Il nuovo Codice. Deontologico degli infermieri italiani. quali impegni per gli infermieri e il nuovo Consiglio Direttivo Dott.ssa M.G.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Il nuovo Codice. Deontologico degli infermieri italiani. quali impegni per gli infermieri e il nuovo Consiglio Direttivo Dott.ssa M.G."

Transcript

1 Informativa sulle modalità di abbonamento alla rivista Si ricorda, a quanti fossero interessati a effettuare l abbonamento alla presente rivista Professione Infermiere per l anno 2009, che la quota d abbonamento è di 16 euro da versare sul numero di conto corrente postale intestato a Collegio Infermieri Vicolo Malgrado 7, Bologna, specificando la causale Abbonamento 2009 rivista Professione Infermiere. Si chiede inoltre di farci pervenire via fax o per posta copia della ricevuta del pagamento effettuato. Informativa sui: decreti autorizzativi del Ministero della Salute per l esercizio della professione infermieristica in Italia per cittadini provenienti da Paesi extraeuropei Si porta a conoscenza degli Iscritti che le prove di valutazione degli Infermieri appartenenti ai Paesi della Unione Europea riguardano il possesso delle conoscenze linguistiche necessarie per lo svolgimento dell attività professionale e delle speciali disposizioni che regolano l esercizio professionale in Italia. Tale valutazione viene effettuata dal Collegio Professionale competente al momento dell iscrizione all Albo. Si invitano tutti i Colleghi iscritti nel Collegio Ipasvi della provincia di Bologna a concorrere al miglioramento delle competenze suddette anche segnalando al Collegio eventuali criticità onde procedere con l attivazione di corsi specifici per il recupero delle conoscenze linguistiche. NORMATIVA Il nuovo Codice deontologico degli infermieri italiani: quali impegni per gli infermieri e il nuovo Consiglio Direttivo Dott.ssa M.G. Bedetti Il 27 febbraio u.s., all interno del XV Congresso Nazionale organizzato della Federazione Nazionale Collegi IPASVI, è stato presentato, dalla Presidente d.ssa Silvestro, il nuovo Codice Deontologico degli infermieri italiani che, da tale data, è entrato formalmente in vigore quale strumento di auto-regolamentazione professionale e decalogo delle responsabilità che gli infermieri stessi si attribuiscono, responsabilità che scaturiscono quindi non da una normativa imposta dall esterno ma dalla condivisione, come gruppo professionale, di un sistema di valori all interno del quale si svolge la relazione assistenziale con le persone, le famiglie, la comunità. La Legge n. 42/1999, Disposizioni in materia di professioni sanitarie (che ricordo ha abolito il mansionario), pone infatti il Codice deontologico a riferimento essenziale dell attività sanitaria 1 riconoscendo in questo sistema di regole di autodisciplina e di comportamento autodeterminato, lo strumento privilegiato per la tutela dei diritti dei cittadini che nell interazione con gli operatori sanitari si trovano generalmente in posizione di subordinazione perché portatori di bisogni, sofferenze, fragilità. Il nuovo Codice deontologico, che ridefinisce quindi le regole dell agire professionale a partire da un sistema etico condiviso come gruppo professionale, è il risultato di un esteso coinvolgimento di esperti, infermieri, associazioni di cittadini, a partire da una bozza di revisione del Codice precedente proposta dalla stessa Federazione Nazionale IPASVI un anno fa e sulla quale anche gli infermieri e le associazioni bolognesi sono state chiamate a dare il loro contributo (Rivista n. 2/2008; Seminario Il Codice Deontologico dell Infermiere Una revisione per una valorizzazione ). Nell intento di fare emergere con evidenza il percorso fatto in termini non solo di riflessione sulla bozza proposta ma anche di evoluzione della professione, così come è avvenuta in questi ultimi 10 anni, nonché di prospettive di sviluppo, riproponiamo in questo numero della rivista, mettendoli a confronto, il testo sia del Codice precedente (1999) che quello del nuovo Codice (2009). Confronto che offre, a nostro parere, grandi opportunità di riflessione su temi fondamentali quali l identità professionale e sociale degli infermieri, i rapporti intra ed interprofessionali, le relazioni con le persone assistite e col contesto organizzativo all interno del quale gli infermieri praticano l assistenza, le prospettive e gli obiettivi di sviluppo che si intendono perseguire come gruppo professionale per se e per il più complessivo sistema di cure, consapevoli, come Collegio, che quando parliamo di responsabilità professionali dobbiamo tener conto sia delle responsabilità personali del singolo professionista che del piano di responsabilità collettive della comunità professionale. Per tale motivo il nuovo Consiglio Direttivo del Collegio ha previsto una serie di incontri, da realizzare in diverse sedi territoriali e di cui verrà data comunicazione, così da promuovere la riflessione e il confronto fra il maggior numero di iscritti sui contenuti del nuovo Codice deontologico, nella consapevolezza del proprio mandato istituzionale che, al contrario di altre organizzazioni come il sindacato, le associazioni professionali, ecc., è di costruire e mantenere la coesione della categoria professionale attraverso la condivisione di un sistema di valori in riferimento ai quali le prestazioni erogate acquisiscono significato per chi le eroga e per chi le riceve. In tal senso, già in questa sede, desideriamo sottolineare come il concetto di responsabilità che deriva dal Codice deontologico risulti molto diverso da quello che deriva dalla legge dove il primo significato che corre alla mente quando si parla di responsabilità è quello di rispondere, cioè essere chiamati a rispondere per una propria colpa, di un azione o di un omissione illecita, cioè contraria al diritto. Nel Codice deontologico il termine responsabilità assume il significato di coscienza degli obblighi connessi con lo svolgimento di una professione di aiuto e, conseguentemente, di impegno del professionista ad adottare determinati modelli di comportamento nell interesse primo delle persone che assiste. Ma anche il concetto di professionali- 9

2 N. 1 - Gennaio / Marzo 2009 tà che ne deriva, poiché viene riconosciuto come unico fine dell agire professionale il bene dell assistito, non può essere evidentemente identificato con la mera esecuzione di prestazioni finalizzate a se stesse ma presuppone un agire fatto di metodo, individualizzazione di obiettivi specifici e verifica dei risultati, che in pratica significa saper prevedere, saper prevenire ed assumersi in prima persona la responsabilità delle conseguenze delle proprie azioni. A questo proposito è intenzione del nuovo Consiglio Direttivo sostenere lo sviluppo e la promozione di modelli organizzativi basati sul principio della centralità dei bisogni della persona assistita, sulla cooperazione e l interscambio tra professioni sanitarie, attraverso la promozione di iniziative formative rivolte a tutti gli iscritti come L assistenza infermieristica pensata e praticata riproposta ancora una volta quale strumento che, modificatosi nel tempo in termini di contenuti e metodologie grazie anche al contributo di tutti i colleghi che l hanno frequentata, si propone di fornire le basi conoscitive per passare da un organizzazione per compiti a una per obiettivi assistenziali. 1. Legge 26 febbraio 1999, n. 42 Disposizioni in materia di professioni sanitarie (che ha abolito il mansionario) all art. 1 precisa che il campo proprio di attività e di responsabilità sanitarie ( ) è rappresentato dai contenuti degli specifici codici deontologici. Il Codice deontologico degli infermieri (1999) Il Codice Deontologico Articolo 1. Premessa 1.1. L infermiere è l operatore sanitario che, in possesso del diploma abilitante e dell iscrizione all Albo professionale, è responsabile dell assistenza infermieristica L assistenza infermieristica è servizio alla persona e alla collettività. Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari, di natura tecnica, relazionale ed educativa La responsabilità dell infermiere consiste nel curare e prendersi cura della persona, nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell individuo Il Codice deontologico guida l infermiere nello sviluppo della identità professionale e nell assunzione di un comportamento eticamente responsabile. E uno strumento che informa il cittadino sui comportamenti che può attendersi dall infermiere L infermiere, con la partecipazione ai propri organismi di rappresentanza, manifesta la appartenenza al gruppo professionale, l accettazione dei valori contenuti nel Codice deontologico e l impegno a viverli nel quotidiano. Articolo 2. Principi etici della professione 2.1. Il rispetto dei diritti fondamentali dell uomo e dei principi etici della professione è condizione essenziale per l assunzione della responsabilità delle cure infermieristiche L infermiere riconosce la salute come bene fondamentale dell individuo e interesse della collettività e si impegna a tutelarlo con attività di prevenzione, cura e riabilitazione L infermiere riconosce che tutte le persone hanno diritto ad uguale considerazione e le assiste indipendentemente dall età, dalla condizione sociale ed economica, dalle cause di malattia. (vedi Articolo 4) 2.4. L infermiere agisce tenendo conto dei valori religiosi, ideologici ed etici, nonché della cultura, etnia e sesso dell individuo. Capo I Articolo 1 L infermiere è il professionista sanitario responsabile dell assistenza infermieristica. Articolo 2 L assistenza infermieristica è servizio alla persona, alla famiglia e alla collettività. Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale, relazionale ed educativa. Articolo 3 La responsabilità dell infermiere consiste nell assistere, nel curare e nel prendersi cura dellapersona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell individuo. Articolo 4 L infermiere presta assistenza secondo principi di equità e giustizia, tenendo conto dei valori etici, religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona. Articolo 5 Il rispetto dei diritti fondamentali dell uomo e dei principi etici della professione è condizione essenziale per l esercizio della professione infermieristica. Capo II Articolo 6 L infermiere riconosce la salute come bene fondamentale della persona e interesse della collettività e si impegna a tutelarla con attività di prevenzione, cura, riabilitazione e palliazione.

3 2.6. Nell agire professionale, l infermiere si impegna a non nuocere, orienta la sua azione all autonomia e al bene dell assistito, di cui attiva le risorse anche quando questi si trova in condizioni di disabilità o svantaggio Nel caso di conflitti determinati da profonde diversità etiche, l infermiere si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. In presenza di volontà profondamente in contrasto con i principi etici della professione e con la coscienza personale, si avvale del diritto all obiezione di coscienza L infermiere contribuisce a rendere eque le scelte allocative, anche attraverso l uso ottimale delle risorse. In carenza delle stesse, individua le priorità sulla base di criteri condivisi dalla comunità professionale. Articolo 3. Norme generali 3.1. L infermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull esperienza e la ricerca, al fine di migliorare la sua competenza. L infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiornate, così da garantire alla persona le cure e l assistenza più efficaci. L infermiere partecipa alla formazione professionale, promuove ed attiva la ricerca, cura la diffusione dei risultati, al fine di migliorare l assistenza infermieristica L infermiere assume responsabilità in base al livello di competenza raggiunto e ricorre, se necessario, all intervento o alla consulenza di esperti. Riconosce che l integrazione è la migliore possibilità per far fronte ai problemi dell assistito; riconosce altresì l importanza di prestare consulenza, ponendo le proprie conoscenze ed abilità a disposizione della comunità professionale L infermiere riconosce i limiti delle proprie conoscenze e competenze e declina la responsabilità quando ritenga di non poter agire con sicurezza. Ha il diritto ed il dovere di richiedere formazione e/o supervisione per pratiche nuove o sulle quali non ha esperienza; si astiene dal ricorrere a sperimentazioni prive di guida che possono costituire rischio per la persona L infermiere si attiva per l analisi dei dilemmi etici vissuti nell operatività quotidiana e ricorre, se necessario, alla consulenza professionale e istituzionale, contribuendo così al continuo divenire della riflessione etica. Articolo 7 L infermiere orienta la sua azione al bene dell assistito di cui attiva le risorse sostenendolo nel raggiungimento della maggiore autonomia possibile, in particolare, quando vi sia disabilità, svantaggio, fragilità. Articolo 9 L infermiere, nell agire professionale, si impegna ad operare con prudenza al fine di non nuocere Articolo 8 L infermiere, nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. Qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto con i principi etici della professione e con i propri valori, si avvale della clausola di coscienza, facendosi garante delle prestazioni necessarie per l incolumità e la vita dell assistito. Articolo 10 L infermiere contribuisce a rendere eque le scelte allocative, anche attraverso l uso ottimale delle risorse disponibili. Capo III Articolo 11 L infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull esperienza e la ricerca. Progetta, svolge e partecipa ad attività di formazione. Promuove, attiva e partecipa alla ricerca e cura la diffusione dei risultati. Articolo 12 L infermiere riconosce il valore della ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale per l evoluzione delle conoscenze e per i benefici sull assistito. Articolo 13 L infermiere assume responsabilità in base al proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, all intervento o alla consulenza di infermieri esperti o specialisti. Presta consulenza ponendo le proprie conoscenze ed abilità a disposizione della comunità professionale. Articolo 14 L infermiere riconosce che l interazione fra professionisti e l integrazione interprofessionale sono modalità fondamentali per far fronte ai bisogni dell assistito. Articolo 15 L infermiere chiede formazione e/o supervisione per pratiche nuove o sulle quali non ha esperienza. Articolo 16 L infermiere si attiva per l analisi dei dilemmi etici vissuti nell operatività quotidiana e promuove il ricorso alla consulenza etica, anche al fine di contribuire all approfondimento della riflessione bioetica. 11

4 N. 1 - Gennaio / Marzo L agire professionale non deve essere condizionato da pressioni o interessi personali provenienti da persone assistite, altri operatori, imprese, associazioni, organismi. In caso di conflitto devono prevalere gli interessi dell assistito. L infermiere non può avvalersi di cariche politiche o pubbliche per conseguire vantaggi per sé od altri. L infermiere può svolgere forme di volontariato con modalità conformi alla normativa vigente: è libero di prestare gratuitamente la sua opera, sempre che questa avvenga occasionalmente L infermiere, in situazioni di emergenza, è tenuto a prestare soccorso e ad attivarsi tempestivamente per garantire l assistenza necessaria. In caso di calamità, si mette a disposizione dell autorità competente. Articolo 4. Rapporti con la persona assistita 4.1. L infermiere promuove, attraverso l educazione, stili di vita sani e la diffusione di una cultura della salute; a tal fine attiva e mantiene la rete di rapporti tra servizi e operatori L infermiere ascolta, informa, coinvolge la persona e valuta con la stessa i bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assistenza garantito e consentire all assistito di esprimere le proprie scelte L infermiere, rispettando le indicazioni espresse dall assistito, ne facilita i rapporti con la comunità e le persone per lui significative, che coinvolge nel piano di cura L infermiere ha il dovere di essere informato sul progetto diagnostico terapeutico, per le influenze che questo ha sul piano di assistenza e la relazione con la persona L infermiere, nell aiutare e sostenere la persona nelle scelte terapeutiche, garantisce le informazioni relative al piano di assistenza ed adegua il livello di comunicazione alla capacità del paziente di comprendere. Si adopera affinché la persona disponga di informazioni globali e non solo cliniche e ne riconosce il diritto alla scelta di non essere informato L infermiere assicura e tutela la riservatezza delle informazioni relative alla persona. Nella raccolta, nella gestione e nel passaggio di dati, si limita a ciò che è pertinente all assistenza L infermiere garantisce la continuità assistenziale anche attraverso l efficace gestione degli strumenti informativi. Articolo 17 L infermiere, nell agire professionale è libero da condizionamenti derivanti da pressioni o interessi di assistiti, familiari,altri operatori, imprese, associazioni, organismi. Articolo 18 L infermiere, in situazioni di emergenza-urgenza, presta soccorso e si attiva per garantire l assistenza necessaria. In caso di calamità si mette a disposizione dell autorità competente. Capo IV Articolo 19 L infermiere promuove stili di vita sani, la diffusione del valore della cultura della salute e della tutela ambientale, anche attraverso l informazione e l educazione. A tal fine attiva e sostiene la rete di rapporti tra servizi e operatori Articolo 20 L infermiere ascolta, informa, coinvolge l assistito e valuta con lui i bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assistenza garantito e facilitarlo nell esprimere le proprie scelte. Articolo 21 L infermiere, rispettandole indicazioni espresse dall assistito, ne favorisce i rapporti con la comunità e le persone per lui significative, coinvolgendole nel piano di assistenza. Tiene conto della dimensione interculturale e dei bisogni assistenziali ad essa correlati. Articolo 22 L infermiere conosce il progetto diagnostico-terapeutico per le influenze che questo ha sul percorso assistenziale e sulla relazione con l assistito Articolo 23 L infermiere riconosce il valore dell informazione integrata multiprofessionale e si adopera affinché l assistito disponga di tutte le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita. Articolo 24 L infermiere aiuta e sostiene l assistito nelle scelte, fornendo informazioni di natura assistenziale in relazione ai progetti diagnostico-terapeutici e adeguando la comunicazione alla sua capacità di comprendere. Articolo 25 L infermiere rispetta la consapevole ed esplicita volontà dell assistito di non essere informato sul suo stato di salute, purché la mancata informazione non sia di pericolo per sé o per gli altri. Articolo 26 L infermiere assicura e tutela la riservatezza nel trattamento dei dati relativi all assistito. Nella raccolta, nella gestione e nel passaggio di dati, si limita a ciò che è attinente all assistenza. Articolo 27 L infermiere garantisce la continuità assistenziale anche contribuendo alla realizzazione di una rete di rapporti interprofessionali e di una efficace gestione degli strumenti informativi.

5 4.8. L infermiere rispetta il segreto professionale non solo per obbligo giuridico, ma per intima convinzione e come risposta concreta alla fiducia che l assistito ripone in lui L infermiere promuove in ogni contesto assistenziale le migliori condizioni possibili di sicurezza psicofisica dell assistito e dei familiari L infermiere si adopera affinché il ricorso alla contenzione fisica e farmacologica sia evento straordinario e motivato, e non metodica abituale di accudimento. Considera la contenzione una scelta condivisibile quando vi si configuri l interesse della persona e inaccettabile quando sia una implicita risposta alle necessità istituzionali L infermiere si adopera affinché sia presa in considerazione l opinione del minore rispetto alle scelte terapeutiche, in relazione all età ed al suo grado di maturità L infermiere si impegna a promuovere la tutela delle persone in condizioni che ne limitano lo sviluppo o l espressione di sé, quando la famiglia e il contesto non siano adeguati ai loro bisogni L infermiere che rilevi maltrattamenti o privazioni a carico della persona, deve mettere in opera tutti i mezzi per proteggerla ed allertare, ove necessario, l autorità competente L infermiere si attiva per alleviare i sintomi, in particolare quelli prevenibili. Si impegna a ricorrere all uso di placebo solo per casi attentamente valutati e su specifica indicazione medica L infermiere assiste la persona, qualunque sia la sua condizione clinica e fino al termine della vita, riconoscendo l importanza del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale. L infermiere tutela il diritto a porre dei limiti ad eccessi diagnostici e terapeutici non coerenti con la concezione di qualità della vita dell assistito L infermiere non partecipa a trattamenti finalizzati a provocare la morte dell assistito, sia che la richiesta provenga dall interessato, dai familiari o da altri L infermiere sostiene i familiari dell assistito, in particolare nel momento della perdita e nella elaborazione del lutto L infermiere considera la donazione di sangue, tessuti ed organi un espressione di solidarietà. Si adopera per favorire informazione e sostegno alle persone coinvolte nel donare e nel ricevere. Articolo 28 L infermiere rispetta il segreto professionale non solo per obbligo giuridico, ma per intima convinzione e come espressione concreta del rapporto di fiducia con l assistito. Articolo 29 L infermiere concorre a promuovere le migliori condizioni di sicurezza dell assistito e dei familiari e lo sviluppo della cultura dell imparare dall errore. Partecipa alle iniziative per la gestione del rischio clinico. Articolo 30 L infermiere si adopera affinché il ricorso alla contenzione sia evento straordinario, sostenuto da prescrizione medica o da documentate valutazioni assistenziali. Articolo 31 L infermiere si adopera affinché sia presa in considerazione l opinione del minore rispetto alle scelte assistenziali, diagnostico-terapeutiche e sperimentali, tenuto conto dell età e del suo grado di maturità Articolo 32 L infermiere si impegna a promuovere la tutela degli assistiti che si trovano in condizioni che ne limitano lo sviluppo o l espressione, quando la famiglia e il contesto non siano adeguati ai loro bisogni. Articolo 33 L infermiere che rilevi maltrattamenti o privazioni a carico dell assistito mette in opera tutti i mezzi per proteggerlo, segnalando le circostanze, ove necessario, all autorità competente. Articolo 34 L infermiere si attiva per prevenire e contrastare il dolore e alleviare la sofferenza. Si adopera affinché l assistito riceva tutti i trattamenti necessari. Articolo 35 L infermiere presta assistenza qualunque sia la condizione clinica e fino al termine della vita all assistito, riconoscendo l importanza della palliazione e del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale. Articolo 36 L infermiere tutela la volontà dell assistito di porre dei limiti agli interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa della qualità di vita. Articolo 37 L infermiere, quando l assistito non è in grado di manifestare la propria volontà, tiene conto di quanto da lui chiaramente espresso in precedenza e documentato. Articolo 38 L infermiere non attua e non partecipa a interventi finalizzati a provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall assistito. Articolo 39 L infermiere sostiene i familiari e le persone di riferimento dell assistito, in particolare nella evoluzione terminale della malattia e nel momento della perdita e della elaborazione del lutto. Articolo 40 L infermiere favorisce l informazione e l educazione sulla donazione di sangue, tessuti ed organi quale atto di solidarietà e sostiene le persone coinvolte nel donare e nel ricevere. 13

6 N. 1 - Gennaio / Marzo Articolo 5. Rapporti professionali con colleghi e altri operatori 5.1. L infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori, di cui riconosce e rispetta lo specifico apporto all interno dell equipe. Nell ambito delle proprie conoscenze, esperienze e ruolo professionale contribuisce allo sviluppo delle competenze assistenziali L infermiere tutela la dignità propria e dei colleghi, attraverso comportamenti ispirati al rispetto e alla solidarietà. Si adopera affinché la diversità di opinione non ostacoli il progetto di cura L infermiere ha il dovere di autovalutarsi, e di sottoporre il proprio operato a verifica, anche ai fini dello sviluppo professionale Nell esercizio autonomo della professione l infermiere si attiene alle norme di comportamento emanate dai Collegi Ipasvi L infermiere è tenuto a segnalare al Collegio ogni abuso o comportamento contrario alla deontologia, attuato dai colleghi L infermiere tutela il decoro del proprio nome e qualifica professionale anche attraverso il rispetto delle norme che regolano la pubblicità sanitaria. Articolo 6. Rapporti con le istituzioni 6.1. L infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, contribuisce ad orientare le politiche e lo sviluppo del sistema sanitario, al fine di garantire il rispetto dei diritti degli assistiti, l equo utilizzo delle risorse e la valorizzazione del ruolo professionale L infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, di fronte a carenze o disservizi provvede a darne comunicazione e per quanto possibile, a ricreare la situazione più favorevole L infermiere compensa le carenze della struttura attraverso un comportamento ispirato alla cooperazione, nell interesse dei cittadini e dell istituzione. L infermiere ha il dovere di opporsi alla compensazione quando vengano a mancare i caratteri della eccezionalità o venga pregiudicato il suo prioritario mandato professionale L infermiere riferisce a persona competente e all autorità professionale qualsiasi circostanza che possa pregiudicare l assistenza infermieristica o la qualità delle cure, con particolare riguardo agli effetti sulla persona L infermiere ha il diritto e il dovere di segnalare al Collegio le situazioni in cui sussistono circostanze o persistono condizioni che limitano la qualità delle cure o il decoro dell esercizio professionale. Articolo 7. Disposizioni finali 7.1. Le norme deontologiche contenute nel presente codice sono vincolanti: la loro inosservanza è punibile con sanzioni da parte del Collegio professionale I Collegi Ipasvi si rendono garanti, nei confronti della persona e della collettività, della qualificazione dei singoli professionisti e della competenza acquisita e mantenuta. Capo V Articolo 41 L infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori di cui riconosce e valorizza lo specifico apporto all interno dell équipe. Articolo 42 L infermiere tutela la dignità propria e dei colleghi, attraverso comportamenti ispirati al rispetto e alla solidarietà. Articolo 45 L infermiere agisce con lealtà nei confronti dei colleghi e degli altri operatori. Articolo 46 L infermiere si ispira a trasparenza e veridicità nei messaggi pubblicitari, nel rispetto delle indicazioni del Collegio professionale. Articolo 43 L infermiere segnala al proprio Collegio professionale ogni abuso o comportamento dei colleghi contrario alla deontologia. Articolo 44 L infermiere tutela il decoro personale ed il proprio nome. Salvaguarda il prestigio della professione ed esercita con onestà l attività professionale. Capo VI Articolo 47 L infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, contribuisce ad orientare le politiche e lo sviluppo del sistema sanitario, al fine di garantire il rispetto dei diritti degli assistiti, l utilizzo equo ed appropriato delle risorse e la valorizzazione del ruolo professionale. Articolo 48 L infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, di fronte a carenze o disservizi provvede a darne comunicazione ai responsabili professionali della struttura in cui opera o a cui afferisce il proprio assistito. Articolo 49 L infermiere, nell interesse primario degli assistiti, compensa le carenze e i disservizi che possono eccezionalmente verificarsi nella struttura in cui opera. Rifiuta la compensazione, documentandone le ragioni, quando sia abituale o ricorrente o comunque pregiudichi sistematicamente il suo mandato professionale. Articolo 50 L infermiere, a tutela della salute della persona, segnala al proprio Collegio professionale le situazioni che possono configurare l esercizio abusivo della professione infermieristica. Articolo 51 L infermiere segnala al proprio Collegio professionale le situazioni in cui sussistono circostanze o persistono condizioni che limitano la qualità delle cure e dell assistenza o il decoro dell esercizio professionale. Disposizioni finali Le norme deontologiche contenute nel presente Codice sono vincolanti; la loro inosservanza è sanzionata dal Collegio professionale. I Collegi professionali si rendono garanti della qualificazione dei professionisti e della competenza da loro acquisita e sviluppata.

7 Piano Sociale e Sanitario della Regione Emilia- Romagna (Deliberazione Assemblea Legislativa Reg. E.R. del 22 maggio 2008 n. 175) Sintesi di C. Ferri A distanza di sette mesi dall entrata in vigore del Piano Sociale e Sanitario (PSSR) della nostra Regione viene proposta, agli iscritti all Albo IPASVI del Collegio di Bologna, una sintesi dello stesso con l intento di fornire, a coloro che non l avessero già fatto, una lettura ragionata del documento anche per la novità dello stesso, cioè l integrazione delle politiche sociali con quelle sanitarie. Il PSSR afferma, in un ampia introduzione, che il benessere dei cittadini è basato sulla responsabilità, la partecipazione ed il reciproco riconoscimento fra i diversi attori in gioco. Oltre all integrazione sociale e sanitaria il PSSR sottolinea come il ben essere sia legato alle politiche ambientali, urbanistiche, abitative, formative, occupazionali, culturali e come la qualificazione dei servizi e degli interventi sociali e sanitari sia basata sul sapere ascoltare le persone, le famiglie e l espressione di loro bisogni. Il documento in esame richiama ancora, nell ambito delle politiche sanitarie, la necessità di dare continuità al precedente Piano Sanitario Regionale e alla L. 23 dicembre 2004 n.29 (norme generali sull organizzazione e sul funzionamento del Servizio Sanitario Regionale), con particolare riferimento all attuazione del governo clinico nelle Aziende Sanitarie e allo sviluppo dei servizi territoriali. Il capitolo 1 del PSSR è dedicato all integrazione socio-sanitaria; questa è definita una necessità per organizzare risposte a interventi fondati sul riconoscimento delle persone nella loro globalità ed in rapporto ai loro contesti di vita. Pertanto il concetto di salute viene legato alle condizioni economiche dei cittadini, alle relazioni, alla coesione sociale, alle azioni che devono essere messe in atto per controllare le disuguaglianze. Il PSSR descrive quindi più forme di integrazione socio-sanitaria (integrazione istituzionale, comunitaria, gestionale) e definisce gli obiettivi nel triennio come segue: - assicurare a tutti i cittadini il diritto all accesso della rete di servizi e delle prestazioni sociali e socio-sanitarie; - il diritto all informazione e alla presa in carico; - il diritto, nell ambito della regolamentazione del sistema integrato e delle risorse finanziarie che lo sostengono, ad un piano assistenziale individuale appropriato. A tale scopo viene previsto un sistema unificato di accesso ai servizi e agli interventi, con connessione tra gli sportelli sociali e gli sportelli distrettuali, per garantire ai cittadini adeguate informazioni ed orientamenti ai servizi sociali ed ai servizi sanitari. Sono previste, perciò, adeguate strutture professionali integrate tra AUSL e Comuni per la definizione dei progetti assistenziali elaborati da équipe interprofessionali (unità di valutazione multiprofessionale). L integrazione professionale L integrazione professionale riveste una particolare importanza per la professione infermieristica per il riflesso che questa ha sulla globalità delle risposte ai bisogni dei cittadini, siano essi di carattere strettamente sanitario che socio sanitario. L obiettivo dell integrazione multiprofessionale è la garanzia della massima efficacia nell affrontare bisogni di natura multiproblematica ad elevata complessità e le cui risposte sono altrettanto complesse. Il PSSR riprende la concettualità del processo assistenziale nelle sue tre componenti: 1) la fase della presa in carico; 2) la fase della progettualizzazione individualizzata; 3) la fase della valutazione. L integrazione professionale, oltre a richiedere una partecipazione motivata, richiede tre condizioni di supporto: - la partecipazione delle figure professionali alla definizione delle linee organizzative in relazione alla specifica competenza ed in funzione della realizzazione di processi di intervento condivisi, coerenti e qualificati. Infatti, un clima organizzativo che facilita il confronto interprofessionale e interpersonale, centrato sul miglioramento continuo della qualità dei servizi in relazione ai bisogni delle persone che vi ricorrono, consente di incrementare le interconnessioni e la possibilità di gestione condivisa delle responsabilità; - la predisposizione di un sistema informativo per la raccolta dei dati di attività e la registrazione delle variazioni nello status del bisogno, indispensabili per progettare e valutare i singoli processi assistenziali; - la realizzazione di moduli formativi comuni cui partecipino operatori sanitari e sociali, appartenenti sia ai sevizi dell AUSL che a quelli degli Enti Locali e che coinvolgano tanto il sistema dei produttori pubblici che quello dei produttori privati, profit e non profit. La Regione sostiene iniziative di formazione dedicate a tutte le componenti della governance locale. L obiettivo è di sviluppare l esercizio delle funzioni programmatorie e lo sviluppo delle forme della integrazione socio sanitaria, nonché di formare sui temi della gestione i futuri dirigenti delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona (ASP). Tali obiettivi saranno perseguiti promuovendo un confronto fra linguaggi, esperienze, culture e referenze concettuali, premessa e, al contempo, collante prezioso per favorire tutte le successive dinamiche della integrazione. Il capitolo 2 del PSSR in esame affronta, in particolare, le tematiche afferenti al welfare individuando i ruoli di competenza delle istituzioni: Regione, Provincie Comuni e Distretti. I capitoli 3 e 4 approfondiscono le suddette tematiche ed il capitolo 5 tratta il tema dell accreditamento in ambito socio sanitario e sociale. I capitoli 6 e 7 sono rivolti ancora alle tematiche insite nei contesti sociali e nel processo di integrazione organizzativa territoriale; in entrambi è fortemente sostenuta la necessità della formazione degli operatori quale strumento per la promozione della qualità ed efficacia degli interventi, dei servizi del sistema integrato, per l integrazione professionale, nonché per l innovazione organizzativa e gestionale. Il capitolo 7 approfondisce la trasformazione delle IPAP in Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (ASP) e, nell ambito della Provincia, il ruolo della Commissione Territoriale Socio Sanitaria. La seconda parte del documento in esame tratta dell Area delle Politiche Sociali mentre la parte terza tratta di contesti specifici quali: 15

8 N. 1 - Gennaio / Marzo le responsabilità famigliari; - l infanzia e l adolescenza; - i giovani; - gli anziani; - le persone con disabilità; - gli immigrati stranieri; - le povertà ed esclusione sociale. Tutti questi capitoli sono strutturati in: - contesto attuale; - obiettivi ed azioni; - promozione della qualità e dell integrazione professionale. Pertanto si rimanda allo studio di ogni singolo capitolo in relazione al contesto di interesse dei nostri professionisti iscritti all Albo IPASVI. Parte Quarta Area delle politiche sanitarie La quarta parte del PSSR richiede, per il ruolo svolto in quest area dagli Infermieri, dagli Assistenti Sanitari, dagli Infermieri Pediatrici, una disamina il più possibile approfondita come di seguito proposto. La premessa riprende la problematica legata alle necessità del finanziamento del sistema e al fatto che questo sia costantemente sottostimato, a fronte dell altrettanta necessità di assicurare l erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Le profonde innovazioni di prodotto e di processo nei servizi sanitari, dovuti allo sviluppo tecnologico e alle modificazioni dei rapporti tra le professioni sanitarie, determinano nuovi modi di lavorare tra i professionisti. Per questo le strategie di integrazione tra le organizzazioni e tra i diversi professionisti sono decisive per assicurare il buon funzionamento del sistema. L accenno ai valori del Servizio Sanitario Nazionale ed ai suoi principi di solidarietà ed universalità sono ribaditi quale condizione per lo sviluppo socio - economico - culturale della Regione. I paragrafi che si susseguono, in questa lunga premessa, sono molto importanti e trattano: 1) Norme importanti nazionali e regionali quali l emanazione della L. R. 29/2004 di riforma dell organizzazione e del funzionamento del Servizio Sanitario Regionale (SSR), in attuazione delle nuove competenze attribuite alle Regioni dalla riforma della Costituzione del 2001; la L. R. 2/2003, in attuazione della riforma di assistenza sociale determinata dalla L. 328/2000 e l istituzione del Fondo Regionale per la non autosufficienza che ha finalizzato risorse finanziarie, organizzative ed umane della Regione e delle Autonomie Locali all assistenza a persone anziane e non, in condizioni di non autosufficienza; sono questi i capisaldi fondamentali che hanno consolidato il sistema sanitario regionale. 2) Questo punto del PSSR è molto ampio; in questa sintesi preme sottolineare il ruolo del Distretto Territoriale e dei Dipartimenti. La Direzione del Distretto dell Azienda USL assume il ruolo di chi governa il sistema di erogazione dei servizi sanitari, nell ambito delle compatibilità e degli scopi delineati dalla Direzione Generale e lo fa valorizzando le risorse professionali impegnate nella produzione, sulla base dei valori professionali e delle evidenze scientifiche, valutando l appropriatezza d uso delle risorse messe a disposizione dei Dipartimenti. Il punto 2 in esame del PSSR specifica inoltre che, dei tre Dipartimenti presenti nel distretto (Cure Primarie, Sanità Pubblica, Salute Mentale), a quello delle Cure Primarie viene assegnato il compito di una gestione integrata di tutti i servizi presenti nel territorio. La descrizione del ruolo più incisivo assegnato alle Autonomie Locali mediante la Conferenza delle Autonomie sulla programmazione regionale e su quella assistenziale avviene attraverso funzioni di indirizzo, verifica e controllo. Il nuovo assetto di governo delle Aziende Sanitarie, determinato con la L. R. 29/2004, ha distinto in maniera più puntuale le responsabilità politiche da quelle manageriali e professionali, ha favorito la partecipazione delle Comunità Locali nelle scelte di programmazione sanitaria, lo sviluppo degli operatori e dei servizi; ha rafforzato l autonomia organizzativa delle Aziende, separando la responsabilità per la elaborazione delle politiche sanitarie regionali, dalle responsabilità di individuare le forme più adeguate alla loro attuazione rispetto alle peculiarità locali. Pertanto alle Aziende è stata attribuita una maggiore responsabilità sia a livello istituzionale e non, e il dovere di rendere conto dei risultati raggiunti. Infatti la L. R. 29/2004 ha introdotto l obbligo di presentare un bilancio di missione che dà conto, oltre che dei risultati economico finanziari, anche di quello relativo allo sviluppo dei servizi e alla salute della popolazione. Tale bilancio è presentato alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria e all Assemblea Legislativa della Regione. 3) Il terzo punto della quarta parte del PSSR (area delle politiche sanitarie) riprende quanto già realizzato ed affermato con il 3 Piano Sanitario Regionale, e dichiara di volere affrontare il futuro su tre grandi temi: a) sviluppare ulteriormente i servizi territoriali e di comunità mediante servizi sanitari e sociali sia a valenza individuale che collettiva, prodotti ed erogati secondo una logica di integrazione istituzionale, organizzativa e professionale. Lo sviluppo qualitativo e quantitativo dei servizi, per garantire l autosufficienza territoriale come previsto nel 3 Piano Sanitario e come ribadito nella L. R. 29/2004, il ruolo di governo assegnato al Comitato di Distretto e alla rete integrata dei servizi specialistici ospedalieri, sono obiettivi che il PSSR si prefigge di raggiungere. b) Questo capoverso contrassegnato dalla lettera b prende in considerazione il complesso sistema di servizi sanitari e sociali e il loro nuovo governo di sistema per dare attuazione e conferire sostenibilità nel tempo al Fondo Regionale per la Non Autosufficienza. Questo obiettivo è legato anche al processo di evoluzione demografica della Regione E. R. e al Piano Regionale Anziani. c) In questo punto viene sottolineata l importanza della ricerca, della didattica, della formazione di base e permanente; esse sono definite come funzioni istituzionali da integrare con la funzione di assistenza. Infatti la crescente modernizzazione tecnologica ed organizzativa del sistema sanitario richiede una flessibilità organizzativa e un adeguamento costante delle competenze professionali basate sulla ricerca sanitaria ed organizzativa e sulla formazione permanente.

9 Quanto sopra è perseguito dalle Aziende Sanitarie e dai loro Collegi di Direzione, come indicato negli indirizzi regionali per l elaborazione dell Atto Aziendale da parte delle aziende stesse. L importanza della presenza e dello sviluppo, nella Regione, degli Istituti di Ricovero e Cura a carattere Scientifico e delle Aziende Ospedaliero Universitarie per la collaborazione tra SSR e Università, come previsto nella L. R. 29/2004 e dal protocollo d intesa Regione - Università, costituiscono fattori determinanti per la qualità del SSR. 4) Questo punto esamina il controllo della spesa sanitaria, affrontato con l aumento dell assistenza territoriale e una progressiva riduzione e riqualificazione dell offerta ospedaliera. L aumento dell uso di day-hospital medico e chirurgico, dell assistenza specialistica ambulatoriale e dell assistenza domiciliare hanno determinato un aumento della capacità funzionale e dell efficienza operativa del sistema ospedaliero, nonostante sia aumentata la complessità assistenziale e la gravità clinica dei pazienti ricoverati. A tutto ciò hanno contribuito sia la modificazione delle competenze professionali di tutti gli operatori, sia i cambiamenti organizzativi nel lavoro, nonché il ruolo delle diverse professioni e specializzazioni professionali. La ridistribuzione delle risorse tra ospedale e territorio è legata alle nuove caratteristiche assunte dall ospedale stesso e cioè, anziché luogo di ricovero, ruolo di sede delle procedure ad alto rischio, alta tecnologia ed alto costo. Tali procedure offrono quindi una redditività sanitaria ed un elevata appropriatezza, fermo restando, se necessario, la continuità delle cure nell ambito del sistema delle cure primarie. 5) La rete integrata di servizi posta in essere già dal 3 PSR ha evidenziato tre elementi fondamentali: - l importanza della rete di relazioni continue tra gli ospedali e le relative unità operative; - l appropriatezza organizzativa nell uso delle risorse come corrispondenza tra livelli di gravità dei pazienti e grado di complessità della struttura di accoglienza; - la collaborazione multidisciplinare e interprofessionale come strumento del governo clinico del sistema assistenziale della singola struttura e delle loro interrelazioni. 6) Di quanto sopra ne sono esempio la rete integrale per l assistenza cardiologica e cardiochirurgia che rappresenta un punto di eccellenza nazionale ed internazionale. 7) Quanto sopra vale anche per l assistenza a pazienti con gravi traumi realizzata nei tre centri di Cesena per la Romagna, Bologna per l Emilia Centro e Parma per l Emilia Nord. N.d.r.: i punti vengono qui tralasciati perché ulteriormente esplicativi dei punti 5-6 e in parte sono dedicati allo sviluppo dell assistenza territoriale, al ruolo dei medici di medicina generale e all organizzazione, come avvenuto per la rete ospedaliera, anche a livello territoriale. 14) Al punto 14 viene evidenziato il valore del Nucleo delle Cure Primarie (NCP) quale nodo fondamentale dell organizzazione dei servizi territoriali e di comunità. Viene sottolineata la responsabilità del Medico di Medicina Generale (MMG) nella presa in carico globale del profilo clinico e assistenziale degli assistiti e la valorizzazione delle competenze professionali degli operatori dell NCP, e in particolare degli infermieri, quale condizione necessaria per l esercizio del ruolo del MMG. Infatti viene ribadita la funzione infermieristica dalla presa in carico dell assistito, all assistenza domiciliare, alla gestione delle diverse fasi assistenziali garantendone la programmazione e l erogazione in ambito organizzativo appropriato. E prevista una direttiva alle Aziende sull Atto Assistenziale ove, nella parte dedicata al dipartimento delle cure primarie, saranno esplicitate le possibili relazioni tra i nuclei di cure primarie e le funzioni di coordinamento dei servizi infermieristici presenti nei dipartimenti stessi. 15) Il punto 15 tratta dei Piani per la Salute (PPS) già funzionanti ed a forte integrazione sanitaria e sociale e con ampio contributo delle comunità locali. Parte quarta Capitolo 1: Governo clinico e qualità dei servizi Questo capitolo affronta il tema della partecipazione di tutti gli operatori al governo delle Aziende Sanitarie e dell istituzione del Collegio di Direzione quale organo dell azienda al pari del Direttore Generale e del Collegio dei Revisori dei Conti. Il Collegio di Direzione è composto dai Direttori di Dipartimento, dai rappresentanti dei medici di medicina generale, dai rappresentanti delle professioni sanitarie (direzioni dei servizi infermieristici) e dai medici specialisti convenzionati. In questo modo la funzione di governo clinico è stata istituzionalizzata nel sistema di governo delle Aziende Sanitarie con l obiettivo di riaffermare la loro funzione primaria, cioè di migliorare le condizioni di salute delle persone e di valorizzare il contributo della componente clinico - assistenziale. Il Collegio di Direzione è quindi un organo che sviluppa la collaborazione tra l alta dirigenza professionale e la direzione aziendale sui temi di sviluppo organizzativo e professionale. Le funzioni attribuite al Collegio di Direzione riguardano il potenziamento della ricerca e della formazione e la gestione del rischio in tutte le sue valenze. Punto Valorizzazione del personale infermieristico e tecnico Le modificazioni intervenute a livello legislativo L.26 febbraio 1999, n. 42 (disposizioni in materia di professioni sanitarie) e L.10 agosto 2000 n. 251 (disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica), in parte accompagnate da modificazioni organizzative, aprono nuove possibilità allo sviluppo dei servizi sanitari attraverso la valorizzazione del personale infermieristico e tecnico. Tale valorizzazione consiste in un allargamento delle competenze che sfrutti pienamente il carattere professionale del personale infermieristico. I servizi infermieristici e tecnici delle aziende devono supportare quei cambiamenti organizzativi che vanno nella direzione dell elaborazione di obiettivi assistenziali basati sul patrimonio culturale - professionale, individuando le modalità di rapporto, comunicazione, negoziazione, condivisione 17

10 N. 1 - Gennaio / Marzo con gli obiettivi clinici formulati dai medici. In questa direzione molti processi clinici possono essere ridisegnati, attribuendo responsabilità adeguate ai livelli decisionali esercitati, pur nell ambito di un sistema di responsabilità che deve vedere le diverse componenti professionali che accentuano gli scambi informativi sui singoli casi e sul piano di assistenza. L allargamento delle competenze del personale infermieristico e tecnico non è semplice sostituzione professionale, anche se la comprende quando i processi assistenziali che sono oggetto di modifiche non utilizzano le nuove competenze acquisite, e si basa sulle seguenti caratteristiche: 1) tiene conto delle evidenze presenti in letteratura. Lo sviluppo dell Evidence Based Nursing e i riferimenti espliciti alle buone pratiche comprovate costituiscono un indispensabile fondamento per la valorizzazione delle professioni infermieristiche e tecniche; 2) utilizza strumenti di pianificazione dell assistenza come la progettazione di percorsi clinico assistenziali concordati con il personale medico sulla base delle evidenze disponibili e comunque in un ambiente organizzativo orientato alla centralità del beneficiario dei servizi in cui gli apporti delle diverse professioni e gli orientamenti alternativi espressi vengono valutati alla luce di questo criterio; 3) all interno dei percorsi individuati identifica le aree di esercizio della professionalità infermieristica e le relazioni con le altre professionalità, utilizzando gli strumenti del case management e del disease management; 4) sistematizza le esperienze positive messe a punto nelle varie aree assistenziali utilizzando l attività dell osservatorio sull innovazione istituito presso l Agenzia Sanitaria Regionale, e finalizza la formazione continua alle innovazioni organizzative individuate. E in ogni caso fatto salvo quanto previsto dal Decreto Legislativo 165/2001. Punto Prevenzione e controllo delle infezioni correlate all assistenza La prevenzione delle infezioni correlate alle pratiche assistenziali si inserisce nel contesto generale delle attività di gestione del rischio. Questo tema è affrontato da molti anni ed è mirato alla sicurezza del paziente in ospedale. Le infezioni ospedaliere costituiscono un problema che richiede misure di prevenzione e di controllo mediante interventi specifici e professionalità particolari presenti nelle Aziende Sanitarie. A questo problema il Piano in esame dedica specifici obiettivi che, per l interesse della professione infermieristica, sono di seguito riportati: - estendere alle strutture residenziali ed all assistenza domiciliare i programmi di controllo delle infezioni orientate sia ai pazienti che al personale; - estendere e consolidare i sistemi di sorveglianza regionali, con l obiettivo di identificare e controllore tempestivamente i rischi evidenziati e promuovere il miglioramento continuo della qualità dell assistenza, anche attraverso la valutazione comparativa dei risultati e dei relativi processi organizzativi e assistenziali, al fine di individuare le pratiche migliori presenti nei diversi servizi e nelle varie Aziende ed analizzare le condizioni della loro trasferibilità; - Consolidare la diffusione di procedure cliniche ed assistenziali di buona qualità tecnico scientifica attraverso la diffusione delle conoscenze, attraverso Linee guida o la diffusione delle evidenze scientifiche comunque disponibili, per facilitare la elaborazione locale di pratiche ottimali di comportamento organizzativo e clinico assistenziale; - consolidare ed estendere i programmi di formazione degli operatori addetti ai programmi di controllo delle infezioni e degli altri operatori di aree ospedaliere e di servizi territoriali a rischio elevato di infezioni; - sviluppare indicatori per la valutazione dei programmi di controllo aziendali. Le aree di intervento prioritarie sono rappresentate da: - sorveglianza e controllo delle epidemie ed eventi sentinella, attraverso l attivazione in tutte le Aziende di sistemi di laboratorio di ricerca attiva di epidemie ed eventi sentinella e la definizione di piani di intervento; - diffusione e adozione di procedure di buona pratica professionale per la prevenzione delle infezioni, con particolare riguardo all ambito chirurgico ed alle Unità di terapia intensiva. - Prevenzione della selezione e diffusione di microrganismi multiresistenti agli antibiotici, attraverso: programmi di uso appropriato degli antibiotici per la profilassi chirurgica e per la terapia empirica delle infezioni; programmi mirati a ridurre il rischio di trasmissione crociata dei microrganismi resistenti; elaborazione e sviluppo di programmi di sorveglianza e controllo delle infezioni nelle strutture residenziali territoriali e nella assistenza domiciliare. Capitolo 2 Questo capitolo tratta dell integrazione sovra aziendale e delle aree vaste e viene tralasciato poiché riguarda principalmente funzioni di carattere amministrativo e tecnico di supporto alla funzione sanitaria. Capitolo Sviluppo del Distretto Numerosi provvedimenti legislativi regionali (L. R. 2/2003, L. R. 27/2004, L. R: 29/2004) hanno configurato l ambito distrettuale come l ambito posto a garanzia di una risposta integrata alla popolazione sotto il profilo delle risorse, degli strumenti e delle competenze professionali. In particolare la L. R. 29/2004 individua nel Distretto sanitario L articolazione del governo aziendale nel territorio. Punto L integrazione sanitaria e socio-sanitaria nel Distretto La L. R. 29/2004 individua il Distretto come sede della committenza sanitaria, per promuovere e sviluppare la collaborazione con i Comuni nonché con la popolazione e le sue forme associative, assicurare l accesso ottimale all assistenza sanitaria ed ai servizi socio-sanitari. In questo modo il Distretto concorre all integrazione del sistema sociale con il sistema sanitario e in ambito sanitario è sede dell integrazione interdipartimentale tra i Dipartimenti di Cure Primarie, di Salute Mentale e di Sanità Pubblica. Il PPSR prevede quindi un ulteriore consolidamento tra i Distretti e gli Enti Locali per elaborare obiettivi comuni ed un approccio integrato all analisi dei bisogni e delle priorità di intervento.

Nasce il nuovo Codice Deontologico degli infermieri italiani

Nasce il nuovo Codice Deontologico degli infermieri italiani Nasce il nuovo Codice Deontologico degli infermieri italiani Il 17 gennaio il Consiglio nazionale della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi ha approvato il nuovo Codice Dentologico degli infermieri

Dettagli

Federazione nazionale collegi Ipasvi. Codice deontologico 1999

Federazione nazionale collegi Ipasvi. Codice deontologico 1999 Federazione nazionale collegi Ipasvi Codice deontologico 1999 IL PATTO INFERMIERE CITTADINO 12 maggio 1996 Io infermiere mi impegno nei tuoi confronti a: PRESENTARMI al nostro primo incontro, spiegarti

Dettagli

IL CODICE DEONTOLOGICO

IL CODICE DEONTOLOGICO CORSO DI PREPARAZIONE AI CONCORSI PER INFERMIERE IL CODICE DEONTOLOGICO CPS INFERMIERE IVANO CERVELLA Per chiarimenti contattami a: icervella@mauriziano.it Legge 10 agosto 2000 n. 251 Gli operatori svolgono

Dettagli

Il Responsabile del Servizio Dr. Vincenzo Rizzotto

Il Responsabile del Servizio Dr. Vincenzo Rizzotto REGIONE SICILIANA AZIENDA U.S.L. 6 PALERMO DIREZIONE SANITARIA Servizio di Assistenza Infermieristica ed Ostetrica 90141 Palermo Via G. Cusmano, 24 tel. 091-7032070/2251 fax 091-7032054 e-mail serv.infermieristico@ausl6palermo.org

Dettagli

QUIZ A TEMA: Codice deontologico Quiz estratti dalla banca dati del e

QUIZ A TEMA: Codice deontologico Quiz estratti dalla banca dati del  e QUIZ A TEMA: Codice deontologico Quiz estratti dalla banca dati del e sito La banca dati contiene oltre 12000 quiz dei concorsi svolti in tutta Italia. sino ad ora 1) Le norme riportate nel codice deontologico

Dettagli

IL CODICE DEONTOLOGICO: UNA GUIDA PER L AGIRE DEL PROFESSIONISTA

IL CODICE DEONTOLOGICO: UNA GUIDA PER L AGIRE DEL PROFESSIONISTA UNA GUIDA PER L AGIRE DEL BRESCIA 05/04/2013 CAPO III E CAPO IV: CONOSCERE E FORMARSI PER FAR CONOSCERE E INFORMARE Dott. Gianluca Raineri Fare le valige e metterci tutto quello che ci serve (meglio se

Dettagli

L etica e la presa di decisioni. Evoluzione del pensiero deontologico infermieristico in Italia e lettura per parole chiave

L etica e la presa di decisioni. Evoluzione del pensiero deontologico infermieristico in Italia e lettura per parole chiave L etica e la presa di decisioni Evoluzione del pensiero deontologico infermieristico in Italia e lettura per parole chiave Pio LATTARULO 18 Febbraio 2017 Evoluzione storica e filosofica del pensiero assistenziale

Dettagli

RUOLO, FUNZIONI, COMPITI, Tommasa Maio

RUOLO, FUNZIONI, COMPITI, Tommasa Maio RUOLO, FUNZIONI, COMPITI, ATTIVITA Tommasa Maio Ruolo, Funzioni, Compiti e Attività Definiscono uno spazio professionale e non solo culturale Rispondono principalmente a bisogni della Società In particolare,

Dettagli

Le Cure Palliative erogate in Rete

Le Cure Palliative erogate in Rete Le Cure Palliative erogate in Rete La normativa nazionale e regionale Codigoro - 29 settembre 2012 Mauro Manfredini Focus sulla Rete No Terapia del dolore No Cure Palliative Pediatriche LEGGE n. 39 26

Dettagli

Il Codice deontologico dell infermiere

Il Codice deontologico dell infermiere Federazione Nazionale Collegi Ipasvi Il Codice deontologico dell infermiere Federazione nazionale Collegi Ipasvi Via Agostino Depretis 70 00184 Roma tel. 06-46200101 fax 06-46200131 PRIMA REVISIONE 12

Dettagli

IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI INFERMIERI

IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI INFERMIERI IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI INFERMIERI Maggio 1999 I DOVERI DEGLI INFERMIERI SONO I DIRITTI DEI CITTADINI Articolo 1 PREMESSA 1.1. L infermiere è l operatore sanitario che, in possesso del diploma abilitante

Dettagli

IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DELL INFERMIERE

IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DELL INFERMIERE IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DELL INFERMIERE Il primo testo del Codice Deontologico venne approvato nel febbraio 1999 dalla Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi. Il 17 gennaio 2009 il consiglio Nazionale

Dettagli

Profilo di Ruolo Posizione Organizzativa Responsabile dell assistenza DSM

Profilo di Ruolo Posizione Organizzativa Responsabile dell assistenza DSM Profilo di Ruolo Posizione Organizzativa Responsabile dell assistenza DSM Cognome e Nome Posizione di Lavoro Dipendenza Gerarchica Posizione Organizzativa Sviluppo di processi socio-assistenziali integrati

Dettagli

Gli orientamenti della Regione Sardegna sui sistemi di valutazione e classificazione dell anziano e del disabile

Gli orientamenti della Regione Sardegna sui sistemi di valutazione e classificazione dell anziano e del disabile Dai sistemi di valutazione e classificazione un modello per la governance Gli orientamenti della Regione Sardegna sui sistemi di valutazione e classificazione dell anziano e del disabile Cagliari, 26 ottobre

Dettagli

Collaborazioni didattiche teorico-pratiche nei Corsi di Formazione di Medicina Generale

Collaborazioni didattiche teorico-pratiche nei Corsi di Formazione di Medicina Generale PROTOCOLLO D INTESA tra Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (di seguito denominata FIMMG) e Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (di seguito denominata SITI) Collaborazioni

Dettagli

Province autonome di Trento e di Bolzano, recante ridefinizione implementazione e

Province autonome di Trento e di Bolzano, recante ridefinizione implementazione e Bozza di Accordo, ai sensi dell art. 4 del D. Lgs. 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo e le Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano, recante ridefinizione implementazione e approfondimento

Dettagli

Province autonome di Trento e di Bolzano, recante ridefinizione implementazione e

Province autonome di Trento e di Bolzano, recante ridefinizione implementazione e Bozza di Accordo, ai sensi dell art. 4 del D. Lgs. 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo e le Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano, recante ridefinizione implementazione e approfondimento

Dettagli

La trasformazione delle Cure Primarie nel Servizio sanitario italiano. Un analisi di progetti ed esperienze di Case della Salute in Emilia Romagna

La trasformazione delle Cure Primarie nel Servizio sanitario italiano. Un analisi di progetti ed esperienze di Case della Salute in Emilia Romagna Pierpaola Pierucci Laboratorio Paracelso Università degli Studi di Ferrara pierpaola.pierucci@unife.it La trasformazione delle Cure Primarie nel Servizio sanitario italiano. Un analisi di progetti ed esperienze

Dettagli

LA COLPA PROFESSIONALE DELL INFERMIERE ALLA LUCE DEL CODICE DEONTOLOGICO IPASVI ANGELA SEGANTINI

LA COLPA PROFESSIONALE DELL INFERMIERE ALLA LUCE DEL CODICE DEONTOLOGICO IPASVI ANGELA SEGANTINI LA COLPA PROFESSIONALE DELL INFERMIERE ALLA LUCE DEL CODICE DEONTOLOGICO IPASVI ANGELA SEGANTINI LA DEONTOLOGIA Etimologia : dal greco deon : necessita, convenienza deontos : dovere DISCORSO SUL DOVERE

Dettagli

LA RESPONSABILITA DELL INFERMIERE: DALLA NORMA ALLA COSCIENZA PROFESSIONALE

LA RESPONSABILITA DELL INFERMIERE: DALLA NORMA ALLA COSCIENZA PROFESSIONALE LA RESPONSABILITA DELL INFERMIERE: DALLA NORMA ALLA COSCIENZA PROFESSIONALE D.A.I Laura D Addio Ferrara, 16 Ottobre 2005 Prima di parlare di responsabilità Da dove proviene il senso di responsabilità di

Dettagli

Bisogni di salute e sviluppo delle competenze avanzate/specialistiche degli infermieri. Patrizia Di Giacomo,RN,PhD Federazione IPASVI

Bisogni di salute e sviluppo delle competenze avanzate/specialistiche degli infermieri. Patrizia Di Giacomo,RN,PhD Federazione IPASVI Bisogni di salute e sviluppo delle competenze avanzate/specialistiche degli infermieri Patrizia Di Giacomo,RN,PhD Federazione IPASVI Introduzione/1 Cambiamento demografico Aumento della popolazione fragile

Dettagli

XVI congresso FADOI Emilia Romagna Bologna, 30 gennaio 2015

XVI congresso FADOI Emilia Romagna Bologna, 30 gennaio 2015 XVI congresso FADOI Emilia Romagna Bologna, 30 gennaio 2015 L'agire professionale dell'infermiere, tra dialettica e clausola di coscienza (art.8 del Codice deontologico) Giovanna Artioli 1 Articolo 8 Il

Dettagli

Educazione Terapeutica. Definizione

Educazione Terapeutica. Definizione EDUCAZIONE TERAPEUTICA: il fare del Terapista Occupazionale Educazione Terapeutica Definizione Gabriella Casu «Ogni volta che incontro un paziente Io parto da zero. Letteralmente io non so nulla, nulla

Dettagli

Corso Deontologia Laurea Infermiere 3 anno POLICLINICO Umberto 1 Corso A Prima lezione Professoressa julita sansoni Giulia Marchetti e Simona Capozza

Corso Deontologia Laurea Infermiere 3 anno POLICLINICO Umberto 1 Corso A Prima lezione Professoressa julita sansoni Giulia Marchetti e Simona Capozza Corso Deontologia Laurea Infermiere 3 anno POLICLINICO Umberto 1 Corso A Prima lezione Professoressa julita sansoni Giulia Marchetti e Simona Capozza Obiettivi generali del corso Approcci alla Deontologiae

Dettagli

Si aggiunga come primo riconoscimento:

Si aggiunga come primo riconoscimento: PROPOSTA DI EMENDAMENTI DELL'OSSERVATORIO REGIONALE DEL VOLONTARIATO TRATTE DAL DOCUMENTO "RICHIESTE DI MODIFICHE ED INTEGRAZIONE ALLA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE CONCERNENTE IL SISTEMA INTEGRATO DEGLI

Dettagli

Corso di Aggiornamento

Corso di Aggiornamento Corso di Aggiornamento La professione infermieristica ed il risk management: metodi e strumenti per migliorare la sicurezza Governo clinico e responsabilità Concetta Crisanti Governo clinico o clinical

Dettagli

Dott.ssa Paola Sterni

Dott.ssa Paola Sterni PROVINCIA DI BERGAMO Settore Politiche Sociali e Salute I RIFERIMENTI E I COMPORTAMENTI ETICO-PROFESSIONALI TRA RESPONSABILITA TECNICA E ISTITUZIONALE Dott.ssa Paola Sterni Un confronto attuale su alcuni

Dettagli

CODICE DEONTOLOGICO DELL OSTETRICA/O Approvato dal CNS 19 giugno PREMESSA

CODICE DEONTOLOGICO DELL OSTETRICA/O Approvato dal CNS 19 giugno PREMESSA CODICE DEONTOLOGICO DELL OSTETRICA/O Approvato dal CNS 19 giugno 2010 1. PREMESSA 1.1 L ostetrica/o è il professionista sanitario abilitato e responsabile dell assistenza ostetrica, ginecologica e neonatale;

Dettagli

Lo Status dell Area Professionale Ostetrica. Dott.ssa Barbara Mazzucato

Lo Status dell Area Professionale Ostetrica. Dott.ssa Barbara Mazzucato Lo Status dell Area Professionale Ostetrica Dott.ssa Barbara Mazzucato Percorso Formativo In Italia Laurea in Ostetricia Formazione post-base Finalità del corso: Formare professionisti competenti nell

Dettagli

FINALITÀ, ORGANIGRAMMA, FUNZIONI DEL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA URGENZA FINALITÀ, ORGANIGRAMMA, FUNZIONI DEL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA URGENZA

FINALITÀ, ORGANIGRAMMA, FUNZIONI DEL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA URGENZA FINALITÀ, ORGANIGRAMMA, FUNZIONI DEL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA URGENZA Pagina 1 di 5 FINALITÀ, ORGANIGRAMMA, FUNZIONI DEL N. Revisione Data Motivo della revisione Redatto Verificato Approvato 0 20/03/2013 Direttore Dipartimento Emergenza Urgenza Ufficio Processi e Accreditamento

Dettagli

Dott.ssa Cristina Patrizi Medico di Medicina Generale ASL RMC Roma U.O.CAD ASL RMB Roma U.O. Medicina Legale ASL RMB Roma Segretario Generale Siameg

Dott.ssa Cristina Patrizi Medico di Medicina Generale ASL RMC Roma U.O.CAD ASL RMB Roma U.O. Medicina Legale ASL RMB Roma Segretario Generale Siameg Dott.ssa Cristina Patrizi Medico di Medicina Generale ASL RMC Roma U.O.CAD ASL RMB Roma U.O. Medicina Legale ASL RMB Roma Segretario Generale Siameg S.I.A.ME.G. Società Italiana per l'aggiornamento del

Dettagli

Piani di Zona 2009/2011 Progetti a sostegno degli anziani

Piani di Zona 2009/2011 Progetti a sostegno degli anziani Piani di Zona 2009/2011 Progetti a sostegno degli anziani Rimini 28 ottobre 2011 Francesca Marmo Legge Quadro 328/2000 La legge n 328 del 2000 Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di

Dettagli

Il nuovo Codice Deontologico degli Infermieri italiani

Il nuovo Codice Deontologico degli Infermieri italiani Il nuovo Codice Deontologico degli Infermieri italiani La storia è fatta di eventi, vicende e ricorrenze. Così è anche per il cammino delle infermiere e degli infermieri italiani che, con i Collegi provinciali

Dettagli

11 novembre 2013 QUALITA DI VITA NELLA MALATTIA IN FASE TERMINALE

11 novembre 2013 QUALITA DI VITA NELLA MALATTIA IN FASE TERMINALE 11 novembre 2013 QUALITA DI VITA NELLA MALATTIA IN FASE TERMINALE La legge 38 del 2010 La rete delle cure palliative Il CeAD Il Dipartimento Interaziendale di Cure Palliative LEGGE 38 DEL 15 MARZO 2010

Dettagli

Osservazioni al testo Rete territoriale. I principi per la definizione degli assetti organizzativi delle ASL - 7 aprile 2015

Osservazioni al testo Rete territoriale. I principi per la definizione degli assetti organizzativi delle ASL - 7 aprile 2015 Ai fini di dare i riscontri utili per lo sviluppo del nostro SSR procediamo nell'analisi del documento identificando, sulla base delle ipotesi da noi formulate, quali proposte possono essere d'interesse

Dettagli

Evoluzione della formazione infermieristica. Davide Cordioli Cinzia Rivara

Evoluzione della formazione infermieristica. Davide Cordioli Cinzia Rivara Evoluzione della formazione infermieristica Davide Cordioli Cinzia Rivara Leggi e regolamenti DPR 225/74 (mansionario( mansionario) DM 739/94 (profilo professionale) Patto infermiere-cittadino (1996) L.

Dettagli

CARTA DEI VALORI E DEGLI IMPEGNI A SM N ARCISPEDALE SANTA MARIA NUOVA AZIENDA OSPEDALIERA REGGIO EMILIA. Regione Emilia-Romagna

CARTA DEI VALORI E DEGLI IMPEGNI A SM N ARCISPEDALE SANTA MARIA NUOVA AZIENDA OSPEDALIERA REGGIO EMILIA. Regione Emilia-Romagna CARTA DEI VALORI E DEGLI IMPEGNI A SM N ARCISPEDALE SANTA MARIA NUOVA AZIENDA OSPEDALIERA REGGIO EMILIA Regione Emilia-Romagna CARTA DEI VALORI E DEGLI IMPEGNI Innovazione e Sviluppo all ASMN Arcispedale

Dettagli

Il documento condiviso

Il documento condiviso Grandi insufficienze d organo end stage : cure intensive o cure palliative Daniele Rodriguez P.O. di Medicina Legale Università degli Studi di Padova 1 Il documento condiviso Il documento condiviso gli

Dettagli

1. Glossario. 2. Valutazione della clinical competence. 3. Conclusioni

1. Glossario. 2. Valutazione della clinical competence. 3. Conclusioni L AUTOMONITORAGGIO GLICEMICO (SMBG) COME VALUTAZIONE E APPLICAZIONE DI UNA TECNOLOGIA SANITARIA Un opportunità di miglioramento della clinical competence per il diabetologo, attraverso la valorizzazione

Dettagli

MASTER universitario di II livello in FUNZIONI DIRETTIVE e GESTIONE dei SERVIZI SANITARI. Programma generale

MASTER universitario di II livello in FUNZIONI DIRETTIVE e GESTIONE dei SERVIZI SANITARI. Programma generale all.1 MASTER universitario di II livello in FUNZIONI DIRETTIVE e GESTIONE dei SERVIZI SANITARI Programma generale Il Master Universitario di II livello in Funzioni Direttive e Gestione dei Servizi Sanitari

Dettagli

L integrazione Professionale per l assistenza a domicilio: Infermieri e Fisioterapisti a confronto. Paola Raimondi Mercury Longhi

L integrazione Professionale per l assistenza a domicilio: Infermieri e Fisioterapisti a confronto. Paola Raimondi Mercury Longhi L integrazione Professionale per l assistenza a domicilio: Infermieri e Fisioterapisti a confronto Paola Raimondi Mercury Longhi Il contesto ASL di Bologna 6 Distretti 9 Ospedali Popolazione: 836.697 Territorio

Dettagli

AVVISO PUBBLICO DIREZIONE DELLA STRUTTURA COMPLESSA OSPEDALIERA DI DIREZIONE OSPEDALIERA DELL ASSL DI ORISTANO

AVVISO PUBBLICO DIREZIONE DELLA STRUTTURA COMPLESSA OSPEDALIERA DI DIREZIONE OSPEDALIERA DELL ASSL DI ORISTANO Allegato A alla Deliberazione n.675_ del 02/08/2017 AVVISO PUBBLICO DIREZIONE DELLA STRUTTURA COMPLESSA OSPEDALIERA DI DIREZIONE OSPEDALIERA DELL ASSL DI ORISTANO DEFINIZIONE DEL FABBISOGNO/PROFILO OGGETTIVO

Dettagli

Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia XI Legislatura - Atti consiliari TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE TESTO PRESENTATO DAI PROPONENTI

Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia XI Legislatura - Atti consiliari TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE TESTO PRESENTATO DAI PROPONENTI Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia - 1 - XI Legislatura - Atti consiliari TESTO PRESENTATO DAI PROPONENTI Art. 1 (Finalità e

Dettagli

UNIVERSITÀ CATTOLICA del SACRO CUORE Facoltà di Medicina e Chirurgia A. Gemelli - Roma OSPEDALE COTTOLENGO - Torino

UNIVERSITÀ CATTOLICA del SACRO CUORE Facoltà di Medicina e Chirurgia A. Gemelli - Roma OSPEDALE COTTOLENGO - Torino UNIVERSITÀ CATTOLICA del SACRO CUORE Facoltà di Medicina e Chirurgia A. Gemelli - Roma OSPEDALE COTTOLENGO - Torino IL PROGETTO FORMATIVO E L APPRENDIMENTO CLINICO: IL SIGNIFICATO, LE COMPETENZE E LE CONDIZIONI

Dettagli

UNITÀ OPERATIVA MEDICINA D URGENZA

UNITÀ OPERATIVA MEDICINA D URGENZA UNITÀ OPERATIVA MEDICINA D URGENZA Dipartimento Emergenza 1/9 Attività L unità operativa Medicina Urgenza fornisce assistenza a persone ricoverate con problemi di salute acuti e urgenti, in continuità

Dettagli

LA PROGRAMMAZIONE SANITARIA ED I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA

LA PROGRAMMAZIONE SANITARIA ED I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA LA PROGRAMMAZIONE SANITARIA ED I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA Programmazione Programmare significa adattare od orientare un sistema organizzato affinché produca determinati risultati: predisponendo

Dettagli

C era una volta In un altro

C era una volta In un altro Una riflessione etica C era una volta In un altro posto cinzia capelli - caposala malattie infettive - bergamo - 2008 1 riflessione etica Perché? cinzia capelli - caposala malattie infettive - bergamo

Dettagli

INDAGINE DI CLIMA ORGANIZZATIVO INCONTRO APERTO DI DISCUSSIONE DEI RISULTATI 19 DICEMBRE 2016 PRIME AZIONI DI MIGLIORAMENTO

INDAGINE DI CLIMA ORGANIZZATIVO INCONTRO APERTO DI DISCUSSIONE DEI RISULTATI 19 DICEMBRE 2016 PRIME AZIONI DI MIGLIORAMENTO INDAGINE DI CLIMA ORGANIZZATIVO INCONTRO APERTO DI DISCUSSIONE DEI RISULTATI 19 DICEMBRE 2016 PRIME AZIONI DI MIGLIORAMENTO PROMOSSE DALLA DIREZIONE AZIENDALE 1 I principali campi d azione LAVORARE IN

Dettagli

Linee guida sul funzionamento del Punto Unico di Accesso nel processo delle Cure Domiciliari Integrate e nei percorsi socio-sanitari

Linee guida sul funzionamento del Punto Unico di Accesso nel processo delle Cure Domiciliari Integrate e nei percorsi socio-sanitari Allegato alla Delib.G.R. n. 15/24 del 13.4.2010 Linee guida sul funzionamento del Punto Unico di Accesso nel processo delle Cure Domiciliari Integrate e nei percorsi socio-sanitari sanitari Il Punto Unico

Dettagli

Carta dei rapporti. tra ULSS 4 Alto Vicentino Comuni della Conferenza dei Sindaci e altri Enti Locali

Carta dei rapporti. tra ULSS 4 Alto Vicentino Comuni della Conferenza dei Sindaci e altri Enti Locali Carta dei rapporti tra ULSS 4 Alto Vicentino Comuni della Conferenza dei Sindaci e altri Enti Locali Gennaio 2015 Indice Carta dei rapporti tra ULSS 4 Alto Vicentino, Comuni della Conferenza 1. Introduzione

Dettagli

La medicina del territorio oggi e domani confronto tra realtà del Triveneto 21 aprile 2012 OMCeO di Bolzano

La medicina del territorio oggi e domani confronto tra realtà del Triveneto 21 aprile 2012 OMCeO di Bolzano La medicina del territorio oggi e domani confronto tra realtà del Triveneto 21 aprile 2012 OMCeO di Bolzano Maurizio Scassola Medico di medicina generale Presidente OMCeO di Venezia L area politico-geografica

Dettagli

L INFERMIERE DA ESECUTORE A PROFESSIONISTA

L INFERMIERE DA ESECUTORE A PROFESSIONISTA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE FACOLTA DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA AA 2009/2010 SEDE DI FIRENZE Corso Integrato A4 INFERMIERISTICA GENERALE E TEPRIA DEL NURSING DISCIPLINA

Dettagli

VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO

VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO CAPITOLO 4 4.9 Con l emanazione del DPR 80/2013 e della legge 107/2015 si sta delineando un compiuto sistema di valutazione finalizzato alla qualificazione del servizio scolastico, alla valorizzazione

Dettagli

Modalità organizzative e di funzionamento del Centro Regionale per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente

Modalità organizzative e di funzionamento del Centro Regionale per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente Allegato alla Delib.G.R. n. 44/36 del 22.9.2017 Modalità organizzative e di funzionamento del Centro Regionale per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente 1/5 1. Razionale Il Centro

Dettagli

successive modificazioni ed integrazioni come di seguito: a) Presidente: GIUNTA REGIONALE Omissis

successive modificazioni ed integrazioni come di seguito: a) Presidente: GIUNTA REGIONALE Omissis Pag. 12 Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo Anno XXXVIII - N. 27 (11.05.2007) successive modificazioni ed integrazioni come di seguito: a) Presidente: - Il Dirigente del Servizio Assistenza Distrettuale,

Dettagli

Agenzia delle Entrate

Agenzia delle Entrate Protocollo d intesa tra Agenzia delle Entrate Direzione Provinciale di Trento e Provincia Autonoma di Trento Dipartimento Istruzione, Università e Ricerca PROTOCOLLO D INTESA tra l Agenzia delle Entrate

Dettagli

NUOVE PRATICHE FORMATIVE: LA COMUNITA DI PRATICA NELLE DIVERSE ORGANIZZAZIONI 26 FEBBRAIO 2010

NUOVE PRATICHE FORMATIVE: LA COMUNITA DI PRATICA NELLE DIVERSE ORGANIZZAZIONI 26 FEBBRAIO 2010 NUOVE PRATICHE FORMATIVE: LA COMUNITA DI PRATICA NELLE DIVERSE ORGANIZZAZIONI 26 FEBBRAIO 2010 Il contesto di riferimento Nel 2008 l AUSL di Aosta ha avviato un progetto di benchmarking della formazione

Dettagli

Azienda Policlinico Umberto I. Settore Formazione Provider Nazionale per la Formazione ECM n 545

Azienda Policlinico Umberto I. Settore Formazione Provider Nazionale per la Formazione ECM n 545 Azienda Policlinico Umberto I Settore Formazione Provider Nazionale per la Formazione ECM n 545 Roma, 17 giugno 2011 Azienda Policlinico Umberto I L Azienda Policlinico Umberto I, è volta alla programmazione

Dettagli

PROTOCOLLO D'INTESA TRA. Ministero dell Istruzione, dell Universita e della Ricerca (di seguito denominato MIUR)

PROTOCOLLO D'INTESA TRA. Ministero dell Istruzione, dell Universita e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) PROTOCOLLO D'INTESA TRA Ministero dell Istruzione, dell Universita e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) E Federazione Nazionale Stampa Italiana (di seguito denominato Federazione) Scuola e informazione:

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA tra il Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e il Dipartimento per le Pari Opportunità

PROTOCOLLO D INTESA tra il Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e il Dipartimento per le Pari Opportunità TITOLO: Protocollo d intesa tra il Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e il Dipartimento per le Pari Opportunità - Presidenza del Consiglio dei Ministri per la realizzazione congiunta

Dettagli

ED E U D C U A C Z A I Z ON O E N E CO C N O T N I T NU N A U A IN N ME M D E I D CI C NA N Avv. Marco Rodolfi

ED E U D C U A C Z A I Z ON O E N E CO C N O T N I T NU N A U A IN N ME M D E I D CI C NA N Avv. Marco Rodolfi EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA NORMATIVA ARTT. 16 BIS - 16 SEXIES D. LGS. 30.12.1992 N. 502 E SUCCESSIVE MODIFICHE (D. LGS. 19.06.1999 N. 229) ART. 16 BIS FORMAZIONE CONTINUA La formazione continua comprende

Dettagli

Strumenti per la programmazione integrata sociale e sanitaria

Strumenti per la programmazione integrata sociale e sanitaria Strumenti per la programmazione integrata sociale e sanitaria, Medicina Generale, Pianificazione e Sviluppo dei Servizi Sanitari Novembre 2008 PSSR e altri strumenti di programmazione regionali Piano Attuativo

Dettagli

Le strategie per la promozione della salute nell anziano del Piano Sociale e Sanitario Regionale

Le strategie per la promozione della salute nell anziano del Piano Sociale e Sanitario Regionale Le strategie per la promozione della salute nell anziano del Piano Sociale e Sanitario Regionale dott. Raffaele FABRIZIO Bologna, 20 gennaio 2010 La società regionale oggi Invecchiamento popolazione (aumento

Dettagli

Regolamento del Servizio Sociale Professionale Segretariato Sociale dell Ambito S3

Regolamento del Servizio Sociale Professionale Segretariato Sociale dell Ambito S3 Regolamento del Servizio Sociale Professionale Segretariato Sociale dell Ambito S3 Assessorato alle Politiche Sociali Approvato con Delibera di Consiglio Comunale n 2 del 22.03.2012 Art. 1 OGGETTO DEL

Dettagli

Gabriella Viberti L evoluzione del ruolo della medicina di famiglia nella sanità nazionale e regionale

Gabriella Viberti L evoluzione del ruolo della medicina di famiglia nella sanità nazionale e regionale Gabriella Viberti L evoluzione del ruolo della medicina di famiglia nella sanità nazionale e regionale Evoluzione della medicina di famiglia: fino al 2000 Prima metà degli anni 2000: le forme di integrazione

Dettagli

VENEZIA. Valorizzazione delle risorse umane. Luigino Schiavon

VENEZIA. Valorizzazione delle risorse umane. Luigino Schiavon VENEZIA Valorizzazione delle risorse umane Luigino Schiavon È sufficiente la revisione dei modelli organizzativi senza la rimodulazione dei modelli professionali? In netta controtendenza, il personale

Dettagli

IL SENSO DELLA PSICOLOGIA

IL SENSO DELLA PSICOLOGIA INSEGNAMENTO DI: PSICOLOGIA GENERALE IL SENSO DELLA PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 IL SENSO DELLA PSICOLOGIA -----------------------------------------------------------------------------------------

Dettagli

Dott. Lello Gioacchino Marziano. Nome e Cognome

Dott. Lello Gioacchino Marziano. Nome e Cognome Responsabile di PO Dove si trova Dott. Lello Gioacchino Marziano 4 Piano Direzione Scientifica Telefono 0972/726701 e-mail formazione@crob.it; lellogioacchino.marziano@crob.it; Ruolo Nome e Cognome Responsabile

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE L AGENZIA DELLE ENTRATE

PROTOCOLLO D INTESA TRA IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE L AGENZIA DELLE ENTRATE PROTOCOLLO D INTESA TRA IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE E L AGENZIA DELLE ENTRATE PROTOCOLLO D INTESA MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE (di seguito denominato MPI) AGENZIA DELLE ENTRATE (di seguito

Dettagli

Progetto per la costituzione del Nuovo Ufficio di Piano

Progetto per la costituzione del Nuovo Ufficio di Piano Prot. Gen.le n ORGANIZZAZIONE DELLA GOVERNANCE DISTRETTUALE PER LA SALUTE ED IL BENESSERE SOCIALE Progetto per la costituzione del Nuovo Ufficio di Piano 1. Strutture esistenti e di prospettiva 1. L assetto

Dettagli

Knocking on patient s door Le azioni prioritarie per far decollare le cure a casa

Knocking on patient s door Le azioni prioritarie per far decollare le cure a casa Le azioni per fasi di processo In base ai bisogni rilevati dalla Survey e alla definizione delle fasi di processo, si sono definiti gli obiettivi strategici attorno ai bisogni del paziente, per l attivazione

Dettagli

Antonella Moretti Cattedra di Reumatologia Scuola di Specializzazione in Reumatologia Università Politecnica delle Marche.

Antonella Moretti Cattedra di Reumatologia Scuola di Specializzazione in Reumatologia Università Politecnica delle Marche. Antonella Moretti Cattedra di Reumatologia Scuola di Specializzazione in Reumatologia Università Politecnica delle Marche antonellamrt@gmail.com 1 negli USA vengono introdotti i DRG con l obiettivo di

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA

PROTOCOLLO D INTESA TRA PROTOCOLLO D INTESA TRA REGIONE EMILIA-ROMAGNA Assessorato al coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro Assessorato all agricoltura,

Dettagli

I FACOLTA DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA DELLE PROFESSIONI SANITARIE TECNICHE DIAGNOSTICHE Sede di Latina

I FACOLTA DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA DELLE PROFESSIONI SANITARIE TECNICHE DIAGNOSTICHE Sede di Latina I FACOLTA DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA DELLE PROFESSIONI SANITARIE TECNICHE DIAGNOSTICHE Sede di Latina Presidente del corso Prof. Esterina Pascale Vice-Presidente Prof. Annarita

Dettagli

Parte seconda - N. 62 Euro 0,82. Anno 40 5 maggio 2009 N. 83. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 6 aprile 2009, n. 427

Parte seconda - N. 62 Euro 0,82. Anno 40 5 maggio 2009 N. 83. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 6 aprile 2009, n. 427 Parte seconda - N. 62 Euro 0,82 Anno 40 5 maggio 2009 N. 83 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 6 aprile 2009, n. 427 Linee di indirizzo regionali di attuazione del PSSR 2008-2010 per l ulteriore qualificazione

Dettagli

PROGRAMMAZIONE SANITARIA E SISTEMI DI SORVEGLIANZA

PROGRAMMAZIONE SANITARIA E SISTEMI DI SORVEGLIANZA PROGRAMMAZIONE SANITARIA E SISTEMI DI SORVEGLIANZA Dott. Maurizio Castelli Direttore Dipartimento di Prevenzione Azienda USL della Valle d Aosta Aosta 26 ottobre 2016 Gli stili di vita non salutari determinano

Dettagli

Attività o settore SANITARIO E SOCIOSANITARIO Attività o settore SANITARIO E SOCIOSANITARIO

Attività o settore SANITARIO E SOCIOSANITARIO Attività o settore SANITARIO E SOCIOSANITARIO ! Curriculum Vitae INFORMAZIONI PERSONALI DAL BEN GIUSEPPE + 39 041 5795118 direzionegenerale.mirano@ulss13mirano.ven.it Nazionalità italiana ESPERIENZA PROFESSIONALE! 01/01/2016 alla data attuale COMMISSARIO

Dettagli

Agenzia delle Entrate

Agenzia delle Entrate Assessorato all Istruzione Protocollo d intesa tra Agenzia delle Entrate Direzione Provinciale di Trento e Provincia Autonoma di Trento Assessorato all Istruzione PROTOCOLLO D INTESA tra l Agenzia delle

Dettagli

Il Case Management in Psichiatria e in Riabilitazione

Il Case Management in Psichiatria e in Riabilitazione Il Case Management in Psichiatria e in Riabilitazione 06/12/07 Mario Paganessi e Angela Daniela Stabilini 1 Definizione Il Case Management è un metodo di gestione integrato per il quale viene assegnata

Dettagli

L infermiere punto d unione tra il Paziente, il MMG ed il Diabetologo

L infermiere punto d unione tra il Paziente, il MMG ed il Diabetologo L infermiere punto d unione tra il Paziente, il MMG ed il Diabetologo Rosangela Ghidelli Coordinatore Infermieristico Caposala U.O. S. Diabetologia e Endocrinologia Azienda Ospedaliera S. Anna Como Presidio

Dettagli

Corsi per le Residenze assistenziali

Corsi per le Residenze assistenziali CEREF Centro Ricerca e Formazione Padova www.ceref.it Corsi per le Residenze assistenziali - 2014 Presentazione CEREF opera dal 1981 nel campo della formazione, della ricerca e della consulenza nei servizi

Dettagli

I progetti di promozione della salute del PRP dell Emilia-RomagnaE

I progetti di promozione della salute del PRP dell Emilia-RomagnaE Seminario La promozione della salute nei luoghi di lavoro Il ruolo del medico competente I progetti di promozione della salute del PRP dell Emilia-RomagnaE Emanuela Bedeschi Servizio Sanità Pubblica RER

Dettagli

La Cooperazione Sociale tra tecnologia, cure e solidarietà

La Cooperazione Sociale tra tecnologia, cure e solidarietà ICT&ACTIVE AGEING: PROGETTI E NUOVE TECNOLOGIE PER LO SVILUPPO E IL SOSTEGNO DELL E-HEALTH E DELL INVECCHIAMENTO ATTIVO La Cooperazione Sociale tra tecnologia, cure e solidarietà Mario Monge "Capitale

Dettagli

AREA PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO DIPARTIMENTO SANITÁ PUBBLICA

AREA PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO DIPARTIMENTO SANITÁ PUBBLICA AREA PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO DIPARTIMENTO SANITÁ PUBBLICA 1/9 Premessa Il Dipartimento di Sanità Pubblica dell Azienda USL di Bologna ha la finalità di prevenire le malattie, promuovere,

Dettagli

Seminario informativo Assistenti Sociali per la protezione civile A.s.Pro.C nelle Marche

Seminario informativo Assistenti Sociali per la protezione civile A.s.Pro.C nelle Marche Seminario informativo Assistenti Sociali per la protezione civile A.s.Pro.C nelle Marche Marzia Lorenzetti Consigliere Regionale Ordine Assistenti Sociali delle Marche Ancona 22 gennaio 2016 Seminario

Dettagli

LA VALORIZZAZIONE PROFESSIONALE E LA RESPONSABILIZZAZIONE DELLE FUNZIONI E DEL RUOLO DELLA PROFESSIONE infermieristica

LA VALORIZZAZIONE PROFESSIONALE E LA RESPONSABILIZZAZIONE DELLE FUNZIONI E DEL RUOLO DELLA PROFESSIONE infermieristica LA VALORIZZAZIONE PROFESSIONALE E LA RESPONSABILIZZAZIONE DELLE FUNZIONI E DEL RUOLO DELLA PROFESSIONE infermieristica RELATORE Cinzia Luppi RESPONSABILITA PROFESSIONALE Cinzia Luppi E l insieme degli

Dettagli

DOCUMENTO D INTESA SULLA SALUTE DEGLI IMMIGRATI E PERSONE IN SITUAZIONE DI EMARGINAZIONE SOCIALE IN TRENTINO

DOCUMENTO D INTESA SULLA SALUTE DEGLI IMMIGRATI E PERSONE IN SITUAZIONE DI EMARGINAZIONE SOCIALE IN TRENTINO Società Italiana di Medicina delle Migrazioni DOCUMENTO D INTESA SULLA SALUTE DEGLI IMMIGRATI E PERSONE IN SITUAZIONE DI EMARGINAZIONE SOCIALE IN TRENTINO Gruppo Immigrazione Salute GR.I.S. Trentino 1

Dettagli

I PATTI AZIENDALI NELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE

I PATTI AZIENDALI NELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE Venezia, 13 dicembre 2005 Workshop Medicina Convenzionata III edizione I PATTI AZIENDALI NELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE Dott.. ANGELO LINO DEL FAVERO Direttore generale ULSS n. 7 Pieve di Soligo Coordinatore

Dettagli

Date dal a tutt oggi con scadenza al

Date dal a tutt oggi con scadenza al VERSIONE DIGITALE CURRICULUM VITAE E UROPASS INFORMAZIONI PERSONALI Cognome e Nome Boldrini Rossella Indirizzo Telefono Fax E-mail Cittadinanza Data di nascita Sesso /SETTORE PROFESSIONALE ESPERIENZA PROFESSIONALE

Dettagli

AMBITO TERRITORIALE DEL CONSORZIO CISA GASSINO T.se

AMBITO TERRITORIALE DEL CONSORZIO CISA GASSINO T.se AMBITO TERRITORIALE DEL CONSORZIO CISA GASSINO T.se LINEE DI INDIRIZZO PER L ATTIVAZIONE DEL PROCESSO PROGRAMMATORIO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI ZONA, DI CUI ALL ART.19 DELLA LEGGE 328/2000 E ALL

Dettagli

UNITÁ OPERATIVE DI GERIATRIA DIPARTIMENTO MEDICO

UNITÁ OPERATIVE DI GERIATRIA DIPARTIMENTO MEDICO UNITÁ OPERATIVE DI GERIATRIA DIPARTIMENTO MEDICO 1/10 Attività L attività delle unità operative di Geriatria dell Azienda USL di Bologna è diretta a garantire la cura della persona anziana nelle diverse

Dettagli

Incontri territoriali con gli iscritti

Incontri territoriali con gli iscritti Incontri territoriali con gli iscritti I cambiamenti nella professione Marzia Lorenzetti Consigliere Formazione Continua e Accreditamento C.R.O.A.S. Marche Ascoli Piceno 17 giugno 2015 Formazione tra continuità

Dettagli

Basi dell'assistenza infermieristica

Basi dell'assistenza infermieristica UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BARI CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Principi di assistenza infermieristica Basi dell'assistenza infermieristica Dr. Caldararo Cosimo Chi è l infermiere? Qual è il lavoro dell

Dettagli

L infermiera di fronte al bambino ed alla sua famiglia, il suo ruolo e le difficoltà relazionali

L infermiera di fronte al bambino ed alla sua famiglia, il suo ruolo e le difficoltà relazionali L infermiera di fronte al bambino ed alla sua famiglia, il suo ruolo e le difficoltà relazionali Lucia Derosas Infermiera Pediatrica Istituto Giannina Gaslini Cure palliative in pediatria Istituto Giannina

Dettagli

L'infermiere specialista e le competenze di tipo specialistico

L'infermiere specialista e le competenze di tipo specialistico L'infermiere specialista e le competenze di tipo specialistico Il documento del Ministero e Conferenza Stato-Regione sull infermiere specialista e sulle competenze specialistiche Prof. ROSARIA ALVARO Associato

Dettagli

Allegato A) alla deliberazione di Giunta n del PROVINCIA DI COSENZA

Allegato A) alla deliberazione di Giunta n del PROVINCIA DI COSENZA Allegato A) alla deliberazione di Giunta n del PROVINCIA DI COSENZA Piano triennale 2012-2014 di azioni positive per la realizzazione di pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra donne e uomini INTRODUZIONE

Dettagli

Considerazioni sul percorso formativo di accompagnamento al Progetto Adolescenza. Bruna Zani e Luigi Guerra

Considerazioni sul percorso formativo di accompagnamento al Progetto Adolescenza. Bruna Zani e Luigi Guerra Giornata conclusiva del percorso formativo Progetto Adolescenza Considerazioni sul percorso formativo di accompagnamento al Progetto Adolescenza Bruna Zani e Luigi Guerra Alma Mater Studiorum - Università

Dettagli

Organismo paritetico sulla formazione. La cornice di riferimento: la realizzazione del Piano d Impresa e le linee guida

Organismo paritetico sulla formazione. La cornice di riferimento: la realizzazione del Piano d Impresa e le linee guida Organismo paritetico sulla formazione La cornice di riferimento: la realizzazione del Piano d Impresa e le linee guida Milano, 16 aprile 2009 Agenda Introduzione La cornice di riferimento I nostri principi

Dettagli

L INTEGRAZIONE TRA I SERVIZI PER LA CONTINUITA ASSITENZIALE DELLA PERSONA FRAGILE

L INTEGRAZIONE TRA I SERVIZI PER LA CONTINUITA ASSITENZIALE DELLA PERSONA FRAGILE L INTEGRAZIONE TRA I SERVIZI PER LA CONTINUITA ASSITENZIALE DELLA PERSONA FRAGILE L ospedale e il territorio: opportunità e criticità nell integrazione socio-sanitaria Francesca Busa Direttore Distretto

Dettagli