2. Acustica QUADRO NORMATIVO. 1. Normativa di riferimento 2. Piani di risanamento e classificazione acustica del territorio

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1 2. Acustica QUADRO NORMATIVO 1. Normativa di riferimento 2. Piani di risanamento e classificazione acustica del territorio a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 1

2 Normativa sul rumore 1. Legislazione Comunitaria: raccomandazioni e direttive della Comunità Europea 2. Legislazione nazionale: Codice penale e civile, Legge Quadro n. 447 del 26/10/95 e relativi decreti di attuazione 3. Disposizioni in ambito di pubblica amministrazione: disposizioni regionali, provinciali e comunali 4. Norme tecniche: UNI, CEN, ISO a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 2

3 LEGISLAZIONE NAZIONALE: DPCM DPCM 1 marzo Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell ambiente esterno Primo tentativo di affrontare in maniera compiuta la materia con fissazione di valori limite di accettabilità validi per tutto il territorio nazionale, ma, soprattutto, con individuazione degli strumenti per affrontare e gestire l inquinamento acustico ambientale: zonizzazione acustica, piani di risanamento, previsioni di impatto acustico Stabilisce i limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti e nell ambiente esterno; fornisce una descrizione della strumentazione e delle modalità di misura del rumore. Ai fini della determinazione dei limiti massimi dei livelli sonori equivalenti, il decreto prevede che i comuni adottino la seguente classificazione in zone: Classe I Classe II Classe III Classe IV Classe V Classe VI Aree particolarmente protette Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale Aree di tipo misto Aree di intensa attività umana Aree prevalentemente industriali Aree esclusivamente industriali a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 3

4 LEGISLAZIONE NAZIONALE Stabilisce i limiti massimi dei livelli sonori equivalenti, fissati in relazione alla diversa destinazione d'uso del territorio. Limiti massimi L eq in db(a): CLASSI DI DESTINAZIONE D USO DEL TERRITORIO TEMPO DI RIFERIMENTO DIURNO (dba) TEMPO DI RIFERIMENTO NOTTURNO (dba) I Aree particolarmente protette II Aree prevalentemente residenziali III Aree di tipo misto IV Aree di intensa attività umana V Aree prevalentemente industriali VI Aree esclusivamente industriali In assenza della zonizzazione del territorio comunale, si applicano per le sorgenti sonore fisse i seguenti limiti di accettabilità: ZONIZZAZIONE LIMITE DIURNO L eq (A) LIMITE NOTTURNO L eq (A) Tutto il territorio nazionale Zona A (decreto ministeriale n. 1444/68) (*) Zona B (decreto ministeriale n. 1444/68) (*) Zona esclusivamente industriale (*) l'art. 2 del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n individua: Zona A: le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi; Zona B: le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A: si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore a 1,5 mc/mq. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 4

5 PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI NAZIONALI: D.P.C.M. 01/03/91 Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell ambiente esterno ; Legge Quadro sull Inquinamento Acustico del 26/10/95 n.447; D.P.C.M. 14/11/1997 Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore ; D.M. 31/10/97 Metodologia di misura del rumore aeroportuale ; D.P.C.M. 05/12/97 Determinazione dei requisiti acustici passivi delle sorgenti sonore interne e requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti al fine di ridurre l esposizione umana al rumore ; D.M. 16/03/98 Tecniche di rilevamento e di misurazione dell inquinamento acustico ; D.P.R. N 458 DEL 18/11/98 Regolamento recante norme di esecuzione dell art.11 della legge 26/10/95, n.447, in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario ; D.M. 29/11/00 Criteri per la predisposizione da parte delle società e enti gestori dei servizi pubblici di trasporto e delle relative infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore ; DLgs 4 settembre 2002, n Attuazione della direttiva 2000/14/CE concernente l'emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all'aperto. Decreto del Presidente della Repubblica 30 Marzo 2004, n. 142: Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell'articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n Circolare 6 settembre 2004: Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio. Interpretazione in materia di inquinamento acustico: criterio differenziale e applicabilità dei valori limite differenziali. Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 194: Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale. Decreti per il rumore aeroportuale, attività motoristiche, luoghi di intrattenimento danzante, ecc. Normative regionali Linee Guida redatte da enti istituzionalmente competenti quali il Ministero dell Ambiente e l ANPA. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 5

6 Legge Quadro sull inquinamento acustico n. 447 del 26 ottobre 1995 Definisce e delinea le competenze sia degli enti pubblici che esplicano le azioni di regolamentazione, pianificazione e controllo, sia dei soggetti pubblici e/o privati, che possono essere causa diretta o indiretta di inquinamento acustico. La legge si compone di 17 articoli e ha come finalità di stabilire i principi fondamentali in materia di tutela dell ambiente esterno e dell ambiente abitativo dall inquinamento acustico. Ai principi introdotti è stato assegnato il valore di principi fondamentali non modificabili dal potere legislativo attribuito alle regioni ai sensi dell art. 117 della Costituzione. La legge individua anche una nuova figura professionale: il tecnico competente che ha il compito di svolgere le attività tecniche connesse alla misurazione dell inquinamento acustico, alla verifica del rispetto o del superamento dei limiti e alla predisposizione degli interventi di riduzione dell inquinamento acustico. A questa legge, che ha definito il quadro di riferimento, sono collegati una serie di decreti attuativi e le leggi regionali. Sono proprio le leggi regionali infatti che permetteranno di completarne l applicazione. Ad oggi sono stati emanati numerosi decreti attuativi della 447/95, nel seguito sono illustrati i più importanti. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 6

7 LEGISLAZIONE NAZIONALE DPCM 14 novembre Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore È un provvedimento chiave per l intera attuazione della Legge 447/95, in quanto innova sostanzialmente il precedente concetto di limiti accettabili previsti dal DPCM 01/03/91, con l introduzione dei valori di emissione, di immissione, di attenzione e di qualità del rumore nell ambiente esterno e negli ambienti abitativi e consente ai comuni di svolgere attività di pianificazione e di programmazione sul proprio territorio, con le modalità previste dalla Legge quadro. Valori limite e di attenzione introdotti dalla Legge 447/95: Limite di emissione: valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente Limite di immissione: è suddiviso in assoluto e differenziale; valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell ambiente abitativo o nell ambiente esterno. Superare i limiti comporta sanzioni amministrative. Valore di attenzione: rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana o per l ambiente. Superare il valore di attenzione comporta piano di risanamento. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 7

8 LEGISLAZIONE NAZIONALE DPCM 14 novembre Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore Valori di qualità introdotti dalla Legge 447/95: Valore di qualità: obiettivo da conseguire nel breve, medio, lungo periodo. La classificazione in zone è fatta per l applicazione dei valori di qualità. Il valore numerico del limite assoluto di immissione è suddiviso per sei zone di destinazione d uso e corrisponde esattamente ai limiti fissati dal DPCM 1/3/91. Valori limite assoluti di immissione per l ambiente esterno fissati dal DPCM 14/11/97 (art. 3 e tabella C): a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 8

9 LEGISLAZIONE NAZIONALE DPCM 14 novembre Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore Valori limite assoluti di emissione riferiti alle sorgenti fisse e mobili stabiliti dal DPCM 14/11/97 (art. 2 e tabella B): a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 9

10 LEGISLAZIONE NAZIONALE DPCM 14 novembre Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore I valori limite differenziali di immissione, definiti all'art. 2, comma 3, lettera b), della legge 26 ottobre 1995, n. 447, sono all'interno degli ambienti abitativi: A. 5 db(a) per il periodo diurno B. 3 db (A) per il periodo notturno. Il criterio differenziale, ai sensi del D.P.CM. del 4/11/97, non si applica nei seguenti casi: 1. se il rumore misurato a finestra aperta è inferiore a 50 db(a) nel periodo diurno e 40 db(a) nel periodo notturno; 2. se il rumore misurato a finestra chiusa è inferiore a 35 db(a) nel periodo diurno e 25 db(a) nel periodo notturno. 3. nelle aree classificate nella classe VI 4. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano alla rumorosità prodotta: dalle infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e marittime; da attività e comportamenti non connessi con esigenze produttive, commerciali e professionali; da servizi e impianti fissi dell'edificio adibiti ad uso comune, limitatamente al disturbo provocato all'interno dello stesso a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 10

11 LEGISLAZIONE NAZIONALE DPCM 31 marzo Atto di indirizzo e coordinamento recante criteri generali per l esercizio dell attività del Tecnico competente in acustica, ai sensi dell art. 3, comma 1, lettera b), e dell art. 2, commi 6, 7 e 8 della Legge 26 ottobre 1995 n. 447, Legge quadro sull inquinamento acustico È un atto di indirizzo e di coordinamento emanato per risolvere i problemi principalmente connessi al titolo di studio. Per poter svolgere l attività di tecnico competente è necessario presentare domanda all assessorato preposto all ambiente della regione di residenza. L inserimento nell elenco regionale non è una certificazione della capacità professionale del tecnico ma è solo un attestazione del possesso dei requisiti di legge che sono: a) idoneo titolo di studio; b) aver svolto, in maniera non occasionale per due (Se in possesso del Diploma di Laurea) o quattro anni (se in possesso di un Diploma tecnico), attività professionale in materia di acustica ambientale, di supporto ad un tecnico competente. Da ciò segue quindi che per poter operare nel campo dell acustica ambientale e in particolare per effettuare le misurazioni, verificare l ottemperanza ai valori definiti dalle norme, redigere i piani di risanamento acustico e svolgere le relative attività di controllo è necessario servirsi di tecnici competenti in acustica ambientale. Questo sia per le strutture pubbliche territoriali che per altri enti o soggetti sia pubblici che privati. è prevista un unica deroga alle strutture pubbliche territoriali limitatamente al personale che svolgeva attività di acustica ambientale alla data di entrata in vigore della legge. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 11

12 LEGISLAZIONE NAZIONALE DPR 18 novembre 1998, n Regolamento recante norme di esecuzione dell articolo 11 della Legge 26 ottobre 1995, n. 447 in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario il campo di applicazione comprende il rumore prodotto dall esercizio delle infrastrutture ferroviarie e delle linee metropolitane ed esclude quello prodotto dalle tramvie e funicolari. Stabilisce una disciplina speciale sui limiti massimi del rumore prodotto all interno delle fasce di pertinenza ferroviaria, in deroga ai valori fissati, per la generalità delle sorgenti sonore, dal DPCM 14/11/97. Esse si valutano a partire dalla mezzeria dei binari esterni e per ciascun lato e hanno la larghezza di: a) m 250 per le infrastrutture esistenti e per le infrastrutture di nuova realizzazione di cui all'articolo 2, comma 2, lettera b), con velocità di progetto non superiore a 200 km/h. Tale fascia viene suddivisa in due parti: la prima, più vicina all'infrastruttura, della larghezza di m 100, denominata fascia A; la seconda, più distante dall'infrastruttura, della larghezza di m 150, denominata fascia B; b) m 250 per le infrastrutture con velocità di progetto superiore a 200 km/h. Per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie esistenti, il gestore sarà tenuto ad adottare gli interventi di risanamento necessari ad assicurare il rispetto dei limiti fissati, impegnando a tal fine almeno il 7% delle risorse previste per la manutenzione e lo sviluppo infrastrutturale; per le linee di nuova realizzazione, il provvedimento prevede invece criteri di progettazione e l adozione di tecnologie idonee al limitare l impatto acustico sul territorio circostante. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 12

13 DPR 18 novembre 1998, n. 459 LEGISLAZIONE NAZIONALE Per infrastrutture esistenti e per le infrastrutture di nuova realizzazione con velocità di progetto non superiore a 200 km/h, All'interno della fascia del presente decreto, i valori limite assoluti di immissione del rumore prodotto dall'infrastruttura sono i seguenti: 50 db(a) Leq diurno, 40 db(a) Leq notturno per scuole, ospedali, case di cura e case di riposo; per le scuole vale il solo limite diurno; 70 db(a) Leq diurno, 60 db(a) Leq notturno per gli altri ricettori all'interno della fascia A 65 db(a) Leq diurno, 55 db(a) Leq notturno per gli altri ricettori all'interno della fascia B 2. Il rispetto dei valori di cui al comma l e, al di fuori della fascia di pertinenza, il rispetto dei valori stabiliti nella tabella C del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri , è verificato con misure sugli interi periodi di riferimento diurno e notturno, in facciata degli edifici ad 1 m dalla stessa ed in corrispondenza dei punti di maggiore esposizione, ovvero in corrispondenza di altri ricettori. 3. Qualora i valori di cui al comma l e, al di fuori della fascia di pertinenza, i valori stabiliti nella tabella C del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 novembre 1997, non siano tecnicamente conseguibili, ovvero qualora in base a valutazioni tecniche, economiche o di carattere ambientale si evidenzi l'opportunità di procedere ad interventi diretti sui ricettori, deve essere assicurato il rispetto dei seguenti limiti: a) 35 db(a) Leq notturno per ospedali, case di cura e case di riposo; b) 40 db(a) Leq notturno per tutti gli altri ricettori; c) 45 db(a) Leq diurno per le scuole. Negli allegati A e B, che fanno parte integrante del decreto, sono fissati i limiti di emissione del materiale rotabile di nuova costruzione ed i criteri di verifica di rispondenza alla certificazione di omologazione ai fini acustici. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 13

14 LEGISLAZIONE NAZIONALE DPR 30 marzo 2004, n Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell'articolo 11 della Legge 26 ottobre 1995, n. 447 Stabilisce le norme per la prevenzione ed il contenimento dell inquinamento da rumore avente origine dall esercizio delle seguenti infrastrutture stradali: A. autostrade; B. strade extraurbane principali; C. strade extraurbane secondarie; D. strade urbane di scorrimento; E. strade urbane di quartiere; F. strade locali. Fissa le fasce territoriali di pertinenza acustica e stabilisce i limiti di immissione, all interno della fascia di pertinenza, per infrastrutture stradali di nuova realizzazione e per infrastrutture esistenti. I valori stabiliti sono riportati nelle tabelle che seguono: a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 14

15 LEGISLAZIONE NAZIONALE DPR 30 marzo 2004, n Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell'articolo 11 della Legge 26 ottobre 1995, n. 447 Tabella 1 - Strade di nuova realizzazione Tipo di strada (secondo Codice della strada) Sottotipi a fini acustici (secondo DM 06/11/01 Norme funz. e geom. per la costruzione delle strade) Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m) Nota: Per le scuole vale il solo limite diurno. Scuole, ospedali, case di cura e di riposo Diurno db(a) Notturno db(a) Diurno db(a) Altri Ricettori A - autostrada B - extraurbana principale C - extraurbana secondaria D - urbana di scorrimento E - urbana di quartiere F - locale 30 Notturno db(a) C C Definiti dai Comuni, nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM 14/11/97 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane, come prevista dall'articolo 6, comma 1, lettera a) della Legge n. 447 del a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 15

16 LEGISLAZIONE NAZIONALE DPR 30 marzo 2004, n Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell'articolo 11 della Legge 26 ottobre 1995, n. 447 Tabella 2 - Strade esistenti e assimilabili (ampliamenti in sede, affiancamenti e varianti) Tipo di strada (secondo Codice della strada) Sottotipi a fini acustici (secondo Norme Cnr 1980 e Direttive Put) Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m) Scuole, ospedali, case di cura e di riposo Altri Ricettori Diurno db(a) Notturno db(a) Diurno db(a) Notturno db(a) A - autostrada 100 (fascia A) (fascia B) B - extraurbana principale C - extraurbana secondaria D - urbana di scorrimento Ca (strade a carreggiate separate e tipo IV Cnr 1980) Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie) Da (strade a carreggiate separate e interquartiere) Db (tutte le altre strade urbane di scorrimento) 100 (fascia A) (fascia B) (fascia A) (fascia B) (fascia A) (fascia B) E - urbana di quartiere 30 Definiti dai Comuni, nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM 14/11/97 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane, come F - locale Nota: Per le scuole vale il solo limite 30 diurno. prevista dall'articolo 6, comma 1, lettera a) della Legge n. 447/95. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 16

17 LEGISLAZIONE NAZIONALE DPR 30 marzo 2004, n Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell'articolo 11 della Legge 26 ottobre 1995, n. 447 I limiti di immissione per infrastrutture stradali esistenti e di nuova realizzazione, al di fuori della fascia di pertinenza, sono quelli stabiliti nel DPCM 14/11/97; qualora tali valori non siano tecnicamente conseguibili, ovvero qualora in base a valutazioni tecniche, economiche o di carattere ambientale si evidenzi l opportunità di procedere ad interventi diretti sui ricettori, deve essere assicurato il rispetto dei seguenti limiti: 35 db(a) L eq notturno per ospedali, case di cura e case di riposo; 40 db(a) L eq notturno per tutti gli altri ricettori di carattere abitativo; 45 db(a) L eq diurno per le scuole. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 17

18 LEGISLAZIONE NAZIONALE DL 19 agosto 2005, n «Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale» Il presente decreto, al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi dell'esposizione al rumore ambientale, compreso il fastidio, definisce le competenze e le procedure per: a) l'elaborazione della mappatura acustica e delle mappe acustiche strategiche b) l'elaborazione e l'adozione dei piani di azione, volti ad evitare e a ridurre il rumore ambientale laddove necessario, in particolare, quando i livelli di esposizione possono avere effetti nocivi per la salute umana, nonché ad evitare aumenti del rumore nelle zone silenziose c) assicurare l'informazione e la partecipazione del pubblico in merito al rumore ambientale ed ai relativi effetti Lden 10lg Lday Levening 5 L Periodo giorno-sera-notte: dalle 6.00 alle 6.00 del giorno successivo, a sua volta così suddiviso: 1) periodo diurno: dalle alle 20.00; 2) periodo serale: dalle alle 22.00; 3) periodo notturno: dalle alle 06.00; night a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 18

19 LEGISLAZIONE NAZIONALE: rischi dei lavoratori DL 10 aprile 2006, n «Attuazione della direttiva 2003/10/CE all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore).» relativa DL 9 aprile 2008, n «Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.» a) valori limite di esposizione rispettivamente L EX,8h = 87 db(a) e p peak = 200 Pa (140 db(c)) b) valori superiori di azione: rispettivamente L EX,8h = 85 db(a) e p peak = 140 Pa (137 db(c)) c) valori inferiori di azione rispettivamente L EX,8h = 80 db(a) e p peak = 112 Pa (135 db(c)) Lavoratori con dose di rumore compresa tra valori inferiori e valori superiori di azione Il datore di lavoro è tenuto a mettere a disposizione dei lavoratori suddetti i dispositivi di protezione individuale dell'udito. Informazione e formazione in relazione ai rischi provenienti dall'esposizione al rumore su richiesta dei suddetti lavoratori o qualora il medico competente ne conferma l'opportunità, è tenuto a sottoporli alla sorveglianza sanitaria. Lavoratori con dose di rumore compresa tra valori superiori di azione e valori limite di esposizione Il datore di lavoro è tenuto a far tutto il possibile per assicurare che vengano indossati i dispositivi di protezione individuale dell'udito Segnaletica Obbligo di sorveglianza sanitaria Il datore di lavoro tiene conto dell'attenuazione prodotta dai dispositivi di protezione individuale dell'udito indossati dal lavoratore solo ai fini di valutare il rispetto dei valori limite di esposizione. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 19

20 Situazione legislativa attuale a livello locale REGIONE LEGGE REGIONALE NORME TECNICHE PER LA ZONIZZAZIONE LIGURIA L.R. 20/03/98 n.12 / PIEMONTE L.R. 20/10/00 n.52 / VALLE D AOSTA / / LOMBARDIA L.R. 10/08/01 n.13 Deliberazione n. VII/ /07/02 TRENTINO / / VENETO L.R. 10/05/99 n.21 / FRIULI / / EMILIA ROMAGNA L.R. 09/05/01 n.15 Delibera n.2053/2001 TOSCANA L.R. 01/12/98 n.89 Delibera n /01/93 MARCHE L.R. 14/11/01 n.28 / UMBRIA L.R. 06/06/02 n.08 Regolamento di attuazione 13/04/2004 n.1 LAZIO L.R. 03/08/01 n.18 Art.7-12 L.R. 3/08/01 n.18 ABRUZZO / / MOLISE Proposta di legge in fase di approvazione / CAMPANIA / Deliberazione n /10/95 BASILICATA / / PUGLIA L.R. 12/02/02 n.03 Allegato Tecnico L.R. 12/02/03 n.3 CALABRIA Proposta di legge in fase di approvazione / SICILIA / Linee Guida ARPA Sicilia SARDEGNA / PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO L.R. 11/9/98 n.10 / a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 20

21 Normativa regionale Legge Regionale n. 8 del 6 giugno 2002 Disposizioni per il contenimento e la riduzione dell inquinamento acustico - Regione Umbria La legge regionale è finalizzata alla tutela dell ambiente esterno, dell ambiente abitativo e della salute pubblica dall inquinamento acustico prodotto dalle attività antropiche, in attuazione dell art.4 della legge 26 ottobre 1995 n Regolamento Regionale 13 Agosto 2004, n.1, Regolamento di attuazione delle Legge Regionale del 6 giugno 2002 n.8 Disposizioni per il contenimento e la riduzione dell inquinamento acustico - Regione Umbria Il Regolamento in oggetto, in applicazione della L.R. n. 8 del 6 giugno 2002, detta: Criteri e modalità per la classificazione acustica del territorio da parte dei Comuni con riferimento alla situazione esistente ed alle previsioni degli strumenti di pianificazione urbanistica; Criteri omogenei per la predisposizione e l approvazione dei piani di risanamento acustico di competenza delle amministrazioni comunali; Altre disposizioni per l applicazione omogenea della L.R.8/2002. Criteri per la predisposizione di valutazioni di clima acustico e impatto acustico. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 21

22 Valutazioni di clima e impatto acustico Valutazione di Impatto acustico (Titolo VIII, art. 19): consiste nella determinazione dei livelli di immissione, determinati dalla realizzazione di una nuova opera o dall insediamento di una nuova attività, rispetto ai livelli di rumore preesistenti. Il comma 2 stabilisce le opere soggette a valutazioni di impatto acustico, ai sensi dell art.12 della L.R. 8/2002, (ad esempio pubblici esercizi ove sono installati macchinari o impianti rumorosi). Al comma 3 si afferma che la documentazione di impatto, redatta da tecnici definiti competenti secondo l articolo 18 della L.R. 8/2002, deve consentire una valutazione comparativa tra la situazione in presenza e quello in assenza delle opere o le attività di interesse. Valutazione previsionale del clima acustico (Titolo VII, artt. 17 e 18): il clima acustico di un area è la distribuzione nello spazio dei livelli di rumore che la caratterizzano, nel periodo di riferimento diurno e notturno. La valutazione deve essere fatta preventivamente alla realizzazione di opere quali, come nel presente caso, nuovi insediamenti residenziali prossimi a strade. L obiettivo è verificare la compatibilità, dal punto di vista acustico, della tipologia di insediamento con l area in esame ed il rispetto dei limiti imposti per la classi di zonizzazione del territorio. L indagine deve essere riportata in una relazione tecnica, redatta da un tecnico competente in acustica ambientale riconosciuto ai sensi dell art. 18 della L.R. 8/2002, i cui contenuti sono descritti all art. 18. Lo studio deve infatti riportare la caratterizzazione acustica del territorio in cui si realizza l opera, con particolare riferimento alle sorgenti di rumore individuate, e la documentazione relativa alla classificazione acustica del territorio. Deve essere presente la verifica della compatibilità dell insediamento con il clima acustico esistente, in relazione ai limiti imposti dalla classi di destinazione d uso del territorio; deve essere esaminata l influenza dell opera sul clima acustico esistente a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 22

23 Piani di classificazione acustica del territorio e piani di risanamento acustico a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 23

24 I PIANI DI RISANAMENTO ACUSTICO La L.Q. 447/95 demanda alle Regioni il compito di emanare Leggi Regionali contenenti indicazioni per la stesura dei Piani di Risanamento Acustico e criteri per la redazione della Zonizzazione Acustica. La L.Q. Conferma l obbligo, già stabilito dal DPCM 01/03/1991, dei Comuni di effettuare la zonizzazione acustica. Un piano di risanamento acustico può essere articolato in cinque fasi: 1) Progetto del piano 2) Misure di rumore 3) Mappatura acustica 4) Zonizzazione acustica 5) Bonifica acustica a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 24

25 FASI DI UN PIANO DI RISANAMENTO ACUSTICO PROGETTO DELLE ATTIVITA Analisi strumenti urbanistici Misure di rumore Modelli previsionali ZONIZZAZIONE MAPPATURA Cartografia: Suddivisione nelle sei classi CONFRONTO Superamento limiti di attenzione Cartografia: mappe di rumore PIANO DI BONIFICA a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 25

26 FASE I: PROGETTO DEL PIANO DI RISANAMENTO ACUSTICO: Progetto del piano 1. si definiscono i criteri per l effettuazione della zonizzazione acustica 2. si stabiliscono tempi e modalità di effettuazione delle misure fonometriche (strumentazione e procedure) 3. si fissano i punti di misura su apposita cartografia, con inserimento nel contesto urbanistico in oggetto 4. si descrivono e si selezionano i modelli di calcolo previsionale per la redazione delle mappe di rumore (scala 1: :5.000) 5. si definiscono le priorità legate al piano di bonifica, individuando le criticità acustiche dalla sovrapposizione delle due cartografie principali prodotte (zonizzazione e mappe di rumore) a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 26

27 Classificazione acustica del territorio CONSISTE NELL ASSEGNAZIONE, A CIASCUNA PORZIONE OMOGENEA DEL TERRITORIO, DI UNA DELLE 6 CLASSI INDIVIDUATE DAL D.P.C.M. 01/03/91, SULLA BASE DELLA PREVALENTE ED EFFETTIVA DESTINAZIONE D USO DEL TERRITORIO STESSO. CLASSE I Aree particolarmente protette Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione; aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. CLASSE II Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali ed artigianali. CLASSE III Aree di tipo misto Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione con presenza di attività commerciali ed con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. CLASSE IV Aree di intensa attività umana Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole industrie. CLASSE V Aree prevalentemente industriali Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. CLASSE VI Aree esclusivamente industriali Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 27

28 Classificazione acustica del territorio AD OGNI CLASSE, COME INDICATO NEL D.P.C.M.1/3/91 E SUCCESSIVAMENTE dal D.P.C.M. 14/11/97, CORRISPONDONO DEI VALORI DEI LIMITI MASSIMI DEL LIVELLO SONORO EQUIVALENTE PONDERATO A. CLASSI DI DESTINAZIONE D USO DEL TERRITORIO TEMPO DI RIFERIMENTO DIURNO (dba) TEMPO DI RIFERIMENTO NOTTURNO (dba) I Aree particolarmente protette II Aree prevalentemente residenziali III Areeditipomisto IV Aree di intensa attività umana V Aree prevalentemente industriali VI Aree esclusivamente industriali LA ZONIZZAZIONE ACUSTICA È UN ATTO TECNICO-POLITICO DI GOVERNO DEL TERRITORIO, IN QUANTO NE DISCIPLINA L USO E VINCOLA LE MODALITÀ DI SVILUPPO DELLE ATTIVITÀ IVI SVOLTE. L OBBIETTIVO È QUELLO DI PREVENIRE IL DETERIORAMENTO DI ZONE NON INQUINATE E DI FORNIRE UN INDISPENSABILE STRUMENTO DI PIANIFICAZIONE, DI PREVENZIONE E DI RISANAMENTO DELLO SVILUPPO URBANISTICO, COMMERCIALE, ARTIGIANALE E INDUSTRIALE. IL DPCM 1/3/91 NON INDICA CRITERI PARTICOLAREGGIATI CIRCA LA SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO NELLE 6 CLASSI, LASCIANDO AI COMUNI AMPIA LIBERTA DI SCELTA a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 28

29 Materiale necessario per la redazione della zonizzazione acustica PIANO REGOLATORE GENERALE (P.R.G.) I VINCOLI SUL TERRITORIO; SERVIZI, ATTREZZATURE ED AREE PRODUTTIVE (STATO ATTUALE); NETTO STORICO; MOBILITÀ E ORGANIZZAZIONE DELLA CITTÀ; ZONIZZAZIONE (INFORMAZIONI SULLA DENSITÀ ABITATIVA). ANALISI DELLO STATO DI ATTUAZIONE, CONTROLLO DELLA RISPONDENZA TRA DESTINAZIONE URBANISTICA ED EFFETTIVA DESTINAZIONE D USO DEL SUOLO PIANO DELLE MERCI DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE; DISTRIBUZIONE DELLE ATTIVITÀ ARTIGIANALI E COMMERCIALI; PUBBLICAZIONE DELL UFFICIO CENSIMENTI DEI COMUNI (dati statistici relativi al territorio comunale) P.U.T. (Piani Urbani del Traffico) SISTEMA DELLA VIABILITA URBANA ED EXTRAURBANA; CLASSIFICAZIONE DELLA RETE VIARIA; INDIVIDUAZIONE DEI PRINCIPALI NODI CRITICI E LIVELLI DI CONGESTIONE DELLA VIABILITA URBANA PERCORSI DEI VEICOLI COMMERCIALI. ANALISI DEI VOLUMI DI TRAFFICO PROVENIENTI DALLE SPIRE SEMAFORICHE BASE CARTOGRAFICA CARTOGRAFIA C.T.R. SCALA 1:2.000; 1:5.000; 1:10.000; 1: DATI ISTAT DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE, DELLE ATTIVITA COMMERCIALI ED ARTIGIANALI PER SEZIONI DI CENSIMENTO a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 29

30 ELABORATI GRAFICI PRELIMINARI 1) OSPEDALI E SCUOLE SONO EVIDENZIATE SIA LE AREE PERTINENTI ALLE INFRASTRUTTURE OSPEDALIERE E ALLE CASE DI RIPOSO, SIA QUELLE RELATIVE ALLE SCUOLE (ASILI NIDO, SCUOLE MATERNE, SCUOLE ELEMENTARI, SCUOLE MEDIE, ISTITUTI DI ISTRUZIONE SECONDARIA ED UNIVERSITA ) 2) AREE VERDI DISTINTE IN VERDE STORICO, IMPIANTI SPORTIVI E VERDE ATTREZZATO, PARCHI PUBBLICI 3) AREE INDUSTRIALI SONO RIPORTATE LE ZONE INDUSTRIALI ESISTENTI E QUELLE INDIVIDUATE DAL P.R.G. COME POSSIBILI ZONE DI ESPANSIONI INDUSTRIALE 4) SERVIZI PUBBLICI ED IMPIANTI TECNOLOGICI LOCALIZZAZIONE IMPIANTI TECNOLOGICI ED INDIVIDUAZIONE DI SERVIZI QUALI MERCATI GENERALI, MERCATI RIONALI, MACELLI, CHIESE, CENTRI RELIGIOSI, EDIFICI PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, UFFICI PP.TT., CASERME CARABINIERI, EDIFICI PER IL TEMPO LIBERO, CONSULTORI E TEATRI. 5) INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO SONO RIPORTATE LE INFRASTRUTTURE CHE NON RIENTRANO NELLA VIABILITA STRADALE: FERROVIE IN TRINCEA, IN GALLERIA, A RASO, PORTI E ZONE PORTUALI, AEROPORTI CITTADINI 6) RETE VIARIA E PUNTI CRITICI AUTOSTRADE, STRADE DI INTERQUARTIERE, STRADE DI SCORRIMENTO + ANALISI DEL RAPPORTO FLUSSO ORARIO DEI VEICOLI/CAPACITA STRADA 7) DENSITA ABITATIVA a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 30

31 Classificazione viabilità ed infrastrutture di trasporto Nelle aree urbane la componente traffico veicolare costituisce la principale fonte di inquinamento acustico. risulta quindi necessario considerare le caratteristiche specifiche delle varie strade per consentire una compiuta classificazione acustica del territorio comunale RETE STRADALE: CLASSIFICAZIONE EFFETTUATA AI SENSI DELL ART.2 DEL D.Lgs 30/4/1992 n.285 INDIVIDUAZIONE DELLE Fasce Territoriali Di Pertinenza Acustica, AI SENSI DEL RECENTE D.P.R. 30 Marzo 2004, n (art.3) (Esistenti e di Nuova realizzazione) DEFINIZIONE DEI RELATIVI LIMITI DI IMMISSIONE Strade di tipo A e B (Flusso veicolare > 500 veicoli/ora) : CLASSE IV Strade di tipo C (Flusso veicolare veicoli/ora) : CLASSE III Strade di tipo D (Flusso veicolare <50 veicoli/ora) : CLASSE II INFRASTRUTTURE FERROVIARIE: CLASSIFICAZIONE ED INDIVIDUAZIONE DELLE Fasce Territoriali Di Pertinenza Acustica EFFETTUATE AI SENSI DEL D.P.R. 18/11/98 (ART.3) INFR.ESISTENTI E DI NUOVA REALIZZAZIONE CON V MAX <200 km/h: FASCIA A 100m FASCIA B 150m INFR.DI NUOVA REALIZZAZIONE CON V max >200 km/h: FASCIA UNICA 250 m a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 31

32 Esempio di zonizzazione acustica a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 32

33 Misure di rumore Le misure di rumore consentono di valutare la stato di inquinamento acustico del territorio e costituiscono lo strumento conoscitivo di base per la redazione dei piani comunali di disinquinamento acustico. Le misure effettuate non vanno intese a scopo di viglianza/controllo, ma finalizzate a fornire indicazioni sulle zone acusticamente critiche. Ai sensi dei commi 6, 7, 8 dell art.2 della Legge Quadro n. 447/95, viene definito Tecnico Competente In Acustica la figura professionale idonea ad effettuare le misurazioni così come riportato nell apposito Elenco dei Tecnici Competenti in acustica depositato presso l Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente. Per la strumentazione e le procedure di misura si fa riferimento a quanto prescritto dal D.M.16/03/98 dove sono contenute le norme tecniche per l esecuzione delle misure del rumore e le indicazioni riguardo le caratteristiche richieste per la strumentazione necessaria. Per la scelta dei punti di misura si segue una griglia regolare per le zone più densamente abitate, mentre nelle zone periferiche, al fine di contenere il numero totale delle misure, vengono scelti punti posti in prossimità delle sorgenti e dei ricettori sensibili (10-30 p.ti/km 2 ). E opportuno prevedere anche alcuni punti di misura utili per la taratura e validazione dei modelli previsionali. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 33

34 MAPPATURA ACUSTICA La mappatura acustica consiste nella realizzazione di mappe di rumore, nelle quali è riportata la distribuzione del livello di pressione sonora sul territorio, ad una quota di 1,5 m. dal suolo. Per mezzo delle misure fonometriche si stimano i valori del livello di pressione sonora nei nodi di una griglia utilizzando modelli di calcolo che permettono, assegnati i dati di input, di ottenere il valore del livello di pressione sonora in qualsivoglia punto. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 34

35 Piano di bonifica Le aree nelle quali il rumore ambientale risulta superiore ai limiti di legge sono individuate confrontando la mappatura e la zonizzazione; Le FASI DEL PIANO DI BONIFICA sono quindi: Sovrapposizione delle due cartografie; Individuazione delle situazioni di inquinamento acustico del territorio; Classificazione delle sorgenti di rumore specifiche, fisse e/o mobili,responsabili delle situazioni di inquinamento acustico e da sottoporre pertanto ad interventi di bonifica; Individuazione delle priorità, dei tempi, dei costi e dei soggetti responsabili di tali interventi. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 35

36 Criteri per l individuazione delle priorità di bonifica acustica I criteri di tipo oggettivo per l individuazione delle priorità di intervento disponibili in letteratura sono in genere basati sulla redazione di una graduatoria di tutti gli interventi di bonifica, in considerazione dei punteggi assegnati a diversi parametri, valutati per ciascuna area in cui si riscontra un superamento dei limiti di rumore: entità del superamento rispetto ai limiti diurno e notturno, in modo da privilegiare gli interventi nelle situazioni più critiche; entità del superamento rispetto al valore di 65 db(a) in periodo diurno e /o 55 db(a) in periodo notturno (LAeq esterno); numero di persone soggette ai superamenti, e che verrebbero a beneficiare dell intervento di bonifica acustica, in modo da privilegiare gli interventi che interessano il numero maggiore di persone; classe di appartenenza della zonizzazione acustica, in modo da privilegiare gli interventi che permettono di ridurre l inquinamento acustico nelle aree più tutelate; costi dell intervento, così da privilegiare gli interventi che, a parità di beneficio, comportano costi minori; efficacia dell intervento, in termini di LAeq al ricettore più esposto, in modo da privilegiare, a parità di costi, gli interventi che comportano il maggior beneficio. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 36

37 STRATEGIE E TECNICHE DI BONIFICA (1) La scelta del tipo di intervento di bonifica per le zone ad elevato inquinamento acustico si effettua ricorrendo a modelli di calcolo, al fine di valutare l efficacia dell intervento nell area da bonificare e nelle aree limitrofe. Interventi sul traffico Riduzione sui volumi di traffico e/o sulla percentuale di mezzi pesanti; Creazione di zone a velocità ridotta; Concentrazione del traffico di attraversamento su arterie principali; Realizzazione di rotatorie al posto degli incroci semaforizzati; Insonorizzazione della flotta degli autobus pubblici; Le barriere antirumore Barriere artificiali; Barriere naturali; Barriere miste; Gallerie con buffles; Gallerie artificiali. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 37

38 STRATEGIE E TECNICHE DI BONIFICA (2) Asfalti drenanti fonoassorbenti Protezione passiva degli edifici Finestre antirumore Isolamento acustico pareti perimetrali Intonaci fonoassorbenti. Interventi diretti sulle sorgenti Insonorizzazione di sorgenti industriali. Altri interventi Regolamentazione di attività temporanee all aperto Monitoraggi ambientali; Provvedimenti amministrativi. a.a. 2010/11 - Corso di Impianti tecnici per l'edilizia - E. Moretti 38

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