Confindustria - Cerved Il Motore della Ripresa Presentazione Rapporto PMI Centro-Nord 2016 Commento al Rapporto

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1 Confindustria - Cerved Il Motore della Ripresa Presentazione Rapporto PMI Centro-Nord 2016 Commento al Rapporto Fabrizio Guelpa Responsabile Servizio Industry & Banking Research Roncade, 10 maggio 2016

2 Soprattutto tre fattori locali spiegano il successo e potranno contribuire a consolidare la ripresa Le economie locali prosperano quando: Il territorio è «denso»: con una presenza imprenditoriale diffusa è più facile che gli spill-over abbiamo impatti rilevanti, che vi sia contaminazione. Il Mezzogiorno industriale fa fatica a decollare anche perché le aree «dense» sono limitate. Ci sono legami locali tra i soggetti, di tipo orizzontale (tipicamente nei distretti), o verticali (imprese leader che trainano le altre sulle value chain). Il tessuto imprenditoriale non è statico ma sa generare nuovi protagonisti lungo le filiere. Particolarmente importanti oggi: Le start-up Le «nuove medie imprese vincenti» che potrebbero diventare le «multinazionali tascabili» di domani Focus in questo intervento sui legami verticali e sui nuovi protagonisti 1

3 Legami verticali: crescente consapevolezza della loro importanza Filone di analisi delle «global value chains» I prodotti della Moda di lusso devono avere alle spalle degli artigiani capaci. I prodotti alimentari col brand Italia necessitano di materia prima italiana L innovazione avviene in parte sulle componenti e quindi in interazione coi fornitori. Avviene poi in interazione con le start-up Il time-to-market necessita di un controllo della filiera e la prossimità Squinzi: «Se perdiamo la partita sull'ilva, l'italia non più potenza industriale» (Taranto ) 2

4 Ognuno deve fare la sua parte: i leader di filiera aumentare la proiezione internazionale innovare di più raggiungere dimensioni aziendali mediamente più elevate adeguare la struttura finanziaria a un contesto più rischioso Buona parte della politica industriale degli ultimi anni ha cercato di incidere su questi fattori (politica dell offerta). L obiettivo è corretto, il problema è negli stanziamenti limitati. 3

5 e i subfornitori Differenza tra subfornitura locale e subfornitura localizzata nelle economie emergenti: quota % di imprese capofila che valuta molto positivamente il posizionamento competitivo (per variabile strategica) delle imprese di subfornitura locali Costi di produzione Livello delle tecnologie di produzione Prodotto/servizio innovativo Tempi di consegna Capacità di progettazione e di offrire soluzioni Qualità della forza lavoro Flessibilità produttiva Personalizzazione del prodotto Affidabilità Prodotto/servizio di qualità Fonte: Intesa Sanpaolo 4

6 I nuovi protagonisti 1. Diffusione crescente delle startup innovative Start up innovative al 11 aprile 2016 (ogni imprese attive) Trentino-Alto Adige Marche Emilia Romagna Friuli-Venezia Giulia Lombardia Lazio Triveneto Valle d'aosta Sardegna Umbria Abruzzo Veneto Piemonte Toscana Calabria Basilicata Campania Sicilia Liguria Molise Puglia 0,71 0,70 0,66 0,65 0,63 0,88 0,83 0,79 1,02 0,99 0,95 0,93 0,93 1,17 1,15 1,14 1,55 1,48 1,47 1,79 1,73 Start up innovative al 11 aprile 2016 (numero) Trentino-Alto Adige Marche Emilia Romagna Friuli-Venezia Giulia Lombardia Lazio Triveneto Valle d'aosta Sardegna Umbria Abruzzo Veneto Piemonte Toscana Calabria Basilicata Campania Sicilia Liguria Molise Puglia Italia 1,07 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 Italia Fonte: Camere di commercio d Italia

7 ma più lenta la crescita degli spin-off universitari Settori di attività delle imprese spin off al 31/12/2014 Localizzazione geografica delle imprese spin-off attive al ICT Servizi per l'innovazione Energia e ambiente Life Sciences Biomedicale Elettronica Automazione industriale Nanotech Beni Culturali Aerospaziale Toscana Lombardia Piemonte Emilia Romagna Puglia Lazio Veneto Liguria Friuli VG Campania Marche Sardegna Sicilia Calabria Umbria Trentino Abruzzo Molise Basilicata Valle d'aosta Nota: Per spin-off della ricerca pubblica si intende un impresa operante in settori high-tech costituita da (almeno) un professore/ricercatore universitario o da un dottorando/contrattista/studente che abbia effettuato attività di ricerca pluriennale su un tema specifico, oggetto di creazione dell impresa stessa. 2013: provvisorio. Fonte: Netval-Network per la valorizzazione della ricerca universitaria 6

8 Le startup innovative quando sopravvivono sono più dinamiche e sono attore di «open innovation» Variazioni % tra il 2012 e il 2014 Startup innovative a confronto (valori mediani) EBIT margin Attivo 5,0 73, ,5 8,8 +0,3 Fatturato -1,9 73, ,9 8,3 Patrimonio netto 7,2 46, ,3 8,6-1, Startup innovative (a) Totale economia (b) Startup innovative (a) Totale economia (b) (a) 174 startup innovative per cui si dispone di bilanci aziendali nel triennio (b) imprese italiane specializzate negli stessi settori delle startup innovative (elettronica, elettrotecnica, meccanica, Information Technology, consulenza gestionale, ricerca e sviluppo, pubblicità, servizi di istruzione) e con dimensioni aziendali simili (fatturato 2014 superiore a euro e inferiore a 3,05 milioni di euro). Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) e Unioncamere 7

9 I nuovi protagonisti 2. Nei distretti si afferma una nuova generazione di medie imprese: più crescita Distretti: evoluzione del fatturato tra il 2008 e il 2014 per dimensioni aziendali (var. % a prezzi correnti; valori mediani) Totale -0,5 Grandi imprese (a) 7,6 Medie imprese 10,0 Medie imprese al di fuori dei distretti: +4,1% Piccole imprese 3,5 Micro imprese -13, (a) Imprese medio-grandi. Nota: micro imprese: fatturato 2011 inferiore a 2 milioni di euro. Piccole imprese: fatturato 2011 tra 2 e 10 milioni di euro. Medie imprese: fatturato 2011 tra 10 e 50 milioni di euro. Grandi imprese: fatturato 2011 superiore a 50 milioni di euro. Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) 8

10 e produttività del lavoro in aumento Distretti: differenza tra il 2008 e il 2014 per valore aggiunto e costo del lavoro per addetto (migliaia di euro; valori mediani) Totale 3,1 2,3 Grandi imprese (a) 3,1 5,7 Medie imprese Piccole imprese 3,4 2,7 5,1 7,7 Medie imprese al di fuori dei distretti: Produttività: +5,1 Costo del lavoro: +5,3 Micro imprese -1,4 1, Costo del lavoro Valore aggiunto (a) Imprese medio-grandi. Nota: micro imprese: fatturato 2011 inferiore a 2 milioni di euro. Piccole imprese: fatturato 2011 tra 2 e 10 milioni di euro. Medie imprese: fatturato 2011 tra 10 e 50 milioni di euro. Grandi imprese: fatturato 2011 superiore a 50 milioni di euro. Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) 9

11 Migliora la redditività Distretti: evoluzione del ROI e del ROE tra il 2008 e il 2014 per dimensioni aziendali (differenza; valori mediani) Totale -0,7-0,1 Grandi imprese (a) -0,4 1,5 Medie imprese Piccole imprese -0,2-0,5 0,2 1,0 Medie imprese al di fuori dei distretti: -0,6% per ROI e ROE Micro imprese -1,7-0,7-2,0-1,5-1,0-0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 ROE (a) Imprese medio-grandi. Nota: micro imprese: fatturato 2011 inferiore a 2 milioni di euro. Piccole imprese: fatturato 2011 tra 2 e 10 milioni di euro. Medie imprese: fatturato 2011 tra 10 e 50 milioni di euro. Grandi imprese: fatturato 2011 superiore a 50 milioni di euro. Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) ROI 10

12 e si rafforza la patrimonializzazione, costruendo le basi per affrontare obiettivi più sfidanti Distretti: evoluzione del patrimonio netto e dei debiti finanziari tra il 2008 e il 2014 per dimensioni aziendali (variazione %; valori mediani) Totale 0,3 17,5 Grandi imprese (a) -0,9 26,1 Medie imprese 1,4 26,6 Piccole imprese 3,6 16,3 Micro imprese -4,7 4, Debiti finanziari Patrimonio netto (a) Imprese medio-grandi. Nota: micro imprese: fatturato 2011 inferiore a 2 milioni di euro. Piccole imprese: fatturato 2011 tra 2 e 10 milioni di euro. Medie imprese: fatturato 2011 tra 10 e 50 milioni di euro. Grandi imprese: fatturato 2011 superiore a 50 milioni di euro. Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database) 11

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