabilità finanziaria, così come è dimostrato dalla caduta, tra fine 2015 e inizio 2016, delle quotazioni azionarie e obbligazionarie a livello mondiale. La ripresa economica nelle economie avanzate è ancora fragile e si accompagna a tassi di inflazione 18

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