Tutorato 4. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Facoltà di Economia Corso di Bilanci secondo i principi contabili internazionali

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Facoltà di Economia Corso di Bilanci secondo i principi contabili internazionali cod cod Tutorato 4 Relatore - Daniela Forlani Anno accademico:

2 IFRS 13 IL FAIR VALUE IFRS 13 Principio di secondo livello, in quanto aiuta ad individuare un parametro fondamentale, il fair value appunto, impiegato nelle valutazioni contabili da molti altri principi. Prima dell emanazione del nuovo standard, in vigore dal 1 gennaio 2013, la definizione di fair value era contenuta in vari principi L emanazione dello standard ha consentito un avvicinamento allo standard americano SFAS157 e segna un passo importante verso la convergenza dei sue sistemi contabili, quello internazionale e quello statunitense DEFINIZIONE il prezzo che dovrebbe essere ricevuto per vendere un attività o che dovrebbe essere corrisposto per estinguere una passività in una transazione normale tra partecipanti al mercato alla data della valutazione 2

3 IFRS 13 IL FAIR VALUE Aspetto Codificazione Gerarchia fair value Processo di valutazione Mercati non attivi o illiquidi Livello 3 Informativa di bilancio Disciplina precedente (IAS 16, 32 e 39) Molte disposizioni distribuite tra più standards Rimando principio americano SFAS 157 Nessuna indicazione Nessuna indicazione Nessuna indicazione specifica IFRS 13 Un unico standard Definizione nel dettaglio Indicazione step per la valutazione Indicatori presenza mercato non attivo Indicazione tecniche di valutazione Obblighi estesi, in particolare se si ricorre al mark-to-model 3

4 IFRS 13 IL FAIR VALUE ATTIVITÀ E PASSIVITÀ Le attività e le passività per le quali si deve misurare il fair value devono essere considerate per quelle caratteristiche che assumono rilevanza nella fissazione del prezzo per i partecipanti al mercato (ad es le condizioni e la localizzazioni di un attività) Le attività e le passività, a seconda della loro rilevanza potranno essere considerate singolarmente oppure nel loro insieme, come un gruppo o un singolo elemento (CGU) 4

5 IFRS 13 IL FAIR VALUE MERCATO PRINCIPALE E MERCATO PIÙ VANTAGGIOSO Questa potenziale transazione normale deve ritenersi eseguibile nel mercato principale e, qualora ci siano più mercati per vendere il bene, è necessario considerare principale quello caratterizzato dal più grande volume di scambi per l elemento considerato. Laddove non fosse possibile stabilire quale sia il mercato più importante, si deve allora considerare il mercato più vantaggioso definito come il mercato che massimizza l ammontare derivante dalla vendita delle attività e minimizza l ammontare da pagare per trasferire le passività dopo avere tenuto conto dei costi di transizione e di trasporto. Salvo situazioni particolari, si assume come mercato principale quello nel quale l azienda abitualmente svolge le proprie transazioni Fondamentale è che, al momento dell effettuazione della misurazione, l azienda possa avere accesso al mercato assunto come principale; in tal caso il prezzo identificativo del fair value è quello praticato in tale mercato, anche qualora i prezzi spuntati in altri mercati risultino più vantaggiosi. 5

6 IFRS 13 IL FAIR VALUE I PARTECIPANTI AL MERCATO Nella misurazione del fair value si deve assumere che i partecipanti al meracato agiscano al meglio del proprio interesse. Non è necessario definire profili individuali dei singoli acquirenti. È necessario ipotizzare che la transazione abbia luogo tra acquirenti e venditori che partecipano al mercato principale individuato, indipendenti tra di loro, informati ed in grado di porre in essere transazioni spontanee. IL PREZZO Il prezzo può essere osservato direttamente o stimato attraverso tecniche valutative Non si considerano i costi di transizione, già richiamati dagli altri principi, in quanto riguardano la transizione in sé e non il bene da scambiare I costi di trasporto invece sono da considerare, in quanto la localizzazione è una caratteristica intrinseca del bene 6

7 IFRS 13 IL FAIR VALUE Il fair value rappresenta perciò il miglior prezzo al quale un attività potrebbe essere ceduta sul mercato alla data di rilevazione, esprimendo dunque il valore che da tale attività potrebbe estrarre un partecipante al mercato, in grado di garantire all attività stessa l higest and best use. Tale valore rappresentativo di una transazione potenziale è definito un exit price, contrapponendosi al cosiddetto entry price, che rappresenta invece il prezzo effettivamente pagato per l attività o ricevuto per la passività. 7

8 IFRS 13 IL FAIR VALUE IMPLICAZIONI DELLA VALUTAZIONE AL DEL FAIR VALUE -Attività non finanziarie La misurazione al fair value deve ipotizzare che i partecipanti al mercato siano in grado di ricavare la massima utilità del bene sfruttandolo al meglio delle sue potenzialità (high and best use). Tale miglior utilizzo deve essere fattibile fisicamente (considerando le caratteristiche del bene, quali la localizzazione e la dimensione), legalmente ( tenendo conto dei vincoli legislativi connessi al suo impiego) e finanziariamente (considerando l investimento necessario per rendere economicamente conveniente il suo impiego) Si ipotizza che l attuale impiego dell azienda rappresenti l high and best use, finché non si dimostra che altri sarebbero in grado di utilizzarlo meglio -Passività e titoli di capitale emessi dall azienda Il concetto di fair value si basa sul presupposto che tali titoli non siano estinti ma trasferiti Il fair value di una passività, quindi, non deve essere inteso come quanto l azienda deve pagare per estinguere la passività, ma quanto deve pagare per trasferire ad altri l adempimento imposto dall obbligazione Per gli strumenti di capitale emessi dall azienda, il fair value è da intendersi come quanto pagherebbe un partecipante al mercato per acquisire i diritti e le responsabilità connessi allo strumento Il fair value è pari al prezzo di scambio in mercati attivi e, se il prezzo non è osservabile, si ricorre all uso di prezzi osservabili in mercati non arrivi o, infine, a tecniche di valutazione 8

9 IFRS 13 IL FAIR VALUE TECNICHE VALUTATIVE ADOTTATE PER RILEVARE IL FAIR VALUE market approach basato sullo studio di prezzi di elementi simili e dei relativi multipli cost approach costi di rimpiazzo o di sostituzione income approach attualizzazione dei benefici futuri (flussi di cassa) N.B. Queste tecniche valutative possono essere utilizzate sia singolarmente che congiuntamente. La tecnica scelta dovrà essere utilizzata in modo costante nel corso del tempo per potere monitorare il fair value con coerenza. Cambiamenti nella tecnica possono essere necessari per il sopraggiungere di particolari eventi (es. per il sopraggiungere di nuove informazioni, cambiamenti di mercato o miglioramenti della tecnica valutativa 9

10 IFRS 13 IL FAIR VALUE LA GERARCHIA DEL FAIR VALUE I LIVELLO II LIVELLO III LIVELLO ELEMENTI PER VALUTARE UN MERCATO COME ATTIVO O INATTIVO numero di transazioni recenti capacità delle quotazioni di prezzi di riflettere l informazione più aggiornata la volatilità nel tempo di prezzi il numero e l attendibilità delle informazioni disponibili presenza di nuove emissioni recenti presenza di situazioni di vendita forzate 10

11 IFRS 13 IL FAIR VALUE LA GERARCHIA DEL FAIR VALUE I LIVELLO - prezzi quotati in mercati attivi II LIVELLO - Altri input osservabili diversi dai prezzi mi mercato III LIVELLO - Input non osservabili 11

12 IFRS 13 IL FAIR VALUE LA GERARCHIA DEL FAIR VALUE I LIVELLO Gli input di primo livello sono i prezzi quotati in mercati attivi alla data di misurazione. Questo input è la migliore evidenza del fair value Deriva dall individuazione del principale i più vantaggioso mercato e della possibilità che l azienda possa compiere una transazione a quel prezzo Tali prezzi non richiedono rettifiche II LIVELLO Gli input di secondo livello cono input osservabili diversi dai prezzi di mercato -Prezzi di elementi similari, ma nn identici, scambiati su mercati attivi -Prezzi di elementi identici scambiati su mercati non attivi o su altri mercati, come il prezzo ai consumatori finali da usare con rettifiche per stimare il fair value dei prodotti finiti nel magazzino del produttore -Altri input come i tassi di interesse o le curve di rendimento 12

13 IFRS 13 IL FAIR VALUE LA GERARCHIA DEL FAIR VALUE III LIVELLO Sono input non osservabili Solitamente sono dati interni all azienda Devono essere utilizzati quando non vi sono altri input utili alla stima Vi si ricorre in caso di mercati inattivi o poco attivi Devono comunque riflettere un exit price Possono essere input di fonte interna o esterna, se i partecipanti al mercato dimostrano di usare altre fonti 13

14 IFRS 13 IL FAIR VALUE ESEMPIO 1 - DETERMINAZIONE DEL MERCATO PRINCIPALE La compagnia P detiene un attività finanziaria scambiata in tre differenti mercati, le cui caratteristiche sono riportate nella seguente tabella. Mercato A Mercato B Mercato C Volume annuo Scambi per mese Prezzo Costi di trasporto (3) (3) (4) Possibile fair value Costi di transazione (1) (2) (2) Profitti netti La compagnia opera nel Mercato C ma il mercato principale per l attività finanziaria in questo esempio è il Mercato A, perché presenta il volume ed il livello di attività più alti. Il mercato più vantaggioso è il C, avendo i più alti profitti netti. La compagnia P deve basare il fair value delle attività in questione sui prezzi del Mercato A, quando le informazioni sui volumi scambiati ed il livello di attività sono ragionevolmente disponibili e P ha accesso a tale mercato. La scelta ricade sul Mercato A anche se non è il più vantaggioso e nemmeno quello in cui la società opera abitualmente. Non considerando i costi di transazione ed includendo i costi di trasporto, il fair value su tale mercato è 47. Nel caso la compagnia P non possa accedere ai Mercati A e B, oppure le informazioni sui volumi degli scambi non siano disponibili, allora la società dovrebbe utilizzare il fair value rilevato dal Mercato C, 49. L esempio proposto evidenzia come non sia sempre corretto assumere che il mercato nel quale un entità opera sia il mercato principale per l elemento da valutare. 14

15 IFRS 13 IL FAIR VALUE ESEMPIO 2 - VALUTAZIONE STRUMENTI DI EQUITY NON QUOTATI Nell esercizio N, l entità C ha comprato 10 titoli azionari dell entità D, una società privata. La quota acquistata rappresenta il 10% delle azioni con diritto di voto dell entità D. Il prezzo pagato è pari a L entità C redige annualmente il bilancio secondo i principi contabili internazionali, e deve valutare il fair value della quota non di controllo nel capitale dell entità D che detiene alla data di riferimento del bilancio, 31/12/N2. Nel corso dell esercizio N2, l entità D ha raccolto fondi aumentando il proprio capitale sociale emettendo 10 nuove azioni per un valore di Tali titoli sono stati sottoscritti da altri investitori. L entità C conclude che il prezzo di transazione della nuova emissione di capitale di equity di rappresenta il fair value alla data dell emissione di quelle azioni. Sia l entità C che gli altri investitori nell entità D hanno azioni con i medesimi diritti e condizioni. Tra la nuova emissione di capitale agli altri investitori e la data di valutazione non ci sono stati significativi cambiamenti esterni od interni all ambiente nel quale l entità D opera. Non sono presenti altri fattori che possono indicare che il prezzo della transazione degli altri investitori non sia un valido indicatore del fair value, quali un cambiamento nella performance dell entità C, problemi interni quali la scoperta di frodi, cambiamenti nelle strategie o altri indicatori tra quelli elencati nell IFRS 13. Di conseguenza, l entità C può concludere che è l ammontare più rappresentativo del fair value della propria quota non di controllo nel capitale dell entità D alla data di valutazione. Il caso proposto, tratto da IFRS Foundation (2013), affronta il problema della valutazione al fair value degli strumenti di equity non quotati, applicando una tecnica di valutazione rientrante nell approccio del mercato. Tale approccio si basa sull utilizzo di prezzi ed altre informazioni che sono state generate da transazioni di mercato relative ad attività identiche o comparabili. Una tecnica che rientra in questo approccio prende a riferimento il prezzo pagato in una transazione che ha avuto per oggetto uno strumento identico, compiuta da altri investitori, diversi dall entità che applica la tecnica. 15

16 IFRS 13 IL FAIR VALUE ASPETTI POSITIVI DEL FAIR VALUE - Consente di esporre in bilancio una valutazione corrente delle attività e delle passività - Maggiore rilevanza informativa rispetto al criterio del costo connessa alla capacità di prevedere i flussi di cassa futuri associati all elemento valutato - Maggiore comparabilità delle informazioni dal momento che tutte le attività e passività sono valutate con riferimento ad una stessa data, gli importi che ne derivano risultano omogenei e confrontabili: nel costo storico, al contrario operazioni simili sono valutate in modo eterogeneo perché nella loro valutazione si riflettono costi e ricavi sorti in momenti e condizioni diversi - Capacità di riflettere la performance aziendale - Avvicinamento tra utile di bilancio e risultato della gestione; di conseguenza l utile di bilancio presta a divenire un attendibile indicatore della performance aziendale; - Capacità di offrire ai lettori del bilancio una situazione che esprime valori reali; 16

17 IFRS 13 IL FAIR VALUE ASPETTI NEGATIVI DEL FAIR VALUE - Complessità ed eccessiva onerosità - Soggettività - Difficile verificabilità - Elevata volatilità nel sistema dei valori di bilancio - Scarsa conoscenza del criterio - Asimmetria valutativa in caso di impiego congiunto con il costo - Difficoltà di applicazione 17

18 PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI IL COSTO STORICO I principi contabili nazionali non prevedono l utilizzo del fair value come criterio di valutazione delle poste di bilancio, rimanendo quindi ancorati a criteri di valutazione che i basano sul costo storico delle attività e delle passività. In particolare i l art 2426 cc afferma che: 1) le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione. Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o presso terzi; 9) le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritti al costo di acquisto o di produzione, calcolato secondo il numero 1), ovvero al valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato, se minore; tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi. I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione; 18

19 IFRS 13 IL FAIR VALUE FAIR VALUE VS COSTO STORICO COSTO STORICO Valori storici Certo e documentabile Valori realizzati Attendibile Oggettivo Prudente Prevedibile e costante Semplice da calcolare Discende direttamente dallo scambio Si disinteressa delle modificazioni che possono intervenire durante la vita dell attività o della passività sottostante, a meno che si verifichino delle perdite di valore, nel qual caso l attività è svalutata FAIR VALUE Valori correnti Poco verificabile Valori non necessariamente realizzati Rilevante Soggettivo Competenza Volatile Complesso da calcolare Molteplicità dei criteri di valutazione Si basa sul presupposto che i valori espressi in bilancio riflettano il loro valore di scambio 19

20 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE DEFINIZIONE DI PARTECIPAZIONI E TITOLI Partecipazioni Investimenti nel capitale di altre imprese (controllate, collegate, altre) Titoli Attività finanziarie, rappresentate da titoli del debito pubblico emessi da Stati sovrani, obbligazioni emesse da enti pubblici o da società, altri titoli che non sono Partecipazioni Secondo la destinazione funzionale assegnata dagli amministratori, possono essere: immobilizzazioni finanziarie qualora siano destinate ad investimento durevole (o per presunzione di legge nel caso di titoli partecipativi) attivo circolante, qualora siano destinati ad essere negoziati Azioni proprie Azioni proprie acquistate dalla società emittente mediante utili conseguiti in conformità al disposto dell art. 2357, oppure aggiunte ai sensi dell art bis del Codice Civile Principio contabile di riferimento: OIC n. 20 Normativa civilistica di riferimento: art C.C., art C.C., art C.C., art C.C., art C.C., art bis), art C.C. 20

21 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE CLASSIFICAZIONE Stato patrimoniale B III Immobilizzazioni finanziarie - 1 Partecipazioni in: a) imprese controllate b) imprese collegate c) imprese controllanti d) altre imprese - 3 Altri titoli - 4 Azioni proprie, con indicazione anche del valore nominale complessivo C III Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni - 1 Partecipazioni in imprese controllate - 2 Partecipazioni in imprese collegate - 3 Partecipazioni in imprese controllanti - 4 Altre partecipazioni - 5 Azioni proprie, con indicazione anche del valore nominale complessivo - 6 Altri titoli: - quote di fondi comuni - Obbligazioni (anche convertibili) - buoni ordinari del tesoro - buoni del tesoro poliennali - certificati di credito del tesoro - zero coupon 21

22 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE CLASSIFICAZIONE Conto economico C Proventi e oneri finanziari - 15) Proventi da partecipazioni con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate e collegate - 16) Altri proventi finanziari: b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni c) da titoli iscritti nell attivo circolante che non costituiscono partecipazioni D Rettifiche di valore di attività finanziarie - 18) Rivalutazioni e - 19) Svalutazioni a) di partecipazioni b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni c) di titoli iscritti nell attivo circolante che non costituiscono partecipazioni E Proventi e oneri straordinari - 20) Proventi, con separata indicazione delle plusvalenze da alienazioni - 21) Oneri, con separata indicazione delle minusvalenze da alienazioni 22

23 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE VALUTAZIONE art c.c., OIC 20 Le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione comprensivo dei costi accessori (regola generale). L immobilizzazione che, alla data della chiusura dell esercizio, risulti durevolmente di valore inferiore al costo deve essere iscritta a tale minor valore. Tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi esercizi se sono venuti meno i motivi della rettifica effettuata. I titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto, comprensivo dei costi accessori, ovvero al valore di realizzazione desumibile dall andamento del mercato (valore di mercato), se minore; tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi. Il codice civile regola separatamente dalle immobilizzazioni finanziarie la valutazione delle partecipazioni in società controllate e collegate (criterio del costo o del patrimonio netto). Partecipazioni immobilizzate non qualificate detenute per ottenere vantaggi economici diretti (dividendi) o indiretti (rapporti contrattuali) valutate al costo ed in caso di perdita durevole di valore allineamento con la quota di patrimonio netto della partecipata. 23

24 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE INFORMAZIONI DA FORNIRE IN NOTA INTEGRATIVA art c.c., art bis, OIC 20 Titoli immobilizzati Criterio valutativo Motivazioni dell eventuale modifica del criterio di valutazione Movimenti del periodo Motivazione del mantenimento dell iscrizione al costo delle partecipazioni nel caso in cui il valore derivante dall applicazione del metodo dal patrimonio netto sia inferiore Informazioni aggiuntive per i titoli per i quali vi è stato un cambio di destinazione Le ragioni, nel caso di perdita durevole di valore, dell adozione del valore inferiore e gli elementi che hanno costituito la base per l adozione del valore inferiore Per le immobilizzazioni finanziarie iscritte ad un valore superiore al loro fair value, con esclusione delle partecipazioni in società controllate, collegate e joint venture, occorre fornire indicazione del valore contabile e del fair value, nonché dei motivi di mancata svalutazione. Titoli non immobilizzati Criterio valutativo Motivazioni dell eventuale modifica del criterio di valutazione La differenza, se apprezzabile, tra valore di bilancio e valore calcolato in base ai costi correnti Le variazioni intervenute nella consistenza delle voci L analisi dei titoli raggruppati per principali tipologie 24

25 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE DEFINIZIONE DI CREDITI I crediti rappresentano il diritto di esigere somme di denaro da clienti (gestione caratteristica), da controparti correlate (controllanti, controllate, collegate e consociate) o da altri (dipendenti, erario, ecc.), ad una data di scadenza determinata Principio contabile di riferimento: OIC n. 15 Normativa civilistica di riferimento: art C.C., art C.C., art bis C.C., art C.C., art C.C., art C.C. 25

26 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE CLASSIFICAZIONE Stato patrimoniale A - Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, con separata indicazione della parte già richiamata B.III.2 - Immobilizzazioni finanziarie a) Crediti verso controllate b) Crediti verso collegate c) Crediti verso controllanti d) Crediti verso altri - Separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili entro l esercizio successivo. C.II Attivo circolante 1. Crediti verso clienti 2. Crediti verso controllate 3. Crediti verso collegate 4. Crediti verso controllanti 5. Crediti tributari 6. Imposte anticipate 7. Crediti verso altri - Separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l esercizio successivo. - E opinione diffusa che i crediti inclusi nel circolante siano quelli di funzionamento. 26

27 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE CLASSIFICAZIONE Conto economico A Valore della produzione Ricavi delle vendite e delle prestazioni B Costi della produzione (svalutazioni) Svalutazione dei crediti compresi nell attivo circolante C Proventi e oneri finanziari (altri proventi finanziari) Da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da imprese controllate, collegate e controllanti D Rettifiche di valore di attività finanziarie (svalutazioni) Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni 27

28 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE VALUTAZIONE art c.c., OIC 20 Per i crediti originati da ricavi relativi alla gestione caratteristica: quando il processo produttivo dei beni o dei servizi è stato ultimato e quando lo scambio è avvenuto (passaggio di proprietà dei beni) o il servizio è reso Per gli altri crediti, quando esiste il titolo al credito basato su criteri giuridici I crediti sono iscritti al loro valore presumibile di realizzazione Valore presumibile di realizzazione = valore nominale al netto delle eventuali rettifiche di valore relative a: perdite per inesigibilità manifeste e latenti resi e rettifiche di fatturazione sconti, abbuoni e premi da accordare Attualizzazione dei crediti con scadenza oltre l anno successivo, che non prevedono una componete di interesse esplicita. 28

29 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE INFORMAZIONI DA FORNIRE IN NOTA INTEGRATIVA art c.c., OIC 15 Criteri applicati per la valutazione dei crediti Movimenti dei crediti che costituiscono immobilizzazioni finanziarie Analisi della variazioni dei crediti Ammontare dei crediti esigibili oltre cinque anni Distintamente per ciascuna voce, l ammontare dei crediti e dei debiti relativi ed operazioni che prevedono l obbligo per l acquirente di retrocessione a termine Se significativa, la ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni secondo categorie di attività e secondo aree geografiche Informazioni sui crediti verso parti correlate e verso la società o ente che esercita l attività di Direzione e Coordinamento Tasso di interesse e scadenze dei crediti incassabili oltre l anno Tasso di attualizzazione utilizzato per i crediti infruttiferi Ammontare dei crediti ceduti per i quali permane l azione di regresso L esistenza di una concentrazione di crediti Ammontare dei crediti in valuta 29

30 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE I DERIVATI Né il codice civile né i principi contabili nazionali prevedono dei requisiti per la designazione e la conseguente contabilizzazione di uno strumento derivato come strumento di copertura. Le uniche indicazioni di riferimento sono quelle stabilite dalla normativa speciale per gli intermediari finanziari (a cui anche i PC nazionali rimandano): Intento di porre in essere un operazione di copertura; Elevata correlazione tra le caratteristi che tecnico-finanziarie delle attività/passività coperte e quelle del derivato di copertura; Intento e correlazione documentate da evidenze interne. La comunicazione CONSOB DAC/28731 del ribadisce che in assenza di una specifica disciplina per la contabilizzazione dei contratti derivati si debba far riferimento ai principi generali di redazione del bilancio e alla prassi contabile internazionale. 30

31 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE I DERIVATI Valutazione dei derivati in base ai principi contabili nazionali Derivati speculativi Derivati di copertura di attività finanziarie immobilizzate di attività finanziarie del circolante Rilevazione della perdita potenziale Valutazione del derivato al costo Valutazione del derivato coerentemente alla posta coperta (minore fra costo e valore di mercato) Principio di coerenza valutativa con la posta coperta 31

32 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE I DERIVATI INFORMAZIONI DA FORNIRE IN NOTA INTEGRATIVA art c.c., art bis, La nota integrativa deve riportare la natura e l obiettivo economico di accordi non risultanti dallo stato patrimoniale, con indicazione del loro effetto patrimoniale, finanziario ed economico, a condizione che i rischi e i benefici da essi derivanti siano significativi e l indicazione degli stessi sia necessaria per valutare la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della società (art ter) Ai fini dell applicazione degli articoli 2427 c.c., 2427 bis) c.c. e 2428 c.c., per la definizione di strumento finanziario, di strumento finanziario derivato, di fair value, di parte correlata e di modello e tecnica di valutazione generalmente accettato, si fa riferimento ai principi contabili internazionali adottati dall Unione Europea. Nella nota integrativa sono indicati: 1. Per ciascuna categoria di strumenti finanziari derivati: a. il loro fair value b. informazioni sulla loro entità e sulla loro natura Il fair value è determinato con riferimento al valore di mercato (anche di attività similari) o a tecniche e modelli di valutazione generalmente accettati. 32

33 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA NAZIONALE I DERIVATI OIC n. 3 Informazioni sugli strumenti finanziari nella nota integrativa e nella relazione sulla gestione Richiede che la società indichi in apposita tabella gli strumenti finanziari derivati suddivisi tra strumenti di copertura e strumenti di negoziazione, strumenti derivati quotati e non quotati; Richiede, inoltre, che la società fornisca, relativamente ai contratti derivati di copertura, l indicazione delle poste coperte e l informativa in merito alle plusvalenze o minusvalenze sulle poste coperte e sugli strumenti copertura. Art del Codice Civile Relazione sulla gestione Richiede di indicare, nella relazione sulla gestione, gli obiettivi e le politiche della società in materia di gestione dei rischi finanziari, comprese le politiche di copertura attuate per ciascuna categoria di operazioni in essere; L esposizione della società ai diversi rischi finanziari. 33

34 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA INTERNAZIONALE IAS 39 Fornire le regole contabili per l iscrizione, la valutazione e l eliminazione ( derecognition ) degli strumenti finanziari, incluse le operazioni di copertura dei rischi IAS 32 IFRS 7 Fornire regole in termini di presentazione degli strumenti finanziari e di informazioni da fornire che aiutino gli utilizzatori di bilancio a comprendere gli effetti degli strumenti finanziari sulla posizione finanziaria, i risultati e la liquidità generata dall impresa 34

35 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA INTERNAZIONALE PRINCIPALI DIFFERENZE RISPETTO ALLA NORMATIVA NAZIONALE Introduzione del fair value come principio base per la valutazione degli strumenti finanziari in parziale sostituzione del costo Differenti requisiti richiesti per l eliminazione ( derecognition ) degli strumenti finanziari dal bilancio Regole stringenti per la classificazione e riclassificazione degli strumenti finanziari Introduzione di regole ben definite per poter ritenere un operazione di copertura Differenti modalità di contabilizzazione delle operazioni di copertura Contabilizzazione di tutti gli strumenti finanziari derivati non più tra i conti d ordine, ma tra le attività e passività dello Stato Patrimoniale Prevalenza della sostanza sulla forma 35

36 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA INTERNAZIONALE DEFINIZIONI Attività finanziarie: sono attività detenute da un entità con lo scopo di ottenere benefici economici futuri. Hanno una sostanza monetaria, possono quindi essere sempre convertite in denaro o in altro mezzo equivalente. Rientrano tra le attività finanziarie: le disponibilità liquide, i depositi bancari, gli strumenti rappresentativi di patrimonio netto di un altra entità, i diritti contrattuali a ricevere denaro o un altra attività finanziaria da un altra entità, diritti contrattuali a scambiare strumenti finanziari con un altra entità a condizioni potenzialmente favorevoli, ecc. Passività finanziarie: qualsiasi passività che sia un obbligazione contrattuale a consegnare denaro o un altra attività finanziaria ad un altra entità, o a scambiare attività o passività finanziarie con un altra entità a condizioni che sono potenzialmente sfavorevoli, o un contratto che deve essere regolato con strumenti rappresentativi di capitale dell entità e per effetto del quale l impresa potrà essere obbligata a consegnare un numero variabile di azioni proprie, ecc. 36

37 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA INTERNAZIONALE CLASSIFICAZIONE: attività Held-to-maturity investments (HTM) Loans and receivables (L&R) Financial asset at fair value through profit and loss (FVTPL) Attività finanziarie, diverse dai derivati, a scadenza fissa e pagamenti fissi (o determinabili) che un impresa ha l intenzione e la capacità di mantenere fino alla scadenza. Attività finanziarie, diverse dai derivati, che prevedono pagamenti fissi o determinabili, non sono quotate su mercati attivi e sono state create erogando contanti o servizi direttamente al debitore. Attività finanziarie detenute per essere negoziate nel breve termine o attività finanziarie che al momento della loro prima iscrizione sono classificate al fair value con riflessi a conto economico (anche se non si intendono utilizzare per la negoziazione nel breve periodo). Sono sempre compresi i derivati non di copertura. Available for sale (AFS) Classe residuale che accoglie tutte le attività finanziarie, diverse dai derivati, che non rientrano nei Financial asset at fair value through profit or loss, Loans and receivables o Held-tomaturity investments. 37

38 no no GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA INTERNAZIONALE Fair value through profit and loss si Le attività sono mantenute con finalità di trading nel breve periodo, sono derivati o dal momento della rilevazione iniziale vi è l intenzione di valutarle al fair value con contropartita a conto economico? Le attività prevedono pagamenti fissi o determinabili e non sono quotate su mercati attivi? si Loans and receivables Available for sale no Le attività sono a scadenza fissa, prevedono pagamenti fissi (o determinabili) ed esiste l intenzione e la capacità di mantenerle fino alla scadenza? si Held-tomaturity 38

39 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA INTERNAZIONALE CLASSIFICAZIONE: passività Financial liability at fair value through profit and loss (FVTPL) Passività finanziarie detenute per essere negoziate nel breve termine o passività finanziarie che al momento della loro prima iscrizione sono classificate al fair value con riflessi a conto economico (anche se non si intendono utilizzare per la negoziazione nel breve periodo). Sono sempre compresi i derivati non di copertura. Altre passività finanziarie Classe che accoglie tutte le passività finanziarie che non rientrano nella categoria delle Financial liability at fair value through profit or loss. Le partecipazioni in società controllate, collegate e join venture sono trattate nell ambito dei principi internazionali IAS 27, IAS 28, IAS 31 e non ricadono nella definizione di strumento finanziario da trattare in base alle disposizioni dello IAS 39 e

40 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA INTERNAZIONALE RILEVAZIONE INIZIALE Tutti gli strumenti finanziari (inclusi i derivati) devono essere rilevati nello stato patrimoniale tra le attività e le passività nel momento in cui l impresa diviene parte del contratto e di conseguenza assume un diritto a ricevere o un obbligazione a pagare. Al momento della loro iscrizione iniziale in bilancio, gli strumenti finanziari sono iscritti al: FAIR VALUE Valore del corrispettivo della transazione = + COSTI DI TRANSAZIONE direttamente attribuibili all acquisizione o emissione dell attività o passività finanziaria ad eccezione del caso di strumenti appartenenti alla categoria Fair value through profit and loss 40

41 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA INTERNAZIONALE VALUTAZIONE SUCCESSIVA FAIR VALUE COSTO AMMORTIZZATO Dipende dalla categoria in cui è classificata l attività o passività finanziaria 41

42 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA INTERNAZIONALE VALUTAZIONE SUCCESSIVA Costo ammortizzato Si definisce Costo ammortizzato il valore al quale un attività/passività finanziaria è stata rilevata inizialmente meno i rimborsi di capitale più/meno l ammortamento complessivo della differenza tra valore iniziale e quello a scadenza meno qualsiasi svalutazione diretta/indiretta. Il metodo del costo ammortizzato prevede che la differenza tra il valore iniziale dello strumento finanziario e quello a scadenza sia ammortizzata lungo il periodo di riferimento utilizzando: l interesse effettivo Questo è il tasso che sconta esattamente i flussi di cassa futuri, attesi lungo la durata dello strumento finanziario, portandoli al valore netto contabile dello strumento finanziario stesso. Costi di transazione (Transaction costs): sono i costi incrementali direttamente attribuibili all operazione, ovvero che non sarebbero stati sostenuti in assenza dell operazione stessa. Essi includono commissioni e spese sostenute per l acquisto e la stipula del contratto, imposte e bolli relativi alla transazione. Non includono, invece costi interni di tipo amministrativo e costi per finanziamenti. 42

43 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA INTERNAZIONALE ESEMPIO - COSTO AMMORTIZZATO DATI DEL FINANZIAMENTO CAPITALE INIZIALE ,00 TASSO DI INTERESSE CONTRATTUALE 5% DURATA FINANZIAMENTO 5 ANNI COSTI DI TRANSIZIONE SOSTENUTI ,00 RATA FISSA ,00 43

44 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA INTERNAZIONALE ESEMPIO - COSTO AMMORTIZZATO PIANO D AMMORTAMENTO FINANZIAMENTO ANNO CAPITALE RESIDUO A INIZIO ANNO RATA QUOTA CAPITALE QUOTA INTERESSE (a) CAPITALE RESIDUO A FINE ANNO RATA FISSA = TASSO FINANZIAMENTO = 5% 44

45 GLI STRUMETI FINANZIARI NORMATIVA INTERNAZIONALE ESEMPIO - COSTO AMMORTIZZATO PIANO D AMMORTAMENTO CON COSTO AMMORTIZZATO ANNO CAPITALE RESIDUO A INIZIO ANNO RATA QUOTA CAPITALE QUOTA INTERESSE (b) CAPITALE RESIDUO A FINE ANNO RATA FISSA = COSTI DI TRANSAZIONE = IMPORTO EFFETTIVAMENTE FINANZIATO = a-b = T.I.E. = 5,438% LE SPESE DI COMMISSIONE VENGONO SPALMATE LUNGO LA DURATA DEL FINANZIAMENTO, IN QUANTO RIDUCONO L IMPORTO RICEVUTO IN PRESTITO. 45

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