Debito pubblico e Debito estero
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1 CORSO DI POLITICA ECONOMICA AA Debito pubblico e Debito estero DOCENTE PIERLUIGI MONTALBANO pierluigi.montalbano@uniroma1.it e U. Triulzi 2009
2 Disavanzo vs Debito pubblico Il disavanzo pubblico: situazione economica in cui le spese pubbliche eccedono le entrate totali (se invece le entrate superano le spese si ha «surplus»). Nell UEM Il PSC fissa limiti per il disavanzo pubblico al fine di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche. Un disavanzo superiore al 3% del PIL è considerato eccessivo e richiede azioni correttive. Il debito pubblico: debito accumulato nel tempo dal paese che finanzia i propri disavanzi mediante l'emissione di titoli di Stato. Nell UEM il PSC fissa il limite del 60% del PIL per il debito pubblico.
3 Cos è il disavanzo strutturale? Premessa: Disavanzi (e avanzi) di bilancio servono a stabilizzare l attività economica redistribuendo nel tempo l onere della tassazione (generalmente in relazione a momenti di crisi e/o eventi eccezionali) Il disavanzo strutturale (=disavanzo corretto per il ciclo) rappresenta il disavanzo che si avrebbe se la produzione fosse al suo livello naturale (o potenziale) va stimata! Più alto è il prodotto potenziale, rispetto a quello effettivamente realizzato, maggiore è l'impatto della recessione sull'economia e, quindi, minore la componente strutturale del disavanzo. Se il disavanzo effettivo è positivo, ma il disavanzo strutturale è nullo, la PF è compatibile con l ob. di non aumentare indebitamento (la PF non è in disavanzo nel LP). Viceversa, l esistenza di disavanzo strutturale positivo evidenzia il rischio di un aumento strutturale dell indebitamento Si ottiene correggendo il deficit effettivo (G-T) con il corrispondente deficit di PO tenendo conto cioè della reazione automatica delle entrate fiscali e della spesa pubblica al ciclo economico In pratica, lo Stato dovrà in futuro produrre avanzi strutturali (=corretti per il ciclo) se non vuole far crescere l indebitamento
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5 P.. Montalbano, A. Federici, ETSG 2009-Rome Annual pc obsdgdp P.Montalbano
6 Il Fiscal Compact e la Golden Rule Nel Gennaio 2012 l Ue ha approvato il c.d. «fiscal compact» 2 regole: Golden Rule: pareggio di bilancio (i.e., il divieto per il deficit strutturale di superare lo 0.5 % del Pil nel corso di un ciclo economico) Obbligo riduzione del rapporto debito/pil: dovrà scendere ogni anno di 1/20 della distanza tra il suo livello effettivo e la soglia del 60%.
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8 Dinamica del rapporto debito/pil in Italia (stime ufficiali) NB per rispettare la regola di 1/20, con un debito al 120% del Pil e il pareggio di bilancio è sufficiente che il Pil nominale cresca del 2,5%; con un debito al 100% del Pil basta una crescita nominale del 2%; con un debito all 80%è sufficiente l 1,25%.
9 Avanzo primario ed indebitamento netto in Italia (stime ufficiali) NB stime basate su ipotesi di crescita reale del PIL all 1%, nominale 2,7%, costo medio del debito al 5,5%). Rigorose o Ottimistiche?
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12 Perché PSC lega debito e PIL? La capacità produttiva indica l abilità dello Stato di ripagare il debito (nb. Il patrimonio pubblico netto è generalmente prossimo a zero). Un evoluzione temporale del debito pubblico oltre i livelli di sostenibilità è considerata una patologia Come si valuta la sostenibilità del debito pubblico? Affrontando analiticamente l andamento nel tempo del rapporto debito/pil
13 Il debito pubblico britannico ha raggiunto il 200% del PIL dopo le guerre napoleoniche e dopo le GM
14 La Francia ha scelto una strada completamente diversa imponendo (dopo il 1789) maggiori tasse sui Patrimoni privati (nel 1815 il debito è inferiore al 20% del reddito)
15 La natura evolutiva del debito pubblico (da Piketty 2014) Tra il 1815 ed il 1848 il debito pubblico francese torna a crescere (raggiungendo circa l 80% del reddito nazionale) All epoca il governo francese paga circa il 4-5% di interessi annuali (più della spesa annuale per l istruzione) ai detentori di titoli (senza inflazione). Ciò determina effetti redistributivi a vantaggio dei creditori nazionali (appartenenti alle classi agiate) che beneficiano sia delle minori imposte, sia degli interessi sui crediti (fa crescere i patrimoni privati) Nel XX secolo il debito pubblico cambia natura e diventa strumento di redistribuzione della ricchezza a vantaggio delle classi svantaggiate. Ciò perché il parallelo aumento dell inflazione erode il potere d acquisto dei creditori (nel 1950 il potere d acquisto delle rendite si è ridotto in Francia di circa 100 volte). Ciò alimenta però aspettative inflazionistiche, aprendo le porte alla stagflazione ed alla disoccupazione (ma, grazie all inflazione, si mantiene basso il valore reale del debito). Senza contare che nel dopoguerra l investimento in titoli non riguarda più esclusivamente le classi svantaggiate
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18 L evoluzione temporale del rapporto debito/pil vincolo di bilancio del settore pubblico: In pratica, la variazione dello stock del debito dipende dalla spesa per interessi (rd t-1 ) e dal disavanzo primario (l eccesso di spesa pubblica rispetto alle imposte). Tutte le variabili sono in termini reali Riordinando i termini: In pratica, il debito all anno t è pari al debito dell anno precedente, comprensivo della spesa per interessi in termini reali, più il disavanzo primario al medesimo anno t. Rapportando al PIL all anno t (Y t ) entrambi i lati dell equazione, si ottiene:
19 L evoluzione temporale del rapporto debito/pil (2) Se ora moltiplichiamo e dividiamo Dt 1 Y t per Y t-1, otteniamo: Dato che Quindi ottengo: Dato che: allora Dt Dt Gt Tt r ) 1 1 ( = (1 + ) + Y Y 1+ g Y t t 1 t Possiamo riscrivere:
20 L evoluzione temporale del rapporto debito/pil (3) Spostando a Sx dell equazione, otteniamo: La variazione del rapporto debito/pil è pari alla somma di due termini: la differenza fra tasso di interesse reale e tasso di crescita del PIL (moltiplicato per il rapporto debito/pil dell anno precedente) il rapporto fra disavanzo (avanzo) primario e PIL. Ciò spiega perché l adozione di adeguate politiche di rientro del debito richieda necessariamente misure in grado di accelerare il tasso di crescita del reddito e/o di contenere il disavanzo corrente
21 TEORIA DELL EQUIVALENZA RICARDIANA (Barro, 1974) «Spiazzamento reale»: fra consumi pubblici e consumi privati (la PF è inefficace, anche nel BP). L idea alla base dell equivalenza ricardiana è che un aumento del disavanzo pubblico non determina alcuna influenza sui consumi complessivi (Ipotesi AR) NB: già teoria consumo (Modigliani-Friedman 54-57) ci dice che gli agenti non fanno scelte di consumo sul reddito corrente ma sul reddito permanente, Yp (i.e., reddito atteso) Quindi, una PF espansiva (aumento imposte e/o aumento spesa pubblica comunque ripagata i futuro, vedi vincolo di bilancio) non fa variare Yp e quindi non fa variare i consumi. Con ipotesi AR, il risparmio privato aumenterebbe in misura pari al risparmio pubblico, senza alcun effetto sui consumi (la PF è irrilevante: serve solo a spostare le imposte dal presente al futuro, senza modificare il comportamento delle famiglie)
22 LIMITI EQUIVALENZA RICARDIANA Equivalenza saggi interesse: L ER assume che l effetto netto fra minor risparmio pubblico e maggior risparmio privato sia neutro. In realtà, la spesa pubblica in disavanzo ha comunque effetti positivi sul reddito nazionale perché permette al settore privato di prendere a prestito ad un tasso interesse minore (ipr > ipb). Ruolo incertezza: La proposizione di equivalenza ricardiana ipotizza l ipotesi di «equivalente certo». Naturalmente, tanto più incerti e lontani nel tempo saranno i futuri aumenti di imposta agli occhi dei consumatori, tanto meno è probabile che l equivalenza ricardiana risulti verificata. effetti Imposte vs Debito: L ER non tiene conto del fatto che le imposte, a differenza del debito pubblico, provocano effetti distorsivi nel sistema economico (es. sostituzione del lavoro con tempo libero).
Debito pubblico e Debito estero
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