ESTRATTO DA: LA CEFALEA CONOSCERLA PER CURARLA
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- Daniela Antonella
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1 ESTRATTO DA: LA CEFALEA CONOSCERLA PER CURARLA Volume informativo realizzato nel contesto di PROGETTO CEFALEE LOMBARDIA
2 COME CURARE LA CEFALEA Ancor prima di iniziare una cura, è importante saper identificare tutti quei fattori che precipitano o scatenano l attacco e seguire una serie di norme comportamentali che faciliteranno la riuscita della terapia. Inoltre, sarà di aiuto il diario della cefalea in cui verranno annotati in modo preciso, ogni volta che si manifesta un attacco di mal di testa, la frequenza, la durata e l intensità del dolore, ed eventualmente i sintomi concomitanti e i fattori scatenanti ad essi associati, ed i farmaci assunti. Il diario è un valido strumento non solo per monitorare l andamento e verificare l efficacia di un trattamento intrapreso, ma anche per tenere sotto stretta osservazione il mal di testa, imparare a riconoscere le circostanze in cui esso si manifesta ed infine per avere un dialogo immediato con il proprio medico, poiché fornirà sempre l esatta situazione del quadro clinico del paziente. Per ogni tipo di cefalea primaria verrà indicata una terapia specifica, ma soprattutto per ogni singolo paziente verrà studiato un trattamento su misura, in base alle caratteristiche del paziente stesso. Le strategie terapeutiche possono essere non farmacologiche. farmacologiche e In base alle caratteristiche di ogni singolo paziente saranno valutate le terapie sintomatiche o di profilassi. Individuazione e correzione dei fattori scatenanti Ogni individuo che soffre di cefalee ricorrenti deve valutare quei fattori che possono scatenare o favorire i suoi attacchi (vedi sezione su FATTORI SCATENANTI). In generale, i consigli più importanti sono i seguenti: evitare ambienti rumorosi, bruschi cambiamenti di temperatura, ambienti fumosi o poco areati evitare di fumare e di abusare in alcolici praticare attività fisica regolare rispettare orari regolari per i pasti e per il sonno se si fanno passeggiate o escursioni in montagna, salire gradualmente fermandosi spesso, per permettere all organismo di adattarsi un po alla volta e avere un buon equipaggiamento per affrontare le condizioni molto variabili in montagna non praticare sport in zone ad alta concentrazione di smog se si abita in zone rumorose dotare la propria abitazione di doppi vetri alle finestre o di un isolamento acustico delle stanze non crogiolarsi al sole tra le 12 e le 14, usare occhiali da sole e proteggersi il capo con cappello per chi studia o lavora al computer o mantiene posizioni fisse del collo, fare brevi intervalli evitare sforzi fisici eccessivi e situazioni stressanti Terapie non farmacologiche Esistono dei metodi non farmacologici da utilizzare per ridurre la sofferenza durante l attacco con particolari manovre o comportamenti. Manovre consigliate per attenuare il dolore durante l attacco di mal di testa Pressione locale sulla sede del dolore Isolamento da suoni e luci Applicazione locale di freddo Sonnellino Evitare per quanto possibile l attività fisica Esercizi di respirazione Rilassamento muscolare Inoltre, alcune metodiche che non prevedono uso di farmaci possono rappresentare una opportunità per ridurre la frequenza e l intensità della cefalea. Esistono dati scientifici positivi per tecniche di rilassamento o tecniche comportamentali (es. training autogeno, biofeedback, alcune psicoterapie); in alcuni casi si possono ottenere risultati incoraggianti con l agopuntura, shiatsu, ipnosi, fisioterapia e stretching. Le terapie non farmacologiche sono particolarmente indicate nei bambini e negli adolescenti o in soggetti che non tollerano le medicine. 2
3 Terapie farmacologiche Con il termine terapia sintomatica si intende l uso di farmaci per bloccare l attacco di cefalea nel più breve tempo possibile e per ridurre i sintomi associati, come la nausea e il vomito. E consigliabile quando il dolore o gli altri disturbi dell attacco sono importanti e tali da limitare o impedire le normali attività. In genere, è opportuno assumere il farmaco consigliato entro la prima mezz ora dall insorgenza del mal di testa. Il tipo di medicina, le dosi e le vie di assunzione (per bocca, in supposte, in fiale) vanno valutati in base alla diagnosi e alle caratteristiche di ogni singolo paziente. Si deve ricordare che i farmaci sintomatici devono essere assunti con scrupoloso controllo e seguendo sempre le indicazioni del medico per evitare il rischio dell abuso o dell astinenza che sono causa di un peggioramento dei sintomi del mal di testa o di una loro persistenza; si consiglia di evitare così le autoprescrizioni, in particolare con prodotti da banco. Esistono varie classi di farmaci per bloccare gli attacchi, tra cui analgesici, antinfiammatori e i cosidetti triptani. Tutti questi tipi di farmaci dovranno essere scelti dal medico in base alle caratteristiche dell attacco e alle caratteristiche del singolo paziente, considerando anche le possibili controindicazioni. Il termine terapia di profilassi (o preventiva) indica l uso di farmaci per ridurre la frequenza e l intensità degli attacchi dolorosi, pertanto verrà consigliata a quei pazienti che presentano attacchi di mal di testa molto frequenti, di media e forte intensità e molto disabilitanti. Esistono molte classi di farmaci preventivi, tra loro molto differenti per meccanismi di azione e per possibili indicazioni/controindicazioni. La terapia di profilassi va sempre mirata al singolo paziente, in base a tutta la sua storia clinica (cefalea ed altre eventuali malattie presenti; sesso, età, tipo di lavoro, ecc.). Anche le dosi e i periodi di cura vanno scelti dal medico in base alla forma di cefalea e alle caratteristiche di ogni singolo paziente. Le classi farmacologiche utilizzate nella profilassi sono le seguenti: beta-bloccanti (propranololo, atenololo) calcio-antagonisti (flunarizina o cinnarizina) antidepressivi (amitriptilina in particolare) neuromodulatori (antiepilettici in particolare topiramato o valproato) In pratica, per avviare una terapia di profilassi gli elementi più importanti da considerare sono: la frequenza della cefalea (es. gli attacchi si presentano per almeno 4-6 giorni al mese) le conseguenze dell attacco (es. attacchi parzialmente o totalmente disabilitanti ) l effetto della terapia sintomatica (es. scarsa efficacia degli analgesici con necessità di ripetute assunzioni) Deve essere valutata nell arco di almeno 3 mesi e spesso mantenuta per periodi lunghi, verificando l efficacia mediante il diario della cefalea ed evitando sospensioni improvvise. I trattamenti sono ciclici in rapporto alla loro efficacia. Più complessa è la terapia di un soggetto con cefalea cronica \quotidiana soprattutto se presente uso eccessivo di farmaci o medication overuse. La sospensione dei farmaci usati in modo incontrollato riveste un ruolo di primaria importanza; infatti se l uso eccessivo dell analgesico, qualunque esso sia, non viene interrotto, i soggetti raramente risponderanno alla terapia di profilassi. Al contrario, la cefalea migliora o ritorna al quadro iniziale si riesce a interrompere il circolo vizioso tra dolore-uso ecessivo del farmacoassuefazione-astinenza-dolore che rende il paziente schiavo delle medicine e favorisce la cronicizzazione della cefalea. Il primo step è rappresentato quindi dalla disassuefazione o disintossicazione dal farmaco usato in maniera eccessiva. Il secondo step è instaurare il più precocemente possibile un adeguata terapia di profilassi, affinchè il soggetto non ricada in una condizione di uso eccessivo che lo riporti alla cronicizzazione del suo mal di testa originario. In molti casi può essere indicato il ricovero in ospedale, con accesso in dayhospital terapeutico per alcuni giorni, e in alcuni casi anche con ricovero ordinario. La terapia in ospedale si basa su protocolli specifici che richiedono 3
4 il ricorso a terapie in vena, uso di eventuali farmaci per superare la fase di disintossicazione, spiegazioni su come reimpostare le terapie, valutazione approfondita del tipo di cefalea, accertamento di eventuali effetti collaterali o di alte malattie che possono favorire la cronicizzazione della cefalea, e quindi la scelta delle terapie di profilassi più adatte. In conclusione, convivere con il mal di testa diventa più facile se si ha al proprio fianco un esperto che combatte una battaglia con Te e per Te. IN CHE MODO PUOI AIUTARE IL TUO MEDICO? CONVIVERE CON IL MAL DI TESTA Come illustrato nel capitolo varie forme di cefalea, la maggior parte delle cefalee primarie accompagna chi ne soffre per buona parte della vita ed è causa di importanti disagi e limitazioni, sia a causa del dolore che di alcuni sintomi concomitanti (nausea, vomito, aura..). Le cefalee sono, in molti casi, delle vere e proprie patologie croniche e invalidanti: ne consegue che chi ne soffre è costretto a convivere con essa. Ma convivere con il mal di testa non vuol dire subirlo passivamente, e, quindi, rassegnarsi a soffrire tutta la vita. Un paziente adeguatamente informato è un soggetto che aiuterà il medico ad aiutarlo il più possibile. Oggigiorno ci sono le condizioni per migliorare la qualità di vita delle persone, o mantenerla in uno standard accettabile. Ciò che si riesce a ottenere dal rapporto medico-paziente, quella che viene definita ALLEANZA TERAPEUTICA, non potrà mai essere surrogata da alcun foglio di giornale o pagina di Internet. E, pertanto, fondamentale che il paziente eviti di curarsi senza interpellare il medico, proprio perché, se non viene fatta una corretta diagnosi e non viene impostata una adeguata strategia terapeutica, il paziente potrebbe essere costretto a subire il suo mal di testa senza un aiuto concreto, con possibilità di trascurare alcune patologie e di creare ulteriori complicazioni e sofferenze. Convivere con il mal di testa vuol dire anche essere adeguatamente informati circa la diagnosi, le possibilità terapeutiche (farmacologiche e/o alternative non farmacologiche), i continui passi avanti della Medicina; vuol dire avere qualcuno a cui chiedere spiegazioni e consigli. Cercando di fornirgli di informazioni utili e corrette circa le caratteristiche del Tuo mal di testa. Questo lo puoi fare anche aiutandoti con il DIARIO DELLA CEFALEA, sul quale annoterai tutte le volte che hai mal di testa, la sua intensità (lieve 1, moderata 2, grave 3), la sua durata, se è accompagnato da qualche sintomo. Segnala se hai individuato qualche sostanza, alimento, situazione che Ti scatena o peggiora il mal di testa. Se sei una donna annota quando hai il ciclo mestruale. Segnala se hai individuato qualche sostanza, alimento, situazione che Ti provoca o peggiora il mal di testa. Non considerare un fatto banale o noioso la compilazione del Diario della Cefalea: esso è in grado di fornire un mucchio di informazioni a chi si occupa di cefalee. Siccome le informazioni che ci interessano sono quelle degli ultimi due-tre mesi, è chiaro che non potrai ricordarle tutte al momento della visita. Perciò, non dimenticare il Diario: ricordati che esso è uno dei mezzi che ci fornisci per cercare di aiutarti. Cerca di rispettare le dosi e le modalità di assunzione dei farmaci consigliati dal medico. Nonostante che i tempi e i comportamenti siano cambiati c è tuttora una discreta percentuale di pazienti con cefalea che non si rivolge al medico. QUANDO CONSULTARE IL MEDICO? Nei casi di cefalee frequenti o gravi, non farlo comporta vari rischi. Tra tutti, basta ricordare il ricorso all automedicazione che è la strada per diventare 4
5 abusatori di farmaci antidolorifici con conseguente cronicizzazione o insorgenza di effetti collaterali; oppure la mancata possibilità di terapie a medio e lungo termine che possono migliorare la qualità di vita. Quindi, alla domanda quando consultare il medico, le nostre risposte sono: Sempre, quando la cefalea è di recente insorgenza, oppure sono bruscamente cambiate le caratteristiche di una cefalea precedente Sempre, quando la cefalea è accompagnata da: febbre, vomito, rigidità del collo, formicolio agli arti, disturbo della parola, disturbo della vista, alterazione della vigilanza o altri segni neurologici Sempre, quando la cefalea è ad esordio improvviso o se si sperimenta la peggiore cefalea mai avuta Sempre, quando ci rendiamo conto di ricorrere frequentemente ad analgesici Sempre, quando ci rendiamo conto che la nostra vita sociale e familiare dipendono dal nostro mal di testa In conclusione prima che con qualsiasi esame, anche il più sofisticato, la cefalea va indagata e inquadrata nelle sue possibilità terapeutiche a livello di colloquio medico-paziente. E necessario far sempre riferimento al Medico Curante, che è una figura indispensabile nel percorso diagnostico di una cefalea: il medico di famiglia potrà valutare se esistono campanelli d allarme per consigliare una visita o un esame urgente; dovrà orientarsi sulla diagnosi e valutare se consigliare al paziente di rivolgersi su sua indicazione ad uno specialista, nei casi di dubbi o problematiche sulla diagnosi per ricevere adeguati consigli sul trattamento delle forme di cefalea più invalidanti. 5
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