BUSINESS & FINANCIAL INFO
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1 BUSINESS & FINANCIAL INFO Numero 6 ANALISI Istantanea del settore franchising Joyeux Noël et Bonne Année Frohe Weihnacthen und ein Gutes Neues Jahr Feliz Navidad y Próspero Año Nuevo Merry Christmas and a Happy New Year Buon Natale e Felice Anno Nuovo Il fondo di garanzia per le PMI viene rifinanziato per circa 300 milioni di euro. Si interviene sui meccanismi di funzionamento per aumentarne l efficacia. Abbassato dall 8 al 6% il valore minimo di accantonamento come coefficiente di rischio in modo da liberare più risorse per le imprese. Il ministero dell Economia è autorizzato fino al 30 giugno 2012 a concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane che abbiano scadenza da tre mesi fino a cinque anni o, a partire dal primo gennaio 2012, a 7 anni per le obbligazioni bancarie garantite. Una panoramica sulle condizioni economiche del Franchising in Italia attraverso lo studio esclusivo di Bureau van Dijk e Az Franchising. Pg. 2 APPROFONDIMENTO Crediti limit: la necessità di un approccio personalizzato La sintesi della presentazione di Mattia Ciprian, ceo di modefinance: Fido e rating per gestire il rischio internazionale di credito. Pg. 5 P.A. Enti locali: i conti delle amministrazioni L impatto sulle amministarzioni pubbliche dei provvedimenti previsti all interno della legge di stabilità. Pg. 6 Nuovo Bank Credit Model in BankScope Disponibile a partire dal mese di dicembre il Bank Credit Model realizzato in collaborazione con Fitch Solutions. Un nuovo modello di valutazione, caratterizzato dal Financial Implied Rating - calcolato sui dati finanziari - e l Implied Credit Default aggiornato quotidianamente. p Aggiornamento PD 2012 Nel Modulo Probabilità di Default è ora disponibile la PD 2012 (Credit Score,rating Class e PD ) per le singole aziende ed i cluster. Nel report Probabilità di Default è inoltre disponibile l informazione sull incidenza storica dei fallimenti p Rating sulle società di tutto il Mondo Amadeus e Orbis ed il modulo Financial Strength, grazie alla numerosità, comparabilità, coerenza ed affidabilità delle informazioni contenute, rappresentano piattaforme uniche sul panorama internazionale. p Novità Ricerca Bilanci Ottici Per i bilanci ottici depositati dal 2009 è disponibile la funzionalità di ricerca di singole voci di bilancio. bvdinfo.it 1
2 Istantanea del settore franchising Una panoramica sulle condizioni economiche del Franchising in Italia attraverso lo studio esclusivo di Bureau van Dijk e Az Franchising L articolo in sintesi La recessione che ha colpito l economia mondiale negli ultimi anni ha lasciato il segno sull industria italiana ed anche sul settore franchising. Bureau van Dijk e AZ Franchising mostrano attraverso lo studio di un campione di aziende del franchising la profittabilità dei singoli comparti commerciali. Bureau van Dijk, ha elaborato attraverso il database AIDA - i dati su un campione di aziende nel biennio scattando così un istantanea del settore. Ecco cosa emerge dall analisi dei dati. Nel 2010 rispetto al 2009 oltre la metà dei settori ha registrato una diminuzione delle imprese che ne fanno parte (64%). Nonostante ciò, si tratta di una diminuzione entro valori limitati, scaturita dalla crisi ma anche da un calo di attrattività di determinati settori. In flessione: food (-1,42%), ottica e fotografia (-1,04%), formazione (-0,60%), animali (-0,53%), grandi magazzini (-0,38%), gioco e scommesse (-0,49%), eventi (-0,49%), distributori automatici (-0,38%), grandi magazzini (-0,38%), sport e tempo libero (-0,38%), small office (-0,37%), energia (-0,29%), il settore lavanderie (-0,28%), librerie (-0,20%) e, infine, il turismo (-0,05%). In crescita: servizi (+2,25%), moda (+1,56%), agenzie immobiliari e creditizie (+1,49%), salute e bellezza (+1,21%), commercio specializzato (+0,74%), comunicazione (+0,56%). Variazioni del fatturato ( ) Il volume d affari del 32% dei settori presenta una diminuzione, mentre per il restante 68% si registra una crescita, anche se decisamente contenuta. Un aumento delle vendite si è riscontrato nei seguenti settori: gioco e scommesse (+60,28%), eventi (+18,52%), food (+15,87%), moda (+15,14%). In calo: librerie (-0,90%), animali ( -1,95%) e distributori automatici (-35,21%). Dai dati emerge inoltre che solo il 23% delle aziende del settore riporta un EBITDA (Margine operativo lordo)in crescita, mentre per il restante 77% si riscontrano delle perdite. Complessivamente quello che emerge al termine dell analisi, è un quasi pareggio tra gli aumenti e le diminuzioni avvenute dal 2009 al Un chiaro segnale della staticità dell economia italiana. Dopo l analisi pubblicata sulle condizioni economiche e le variazioni dei diversi comparti merceologici che compongono l universo del franchising italiano (lo studio è stato effettuato sui dati Bureau van Dijk su un campione di aziende nel biennio ( ), AZ Franchising scatta l istantanea del settore al 2010 e ne mostra l outlook sullo stesso campione. Il metodo dell analisi Il primo step è stato quello di effettuare una analisi sulle variazioni del numero di aziende presenti in ciascun settore sul totale del campione rispetto alla precedente rilevazione. Dai risultati si evince che i settori che presentano un incremento sono: Servizi (+2,25%), Moda (+1,56%), Agenzie immobiliari e creditizie (+1,49%), Salute e bellezza (+1,21%), Commercio specializzato (+0,74%), Comunicazione (+0,56%), Casa (+0,09%) e Oro (gioiellerie e compro oro) con un aumento dello 0,05%. In flessione ritroviamo il comparto Food (-1,42%), Ottica e Fotografia (-1,04%), Formazione (-0,60%), Animali (-0,53%), Gioco e scommesse (-0,49%), Eventi (-0,49%), Distributori automatici (-0,38%), Grandi magazzini (-0,38%), Sport e Tempo libero (-0,38%), Small Office (-0,37%), Energia (-0,29%), il settore Lavanderie (-0,28%), Librerie (-0,20%) e, infine, il Turismo (-0,05%). I comparti Servizi, Moda e Agenzie immobiliari ecreditizie subiscono aumenti di presenze nei rispettivi settori; mentre Formazione, Ottica e Fotografia e Food presentano le caratteristiche opposte. Interessante ai fini dell indagine conoscitiva, è sicuramente la variazione del fatturato disponibile ( ) di ciascun comparto. Al primo posto di coloro che hanno aumentato le vendite nel 2010 troviamo il settore Gioco e scommesse con un +60,28%, seguono Eventi che segna un +18,52%, Food +15,87% e Moda con un +15,14%. Il settore Oro (gioiellerie e compro oro) registra un incremento del 13,91%, Servizi +13,69%, Energia +12,28%, Casa +10,39%, Turismo +9,86%, Comunicazione +9,69%, Agenzie immobiliari e creditizie +6,84%, Lavanderie +6,84%, Small Office +6,60%, Salute e bellezza +5,23%, Ottica e Fotografia +4,38%, Formazione +3,03%, Commercio specializzato +2,62%, Sport e Tempo libero +0,39% e Grandi magazzini con un aumento dello 0,20%. Una diminuzione del fatturato si riscontra, invece, nei settori commerciali delle Librerie che segnano -0,90%, Animali -1,95% e Distributori automatici con una forte contrazione del 35,21%. bvdinfo.it 2
3 Distribuzione percentuale dell incremento o diminuzione nel settore per categorie commerciali Servizi Moda Ag. immob. e crediti Salute e bellezza Commercio specializ. Comunicazione Casa Oro e gioiellerie Turismo Librerie Lavanderie Energia Small office Grandi magazzini Distributori automatici Eventi Sport e tempo libero Gioco e scommesse Animali Formazione Ottica e fotografia Food -2-1,5-1 -0,5 0 0,5 1 1,5 2 2,5 Come misurare chi sale e chi scende Se andiamo a considerare la variazione dell incidenza del fatturato per ciascuna categoria sul totale del fatturato del campione, otteniamo la distribuzione. Possiamo notare dai dati come per talune categorie il fatturato del 2010 sia superiore a quello del 2009, mentre per altre avvenga il contrario. Tale osservazione ci dà la misura, per ciascuna categoria merceologica, di come si sia contratta o espansa la distribuzione dei propri prodotti o servizi, cioè di come il mercato si sia mosso in positivo o negativo nella richiesta degli stessi. Le variazioni di incidenza del fatturato di ciascuna categoria sul totale del fatturato analizzato nei due anni consecutivi ci offrono una informazione su come ciascuna categoria merceologica abbia più o meno contribuito alla formazione del fatturato totale. Di conseguenza una espansione segnala maggiori vendite di prodotti e servizi, quindi una risposta positiva e crescente del mercato. Un ulteriore importante indicatore per valutare la profittabilità dei singoli comparti commerciali presi in considerazione è il margine operativo lordo (EBITDA). Il valore da tenere d occhio Analizziamo quindi la variazione in crescita o diminuzione dell EBITDA per i diversi comparti, nel biennio I cambiamenti di anno in anno di questo valore sono particolarmente interessanti dal momento che danno misura della variazione della redditività dell azienda nel trascorrere dei diversi esercizi. In buona sostanza, le variazioni osservate ci danno un quadro dell espansione o della contrazione delle attività dell azienda, un buon metro di giudizio per l osservatore per confidare o meno nel successo dell impresa. Dall esame della situazione si evince che solo il 23% delle aziende del settore risulta con un EBITDA in progresso, mentre il restante mostra perdite che, in qualche caso, diventano molto preoccupanti. Tuttavia è importante sottolineare che non necessariamente i migliori risultati della variazione dell elemento in esame sono sintomo che quel particolare compartomerceologico sia in espansione - dato fornito in assoluto dal fatturato -, ma che il comparto ha reagito agli sbalzi di mercato con una migliore o peggiore organizzazione. Certamente la diminuzione del fatturato dà un segnale del calo della richiesta di mercato, ma è la capacità di reazione di ciascuna singola azienda alla circostanza negativa che contribuisce a formare i valori conseguiti in bilancio. Per esempio, il contenimento degli sprechi, presentandosi come costi, va a incidere, talvolta anche pesantemente, sul valore del risultato di esercizio. Buoni e cattivi, situazione di parità Tiriamo ora le fila di quanto esposto sinora. Nella tabella riepilogativa numero 5 abbiamo riassunto i dati che si evincono dall analisi dei valori e notiamo subito quanto segue: riguardo alla variazione delle presenze delle aziende nel campione nel 2010 rispetto al 2009 in ciascun com- Distribuzione percentuale dell incremento o diminuzione del fatturato nel periodo per categorie commerciali Gioco e scommesse Eventi Food Moda Oro e gioiellerie Servizi Energia Casa Turismo Comunicazione Agenzie immob e crediti Lavanderie Small office Salute e bellezza Ottica e fotografia Formazione Commercio specializzato Sport e tempo libero Grandi magazzini Librerie Animali Distributori automatici bvdinfo.it 3
4 parto, notiamo che, mentre nel 36% dei settori si è presentato un aumento delle aziende che ne fanno parte, per il restante 64% se ne rileva una diminuzione, comunque entro valori limitati. La maggioranza delle aziende che hanno abbandonato il comparto può aver risentito, oltre che degli effetti della crisi, di un certo calo di attrattività dei settori specifici. Prendendo in osservazione le variazioni del fatturato nel periodo considerato, rileviamo che solo due - ovvero l 1% - dei settori presentano una diminuzione e, mentre in uno dei due casi il calo è contenuto, nell altro si rivela oltremodo sensibile. Osservando l incidenza del peso del valore del fatturato di ogni categoria sul fatturato totale del campione, il giro di affari del 32% dei settori presenta una diminuzione, mentre il restante 68% aumenta il proprio peso su totale. Comunque le percentuali sono talmente contenute da poter considerare fisiologiche le variazioni in più o in meno. Il risultato delle osservazioni sull EBITDA della tendenza delle variazioni da un anno all altro non è certo confortante. L utile di esercizio presenta una contrazione nel 73% delle categorie sotto osservazione e, mentre l ammontare delle perdite realizzate dal 73% di esse presentano un entità per qualcuno anche considerevole, per il restante 27% gli utili realizzati non sono certo esaltanti. A prescindere delle considerazioni puntuali per ciascun settore che richiederebbero uno studio maggiormente approfondito, quello che si evince con un semplice sguardo dalla tabella 3 è il quasi pareggio tra cifre rosse e cifre blu, cioè tra gli aumenti e le diminuzioni riscontrate nel passaggio dal 2009 al Tutto ciò è indice di una generica situazione di stallo nonostante la struttura del franchising, a differenza dell andamento economico nazionale, nel suo complesso è quella destinata a risentirne in misura minore. Articolo tratto da AZ FRANCHISING - novembre 2011 Tabella riepilogativa positivo VARIAzione variazione variazione VARIAzione negativo DEL numero DEL DELL'incidenza dell'ebitda DI aziende fatturato del fatturato x Moda 1,50 15,14 0, Food 1,42 15,87 0, Agenzie immobiliari creditizie 1,49 6,84 0, Servizi 2,25 13,69 0, Casa 0,09 10,39 1, Salute e bellezza 1,21 5,23 5, Commercio specializzato 0,74 2,62 2, Comunicazione 0,56 9,69 2, Turismo 0,05 9,86 0, Small office 0,37 6,60 2, Oro e gioiellerie 0,05 13,91 1, Formazione 0,60 3,03 2,60 83 Energia 0,29 12,28 1, Sport e tempo libero 0,30 0,39 0, Ottica e fotografia 1,04 4,38 0, Lavanderia 0,28 6,81 0,93 91 Animali 0,53 1,19 0, Distributori automatici 0,38 35,21 8, Librerie 0,20 0,90 4, Eventi 0,49 18,52 0, Gioco e scommesse 0,49 60,28 0,60 1,192 Grandi magazzini 0,38 0,20 1, bvdinfo.it 4
5 credit limit La necessità di un approccio personalizzato Il riemergere della crisi finanziaria ha accentuato la necessità di strumenti attraverso i quali monitorare il credito aziendale. Mantenere sotto costante controllo i livelli di credito previsti nei confronti dei clienti è divenuto ancora più urgente a fronte di una realtà mutevole, in cui il grado di affidabilità può cambiare giorno dopo giorno. L esigenza di quantificare l esposizione massima è divenuta più pressante. Si tratta di un tema sensibile sia in ottica di prevenzione, ma anche al fine di individuare nuove potenzialità di sviluppo commerciale. Per questo motivo è diventato ancora più importante potere avvalersi di strumenti di analisi e di allerta il più affidabili possibile e in grado anche di fornire modelli applicabili su misura. Rating e credit limit, ossia la misura della massima esposizione possibile nei confronti delle aziende clienti, sono divenuti pertanto ancor più complementari. Uno, il rating, può essere inteso come una misura standard, il credit limit è invece tailor made, ossia delineato su condizioni specifiche. Il tema è emerso con forza nell ambito della presentazione Fido e rating per gestire il rischio internazionale di credito, che Mattia Ciprian, ceo di modefinance ha tenuto a fine novembre. modefinance è una società specializzata nell analisi del rischio di credito e nello sviluppo di soluzioni di risk management. Grazie alla tecnologia MORE (Multi Objective Rating Evaluation), modefinance è in grado di fornire ai propri clienti la valutazione del merito creditizio e del fido massimo concedibile di qualsiasi azienda mondiale. Le elaborazioni di modefinance sono effettuate sulla base dei database di Bureau van Dijk (BvD), del quale è partner dal Con BvD, modefinance fornisce il rating e il credit limit di circa 20 milioni di società. Dal problema alla soluzione L offerta attuale dei credit limit è molto varia e non sempre pienamente in grado di rispondere alle esigenze. Ad esempio ha spiegato Ciprian ci è capitato di scoprire che alcuni nostri competitor producono risultati in cui si arriva anche all eccesso per cui il fido concesso a un cliente da parte dei fornitori principali è complessivamente di alcune volte superiore al fatturato del cliente stesso. Uno dei problemi principali che ci si può trovare ad affrontare nella gestione del credito è pertanto che il credito concedibile possa non essere adeguato. Ecco perché modefinance ha sviluppato un modello come quello visibile nell immagine in pagina (slide 13). Il credit limit standard è strutturato come valore che soddisfa più aziende possibile. I modelli di credit limit permettono di trovare tale valore. Preso ad esempio il 20% dei più importanti fornitori, il credit limit cerca di soddisfare le esigenze della maggior parte di questi. Nel caso specifico analizzato da modefinance, l azienda richiedente era particolare. Abbiamo lavorato infatti per una grandissima azienda che si ritrovava nella condizione di essere il maggior fornitore dei suoi clienti, ha sottolineato Ciprian. E sorta così l esigenza di customizzare i credit limit standard e di cucirli addosso alle esigenze della azienda. E stato necessario ricalibrare il credit limit per renderlo maggiormente affine al rapporto cliente/fornitore, considerando il fatturato complessivo del cliente ma anche il valore d affari che si sviluppa tra il cliente e il singolo fornitore, in sostanza quanto il fornitore conta nel business del cliente. modefinance ha analizzato tutto il portafoglio clienti per capire cliente per cliente quanto il fornitore pesa nella catena di fornitura. Il modello generale è stato quindi aggiustato prendendo in considerazione dati interni e dati pubblici al fine di trovare un valore che è una proxy del fido concedibile corretto per il rischio. Grazie all aggiustamento del modello, modefinance ha rimosso alcune asimmetrie. Nell esempio analizzato, per il 55% dei casi, il credit limit standard era sufficiente per le necessità di un azienda. Prima dell aggiustamento, il valore medio del rapporto tra il credit limit e le vendite totali è uguale a 0,39. Dopo l aggiustamento, il valore medio del rapporto credit limit/vendite totali è pari a 0,98. Il Credit Limit diviene quindi nettamente più in linea con le esigenze dell azienda. La personalizzazione del credit limit può quindi essere utile anche per la piccola azienda, in relazione all importanza che il fornitore riveste. Non esiste infatti un esposizione standard. Per una piccola azienda il credit limit di un azienda di grandi dimensioni può essere eccessivo. Serve quindi un sistema di regolazione interna che consenta di identificare quanto ci si può esporre. Indipendentemente dalle dimensioni, il credit limit standard rimane un utile alleato ma tutti possono sentire l esigenza di sentirsi cuciti addosso un credit limit personalizzato. Credit limit Major suppliers Turnover ( ): NACE code: Manifacture of other products of wood MORE Rating: A Cash Cycle: DSO too long modefinance MORE CREDIT LIMIT Minor suppliers suppliers bvdinfo.it 5
6 Enti locali : i conti delle amministrazioni Le autonomie locali dell Emilia-Romagna sono le meno indebitate del Centro-Nord, con una media pro capite di euro. Ma, nel loro complesso, secondo i dati più recenti del dipartimento del Tesoro, risalenti a ottobre 2011, tutte le amministrazioni dell area si posizionano sotto la media nazionale: euro contro In pratica, le quattro regioni con il 17,6% della popolazione italiana valgono il 13,2% dell indebitamento della Pa. La riduzione del debito è uno dei punti previsti dalla legge di stabilità votata, prima delle dimissioni del governo Berlusconi. L articolo 8, infatti, chiede un importante contributo alle amministrazioni locali. In primis, modifica le regole per l accensione di nuovi mutui e per l accesso ad altre forme di finanziamento; in secondo luogo, prevede regole per l abbattimento del debito in essere. Per quanto riguarda il primo punto, l articolo 8 cambia quanto previsto dall articolo 204 del Tuel (L.10/2011) che stabiliva che gli enti locali possono fare nuovi debiti solo se l importo annuale degli interessi, al netto dei contributi statali e regionali in conto interessi, non supera il 12% per cento per l anno 2011, il 10% per il 2012 e l 8% a decorrere dal 2013 della somma delle entrate relative ai primi tre titoli del penultimo rendiconto approvato. Con l ultima legge di stabilità i limiti diventano l 8% per l anno 2012, il 6% per il 2013; dal 2014 il limite sarà posto al 4 per cento. Novità anche per le Regioni, che incassano la modifica del secondo comma dell articolo 10 della legge 281/1970: l importo delle annualità per capitale e interessi rispetto al totale delle entrate tributarie non vincolate scende di cinque punti, al 20 per cento. Ma, come detto, dovrà essere abbattuto anche il pregresso. L ultima Finanziaria rimanda, a questo proposito, a un decreto che stabilirà, per Regioni, Province e Comuni, la differenza percentuale, rispetto al debito medio pro capite, che gli enti dovranno tagliare; e inoltre la quota annuale di riduzione e le modalità. Chi non rispetta le nuove regole si ritroverà a essere sanzionato con spese correnti contingentate e divieto di assumere nuovo personale. «La norma contenuta nella legge di stabilità spiegano Giuseppe Farneti ed Emanuele Padovani, docenti di Economia presso l Università di Bologna, forti delle elaborazioni delle banche dati AidaPA e AidaSPL di Bureau Van Dijk non centra pienamente l obiettivo, perché non prende in considerazione il debito che grava sulle società partecipate: 3 miliardi nel 2010 solo per quanto riguarda i Comuni dell area, ossia un terzo dell ammontare dei debiti registrati, invece, nei bilanci degli enti». Altrimenti detto, alla media aritmetica dell indebitamento pro capite di ciascun Comune, 979 euro, occorrerebbe aggiungerne altri 134 a carico delle partecipate. «E l importo dei debiti delle partecipate dei soli Comuni è pure sottostimato: sia perché stanno crescendo fuori da ogni controllo, sia perché i dati in nostro possesso non comprendono le Asp, alcune aziende per la mobilità e per l edilizia residenziale e le altre aziende a regime giuridico pubblico. Negli ultimi anni gli enti hanno creato società partecipate al fine di eludere il patto di stabilità e per trasferire a loro parte del debito. Una prassi più diffusa in Toscana: in questa regione una maggiore percentuale di enti ha trasferito alle partecipate quote ingenti di debito, mentre in Emilia-Romagna il fenomeno sembra più concentrato in un minor numero di amministrazioni».anche per questo motivo oltre al fatto che è a oggi ignoto il tetto sotto al quale gli enti saranno chiamati a riportarsi risulta difficile prevedere quale sarà l effetto della manovra a livello di singolo ente. Da parte loro, le amministrazioni sono preoccupate per l impatto che avrà questa misura, assieme all inasprimento del patto di stabilità, sullo sviluppo territoriale. «Le limitazioni progressive impresse ai mutui e la mancata modifica del patto di stabilità dice Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente nazionale dell Anci porteranno nel 2012 a una riduzione degli investimenti da parte dei Comuni di 1,7 miliardi, dopo un taglio che quest anno ha raggiunto il 18 per cento. Chiediamo di avere le stesse condizioni delle amministrazioni comunali del resto dell Europa, con riduzioni della spesa corrente e non degli investimenti. Il nuovo Governo ha deciso di consultarci, e questo è un bene». Resta il fatto che, elaborando una massa di dati, purtroppo poco omogenei e coerenti, sono proprio i Comuni a essere i più indebitati, con una quota attorno al 60% del totale. Inoltre, prendendo in considerazione ancora i dati elaborati su dati AidaPA, Bureau Van Dijk (tratti dai consuntivi del Ministero dell Interno), si nota come i debiti dei Comuni dell area sia cresciuto dal 2001 al 2009 (+22,7%), ma con un assestamento a partire dal 2005; per le Province, invece, si registra tra 2005 e 2009 un aumento del 22 per cento.una conferma di questi andamenti viene dall Emilia-Romagna, dove Regione e gli enti locali si sono dotati di uno strumento ad hoc per tenere monitorati i propri conti: tra 2005 e 2009 l indebitamento dei Comuni è stato solo ritoccato (passando da a milioni, al netto dei 7 Comuni della Valmarecchia), mentre le Province l hanno aumentato da 810 a 940 milioni. ANDREA LANZARINI - Il Sole 24 Ore CentroNord Bureau van Dijk Via Zenale, 15 Milano Via Nizza 128, Roma Tel marketing.italy@bvdinfo.com In collaborazione con Brown Editore S.p.A. bvdinfo.it 6
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