PROVINCIA DI PIACENZA

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1 PROVINCIA DI PIACENZA PER LO SVILUPPO E LA QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI EDUCATIVI PER BAMBINI IN ETA 0-3 ANNI ANNO 2002 In attuazione degli indirizzi consiliari triennali di cui all atto C.P. 29/10/01 n. 133 Approvato con atto G.P n. 413 Ufficio Politiche Socio-sanitarie Osservatorio Provinciale delle Politiche Sociali

2 PROGRAMMA PROVINCIALE PER LO SVILUPPO E LA QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI EDUCATIVI PER BAMBINI IN ETA 0 3 ANNI. ANNO 2002 Premessa Il presente programma annuale, relativo ai servizi per l infanzia, è redatto sulla base degli indirizzi generali di programmazione contenuti nel programma provinciale triennale di sviluppo e qualificazione dei servizi educativi per bambini in età 0 3 anni, approvato con delibera consiliare n. 133 del , ed in conformità alle indicazione regionali di cui agli atti C.R. n. 238 del e G.R. n del Il programma, frutto di un percorso di concertazione con tutti i soggetti pubblici e privati operanti sul territorio, è volto a supportare il sistema educativo dei servizi per l infanzia al fine di renderlo effettivamente in grado di offrire una pluralità di risposte alle diverse tipologie di domande nonché di porsi quale centro educativo territoriale per l elaborazione e la promozione di una vera e propria cultura dell infanzia, sollecitando particolare attenzione alla qualità delle prestazioni offerte dai servizi, in forma più omogenea, siano essi pubblici o privati. Le azioni prioritarie di intervento del programma provinciale per il corrente anno 2002, coerentemente con quanto previsto dal programma regionale, sono le seguenti: 1. Estensione dell offerta educativa per i bambini in età 0 3 anni. 2. Consolidamento dei servizi educativi funzionanti attraverso il sostegno alle spese di gestione per: a) nidi d infanzia; b) servizi integrativi. 3. Qualificazione dei servizi: a) coordinamento pedagogico; b) coordinamento pedagogico provinciale; c) formazione permanente degli operatori dei servizi per l infanzia; d) progetti migliorativi. 4. Realizzazione di servizi e azioni sperimentali che prefigurino soluzioni di cura ed educazione dei bambini più differenziate e flessibili rispetto a quelle esistenti: a) educatrice familiare; b) servizi sperimentali.

3 1. Estensione dell offerta educativa per bambini 0 3 anni Obiettivo specifico Aumentare l offerta educativa di servizi per bambini in età 0 3 anni, in una logica di riequilibrio territoriale e di interventi finalizzati a garantire la sicurezza e il benessere degli utenti, tramite contributi per: la costruzione e l arredo di nidi d infanzia e/o di servizi integrativi (Centri per bambini e genitori e Spazi bambini); il completamento funzionale e l arredo di opere già iniziate; l acquisto, il riattamento di stabili e loro pertinenze finalizzati ad accogliere servizi per la prima infanzia; l adeguamento delle strutture già funzionanti all entrata in vigore della L.R. 1/2000, agli standard strutturali stabiliti dalla stessa. Risorse finanziarie Il budget previsto per la Provincia di Piacenza ammonta a ,85. Criteri per la ripartizione delle risorse Allo scopo di evitare una dispersione delle risorse, la spesa minima ammissibile viene determinata dalla Regione: in ,52 per interventi di costruzione o acquisto, compreso l arredo, sia di nidi d infanzia che di servizi integrativi; in ,38 per interventi di riattamento, completamento funzionale, impianto e arredo, sia di nidi d infanzia che di servizi integrativi.

4 Per l adeguamento di strutture già funzionanti agli standard stabiliti della L.R. 1/00 e direttive attuative, verrà riservato fino ad un massimo del 30% delle risorse disponibili, sempre nell ottica della estensione o, quanto meno, del mantenimento dei livelli attuali dell offerta. Nel caso non fosse possibile assegnare completamente le risorse destinate all estensione, la percentuale destinata all adeguamento sarà elevata al 50%. La spesa minima ammissibile, sia nel primo che nel secondo caso, è comprensiva delle spese per indagini e progettazione, calcolate forfettariamente in misura non superiore al 10% dell importo a base d asta e di IVA nonché della quota del 2% per la cassa ingegneri ed architetti. L importo inoltre si intende riferito ad un unico intervento su un solo edificio, anche se ripartito su più appalti. Le spese eventuali di acquisto dell area non sono ammesse a contributo. L importo del finanziamento : potrà variare dal 30% al 50% della spesa ammessa a contributo eventualmente ricalcolata, in sede di impegno di spesa definitivo, in base al costo di aggiudicazione dei lavori, allo scopo di poter riutilizzare tempestivamente le economie eventualmente provenienti dai ribassi d asta; in presenza di particolari situazioni di carenza e a fronte di una forte domanda inevasa, ovvero per la realizzazione di servizi intercomunali, la Provincia si riserva la facoltà di innalzare la percentuale per un singolo intervento fino alla concorrenza del 70% della spesa. I finanziamenti verranno assegnati sulla base dei seguenti elementi: fattibilità dell intervento, anche in considerazione della tempistica della realizzazione; in particolare verranno considerate la capacità di spesa, l immediata disponibilità delle aree interessate, la compatibilità dell intervento con le previsioni urbanistiche e ambientali, e l avvenuta approvazione del progetto definitivo, completo di cronoprogramma generale relativo alla tempistica esecutiva; utenza potenziale rappresentata dai bambini in età 0 3 anni residenti nel Comune richiedente; indice di copertura dei servizi sulle classi di età 0 3 anni; numero di domande di accesso ai servizi e inevase per carenza di posti-bambino. Si rammenta che ai sensi dell art. 28 della L.R. n. 1 del 2000 sugli edifici adibiti a servizi educativi per la prima infanzia realizzati con finanziamenti concessi dalla Regione è istituito vincolo di destinazione per quindici anni.

5 Destinatari dei finanziamenti Comuni, singoli o associati, per la costruzione, l acquisto, il riattamento, l impianto e l arredo dei servizi educativi per la prima infanzia. I Comuni, nell ambito dei fondi loro assegnati, limitatamente al riattamento, impianto e arredo di strutture adibite a servizi educativi per la prima infanzia, possono altresì concedere contributi: a) ad altri soggetti pubblici; b) a soggetti privati, accreditati ai sensi dell art. 19, convenzionati con i Comuni; c) a soggetti privati scelti dai Comuni mediante procedura ad evidenza pubblica. In attesa dell approvazione della Direttiva sulle procedure per l accreditamento i Comuni potranno concedere contributi ai soggetti specificati alle lettere b), c), con le modalità indicate dalla Regione Emilia-Romagna.

6 2. Consolidamento dei servizi già funzionanti attraverso il sostegno alle spese di gestione Obiettivo specifico Sostenere la gestione dei servizi per la prima infanzia attraverso contributi per la gestione dei nidi d infanzia e dei servizi integrativi, così come definiti dagli artt. 2 e 3 dalla Legge regionale 1/00. Risorse finanziarie Il budget previsto per la provincia di Piacenza ammonta a ,41, per i contributi alla gestione dei nidi d infanzia, e ,49, per i contributi alla gestione dei servizi integrativi ai nidi d infanzia. Criteri per la ripartizione delle risorse A) Nidi d infanzia Per i soggetti gestori dei nidi d infanzia l accesso ai contributi per l anno 2002 verrà definito in base: al numero dei bambini iscritti nei nidi d infanzia; al numero dei bambini disabili iscritti nei nidi d infanzia; a situazioni particolari dal punto di vista demografico e geografico; alla valorizzazione di forme associative di Comuni per la gestione di servizi educativi. Anno scolastico di riferimento 2000/2001. B) Servizi integrativi Per i soggetti gestori dei Servizi integrativi d infanzia l accesso ai contributi per l anno 2002 verrà definito in base: al calendario di funzionamento annuale minimo di 8 mesi e all orario di apertura settimanale minimo di tre mezze giornate o, in alternativa, di almeno 6 ore non nella stessa giornata, per i Centri per bambini e genitori ;

7 al calendario annuale minimo di funzionamento dei servizi di 8 mesi e all apertura giornaliera di 5 ore per almeno tre giorni nell arco della settimana, per gli Spazi bambini. I Comuni con popolazione inferiore ai abitanti, potranno accedere ai contributi solo se la fruizione dei servizi integrativi viene consentita anche ad un utenza sovracomunale. Tale condizione non è invece richiesta ai Comuni montano-collinari, data la conformazione del loro territorio. La determinazione dei contributi avverrà in base al numero dei bambini frequentanti per i Centri per bambini e genitori e in base al numero dei bambini iscritti per gli Spazi bambini. Verranno attribuite quote aggiuntive, nel limite delle risorse disponibili, per situazioni particolari quali: servizi operanti in Comuni con totale assenza di altri servizi 0 3 anni; servizi operanti in Comuni montani. Potranno essere concesse quote aggiuntive per i Centri per bambini e genitori con un orario di apertura minimo di 3 volte alla settimana per complessive 9 ore. Anno scolastico di riferimento 2000/2001. Destinatari dei finanziamenti a) Comuni, singoli o associati; b) altri soggetti pubblici; c) soggetti privati, accreditati ai sensi dell art. 19, convenzionati con i Comuni; d) soggetti privati scelti dai Comuni mediante procedura ad evidenza pubblica; In attesa dell approvazione della Direttiva sulle procedure per l accreditamento, potranno essere concessi contributi ai soggetti gestori specificati alle lettere c), d) che già gestivano servizi per la prima infanzia, tramite convenzione o appalto. Tali soggetti dovranno essere muniti di autorizzazione al funzionamento, anche provvisoria, e disporre dei requisiti richiesti dalla L.R. 1/2000 per l accreditamento (art. 19).

8 3. Qualificazione dei servizi Obiettivo generale Sostenere il processo di qualificazione dei servizi attraverso un insieme articolato e differenziato di interventi, in particolare: a) il sostegno a figure di coordinamento pedagogico: a.1) coordinamento pedagogico sovracomunale; a.2) coordinamento pedagogico per aggregazioni di servizi privati convenzionati o in appalto; b) l attivazione di coordinamenti pedagogici provinciali; c) la formazione permanente degli operatori; d) il sostegno a progetti migliorativi. a) Sostegno a figure di coordinamento pedagogico Obiettivo Sostenere la presenza del coordinatore pedagogico riconoscendone l importanza del ruolo e delle funzioni, quale nodo strategico all interno del sistema educativo territoriale, per garantire coerenza e continuità degli interventi sul piano educativo, di omogeneità ed efficienza sul piano organizzativo e gestionale e per concorrere alla definizione degli indirizzi e dei criteri di sviluppo e qualificazione del sistema dei servizi per l infanzia. In attuazione della L.R. 1/2000, tutti i servizi comunali per la prima infanzia devono prevedere la figura del coordinatore pedagogico, con le caratteristiche professionali indicate agli artt. 33 e 34 della stessa legge. Tale requisito che per le strutture private è condizione per l accreditamento e per poter accedere a finanziamenti pubblici rappresenta invece, per le strutture comunali e per quelle gestite da altri soggetti pubblici, una condizione indispensabile per il funzionamento degli stessi servizi (art. 19, comma 1, lett. b e comma 2).

9 La Provincia sostiene la presenza e l utilizzo, in forma associata, del coordinatore pedagogico al fine di incentivarne la presenza in modo stabile su tutto il territorio provinciale, favorendo la collaborazione tra gli Enti Locali e tra essi e i gestori privati per una maggiore efficacia degli interventi e una razionalizzazione delle spese. a.1) Coordinamento pedagogico sovracomunale. Obiettivo specifico Sostenere la presenza e l utilizzo, in forma associata, della figura del coordinatore pedagogico in tutti i territori dei Comuni di minori dimensioni. Risorse finanziarie Il budget previsto per la Provincia di Piacenza ammonta a ,16. Criteri per la ripartizione delle risorse La determinazione dei contributi avverrà sulla base della valutazione dell impegno professionale dei coordinatori pedagogici, in termini di tempo e presenza richiesti per uno svolgimento proficuo delle attività, considerando in particolare: il numero complessivo dei servizi coordinati: nidi d infanzia, servizi integrativi (Centri per bambini e genitori, Spazi bambini) educatrice familiare, servizi sperimentali e scuole dell infanzia. Queste ultime verranno considerate solo laddove siano presenti anche il nido d infanzia e/o servizi integrativi; il numero dei Comuni interessati per ogni area di aggregazione, così come stabilito nell atto di incarico a ciascun coordinatore da parte del Comune capozona. Per evitare una presenza discontinua del coordinatore viene fissato un numero massimo di Comuni (n. 5) da coordinare. Sarà considerata vincolante, per l accesso ai contributi, la partecipazione ai lavori del coordinamento pedagogico provinciale; verrà pure tenuta in considerazione la partecipazione ad attività ed iniziative di studio ed aggiornamento. Anno scolastico di riferimento 2001/2002.

10 Destinatari dei finanziamenti L accesso ai finanziamenti è previsto per i Comuni, sedi di servizi educativi 0 3 anni, con popolazione inferiore a abitanti, così come di seguito specificati: - Comuni associati, con altri Comuni o con gestori privati, individuando un soggetto gestore pubblico capo-zona, come referente e destinatario dei contributi; - Comuni singoli solo se montani o collocati in aree che per la loro estensione comportino un aggravio organizzativo ed economico del servizio. a.2) Coordinamento pedagogico per aggregazioni di servizi privati convenzionati o in appalto Obiettivo specifico Sostenere la presenza e l utilizzo, in forma associata, della figura di coordinatore pedagogico nei servizi per la prima infanzia di soggetti gestori privati convenzionati o in appalto. Risorse finanziarie Il budget previsto per la Provincia di Piacenza ammonta a ,47. Criteri per la ripartizione delle risorse Ai fini di una maggiore produttività degli interventi e per superare situazioni di frammentazione degli stessi, i finanziamenti sono diretti alle aggregazioni di servizi per l infanzia di soggetti privati convenzionati o appaltati (salvo deroga per chi opera in comuni montani) che individuano un soggetto capofila come referente e destinatario dei contributi. La determinazione dei contributi avverrà sulla base della valutazione dell impegno professionale dei coordinatori pedagogici, in termini di tempo e presenze richiesti per un svolgimento proficuo delle attività, considerando in particolare il numero complessivo dei servizi coordinati: nidi d infanzia, servizi integrativi ( Centri per bambini e genitori e Spazi bambini ), servizi sperimentali e scuole dell infanzia paritarie. Queste ultime verranno considerate

11 solo laddove siano presenti il nido d infanzia, comprese le sezioni di nido aggregate a scuole dell infanzia, e/o servizi integrativi o sperimentali. Anno scolastico di riferimento 2001/2002. Destinatari dei finanziamenti - Soggetti gestori privati associati, convenzionati con i Comuni. Soggetti gestori privati singoli, convenzionati con i Comuni, solo se collocati in comuni montani; - soggetti gestori privati associati, scelti dai Comuni mediante procedura ad evidenza pubblica. Soggetti gestori privati scelti dai Comuni mediante procedura ad evidenza pubblica, singoli, solo se collocati in comuni montani. b) Coordinamento pedagogico provinciale Obiettivo specifico Promuovere e sostenere iniziative di scambio, formazione comune e confronto sistematico tra i coordinatori pedagogici operanti a livello provinciale. L intervento si rivolge ai coordinatori di nidi d infanzia, servizi integrativi (Centri per bambini e genitori, Spazi bambini) e sperimentali (educatrice familiare e domiciliare), con un graduale inserimento dei coordinatori delle scuole dell infanzia al fine di avviare il raccordo interistituzionale e la continuità educativa tra i servizi per l infanzia. La finalità è quella di garantire un elaborazione condivisa delle linee più generali dei progetti educativi dei servizi e attivare una verifica comune del processo di qualificazione degli stessi, nonché delle innovazioni e delle sperimentazioni in atto nei diversi Comuni, in una logica di omogeneizzazione degli interventi e di crescita professionale dei coordinatori stessi, in termini di capacità progettuale e di risposta alle esigenze della collettività.

12 Risorse finanziarie Il budget previsto per la Provincia di Piacenza ammonta a ,53. Criteri per la ripartizione delle risorse L intervento prevede la presentazione di un progetto di formazione, di ricerca e di scambio, da parte del Comune capoluogo, referente anche per gli altri gestori di servizi per l infanzia del territorio provinciale che aderiscono al progetto. La Provincia collaborerà con il Comune capoluogo per quanto riguarda l attività promozionale e organizzativa nonché per la sensibilizzazione degli enti gestori alla partecipazione del progetto. Si impegna inoltre a favorire la massima diffusione delle esperienze maturate dal coordinamento pedagogico. Nel progetto si dovranno evidenziare: i Comuni e i coordinatori pedagogici coinvolti nella realizzazione delle attività previste; i contenuti, le modalità organizzative, la tipologia della documentazione e la previsione dei relativi costi per l attuazione del progetto. Saranno riconosciute quali ammissibili le spese per: l ideazione e l attuazione del progetto; la segreteria organizzativa; le spese per docenti, relatori e tutor delle attività formative, ivi compreso il rimborso delle spese di viaggio e ospitalità; il materiale didattico, la produzione, l organizzazione e la diffusione dei materiali di documentazione delle attività svolte e la loro eventuale pubblicazione; le spese per l utilizzo di spazi e attrezzature necessarie allo svolgimento delle attività. Anno scolastico di riferimento 2002/2003. Destinatari dei finanziamenti Comune capoluogo, sulla base del progetto presentato.

13 c) Formazione permanente degli operatori dei servizi educativi per l infanzia Obiettivo specifico Promuovere e sostenere le iniziative di formazione permanente degli operatori dei servizi educativi per la prima infanzia, attuate da soggetti gestori pubblici e privati, mirate alla qualificazione degli interventi e finalizzate anche alla realizzazione del sistema educativo integrato. Incentivare, al fine di una maggiore razionalizzazione delle risorse, la realizzazione nel territorio provinciale di poli formativi che coordinino in modo continuativo le attività di formazione tramite aggregazione di enti gestori. Risorse finanziarie Il budget previsto per la Provincia di Piacenza ammonta a ,27. Criteri per la ripartizione delle risorse Allo scopo di favorire una maggiore razionalizzazione delle risorse e incentivare la realizzazione di poli formativi sul territorio, i progetti formativi dovranno essere presentati dai Comuni o da un Comune capofila, sui quali hanno sede i servizi coinvolti nell attività di formazione, e dovranno prevedere azioni realizzate in forma associata da soggetti gestori pubblici e/o privati, o singola, solo nel caso che nel territorio comunale gestiscano un numero di servizi 0 3 anni, pari o superiore a 7. I progetti formativi presentati dovranno inoltre prevedere: - azioni formative volte al consolidamento ed all arricchimento delle competenze professionali di tutti gli operatori al fine di un adeguata qualificazione del sistema educativo per l infanzia;

14 - il coinvolgimento degli operatori del sistema dei servizi educativi per la prima infanzia, tale da offrire opportunità formative agli operatori comunali dei nidi d infanzia e dei servizi integrativi favorendo altresì la partecipazione degli operatori di servizi educativi privati convenzionati con i Comuni. Potrà essere previsto pure il coinvolgimento degli operatori dei servizi privati autorizzati al funzionamento non convenzionati, al fine di innalzare la qualità dei servizi. - un numero di corsi di formazione non superiore a 4; - un dimensionamento dell aula per ogni corso non inferiore alle 10 non superiore alle 30 persone, con la possibilità di replicare i corsi nei casi in cui l adesione dei partecipanti sia superiore al tetto massimo sopraindicato. A parziale deroga rispetto alla composizione dell aula-tipo, potranno essere approvate iniziative che prevedano fasi formative all interno di un percorso complessivo rivolte a un numero più alto di partecipanti (seminari, stage ecc.); - una durata oraria tale da offrire ad ogni operatore l opportunità di fruire di una formazione sufficientemente adeguata (almeno 20 ore ciascuno). La valutazione dei progetti formativi, e la conseguente determinazione dei contributi, varrà effettuate sia sulla base degli elementi qualitativi sopracitati sia in considerazione della congruenza della spesa in rapporto alle caratteristiche e al dimensionamento dei corsi formativi. Le spese considerate ammissibili potranno riguardare : - i compensi ai relatori/docenti e le relative spese di viaggio e soggiorno; - la produzione di materiali didattici, materiali di consumo e i costi organizzativi (es, affitto sale e/o attrezzature ecc.) - i costi sostenuti dagli Enti locali del territorio comunale, secondo i parametri fissati dalla normativa vigente. Non saranno ammesse spese per acquisto di attrezzature informatiche e/o di ufficio.

15 Al fine di promuovere una corresponsabilità da parte dei soggetti gestori si ritiene importante stabilire una quota minima a carico degli stessi, attraverso risorse proprie, stabilita in una percentuale pari al 20% della spesa totale prevista per l attuazione dei singoli progetti di formazione. Pertanto il contributo eventualmente assegnato verrà ricalcolato, comunque nel limite del finanziamento inizialmente concesso, in sede di rendicontazione, in relazione alla spesa effettivamente sostenuta. Anno scolastico di riferimento 2002/2003. Destinatari dei finanziamenti I contributi verranno erogati sulla base dei progetti presentati dai Comuni a: a) Comuni, singoli o associati; b) altri soggetti pubblici, singoli o associati; c) soggetti privati, singoli o associati, accreditati ai sensi dell art. 19, convenzionati con i Comuni; d) soggetti privati, singoli o associati, scelti dai Comuni mediante procedura ad evidenza pubblica. In attesa dell approvazione della direttiva sulle procedure per l accreditamento, potranno essere concessi contributi ai soggetti gestori specificati alle lettere c), d), che già gestiscono servizi per la prima infanzia, tramite convenzione o appalto, purché tali contributi siano finalizzati agli obiettivi e ai criteri suindicati. I soggetti gestori privati dovranno essere muniti di autorizzazione al funzionamento, anche provvisoria, e disporre dei requisiti richiesti dalla L.R. 1/00 per l accreditamento (art. 19).

16 d) Progetti migliorativi Obiettivo specifico Offrire ai servizi privati autorizzati al funzionamento, ma non convenzionati, un opportunità di qualificazione e di miglioramento dell offerta educativa. Risorse finanziarie Il budget previsto per la Provincia di Piacenza ammonta a 1.588,11. Criteri per la ripartizione delle risorse I finanziamenti verranno erogati sulla base di presentazione di progetti concernenti: - il miglioramento delle modalità di accoglienza dei bambini e dei genitori; - la formazione in servizio degli stessi operatori orientata verso una maggiore consapevolezza del proprio ruolo professionale, in grado, cioè, di elaborare una programmazione delle attività educative da presentare ai genitori. Anno scolastico di riferimento 2002/2003. Qualora il budget previsto non venisse totalmente o parzialmente assegnato verrà destinato a favore del consolidamento dei servizi integrativi già funzionanti attraverso il sostegno alle spese di gestione degli stessi. Destinatari dei finanziamenti Soggetti gestori, autorizzati al funzionamento e non convenzionati.

17 4. Realizzazione di servizi e azioni sperimentali che prefigurino soluzioni di cura e educazione dei bambini più differenziate e flessibili rispetto a quelle esistenti. Obiettivo specifico Ampliare l offerta attraverso risposte maggiormente differenziate e mirate al soddisfacimento di specifiche esigenze dell utenza, personalizzando il più possibile il sistema educativo territoriale. Sostenere progetti il più possibile congruenti ai bisogni dell infanzia e delle famiglie in un ottica di superamento delle liste di attesa, in particolare: a) servizio sperimentale di educatrice familiare; b) servizi sperimentali. Risorse finanziarie Le risorse regionali disponibili per tali interventi per l anno 2002 sono pari ad ,45. La ripartizione tra le Province avverrà sulla base della graduatoria dei progetti predisposta da un nucleo di valutazione costituito da rappresentanti della Regione e di tutte le Province. a) Educatrice familiare Caratteristiche del servizio L educatrice familiare costituisce un nuovo servizio educativo e di cura per i bambini in età da 0 a 3 anni e per le loro famiglie. Tale servizio viene proposto ad integrazione degli altri servizi educativi esistenti nei diversi territori comunali (nidi d infanzia, Centri per bambini e genitori, Spazi bambini) ed introduce una forte connotazione di integrazione tra pubblico e privato, valorizzando al tempo stesso la cultura per l infanzia espressa dal territorio e un protagonismo più diretto delle famiglie nella cura dei propri figli.

18 Le famiglie Il servizio si rivolge a 2 o 3 famiglie (con bambini da 0 a 3 anni) che, mettendosi insieme, scelgono un educatrice, in possesso degli specifici requisiti formativi e professionali previsti dalla Direttiva sui requisiti strutturali e organizzativi dei servizi educativi per la prima infanzia, in attuazione della L.R.1/2000, che si occupa dei bambini presso il domicilio di una delle famiglie, possibilmente a rotazione, ovvero all interno di uno spazio domestico adeguato. L educatrice concorda con i genitori l organizzazione del servizio, le modalità di svolgimento dello stesso e gli impegni reciproci. Le famiglie stabiliscono e formalizzano un regolare contratto di lavoro con l educatrice e dietro presentazione di questo contratto, possono accedere al contributo del Comune secondo le modalità previste dallo stesso. I Comuni I Comuni che intendono attivare la sperimentazione propongono questa forma di servizio alle famiglie con bambini in età 0-3 anni, adottando le necessarie modalità di informazione, di comunicazione, favorendo l incontro e l aggregazione tra genitori. I Comuni che intendono attivare il servizio di educatrice familiare predispongono il progetto per l avvio della sperimentazione, sulla base delle esigenze espresse dalle famiglie, della disponibilità di personale qualificato ed idoneo allo svolgimento di tale servizio e più in generale sulla base dell esistenza delle condizioni per un efficace realizzazione della sperimentazione stessa. Il progetto dovrà altresì riportare: - il contributo diretto del Comune per il servizio, definito secondo criteri di congruenza ed equità rispetto alle rette dei nidi d infanzia; - le modalità previste di supervisione del coordinatore pedagogico comunale; - le modalità previste di formazione permanente delle educatrici e il loro collegamento con il sistema dei servizi per l infanzia presenti sul territorio, in particolare con i Centri per bambini e genitori.

19 Valutazione dei progetti I progetti verranno esaminati, anche ai fini della valutazione della loro ammissibilità, dal nucleo di valutazione sopracitato il quale provvederà a stilare graduatorie provinciali sulla base dei seguenti elementi: - qualità e completezza del progetto, anche in relazione alla promozione dell accesso dei bambini, dei loro genitori e delle educatrici agli altri servizi per l infanzia, nonché alla supervisione della sperimentazione da parte del coordinatore pedagogico del Comune; - la formazione permanente delle educatrici, anche tramite la partecipazione ad iniziative formative rivolte agli educatori degli altri servizi per l infanzia del territorio; - le modalità di informazione delle famiglie sulla disponibilità del servizio e sulle forme di contatto per la costituzione dei gruppi di sperimentazione; - le risorse finanziarie previste per la realizzazione degli interventi, sulla base del numero di famiglie interessate alla sperimentazione e tenuto conto, conseguentemente, degli oneri a carico dei Comuni coinvolti. Le risorse regionali saranno assegnate in base al numero di bambini per i quali sarà svolto il servizio, fino a una massimo di 180,76 mensili a bambino. Destinatari dei finanziamenti Comuni, già sede di servizi 0 3 anni, sulla base dei progetti presentati. b) Servizi sperimentali Criteri per la ripartizione delle risorse Vengono incentivati progetti di servizi sperimentali caratterizzati da maggiore flessibilità per meglio rispondere alle diverse necessità emergenti nel territorio anche al fine di un riequilibrio territoriale dei servizi in un ottica di equo rapporto costi/benefici. Per esigenze di tutela dei bambini e di garanzie della qualità dei servizi i progetti dovranno comunque rispettare le condizioni minime indicate nella deliberazione del Consiglio regionale n. 1390/2000 Direttiva sui requisiti strutturali e organizzativi dei

20 servizi educativi per la prima infanzia, in attuazione della L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 paragrafo 7 e le procedure previste nella deliberazione del Consiglio regionale n. 227/2001 Direttiva sull autorizzazione al funzionamento di servizi educativi per la prima infanzia gestiti da soggetti privati (L.R. 1/2000). Integrazione alla deliberazione del Consiglio regionale 28 febbraio 2000, n sui requisiti strutturali ed organizzativi dei servizi educativi per la prima infanzia, paragrafo 1.1. I progetti andranno concordati preventivamente con Provincia e Regione per una definizione precisa degli stessi, della tempistica prevista per l avvio e per la verifica dell andamento. I progetti concordati verranno presentati alla Provincia e saranno sottoposti al Nucleo di valutazione sopra richiamato che ne valuterà la congruità alla L.R. 1/2000 e alle Direttive attuative n. 1390/00 e n. 227/01. Le risorse regionali potranno coprire fino ad un massimo del 50% della spesa presunta e, per particolari situazioni di carenza di servizi in alcuni ambiti territoriali (es. Comuni montani), potranno concorrere, per ogni singolo intervento, fino a un massimo del 70%. Destinatari dei finanziamenti a. Comuni, anche in forma associata; b. altri soggetti pubblici; c. soggetti privati, accreditati ai sensi dell art. 19, convenzionati con i Comuni; d. soggetti privati scelti dai Comuni mediante procedura ad evidenza pubblica; In attesa dell approvazione della direttiva sulle procedure per l accreditamento, potranno essere concessi contributi ai soggetti gestori specificati alle lettere c), d), che già gestiscono servizi per la prima infanzia, tramite convenzione o appalto. I soggetti dovranno essere muniti di autorizzazione al funzionamento, anche provvisoria, e disporre dei requisiti richiesti dalla legge (art. 19) per l accreditamento.

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