Responsabilità Amministrativa delle Imprese Decreto Legislativo 231/2001 e s.m.i. III Edizione Realizzato da

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1 Responsabilità Amministrativa delle Imprese Decreto Legislativo 231/2001 e s.m.i. III Edizione Realizzato da

2 Indice Introduzione Formazione Parte 1 Cosa prevede la legge Principali riferimenti legislativi Contenuti del decreto Principali reati Sanzioni Esonero della responsabilità Realizzato da GC Governance Consulting 2

3 Indice Parte 2 Il Modello Organizzativo GEMMO ex D.Lgs. 231/01 Elaborazione del Modello Gestione del Modello Comunicazione Realizzato da GC Governance Consulting 3

4 Introduzione DESTINATARI E OBIETTIVI Realizzato da GC Governance Consulting 4

5 Introduzione Il presente corso destinato ai collaboratori di Gemmo S.p.A. fa parte delle iniziative intraprese dalla Società per ottemperare ai requisiti previsti dal D. Lgs. 231/2001. Obiettivo: rendere noti a tutti i dipendenti e collaboratori i contenuti del Decreto e gli obblighi previsti per la Società ed per i suoi dipendenti. Realizzato da GC Governance Consulting 5

6 Formazione L attività di formazione ha come destinatari i soggetti coinvolti nei processi sensibili Rendere coscienti tutti sui comportamenti vietati e su quelli obbligatori Creare consapevolezza sui relativi comportamenti etici Promuovere una cultura di gruppo nella gestione dei rischi aziendali Realizzato da GC Governance Consulting 6

7 PARTE 1 COSA PREVEDE LA LEGGE Realizzato da GC Governance Consulting 7

8 Principali Riferimenti Legislativi Il D.Lgs. 231/01 Responsabilità amministrativa delle persone giuridiche risponde all esigenza di un adeguamento dell Italia a: Convenzione del 26 luglio 1995 (tutela degli interessi finanziari della Comunità Europea) Convenzione di Bruxelles del 26 maggio 1997 (lotta alla corruzione nella quale sono coinvolti funzionari della Comunità Europea o degli Stati membri) Convenzione OCSE del 17 dicembre 1997 (lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche ed internazionali) Realizzato da GC Governance Consulting 8

9 Contenuti del decreto Il D.Lgs. 231/01 introduce, per la prima volta, nel nostro Ordinamento Giuridico una RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLE SOCIETÀ per attività illecite derivanti da reati commessi da persone fisiche che operano in nome e per loro conto e, in ogni caso, nel loro interesse. Realizzato da GC Governance Consulting 9

10 Realizzato da GC Governance Consulting 10 Contenuti del decreto Il D.Lgs. 231/01 risulta una norma innovativa perché prevede l introduzione: di una responsabilità aggiuntiva (amministrativa) a carico degli Enti (persona giuridica Enti forniti di responsabilità giuridica; Società; Associazioni anche prive di personalità giuridica.

11 Realizzato da GC Governance Consulting 11 Contenuti del decreto Questa nuova responsabilità si aggiunge a quella della persona fisica che commette uno tra i reati penali previsti dal Decreto. Vengono inoltre introdotti concetti di: organizzazione aziendale e controllo all interno di una norma di natura penale

12 Realizzato da GC Governance Consulting 12 CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELLA NUOVA RESPONSABILITA

13 Contenuti del decreto Responsabilità ibrida: amministrativa in ambito penale Possiede due caratteristiche principali: la COMPETENZA ad accertare la responsabilità dell ente è del giudice penale (che giudica anche il reato commesso dal dipendente/amministratore); le SANZIONI che il giudice può applicare all ente non sono penali come quelle inflitte agli autori dei reati (detenzione, multa, ecc.), ma di tipo amministrativo (sanzioni pecuniarie, interdizione dall esercizio dell attività, revoca di autorizzazioni, ecc.). Realizzato da GC Governance Consulting 13

14 Realizzato da GC Governance Consulting 14 ENTI ESCLUSI DALLA RESPONSABILITA EX. D.LGS. 231

15 Realizzato da GC Governance Consulting 15 I soggetti esclusi dalla disciplina del Decreto 231 Fra gli enti esclusi dalla disciplina, vanno ricordati innanzitutto: lo Stato le pubbliche amministrazioni gli enti pubblici territoriali (regioni, province e comuni, Camere di Commercio) Altri enti pubblici non economici (es.: ACI, Croce Rossa)

16 Realizzato da GC Governance Consulting 16 I soggetti esclusi dalla disciplina del Decreto 231 Quelli che svolgono funzioni di rilievo costituzionale, ad esempio: i partiti politici i sindacati le Camere del Parlamento la Corte Costituzionale il Consiglio Superiore della Magistratura Le micro imprese: le imprese esercitate in forma individuale, anche se sotto forma di impresa familiare

17 Realizzato da GC Governance Consulting 17 I PRESUPPOSTI SOGGETTIVI: SOGGETTI APICALI E SOTTOPOSTI

18 Contenuti del decreto L Ente è responsabile per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio: da SOGGETTI APICALI soggetti con funzioni di rappresentanza, amministrazione, direzione dell Ente o di una sua articolazione interna (dotata di autonomia funzionale e finanziaria) che esercitano anche di fatto la gestione ed il controllo dell Ente. (ad es. membri del Consiglio di Amministrazione, del comitato esecutivo, direttori generali, resp. funzione.) Realizzato da GC Governance Consulting 18

19 Realizzato da GC Governance Consulting 19 Contenuti del decreto da PERSONE SOTTOPOSTE ALLA DIREZIONE O ALLA VIGILANZA DEI SOGGETTI APICALI soggetti i quali, pur potendo agire in autonomia e potendo dunque astrattamente compiere i reati di cui al D.Lgs. 231/01, sono tuttavia sottoposti alla direzione o vigilanza dei soggetti apicali. (dipendenti, collaboratori, parasubordinati)

20 Realizzato da GC Governance Consulting 20 IL DIVERSO ONERE DELLA PROVA PER APICALI E SOTTOPOSTI

21 Realizzato da GC Governance Consulting 21 Contenuti del decreto Reato commesso da un SOGGETTO APICALE: l onere della prova ricade sull Ente, deve dimostrare l esenzione o esclusione della responsabilità per l illecito commesso, ossia di dimostrare che l atto commesso non è espressione della politica aziendale.

22 Realizzato da GC Governance Consulting 22 Contenuti del decreto Reato commesso da un SOTTOPOSTO: l onere della prova ricade sull accusa, che dovrà dimostrare l esistenza di una negligenza organizzativa (carenza di direzione o vigilanza da parte dei soggetti apicali)

23 Realizzato da GC Governance Consulting 23 I PRESUPPOSTI OGGETTIVI INTERESSE O VANTAGGIO DELL ENTE

24 La condizione per l accertamento della responsabilità della società LA CONDIZIONE perché l ente sia considerato responsabile è che la persona fisica abbia commesso uno dei reati presi in considerazione dal Decreto: nell interesse dell ente o a vantaggio dell ente Senza necessariamente procurare all ente un vantaggio materiale in termini di profitto Cioè procurando all ente un profitto, anche se il reato non é commesso nell interesse dell ente stesso (l aver agito nell interesse esclusivo proprio o di terzi esclude la responsabilità della società) Realizzato da GC Governance Consulting 24

25 Realizzato da GC Governance Consulting 25 I REATI OGGI PREVISTI DAL D.Lgs.231 SONO PIÙ DI 100

26 Realizzato da GC Governance Consulting 26 Principali reati Categorie di reati previsti dal D.Lgs.231 (I) Reati contro la Pubblica Amministrazione; Delitti informatici e trattamento illecito di dati; Delitti di criminalità organizzata; Reati di falsità in monete; Delitti contro l'industria e il commercio; Reati Societari; Reati con finalità di terrorismo;

27 Realizzato da GC Governance Consulting 27 Principali reati Categorie di reati previsti dal D.Lgs.231 (II) Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili; Delitti contro la personalità individuale; Abuso di mercato; Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro;

28 Realizzato da GC Governance Consulting 28 Principali reati Categorie di reati previsti dal D.Lgs.231 (III) Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita; Delitti in materia di violazione del diritto d'autore; Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria;

29 Realizzato da GC Governance Consulting 29 Principali reati Categorie di reati previsti dal D.Lgs.231 (IV) Reati transnazionali (p.e. associazione per delinquere, contrabbando, traffico stupefacenti); Reati Ambientali*; Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria. * Novità 2011

30 Realizzato da GC Governance Consulting 30 Principali reati ART. 24 Indebita percezione di erogazioni, malversazione, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico, frode informatica in danno dello Stato o di un ente pubblico

31 Realizzato da GC Governance Consulting 31 Principali reati ART. 25 Concussione e corruzione

32 Realizzato da GC Governance Consulting 32 Principali reati ART. 25ter Reati societari

33 Realizzato da GC Governance Consulting 33 Principali reati ART. 25quater Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico

34 Realizzato da GC Governance Consulting 34 Principali reati ART. 25quinquies Delitti contro la personalità individuale

35 Realizzato da GC Governance Consulting 35 Principali reati ART. 25quater 1 Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili

36 Realizzato da GC Governance Consulting 36 Principali reati ART. 25 sexies Abusi di mercato

37 Principali reati ART. 25 septies Omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro Realizzato da GC Governance Consulting 37

38 Principali reati DATA L IMPORTANZA DELL ARGOMENTO VEDASI L APPROFONDIMENTO NELL APPOSITA SEZIONE DEL CORSO! Realizzato da GC Governance Consulting 38

39 Realizzato da GC Governance Consulting 39 Principali reati ART. 24 bis Delitti informatici e trattamento illecito dei dati

40 Realizzato da GC Governance Consulting 40 Principali reati ART. 25octies Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita

41 Realizzato da GC Governance Consulting 41 Principali reati ART. 25novies Delitti in materia di diritto d autore, segni di riconoscimento

42 Realizzato da GC Governance Consulting 42 Principali reati ART. 25decies Reati contro la giustizia (induzione a non rendere dichiarazioni all Autorità Giudiziaria)

43 Realizzato da GC Governance Consulting 43 Principali reati ART. 25undecies Reati ambientali

44 Principali reati DATA L IMPORTANZA DELL ARGOMENTO VEDASI L APPROFONDIMENTO NELL APPOSITA SEZIONE DEL CORSO! Realizzato da GC Governance Consulting 44

45 Principali reati Nel frattempo, il Consiglio dell Unione Europea, con due decisioni quadro (prese nel corso del 2003) ha previsto che gli Stati Membri adottino: entro il 26/12/2010, le misure necessarie al perseguimento in sede penale dei COMPORTAMENTI CONTRARI ALLA TUTELA DELL AMBIENTE (Direttiva 2008/99/CE) Realizzato da GC Governance Consulting 45

46 Realizzato da GC Governance Consulting 46 LE SANZIONI PREVISTE: INTERDITTIVE E PECUNIARIE

47 Sanzioni Le sanzioni principali previste dal Decreto 231 colpiscono il patrimonio dell ente o la sua libertà di azione. Si tratta, infatti, di: SANZIONI PECUNIARIE (secondo un sistema per quote) SANZIONI INTERDITTIVE (interdizione dall attività, revoca di autorizzazioni, ecc.) Il Decreto 231 prevede anche due sanzioni accessorie: CONFISCA del profitto del reato PUBBLICAZIONE della sentenza Realizzato da GC Governance Consulting 47

48 Realizzato da GC Governance Consulting 48 Sanzioni SANZIONI PECUNIARIE: multa o ammenda SANZIONI INTERDITTIVE (aggiuntive) interdizione dall esercizio dell attività sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell illecito divieto di contrattare con la pubblica amministrazione esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi e sussidi e revoca di quelli già eventualmente concessi divieto di pubblicizzare beni e servizi

49 Realizzato da GC Governance Consulting 49 Sanzioni CONFISCA DEL PREZZO/PROFITTO PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA

50 Sanzioni Le sanzioni interdittive sono applicabili solo per alcune fattispecie di reato: reati verso la Pubblica Amministrazione falsità in monete e carte di credito terrorismo tratta di persone, pedopornografia, infibulazione reati transnazionali omicidio colposo e lesioni colpose (sicurezza sul lavoro) ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita reati ambientali (sanzioni previste nel disegno di legge) Realizzato da GC Governance Consulting 50

51 Realizzato da GC Governance Consulting 51 COME PUÒ LA SOCIETA PROTEGGERSI DAI COMPORTAMENTI DEI PROPRI DIPENDENTI O DIRIGENTI?

52 Realizzato da GC Governance Consulting 52 MEDIANTE: 1) L ADOZIONE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO IDONEO

53 Realizzato da GC Governance Consulting 53 2) LA COSTITUZIONE DI UN ORGANISMO DI VIGILANZA

54 Realizzato da GC Governance Consulting 54 Esonero della responsabilità Il D.Lgs. 231/01 introduce il principio dell esimente da responsabilità per gli Enti che scatta se l Ente si è dotato in anticipo di un: Modello di Organizzazione e Gestione idoneo a prevenire i reati Organismo di Vigilanza e di Controllo, efficacemente operativo quindi le persone possono commettere il reato solo eludendo fraudolentemente il Modello

55 Realizzato da GC Governance Consulting 55 PARTE 2 IL MODELLO ORGANIZZATIVO EX D.LGS. 231/01

56 Realizzato da GC Governance Consulting 56 Elaborazione del Modello Obiettivi generali del Modello: Prevenire o mitigare ogni forma di irregolarità o ipotesi di irregolarità che possa concretizzarsi in uno dei reati previsti; Costituire valide evidenze obiettive, in tema di onere della prova, al fine di escludere la responsabilità societaria nel caso siano commesse irregolarità da parte di rappresentanti infedeli o impreparati; Assicurare l efficienza, l efficacia e la trasparenza della gestione per garantire la reputazione di integrità societaria nei rapporti con le controparti private e istituzionali.

57 Realizzato da GC Governance Consulting 57 Elaborazione del Modello Il Modello deve rispondere alle seguenti esigenze (art. 6 comma 2) a) Individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi i reati (attività di risk analysis) b) Prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l attuazione delle decisioni dell ente in relazione ai reati da prevenire (attività di controllo) c) Individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati d) Prevedere obblighi di informazione nei confronti dell organismo deputato alla vigilanza sui modelli e) Introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello

58 Realizzato da GC Governance Consulting 58 ELEMENTI COSTITUTIVI DEL MODELLO

59 Realizzato da GC Governance Consulting 59 Elementi costitutivi del Modello Codice Etico Organismo di Vigilanza Mappa attività a rischio MODELLO 231 Sistema sanzionatorio Flussi informativi Protocolli di decisione

60 Realizzato da GC Governance Consulting 60 IL CODICE DI COMPORTAMENTO I PROTOCOLLI LE PROCEDURE

61 Realizzato da GC Governance Consulting 61 Elaborazione del Modello Rappresenta i valori etici della Società Codice Etico Contiene l insieme dei diritti, doveri e responsabilità della Società nei confronti dei portatori di interesse (stakeholder) Contiene l insieme delle regole di condotta cui tutto il personale ha il dovere di uniformarsi nell esercizio dell attività lavorativa E parte integrante del Modello 231 ed è alla base di tutto il sistema organizzativo di prevenzione

62 Realizzato da GC Governance Consulting 62 VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO

63 Realizzato da GC Governance Consulting 63 Processo di Risk management 1) Mappatura processi a rischio 2) Elenco rischi potenziali (per processo) Mappa Rischi 3) Analisi del sistema di controllo preventivo esistente (protocolli) 4) Valutazione dei rischi residui (non coperti da controlli preventivi) Rischio accettabile? Si No SISTEMA DI CONTROLLO IN GRADO DI PREVENIRE I RISCHI Adeguamento Sistema di Controllo preventivo (protocolli)

64 Il risk management ed il concetto di rischio accettabile Un concetto cruciale nel processo di risk management è quello di Rischio accettabile Comunemente, un rischio può essere definito accettabile quando l adozione di eventuali misure aggiuntive volte a scongiurarlo costerebbe più della risorsa da proteggere, e pertanto è sconsigliabile economicamente (ad esempio: le comuni automobili sono dotate di antifurto e non anche di un vigilante armato) Realizzato da GC Governance Consulting 64

65 Il rischio accettabile nell ottica del Decreto 231 In particolare, ai fini dell applicazione del Decreto 231, è necessario definire una soglia effettiva che consenta di porre un limite alla quantità/qualità delle misure di prevenzione da introdurre per evitare la commissione dei reati considerati. In assenza di una previa determinazione del rischio accettabile, la quantità/qualità di controlli preventivi istituibili è infatti virtualmente infinita, con la conseguenza di intralciare pesantemente l operatività aziendale. La SOGLIA concettuale di accettabilità è rappresentata dall istituzione di un: SISTEMA DI PREVENZIONE TALE DA NON POTER ESSERE AGGIRATO SE NON INTENZIONALMENTE Realizzato da GC Governance Consulting 65

66 Il rischio accettabile (segue) Una soglia di questo tipo è in linea con la logica della elusione fraudolenta del modello organizzativo, che abbiamo visto essere una delle condizioni espresse dal Decreto 231 per l esclusione della responsabilità della società: le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione. AGGIRAMENTO INTENZIONALE DEL MODELLO ELUSIONE FRAUDOLENTA RESPONSABILITA DELLA SOCIETA Realizzato da GC Governance Consulting 66

67 Realizzato da GC Governance Consulting 67 Il rischio accettabile (segue) Pertanto, il sistema di risk management deve essere in grado di: ESCLUDERE che un qualunque soggetto operante all interno della società possa giustificare la propria condotta adducendo l ignoranza delle direttive aziendali EVITARE che, nella normalità dei casi, il reato possa essere causato dall errore umano nella valutazione delle direttive aziendali PREVENIRE quanto più possibile l aggiramento intenzionale del modello, attraverso l istituzione di un sistema di controllo adeguato

68 Realizzato da GC Governance Consulting 68 MODELLO PARTE GENERALE E PARTE SPECIALE

69 Realizzato da GC Governance Consulting 69 Elaborazione del Modello Il Modello di Gestione, organizzazione e controllo contiene: Modello 231 PARTE GENERALE: Quadro normativo: responsabilità, reati, sanzioni, contenuti del Decreto 231; Definizione dei Processi sensibili; Organismo di Vigilanza (O.d.V.): funzioni e poteri; Formazione e Comunicazione; Sistema sanzionatorio; Protocolli generali di prevenzione.

70 Realizzato da GC Governance Consulting 70 Elaborazione del Modello PARTI SPECIALI Le schede esplicative dei reati; Protocolli di Decisione Protocolli specifici di prevenzione; Mappatura delle aree di rischio; Valutazione del sistema preventivo (Organizzazione, Procedure, Controlli Formazione); Valutazione dei rischi residui.

71 Realizzato da GC Governance Consulting 71 ADEGUATEZZA DEL MODELLO A PREVENIRE I COMPORTAMENTI ILLECITI

72 Realizzato da GC Governance Consulting 72 Gestione del Modello Tuttavia non é sufficiente aver adottato un Modello Adeguatezza del Modello é necessario: gestirlo con continuità monitorarne l efficacia curarne l aggiornamento

73 Realizzato da GC Governance Consulting 73 Gestione del Modello L Adeguatezza del Modello è garantita da meccanismi di controllo che, seguendo un approccio dinamico, devono apportare migliorie ed adeguamenti Il Modello deve infatti: adattarsi nel tempo ai mutamenti di contesto (legislativi, organizzativi, tecnologici, ecc.) fronteggiare anche i rischi di nuova insorgenza

74 Realizzato da GC Governance Consulting 74 COSTITUZIONE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA AI SENSI DEL D.LGS.231/2001

75 Realizzato da GC Governance Consulting 75 Gestione del Modello Organismo creato ad hoc all interno dell azienda; Organismo di Vigilanza opera continuativamente; effettua attività di vigilanza.

76 Realizzato da GC Governance Consulting 76 Gestione del Modello Deve essere dotato di requisiti fondamentali quali: Organismo di Vigilanza un sufficiente grado di: indipendenza imparzialità di giudizio autonomia operativa competenza professionale continuità di azione

77 Realizzato da GC Governance Consulting 77 Gestione del Modello Compiti di vigilanza sul funzionamento e sull osservanza del Modello. Organismo di Vigilanza verifiche sulla conformità dei comportamenti aziendali rispetto a quanto previsto dal Modello, attraverso controlli sull osservanza delle regole e delle disposizioni in esso contenute (ex post) verifica dell adeguatezza del Modello per la prevenzione di rischi aziendali (ex ante)

78 Realizzato da GC Governance Consulting 78 Gestione del Modello L O.d.V. vigila attraverso: Organismo di Vigilanza raccolta ed elaborazione delle informazioni rilevanti verifica sulle attività a rischio di reato aggiornamento della mappatura delle aree a rischio di reato accertamento di possibili violazioni

79 Realizzato da GC Governance Consulting 79 I FLUSSI INFORMATIVI VERSO L ORGANISMO DI VIGILANZA

80 Realizzato da GC Governance Consulting 80 Gestione del Modello L O.d.V. nelle sue attività si avvale del supporto di: Flussi informativi Responsabili di Direzione invio flussi informativi controlli sull effettivo rispetto dei protocolli per le aree di competenza aggiornamento e diffusione Modello segnalazioni all O.d.V. di violazioni del Modello Internal Audit (o funzione assimilabile) raccolta dei flussi informativi esame delle relazioni periodiche aggiornamento protocolli e procedure verifiche di audit

81 Realizzato da GC Governance Consulting 81 Gestione del Modello Le attività di verifica dell O.d.V. Organismo di Vigilanza L O.d.V. può affidare all Internal Audit le verifiche ai sensi del Modello 231 In tal caso l Internal Audit propone all O.d.V. un piano di interventi, possibilmente integrato nel Piano di Audit complessivo Il piano di verifiche ha per oggetto tutte le attività a rischio Le attività di verifica hanno come obiettivo la compliance con i dettami del Modello

82 Realizzato da GC Governance Consulting 82 Comunicazione L efficacia dell operato dell O.d.V. dipende dalle informazioni in suo possesso: Organismo di Vigilanza Deve avere libero accesso ad ogni documento, dato, contratto aziendale, residente su supporto informatico o cartaceo Devono essere previsti obblighi di informazione attraverso l istituzione di un apposito e adeguato flusso informativo

83 Realizzato da GC Governance Consulting 83 Comunicazione Flussi informativi: da soggetti ben indivduati nel Modello Comunicazione Segnalazioni delle violazioni: da parte di chiunque venga a conoscenza Le informazioni previste possono includere: le eventuali anomalie ed infrazioni riscontrate i risultati delle attività di controllo di linea, ossia poste in essere dalle varie funzioni dell Ente altre informazioni (ad es. da organi di polizia giudiziaria)

84 Realizzato da GC Governance Consulting 84 Comunicazione I Responsabili delle Direzioni e delle BU redigono periodicamente un rapporto di segnalazione; L O.d.V. riceve i flussi, ne analizza il contenuto e redige per il C.d.A. ed il Collegio Sindacale una relazione contenente: stato di attuazione del Modello e esiti dell attività di vigilanza interventi organizzativi / gestionali da implementare piano delle verifiche da effettuare Flussi Informativi

85 Realizzato da GC Governance Consulting 85 OBBLIGHI DELLE FUNZIONI E DEI DIPENDENTI

86 Realizzato da GC Governance Consulting 86 Soggetti Apicali e ODV come comportarsi e informazioni utili A tutti i dipendenti e collaboratori è richiesto che: Formazione di partecipare alle attività di formazione organizzati dalla Società; di conoscere le previsioni del Codice di Comportamento reperibile sul sito aziendale; di adottare comportamenti conformi alle previsioni del Codice di Comportamento.

87 Realizzato da GC Governance Consulting 87 Soggetti Apicali e ODV come comportarsi e informazioni utili I Soggetti Apicali, e tutti i dipendenti in genere, possono effettuare segnalazioni all ODV scegliendo fra queste due opzioni: Via scrivendo all indirizzo di posta elettronica dell O.d.V. : organismo.di.vigilanza@gemmo.com Via posta ordinaria a: Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/01 VIALE DELL'INDUSTRIA, ARCUGNANO (VI) In ogni caso viene garantita la massima riservatezza e tutela del segnalante

88 FINE MODULO Realizzato da GC Governance Consulting 88

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