Monitor dei Distretti Toscana

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1 Monitor dei Distretti Toscana Executive summary 2 1. I 18 distretti tradizionali e il polo farmaceutico della Toscana I risultati del terzo trimestre I risultati dei principali distretti e del Polo farmaceutico toscano La CIG Approfondimento 17 Trimestrale n. 23 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche Industry and Banking A cura di: Cristina De Michele Database management: Angelo Palumbo Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia distribuisce questo studio realizzato da

2 Executive summary Nel terzo trimestre 2015 le esportazioni dei distretti industriali toscani seguono una dinamica positiva (+4,1%), pur sperimentando un rallentamento rispetto al trimestre precedente, che li porta a raggiungere un livello di export pari a 3,2 miliardi di euro. La Toscana consegue migliori risultati rispetto al totale dei distretti in Italia (+3,6%). Spiccano in particolare nella filiera agro-alimentare l Olio di Firenze (+70,1%) che torna in territorio positivo dopo un anno difficile, l Olio di Lucca (+36,1%) e i Vini del Chianti (+16,9%) che hanno beneficiato delle straordinarie performance registrate negli Stati Uniti. Brillante anche il risultato del Cartario di Capannori (+20,9%), con una crescita a due cifre su tutte le principali mete europee. Mostra un accelerazione rispetto al secondo trimestre il Marmo di Carrara (+17,6%) che beneficia del balzo dell export negli Stati Uniti e in alcuni mercati emergenti (Cina, Emirati Arabi Uniti). Cresce il Tessile e abbigliamento di Prato (+5,1%) favorito dalla ripresa del mercato francese (primo sbocco distrettuale) e dall incremento delle vendite a due cifre nel Regno Unito e a Hong Kong. Segue un profilo positivo l Oreficeria di Arezzo (+5,2%) grazie al consistente contributo soprattutto dei mercati emergenti (Emirati Arabi Uniti, Hong Kong, Turchia, Repubblica Dominicana). In territorio positivo la Pelletteria e calzature di Firenze (+1,3%) che, pur rallentando la corsa rispetto al trimestre precedente, si conferma comunque leader dell export distrettuale toscano con 772 milioni di euro di esportazioni. Lieve flessione per l Abbigliamento di Empoli (-0,8%), dopo la forte accelerazione dello scorso trimestre, a causa dei cali subiti principalmente sul mercato svizzero, giapponese e russo. Anche nel terzo trimestre 2015 si confermano le difficoltà per una importante realtà distrettuale, la Concia e calzature di S. Croce sull Arno (-5,7%), che accusa decrementi di export su quasi tutti i principali sbocchi di riferimento e, in particolare, negli Stati Uniti e nel mercato europeo (Spagna, Germania, Portogallo). Continua a svolgere un importante ruolo di traino il mercato degli Stati Uniti (+15%) confermandosi come primo sbocco commerciale dei distretti tradizionali toscani. Da segnalare, per quanto riguarda i mercati emergenti, da un lato la rivitalizzazione del mercato arabo (+10,4%) e cinese (+15,6%) e il buon andamento del mercato di Hong Kong (+10,2%), dall altro l ulteriore contrazione della Russia (-26,8%) generata dalla svalutazione monetaria e dal crollo del prezzo del petrolio. Segnali incoraggianti provengono dal mercato del lavoro. L analisi evidenzia complessivamente nei primi undici mesi del 2015 una marcata riduzione delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni, in particolare della componente straordinaria. Il dato va preso però con cautela dati i rilevanti cambiamenti normativi. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 2

3 1. I 18 distretti tradizionali e il polo farmaceutico della Toscana 1.1 I risultati del terzo trimestre 2015 Nel terzo trimestre 2015 i distretti toscani seguono una dinamica positiva (+4,1%), pur sperimentando un rallentamento rispetto al trimestre precedente, che li porta a raggiungere un livello di export pari a 3,2 miliardi di euro (Fig. 1.1). Fig. 1.1 Le esportazioni dei distretti tradizionali toscani (var% tendenziali e milioni di euro) 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0-20,0 II07 III07 IV07 I08 II08 III08 IV08 I09 II09 III09 IV09 I10 II10 III10 IV10 I11 II11 III11 IV11 I12 II12 III12 IV12 I13 II13 III13 IV13 I14 II14 III14 IV14 I15 II15 III Var.% Milioni di euro (sc.dx.) La Toscana consegue migliori risultati rispetto al totale dei distretti in Italia (+3,6%) dove peraltro anche in questo trimestre la crescita risulta essere diffusa in gran parte delle regioni. Eccellono in particolare alcune aree che registrano una crescita a doppia cifra come Trentino-Alto Adige, Puglia, Sardegna (Fig 1.2, Tab. 1.1). Fig. 1.2 Evoluzione delle esportazioni dei distretti toscani e italiani a confronto (var% tendenziali) 18,0% 16,0% 14,0% 12,0% 10,0% Toscana Italia 8,0% 6,0% 4,0% 2,0% 0,0% 7,1% 3,0% 2,1% 7,0% 4,1% 3,6% -2,0% Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 3

4 Tab. 1.1 Le esportazioni distrettuali nelle regioni italiane nel terzo trimestre 2015 Milioni di euro Var. % tendenziale Differenza tra 3 trim. 3 trim. 3 trim. 1-3 trim. 3 trim e trim Nord-Ovest, di cui: 6.571, ,2 239,2 3,6 4,0 Lombardia 4.833, ,9 135,9 2,8 1,8 Piemonte 1.732, ,0 103,4 6,0 10,8 Nord-Est 9.391, ,0 361,3 3,8 4,0 Veneto 5.090, ,8 276,1 5,4 6,7 Trentino-Alto Adige 295,4 339,3 43,9 14,9 9,4 Friuli-Venezia Giulia 1.107, ,0 38,1 3,4-0,2 Emilia-Romagna 2.897, ,9 3,2 0,1 0,3 Centro, di cui: 4.208, ,1 67,6 1,6 3,3 Toscana 3.031, ,1 123,8 4,1 4,5 Umbria 163,9 155,5-8,4-5,1 2,7 Marche 993,7 944,7-49,0-4,9-0,6 Mezzogiorno, di cui: 1.438, ,9 119,6 8,3 10,6 Puglia 679,2 756,7 77,5 11,4 12,4 Campania 542,8 563,5 20,7 3,8 9,8 Sardegna 17,0 28,9 11,8 69,3 28,7 Sicilia 72,1 78,9 6,8 9,4 7,5 Abruzzo 116,1 118,2 2,1 1,8 4,5 TOTALE distretti , ,3 787,7 3,6 4,3 Grazie alle buone performance conseguite nella terza parte dell anno i distretti toscani primeggiano ancora nel confronto sia con il manifatturiero italiano sia con quello tedesco (Fig.1.4). Fig. 1.3 Evoluzione dell export nel secondo trimestre 2015 a confronto (var. % tendenziale) Fig. 1.4 Evoluzione dell export nel terzo trimestre 2015 a confronto (var. % tendenziale) Distretti toscani 7,1 Distretti toscani 4,1 Manifatturiero tedesco 6,9 Manifatturiero tedesco 3,9 Manifatturiero italiano 6,6 Manifatturiero italiano 3,3 Manifatturiero tedesco (settori distrettuali) 2, , Statistisches Bundesamt Settori distrettuali tedeschi -0, , Statistisches Bundesamt La buona performance toscana è da attribuirsi in primis al brillante andamento dei flussi verso gli Stati Uniti (+15%, primo mercato di sbocco) che continuano a svolgere un ruolo di traino grazie a condizioni di domanda e di cambio favorevoli. La Toscana ha anche beneficiato della ripresa dell export in alcuni mercati emergenti e in particolare negli Emirati Arabi Uniti (+10,4%), Hong Kong (+10,2%), Cina (+15,6%). Questi risultati hanno compensato i cali subiti in Svizzera (-9,9%, terzo mercato di sbocco) che segue una dinamica negativa dopo i brillanti esiti dei trimestri precedenti, Spagna (-1,5%), Giappone (-0,5%), Paesi Bassi (-8,8%) Russia (-26,8%). Anche in questo trimestre la Russia prosegue nel trend negativo generato dalla svalutazione monetaria e dalle tensioni per la questione ucraina (Tab. 1.2). Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 4

5 Tab. 1.2 Le esportazioni dei distretti toscani per mercato di sbocco Milioni Comp. Var.% sul corrispondente periodo Contributo alla var. % di euro % dell'anno precedente Gen '15-Set '15 Lug '15-Set ' Gen '15- Set '15 Lug '15- Set '15 TOTALE, di cui: 12554,3 100,0 3,3 4,5 4,1 3,3 4,5 4,1 Stati Uniti 1495,5 11,9 9,1 18,9 15,0 1,0 2,1 1,8 Francia 1431,5 11,4-1,9 3,0 3,2-0,2 0,3 0,4 Svizzera 1188,2 9,5 8,7 4,6-9,9 0,8 0,4-1,0 Emirati Arabi Uniti 967,3 7,7-6,5-8,6 10,4-0,6-0,7 0,6 Germania 935,3 7,4 7,8 0,6 1,3 0,6 0,0 0,1 Hong Kong 764,6 6,1 1,7 13,2 10,2 0,1 0,8 0,6 Regno Unito 737,9 5,9 7,6 7,6 7,4 0,4 0,4 0,4 Spagna 418,9 3,3 10,7 4,7-1,5 0,3 0,2-0,1 Cina 392,9 3,1 2,3 3,1 15,6 0,1 0,1 0,4 Giappone 347,8 2,8 3,2-0,4-0,5 0,1 0,0 0,0 Paesi Bassi 241,6 1,9 4,9 0,8-8,8 0,1 0,0-0,2 Rep. di Corea 240,3 1,9 40,5 21,1 14,8 0,6 0,4 0,3 Turchia 206,5 1,6-4,6 13,0 21,2-0,1 0,2 0,3 Federazione russa 186,0 1,5-11,3-26,2-26,8-0,2-0,4-0,5 Belgio 179,0 1,4 3,1-1,8 1,2 0,0 0,0 0,0 Canada 162,7 1,3 10,0 17,2 35,0 0,1 0,2 0,5 Austria 160,9 1,3 5,1 1,4-0,4 0,1 0,0 0,0 L analisi evidenzia segnali di difficoltà per diverse realtà distrettuali toscane ma anche incrementi significativi in alcuni distretti. Da segnalare in particolare nei distretti del Sistema agro-alimentare l inversione di tendenza dell Olio di Firenze che torna in territorio positivo mettendo a segno un +70,1% pari a 32,5 milioni di euro aggiuntivi di export rispetto al corrispondente periodo dell anno precedente. Prosegue su un sentiero di crescita l Olio di Lucca (+36,1%) e conseguono buoni risultati anche i Vini del Chianti (+16,9%) mentre arretra nuovamente il Florivivaistico di Pistoia (-6,3%). Nell ambito del Sistema casa spiccano le performance del Marmo di Carrara (+17,6%, pari a 27 milioni aggiuntivi di euro) e del Cartario di Capannori (+20,9%). Nel comparto subiscono arretramenti i Mobili di Poggibonsi-Sinalunga (-26,7%) e la Ceramica di Sesto Fiorentino (-10,4% nell ultimo trimestre e +3,5% nei primi nove mesi dell anno) e rimangono in territorio negativo i Mobili di Quarrata (-1,3%). Passando all analisi del Sistema Moda si rileva la crescita del Tessile e abbigliamento di Prato (+5,1%), i buoni risultati dell Oreficeria di Arezzo (+5,2%) pur sperimentando un leggero rallentamento rispetto al trimestre precedente, e il lieve arretramento dell Abbigliamento di Empoli (-0,8%). Risulta modesta la crescita della Pelletteria e calzature di Firenze (+1,3%), che conferma comunque il proprio ruolo di capofila dell export distrettuale toscano con 772 milioni di valori esportati. Registra una flessione l export della Pelletteria e calzature di Arezzo (-10,3%), un distretto che complessivamente nei primi nove mesi ottiene comunque buoni risultati (+7,4%) e cala l export del Tessile e abbigliamento di Arezzo (-7,5%) dopo l exploit dello scorso trimestre (peraltro nei primi nove mesi dell anno il distretto registra un progresso del 3,5%). Proseguono la dinamica negativa la Concia e calzature di Santa Croce sull Arno (-5,7%) e le Calzature di Lucca (-5,6%) e sperimenta un regresso l export delle Calzature di Lamporecchio (-5,7%) dopo il buon esito del trimestre precedente (Tab.1.3). Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 5

6 Tab. 1.3 Le esportazioni dei distretti tradizionali toscani (milioni di euro e var. % tendenziali a prezzi correnti) Milioni di euro Var% 3 trim 3 trim Differenza tra 3 trim 3 trim 1-3 trim e 3 trim TOTALE complessivo 3031,3 3155,1 123,8 4,1% 4,5% Pelletteria e calzature di Firenze 761,9 772,1 10,1 1,3% 4,7% Tessile e abbigliamento di Prato 392,1 412,3 20,2 5,1% 2,5% Oreficeria di Arezzo 382,2 402,2 20,0 5,2% -1,4% Abbigliamento di Empoli 341,4 338,8-2,6-0,8% 2,4% Concia e calzature di Santa Croce sull'arno 210,8 198,8-12,0-5,7% -6,3% Marmo di Carrara 153,7 180,8 27,0 17,6% 10,1% Pelletteria e calzature di Arezzo 185,3 166,2-19,2-10,3% 7,4% Vini del Chianti 139,5 163,0 23,6 16,9% 26,2% Cartario di Capannori 118,2 142,9 24,7 20,9% 23,1% Tessile e abbigliamento di Arezzo 90,8 84,0-6,8-7,5% 3,5% Olio di Firenze 46,3 78,8 32,5 70,1% 17,7% Olio di Lucca 47,6 64,9 17,2 36,1% 23,1% Calzature di Lucca 56,9 53,7-3,2-5,6% -2,3% Calzature di Lamporecchio 37,5 35,3-2,2-5,7% -4,1% Florovivaistico di Pistoia 25,0 23,4-1,6-6,3% -2,2% Mobile imbottito di Quarrata 23,2 22,9-0,3-1,3% -7,1% Mobili di Poggibonsi-Sinalunga 11,2 8,2-3,0-26,7% -3,3% Ceramica di Sesto Fiorentino 7,5 6,8-0,8-10,4% 3,5% 1.2 I risultati dei principali distretti e del Polo farmaceutico toscano Nel terzo trimestre la filiera della pelle, una delle principali specializzazioni dei distretti toscani, passa in territorio negativo (-2,1%) presentando diversi comparti produttivi in difficoltà (Fig.1.5). Fig. 1.5 Le esportazioni dei distretti toscani della filiera della pelle nel 3 trimestre 2015 (milioni di euro e var.%) 25,0 Var.% 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0 Calzature di Arezzo Calzature di Lamporecchio Calzature di Lucca Concia di S.Croce Calzature di Firenze Pelletteria di Firenze -15,0-20,0 Calzature di S.Croce Pelletteria di Arezzo 0,0 100,0 200,0 300,0 400,0 500,0 600,0 Milioni di euro Solo la Pelletteria e calzature di Firenze segue una dinamica positiva (+1,3%), pur rallentando rispetto al trimestre precedente, registrando un andamento positivo sia nel segmento della pelletteria (+1,%) sia in quello delle calzature (+1,9%). Il rallentamento è imputabile principalmente al regresso dell export in Svizzera (-14,3% primo sbocco distrettuale e Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 6

7 importante polo logistico) che viene compensato dai buoni risultati conseguiti sia sui mercati maturi (in particolare Francia +10,7%, seconda meta commerciale, Stati Uniti +15,7%, Germania +17,5%, Giappone +10,7%) sia su alcuni mercati emergenti (Hong Kong +11%, Cina +8,2%) (Tab. 1.4). In riferimento a questi ultimi è da segnalare che per uno dei più importanti e dinamici operatori del distretto, quotato alla Borsa italiana, il mercato dell area Asia-Pacifico incide sul fatturato per circa 250 milioni di euro pari al 35,4% del totale (aggiornamento al settembre 2015). Tab. 1.4 Evoluzione delle esportazioni del distretto della Pelletteria e calzature di Firenze Milioni Comp.% Var.% sul corrispondente periodo Contributo alla var. % di euro dell'anno precedente Gen '15-Set Lug '15-Set 2014 Gen '15- Lug '15- '15 '15 Set '15 Set '15 TOTALE, di cui: 3104,3 100,0 11,8 4,7 1,3 11,8 4,7 1,3 Svizzera 886,4 28,6 12,3 3,2-14,3 3,5 0,9-4,1 Francia 385,3 12,4 9,5 6,0 10,7 1,2 0,8 1,3 Stati Uniti 320,5 10,3 10,7 13,6 15,7 1,1 1,3 1,5 Regno Unito 239,4 7,7 45,6 2,1 0,3 2,7 0,2 0,0 Hong Kong 167,1 5,4 10,8 6,0 11,0 0,6 0,3 0,6 Germania 163,5 5,3 10,8-1,1 17,5 0,6-0,1 1,0 Giappone 120,7 3,9 0,5 1,6 10,7 0,0 0,1 0,4 Cina 95,9 3,1 3,7 12,8 8,2 0,1 0,4 0,2 Paesi Bassi 70,9 2,3 44,7 12,5-8,5 0,8 0,3-0,2 Spagna 61,6 2,0 8,9 33,1 25,5 0,2 0,6 0,6 Repubblica di Corea 55,2 1,8-6,6 10,4 48,6-0,1 0,2 0,5 Federazione russa 44,2 1,4-14,8-27,5-25,4-0,3-0,4-0,4 Austria 35,5 1,1 48,2-3,5-0,3 0,4 0,0 0,0 Subisce un consistente ridimensionamento la Pelletteria e calzature di Arezzo (-10,3%) sperimentando ancora una volta alti tassi di crescita nella componente delle calzature (+20,8%) e una forte flessione sul versante della pelletteria (-16,8%). L export distrettuale perde terreno in quasi tutti i principali mercati di riferimento, in particolare a Hong Kong (-23,5%), seconda meta commerciale, Francia (-43,4%), Regno Unito (40,3%), Giappone (-14%) (Tab. 1.5). Tab. 1.5 Evoluzione delle esportazioni del distretto della Pelletteria e calzature di Arezzo Milioni Comp.% Var.% sul corrispondente periodo Contributo alla var. % di euro dell'anno precedente Gen '15-Set Lug '15-Set 2014 Gen '15- Lug '15- '15 '15 Set '15 Set '15 TOTALE, di cui: 764,3 100,0 16,7 7,4-10,3 16,7 7,4-10,3 Stati Uniti 164,4 21,5 17,1 11,9-0,3 3,7 2,5-0,1 Hong Kong 110,8 14,5-18,4-1,4-23,5-3,8-0,2-3,8 Repubblica di Corea 76,9 10,1 199,5 34,2 7,7 7,8 3,3 0,9 Francia 72,0 9,4-17,1-18,6-43,4-2,3-1,9-5,1 Regno Unito 46,9 6,1-39,0-30,3-40,3-4,6-2,0-2,3 Cina 42,4 5,5 41,7-22,6 14,3 1,9-1,4 0,5 Giappone 41,8 5,5 248,0-5,6-14,0 4,5-0,3-0,8 Macao 35,0 4,6 98,1-74,7-98,4 2,6-3,7-4,0 Germania 19,0 2,5 95,8 30,2-39,0 1,4 0,6-1,3 Emirati Arabi Uniti 15,9 2,1 101,6 137,0 112,6 1,2 2,4 1,7 Rimane in territorio negativo la Concia e calzature di S.Croce (-5,7%) che si caratterizza anche nel terzo trimestre dell anno per un andamento negativo sia della componente a monte della concia (la componente più rilevante del distretto) sia del segmento a valle delle calzature. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 7

8 La ripresa del mercato di Hong Kong (+12,8%, primo sbocco distrettuale) non controbilancia i risultati negativi registrati sui principali sbocchi di riferimento e, in particolare, sul mercato europeo (Spagna -9,2%, Germania -34,6%, Portogallo -15,4%, Svizzera -25,1%) e negli Stati Uniti (-12,7%) (Tab.1.6). Il distretto conciario ha recentemente lanciato due progetti strategici, presentati dall Associazione conciatori, tesi a migliorare la competitività del territorio e a rafforzare i legami con i grandi brand della moda. Il primo riguarda una certificazione (volontaria) di qualità delle pelli, che attesterà i parametri ambientali ed etici, messa a punto con la Scuola superiore Sant Anna di Pisa. Il secondo passo è un evento ( Fabbriche aperte ) che si svolgerà lungo un periodo di giorni per far conoscere a clienti e case di moda internazionali le concerie del distretto. Tab. 1.6 Evoluzione delle esportazioni del distretto della concia e calzature di S. Croce sull Arno Milioni Comp.% Var.% sul corrispondente periodo Contributo alla var. % di euro dell'anno precedente Gen '15-Set Lug '15-Set 2014 Gen '15- Lug '15- '15 '15 Set '15 Set '15 TOTALE, di cui: 946,1 100,0-6,8-6,3-5,7-6,8-6,3-5,7 Hong Kong 129,0 13,6-8,5 5,1 12,8-1,2 0,7 1,7 Francia 97,9 10,4-17,1-11,6 0,4-2,0-1,2 0,0 Stati Uniti 77,8 8,2-5,9-17,1-12,7-0,5-1,5-1,1 Spagna 76,4 8,1 0,8-6,8-9,2 0,1-0,5-0,7 Germania 75,5 8,0-2,7-25,7-34,6-0,2-2,0-3,0 Cina 64,5 6,8-1,1-8,5 2,4-0,1-0,6 0,1 Portogallo 42,4 4,5 5,8-12,4-15,4 0,2-0,5-0,5 Vietnam 36,7 3,9 72,7 8,7 10,1 1,5 0,3 0,3 Svizzera 29,0 3,1-18,5 3,7-25,1-0,6 0,1-1,0 Regno Unito 25,3 2,7-45,5 7,5 18,6-2,1 0,2 0,4 Repubblica di Corea 25,3 2,7 21,2 16,7 10,6 0,4 0,4 0,3 Giappone 24,4 2,6-18,0 4,9 17,9-0,5 0,1 0,5 Austria 23,3 2,5-20,6-17,6-18,8-0,6-0,4-0,5 Tunisia 17,6 1,9 2,6-21,9-19,0 0,0-0,4-0,2 Serbia 17,2 1,8 8,9-16,9-7,6 0,1-0,3-0,1 All interno della filiera della pelle tornano in territorio negativo le Calzature di Lamporecchio (-5,7%), dopo la ripresa del trimestre precedente, penalizzate dalle perdite subite sui principali mercati maturi europei ed extraeuropei (in primis Stati Uniti -4,1% e Francia -32,5%, rispettivamente primo e terzo sbocco distrettuale, Giappone -33,3%, Germania -31,2%) e su alcuni mercati emergenti (Serbia -41,1%, Hong Kong -32,2%). Arretrano anche le Calzature di Lucca (-5,6%) le cui ottime performance negli Stati Uniti (+57,5%), non riescono a mitigare i pesanti cali registrati nelle principali mete commerciali (tra cui Francia -3,5%, Regno Unito -8,2%, Germania -17,8%, Macedonia -31,6%, Belgio -50,4%). Deludente anche se positivo l andamento dell export nell ambito della filiera del tessileabbigliamento che registra una crescita dell 1,3%. (Fig.1.6). Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 8

9 Fig. 1.6 Le esportazioni dei distretti toscani della filiera del tessile-abbigliamento nel 3 trimestre 2015 (milioni di euro e var.%) 20,0 Abb. di Prato Var.% 10,0 0,0-10,0-20,0 Maglieria di Arezzo Filati di Prato Maglieria di Empoli Abb. di Arezzo Tessuti di Prato Abb. di Empoli -30,0 Tessuti di Arezzo -40,0 0,0 50,0 100,0 150,0 200,0 250,0 300,0 350,0 Milioni di euro Nel dettaglio delle singole realtà distrettuali prosegue su un sentiero di crescita il Tessileabbigliamento di Prato (+5,1%) che vede compensata l evoluzione negativa dei tessuti (-2,6%) grazie alla crescita registrata nei filati (+3,8%) e nelle componenti a valle della maglieria (+3,6%) e soprattutto dell abbigliamento (+17,1%) (Fig. 1.7). Fig. 1.7 Evoluzione delle esportazioni del distretto del Tessile-abbigliamento di Prato per comparti (var.% tendenziali) 40,0 Filati Tessuti Abbigliamento Maglieria 30,0 20,0 17,1 10,0 0,0 3,8 3,6-10,0-2,6% -20,0-30,0 1T12 2T12 3T12 4T12 1T13 2T13 3T13 4T13 1T14 2T14 3T14 4T14 1T15 2T15 3T15 Il distretto ha beneficiato della ripresa del mercato francese (+9%, secondo mercato distrettuale) e dell incremento delle vendite a due cifre nel Regno Unito (+24,5%) e Hong Kong (52,8%) che hanno compensato la contrazione dei flussi diretti principalmente verso Spagna (-3,6% terzo sbocco commerciale), Stati Uniti (-7,2%), Paesi Bassi (-13,5%) e verso alcuni mercati emergenti che proseguono il trend negativo come Turchia (-20,2%) e Federazione Russa (-26,8%). (Tab.1.7). Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 9

10 Tab. 1.7 Evoluzione delle esportazioni del distretto del Tessile-abbigliamento di Prato Milioni Comp.% Var.% sul corrispondente periodo Contributo alla var. % di euro dell'anno precedente Gen '15-Set Lug '15-Set 2014 Gen '15- Lug '15- '15 '15 Set '15 Set '15 TOTALE, di cui: 1525,8 100,0 8,3 2,5 5,1 8,3 2,5 5,1 Germania 242,4 15,9 14,9-1,8 1,8 2,2-0,3 0,3 Francia 202,2 13,2-2,4 1,6 9,0-0,3 0,2 1,1 Spagna 122,3 8,0 14,2 7,4-3,6 1,1 0,6-0,4 Regno Unito 93,6 6,1 22,5 19,7 24,5 1,2 1,2 1,4 Hong Kong 61,1 4,0-8,0 25,3 52,8-0,4 1,0 1,7 Stati Uniti 57,5 3,8 42,3 2,7-7,2 1,2 0,1-0,4 Romania 56,4 3,7 2,9 20,4 31,4 0,1 0,8 0,9 Cina 50,0 3,3 8,7 3,2 12,6 0,3 0,1 0,3 Paesi Bassi 48,5 3,2 15,5-11,3-13,5 0,5-0,4-0,5 Belgio 47,5 3,1 14,7 5,8 12,1 0,4 0,2 0,4 Portogallo 47,2 3,1 10,0 5,8 4,7 0,3 0,2 0,1 Turchia 41,8 2,7-16,6-15,2-20,2-0,6-0,4-0,5 Federazione russa 34,7 2,3-12,6-39,6-26,8-0,4-0,9-0,6 Croazia 32,9 2,2 394,7-25,7 11,3 1,9-0,6 0,1 Polonia 32,2 2,1 13,6-3,4 0,0 0,3-0,1 0,0 Repubblica di Corea 31,5 2,1 21,5 13,9 13,0 0,4 0,3 0,4 Giappone 30,9 2,0-13,0-6,0-5,5-0,3-0,1-0,1 Lieve flessione per l Abbigliamento di Empoli (-0,8%), dopo la forte accelerazione dello scorso trimestre, che subisce cali principalmente sul mercato svizzero (-7,6%, terzo sbocco commerciale), giapponese (-8,8%), russo (-36,1%), non compensati dalle buone performance sul mercato europeo e in particolare nel Regno Unito (+17,9%) e in Spagna (+20,3%). Tab. 1.8 Evoluzione delle esportazioni del distretto dell Abbigliamento di Empoli Milioni di Comp.% Var.% sul corrispondente periodo Contributo alla var. % euro dell'anno precedente Gen '15-Set '15 Lug '15-Set ' Gen '15- Set '15 Lug '15- Set '15 TOTALE, di cui: 1175,6 100,0 4,7 2,4-0,8 4,7 2,4-0,8 Francia 145,3 12,4 4,1 0,1 1,0 0,5 0,0 0,1 Stati Uniti 140,9 12,0 16,1 16,7 5,9 1,7 1,9 0,7 Svizzera 112,1 9,5 9,2-2,5-7,6 0,8-0,2-0,6 Germania 109,5 9,3 5,1 5,5 5,5 0,5 0,5 0,5 Hong Kong 90,9 7,7-4,8 2,7 5,6-0,4 0,2 0,5 Regno Unito 75,5 6,4 10,3 12,0 17,9 0,6 0,8 1,0 Giappone 63,3 5,4-13,4 4,5-8,8-0,9 0,2-0,5 Federazione russa 51,5 4,4-3,1-28,4-36,1-0,1-1,3-1,7 Spagna 41,8 3,6 10,9 17,4 20,3 0,4 0,6 0,8 Cina 39,5 3,4 26,8-2,5 2,3 0,7-0,1 0,1 Belgio 33,3 2,8 3,7-2,9-8,4 0,1-0,1-0,3 Repubblica di Corea 29,1 2,5 12,0 15,5-4,7 0,3 0,4-0,1 Paesi Bassi 27,2 2,3-7,5-2,9-8,2-0,2-0,1-0,2 Subisce un arretramento, dopo l exploit del secondo trimestre, il Tessile-abbigliamento di Arezzo (-7,5%), il distretto più piccolo della filiera toscana del tessile-abbigliamento, che registra performance negative sia nella componente a monte dei tessuti (-35,4%) sia nei segmenti a valle della maglieria (-6,6%) e dell abbigliamento (-3,7%). Il distretto aretino perde terreno su quasi tutte le principali piazze estere: in primis in Francia (-22%, prima meta distrettuale), Hong Kong (-7,7%), Stati Uniti (-1,3%), Regno Unito (-5,6%), Romania (-35,5%), Germania (-31%). Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 10

11 Nell ambito del Sistema moda, il distretto dell oreficeria di Arezzo segue una dinamica positiva (+5,2%) beneficiando del forte contributo soprattutto dei mercati emergenti (Emirati Arabi Uniti +3,1% primo sbocco distrettuale), Hong Kong (+26,9%), Turchia (+34,3%), Repubblica Dominicana (+28,4%) che controbilanciano l esito negativo dell export in alcuni mercati maturi (tra cui Stati Uniti e Francia, rispettivamente terzo e quarto mercato di sbocco (Tab.1.9). Tab. 1.9 Evoluzione delle esportazioni del distretto dell Oreficeria di Arezzo Milioni Comp.% Var.% sul corrispondente periodo Contributo alla var. % di euro dell'anno precedente Gen '15-Set '15 Lug '15-Set ' Gen '15- Set '15 Lug '15- Set '15 TOTALE, di cui: 1867,3 100,0-10,7-1,4 5,2-10,7-1,4 5,2 Emirati Arabi Uniti 865,0 46,3-8,9-15,1 3,1-4,0-7,1 1,2 Hong Kong 141,4 7,6 30,3 39,7 26,9 1,6 3,0 2,4 Stati Uniti 111,1 6,0 0,0 4,3-5,3 0,0 0,2-0,4 Francia 109,3 5,9 5,6-0,4-19,8 0,3 0,0-1,2 Turchia 108,8 5,8-6,0 13,5 34,3-0,3 0,8 2,2 Repubblica 43,9 2,3 24,7 60,6 28,4 0,4 1,4 0,9 Dominicana Panama 43,0 2,3 14,6 15,9-2,6 0,3 0,4-0,1 Regno Unito 36,1 1,9 13,8 1,3 5,3 0,2 0,0 0,1 Germania 34,7 1,9-3,1 5,7 11,1-0,1 0,1 0,2 Spagna 34,4 1,8 9,2-7,9-18,8 0,1-0,1-0,5 Nel confronto con altri due distretti orafi italiani spicca la performance dell oreficeria di Valenza (Fig.1.8). Passano in territorio negativo invece le export dell oreficeria vicentina. Il buon risultato conseguito dall oreficeria aretina è superiore alla media regionale (Tab.1.1). L export del distretto è stato spinto dalla ripresa delle quotazioni dell oro. Da evidenziare il buon andamento dei distretti orafi di Valenza e di Arezzo che sono il linea con l aumento della domanda mondiale di gioielli in oro monitorata periodicamente dal World Gold Council (+6% le tonnellate nel terzo trimestre 2015 rispetto al corrispondente trimestre 2014, con incrementi particolarmente concentrati negli Stati Uniti e nei paesi dell est europeo ex Cis). Fig. 1.8 Le esportazioni dei distretti orafi a confronto (var.% tendenziale) 100,0% 1 trim trim trim ,0% 60,0% 40,0% 26,2% 20,0% 5,2% 0,0% -3,3% -20,0% Oreficeria di Arezzo Oreficeria di Valenza Oreficeria di Vicenza La filiera agro-alimentare sperimenta un forte balzo (+27,7%), anche se la sua crescita non risulta omogenea perché al suo interno permangono distretti in progresso accanto ad aree in difficoltà (Fig. 1.9). Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 11

12 Fig. 1.9 Le esportazioni dei distretti toscani della filiera agro alimentare nel 3 trimestre 2015 (milioni di euro e var.%) 80,0 Var.% 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Olio di Firenze Olio di Lucca Vini del Chianti -10,0-20,0 Florovivaistico di Pistoia 0,0 50,0 100,0 Milioni di euro 150,0 200,0 Spiccano in particolare i risultati dell Olio di Firenze (+70,1%), che torna in territorio positivo dopo un anno 1 grazie alla sorprendente crescita a doppia cifra realizzata in primis negli Stati Uniti (+78,3%, primo mercato di sbocco), Francia (+62,9%), Canada (+164,4), Germania (+67,7%). Molto brillanti anche le performance dell Olio di Lucca che mostra una significativa accelerazione (+36,1%) beneficiando del forte impulso di mercati come Stati Uniti in primis (+55,8%, prima meta commerciale), Regno Unito (59,8%), Canada (+171,9%), Giappone (+67%). Seguono una dinamica molto positiva anche i Vini del Chianti (+16,9%) pur sperimentando un rallentamento dopo il balzo del trimestre precedente. Gli Stati Uniti trainano l export anche in questo distretto (+29,6%) seguiti da Germania (+5,6%), Canada (+24,8%), Regno Unito (+4,7%). Cono d ombra invece ancora una volta per il Florovivaistico di Pistoia (-6,3%) che risente dei cali di export registrati soprattutto in Francia (-6,2%, primo sbocco commerciale) e Svizzera (-0,1%). Continua a seguire un profilo di crescita il complesso dei distretti legati al Sistema casa (+15,2%) pur presentando al proprio interno realtà dinamiche e aree distrettuali in difficoltà (Fig.1.10). 1 Secondo le recenti previsioni dell Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo alimentare) e del Consiglio Oleicolo internazionale, la produzione di olio d oliva Made in Italy dovrebbe tornare ad aumentare: una crescita del 60% rispetto alla disastrosa campagna del , resa difficile sia a causa delle cattive condizioni atmosferiche che per il mix di attacchi di mosca olearia e Xylella fastidiosa. Nella campagna del la produzione italiana dovrebbe arrivare a quota tonnellate dalle dell anno precedente. In generale non vengono segnalati problemi fitosanitari, dopo i pesanti attacchi di mosca olearia della scorsa annata. Questa è una condizione ottimale sia in relazione alle rese in olio sia alla qualità del prodotto finale. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 12

13 Fig Le esportazioni dei distretti toscani della filiera della casa nel 3 trimestre 2015 (milioni di euro e var.%) 30,0 Cartario di Capannori 20,0 10,0 Marmo di Carrara (grezzo) Marmo di Carrara (lavorato) Var.% 0,0-10,0 Mobile imbottito di Quarrata Ceramica di Sesto Fiorentino -20,0 Mobili di Poggibonsi- -30,0 Sinalunga 0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 120,0 140,0 160,0 Milioni di euro Emerge anche in questo terzo trimestre il Cartario di Capannori (+20,9%) grazie alle brillanti performance a due cifre conseguite su tutte le principali mete europee e, in particolare, nei primi tre mercati di destinazione: Francia (+31,4%, primo sbocco commerciale), Germania (+25,4%), Spagna (25,9%) che insieme costituiscono quasi il 50% dell export complessivo distrettuale (Tab. 1.10). Alla fine del 2015 nel Cartario di Capannori si assiste a un processo di consolidamento favorito da due importanti acquisizioni estere (effettuate in Germania e negli Stati Uniti) da parte di rilevanti operatori dell area distrettuale. Queste operazioni rappresentano un passo strategico verso il rafforzamento dimensionale e l apertura a mercati dinamici offrendo alle imprese anche l opportunità di ampliare la gamma del portafoglio prodotti aziendale. Tab Evoluzione delle esportazioni del distretto cartario di Capannori Milioni Comp.% Var.% sul corrispondente periodo Contributo alla var. % di euro dell'anno precedente Gen '15-Set '15 Lug '15-Set ' Gen '15- Set '15 Lug '15- Set '15 TOTALE, di cui: 485,2 100,0 6,2 23,1 20,9 6,2 23,1 20,9 Francia 127,8 26,3-7,0 28,5 31,4-2,1 7,6 8,1 Germania 67,5 13,9 3,6 30,0 25,4 0,5 4,3 3,4 Spagna 36,2 7,5 17,7 18,6 25,9 1,2 1,4 1,7 Paesi Bassi 35,0 7,2 7,5 7,5-14,7 0,5 0,5-1,2 Svizzera 27,3 5,6 21,2 32,8 14,9 1,0 1,7 1,0 Austria 25,5 5,3 7,7 42,5 50,0 0,4 2,1 2,5 Regno Unito 23,1 4,8 12,1 66,2 64,5 0,5 3,0 3,3 Polonia 14,4 3,0 3,9-8,5 30,7 0,1-0,3 0,8 Slovenia 11,2 2,3 2,2 20,4 21,7 0,1 0,5 0,5 Grecia 10,4 2,1-5,9-15,2-23,8-0,1-0,3-0,5 Belgio 9,6 2,0 93,6 3,5-26,0 1,0 0,1-0,6 Danimarca 9,3 1,9 21,5 7,2-6,5 0,4 0,1-0,1 In accelerazione rispetto al secondo trimestre il Marmo di Carrara (+17,6%) che vede un forte incremento sia del lavorato (+15,8%) sia del grezzo (+22,3%). Il distretto ha beneficiato del forte balzo dell export in particolare negli Stati Uniti (+27%, primo mercato distrettuale), Cina (+56,7%, seconda meta commerciale) ed Emirati Arabi Uniti (+106,5%). Inversione di tendenza Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 13

14 invece per il Mobile di Poggibonsi-Sinalunga e la Ceramica di Sesto fiorentino che registrano una dinamica negativa (rispettivamente -26,7% e -10,4%). Il distretto del Mobile registra una forte contrazione delle vendite principalmente in Francia (-4,4% primo mercato distrettuale), Stati Uniti (-46,4%), Federazione Russa (-58,3%), Grecia (-50,1%). Per la Ceramica i buoni risultati conseguiti in Giappone (+29,6%), Francia (+10%), Federazione Russa (+63,5%), Turchia (+20,9%) non riescono a controbilanciare le pesanti perdite subite negli Stati Uniti in primis (-42,2%, prima meta commerciale), Brasile (-33,3%), Germania (-43,3%), Messico (-38,6%). Rimane in territorio negativo il Mobile imbottito di Quarrata (-1,3%) che registra cali in particolare in Polonia (-10,4% seconda destinazione commerciale) e nella Federazione russa (-10,9%) non compensati dai buoni risultati conseguiti sul mercato europeo (soprattutto Francia, Regno Unito, Belgio). Il terzo trimestre 2015 ha visto una dinamica negativa dell export del Polo farmaceutico (-5,4%) dopo il boom registrato nella prima parte dell anno (+2% il risultato complessivo dei primi nove mesi dell anno). Il Polo appare in difficoltà sulle principali piazze estere e in particolare in Germania (-9,2% primo mercato), Francia (-27,1%), Brasile (-10,%) Austria (-6,7%); queste performance negative non vengono controbilanciate dai pur ottimi risultati conseguiti in alcuni mercati come Stati Uniti e Cina (Tab.1.11). Tab Evoluzione delle esportazioni del Polo farmaceutico toscano Milioni di Comp.% Var.% sul corrispondente periodo Contributo alla var. % euro dell'anno precedente Gen '15-Set '15 Lug '15-Set ' Gen '15- Set '15 Lug '15- Set '15 TOTALE, di cui: 866,4 100,0 6,4 2,0-5,4 6,4 2,0-5,4 Germania 224,5 25,9-1,0 6,1-9,2-0,3 1,6-2,4 Francia 129,2 14,9 9,1-5,2-27,1 1,3-0,9-4,2 Brasile 85,8 9,9 49,2-33,0-10,0 3,5-2,5-1,0 Austria 50,6 5,8 22,7 2,6-6,7 1,2 0,1-0,4 Regno Unito 49,2 5,7 1,2 26,9 42,7 0,1 1,4 2,0 Repubblica di Corea 42,7 4,9 5,2-65,1-98,2 0,3-3,7-4,4 Stati Uniti 27,9 3,2 80,5 53,6 102,7 1,5 1,8 5,1 Canada 27,5 3,2 15,6-14,1 16,5 0,5-0,5 0,4 Cina 26,3 3,0 29,2 116,2 97,9 0,7 3,1 2,1 Spagna 22,2 2,6-27,5 61,6 48,5-1,0 1,6 1,6 Repubblica Ceca 16,3 1,9 50,2 14,2 39,0 0,7 0,3 0,6 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 14

15 1.3 La CIG L analisi delle richieste di Cassa Integrazione Guadagni dei distretti toscani evidenzia nei primi undici mesi del 2015 una marcata riduzione complessiva (-43,6%) particolarmente rilevante per la componente in Deroga, dato comunque di difficile interpretazione a causa dei cambiamenti normativi. Ad agosto 2014 sono, infatti, entrati in vigore dei nuovi criteri di assegnazione della CIGD, aventi l obiettivo di restringere la platea dei beneficiari dello strumento e di indurre a un utilizzo più efficiente delle risorse pubbliche 2. Fig Monte ore di Cassa Integrazione nei distretti tradizionali toscani (migliaia) Gen-novembre 2011 Gen-novembre 2012 Gen-novembre 2013 Gen-novembre Gen-novembre Deroga Ordinaria Straordinaria Totale Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat La riduzione ha riguardato anche la componente straordinaria 3 (-32,7%) che però per alcuni distretti resta su livelli elevati. A livello di singolo distretto, escludendo la componente in Deroga, il calo di ore di CIG straordinaria interessa molte realtà distrettuali toscane ma è più significativa in particolare in alcuni distretti tra cui: Pelletteria e calzature di Arezzo, Ceramica di Sesto Fiorentino, Abbigliamento di Empoli, Pelletteria e calzature di Firenze, Tessile e abbigliamento di Prato, Concia e calzature di Santa Croce sull Arno, Cartario di Capannori. Registrano invece un 2 La Cassa Integrazione in Deroga può essere concessa ai soli lavoratori sospesi dall'attività lavorativa a zero ore o a orario ridotto, esclusivamente per i seguenti motivi: situazione aziendale temporanea e transitoria non imputabile all'imprenditore o ai lavoratori; crisi aziendali determinate da situazioni di difficoltà temporanee di mercato; crisi aziendali; ristrutturazione o riorganizzazione. Non è possibile autorizzare la concessione di CIGD nel caso in cui l'azienda in crisi cessi completamente o in parte la propria attività di produzione. In base alla normativa vigente, può essere concessa o prorogata anche ai lavoratori subordinati, con qualifica di operai, impiegati e quadri, ivi compresi gli apprendisti e i lavoratori somministrati, subordinatamente al possesso di un anzianità lavorativa di almeno 8 mesi alla data di inizio del periodo di intervento di Cassa Integrazione Guadagni in Deroga per l'anno 2014, portata a 12 mesi nel Prima di poter richiedere e autorizzare i trattamenti di integrazione salariale in deroga, l'impresa deve già avere utilizzato tutti gli strumenti ordinari di flessibilità come ad esempio le ferie e i permessi residui dei lavoratori. La CIGD può essere concessa per un periodo massimo di 11 mesi in tutto l'anno (dal 1 gennaio 2015 e fino al 31 dicembre 2015 la durata della cassa integrazione non può essere per un periodo superiore a 5 mesi nell'arco di tutto l'anno). Nel calcolo dei suddetti periodi di concessione CIGD rientrano anche tutti i periodi di fruizione di integrazione salariale in deroga anche riferiti a diversi provvedimenti di concessione o proroga di ciascuna unità produttiva. 3 La Cassa Straordinaria è adottata quando l azienda si trova a fronteggiare processi di ristrutturazione, riorganizzazione, riconversione o in caso di crisi aziendale, fallimento, concordato preventivo, liquidazione coatta amministrativa e amministrazione straordinaria. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 15

16 incremento le ore di CIG Straordinaria nei distretti delle Calzature di Lucca e Lamporecchio e un forte aumento nel distretto dell oreficeria di Arezzo (Fig. 1.12). Fig Monte Ore di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria richiesta nei distretti tradizionali della Toscana Oreficeria di Arezzo Ceramica di Sesto Fiorentino Cartario di Capannori Abbigliamento di Empoli Pelletteria e calzature di Firenze Tessile e abbigliamento di Prato Mobile imbottito di Quarrata gen-nov 2015 Concia e calzature di Santa Croce sull'arno Marmo di Carrara gen-nov 2014 Tessile e abbigliamento di Arezzo Calzature di Lamporecchio Calzature di Lucca Mobili di Poggibonsi-Sinalunga Pelletteria e calzature di Arezzo Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 16

17 2. Approfondimento Il calzaturiero di Lucca-Lamporecchio 4 Il calzaturiero di Lucca-Lamporecchio si estende nel territorio compreso tra la Piana di Lucca e l area di Lamporecchio (provincia di Pistoia). Nel secondo dopoguerra le aziende calzaturiere locali si sono sviluppate come realtà a ciclo integrato, in grado di provvedere a tutte le fasi di lavorazione necessarie per la produzione di calzature. Nel corso degli anni la standardizzazione, le economie di scala, ma soprattutto l esigenza di specializzazione, hanno determinato un modello di sviluppo basato sull articolazione di un sistema integrato di imprese specializzate, anziché sulla crescita dimensionale delle imprese preesistenti. Sono quindi sorte numerose piccole imprese di fase e il calzaturificio ha assunto il ruolo di attore-chiave che sovraintende all intero ciclo produttivo. A cura di Cristina De Michele L offerta distrettuale spazia dal prodotto tipico locale, lo zoccolo, intorno al quale è nato e si è sviluppato l attuale sistema industriale, a prodotti di fascia di mercato medio-economico e medio-fine come scarpe da passeggio da donna (la componente largamente prevalente), uomo e bambino e sandali casual e da passeggio. Nel polo lucchese il prodotto più diffuso rimane il sandalo casual e da passeggio di fascia medio-economica e c è una forte incidenza di prodotti unbranded. L orientamento su questa fascia ha determinato per le aziende dell area problemi di competitività negli anni più recenti a causa della concorrenza di nuovi competitor provenienti dai mercati emergenti, spingendo molte aziende locali a delocalizzare all estero tutte o parte delle fasi produttive più labour intensive per contenere i costi. L offerta dell area di Lamporecchio e della Valdinievole si caratterizza invece per un buon numero di imprese che realizzano prodotti di medio-alta qualità, in particolare il mocassino da uomo. Molte imprese di quest area lavorano come terzisti per marchi di prestigio esterni all area (Gucci, Ferragamo, Dolce e Gabbana, Calvin Klein ecc.) proponendo in alcuni casi anche un marchio proprio. Esiste poi nel polo di Lucca- Lamporecchio un numero contenuto di calzaturifici che ha intrapreso, a partire dagli anni 90, una politica di sviluppo di un proprio brand anche inserendosi in nicchie di mercato con buone potenzialità di crescita (ad esempio Balducci, Lelly Kelly). Dall analisi effettuata emerge come le due aree del polo calzaturiero abbiano subito un consistente ridimensionamento sia in termini di imprese sia di addetti nel periodo e che, in particolare, nell area lucchese si è verificata la fuoriuscita dal mercato di alcune imprese di medie dimensioni. Complessivamente l area distrettuale dell alta Toscana, che si caratterizza per una buona propensione all export, negli ultimi dodici anni ha avuto un andamento altalenante e peggiore rispetto ai principali distretti calzaturieri italiani (Fig. A.1), subendo un forte calo delle vendite nei principali mercati di sbocco europei (in particolare Regno Unito e Germania) e negli Stati Uniti (Fig. A.2). 4 Estratto da Il calzaturiero di Lucca-Lamporecchio, Studi sui distretti industriali, Direzione Studi e Ricerche, Intesa Sanpaolo, novembre Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 17

18 Fig. A.1 I distretti calzaturieri a confronto (2002=100) 200 Brenta Fermo 180 Lamporecchio Lucca 160 San Mauro Pascoli Fig. A.2 Evoluzione dell export della Calzatura di Lucca -Lamporecchio per sbocco commerciale (milioni di euro) 250 Altri mercati Francia Regno Unito Stati Uniti Germania Solo in Francia le esportazioni sono sopra i livelli pre-crisi. Dagli ultimi dati disponibili relativi all export dei primi nove mesi del 2015 emergono ancora difficoltà per i due poli calzaturieri toscani sui mercati esteri. Dallo studio emergono altri elementi di criticità. Nell ultimo decennio nel calzaturiero toscano si sono intensificati i fenomeni di esternalizzazione produttiva come risulta evidente dall aumento dell incidenza dell import sull export. Questo processo ha fortemente penalizzato la rete di subfornitura locale (Fig. A.3) Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 18

19 Fig. A.3 Principali distretti calzaturieri a confronto Import/export 60,0% 52,6% ,0% 44,5% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 22,7% 30,6% 32,4% 9,9% 6,1% 23,8% 34,9% 21,4% 0,0% Calzature di Fermo Calzature del Brenta Calzature di San Mauro Pascoli Calzature di Lucca Calzature di Lamporecchio Il calzaturiero di Lucca-Lamporecchio non ha potuto contare sull affermazione di imprese leader. Prevalgono infatti imprese di limitata dimensione (spesso a conduzione familiare) caratterizzate da scarsi investimenti nel processo produttivo, inadeguatezza delle competenze manageriali e di marketing, debolezza della rete di vendita e fragilità finanziaria. Emergono poi criticità per quanto riguarda il mercato del lavoro locale. Si rileva infatti nel 2014 un consistente aumento rispetto al 2013 delle ore di Cassa integrazione guadagni e in particolare della CIG in deroga che coinvolge le aziende di piccole e piccolissime dimensioni che non hanno accesso al mercato finale e sono in crisi di liquidità per i ritardi nei pagamenti da parte delle aziende committenti. Ciò testimonia la fase di difficoltà del tessuto produttivo locale, in particolare delle imprese più piccole. E quindi a rischio la filiera locale e alta è la probabilità di impoverimento delle competenze artigianali in quest area. La conservazione del patrimonio di know how produttivo locale risulta essere a rischio sia per l uscita dal mercato del lavoro di alcune figure professionali specializzate (per motivi anagrafici e per i licenziamenti legati alla crisi del settore e ai processi di delocalizzazione all estero di molte fasi produttive aziendali), sia per lo scarso interesse delle giovani generazioni verso le scuole tecniche industriali. Nonostante si siano avviate alcune iniziative, l area risulta inoltre carente di strutture per la formazione di capitale umano qualificato. Tuttavia il calzaturiero di Lucca-Lamporecchio ha la possibilità di un rilancio. Dagli ultimi dati di bilancio e dall analisi di alcuni casi aziendali di successo emerge, infatti, un nucleo di imprese con buone performance, seppure di dimensioni ridotte. Nel periodo il fatturato complessivo delle imprese del distretto ha sperimentato un incremento che lo ha portato a superare i livelli pre-crisi e a proseguire su un sentiero di crescita (+19,3% la variazione ). La crescita è proseguita nel 2014 (Tab. A.1). Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 19

20 Tab. A.1 Le principali aziende del Calzaturiero di Lucca-Lamporecchio (in milioni di euro) Aziende Area Fatturato 2013 Fatturato 2014 LENCI CALZATURE SPA Lucca 44 51,7 THE FLEXX SPA Pistoia 37,9 45,3 CALZATURIFICIO CLAUDIA SPA Capannori (LU) 27,7 32,1 LELLY KELLY SPA Capannori (LU) 24,3 26 ALBERTO GOZZI SPA Chiesina Uzzanese (PT) 16,2 18,7 SERGIO NATALINI SRL Pieve a Nievole (PT) 16,2 16,7 CALZAURIFICIO MADAF SRL Larciano (PT) 13,6 14,9 FENILI CALZATURE SRL Capannori (LU) 16,3 14,5 DEBORAH SPA Capannori (LU) 10,4 10,3 BALDUCCI SPA Pieve a Nievole (PT) 9,6 9,7 Queste aziende sono riuscite anche a mantenere discreti livelli di redditività, fronteggiando la crisi di questi anni e riposizionandosi strategicamente sui mercati anche attraverso investimenti in brand registrati a livello internazionale. Le imprese distrettuali che hanno conseguito i migliori risultati in termini di crescita e reddituale sono quelle che sono riuscite a differenziarsi proponendo un prodotto con caratteristiche ad alto valore aggiunto (come, ad esempio, calzature confortevoli con suole brevettate prodotte in esclusiva dall impresa o calzature artigianali di pregio con il fondo in legno). Alcune di queste, grazie all alto livello qualitativo della propria offerta, sono entrate nell orbita di importanti griffe offrendo in alcuni casi anche un portafoglio di articoli a marchio proprio. Il calzaturiero di Lucca-Lamporecchio oggi è impegnato nel rinnovamento del proprio assetto organizzativo e di specializzazione per poter affrontare i nuovi scenari competitivi. Il mantenimento della filiera locale necessita dell intervento di tutti gli attori distrettuali, a partire dalle aziende capofila, che devono sapere valorizzare le imprese dell indotto (tomaifici, suolifici ecc.) importanti per mantenere la flessibilità produttiva e la qualità intrinseca dei prodotti. L aggregazione attraverso consorzi e reti d impresa può essere una valida strada per superare i limiti finanziari delle piccole imprese e ottenere maggiore potere contrattuale prendendo anche spunto da quanto avviene in altri distretti del comparto (ad esempio nella pelletteria toscana). Le aziende del distretto dovranno quindi puntare a qualificare la rete dell indotto e della subfornitura concentrandosi sullo sviluppo del prodotto e sull innovazione del processo produttivo, indirizzandosi inoltre su lavorazioni di eccellenza e prevalentemente Made in Italy. I principali clienti di questo tipo di azienda possono essere sia le griffe del settore fashion e del lusso che gli operatori della distribuzione moderna. Le leve competitive su cui deve puntare il distretto partono da capacità già presenti nell area ovvero quella di innovare il prodotto. Diverse aziende collocate nella fascia medio-economica hanno cercato di riposizionarsi verso l alto puntando su elementi di differenziazione quali: la ricerca di design (maggiore cura stilistica ma anche comfort e funzionalità), la sostenibilità ambientale (utilizzo di materiali a basso impatto ambientale), il rinnovo e l ampliamento dell offerta, la cura dei materiali impiegati. In particolare la contiguità con il distretto della Concia di Santa Croce genera un esternalità positiva che permette al distretto di accrescere le proprie competenze nella selezione dei pellami, nei trattamenti ecc. e di incentrare la promozione dell offerta sulla qualità dei materiali usati. Un tema che si pone con forza è poi il rafforzamento commerciale e le politiche di branding importanti per evitare che le aziende distrettuali perdano il contatto diretto con il mercato. Il marchio di tracciabilità della calzatura, uno dei primi progetti presenti in Italia promosso dal Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 20

21 Centro Servizi Calzaturiero di Capannori (Lucca) può essere uno strumento in grado di promuovere i prodotti Made in Italy, proteggendoli dalla concorrenza dei paesi asiatici e garantendo prodotti di qualità al consumatore. L inserimento in nicchie di mercato (calzature da bambino, prodotti ortopedici, calzature di sicurezza, scarpe confortevoli) può essere una strada per preservare quote di mercato dalla concorrenza dei paesi emergenti. A questo proposito è importante promuovere una maggiore interazione tra mondo produttivo e università/centri di ricerca per sviluppare nuove tecnologie da applicare alle aziende del sistema moda. La tradizionale vocazione all export delle imprese del calzaturiero di Lucca-Lamporecchio deve essere oggi reinterpretata alla luce dei cambiamenti intervenuti sui mercati internazionali, i quali impongono un riallineamento competitivo del sistema locale con un conseguente riposizionamento non solo in termini di prodotto, ma anche in termini di mercati, con una ricerca di nuovi mercati di sbocco dalle maggiori potenzialità di crescita (come ad esempio la Cina o il Medio Oriente). I processi di internazionalizzazione richiedono poi maggiori capacità di gestione strategica della supply chain. Si dovranno accrescere le competenze logistiche e, in particolare, le capacità di gestione di reti lunghe, per mantenere la flessibilità e la capacità di governare una produzione altamente frammentata. Tutte queste evoluzioni rendono necessario un rafforzamento delle competenze manageriali e delle competenze di tipo tecnico-organizzativo e gestionale. Rimane fondamentale per l area distrettuale implementare la formazione di risorse umane, con skill di alto profilo, adatte alle esigenze tecnico-produttive locali. Centrale risulta essere infine il ruolo di enti, istituzioni e centri servizi locali nell ottica di attivare e sostenere percorsi virtuosi di sviluppo distrettuale e nuovi modelli imprenditoriali adatti ad affrontare le sfide del nuovo complesso contesto competitivo. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 21

22 Appendice metodologica Non è facile monitorare l evoluzione congiunturale dei distretti industriali. Le uniche informazioni aggiornate disponibili a livello territoriale (provinciale) riguardano le esportazioni espresse a prezzi correnti (dati trimestrali). Un incrocio province/settori per le esportazioni è disponibile, inoltre, per un numero relativamente limitato di settori (circa 100). La congiuntura dei distretti può essere pertanto approssimata in un modo molto grezzo, con un maggiore grado di confidenza solo per i distretti fortemente export-oriented (non ci sono, infatti, dati sul mercato interno) e per quelli che producono beni non troppo specifici (non abbiamo statistiche su micro-settori ad esempio come coltelli e forchette ). I distretti analizzati costituiscono una sintesi di quelli individuati dalla Federazione dei distretti italiani, dall ISTAT, dalla Fondazione Edison e dalle Leggi regionali che censiscono i distretti stessi. Poiché il presente lavoro ha finalità soprattutto quantitative a livello del sistema distretti nel suo complesso, ci si è concentrati solo sui distretti che potevano essere ben rappresentati dai dati ISTAT disponibili sul commercio estero a livello provinciale. Vale la pena precisare che i dati ISTAT provinciali si riferiscono alle esportazioni espresse a prezzi correnti e, pertanto, non tengono conto dei fenomeni inflativi, ovvero delle variazioni di prezzo non dovute a miglioramenti qualitativi dei beni prodotti. Questi dati devono, pertanto, essere valutati con cautela visto che l evoluzione positiva (negativa) dell export può nascondere aumenti (diminuzioni) di prezzo legati all andamento delle quotazioni delle materie prime. In questo numero del Monitor l evoluzione delle esportazioni nel 2015 è calcolata confrontando i dati revisionati nel 2015 con i dati definitivi del Le variazioni calcolate per il 2014 sono ottenute dal confronto tra dati definitivi del 2014 e dati definitivi del Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 22

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