Premessa mediazione linguistica culturale programmazione individualizzata promozione di Reti

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1 Premessa In più di 20 anni di attività la cooperativa sociale Dedalus ha sperimentato e praticato decine di servizi nel campo dell immigrazione ed ha incontrato migliaia di migranti. A volte ha dovuto elaborare il lutto del fallimento e molto più spesso ha dovuto rielaborare e imparare dagli errori commessi. Ciononostante in tante situazioni ha costruito competenze e saperi, ha messo a sistema buone pratiche, ha vissuto la positività di esperienze che hanno trasformato innovative sperimentazioni in servizi che con il tempo si sono radicati sul territorio e che sono risultati di elevato impatto sociale. Tutto ciò è servito anche ad individuare alcune strategie e metodologie di fondo che oggi caratterizzano in modo trasversale tutte le diverse attività realizzate dalla cooperativa 1. Nell evolversi del sistema degli interventi e delle attività realizzate, soprattutto attraverso il lavoro di strada e di prossimità, la cooperativa e i suoi operatori/mediatori hanno avuto l opportunità di incontrare i minori stranieri soli non accompagnati 2. La Cooperativa sociale Dedalus infatti, dall inizio del duemila, ha avvertito la necessità di aprire una relazione con dei piccoli adulti, caricati dalla responsabilità enorme di avere sulle spalle il peso di un progetto migratorio su cui spesso investe, anche in termini economico-materiali, l intero nucleo familiare. Adolescenti e ragazzi in perenne contraddizione tra la necessità di essere grandi, per affrontare la strada, con le sue situazioni di precarietà e di dinamiche da grandi, e la voglia di essere piccoli per poter veder riconosciute, come diritto, le proprie esigenze di socialità, di affetto, di coccole e di gioco. Un continuo rimando tra universi diversi che per altro non produce consapevolezza dei propri bisogni e delle proprie necessità. Quindi, un problema è stato quello di fare i conti con domande 1 Tra le metodologie di lavoro della Dedalus vi è in primis, la mediazione linguistica culturale (MLC), fondamentale per facilitare la relazione tra migrante ed équipe e come elemento di implementazione delle capacità di accoglienza dei servizi stessi, nonché della loro piena accessibilità. La Mediazione linguistico culturale tra gli altri, ha il compito di facilitare e sostenere l accoglienza, contribuendo a risolvere le difficoltà comunicative dell ospite nella fase di inserimento, fornendo informazioni sui riferimenti legislativi e sui modelli educativi e culturali, ed intervenendo in situazioni di crisi e/o di valorizzazione della cultura di provenienza. La MLC, dunque, favorendo la vicinanza tra destinatari e servizi, comunicando rispetto perché va verso l altro adeguandosi alle sue possibilità, nei fatti diventa lo strumento privilegiato per la costruzione di quelle relazioni fiduciarie necessarie alla costruzione di percorsi di presa in carico e di supporto all emancipazione. Un seconda strategia metodologico-operativa riguarda la programmazione individualizzata che, superate le fasi dell aggancio, dell orientamento ed, eventualmente, della prima accoglienza, definisce le finalità, i tempi e i contorni della relazione che si instaura tra migrante-operatori-servizio. Attraverso il programma individualizzato, soprattutto attraverso la sua progettazione partecipata da tutti gli attori coinvolti, la persona presa in carico è riconosciuta, qualunque sia la sua condizione e qualsivoglia siano le sue possibilità, come soggetto attivo, capace di effettuare scelte e assumere responsabilità. Un modo di operare che non solo ha prodotto buoni risultati in termini di definitiva uscita da molte situazioni di crisi e marginalità, ma che ha portato molte delle persone seguite a costruire un legame di fiducia ed affetto nei confronti degli operatori e, più in generale, della cooperativa. Un terzo elemento, comune alle diverse attività, è la faticosa e continua azione di promozione di Reti a supporto dei diversi servizi. Reti caratterizzate dalla condivisione del senso e delle finalità delle diverse azioni, centrate su un triplice livello di integrazione: pubblicoprivato sociale, socio-sanitario, servizi-comunità locali. Reti capaci, pur nella collaborazione paritaria tra soggetti diversi, di mantenere una caratterizzazione pubblica delle prestazioni poste in essere, per evitare il rischio di favorire processi dannosi di privatizzazione dei servizi. 2 Il minore straniero non accompagnato è il minore di età che non ha la cittadinanza italiana o di altri stati dell Unione europea e che, non avendo presentato domanda di asilo, si trova per qualsiasi causa nel nostro Paese, privo di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell ordinamento italiano (cfr. art. 1 co. 2 del DPCM 535 del 9 dicembre 1999). 1

2 spesso confuse, nascoste, scambiate, e a volte non pertinenti con i mandati e le competenze dei servizi, a tal punto che in molte occasioni, spesso nelle situazioni più estreme e marginali, gli operatori della cooperativa hanno avuto l impressione che i servizi fossero vissuti dai minori, soprattutto nel momento del primo contatto, come una sorta di ancora a cui aggrapparsi più per disperazione che per convinzione. Insomma, si è iniziato a conoscere più approfonditamente un universo di piccoli naufraghi urbani alla ricerca di un sostegno, di un approdo sicuro su cui contare. Proprio a partire dalla consapevolezza di tale groviglio socio-emozionale, la Dedalus, fin dal 2001, ha strutturato, in modo permanente nella sua organizzazione operativa, una specifica Area intervento dedicata ai minori stranieri non accompagnati (MSNA). I servizi e le attività realizzate in favore dei Msna E del tutto evidente che una tematica così complessa come quella dei minori stranieri non accompagnati, dove contemporaneamente agiscono una molteplicità di soggetti ed attori, dove spesso pesano in modo rilevante fattori di contesto a più dimensioni (sociali, giuridiche, economiche, culturali, ecc.), dove le stesse caratteristiche dei destinatari variano, anche in modo profondo, a seconda delle cultura di provenienza e della tipologia dei modelli e dei progetti migratori, ha bisogno di essere affrontata da più soggetti territoriali, pubblici o privati che siano, in base alle diverse abilità e competenze. Infatti, vale la pena ricordarlo, i Msna sono delle persone il cui status giuridico è duplice e complesso poiché essi si trovano a cavallo tra due normative differenti, e spesso contrapposte e/o contrastanti. Da un lato vi è tutta la normativa, nazionale ed internazionale di tutela del minore 3, (dal superiore interesse per il minore al principio di non discriminazione e di inespellibilità, dal collocamento in luogo sicuro all apertura di una tutela, ecc.) accompagnata da una serie di interventi finalizzati all accompagnamento e all inserimento in percorsi di protezione sociale in cui intervengono numerosi soggetti ed enti del territorio (dal Tribunale per i Minorenni alla Procura Minori, dal Comitato Minori Stranieri al collocamento in strutture di accoglienza residenziale e all inserimento in PEI con il supporto di Servizi sociali territoriali, Scuole, associazioni, educatori, psicologi, mediatori culturali, ecc.). Da un altro lato vi è la normativa, spesso confusa e restrittiva, relativa all immigrazione, la quale interviene anche durante la presa in carico del giovane durante la minore età, ma diviene centrale ed assoluta protagonista, spesso in maniera negativa e discriminante, una volta che il giovane ha 3 Tra i principali strumenti normativi in ambito internazionale ricordiamo: la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989 (ratificata in Italia con L. 176/1991), la Convenzione europea di Strasburgo sull esercizio dei diritti del fanciullo del 1996 (ratificata con L. 77/2003), la Risoluzione Europea del 26/6/1997 sui minori non accompagnati, cittadini dei paesi terzi (97/C221/03). 2

3 raggiunto la maggiore età. In sintesi al giovane straniero durante la minore età viene assicurato un pieno e articolato sistema di protezione e tutela, ma al raggiungimento dei 18 anni ( e un giorno ) viene a perdere tale protezione per ritrovarsi privo dei riferimenti avuti fino a quel momento e per trovarsi improvvisamente catapultato nel mondo degli adulti e in un altro regime normativo 4. Proprio in forza di tale complessità, normativa, di interventi e di procedure, vanno attivati sistemi integrati di servizi e prestazioni, ad elevata funzione pubblica, coordinati e collaborativi tra loro in un ottica di senso e di condivisione di mission, metodologie ed operatività. In tale ottica si è mossa l Area MSNA della Cooperativa sociale Dedalus, che ha costruito e implementato attorno a se, anche partendo dai contatti e dalle collaborazioni già costruite negli anni dalla cooperativa, una fitta rete di scambi, relazioni e servizi con le diverse agenzie territoriali, quali ad esempio: Comuni e Servizi sociali territoriali, Asl, Ospedali, Uffici stranieri delle Questure, Tribunali per Minorenni, Procura Minori, Giudici tutelari del Tribunale ordinario, Centro Giustizia Minorile, USSM, IPM, Ufficio minori della Polizia Municipale, Centri per l impiego, Comunità di Accoglienza, Ambasciate e autorità consolari, scuole, associazioni, strutture sportive, imprese artigiane e commerciali, ecc. In tale contesto, complesso e ricco di integrazioni di soggetti ed interventi, e con un lavoro che richiede necessariamente di intervenire verso il minore straniero non accompagnato con un area appositamente dedicata e con una presa in carico complessiva, la cooperativa Dedalus interviene oggi attraverso il supporto ai programmi individualizzati dei ragazzi mediante azioni integrate per l inserimento socio-educativo, formativo-lavorativo e per l accompagnamento e il supporto burocratico-giuridico 5. Inoltre un contributo di fondamentale importanza a queste attività è svolto da un servizio innovativo quale quello dei c.d. Tutori etnici 6. 4 Per provare a ridurre le difficoltà vissute dai minori al momento del raggiungimento del diciottesimo anno d età la Cooperativa Dedalus ha avviato recentemente un progetto (Baobab, finanziato da una fondazione privata) destinato ai giovani extracomunitari neomaggiorenni presi in carico nella minore età, con il quale, attraverso alcuni interventi (accoglienza residenziale, assistenza giuridica, tutoraggio individualizzato e borse di cittadinanza) si sta sperimentando un intervento capace di provare a ridurre lo sbalzo di protezione vissuto dai msna che raggiungono i 18 anni e che sia in grado di colmare la lacuna normativa con la quale si confrontano quotidianamente i giovani migranti presi in carico, durante la minore età, dai servizi del territorio campano. 5 Tra le attività realizzate all interno dei servizi e progetti coordinati dall Area Msna della Dedalus ricordiamo: attività di strada, accoglienza e ascolto; corsi di italiano e di matematica (finalizzati all ottenimento della licenza inferiore), corsi di informatica e di cinematografia; orientamento al lavoro, tirocini formativi e lavorativi; assistenza ed orientamento legale; laboratori musicali, di giornalismo, sulla legalità, sul riciclaggio; spazi e opportunità a carattere ludico-ricreatico, come ad esempio attività socializzative, visite culturali e paesaggistiche, attività sportive; accompagnamenti ai servizi e al territorio (Comunità di accoglienza, Tribunali, IPM, Questure, Ambasciate, ecc.). 6 Il progetto dei tutori etnici per i msna, di cui si accenna in seguito, al momento è l unico in Campania. In Italia invece esistono altre esperienze significative di questo tipo, sia precedenti che successive al caso di Napoli; tra le più significative ricordiamo il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e le Marche, dove vi sono anche degli albi dei tutori, ma anche in Piemonte, Toscana, Lazio, Trentino A.A. e Molise vi sono iniziative e percorsi formativi di progetti tutore. 3

4 Dati statistici sul fenomeno a Napoli Bisogna premettere che, come con tutti gli aspetti collegati al fenomeno migratorio, i dati statistici e le stime numeriche devono essere considerate come spunto di riflessione e di analisi e non come elementi stabili ed immodificabili, poiché sono suscettibili di rapidi mutamenti (collegati alla estrema mobilità e fluidità dei flussi migratori) o influenzati dalla relatività e dalla complessità dei numerosi fattori che incidono su di essi. Quindi ogni riferimento statistico, anche in tale ambito, è da intendersi come una fotografia che rappresenta un fenomeno in un dato singolo momento. In questa breve descrizione statistica vengono prese in esame quattro fonti, tutte riferite alla segnalazione e alla presa in carico dei minori stranieri non accompagnati, e che sono: il Comitato Minori Stranieri (CMS); l ANCI; il Comune di Napoli (con i dati del Servizio Politiche per i Minori l Infanzia e l Adolescenza); la Cooperativa sociale Dedalus. Iniziamo con l indicare che i dati del CMS e dell ANCI non sono sempre concordi, sia perché il CMS registra principalmente le segnalazioni che gli giungono dai diversi enti territoriali (dedicandosi inoltre ad attività quali le indagini internazionali, i rimpatri assisititi, ecc.) e sia perché l ANCI ricava le informazioni dei suoi rapporti annuali dai questionari inviati ai comuni italiani. Inoltre tale difformità di dati (dovuta alla difformità delle fonti) è comunque facilmente desumibile in quanto il CMS, oltre ad avere una difficoltà nel reperire le informazione dai soggetti interessati a comunicargliele (comuni, prefetture, questure, ecc.) e ad inserirle nella propria banca dati, spesso vede confliggere le sue funzioni e competenze con quelle di altri enti (in particolare con l Autorità Giudiziaria Minorile, ad esempio per i rimpatri assistiti). Detto ciò si riportano alcuni dati comparati in ambito nazionale e in ambito locale, ripresi dalle summenzionate fonti, e si anticipa che in tutta Italia i Msna di sesso maschile sono l 80% del totale ed hanno un età compresa tra i 15 e i 17/18 anni. Iniziando a fotografare l universo nazionale di riferimento, vengono di seguito riportati i dati forniti dal Comitato minori stranieri sul numero di minori stranieri non accompagnati segnalati in Italia, che, alla fine di ciascun anno considerato, risultano i seguenti: Tab. 1 Minori stranieri non accompagnati segnalati al CMS Anno CMS ANCI * Fonte: ANCI, Minori stranieri non accompagnati - II Rapporto 2007, Roma, 2008 e III Rapporto 2009, Roma 4

5 Di seguito si riportano i dati delle segnalazioni dei Msna in Campania registrate dal CMS e delle accoglienze effettuate in Campania registrate dall ANCI. Tab. 3 Minori stranieri segnalati e accolti in Campania Anno CMS ANCI * Fonte ANCI, Minori stranieri non accompagnati II Rapporto 2007, Roma, 2008 e III Rapporto 2009, Roma In merito alla presenza dei minori accolti e presi in carico dai servizi territoriali del Comune di Napoli la tabella seguente (n. 4) riporta i dati relativi alle accoglienze dei msna a Napoli e fa la comparazione tra i dati relativi alle accoglienze realizzate (prima e seconda) dal Servizio Politiche per i Minori l Infanzia e l Adolescenza del Comune di Napoli e quelli relativi al contatto (con servizi di ascolto e di presa in carico di vario tipo) realizzato dalla Cooperativa sociale Dedalus. Tab. 4 Minori stranieri in carico al Comune di Napoli e contattati dalla Dedalus Anno Comune di Napoli Cooperativa Dedalus Fonte: Elaborazione cooperativa Dedalus su dati del Comune di Napoli Di seguito si riportano le tabelle indicanti le nazionalità dei msna accolti dal Servizio Politiche per i Minori l Infanzia e l Adolescenza del Comune di Napoli per gli anni 2008 e

6 Tab. 5 Minori stranieri in carico al Comune di Napoli per paese di provenienza Anni 2008 Nazionalità *di questi 21 sono Rom Marocco 1 Ghana 96 Tunisia 5 Algeria 4 Burkina 3 Nigeria 2 Pakistan 2 Egitto 2 Somalia 2 Turchia 2 Senegal 1 Togo 1 Albania 1 Eritrea 1 Liberia 1 Uruguay 1 Macedonia 1 * Serbia* 5 Bosnia* 1 altri 6 Numero minori TOTALE 80* 6

7 Tab. 6 Minori stranieri in carico (con ex 403) al Comune di Napoli per paese di provenienza Anno 2009 Nazionalità Ghana 1 6 Bangladesh 9 Pakistan 7 Marocco 6 Nigeria 5 Senegal 4 Burkina Faso 3 Ucraina 2 Togo 1 Albania 1 Egitto 1 Cina 1 Costa d Avorio 1 Cuba 1 Iran 1 Brasile 1 Rom (ex Jugoslavia, d Numero minori Romania 1 6 TOTALE 120* *di questi 56 sono Rom e Rumeni 4 Nel corso del 2008 e del 2009, i ragazzi seguiti più direttamente e presi in carico 7 dai servizi dell area Msna della Dedalus, in stretto raccordo con gli altri progetti/servizi della cooperativa e del territorio, nonché i ragazzi inseriti nelle comunità di accoglienza, sono risultati essere circa 50 (nel 2008) e circa 70/80 (nel 2009), mentre, nel corso dei due anni in oggetto, gli operatori dell équipe sono venuti in contatto con circa 160 adolescenti stranieri (nel 2008) e circa 270 (nel 2009) (v. tab. 7 e 8). 7 Sul concetto di Presa in carica c è da chiarirne bene il significato; infatti bisogna specificare che tutti i servizi di bassa soglia (informazione e orientamento ai servizi, consulenze, ecc.), nella nostra esperienza, non rappresentano una vera e propria presa in carico, la quale si verifica, invece, nel momento in cui vengono attivati una serie di servizi integrati o alcuni interventi maggiormente incisivi, come un accoglienza residenziale, un programma individualizzato, un erogazione di una borsa di cittadinanza, un percorso di orientamento o un tirocinio formativolavorativo, ecc. Da questa breve descrizione emerge la differenza esistente tra il concetto di presa in carico e quello di semplice contatto (che sarà meglio descritto in seguito). 7

8 Tab. 7 Minori stranieri in contatto con i servizi dell Area MSNA per età e paese di provenienza - Anno anni 13 anni 14 anni 15 anni 16 anni 17 anni 18 anni 19 anni 20 anni 21 anni Totale Afganistan Albania Algeria Bangladesh Burkina Faso Cina Costa d'avorio Egitto Eritrea Ex Yugoslavia Ghana Italia Marocco Nigeria Pakistan Romania Russia Senegal Somalia Sri Lanka Togo Tunisia Ucraina TOTALE Sono non poche le differenze che intercorrono tra i dati della tabella 7 (riferita al 2008) e quelli della tabella 8 (riferita al 2009). In primo luogo si segnala, come nel 2009, sia stato forte l aumento di ragazzi provenienti dal Ghana, dal Pakistan e dal Bangladesh. Inoltre il numero elevato dei ragazzi marocchini è spiegato dal fatto che, da un lato, continuano ad essere abbastanza costanti gli arrivi dei minorenni, mentre dall altro lato molti di loro, raggiunta ormai la maggiore età e/o trasferitisi fuori dalla Campania, continuano a restare in contatto con l équipe Msna della cooperativa (per i motivi più disparati, ad esempio per un consiglio, una consulenza, un saluto, ecc.). Infine si evidenzia come, per entrambe le annualità in esame, il numero prevalente dei minori in 8

9 contatto con i servizi della cooperativa è rappresentato dalla fascia anni (133 nel 2008 e 211 nel 2009). Questo conferma che il lavoro maggiore da realizzare deve concentrarsi su tutto quello che attiene al passaggio dalla minore alla maggiore età e alla costruzione di validi percorsi di inclusione socio-culturale-lavorativi finalizzati al raggiungimento di un corretto inserimento volto all autonomia dei ragazzi. Tab. 8 Minori stranieri in contatto con i servizi dell Area MSNA per età e paese di provenienza - Anno anni 14 anni 15 anni 16 anni 17 anni 18 anni 19 anni 20 anni 21 anni Totale Afganistan Albania Algeria Bangladesh Burkina Faso Cina Costa d'avorio Egitto Eritrea Ex Yugoslavia (rom) Ghana Iran Italia Marocco Nigeria Pakistan Romania Russia Senegal Somalia Togo Tunisia Ucraina Ungheria TOTALE Bisogna sottolineare che non tutti i ragazzi sono presi in carico nella stessa maniera, infatti, come già accennato, ci sono minori e giovani che seguono le attività educative e formative, di socializzazione e di consulenza, mentre altri si limitano a richiedere sostegno e supporto nei percorsi di regolarizzazione o orientamento di tipo lavorativo/formativo/giuridico. Bisogna anche sottolineare che diversi ragazzi, da poco diventati maggiorenni (già destinatari dei servizi dell area Msna), continuano ad essere in contatto con gli operatori e i mediatori anche per 9

10 una consulenza/orientamento legale o per confrontarsi su delle difficoltà che possono riguardare scelte importanti della loro vita. Molti di questi ragazzi si presentano ai Centri interculturali della cooperativa nei giorni in cui viene svolta l attività di ascolto; altri, che si sono trasferiti in città del nord Italia, telefonano ai mediatori per consigli e consulenze. Tutto questo spinge a pensare che i progetti e i servizi dedicati ai giovani msna, insieme ai luoghi di incontro e di socializzazione, sono visti dai ragazzi sia come spazi di aggregazione ma anche come punto di riferimento/orientamento per consolidare i percorsi di inserimento intrapresi. All interno delle tabelle sopra riportate (7 e 8) sono inclusi circa cento ragazzi, in carico al Comune di Napoli ed inseriti all interno di strutture residenziali del territorio (case famiglie, comunità alloggio, gruppi appartamenti, ecc.), che hanno ricevuto dagli operatori della Dedalus diversi servizi di mediazione linguistico culturale, tra cui colloqui individuali e di gruppo nelle strutture, accompagnamenti in Questura (Napoli, Caserta, Agrigento, Trapani, ecc.), presso le Ambasciate e le autorità consolari a Roma, e ai servizi del territorio (scuole, enti, uffici, ecc.). Di seguito vengono riportati i dati sintetici relativi al numero, al sesso e all età dei ragazzi destinatari di tali interventi (tabelle 9 e 10), che sono stati realizzati all interno del progetto I Fratelli di Iqbal realizzato dalla cooperativa Dedalus e dal Comune di Napoli nel periodo Aprile 2009 Marzo Tab.9 Ragazzi seguiti nell ambito del Progetto I Fratelli di Iqbal per paese di provenienza e sesso. Aprile 2009 Marzo 2010 Paese di provenienza Maschio Femmina Totale Albania 1 _ 1 Algeria 1 _ 1 Bangladesh 9 _ 9 Burkina Faso 5 _ 5 Cina 1 _ 1 Egitto 4 _ 4 Ghana 27 _ 27 Marocco 18 _ 18 Nigeria Pakistan 12 _ 12 Romania Senegal Togo 1 _ 1 Ucraina _ 1 1 Totale

11 Tab. 10 Ragazzi seguiti nell ambito del Progetto I Fratelli di Iqbal per classi di età e sesso. Aprile 2009 Marzo 2010 Classi di età Maschio Femmina Totale <13 anni 1 _ anni anni Totale Nazionalità, comunità di provenienza e percorsi migratori I profili socio-culturali, nonché i progetti ed i percorsi migratori, di cui sono portatori i msna si articolano e sono definiti generalmente dalla nazionalità di origine e dal luogo di provenienza. Questi elementi, già caratteristici delle migrazioni degli adulti (la catena migratoria, laspecializzazione etnica sul mercato del lavoro, gli insediamenti delle varie comunità nelle diverse zone del paese, ecc.), caratterizzano anche le migrazioni dei minori. Infatti i piccoli migranti usufruiscono anch essi di risorse presenti nelle reti intra-comunitarie già presenti sul territorio (soprattutto legate all alloggio e al lavoro), rappresentate da connazionali, amici, parentele allargate, ecc. In tal modo i minori ricevono dalla propria comunità quel primo aiuto indispensabile per iniziare ad orientarsi e per definire meglio il percorso da intraprendere. Bisogna evidenziare che molti dei Msna emigrano frequentemente non contro la volontà dei genitori, anzi spesso organizzano con la famiglia il progetto migratorio. Infatti in molti casi sono le famiglie stesse che, nel cercare di fuoriuscire dalla profonda indigenza, provano ad investire nei figli (spesso i maggiori e i più svegli) per poter riuscire a mandare avanti, tra le numerose difficoltà economiche e lavorative, famiglie spesso numerose. Il progetto di emigrazione è quindi elaborato nell ambito familiare e comporta un fattore push, di spinta e di allontanamento da condizioni di deprivazione e mancanza di opportunità, e un fattore pull, di attrazione verso il nostro paese come luogo dove vivere un esistenza migliore. Tra i fattori pull cruciale è la domanda di lavoro propagandata dai mass media e raccontata dai migranti di ritorno o da conoscenti che oramai vivono stabilmente in Italia e alimentano il sentimento di deprivazione relativa 8 Infine bisogna ricordare che la maggior parte dei msna sono il prodotto di una precisa strategia di investimento economico della famiglia di origine, che vede nell inserimento del figlio nel circuito lavorativo del paese destinatario una preziosa occasione di riscatto economico, questi giovanissimi 8 AA.VV. Minori Erranti; l accoglienza e i percorsi di protezione (a cura di G.Candia, F.Carchedi, F.Giannotta, G.Tarzia), Terres des hommes Italia e Parsec, EDIESSE, Roma, 2009, pag

12 devono anche essere considerati come dei veri e propri migranti che attivano comportamenti simili e comparabili a quelli dei rispettivi connazionali adulti, almeno nelle fasce di età che si avvicinano alla maggiore età 9. Nell esperienza degli operatori e della cooperativa Dedalus le storie pregresse ed i percorsi migratori dei minori incontrati in quest ultimo anno differiscono abbastanza da quelle dei ragazzi seguiti nel corso degli anni precedenti (viste le nuove tendenze a cui si accennerà di seguito). Ciononostante le dinamiche migratorie restano piuttosto simili seppur differenti in termini di viaggio realizzato e tempo impiegato per raggiungere l Italia prima e Napoli poi. Inoltre va evidenziato che i servizi dell Area MSNA della cooperativa Dedalus, attivi principalmente sui territori delle province di Napoli e Caserta, a tutt oggi rappresentano un punto di riferimento per i minori stranieri soli, e i risultati positivi raggiunti con molti di loro funzionano da elementi di attrazione per quanti sul territorio necessitano di supporto e sostegno. Una reale possibilità, dunque, di cominciare un percorso personale di crescita fatto di regolarità, di uscita dalla precarietà e di nuove opportunità che spiega il continuo afflusso di minori ai servizi della cooperativa. Le modalità di arrivo di tali minori ai servizi sono essenzialmente rappresentate, oltre che dalle attività di strada, anche dall invio da parte di altri servizi territoriali che incontrano i minori stranieri soli, nonché dagli stessi minori che hanno seguito o stanno seguendo le attività proposte dalla Dedalus. I motivi del ricorso ai nostri servizi, oltre a quello di poter frequentare le attività educative-formative e di iniziare un percorso protetto di inserimento nelle strutture residenziali, riguardano la possibilità di poter ottenere regolarità giuridica in quanto minori oppure convertire l attuale permesso di soggiorno per minore età/affidamento in uno per lavoro. È il caso, ad, esempio, di alcuni ragazzi di origine nigeriana e ganese che sono stati indirizzati ai nostri servizi da connazionali. I minori marocchini, che rappresentavano negli anni passati la quasi totalità dei ragazzi contattati e presi in carico, provengono nella maggior parte dei casi da famiglie di contadini delle regioni centrali del Marocco: Khouribga e Beni Mellal. Hanno sempre qualche conoscente già presente in Italia quando decidono di emigrare. Si tratta di zii o cugini, o ancora di fratelli maggiorenni e amici di famiglia che fungono da esempio di riuscita economica. Non sempre, però, l adulto convive con il minore, né rappresenta necessariamente un punto di riferimento per l educazione del ragazzo. Sono le condizioni di vita difficili nel paese di origine che spingono questi ragazzi e le loro famiglie a pensare all esperienza migratoria come possibile risoluzione dei gravi problemi economici che li affliggono. Non sempre i genitori condividono le scelte dei figli ma, per evitare viaggi clandestini troppo rischiosi, si vedono costretti, talvolta, ad appoggiare la loro scelta di partire. Per tali ragioni, 9 Ibidem, pag

13 questi adolescenti lasciano presto la scuola per venire in Italia, generalmente intorno ai 13/14 anni. Il livello d istruzione è, dunque, solitamente medio - basso. All inizio l attività principale svolta da questi ragazzi è il lavaggio dei vetri e la vendita di fazzoletti presso i semafori cittadini, e solo in pochi casi c è la vendita di altri oggettini per la macchina, chi arriva nel periodo estivo viene indirizzato alle vendite sulle spiagge. Alcuni elementi di novità, però, sono stati colti dagli operatori. In primo luogo, l età degli utenti di questa nazionalità tende ad abbassarsi leggermente: la maggioranza non è più costituita dai diciassettenni ma l età media si è abbassata fino a anni, inoltre ci sono stati anche arrivi di ragazzi con un età intorno ai anni. A differenza dei primi ragazzi seguiti negli anni precedenti, il periodo che trascorrono a lavorare al semaforo (attività prevalente una volta giunti in Italia), prima di decidere di essere accolti in comunità e di iniziare un percorso di inclusione sociale, dura molto meno, segno che la catena migratoria funziona. Infatti sono gli stessi ragazzi marocchini più grandi che informano o indirizzano i nuovi arrivati verso i mediatori culturali della cooperativa o consigliano loro di recarsi in strutture di accoglienza per minori perché ormai è accettato il fatto che questo è un passaggio obbligato per regolarizzare la propria presenza ed iniziare un percorso di inserimento e di inclusione sociale 10. L arrivo di minorenni provenienti dall Algeria è rimasto piuttosto costante nel corso degli ultimi anni. Si tratta di ragazzi infradiciottenni che provengono dalla periferia rurale della regione di Annaba nel sud del paese. Difficile trovare algerini più giovani di 17 anni perché la traversata è molto dura e i passeur non prendono la responsabilità di far affrontare viaggi estenuanti a giovani dal fisico troppo debole. Partono dal Sud dell Algeria e dalla Libia e giungono in Italia, in Sardegna i primi e a Lampedusa i secondi. Sono mediamente più scolarizzati dei minori provenienti dal centro del Marocco, in alcuni casi hanno anche frequentato i licei per diversi anni ma decidono di lasciare la scuola per partire perché sono convinti che l istruzione nel proprio paese non serva a far trovare loro un impiego futuro, vista la sempre più critica situazione economica in cui versano i loro paesi. A differenza dei minori marocchini, non lavorano ai semafori ma trovano impieghi saltuari in edilizia e in agricoltura nella provincia di Caserta dove è anche più facile trovare un posto dove alloggiare. Fenomeno recente ed in continua crescita è rappresentato dai minori provenienti dalle zone dell Africa sub sahariana (Ghana, Nigeria, Senegal, Burkina Faso, Costa d Avorio, Togo, ecc.). La maggiore parte di questi minori prima di arrivare in Italia ha trascorso un periodo più o meno lungo in Libia (dove restano in media uno o due anni prima di partire verso l Europa). Molti di questi ragazzi fin dall arrivo in Italia chiedono l asilo politico/umanitario, ad oggi a nessuno di loro è stato concesso. La loro aspettativa è quella di rimanere a vivere in Italia e, al contrario dei loro 10 Alcuni dei ragazzi sostengono che già nel paese di origine si è diffusa la notizia dell esistenza di progetti e di comunità in Campania che prendono in carico i minori immigrati senza famiglia. 13

14 coetanei del Nord Africa, non hanno l obbligo/compito stringente di sostenere economicamente i familiari rimasti in patria. Più nello specifico, nel corso del 2009 si è assistito ad un recente fenomeno: l arrivo di numerosi minori ganesi sul territorio della città di Napoli; a tal proposito è necessario un piccolo approfondimento legato alle loro testimonianze. Dai numerosi colloqui effettuati dagli operatori e dai mediatori culturali con questi ragazzi è emerso in maniera univoca, per ognuno di loro, la stessa dinamica nel percorso migratorio che li ha portati in Italia e in Sicilia prima, e a Napoli successivamente. Nel dettaglio dei loro racconti il viaggio in Italia parte dal loro arrivo in Sicilia (Lampedusa in primis, ma anche altre zone dell isola) fino a giungere in Campania, in prima battuta Castel Volturno, sul litorale Casertano, e infine a Napoli. Nelle loro testimonianze emerge con chiarezza che le due comunità per minori in cui sono stati accolti (entrambe site a Palma di Montichiari, in provincia di Agrigento), dopo aver ricevuto una prima accoglienza, mediamente di circa tre mesi, assicuravano loro l assistenza giuridica e la tutela legale (tutti i ragazzi possedevano un Pds per minore età e molti di loro avevano già aperta una tutela del G.T.) ma contestualmente vi era una mancanza di servizi elementari e di base dell accoglienza stessa (ogni ragazzo si è lamentato della scarsità del cibo e dell inesistenza dei servizi educativi e socializzativi) e, appena dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno, i responsabili e gli operatori delle strutture consigliavano o invitavano il ragazzo ad abbandonare il Centro/Comunità, e in diversi casi veniva suggerito di recarsi a Napoli (Caserta). Una volta giunti sul territorio campano i ragazzi raggiungevano il territorio casertano, dove vive una nutrita e coesa comunità ganese che funge da polo di attrazione per i connazionali provenienti da altre realtà italiane o addirittura dal paese di origine. La presenza poi della Commissione per il riconoscimento della protezione internazionale di Caserta rende poi tale territorio ancora più attrattivo per quelle comunità che sono suscettibili di chiedere lo status di rifugiato e diverse domande vengono inoltrate da membri della comunità ganese. Si può ipotizzare che i lavori della Commissione cominciati nel 2008 abbiano rappresentato un richiamo per tali minori che, in seguito all assenza di possibilità concrete di ottenere lo status di rifugiato, si sono posti il problema di rinnovare il loro permesso di soggiorno, in virtù del quale sono stati indirizzati ai servizi della Dedalus. Anche perché, a differenza del territorio casertano, nella città di Napoli, grazie al lavoro integrato degli enti pubblici e privati del territorio, si è riusciti ad organizzare una serie di servizi strutturati e calibrati sulle specifiche caratteristiche di tali minori che hanno avuto continuità nel tempo. Recentemente è da segnalare l avvicinamento alle attività e ai servizi dell area di minori provenienti dal continente asiatico (Bangladesh e Pakistan) e dalla zona del Corno d Africa (Eritrea e Somalia). Anche in questi casi l età dei giovani si aggira intorno ai diciassette anni. Questo fenomeno ci fa capire che, così come per i migranti adulti, anche i minori stranieri soli iniziano a 14

15 scegliere mete più lontane. In merito alla recente crescita degli scorsi anni dei minori rumeni, va rilevato che, rispetto al passato, la loro presenza è notevolmente diminuita. A tal proposito si segnala che, con l ingresso della Romania nella Unione Europea, molti cittadini rumeni sono tornati nel loro paese dopo anni di emigrazione, e, soprattutto, la loro posizione di neo comunitari e di non più clandestini ha favorito dei percorsi di inserimento socio-lavorativi in Italia apparentemente meno escludenti. Restano invece numerosi i minori di etnia Rom (in maggioranza rumeni, ma anche slavi, ecc.), i quali vengono accompagnati ai Cpa per accattonaggio, poichè rintracciati ad elemosinare in strada e ai semafori. Generalmente i genitori o gli altri adulti di riferimento (solitamente un fratello o una sorella) sono spesso presenti a Napoli. Alcuni dei minorenni seguiti hanno espresso il desiderio di tornare nel paese di origine, altri di contattare i genitori per un ritorno in famiglia. Il rapporto che le mediatrici di lingua rumena hanno instaurato con i minori di questa nazionalità è profondamente diverso se comparato con quello costruito tra il mediatore di lingua araba e i ragazzi maghrebini. Se questi ultimi hanno in tutti i casi espresso il desiderio di essere seguiti ed inseriti in percorsi di integrazione sociale (corsi di alfabetizzazione italiana ed informatica, formazione e tirocini professionali, attività di socializzazione), i Rom rumeni hanno avuto un rapporto con le mediatrici limitato al solo intervento o agli interventi di mediazione richiesti dal Cpa (o in molti casi richiesti dagli IPM e dall USSM della Campania) senza avanzare, il più delle volte, alcun tipo di richiesta di percorsi particolari se non la volontà di uscire al più presto dal Cpa (o dall IPM) per ricongiungersi con i propri parenti. 15

16 Il servizio dei Tutori Etnici All interno del lavoro svolto dall Area Msna della cooperativa, così come precedentemente descritto, si inserisce l intervento dei Tutori etnici per i msna. Il progetto/servizio dei Tutori Etnici è realizzato dalla Cooperativa Dedalus, sul territorio napoletano e campano, da circa tre anni. Esso è iniziato in via sperimentale verso la fine del 2006, per poi consolidarsi gradualmente dal 2007 (anno d inizio delle prime nomine da parte del Giudice Tutelare del Tribunale di Napoli) fino ad oggi, in forza della normativa nazionale in materia di assistenza e protezione del minori L idea e il percorso dei Tutori etnici nascono a seguito di situazioni legate al crescente fenomeno dei msna sul territorio napoletano negli anni In questo periodo si lavorò alacremente, insieme a numerosi soggetti del territorio (Procura, Tribunali, IPM, CGM, Giudice Tutelare, singoli esperti, ecc.), per verificare l idea che i mediatori culturali potessero diventare tutori dei ragazzi stranieri. A seguito di questo percorso di studio e di analisi anche il Comune di Napoli decise di credere in questa sperimentazione e si decise di partire insieme nel definire il lavoro, la funzione ed il percorso dei c.d. Tutori Etnici (che prevedeva l impiego di mediatori culturali all interno del lavoro dell Agenzia cittadina dei tutori pubblici e ne prevedeva l iscrizione nell Albo cittadino dei Tutori volontari). La nomina del Tutore è individuale e il loro incarico è volontario (i Tutori hanno come domicilio la sede della Dedalus). Con il tempo sono stati superati i problemi e le diffidenze iniziali, principalmente attraverso il lavoro quotidiano ed il contatto periodico tra i tutori, il Giudice Tutelare e l Ufficio del Pubblico Tutore del Comune, ma anche attraverso il lavoro svolto con l Ufficio stranieri delle Questure (sia di Napoli che di Caserta, ma anche di altre città italiane), con i servizi sociali, con le comunità residenziali del territorio, ecc. per giungere, infine, al riconoscimento generale di cui godono oggi i tutori etnici volontari della Dedalus. Ad oggi il servizio viene realizzato direttamente, in maniera volontaria ed in integrazione con l équipe di operatori della suddetta Area msna, da tre mediatori linguistico culturali, già operatori della Dedalus, di nazionalità tunisina, albanese e somala. A breve, nel corso del 2010, inizieranno a lavorare in questo importante percorso di tutela dei minori stranieri altri tre operatori/mediatori della Cooperativa Dedalus (un mediatore di nazionalità albanese e due mediatrici di nazionalità nigeriana ed ucraina), i quali sono in attesa di iniziare la formazione specifica e propedeutica alla effettiva presa di servizio, per poi effettuare la successiva iscrizione nell Albo cittadino dei Tutori 16

17 volontari del Comune di Napoli. Per rendere al meglio il senso e il valore di tale servizio merita un approfondimento l aspetto quantitativo relativo ai primi risultati raggiunti dal progetto/servizio e al numero di tutele aperte da parte del Giudice Tutelare fino ad oggi, si riporta quindi di seguito un riepilogo dell esperienza pregressa dei tutori etnici e del numero di tutele aperte nel corso degli ultimi tre anni: nel 2007 circa 20 tutele aperte (I anno di sperimentazione); nel 2008 circa 35 tutele aperte (II anno di lavoro); nel 2009 circa 56 tutele aperte (III anno, fine della sperimentazione ed inizio del servizio). Relativamente all ultimo anno (2009), riportiamo di seguito alcune tabelle che indicano la suddivisione delle nomine ricevute dai Tutori (etnici) in base al sesso, all età e alla nazionalità dei ragazzi: Tab. 11 Ragazzi in tutela per sesso. Anno 2009 Maschi 45 Femmina 11 Totale 56 Tab. 12 Ragazzi in tutela per classi di età. Anno anni anni 49 Totale 56 Tab. 13 Ragazzi in tutela per nazionalità. Anno 2009 Ghana 14 Bangladesh 6 Nigeria 6 Marocco 5 Senegal 4 Pakistan 4 Polonia 3 Romania 3 Rom (nati in Italia) 3 Burkina Faso 3 Somalia 2 Albania 1 Costa d'avorio 1 Togo 1 Totale 56 I minori stranieri non accompagnati e la Legge n. 94/

18 All interno del contesto summenzionato una nota particolare merita, soprattutto rispetto all oggetto del presente convegno, l aspetto legato al rapporto tra la Tutela e il rinnovo del permesso di soggiorno. Infatti, i recenti sviluppi normativi relativi al tema sicurezza - immigrazione hanno inciso in maniera determinante sulla presa in carico e sui percorsi di inserimento socio giuridico dei ragazzi stranieri 11. Fino all approvazione della Legge n. 94 del 15 luglio 2009 Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, la tutela svolgeva un ruolo decisivo nella possibilità di conversione del permesso di soggiorno in quanto equiparava i minori sottoposti a tutela ai minori affidati. Difatti con l ottenimento della tutela legale, decretata da parte del Giudice Tutelare (o con l affidamento del Tribunale dei Minori), venivano ad essere raggiunti due obiettivi importanti, per il minore in primis e poi per la società di accoglienza: da un lato, vi era l effettiva protezione del minore da parte di una persona legalmente riconosciuta e responsabile per lui, con conseguente riduzione di rischi di abbandono, di disagio e di devianza; dall altro lato vi era la possibilità di ricevere un permesso di soggiorno per motivi di affidamento che consentiva la conversione del permesso stesso al 18 anno d età (in un permesso per motivi di studio, di accesso al lavoro, di lavoro subordinato o autonomo, per cure sanitarie, ecc.). In tal modo si permetteva al giovane di proseguire il percorso socio-educativo intrapreso, consentendo altresì di non vedere sprecato quell insieme di tempo, di risorse economiche e di soggetti (pubblici e privati) che ne avevano seguito il percorso e che si erano impegnati lavorando nella sua presa in carico. Con l approvazione della L. 94/2009 (c.d. Pacchetto sicurezza) anche il minore straniero sottoposto a tutela non è più equiparato ai minori affidati e deve comunque possedere i requisiti previsti dall art. 32 del T.U. Immigrazione 286/98 ai commi 1 bis e 1 ter, così come modificati dall art. 25. Legge 189/2002, riguardanti il c.d. tre più due (tre anni di permanenza sul territorio e due di inserimento in un programma di integrazione sociale e civile gestito da un ente pubblico o privato iscritto nel registro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ai sensi del art. 52 del DPR n.394/1999). 11 Nel corso dell ultimo anno, la Cooperativa Dedalus ha sviluppato una elaborazione di innovativi percorsi socio-giuridici finalizzati a superare i nuovi ostacoli frapposti dal c.d. pacchetto sicurezza. In particolare, questa legge prevede che per i minori stranieri non accompagnati sarà possibile ottenere un permesso di soggiorno al raggiungimento della maggiore età solo se dimostreranno di essere inseriti in un programma sociale da almeno due anni. In tal modo, sembrerebbe si vengano ad escludere tutti i ragazzi che sono stati accolti dall ente locale a 16 o a 17 anni, creando non pochi problemi al proseguimento dei percorsi di inserimento dei migranti adolescenti. La cooperativa Dedalus sta tentando (con i primi positivi risultati presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli) di superare questi ostacoli, massimizzando le opportunità offerte a tutti i minori dalla normativa italiana sull infanzia (anzitutto la L.184/83). In particolare, si stanno sperimentando percorsi giuridici tesi ad allungare fino a 21 anni la condizione di minore affidato (non importa se a un privato o a un ente), così da parificare la posizione del minore straniero non accompagnato a quella del minore italiano che, al compimento dei diciottesimo anno, non ha ancora tutti gli strumenti necessari per essere considerato a tutti gli effetti alla pari di un adulto. 18

19 A tal proposito, oltre a considerare che la questione in oggetto, e gli sviluppi di questa norma (insieme a quella del reato di immigrazione clandestina e alle altre simili e a rischio di incostituzionalità), ha aperto un dibattito nazionale attualmente in corso (sul tema dei diritti dei cittadini immigrati, delle politiche migratorie e del futuro della società italiana) e che vedrà le sue conseguenze ed effetti nel corso dei prossimi mesi ed anni, si fa presente che la cooperativa Dedalus, continuerà con l accompagnamento dei minori stranieri soli ai servizi territoriali per favorire il proseguimento dei percorsi intrapresi da loro stessi e finalizzati al raggiungimento della loro autonomia socio-culturale e giuridica 12. La cooperativa lavorerà infine anche allo scopo di permettere un inclusione che sia corretta e rispettosa sia della normativa vigente che del diritto ad una sana crescita e ad un futuro positivo, per i ragazzi e per la società ospitante. 12 A questo riguardo si ricorda come l ottimo lavoro di collaborazione con l Ufficio immigrazione della Questura di Napoli abbia favorito la nascita di una prassi molto positiva (realizzata da più di un anno attraverso l accesso agli uffici dei minori e dei giovani adulti, accompagnati dagli operatori della cooperativa, su appuntamento settimanale, in attesa della sigla formale del protocollo di intesa tra la Questura di Napoli e la cooperativa Dedalus relativo ai Msna), e che tale collaborazione stia permettendo un interpretazione della normativa in linea con i più avanzati orientamenti giurisprudenziali tale da consentire ai ragazzi di concludere i percorsi di inserimento socio-culturali già intrapresi 19

20 Brevi riferimenti bibliografici M. Giovannetti, Minori stranieri non accompagnati Terzo Rapporto ANCI 2008, Edizioni Anci Servizi, Roma, 2009 AA. VV., Minori Erranti; l accoglienza e i percorsi di protezione (a cura di G.Candia, F.Carchedi, F.Giannotta, G.Tarzia), Terres des hommes Italia e Parsec, EDIESSE, Roma, 2009 R. Bichi (a cura di), Separated children. I minori stranieri non accompagnati, Franco Angeli, Milano,2008 M. Giovannetti, Minori stranieri non accompagnati Secondo Rapporto ANCI 2007, Edizioni Anci Servizi, Roma, 2008 AA.VV., Terzo Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell adolescenza e dell infanzia in Italia, (a cura del Gruppo per la Convenzione sui diritti dell Adolescenza e dell Infanzia, di Save the Children Italia e di Arianna Saulini), Roma, 2008 M. Giovannetti, Politiche e pratiche di accoglienza dei Minori stranieri non accompagnati in Italia, in E- Migrinter, n 2, 2008 M. Giovannetti e C. Orlandi, Minori stranieri non accompagnati Rapporto ANCI 2005/2006, Edizioni Anci Servizi, Roma, 2006 R. Bertozzi, Le politiche sociali per i minori stranieri non accompagnati. Pratiche e modelli locali in Italia, Franco Angeli, 2005 P. Giannini e P. Avallone (a cura di), I Quaderni della Fondazione, n. 3, I doveri dei minori. Educare a, Fondazione Banco Napoli Assistenza all Infanzia, Napoli, 2006 P. Giannini e P. Avallone (a cura di), I Quaderni della Fondazione, n. 2, I diritti dei minori. Dall emancipazione all attuazione, Fondazione Banco Napoli Assistenza all Infanzia, Agnano, 2005 P. Giannini e P. Avallone, I Quaderni della Fondazione, n. 1, I minori stranieri, Fondazione Banco Napoli Assistenza all Infanzia, Roma, 2004 CIR, Guida per i minori non accompagnati richiedenti asilo: la storia di Mehmet, Roma,

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