PROPOSTA DI REALIZZAZIONE DI UN CENTRO DI RECUPERO E CONSERVAZIONE FAUNA SELVATICA. "CRAS di Montespertoli"

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1 PROPOSTA DI REALIZZAZIONE DI UN CENTRO DI RECUPERO E CONSERVAZIONE FAUNA SELVATICA "CRAS di Montespertoli" PREMESSA Con la chiusura del Centro di Scienze Naturali di Galceti (Po), la Città Metropolitana di Firenze e la Regione Toscana si sono trovate sprovviste di una struttura in grado di assorbire e gestire, nel centro nord della regione, la maggior parte della fauna omeo ed eteroterma rinvenuta in condizioni di difficoltà od improprie (per motivi legali, sanitari, in caso di animali vaganti, ecc.). Il Centro di Galceti infatti era in grado di accogliere un numero consistente di animali di specie diverse, direttamente da privati o dagli organi preposti (Polizia provinciale e Corpo Forestale dello Stato).In base alla legge 157/92 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma la fauna selvatica omeoterma viene definita come bene indisponibile dello stato e vengono affidate alle Regioni ed alle (ex) Province i compiti di tutelare, monitorare e gestire questo patrimonio. La fauna selvatica non omeoterma e le specie alloctone (libere o detenute in cattività) sono vigilate e protette dalla Convenzione di Washington (C.I.T.E.S.) del La stessa legge quadro 157/92, nell articolo 4, comma 6 stabilisce,: le Regioni emanano norme in ordine al soccorso, alla detenzione temporanea ed alle successiva liberazione di fauna selvatica in difficoltà. Per quanto riguarda la regione Toscana è stata emanata la legge 56 del 6 aprile 2000 Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche : modifiche alla Legge regionale del 23 gennaio 1998 n.7 ed alla Legge regionale 11 aprile 1995, n 49. Nella legge 56/00 la regione Toscana, stabilisce, nell articolo 9 (Centri di conservazione della fauna e della flora selvatiche): comma 1 La regione riconosce i Centri per la conservazione, la riproduzione, il recupero ed il ricovero di specie animali e vegetali di interesse regionale e definisce, secondo quanto previsto dalla lettera e) del comma 1 dell articolo 12 i requisiti strutturali degli stessi, nonché i requisiti organizzativi e strumentali il cui possesso deve essere accertato in capo ai soggetti interessati, anche ai fini dell erogazione di eventuali finanziamenti ; comma 2 I Centri di conservazione della fauna selvatica riconosciuti ai sensi del presente articolo, possono essere riconosciuti anche quali Centri di recupero della fauna selvatica di cui all articolo 38 della legge regionale 3/1994. Tali centri potranno altresì essere organizzati per la detenzione di specie di cui è vietato il rilascio in natura ai sensi della legge del 7 febbraio 1992, numero 150 (Disciplina dei reati relativi, all applicazione in Italia della Convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione, firmata a Washington il 3 marzo 1973, di cui alla legge 19 dicembre 1975, n.847 e del regolamento CEE n. 3626/82 e successive modificazioni, nonché norme per la commercializzazione e la detenzione di esemplari vivi di mammiferi e rettili che possono costituire pericolo per la salute e l incolumità pubblica) e successive modificazioni ed integrazioni delle specie di cui all articolo 5, comma 6, e di quelle

2 sottoposte ad affidamento in custodia ai sensi dell articolo 17, comma 8, della presente legge. Riassumendo: l avifauna e la mammalofauna in difficoltà deve essere soccorsa, trasportata e curata presso strutture specializzate e con determinati requisiti, le specie alloctone confiscate devono pure trovare alloggio in strutture attrezzate e adeguate. Dal 1 agosto 2016 le attività di soccorso fauna selvatica sona passate dall ente Regione Toscana alle tre ASL territoriali (vedi allegato 1). Dal è stata stipulata una convenzione triennale (2016/17/18) tra ASL Centro Toscana e Semia onlus. Attualmente le strutture operanti a livello regionale sono: Centro Recupero Animali Selvatici della Maremma (C.R.A.S.M.), Semproniano (GR) ( CETRAS Empoli (FI) Centro Recupero Uccelli Marini e Acquatici (CRUMA) Livorno La Città metropolitana di Firenze ha avuto in passato una collaborazione con la ASL Centro Toscana e l ordine dei medici veterinari di Firenze ma non ha una struttura specifica in grado di accogliere gli animali che necessitano di riabilitazione a medio e lungo termine. Essendo la ex Provincia di Firenze, con la ex Provincia di Prato, e la piana di Empoli, la zona più densamente popolata e quindi con una potenziale maggior possibilità di interazione tra la popolazione e la fauna selvatica, sarebbe proponibile la creazione di una struttura dedicata in grado di accogliere un numero cospicuo di animali secondo la Legge 7 Febbraio 1992, n. 150 (Legge integrata dal Decreto Legge 12 gennaio 1993, n. 2, convertito, con modificazioni, nella Legge 13 marzo 1993, n. 59 e dalla Legge 9 dicembre 1998, n. 426 e dal Decreto Legislativo 18 maggio 2001 n.275), secondo il DPGR n.38/r del 4 agosto 2011 (Reg. attuazione LR 59/2009 "Norme tutela animali") e nel rispetto delle 5 libertà previste dal Brambell Report (1968). Il testo della legge 150/92 considera con attenzione non solo la pericolosità fisica degli animali ma anche le potenzialità zoonosiche delle specie non domestiche. Se si somma alle disposizioni della 150 la crescente attenzione della comunità scientifica al benessere degli animali nei parchi e negli zoo è auspicabile proporre per il centro nord della Regione Toscana la costruzione di un centro recupero fauna dedicato solamente alla fauna selvatica. LA FAUNA SELVATICA IN DIFFICOLTA A FIRENZE Nella città metropolitana di Firenze il soccorso selvatici è assicurato H24 dalla ASL Centrotoscana che effettua (in passato in sinergia con la Polizia Provinciale di Firenze) il recupero in campo degli animali in difficoltà. La Asl è poi convenzionata nei successivi steps del recupero/riabilitazione degli animali con strutture veterinarie di competenza che hanno dato disponibilità al servizio. Manca come accennato una struttura di riabilitazione/recupero in grado di accogliere tutte le specie in condizioni idonee. Questa collaborazione tra Enti e professionisti ha pure permesso di imbastire un database degli animali recuperati

3 per assicurarne la tracciabilità, affrontare per la prima volta un analisi delle risorse spese per il recupero, raccogliere ed elaborare dati scientifici ed infine visualizzare, in supporto al lavoro dei biologi e dei faunisti la distribuzione delle specie e la loro interazione con la popolazione. In media di possono considerare coinvolti nel soccorso: - Circa 250 ungulati all anno (oltre 200 caprioli investiti) - 20 grossi carnivori (tassi volpi) - 60 insettivori (ricci-chirotteri-roditori istricomorfi) - 30/40 roditori (lepri-ghiri-scoiattoli) uccelli IL LAVORO DI UN CENTRO DI RECUPERO Il centro di recupero per la fauna selvatica è una struttura che sostiene la regione nel recupero della fauna in difficoltà: sono fondamentalmente due le tipologie di pazienti che necessitano di soccorso: 1) i cosiddetti orfani, cioè piccoli che per svariati motivi perdono la madre o che rinvenuti dai privati, e ritenuti erroneamente tali vengono prelevati dall ambiente naturale. Questi animali necessitano assistenza per terminare il loro processo di sviluppo e strutture adeguate per poter essere reintrodotti natura. 2) Gli animali selvatici adulti incidentati (per il nuovo codice della strada ora è reato il non soccorso, codice aggiornato il 6 maggio 2010, con le modifiche agli articoli 177 e 189 del decreto legislativo n 285 del 1992), avvelenati o con malattie infettive. Questi necessitano di assistenza di personale veterinario qualificato in spazi idonei e dedicati. Ci sono tre compiti sottovalutati fino ad oggi, che potrebbero essere svolti dalle strutture di recupero presenti sul territorio: 1) l attività didattica per il pubblico che dovrebbe essere rivolta sia agli adulti che ai bambini, ai fini di aumentare le conoscenze e la sensibilità del pubblico nei confronti della natura che ci circonda, di avvicinare il pubblico alle attività delle strutture statali, come il Comune, la Regione, le forze dell ordine (l attività didattica è prevista nell articolo 5 della Legge del 20 luglio 2004 n. 189).

4 Foto: esempio di cartellonistica di Centro Recupero Rapaci nel Kentucky che invita i bambini ad aprire le ali per vedere a quale rapace assomigliano. L esercizio aiuta a memorizzare per grandi e piccini le specie dei rapaci. 2) L attività scientifica di ricerca per approfondire le conoscenze biologiche delle specie selvatiche, ancora in gran parte sconosciute, ed per effettuare un monitoraggio sanitario del territorio attraverso lo studio delle eventuali patologie degli animali e degli inquinanti presenti nel corpo degli animali ricoverati. Questa attività necessita del supporto di strutture universitarie ed enti di ricerca. Le strutture attualmente presenti sul territorio producono poca ricerca scientifica in questi campi ( nonostante quantità dei fondi loro erogati), e questo è facilmente verificabile attraverso una ricerca in rete. Questa attività può contribuire a sostenere in maniera consistente la struttura di recupero, attraverso la presenza di tirocinanti, studenti, tesisti e la possibilità di accedere a bandi e concorsi europei, dato che il centro garantirebbe un consistente numero di dati ed animali ricoverati. All attività scientifica si possono abbinare percorsi formative didattici pre e post lauream multidisciplinari aperti a studenti e professionisti di facoltà scientifiche (Scienze Biologiche, Medicina Veterinaria, Agraria, Scienze Faunistiche ecc) sul modello di internship ed externship proposti da strutture all estero. 3) Il monitoraggio ambientale, lavoro che un centro di recupero può svolgere con continuità attraverso la raccolta dei dati biometrici, sanitari e tossicologici degli animali che in esso transitano. UN CRAS A MONTESPERTOLI Dal 2010 la ex Provincia di Firenze e dal 2011 la ex Asl 10 Firenze (come ente incaricato dalla Provincia) hanno chiesto una collaborazione alla sottoscritta come professionista nota nel settore e come medico veterinario dell Ordine dei Medici Veterinari di Firenze e Prato. La ASL 10 infatti ha costruito negli anni un sistema di soccorso 24H degli animali selvatici in difficoltà avvalendosi della collaborazione di veterinari che hanno messo a disposizione per il pronto soccorso della fauna selvatica in difficoltà ambulatori e cliniche veterinarie. La mia abitazione privata con un ettaro di bosco già recintato è stata messa a disposizione per la degenza/riabilitazione degli animali soccorsi e per la riabilitazione degli orfani delle diverse specie: il tempo trascorso gestendo un carico di animali quasi inverosimile con un minimo di risorse messe a disposizione ha reso evidente come sia possibile realizzare nel nostro territorio una struttura che non solo risponda ad un esigenza della Città Metropolitana ma che abbia valenza didattica e scientifica anche a livello regionale/nazionale. Già alcuni lavori scientifici sono stati elaborati e proposti alla comunità scientifica internazionale con il lavoro degli anni passati: Per esempio ad oggi i dati scientifici prodotti dalla rete di soccorso sono: Gelli,D., Lotti,C., Martini,A. The rescue and management of wildlife animals to increase the value of territory and to improve the tourism in Florence Province. Simpozionul Stiintific Octombrie 2012 Focsani, Universitatea Bioterra Bucuresti. Gelli,D., Zanella, A., Corrò, M. Medical aspects in hand rearing Roe Deer (Capreolus capreolus) IX Congr. It. Teriologia; Hystrix, The Italian Journal Of Mammalogy 25 Gelli, D,. Incastrone, G,. Scoccianti, S., Loretti, E. Management of nonesposed fractures in deers by the use of a polyurethane resin impregnate fiberglass tape.

5 La struttura realizzabile si propone di essere: 1) un centro di recupero fauna selvatica con strutture di riabilitazione e lunga degenza; 2) un centro interuniversitario (unico in Italia) in grado di ospitare tirocinanti e tesisti delle varie materie scientifiche (medicina veterinaria, agraria, scienze biologiche, faunistiche, naturali e forestali); Il centro intedisciplinare rappresenterebbe in entità fisica collaborazioni già in atto. 3) Un centro per l alta formazione di personale specializzato (corsi di telenarcosi, gestione sanitaria di fauna selvatica in difficoltà); Esempio: lince europea in check up con gli studenti

6 Esempio: telenarcosi in campo in Capriolo 4) Un centro di censimento fauna che potrebbe lavorare in collaborazione con gli A.T.C. La collaborazione con il mondo venatorio è ritenuta di notevole importanza. Ad esempio è infatti opportuno educare i cittadini alla comprensione dell importanza della caccia di selezione onde cercare di diminuire gli attriti tra la popolazione ed i cacciatori che rappresentano attualmente l unico metodo efficace di controllo delle popolazioni di ungulati selvatici. 5)Un centro sperimentale ove valutare i metodi di contenimento per gli animali Pest o in esubero alternativi all abbattimento 6) Un CESFA dedicato alle specie a rischio della nostra Regione (Centro di Conservazione ex-situ della Fauna Selvatica). Con Dgr 1175/04 la Regione Toscana ha definito i requisiti strutturali, organizzativi e strumentali che i CESFA devono possedere. 7) Un centro didattico con l organizzazione di eventi a tema nel corso dell anno (es. Halloween con i pipistrelli, a maggio con le lucciole la notte delle fate con lezioni di entomologia, camminate a tema botanico, la notte delle streghe con riconoscimento delle voci di rapaci notturni), percorsi a tutti i livelli per le scuole e le persone speciali (portatori di handicap e malati terminali).

7 Esempio (Centro Rapaci statunitense): nel periodo di Halloween potrebbero essere organizzate serate (abbinate a cena in locali del territorio) durante le quali al pubblico si insegna a riconoscere il canto dei rapaci notturni. Esempio: Insect house presso laghetto in parco pubblico a Berlino.

8 A questo proposito verrà anche studiato un percorso didattico tattile/sensoriale per non vedenti ed ipovedenti. Esempio di percorso sensoriale (Parco dell Amiata): lungo il percorso nel bosco sono disseminate cassette di legno apribili nel cui interno si trovano porzioni di tronchi di albero con la descrizione botanica della pianta in Braille.

9 IPOTESI DI PROGETTO CRAS DI MONTESPERTOLI Nella seguente immagine è ipotizzata una pianta della struttura realizzabile. Le voliere e strutture sono distribuite lungo i confini del terreno individuato mentre al centro l uliveto può essere utilizzato come pascolo per gli ungulati. Il bosco nella particella 146 l area di rifugio per gli ungulati.

10 Le particelle 366 e 146 sono le aree destinate al progetto.

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