Indice. Modulo 1 Il disegno tecnico 1. Modulo 2 La metrologia 79. Modulo 3 I materiali 111. Unità 6 Il complessivo 70

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1 IV Unità 6 Il complessivo 70 Indice 6.1 Il disegno del complessivo 70 Esercizi svolti 77 Modulo 1 Il disegno tecnico 1 Unità 1 Concetti generali sul disegno tecnico Premessa Scritturazioni Linee Riquadro delle iscrizioni Scale di rappresentazione Formati dei fogli da disegno 7 Test di verifica 9 Unità 2 Norme per la rappresentazione delle viste in proiezioni ortogonali Il metodo europeo Il metodo americano Il metodo delle frecce Criteri e scelta del numero delle viste Suggerimenti pratici per impostare le proiezioni ortogonali nel disegno tecnico 15 Esercizi proposti 17 Test di verifica 19 Unità 3 Le sezioni Premessa Modalità d esecuzione delle sezioni Sezioni secondo un solo piano Sezioni secondo piani paralleli Sezioni secondo piani concorrenti Sezioni secondo una superficie di forma qualsiasi Sezioni secondo una superficie di forma qualsiasi Sezioni parziali Sezioni ribaltate in luogo Sezioni in vicinanza Sezioni successive Convenzioni che riguardano il tratteggio (campitura) Tratteggi per la rappresentazione convenzionale dei materiali Pezzi e particolari che non debbono essere rappresentati in sezione Convenzioni particolari di rappresentazione Sezioni in assonometria 29 Esercizi proposti 30 Test di verifica 39 Unità 4 La quotatura Premessa Norme per l indicazione delle quote Disposizione delle quote Casi particolari di quotatura Sistema di quotatura Quotatura in assonometria Note sulla quotatuta di fori 50 Esercizi proposti 51 Test di verifica 57 Unità 5 Rilievo dal vero - schizzo a mano libera del disegno tecnico Strumenti per il rilievo Il rilievo Rilievo dal vero Tecnica del rilievo dal vero Passaggio dallo schizzo al disegno 65 Test di verifica 69 Modulo 2 La metrologia 79 Unità 1 Introduzione alla metrologia Premessa Grandezze e misure Misurazioni delle grandezze Unità di misura Approssimazione della misura L approssimazione con cifre significative Sistema Internazionele di unità di misura (SI) Il sistema inglese 84 Test di verifica 85 Unità 2 Parti fondamentali e caratteristiche di uno strumento di misura Gli strumenti di misura Errori di misura 88 Test di verifica 91 Unità 3 La classificazione degli strumenti di misura Introduzione Strumenti misuratori Strumenti riportatori Strumenti di controllo fissi: calibri Strumenti comparatori - misuratori 96 Test di verifica 97 Unità 4 Gli strumenti misuratori per la metrologia d officina Il calibro a corsoio Teoria del nonio e approssimazione del calibro Uso e lettura del calibro Micrometri a vite Lettura dei micrometri Misure angolari Barraseno 103 Approfondimento Considerazioni sul micrometro Goniometro 104 Approfondimento Note sugli angoli Comparatore Uso del comparatore Esempi d impiego del comparatore Altri comparatori Conclusione 108 Approfondimento Planarità 109 Test di verifica 110 Modulo 3 I materiali 111 Unità 1 Materiali Introduzione Classificazione dei materiali Proprietà chimico-strutturali Strutture cristalline dei metalli Formazione della struttura metallica nei metalli puri Corrosione dei materiali metallici Proprietà fisiche Proprietà tecnologiche Proprietà meccaniche: sollecitazioni, deformazioni e tensioni interne 122 Test di verifica 124

2 Unità 2 Prove meccaniche Generalità sulle prove meccaniche Prova di resistenza meccanica a trazione Resilienza Resistenza alla fatica Durezza 130 Test di verifica 132 Unità 3 Il ferro e le sue leghe Introduzione Produzione delle leghe ferrose Produzione della ghisa Produzione dell acciaio Le ghise Designazione delle ghise Gli acciai Acciai comuni Acciai speciali Designazione degli acciai Trattamenti termici Trattamenti termochimici 145 Test di verifica 147 Unità 4 Materiali metallici non ferrosi Introduzione Metalli pesanti Piombo (Pb) Rame (Cu) e sue leghe (bronzi, ottoni) Zinco (Zn) Stagno (Sn) Metalli leggeri Alluminio (Al) e sue leghe 151 Approfondimento Presenza dell alluminio Titanio (Ti) Metalli superleggeri Magnesio (Mg) Altri materiali metallici 154 Test di verifica 155 Unità 5 Materie plastiche, gomme Polimeri Meccanismi di polimerizzazione Classificazione delle materie plastiche Considerazioni e caratteristiche Resine Lavorazione delle materie plastiche Termoplastici Termoindurenti Gomme Elastomeri Gomma naturale Gomma sintetica 162 Test di verifica 163 Unità 6 Materiali ceramici Introduzione Ceramici tradizionali Ceramici avanzati Il vetro Formazione del vetro Principali proprietà del vetro Tipi di vetri Vetri particolari Produzione di lastre di vetro piane: processo float glass 168 Test di verifica 169 Unità 7 Il legno Introduzione Classificazione deo legnami Semilavorati in legno Proprietà del legno Altri semilavorati in legno Pannelli di legno sfogliato Pannelli di trucioli e fibre Connessioni degli elementi in legno Legno lamellare Lavorazione del legno 174 Test di verifica 175 Unità 8 Materiali composti Introduzione Tipi di matrici Fibre di rinforzo Processi di fabbricazione con materiali compositi 179 Test di verifica 180 Modulo 4 La lavorazione dei materiali 181 Unità 1 Processi di lavorazione dei materiali Premessa Formatura dello stato liquido - Fonderia Formatura permanente (in conchiglia) Microfusione Formatura dallo stato solido - Sinterizzazione Deformazione plastica Laminazione Estrusione Trafilatura Fucinatura Stampaggio 188 Test di verifica 189 Unità 2 Lavorazioni per asportazione di truciolo Premessa Macchine utensili Il trapano Trapani fissi Trapani portatili Utensili del trapano Il tornio Il tornio parallelo Utensili del tornio Lavorazioni di tornitura La fresatrice La fresatrice universale Utensili utilizzati nelle lavorazioni di fresatura La rettificatrice La rettificatrice universale Utensili (mole) per la rettifica 204 Test di verifica 205 Unità 3 Le unioni Premessa Chiodature e rivettature Incollaggi Saldature Saldature eterogenee Saldatura ad arco elettrico Saldature autogene Saldatura per pressione 213 indice V

3 VIindice Indicazioni generali sulle saldature Rappresentazione delle saldature nel disegno tecnico Unioni amovibili non filettate Chiavette, linguette, spine, perni Unioni amovibili filettate Tipi di filettature Organi di collegamento filettati Viti Dadi Rosette Dispositivi antisvitamento Collegamenti filettati usati nelle costruzioni meccaniche 230 Esercizi proposti 231 Test di verifica 235 Unità 4 Lo stato delle superfici: rugosità Premessa Determinazione della rugosità Influenza e criteri di scelta della rugosità Indicazione della rugosità nei disegni 239 Test di verifica 241 Unità 5 Tolleranze dimensionali Premessa Controllo dimensionale Modalità degli accoppiamenti Posizioni delle tolleranze Gradi di qualità della tolleranza Sistemi di accoppiamento ISO Considerazioni sulla scelta del sistema albero e foro base Gli accoppiamenti raccomandati Indicazione delle tolleranze nel disegno 253 Esercizi svolti 254 Esercizi proposti 255 Test di verifica 256 Modulo 5 Antiinfortunistica 257 Unità 1 La sicurezza sul lavoro Premessa Costi degli infortuni Salute e pericoli nell ambiente di lavoro Rischi e pericoli dell ambiente di lavoro Fattori che influenzano l ambiente di lavoro La legislazione antinfortunistica Il Decreto Legislativo 626/ Obblighi del datore di lavoro Obblighi di altre figure professionali che operano in azienda Sistema sanzionatorio Organi preposti alla vigilanza La valutazione dei rischi Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) Barriere architettoniche La protezione dagli incendi Norme di prevenzione incendi Sistemi di prevenzione e protezione Il piano di evacuazione Ergonomia nel lavoro Sicurezza negli uffici Normativa sulla segnaletica antinfortunistica Direttiva macchine Il marchio IMQ Emergenze, primo soccorso, pronto soccorso Comportamenti del soccorritore Entrata in vigore in data 15 maggio 2008 del nuovo Testo unico in materia di sicurezza del lavoro 271 Test di verifica 272 Appendice: esercizi di sintesi 273

4 modulo 1 Il disegno tecnico Prerequisiti Conoscenza dei concetti fondamentali delle proiezioni. Capacità di rappresentare oggetti in proiezione ortogonale e assonometrica. Conoscenza e utilizzazione dei più comuni strumenti di misura per il rilievo dal vero. Obiettivi Conoscere le norme del disegno tecnico. Essere in grado di applicare le norme in modo corretto negli elaborati grafici. Leggere e interpretare correttamente un disegno eseguito a norma. Acquisire la mentalità e il modo di operare del disegnatore tecnico. Contenuti Normativa relativa alle scritturazioni, tipi e spessori di linee, formato fogli, scale di rappresentazione. Normativa sulle disposizioni delle viste nelle proiezioni ortogonali secondo il metodo europeo e americano. Normativa sulle tecniche di sezionamento. Normativa sulle quote e sui relativi sistemi di quotature. Rilievo dal vero.

5 1 Il disegno tecnico modulo unità 1 Concetti generali sul disegno tecnico prerequisiti obiettivi Elementari capacità di comprensione del testo. Apprendere e usare correttamente le norme fondamentali del disegno in relazione ai seguenti punti: scritturazioni, tipologie di linee, riquadro delle iscrizioni, scale, formato dei fogli Premessa Il disegno tecnico, ossia il disegno di tipo meccanico, architettonico, elettrico, strutturale, ecc., è una forma di comunicazione che utilizza regole e segni grafici convenzionali che ne consentono l utilizzo nello stesso modo e con gli stessi criteri in tutte le nazioni industrializzate. Il disegno tecnico è un linguaggio universale, limitato però ai tecnici che hanno convenuto di usare tale metodo di comunicazione dopo averlo codificato. Tramite un insieme convenzionale di linee, numeri, simboli e indicazioni scritte, fornisce informazioni su: funzione, forma, dimensione, lavorazioni, materiali relativi a un determinato oggetto che potrà essere costruito anche senza bisogno di contatto tra il progettista e il costruttore. Gli organi preposti a coordinare e divulgare le norme e le convenzioni del disegno tecnico sono: l UNI (Ente Nazionale di Unificazione) che coordina e divulga le normative di tutti i settori dell industria italiana a esclusione di quella elettrica ed elettronica (fig 1.1). Tale ente è in costante collegamento con il CEN e con l ISO; il CEN (Comitato Europeo di Normazione) opera a livello europeo; l ISO (International Standard Organization) opera a livello mondiale. I compiti di tali organi sono quelli di organizzare e regolamentare il linguaggio uniformando segni, simboli e soluzioni grafiche, rendendolo univoco, completo, facilmente comprensibile e universale. Lo scopo ultimo a cui mira l unificazione in generale è quello di riunire le diverse prescrizioni dimensionali e altre specificazioni, in modo da definire prodotti intercambiabili in numero relativamente limitato per tipi e varianti. In tal modo i tipi di prodotto in commercio vengono ridotti alla quantità necessaria per soddisfare le esigenze prevalenti; diminuisce il costo di produzione, aumenta lo standard di qualità e si assicura l intercambiabilità dei prodotti indipendentemente da chi li costruisce. 1.2 Scritturazioni Fig. 1.1 Copertina di un volume delle norme UNI. Attualmente i sistemi CAD (si veda in proposito il volume C) prevedono diversi caratteri (font) per il testo; la previsione è che la normativa ne liberalizzi l uso nei disegni tecnici. Le principali regole che tuttora caratterizzano le scritturazioni eseguite a mano libera, o con mascherine (normografi), o con caratteri trasferibili, nel disegno tecnico sono previste nella norma UNI EN ISO 3098.

6 Concetti generali sul disegno tecnico 1 I principali punti trattati sono: la distinguibilità dei caratteri per evitare confusioni fra lettere e cifre; l uniformità dello spessore delle linee per la riproduzione dei caratteri maiuscole e minuscole; l altezza dei caratteri non inferiore a 2,5 mm (le altezze h unificate sono: 2,5; 3,5; 5; 7; 10; 14; 20 mm). Nei disegni sui fogli di formato A0 e A1 l altezza non deve essere inferiore a 3,5 mm. La figura 1.2 riporta le scritture e le dimensioni unificate dei caratteri tratte dalla UNI 7559; come si può notare i caratteri possono essere verticali, oppure inclinati a destra formando un angolo di 75. Tipo di tratto. I vari tipi di linee previste nella UNI 3969 sono elencati nelle tabelle 1.2a, 1.2b e riguardaunitá Linee L insieme delle linee definisce la forma e delimita il contorno dell oggetto che si intende rappresentare. La norma UNI 3968 li distingue per spessore e tipo di tratto. Spessore. Si usano due tipi di spessori definiti grosso e fine, in rapporto 2:1 fra loro e in valore assoluto proporzionati alle dimensioni del disegno secondo quanto indicato in tabella 1.1. Nello stesso disegno, scelti i valori di grandezza degli spessori, questi non devono essere variati. Fig. 1.2 Scritture e dimensioni unificate dei caratteri secondo la norma UNI. Tab. 1.1 no le applicazioni del disegno tecnico industriale. Nell impiego delle linee utilizzate vige un ordine gerarchico, qualora risultino sovrapposte; la linea più significativa prevale sulle altre, secondo il seguente ordine: 1. contorni e spigoli in vista (linea continua grossa, tipo A); 2. contorni e spigoli nascosti (linea a tratti, tipo E o F); 3. tracce dei piani di sezione (linea mista fine, grossa alle estremità e alle variazioni della traccia dei piani di sezione, tipo H); 4. assi di simmetria o tracce di piani di simmetria (linea mista fine, tipo G); 5. linee per applicazioni particolari (linea mista fine a due tratti brevi, tipo K); 6. linee di riferimento (linea continua fine regolare, tipo B). La distanza minima fra due linee parallele nel disegno non dovrebbe essere inferiore al doppio dello spessore della linea più grossa usata e mai inferiore a 0,7 mm. Spessori di linee unificati 0,18 0,25 0,35 0,50 0,70 1 1,4 2 Estremità delle linee di richiamo. Le linee di richiamo servono a indicare un elemento (oggetto, contorno, linea di misura). L estremità della linea di misura (fig 1.3a, b, c) deve essere costituita da: un punto se essa termina all interno del contorno dell oggetto rappresentato (caso a); una freccia, se essa termina all interno del contorno dell oggetto rappresentato (caso b); né da un punto, né da una freccia, se essa termina su una linea di misura (caso c). Incontro e intersezione delle linee. Quando è necessario evidenziare punti di incontri e intersezioni di linee discontinue tra loro, questi devono essere individuati con l incontro, meglio con l incrocio dei tratti, come indicato nei casi di figura 1.3d, e, f. RCS Libri S.p.A. - Divisione Education, Milano

7 1 modulo 4 Il disegno tecnico Tab. 1.2a Tipi di linee e loro utilizzo. Tipo di linea Denominazione Applicazioni generali Continua grossa Continua fine regolare Continua fine irregolare Continua fine regolare con zig-zag A tratti grossa A tratti fine A1 contorni in vista A2 spigoli in vista B1 spigoli fittizi in vista B2 linee di misura B3 linee di riferimento B4 linee di richiamo B5 tratteggi di sezioni B6 contorni delle sezioni ribaltate in luogo B7 assi di simmetria composti da un solo tratto C 1 e D1 interruzioni di viste e di sezioni non coincidenti con un asse di simmetria E1 o F1 contorni nascosti E2 o F2 spigoli nascosti Mista fine Mista fine, grossa alle estremità e alle variazioni della traccia dei piani di sezione Mista grossa Mista fine a due tratti brevi G1 assi di simmetria G2 tracce di piani di simmetria G3 traiettorie G4 linee e circonferenze primitive H1 traccia dei piani di sezione J1 indicazione di superfici o zone oggetto di prescrizioni particolari K1 contorni di pezzi vicini K2 posizioni intermedie ed estreme di parti mobili K3 assi o luoghi baricentrici K4 contorni iniziali, eliminati con successiva lavorazione K5 parti situate anteriormente a un piano di sezione Tab. 1.2b Applicazione dei tipi di linee. Fig. 1.3 Estremità, punti d incontro e intersezione delle linee.

8 Concetti generali sul disegno tecnico Riquadro delle iscrizioni Il riquadro delle iscrizioni, chiamato comunemente cartiglio, è quella zona del disegno predisposta a contenere le informazioni riguardanti l identificazione, l interpretazione e la gestione del disegno. La norma UNI EN ISO 5455 stabilisce le direttive di base a cui attenersi riguardo la forma e il contenuto del riquadro delle iscrizioni. Essa si presenta come una tabella di forma rettangolare posizionata nell angolo inferiore destro del disegno. Le dimensioni della tabella sono 190 mm come larghezza mentre l altezza non dovrà superare la metà del foglio formato A4, cioè 148,5 mm. La struttura del riquadro delle iscrizioni è costituita da una zona principale e da una zona aggiuntiva (fig 1.4). La zona principale, obbligatoria, è posta nella parte inferiore e contiene tutte le informazioni necessarie per la gestione del disegno ed è costituita da: numero o codice che designa in modo univoco il disegno; titolo che descrive in breve la denominazione di ciò che il disegno rappresenta; ragione sociale che è la scritta o il simbolo grafico per il riconoscimento della proprietà del disegno; simbolo del metodo di proiezione che esprime il simbolo unificato dalla normativa (europeo o americano) di proiezione usata nel disegno; scala di rappresentazione del disegno che indica la scala usata nel disegno e anche eventuali scale di particolari messe fra parentesi; quote senza indicazione di tolleranza che esprimono le quote del disegno prive di indicazione dirette di tolleranza, in cui le eventuali indicazioni della zona e grado di lavorazione devono essere inserite nell apposita casella; responsabilità e controllo che rappresentano i visti dei responsabili del disegno e delle revisioni indicati con nome e firme e relative date. La zona aggiuntiva è posta sopra la zona principale e contiene indicazioni riguardanti eventuali modifiche o sostituzioni del materiale costituente il pezzo e altre informazioni (viene lasciata a ogni singola azienda la libertà di gestire questo spazio a seconda delle esigenze organizzative e produttive). Nella parte superiore di tale zona, nel caso di disegno complessivo, devono essere poste le informazioni riguardanti i singoli componenti, specificando quantità, materiale e unificazione, ossia ciò che riguarda il numero di posizione e la distinta dei componenti. Numero di posizione: definisce la posizione di ogni singolo componente del disegno del complessivo (si veda anche l unità 6 di questo modulo). Tale numero viene riportato anche nella distinta dei componenti. I numeri sono assegnati in ordine sequenziale, per ogni particolare rappresentato. Detto numero è racchiuso in un cerchio, disegnato con linea sottile da cui parte una linea di richiamo sottile che termina sul particolare da individuare. Le linee di richiamo non devono intersecarsi, devono essere le più brevi possibili, e inclinate rispetto al particolare cui si riferiscono. L altezza delle cifre deve essere il doppio dell altezza delle quote e l ordine per la numerazione va dato in senso orario o rispettando l ordine di montaggio. La distinta componenti comprende l elenco completo dei componenti, cioè: l indicazione del particolare, con il numero di posizione che corrisponde al numero posto sul complessivo; la descrizione che definisce il nome del particolare; la quantità che esprime il numero totale di elementi corrispondenti allo stesso numero di posizione; il materiale di cui è costituito ogni singolo particolare; altre eventuali indicazioni sul peso o lo stato di fornitura. I numeri di distinta aumentano dal basso verso l alto, in modo da poter aggiungere altri elementi o modifiche, senza difficoltà. unitá 5 Fig. 1.4 Cartiglio con zona principale e aggiuntiva.

9 1 modulo Il disegno tecnico Ai fini didattici vengono eseguite tabelle del riquadro delle iscrizioni in modi differenti. Secondo il tipo di disegno tecnico e l uso che se ne deve fare, si suggerisce una tabella come quella in figura 1.5 per i disegni di complessivo. In figura 1.6 è rappresentato l inserimento del riquadro delle iscrizioni in un foglio A3 (con margine sinistro maggiorato). 1.5 Scale di rappresentazione Per meglio rappresentare gli oggetti e per meglio valutarli nei loro rapporti di forma e dimensioni, è opportuno riportarli nel disegno con le loro dimensioni vere. Tale rappresentazione non è attuabile per oggetti di dimensioni molto grandi o molto piccole. In questi casi è opportu- 6 Fig. 1.5 Esempio di tabella per disegni di complessivo. Fig. 1.6 Riquadro delle iscrizioni. Tab. 1.3 Scale previste dall unificazione. Tipologia Scale di ingrandimento Scale normalizzate 50:1 20:1 10:1 5:1 2:1 Scala al naturale 1:1 Scale di riduzione 1:2 1:5 1:10 1:20 1:50 1:100 1:200 1:500 1:1000 1:2000 1:5000 1:10000 no rimpicciolire o ingrandire l oggetto da rappresentare, secondo una adeguata scala. Per scala del disegno s intende il rapporto tra le dimensioni reali dell oggetto e le dimensioni con cui viene riprodotto un foglio da disegno. Scale di riduzione: si utilizzano per rappresentare oggetti grandi e si indicano con 1:k, dove k indica il fattore di scala, cioè di quanto si deve dividere la dimensione reale dell oggetto per ottenere quella da riportare nel disegno. Per esempio, con la scala 1:5 si indica che 100 mm nella realtà diventano sul foglio 100:5 uguale a 20 mm. Scale di ingrandimento: si utilizzano per rappresentare oggetti piccoli e si indicano con k:1,dove k è il fattore per cui bisogna moltiplicare la dimensione reale per avere quella da riportare sul disegno. Per esempio, con la scala 10:1 si indica che un segmento lungo 2 mm nella realtà, sarà disegnato su un foglio con lunghezza 2 10 uguale a 20 mm. Le scale previste dalla unificazione sono riportate nella tabella 1.3. In figura 1.7 sono riportati alcuni esempi di scala di riduzione e ingrandimento. In genere, quando il disegno è eseguito in scala 1:1, cioè dal vero, non si riporta alcuna indicazione particolare; le altre scale dovranno essere chiaramente indicate sul disegno, in genere in basso a destra, oppure nell apposito spazio del riquadro delle iscrizioni. Per una buona risoluzione delle dimensioni minime degli elementi significativi nella scelta della scala, è utile assumere 2 mm come dimensione minima sul disegno.

10 Concetti generali sul disegno tecnico 1 unitá Fig. 1.7 Scale di riduzione e ingrandimento di un oggetto. 1.6 Formati dei fogli da disegno Per il formato dei fogli, la norma UNI 936 stabilisce le dimensioni dei fogli per il disegno tecnico. I fogli, nei diversi formati unificati, possono essere realizzati in carta liscia di diverso spessore, oppure con materiale diverso dalla carta, come il poliestere, in fogli trasparenti adatti alla riproduzione. Il formato base è un foglio dalla superficie di 1 m 2 di forma rettangolare con lato maggiore mm e lato inferiore 841 mm; infatti ,49 (uguale a circa mm 2 ). Per gli altri formati si veda la tabella 1.4. Il rapporto fra le dimensioni dei lati è di 22 ; questo consente il dimezzamento dell area dimezzando il lato più lungo (fig 1.8). Esistono anche formati speciali allungati per impieghi particolari del disegno; si rimanda alle relative tabelle per ulteriori dettagli. Il foglio si dice in orizzontale (tipo X ISO), quando viene usato tenendo come base il lato maggiore; si dice in verticale quando viene usato come base il lato minore (tipo Y ISO). I fogli generalmente portano un riquadro delle iscrizioni sull angolo inferiore destro e vengono squadrati con linee con- Fig. 1.8 Formati e simboli dei fogli da disegno, secondo la norma UNI 936. tinue con spessore minimo di 0,5 mm, con incorniciatura posta alla distanza di 10 mm dai bordi del foglio; la distanza è di 20 mm per i formati A0 e A1. Per consentire la fascicolazione si praticano perforazioni, in tal caso il margine sul lato sinistro del foglio deve essere di 20 mm. La figura 1.9 mostra il margine del foglio per i vari formati. 7 Tab. 1.4 Formato dei fogli. Denominazione Dimensioni (mm 3 mm) A A A A A Fig. 1.9 Dimensioni del margine dei fogli (20 mm per A0 e A1; 10 mm per A2, A3 e A4).

11 1 modulo 8 Il disegno tecnico I fogli possono riportare ulteriori indicazioni, tendenti a: precisare posizione e riferimenti dei disegni sui fogli stessi per esigenze di riproduzione o microfilmature; riferimenti di centratura (trattini posti perpendicolarmente al margine della corniciatura in corrispondenza delle mezzerie dei lati); scala graduata di riferimento posta sul margine orizzontale in mezzeria; sistema di coordinate con maglie di dimensioni, comprese fra 25 e 75 mm, contraddistinte da lettere secondo il lato minore e da numeri secondo il lato maggiore, come indicato in figura 1.10 che riporta un sistema di coordinate con scala graduata per formati A4, A3 e A2; segni che indicano i punti di piegatura dei fogli secondo le convenzioni indicate in figura Fig Coordinate del foglio da disegno. Fig Piegature dei fogli.

12 Concetti generali sul disegno tecnico 1 Indica con una crocetta la risposta che ritieni esatta. 1. Quale fra le seguenti affermazioni non è esatta per le indicazioni sulle scritturazioni? a b c d Distinguibilità dei caratteri per evitare confusioni fra lettere. Uniformità degli spessori fra lettere e cifre. Altezza dei caratteri uguali per le maiuscole e minuscole. Altezza dei caratteri maggiore di 3.5 nei fogli con formato A0 e A1. 2. Che dimensioni ha il formato A3? a b c d Come è conformata la linea di tipo A e quando si adopera? a Continua grossa e si usa per contorni e spigoli in vista. b Mista grossa e si usa per indicare le tracce di sezione. c Continua fine e si usa per spigoli fittizzi in vista. d Continua fine irregolare e si usa per interruzione di viste e sezioni. 4. Con la scala 1:50 quale rapporto esiste fra le misure reali e quelli del disegno? a Le misure del disegno sono il doppio di quelle reali. b Le misure del disegno sono di cinquanta volte quelle reali. c Le misure del disegno sono un cinquantesimo di quelle reali. d Le misure del disegno sono dimezzate rispetto a quelle reali. 5. Quale fra le seguenti scale di rappresentazione non è unificata? a b c d 1:15. 1:10. 1:5. 1:2. Rispondi alle domande in modo sintetico. 1. Quali sono i compiti degli enti di unificazione UNI, CE, ISO? test di verifica unità 1 2. Qual è la funzione del riquadro delle iscrizioni nei disegni tecnici? 3. Che cosa significa il numero di posizione e la distinta componenti? 4. Che cosa è l ordine di priorità delle linee? 5. Quali informazioni sono contenute nel riquadro delle iscrizioni? 6. Quali tipi di scale di rappresentazione conosci? unitá 9 test di verifica

13 1 modulo 10 Il disegno tecnico unità 2 Norme per la rappresentazione delle viste in proiezioni ortogonali prerequisiti obiettivi Conoscenza e padronanza nella rappresentazione di oggetti nelle proiezioni ortogonali e in quelle assonometriche. Saper analizzare gli oggetti in relazione alla scelta del numero di viste, sfruttare in modo razionale gli spazi del foglio prima di procedere alla sua rappresentazione. Applicare correttamente il metodo europeo e americano e quello delle frecce nelle proiezioni ortogonali, cogliendo le differenze. Saper leggere e interpretare correttamente un disegno tecnico indifferentemente dal metodo con cui è stato rappresentato. La normativa prevede due metodi principali di rappresentazione: il metodo europeo o del primo diedro (sigla E) e il metodo americano o del terzo diedro (sigla A); esiste infine un terzo metodo detto metodo delle frecce. terno di una scatola a forma di cubo e proiettando ortogonalmente tutti i punti secondo sei direzioni perpendicolari tra loro sulle sei facce interne della scatola. Le sei viste saranno identificate, secondo la normativa, nel seguente ordine: 2.1 Il metodo europeo In questa rappresentazione l oggetto da proiettare è posto fra l osservatore e il piano di proiezioni (vedi fig. 2.1). Il metodo E è quello che abbiamo sempre usato per disegnare un oggetto in proiezione ortogonale (vedi volume A). Le norme prevedono che, in base alla complessità dell oggetto da rappresentare, esso possa essere raffigurato con sei viste. Tale viste si ottengono immaginando l oggetto inserito all in- A B C D E F vista anteriore (o principale, o prospetto) vista dall alto (o pianta) vista da sinistra (piano laterale) vista da destra vista dal basso vista posteriore Fig. 2.1 Proiezione di un solido secondo il metodo europeo.

14 Norme per la rappresentazione delle viste in proiezioni ortogonali 2 Se si sviluppa il cubo (immaginato opaco), tagliandolo attraverso gli spigoli, è possibile guardare le facce interne su cui sono disegnate le proiezioni che appaiono come nelle figura 2.2. unitá 11 Fig. 2.2 Rappresentazione con il metodo europeo. RCS Libri S.p.A. - Divisione Education, Milano

15 1 modulo Il disegno tecnico 2.2 Il metodo americano In questa rappresentazione il piano di proiezione (pensato trasparente) è posto tra l osservatore e l oggetto (fig. 2.3). Se immaginiamo di porre l oggetto all interno di una scatola trasparente a forma di cubo e di osservarlo da sei posizioni diverse (quante sono le facce della scatola), tutte le viste appariranno poste fra l osservatore e l oggetto. Se si sviluppa il cubo tagliandolo attraverso gli spigoli, è possibile guardare le facce esterne su cui sono disegnate le proiezioni che appaiono come nella figura 2.4. Si noti che, rispetto al sistema E, la vista dall alto si trova so- 12 Fig. 2.3 Proiezione di un solido secondo il metodo americano. Fig. 2.4 Rappresentazione con il metodo americano.

16 Norme per la rappresentazione delle viste in proiezioni ortogonali 2 pra la vista principale, la vista da destra si trova a sinistra e la vista di sinistra è posizionata a destra. È importante conoscere il metodo A, perché esso viene normalmente usato da alcuni stati come USA, Australia, Canada, Corea e India. Per questa ragione la sua conoscenza diventa fondamentale nell interscambio tecnologico tra l Italia e questi Stati. Le norme internazionali indicano di inserire nel riquadro delle iscrizioni del disegno il simbolo del metodo di rappresentazione usato (fig. 2.2 e 2.4). Le figure 2.5 e 2.6 mettono in evidenza il percorso completo della rappresentazione di un dado in proiezione ortogonale secondo i due metodi (europeo e americano), considerando come riferimento comune il piano verticale; risulta evidente la conseguente differenza sostanziale degli stessi. Per cogliere le differenze si considera come oggetto di rappresentazione il dado poiché le sei facce numerate si prestano facilmente al confronto tra i due sistemi. unitá 13 Fig. 2.5 Rappresentazione di un dado con il metodo europeo. Fig. 2.6 Rappresentazione di un dado con il metodo americano.

17 1 modulo 14 Il disegno tecnico 2.3 Il metodo delle frecce Questo metodo prevede che dopo aver definito la vista principale, su questa si indichino mediante frecce, contrassegnate con delle lettere maiuscole, le viste ritenute necessarie. Il senso della freccia indica la direzione da cui si intende guardare l oggetto per disegnare una proiezione. Le lettere di riferimento dovranno essere riportate in corrispondenza delle proiezioni stesse e sopra queste, come si osserva dall esempio di figura 2.7. Questo metodo può essere usato o in alternativa o in aggiunta ai sistemi di rappresentazione europeo o americano. Fig. 2.7 Rappresentazione con il metodo delle frecce. 2.4 Criteri e scelta del numero delle viste Nella rappresentazione di un oggetto tecnologico, è importante stabilire il numero di viste necessarie e sufficienti per la sua completa descrizione. Sono da abolire le viste superflue ossia quelle che non aggiungono informazioni che non siano già contenute nelle altre. Raramente si deve far ricorso a tutte le sei viste; generalmente sono sufficienti tre proiezioni e in molti altri casi sono sufficienti una o due viste. È importante scegliere bene la vista principale (o PV, o prospetto, o vista anteriore), che dovrà essere la più importante, ossia la più ricca di informazioni, cioè capace di rappresentare e caratterizzare l oggetto. Le figure da 2.8 a 2.12 forniscono alcuni esempi. Le figure 2.8 e 2.9 mostrano due oggetti che possono essere rappresentati con due sole viste, la terza vista sarebbe inutile perché non aggiunge indicazioni che non possano essere ricavate dalle altre viste. La figura 2.10 propone un oggetto rappresentato con una mezza vista in sezione dove è inutile la vista sul piano orizzontale. La figura 2.11 mostra un oggetto rappresentato con tre viste; il piano laterale è indispensabile perché il piano orizzontale non dà nessuna indicazione sulla forma della nervatura trasversale. Infatti quest ultima potrebbe presentare una delle forme indicate in figura 2.11a, b. La figura 2.12 rientra nei primi due casi già descritti. Fig. 2.8 Rappresentazioni numero minimo di viste: 2. Fig. 2.9 Rappresentazioni numero minimo di viste: 2. Fig Rappresentazioni numero minimo di viste: 1.

18 Norme per la rappresentazione delle viste in proiezioni ortogonali 2 unitá 15 Fig Rappresentazioni numero minimo di viste: 3. Fig Rappresentazioni numero minimo di viste: Suggerimenti pratici per impostare le proiezioni ortogonali nel disegno tecnico Nel corso del primo anno (vedi volume A) abbiamo trattato numerosi esercizi che proponevano la rappresentazione grafica di solidi e oggetti in proiezione ortogonale seguendo lo schema classico di rappresentazione sul foglio di lavoro, e cioè: in alto a sinistra il PV; in basso a sinistra il PO; in alto a destra il PL. Le tre viste erano collegate fra loro dai raggi di proiezione e separate dalla linea orizzontale (linea di terra) e dalla linea verticale, ambedue generate dall intersezione dei tre suddetti piani di proiezioni.

19 1 modulo 16 Il disegno tecnico Di solito nel disegno tecnico per motivi di chiarezza e di risparmio di tempo nell esecuzione materiale, saranno disegnate solo le viste che scaturiscono dalle proiezioni. Inoltre è importante, per una buona lettura del disegno, predisporre le viste sfruttando lo spazio sul foglio in modo razionale. Si deve essere in grado di predisporre lo spazio sul foglio in base alle dimensioni dell oggetto da rappresentare, al numero di viste, alla scala usata, allo spazio da lasciare fra le viste. Tale spazio può essere considerato come un corridoio di servizio utile per distanziare le viste e collocare le quote; nella figura 2.13 è indicato come zona tratteggiata in rosso. L esperienza consiglia di lasciare uno spazio compreso fra 40 e 60 mm. La figura 2.13 mostra la predisposizione delle tre proiezioni nel formato del foglio A3 relative all oggetto rappresentato in assonometria il cui ingombro è di Impostazione della spaziatura in senso longitudinale: Impostazione della spaziatura in senso trasversale: Nel disegno si suggerisce un accorgimento per la determinazione delle viste con il semplice uso delle squadre, mantenendo le distanze precedentemente stabilite. Infatti, dopo aver ricavato le proiezioni sul PV e PO, per la costruzione della proiezione sul PL è opportuno tracciare una linea a 45 rispetto alla direzione orizzontale del foglio, dal punto d intersezione indicato con A in figura Con tale accorgimento dai punti in cui le proiezioni del PO intersecano la linea a 45 si tracciano le linee verticali; l intersezioni di queste con le proiezioni orizzontali provenienti dal PV portano alla costruzione del PL. Lo stesso accorgimento può essere usato per disegnare il PO avendo già a disposizione il PV e il PL. Fig Predisposizione delle proiezioni nel foglio.

20 Norme per la rappresentazione delle viste in proiezioni ortogonali 2 1. Determinare le sei proiezioni degli oggetti definiti in assonometria disponendoli secondo il metodo europeo e americano e cogliendone le differenze. Per facilitare lo svolgimento si consiglia di inserire in ognuna delle sei viste un quadrato di lato 90 dividendolo in tre parti uguali con dei trattini; in questo modo si crea un reticolo su cui poter lavorare agevolmente con le squadre. esercizi proposti unità 2 1. unitá 17 PV 2. esercizi proposti

21 modulo esercizi proposti 1 Il disegno tecnico esercizi proposti unità

22 Norme per la rappresentazione delle viste in proiezioni ortogonali 2 Indica con una crocetta la risposta che ritieni esatta. 1. Quale fra i sistemi di rappresentazione elencati non è previsto dalla normativa ISO? a b c d Metodo anglosassone. Metodo americano. Metodo europeo. Metodo delle frecce. test di verifica unità 2 Rispondi alle domande in modo sintetico. 1. Che cosa prevede il metodo delle frecce? unitá 2. In quale sistema di rappresentazione l oggetto da disegnare è posto fra il piano di proiezione e l osservatore? a b c d Sistema anglosassone. Sistema europeo. Sistema americano. Metodo delle frecce. 3. Il simbolo che contraddistingue il metodo europeo è rappresentato da: a un tronco di cono avente per contorno un trapezio posto a sinistra e a destra due cerchi. b un tronco di cono avente per contorno un trapezio posto a destra e a sinistra due cerchi. c un tronco di piramide quadrata avente per contorno un trapezio a sinistra e due quadrati a destra. d un tronco di piramide quadrata avente per contorno un trapezio a destra e due quadrati a sinistra. 2. Concettualmente in che cosa si differenzia il metodo A dal metodo E? 3. Nelle proiezioni ortogonali a che cosa serve operativamente nel foglio del disegno lo spazio definito come corridoio di servizio? Le norme prevedono che un oggetto può essere rappresentato al massimo con un numero di viste pari a: a b c d Nel criterio di scelta delle viste quale affermazione è errata? a Non abolire le viste superflue se vi è spazio sufficiente alla completa rappresentazione. b Stabilire il numero di viste strettamente necessarie alla completa rappresentazione. c Posizionare sul prospetto la vista che contiene maggiori particolari. d Posizionare sulla vista anteriore la più ricca di informazioni. Tratta sinteticamente gli argomenti proposti e se necessario fai degli schizzi a matita. 1. Descrivi quali sono i criteri di scelta delle vista cui attenersi quando bisogna disegnare un pezzo in proiezioni ortogonali. test di verifica

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