Segui il tuo cuore furono le parole che la Direttrice della prima scuola dove ho insegnato mi disse, all inizio della carriera.

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1 Gusteau: L'alta cucina non è una cosa per pavidi: bisogna avere immaginazione, essere temerari, tentare anche l'impossibile e non permettere a nessuno di porvi dei limiti solo perché siete quello che siete, il vostro unico limite sia il vostro cuore. Quello che dico sempre è vero, chiunque può cucinare... ma solo gli intrepidi possono diventare dei grandi! Rémy: Oh, pura poesia. Tratto da Ratatouille Segui il tuo cuore furono le parole che la Direttrice della prima scuola dove ho insegnato mi disse, all inizio della carriera. Mai parole son più vere di quelle, quando si ha la fortuna di lavorare con bambini. Terra fertile. La fertilità però è il prodotto di molteplici fattori, pertanto qualcosa in costante e delicato equilibrio giacché soggetta a rideterminare se stessa al più piccolo cambiamento. Per questa sua peculiarità, è suscettibile di ogni evento, perfino di ogni intenzione, poiché ciascun accadimento genera un effetto onda e sappiamo tutti come le onde possano esser assai diverse. Il lavoro di ampliamento dell offerta formativa di quest anno si sostanzia in una serie di approfondimenti legati ad Expo 2015 e costituiscono un corpus che prende forma dal progetto Nutrire Lezioni pensato proprio per la seconda B del plesso di via Euripide e a cui con fiducia hanno aderito altre classi. Quello che segue è dunque uno dei lavori che si stanno realizzando. Nello specifico, è quello che vede l approfondimento della ricerca nell ambiente cucina e che ha avuto l opportunità di godere del contributo di una delle più prestigiose aziende italiane. I bambini e i loro genitori hanno potuto incontrare Massimo Peloso, della divisione formazione per Valcucine, il quale ha spiegato come un azienda possa produrre, quindi implementare il proprio fatturato, avendo come sogno quello di ridurre al minimo l impatto ambientale e di come, per effetto della costante ricerca tecnologica, si possa addirittura produrre qualcosa che appartenga al proprio vissuto culturale e al proprio patrimonio artistico in modo completamente riciclabile avendo come obiettivo quello di lasciare la terra possibilmente meglio di come la si è trovata. L incontro ha costituito l incipit del lavoro di approfondimento della seconda B ed ha dimostrato che si possono affrontare temi alti anche con bambini piccoli nella misura in cui i loro occhi mostrano visioni lontane e non si ha paura di sostenerli nel difficile, molto più spesso arduo, compito di comprendere e riflettere sulla realtà che ci circonda. Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 1

2 È chiaro che ogni bambino si è confrontato con lo stimolo dei lavori proposti in modo diverso secondo sensibilità, curiosità, supporto della propria famiglia; ma in ciascuno la Scuola ha piantato un seme, diventerà pianta? L auspicio ovviamente è quello. La sfida è proprio quella lanciata da Gusteau, basta sostituire il lemma cucina con qualunque altro. Prima di lasciarvi alla lettura del lavoro, m è qui d uopo un ringraziamento alla collega Isabella Di Sauro che con impagabili discrezione e fermezza sostiene e promuove ogni iniziativa volta ad offrire a questi alunni l occasione per diventare il meglio di qualunque cosa scelgano di essere. Maestra Marina Di Venosa, classe 2 B, plesso via Euripide, a.s Immagini tratte da ; Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 2

3 Un popolo di poeti di artisti di eroi di santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori L Italia ha saputo regalare all umanità genio e bellezza, sia nelle arti sia nella ricerca, divenendo spesso modello di riferimento. Oggi ciascuno, secondo inclinazioni e aspirazioni, ambiti di vita e di lavoro, dovrebbe riappropriarsi del glorioso passato per vivere il quotidiano, trampolino del futuro, pensando al meglio per se stessi e per chi ci circonda. Ognuno di noi dovrebbe avere un sogno. Un sogno da perseguire e conquistare. Un sogno che ci consenta di essere sempre e comunque il meglio di qualunque cosa noi si desideri essere. immagini tratte da + google Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 3

4 I nostri sogni Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 4

5 Ecco quindi che i sogni generano idee foriere di azioni, quelle idee talvolta per diventare realtà hanno bisogno di aiuto e cooperazione. Agosto 2014 mail diretta a imprenditori, studiosi, professionisti italiani Valcucine, Presidente dott. Gabriele Centazzo. Sono stata Vs cliente e veniamo dalla stessa terra. Siete nati come artigiani figli d una terra abituata al sacrificio e alla serietà, siete diventati industria e marchio senza perder mai la Vs essenza. Avete continuato a pensare alla terra come qualcosa da coltivare e proteggere piuttosto che sfruttare, giacché si deve esser responsabili ed è necessario mantenere gli impegni. Avete dato spazio e sfogo a storia, tradizione, ricerca, innovazione, creatività, tecnologia, ma i Vs piedi, sempre ben piantati in terra, sono le Vs radici, sono il credere nell etica. Capite bene che Nutrire il pianeta, energia per la vita può ben essere il Vs motto. Il massimo sarebbe un incontro con i bambini e le famiglie nel quale mostrate proprio cosa fate e perché, ma mi accontenterò di un video, di uno scritto, di qualunque cosa riusciate a inviarmi pensato e realizzato per questi bimbi. Quando penso alla mia cucina, io penso alle mani come strumento del pensiero e all idea che cerca una sua realizzazione in punta di piedi, senza invadere. Abilità manuali e abilità cognitive che si integrano. Un istituto professionale e un liceo classico che si fondono. Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 5

6 A volte a scuola s incontra qualcuno che ha lo stesso sogno, o forse uno un po diverso...magari anche tanto diverso, ma si scopre che si ha qualcosa in comune: il desiderio di costruire il Bello e il Buono per Tutti. Si scopre quindi di avere un etica comune, una visione del mondo molto simile. L'etica è infatti il motore principale del nuovo Millennio, è lo strumento per uno sviluppo equo e sostenibile del mondo e dei suoi abitanti. Pensare e agire avendo come obiettivo il bene dell'ambiente non si limita al rispetto delle leggi imposte, ma nasce dalla presa di coscienza di una responsabilità nei confronti della società presente e futura, poiché quando si costruisce qualcosa, sia esso un oggetto piuttosto che un idea, è necessario tenere a mente Il principio della sostenilità collettiva che si traduce in: uso riuso riciclo e ciò vale anche per un idea. Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 6

7 Il Bello. Il brutto. Il Buono. E se ci fosse una zona grigia? Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 7

8 A me mi piace Mi piace Giulio: le sorprese Lorenzo: accarezzare il mio cane Ginevra: la mia gallina quando ha fatto 30 uova Luca: quando mamma invita a casa i miei amici facendomi una sorpresa Laura: la mia famiglia Sofia D.G.: fare tennis Guglielmo: quando papà torna dal lavoro Perla: la tartaruga che ha fatto l uovo Sofia I.V.: fare musical Denis: giocare a golf Giulia: fare piscina Francesco F.: ricevere un regalo a sorpresa Daniele: giocare con la tartaruga Camilla: essere innamorata Matteo: che tutti abbiano la Speranza Mattia: giocare a calcio Francesco M. F.: l arcobaleno Francesco D.A.: fidanzarmi Sofia L.C.: l amore Non mi piace Francesco M.F., Mattia: il peperoncino Lorenzo: i carciofi Ginevra: la papera che ha schiacciato l uovo Camilla: i luoghi inquinati Matteo: uccidere gli animali Laura, Giulia, Sofia D.G., Sofia I.V., Guglielmo: i litigi dei genitori, dei nonni, con fratelli/sorelle e amici Perla: la separazione dei miei Sofia L.C.: il rumore delle moto Giulio: quando mamma non mi compra i giochi Luca: quando mamma mi fa fare i compiti in più Francesco F.: il pomodoro Francesco D.A.: prendere un brutto voto Daniele: quando un ricco si vanta dei suoi soldi Guglielmo: abbiamo tutti personalità diverse, è per questo che quello che piace ad uno può non piacere ad un altro. Se fossimo tutti uguali sarebbe brutto e noioso. Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 8

9 Ancor più spesso accade che una cosa Bella, sia anche Buona. Se ci si confronta infatti, viene anche fuori che il Bello, cioè quel qualcosa che suscita la soddisfazione del personale gusto estetico, e il Buono, cioè ciò che per ciascuno fa bene a se stessi e al prossimo, fanno il paio. Buono e Bello: due metà tenute insieme da un collante assai particolare: il Noi. Ciascuno nel proprio campo ha un dovere nei confronti della collettività: pensare, agli effetti del proprio agire. Ogni azione infatti, genera un qualche cambiamento in chi ci è prossimo e ciò comporta la determinazione di un nuovo equilibrio. Tanto più le nostre azioni terranno conto dell effetto onda in chi ci è accanto, tanto più il cambiamento sarà radicale e incisivo. Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. Mahatma Gandhi Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 9

10 Gradirei un po di prospettiva fresca, chiara e ben condita. Ego_Ratatouille.jpg Ma cos è la prospettiva? La prospettiva riguarda il presente, il passato e il futuro; possiamo parlare di radici, perché ha radici nel passato, di un presente in cui si radica e progetti che si realizzeranno nel futuro. L origine della parola latina prospĭcere, significa: guardare innanzi. La prospettiva rappresenta quindi una previsione, la possibilità di futuri sviluppi, il progetto e il non avere paura delle utopie, dei sogni da rincorrere. La prospettiva permette di creare realtà nuove, consente di vedere lontano senza rimanere ancorati al qui ed ora, ecco perché va di pari passo con il tema del cambiamento e della crescita personale. Liberamente tratto da Tesi di Laurea di Giulia Granati, scienze dell Educazione e Formazione, Facoltà di Filosofia, Università degli Studi La Sapienza, Un esempio di cambiamento, di prospettiva, che si desidera vedere, può esser rappresentato da un azienza che prima di mettere in produzione l articolo che desidera vendere, pensa al suo ciclo vitale poiché cerca di dare risposta a due problemi del nostro tempo: - risolvere, almeno in parte, il problema dell approvvigionamento delle materie prime che non sono infinite; - limitare la produzione di rifiuti da parte del sistema industriale, tenendo conto del benessere collettivo. Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 10

11 La fabbrica perfetta La natura non fa niente che non serva. Aristotele Guardati attorno, pensa a ciò che hai visto o di cui hai fatto esperienza. Racconta almeno una cosa che la Natura fa senza sprecare alcunché. Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 11

12 Una questione etica. L idea, la ricerca e lo sviluppo tecnologico Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 12

13 Il principale componente del vetro è la sabbia silicea (SiO2). La struttura del silicio è cristallina. Per formarsi il vetro, bisogna che la silice venga fusa e raffreddata. La silice fusa raffredda velocemente, forma una struttura casuale di tetraedri (piramidi composte da 4 triangoli con i lati tutti uguali), uniti tra di loro agli angoli, che dà luogo ad un materiale amorfo, conosciuto come silice vetrosa. Le Origini Il vetro ha origini molto antiche e ancora oggi è difficile stabilire con certezza quale popolo possa vantarne la scoperta. Secondo un'antica leggenda fenicia, tramandata da Plinio, alcuni Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 13

14 mercanti, tornando dall'egitto con un grosso carico di carbonato di soda (detto anche "natrum" cioè salnitro), si fermarono una sera sulle rive del fiume Belo per riposare. Non avendo pietre a disposizione su cui collocare gli utensili per la preparazione delle vivande, presero alcuni blocchi di salnitro e vi accesero sotto il fuoco che continuò a bruciare per tutta la notte. Al mattino i mercanti videro con stupore che al posto della sabbia del fiume e del carbonato di soda vi era una nuova materia lucente e trasparente. La leggenda contiene delle verità sulla composizione del vetro e sulla diffusione di questo materiale ad opera dei Fenici. Il vetro nasce dalla combinazione della silice, minerale contenuto nelle sabbie dolci, combinata con la calce; la fusione è favorita da una sostanza, la soda: quest'ultima era ricavata nell'antichità dalle ceneri delle alghe o di piante costiere. La sabbia del fiume Belo, in Fenicia, era molto adatta e ricercata per la fabbricazione del vetro. Inoltre quasi sicuramente, furono i mercanti e navigatori Fenici a diffondere gli oggetti e le tecniche del vetro nel bacino del Mediterraneo. I più antichi reperti archeologici sono costituiti da perline, sigilli, intarsi e placche. Le più antiche tecniche di lavorazione, infatti, permettevano soltanto la produzione di oggetti di piccole dimensioni, per lo più destinati ad usi rituali o a scopo ornamentale. I primi recipienti di vetro, risalgono invece ai secoli XVI e XV a.c., e si tratta prevalentemente di vasi a beccuccio. I reperti rinvenuti in Egitto, risalgono all'epoca faraonica e portano il cartiglio del faraone Thutmose III della XVIII dinastia. In quel periodo gli egiziani condussero alcune vittoriose spedizioni in Mesopotamia, in Siria e in Palestina e probabilmente appresero la composizione e i metodi di fusione proprio da alcuni prigionieri, esperti vetrai. In questo periodo le manifatture Egizie produssero una gran varietà di oggetti come perline, scarabei, amuleti, pomoli per mobili e intarsi, come testimoniato dai ritrovamenti nella tomba di Tutankhamon. Nell'area mediterranea orientale, la conoscenza delle tecniche vetrarie si diffuse rapidamente, il vetro però rimase un materiale raro Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 14

15 e costoso, prezioso come le pietre dure o le gemme, a causa della difficoltà di produzione. I vetrai costituivano una classe di operai d'élite dediti a un'arte "esoterica": i metodi della loro attività erano considerati frutto dell'abilità ma anche della magia e del potere occulto. Tecniche antiche di lavorazione Nell'antichità i procedimenti impiegati nella produzione del vetro erano quattro, ciascuno con molte varianti più o meno complesse: lavorazione a nucleo friabile o a verga, colatura in stampi aperti o chiusi, soffiatura libera soffiatura in stampi e forme di vario tipo. Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 15

16 Lavorazione a nucleo friabile o a verga Modellazione di un'anima con la forma dell'oggetto desiderato. L'anima, che consisteva in una combinazione d'argilla, sabbia (ma non sempre solo sabbia) e un collante organico (escrementi), era poi ricoperta con vetro caldo, sia per immersione in un crogiolo, sia mediante ripetuti avvolgimenti di un filo vitreo. L'esterno del contenitore veniva poi fatto ruotare su una piastra di marmorizzazione che lo rendeva liscio. Si procedeva poi alla decorazione, applicando gocce e fili vitrei. Dopo che il contenitore era stato ricotto, si estraeva la verga metallica e si raschiava l'anima. Colatura a stampo 1. metalli, delle ceramiche e delle terrecotte. Il metodo si ispirava agli antichi sistemi di lavorazione dei La più semplice forma di colatura, richiede l'uso di uno stampo aperto per creare, ad esempio, perline. Procedimenti più complessi richiedevano l'uso di due o più stampi collegati fra loro, usando la tecnica a cera persa o riempiendo lo spazio fra lo stampo esterno e quello interno con del vetro fuso. Il vetro veniva temperato. Si toglievano gli stampi e gli oggetti prodotti erano rifiniti con levigatura al tornio e con materiali abrasivi. Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 16

17 Gli orli, i manici e le basi potevano essere fusi come parte del recipiente oppure essere aggiunti in seguito. Soffiatura libera 1. Tale tecnica, utilizzata ancora oggi, conobbe una notevole diffusione sotto gli imperatori della dinastia giulio-claudia. Questa innovazione consentiva ai vetrai di produrre grandi quantità di oggetti di uso quotidiano, alla portata di tutte le classi sociali dell'impero romano. L'artigiano raccoglieva una quantità di vetro fuso all'estremità di un tubo di metallo cavo, chiamato canna da soffio, e soffiando creava una bolla o bolo. Il bolo, nuovamente soffiato, veniva modellato e lasciato raffreddare, spesso in uno stampo aperto a forma di coppa, e poi soffiato sul banco del soffiatore. Sottoposto ancora a soffiatura, il vetro era manipolato con spatole di legno e pinze, o tagliato con appositi strumenti, per raggiungere la forma desiderata. Nel corso dell'operazione il recipiente veniva ruotato per impedire che si discostasse dalla forma voluta, e quando necessario, riscaldato nuovamente nella fornace. Per rifinire e decorare il recipiente, lo si staccava ancora caldo dalla canna da soffio e si fissava la sua parte inferiore a una barra di metallo chiamata pontello. Dopo aver formato l'orlo, si procedeva all'aggiunta di decorazioni, manici, anelli di base e altri particolari. Infine il recipiente veniva sottoposto a ricottura. Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 17

18 Soffiatura La tecnica della soffiatura fu perfezionata quando l'artigiano vetraio si rese conto che il bolo poteva essere soffiato in uno stampo incernierato, che consentiva di dare al contenitore sia la forma che la decorazione. Tali stampi, costruiti in legno, ceramica e metallo e particolarmente popolari nel I e II secolo d.c., furono utilizzati per la fabbricazione di coppe e calici e nella creazione di recipienti aventi la forma di testa umana. La soffiatura a stampo portò alla fabbricazione delle bottiglie. L'industria romana del IV secolo a.c., raggiunse un uso sofisticato di tali additivi, con la produzione del vetro bicolore. Con l'aggiunta di polveri d'oro e d'argento, il vetro assumeva una colorazione diversa a seconda che la luce venisse trasmessa attraverso la sua superficie o riflessa dalla stessa. La famosa "coppa di Licurgo" fu realizzata con tale tecnica. I colori traslucidi maggiormente utilizzati erano il blu savoia, il color porpora, il giallo e diverse tonalità di verde. Tra i colori opachi si usavano il bianco, il giallo, il turchese, il blu pavone, l'azzurro chiaro, varie tonalità di verde, l'arancione, e il "color carne". La maggior richiesta di colori riguardava quelli che simulavano le tonalità delle pietre naturali o la colorazione della porcellana e degli smalti. Il vetro, spesso usato come sostituto di altre sostanze, in molte lingue antiche era definito "pietra fatta dall'uomo". Le superfici iridescenti color oro o argento, tipiche del vetro antico, non corrispondono a un tipo di colorazione eseguita intenzionalmente dagli artigiani dell'antichità, ma sono piuttosto il Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 18

19 risultato dell'azione degli agenti atmosferici e della devetrificazione. Nei secoli successivi ci furono poi molti passi avanti nella lavorazione del vetro. Ad esempio la lavorazione del bordo del vetro, nel periodo vicino all ultimo conflitto Mondiale, veniva eseguita manualmente con torni di molatura. Oggi diventa di fondamentale importanza il riciclo delle materie prime come il vetro. google immagini Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 19

20 Ma l impegno e l ingegno non devono solo concentrarsi nella salvaguardia e nel benessere ambientale. Per crescere e svilupparsi al meglio è indispensabile non perdere le proprie radici storiche, le proprie peculiarità. È indispensabile recuperare e valorizzare le proprie eccellenze, siano esse in campo artistico, piuttosto che manuale, ma anche tecnologico poiché esse possono diventare tesoro di e per tutti. Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 20

21 responsabile respondere re spondere bile indietro promettere facoltà, possibilità Prova a pensare a quando ti è capitato di essere responsabile. Ora rifletti sullo scambio di battute tra Gusteau e Rémy. Le parole cucina e cucinare si possono sostituire con qualsiasi altra parola, idea. Inventa una storia nella quale emerga il senso di risponsabilità e il desiderio che ciascuno di noi ha di perseguire un sogno diventanto il meglio di qualunque cosa desideri essere. Gusteau: L'alta cucina non è una cosa per pavidi: bisogna avere immaginazione, essere temerari, tentare anche l'impossibile e non permettere a nessuno di porvi dei limiti solo perché siete quello che siete, il vostro unico limite sia il vostro cuore. Quello che dico sempre è vero, chiunque può cucinare... ma solo gli intrepidi possono diventare dei grandi! Rémy: Oh, pura poesia. Contenuti e immagini tratte e manipolate anche da Nutrire Lezioni, l I.C. Alessandro Magno incontra l Ingegno italiano: Valcucine 21

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