Capitolo III. Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee del territorio dell Autorità di Bacino della Basilicata

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1 Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee del territorio dell Autorità di Bacino della Basilicata 49

2 3.1 Premessa Il territorio di competenza dell Autorità di Bacino della Basilicata rappresenta un area ricca di risorse idriche sotterranee di buona qualità e ancora oggi poco o per nulla soggette a processi d inquinamento. La gran parte di tali risorse idriche sotterranee trova sede in potenti ed estese idrostrutture carbonatiche, carsificate e fessurate, ed in alcuni significativi acquiferi porosi detritico alluvionali presenti nei fondovalle dei fiumi lucani (es alta Val d Agri) o nella Piana costiera di Metaponto. Gran parte delle acque di circolazione idrica sotterranea vengono a giorno in corrispondenza di numerose sorgenti e sono prelevate sia mediante captazioni alla sorgente sia mediante pozzi. Importanti contributi allo stato conoscitivo dell idrogeologia della Basilicata, della potenzialità e dei caratteri qualitativi delle risorse idriche sotterranee lucane sono stati evidenziati in numerosi studi e ricerche condotti negli ultimi anni nell ambito del Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del CNR. Altri significativi studi idrogeologici sono riportati in alcuni rapporti di ricerca redatti nell ambito di Convenzioni tecnico-scientifiche stipulate tra i dipartimenti dell Università della Basilicata e la Regione Basilicata e/o altri importanti Enti territoriali (Piano di Tutela delle Acque, 2004; Piano d Ambito dell ATO Unico della Regione Basilicata, 2002; al Progetto PRISMAS DIFA UNIBAS Regione Basilicata; progetto AGRIFLUID, 2004; Progetto di Ricerca LaTIBI DIFA). Nel presente capitolo si descrivono in sintesi le caratteristiche geologiche, idrogeologiche e di potenzialità idrica delle principali e più produttive idrostrutture che ricadono all interno del territorio di competenza dell Autorità di Bacino della Basilicata. In particolare, nella prima parte si tratteggiano i principali caratteri geo-strutturali dell Appennino lucano con particolare riferimento a quelli che ne condizionano significativamente l assetto idrogeologico; nella seconda parte si riportano sia i principali caratteri idrogeologici del territorio lucano che i caratteri idrogeologici e di potenzialità idrica delle più significative strutture idrogeologiche, oltre che un quadro delle principali utilizzazioni idropotabili dei maggiori schemi acquedottistici ricadenti nel territorio dell Autorità di Bacino. A corredo di questo capitolo sono allegate tre tavole in cui sono riportati: i principali complessi idrogeologici del territorio dell Autorità di Bacino (Tavola 1), la delimitazione dei principali bacini idrografici integrati dall ubicazione delle sorgenti e dei pozzi in essi presenti (Tavola 2), la delimitazione delle principali idrostrutture afferenti il territorio dell Autorità di Bacino (Tavola 3). Per quanto riguarda i valori di portata idrica caratterizzanti le numerose e più importanti sorgenti presenti nel territorio lucano, cui si è fatto riferimento in questo capitolo, ci si è avvalsi dei dati contenuti nei principali data base ufficiali (PRA Basilicata, 1987; Piano d Ambito ATO Basilicata, 2002; Boari e Sdao, 2000-Progetto LaTIBI; Civita et al., 2002-Progetto Agrifluid; Mancini e Sole, 2003-PRTA Basilicata 2004) e dei risultati di studi ed indagini condotti nell ambito di ricerche del Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del CNR. Tali valori di portata rappresentano i dati medi relativi alle misure eseguite nei periodi di osservazione riportate nei data base. Da queste si evince che i periodi di osservazione delle portate idriche delle sorgenti non sono omogenei: infatti, in alcuni casi ci si è riferiti a dati relativi a misure di portata rilevate in un solo anno, in altri a dati relativi a misure eseguite in alcuni anni di osservazione, in altri ancora a dati medi relativi a misure trentennali di portata. Ciò non consente un esaustiva, omogenea ed aggiornata definizione della potenzialità delle risorse idriche sotterranee disponibili che scaturiscono dalle numerose sorgenti esaminate. Inoltre, nei riferimenti bibliografici utilizzati non sono riportate tutte le sorgenti presenti sul territorio in esame, ma solo (seppur numerose) quelle caratterizzate da portate significative (> 5 l/s) o comunque che ricadono nelle principali idrostrutture lucane. Esistono infatti numerosissime sorgenti che, sebbene siano caratterizzate da portate molto modeste (< 0,5 l/s), non sono censite e che nel complesso costituiscono una significativa risorsa idrica, di cui non si può non tenere conto. 50

3 A fronte degli studi idrogeologici eseguiti e dall analisi di dati di portata relativi alle predette sorgenti (riportati nel data base a corredo delle tavole 1, 2 e3), tenendo anche conto di quanto prima detto circa le sorgenti considerate, è possibile pervenire ad una prima ed approssimata stima complessiva dei volumi idrici medi annui drenati dalle sorgenti afferenti le principali e più produttive idrostrutture carbonatiche ed i diversi bacini idrografici inclusi nell Autorità di Bacino della Basilicata (Tabelle 3.1 e 3.2). Acquifero Portata totale l/s Volume drenato annuo (Mmc) Monti di Lauria 1875,6 59,1 Monte Sirino 627,0 19,8 Alta Valle del Basento 352,1 11,1 Monti di Maratea 694,0 21,9 Madonna del Pollino 384,0 12,1 Alta Val D Agri 552,0 17,4 Monti della Maddalena 2388,9 75,3 Totale 6873,6 216,7 Tabella Portate medie totali e volumi idrici medi annui drenati dalle principali sorgenti presenti nelle più importanti idrostrutture carbonatiche lucane Bacino idrografico Portata totale l/s Volume drenato annuo (Mmc) Bradano 20,3 0,6 Basento 384,6 12,1 Cavone 1,8 0,1 Agri 2619,2 82,6 Sinni 676,3 21,3 Noce 2277,5 71,8 Totale 5979,7 188,5 Tabella Portate medie totali e volumi idrici medi annui drenati dalle sorgenti presenti nei principali bacini idrografici lucani 51

4 3.2 Quadro di sintesi delle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche del territorio dell Autorità di bacino della Basilicata Il territorio di competenza dell Autorità di Bacino della Basilicata comprende parte del segmento campano-lucano dell Arco Appenninico meridionale, che rappresenta un esteso orogene a pieghe e falde di ricoprimento, generatosi a partire dall Oligocene superiore (ca 20 Ma). Esso è costituito da unità tettoniche derivate dalla deformazione dei domini deposizionali mesozoico-terziari del paleomargine della placca africano-adriatica (le successioni di tali domini affiorano ampiamente nel territorio di competenza dell Autorità di Bacino), e in misura minore da unità tettoniche derivanti dalla deformazione di domini oceanici tetidei (successioni pelagiche mesozoico-terziarie localmente associate a gabbri, basalti, serpentiniti, gneiss, localizzate nel settore occidentale del territorio dell Autorità di Bacino). In particolare, le principali successioni stratigrafiche affioranti nel territorio dell Autorità di Bacino, a partire da ovest verso est, sono (figura 3.1): - successioni delle Unità Liguridi, dell Unità del Frido e delle Unità Nord Calabresi, che affiorano ampiamente lungo il confine calabro-lucano (area del Pollino), costituite da depositi argillosi con intercalazioni calcaree ed arenacee e da rocce metamorfiche ed ignee (filadi, quarziti, metabasalti, gneiss,..); - successioni pelitiche mesozoico-terziarie dell Unità Sicilide; - successioni calcareo-dolomitiche mesozoico terziarie dell Unità di Verbicaro, dell Unità dei Monti della Maddalena e dell Unità Alburno Cervati, affioranti prevalentemente nel settore occidentale dell area in esame (area dei M.ti di Lauria, M.ti della Maddalena, area del Pollino); - successioni mesozoico-terziarie delle unità lagonegresi, costituite da depositi marnoso-argillosi, calcareoclastici ed arenacei di ambiente bacinale e, in misura minore, di ambiente di avanfossa, affioranti ampiamente nel settore centro-occidentale del territorio dell Autorità di Bacino; - successioni di thrust top basins rappresentate sia da depositi areanaceo-conglomeratici del Miocene superiore (Flysch di Gorgoglione Auct., ecc) sia da depositi sabbioso-conglomeratici ed argillosi del Pliocene superiore-pleistocene inferiore (bacino di Calvello, bacino di Sant Arcangelo), affioranti nel settore centro-orientale del territorio dell Autorità di Bacino; - successioni argillose e sabbioso-conglomeratiche del Pliocene superiore-pleistocene inferiore dell Avanfossa Bradanica, che si rinvengono nel settore orientale dell Autorità di Bacino; - successione calcaree mesozoico-terziarie dell Unità Apula, che caratterizzano il margine orientale del territorio dell Autorità di Bacino. Dal punto di vista strutturale il settore di catena incluso nel territorio dell Autorità di Bacino della Basilicata è caratterizzato dalla sovrapposizione tettonica delle Unità Liguridi, Unità del Frido, Unità Nord-Calabresi e Unità Sicilide s.s sulle unità carbonatiche dell Unità di Verbicaro, dell Unità dei Monti della Maddalena e dell Unità Alburno-Cervati. Queste ultime a loro volta sono sovrapposte tettonicamente alle successioni lagonegresi. Nel settore frontale le unità della catena ricoprono le successioni del margine interno dell Avanfossa Bradanica. Sulle coltri di ricoprimento che costituiscono il settore di catena in esame poggiano, con contatto stratigrafico discordante, le successioni arenaceo-conglomeratche e sabbioso-conglomeratiche ed argillose dei bacini intrappenninici (thrust top basins, figura 3.1e figura 3.2). Il contatto tra le differenti unità tettoniche si realizza mediante piani di sovrascorrimento con geometria ramp-flat, che danno luogo ad una struttura di tipo embricate fan. Il settore di catena in esame è inoltre caratterizzato da sistemi plicativi ed è dissecato da sistemi di faglie dirette e da sistemi di faglie trascorrenti plio-quaternarie orientate secondo gli andamenti N 120 ±10 (area del Pollino, Alta Val d Agri, area del Bacino di Sant arcangelo), N 50-60, NW-SE. 52

5 Figura Schema geostrutturale dell Appennino meridionale Figura Sezione geologica dell Appennino meridionale, dal Cilento (SW) alla piattaforma apula (NE) (da Prosser et al., 1996) L assetto stratigrafico-strutturale del settore di catena appenninica incluso nel territorio di competenza dell Autorità di Bacino condiziona fortemente l andamento della circolazione idrica sotterranea. Le differenti successioni stratigrafiche che costituiscono le unità stratigrafico strutturali del settore di catena affioranti nell area in esame possono essere raggruppate in complessi idrogeologici caratterizzati da differente tipo e grado di permeabilità (tavola 1): - complesso calcareo ad elevata permeabilità per fatturazione e carsismo (in cui sono comprese le successioni calcaree mesozoico-terziarie dell Unità di Verbicaro, dell Unità dei Monti della Maddalena e dell Unità Alburno Cervati); 53

6 - complesso dolomitico, a permeabilità da media ad alta in relazione allo stato di fratturazione (in cui sono comprese le successioni dolomitiche mesozoico-terziarie dell Unità di Verbicaro, dell Unità dei Monti della Maddalena e dell Unità Alburno Cervati). - complesso calcareo-siliceo a permeabilità variabile da alta a media in relazione allo stato di fratturazione, alla presenza di intercalazione pelitiche ed alla presenza di fenomeni carsici nei livelli lapidei (al suo interno è compresa parte delle successioni delle unità lagonegesi); - complesso delle radiolariti, a permeabilità variabile da media a bassa, in relazione allo stato di fratturazione ed alla presenza di intercalazione pelitiche (al suo interno è inclusa parte delle successioni lagonegresi); - complesso argilloso-marnoso, a permeabilità bassa o nulla (in cui sono incluse tutte le successioni prevalentemente argillose delle unità lagonegresi, sicilidi e liguridi); - complesso arenaceo-conglomeratico, a permeabilità da medio-alta a medio-bassa variabile in relazione allo stato di fratturazione ed alla presenza di intercalazioni pelitiche (in cui sono inclusi i depositi arenacei delle unità lagonegresi e del Flysch di Gorgoglione); - complesso degli argillosciti, a permeabilità molto bassa o nulla (in cui sono incluse parte delle successioni dell Unità Frido e delle Unità Nord Calabresi); - complesso dei metacalcari, a permeabilità da media a bassa, in relazione allo stato di fratturazione ed alla presenza di livelli pelitici (in cui sono incluse parte delle successioni delle Unità Nord Calabresi e liguridi) - complesso delle metamorfiti, che comprende rocce metamorfiche rappresentate da gneiss, serpentiniti, metabasalti appartenenti alle unità interne; - complesso argilloso, a permeabilità da bassa a nulla (in cui sono incluse le successioni argillose dell Avanfossa Bradanica e dei thrust top basins); - complesso sabbioso-conglomeratico, a permeabilità da medio-alta a medio-bassa variabile in relazione allo stato di addensamento e/o cementazione del deposito, alle caratteristiche granulometriche ed in relazione allo stato di fratturazione per i depositi cementati (in questo complesso sono inclusi i depositi sabbioso-conglomeratici dell Avanfossa Bradnica e dei thrust top basins); - complessi dei depositi alluvionali e costieri a permeabilità variabile da medio-bassa a medio-alta in relazione alle caratteristiche granulometriche dei depositi ed allo stato di addensamento del deposito (in questi complessi sono incluse rispettivamente le successioni sabbioso-ghiaiose ed argilloso-sabbiose di riempimento delle piane dei principali corsi d acqua e i depositi sabbioso-ghiaiosi costieri). Gli studi ad oggi realizzati hanno evidenziato che le risorse idriche sotterranee dell Autorità di Bacino della Basilicata trovano essenzialmente sede: 1. nelle strutture idrogeologiche carbonatiche ad alta permeabilità per fratturazione e carsismo (tavole 3A-B); 2. negli acquiferi porosi detritico-alluvionali della piana costiera di Metaponto e delle piane dei principali corsi d acqua. Accanto a tali domini idrogeologici, ne esistono altri sicuramente meno significativi dal punto di vista della potenzialità idrica ma che possiedono risorse idriche sotterranee che potrebbero costituire un importante risorsa idrica sotterranea da destinare a particolari momenti di penuria idrica. Ci si riferisce in particolare: a) agli acquiferi sabbioso-conglomeratici ricadenti nel settore centro-orientale dell area in esame, con particolare riferimento a quelli ricadenti nelle porzioni medie e basse dei bacini dei principali fiumi lucani (fiumi Bradano, Basento, Agri e Sinni); b) agli acquiferi detritico-alluvionali presenti nei fondovalle dei principali fiumi lucani o dei bacini fluviolacustri dei Fiumi Noce, ecc.). Le strutture idrogeologiche carbonatiche sono costituite da successioni incluse nel complesso calcalcareo-dolomitiche ed in quello calcareo-siliceo (tavola 1 e tavole 3A-B). 54

7 Nelle idrostrutture costituite da successioni calcareo-dolomitiche, la porzione prevalentemente dolomitica è essenzialmente rappresentata da dolomie e dolomie calcaree ben stratificate e in varia misura fessurate. La porzione calcarea è rappresentata da calcari e calcari dolomitici molto fratturati, stratificati e a luoghi anche intensamente carsificati. In ragione del grado di fessurazione e di carsismo, la permeabilità relativa varia da molto elevata a medio-alta, mentre il coefficiente di infiltrazione potenziale (χ) è dell ordine di 0,90. Nelle idrostrutture costituite dal complesso calcareo-dolomitico sono allocati alcuni fra i principali e più produttivi acquiferi dell area in esame (tavole 3A-B): la struttura idrogeologica del gruppo montuoso del Pollino, le idrostrutture dei Monti di Lauria e di Maratea e alcune delle idrostruttiure dell alta valle del Fiume Agri (idrostruttura dei Monti della Maddalena, di M.Raparo). Le idrostrutture formate da successioni incluse nel complesso calcareo-siliceo sono in genere costituite da: calcari, calcilutiti e calcareniti con liste e noduli di selce, ben stratificati e in varia misura fratturati, con intercalazioni di livelli argilloso-marnosi (Formazione dei Calcari con selce Auct.); diaspri policromi, radiolariti e brecciole calcaree, ben stratificati e fessurati, con intercalazioni di argilliti silicifere scagliose (Scisti Silicei Auct.). Al loro interno il grado di permeabilità varia in ragione dello stato di fessurazione: da medio-alto ad alto nelle successioni dei Calcari con selce; da medio-basso a medio nelle successioni degli Scisti Silicei. Anche il coefficiente di infiltrazione potenziale varia da 0,80 delle successioni dei Calcari con selce a 0,40 nelle successioni degli Scisti Silicei. Alcune idrostrutture carbonatiche significativamente produttive dell Autorità di Bacino della Basilicata sono costituite da successioni riferibili alla formazione dei Calcari con selce; tra queste spiccano, per importanza, la dorsale Monte Volturino Serra di Calvelluzzo (Alta Valle del Fiume Agri), il Monte Sirino, la morfostruttura di Monte Pierfaone-Monte Arioso, in alta Val Basento (tavole 3A-B). Tali idrostrutture carbonatiche sono bordate da significativi ed evidenti lineamenti tettonici (faglie e sovrascorrimenti) che spesso le pongono a contatto con successioni argilloso-marnose a più bassa permeabilità relativa, creando le premesse idrogeologiche per la genesi di sorgenti. Tale sorta di cintura meno permeabile fa sì che tali idrostrutture carbonatiche siano ben delimitate, per cui i travasi idrici sotterranei verso altre idrostrutture limitrofe non sono molto significativi. Non di rado tali idrostrutture carbonatiche sono dissecate da importanti lineamenti strutturali, che, costituendo una sorta di spartiacque idrogeologico aperto, frazionano la stessa idrostruttura in più acquiferi. Questi ultimi sono dotati di un proprio bacino idrogeologico e di specifici caratteri idrogeologici e idrodinamici, ma spesso risultano essere fra loro idraulicamente interconnessi con conseguenti travasi idrici sotterranei più o meno cospicui. In queste idrostrutture, la scarsa presenza di significative intercalazioni impermeabili unitamente ad un alto o molto alto grado di permeabilità relativa, per fessurazione e/o per carsismo, implica un elevata infiltrazione efficace potenziale di acque meteoriche che generano cospicue e continue falde idriche di base. La circolazione idrica sotterranea, fortemente influenzata dall assetto geo-strutturale e dallo stato di fessurazione e/o carsismo dell ammasso lapideo, è prevalentemente di tipo freatico e solo a luoghi in pressione. Le acque sotterranee, la cui direzione di deflusso preferenziale è marcatamente governata dalla presenza di lineamenti strutturali, defluiscono all interno delle idrostrutture lungo una rete di fessure, più o meno fitta ed a varia apertura (per es. in situazioni carsiche molto avanzate la circolazione idrica avviene lungo grossi collettori). La discarica della falda idrica sotterranea avviene quasi sempre in corrispondenza di sorgenti o di fronti sorgentizi, la gran parte dei quali, almeno quelli più importanti, sono collocati lungo i bordi delle idrostrutture, in corrispondenza di importanti lineamenti tettonici. 55

8 In termini quantitativi, i volumi drenati dalle sorgenti delle principali idrostrutture carbonatiche dell area in esame (tenendo solo conto di quelle censite e con portate superiori a 1 l/s) ammonta a circa 7 mc/s pari ad un volume annuo di circa 216 Mmc/anno (tabella 3.1). Tali significativi volumi di acqua sotterranea vengono a giorno in corrispondenza di almeno 153 sorgenti principali, non uniformemente distribuite, e di un gran numero di sorgenti con portate modeste, spesso inferiori a 1 l/s. La gran parte delle sorgenti principali, specie quelle interessate da sistemi di captazione, mostrano tutto sommato una certa continuità di portata idrica e un buon indice di variabilità di Meinzer (cioè mediamente non si osservano grossi scarti fra le portate massima e minima annuale). Vale la pena evidenziare che anche in Basilicata, come peraltro in tutto il bacino del Mediterraneo, negli ultimi anni decenni si è assistito ad una netta e progressiva diminuzione del surplus idrico (intendendo con questo la differenza fra precipitazioni ed evapotraspirazione reale, quindi del volume d acqua sotterranea che potenzialmente alimenta gli acquiferi) legato a cambiamenti climatici evidenziati dalla variazione del regime delle precipitazioni (precipitazioni più intense concentrate in periodi brevi) e da un aumento della temperatura. Ciò ha comportato una diminuzione dei volumi di infiltrazione efficace con conseguente diminuzione delle portate delle sorgenti e quindi nella disponibilità di risorse idriche sotterranee da destinare ai vari usi: In Basilicata gran parte delle sorgenti, in particolare quelle alimentate dai potenti ed estesi acquiferi carbonatici, mostrano un chiaro trend negativo delle portate sorgive, che riflette il trend delle precipitazioni meteoriche. A titolo di esempio: in Figura 3.3 si riporta la situazione relativa ad una serie di sorgenti dell alta valle del Fiume Agri e alla sorgente di San Michele (alta valle del Basento), in cui è palese detto trend negativo; nella Tabella 3.3 sono confrontati i valori di portata idrica delle sorgenti dell acquifero del Monte Sirino rilevati nel 1937 (S.I., 1937) e nel 1987 (PRA, 1987), in cui è ugualmente certificabile la sensibile diminuzione nei volumi idrici sotterranei drenati. 56

9 por tate medie mensili ( ) anni Figure Variazioni delle portate idriche mensili delle principali sorgenti dell Alta Valle del Fiume Agri nel periodo (in alto) e nella sorgente di San Michele nel periodo (in basso) nell alta valle del Basento Nome acquifero Nome sorgente Portata (l/s) 1937 Portata (l/s) 1987 Monte Sirino Sirino Monte Sirino Timpa di Felci Monte Sirino Bramafarina 19,7 2 Monte Sirino Chiotto 45,0 5,0 Monte Sirino (Sorgituro di) Niella 94,1 52 Monte Sirino Petina Piana 17,6 8,7 Tabella Acquifero carbonatico del Monte Sirino : confronto fra i valori di portate idriche di alcune importanti sorgenti rilevati nel 1937 e nel

10 3.3 Il bilancio idrogeologico delle idrostrutture ricadenti nel territorio dell Autorità di Bacino Le risorse idriche sotterranee (nel seguito indicate come RIS) rappresentano una delle principali georisorse rinnovabili (purtroppo sempre meno rinnovabili a causa di variazioni climatiche, di un uso sconsiderato del territorio e delle stesse RIS); esse forniscono cospicue quantità d acqua per il consumo umano, per l industria, per l agricoltura, ecc. In alcuni casi, peraltro sempre più frequenti (periodi siccitosi), le RIS rappresentano l unico mezzo di sostentamento idrico per le popolazioni e per le attività economiche. Una corretta utilizzazione delle RIS, la messa in campo di adeguate strategie di gestione e di efficaci azioni di salvaguardia e protezione dal degrado quali-quantitativo di corpi idrici sotterranei non possono prescindere da una fedele stima del bilancio idrogeologico della idrostruttura investigata, ovverosia della valutazione dei processi di ricarica attiva e di discarica di acqua sotterranea da un dato sistema idrogeologico, tenendo anche conto delle variazioni di immagazzinamento effettivo delle riserve idriche. La redazione del bilancio idrogeologico globale diretto si basa su accurati studi idrogeologici ed idrodinamici, sull acquisizione ed elaborazione di un gran numero di dati geologici, idrogeologici, climatici, su accurate stime degli afflussi naturali e dei deflussi idrici sotterranei, dei processi di ricarica artificiale (irrigazioni, urbanizzazioni, ecc.), degli eventuali prelievi; particolare importanza riveste anche la conoscenza dei fenomeni di interscambio fra acquiferi confinanti o fra acquifero e corpi idrici superficiali. Tali dati spesso non sono reperibili o quando lo sono essi possono non ricoprire omogeneamente il territorio investigato. Laddove non si è in possesso di tutti i dati necessari e il modello idrogeologico concettuale sia non sufficientemente noto, la valutazione della ricarica attiva (ovverosia il volume di medio annuo di RIS potenzialmente disponibile) di un sistema idrogeologico può essere valutata ricorrendo a tecniche di valutazione inversa (nel senso di Lerner, 1990) ed in particolare alla tecnica di bilancio idrogeologico inverso messa a punto da Civita (1973) ed implementata in un sistema GIS da Civita & De Maio (1997). Tale tecnica di valutazione è stata efficacemente applicata in numerosi casi di studio in Italia ed anche in Basilicata. Qui di seguito saranno sinteticamente tratteggiati i due diversi tipi di approccio diretto ed inverso per la valutazione della ricarica attiva di un acquifero e per la redazione di un bilancio idrogeologico. Successivamente saranno evidenziate sia le attuali difficoltà circa la redazione di un bilancio idrogeologico globale delle idrostrutture ricadenti nel territorio dell Autorità di Bacino della Basilicata, sia i necessari studi, indagini ed azioni di monitoraggio per poter efficacemente pervenire ad una fedele stima dello stesso bilancio. Sulla scorta degli studi idrogeologici fin qui svolti, si propone una tabella riassuntiva e preliminare in cui si riporta, per le principali idrostrutture carbonatiche dell Autorità di Bacino, il bilancio idrogeologico preliminare e i diversi elementi che lo definiscono (tabella 3.4). 58

11 Tabella Stima del Bilancio idrogeologico delle principali idrostrutture afferenti il territorio di competenza dell Autorità di Bacino della Basilicata Principali Idrostrutture lucane Area (km 2 ) Piovosità (m 3 /anno) Evapotraspirazione (m 3 /anno) Piovosità efficace (m 3 /anno) Infiltrazione (m 3 /anno) Ruscellamento (m 3 /anno) Idrostruttura di MarsicoNuovo-Il Monte Substruttura il Monte-Betina Substruttura Manca delle Vespe- M.Cugnone-Occhio (circa 0,8-1) Substruttura marsico Nuovo-S.Giovanni Idrostruttura dei Monti della Maddalena Substruttura Capocavolo Aggia Substruttura Oscuriello-Scuro Amoroso Substruttura Vanzi-Vattinieri Substruttura Santino Substruttura Salici-Carpineta Substruttura Lupara Substruttura S. Stefano Idrostrutture minori area di Moliterno Idrostruttura AcquaViva Idrostruttura di M.Lagarone-Sorgituro Idrostruttura Arsiene Idrostruttura La Fabbricata Idrostruttura M.Raparo-Varcolaino- Prastiolo Idrostruttura M.Calvello-M.Volturino Substruttura M.Calvelluzzo-Capo d Agri- Curvino Substruttura M.Volturino-Molinara-Bocca dell Acqua Substruttura M.S.Nicola-Capano-Galaino Idrostruttura Il Monte-Peschiera di Pedale Idrostruttura M.Caldarosa-M.S.Enoc-Alli Idrostruttura di Viggiano-S.Giovanni Idrostruttura Pollino/Substruttura Madonna del Pollino Idrostruttura dei Monti di Maratea Periodo di riferimento 59

12 Substruttura M.Crivo Substruttura di Serra di Castrocucco Substruttura M.Rotonda-M.S.Angelo Idrostruttura di Monte Sirino / , e portate storiche /1998 (da Monaco e Panetta) Substruttura M.Sirino s.s. Substruttura M.di Papa Substruttura Serra Orticosa Idrostruttura dell Alta Val Basento Substruttura di M.Pierfaone Substruttura San Michele Substruttura di M.Arioso-Serra Giumentaro Substruttura La Cerchiara Substruttura di Serra della Criva Idrostruttura dei M.ti di Lauria N.D. Substruttura di Serra San Filippo Substruttura di Lauria Substruttura di M.Fossino Substruttura di M.Rossino Substruttura dei M.ti La Spina e Zaccana 60

13 3.3.1 Metodologia di valutazione del bilancio idrogeologico globale Pur rimandando alla nutrita letteratura idrogeologica e ai suoi numerosi manuali, qui di seguito si tratteggeranno in sintesi la procedura di valutazione diretta dei diversi elementi che costituiscono un bilancio idrogeologico globale (tabella 3.5), intendendo con questo termine la valutazione quantitativa dei processi di ricarica attiva (alimentazione naturale e/o ricarica artificiale) e di discarica (prelievi e deflussi) di acqua sotterranea da un dato sistema idrogeologico, tenendo anche conto delle variazioni di immagazzinamento effettivo delle riserve idriche. Nel caso di un idrostruttura ben definita ed idrogeologicamente isolata (cioè senza travasi idrici verso acquiferi limitrofi), la cui alimentazione è essenzialmente legata agli afflussi meteorici, per la valutazione del bilancio, ci si può riferire alla ben nota relazione: P= Er + I e + R Dove P sono gli afflussi meteorici, Er è l evapotraspirazione reale, I e è l infiltrazione o ricarica attiva dell acquifero (rappresenta la risorsa idrica sotterranea che defluisce nell idrostruttura) e R è il deflusso idrico superficiale, espressi in mm/a. In particolare il deflusso idrico globale (D g ), espresso in mm/a di altezza d acqua, è dato da: D g = R + I Lo stesso deflusso idrico globale (espresso in mc/s) è dato: Qt= Qs + Qw dove: Qt è la portata che defluisce globalmente (in mc/s); Qs è la portata che defluisce in superficie (in mc/s); Qw è la portata che defluisce nel sottosuolo (in mc/s). Il parametro Qt (o D g ) rappresenta la potenzialità idrica totale del territorio che viene esaminato cioè il massimo volume d acqua (superficiale o sotterranea) teoricamente utilizzabile. D altra parte il deflusso idrico globale (D g ) è dato da: D g = P - Er mentre quello sotterraneo è dato da I e = P (ER + R) dove I e è l infiltrazione efficace che costituisce anche l entità della ricarica media dell acquifero. Tale procedura di valutazione è da ritenersi speditiva e i risultati sono da considerare approssimativi. Infatti, in realtà oltre agli apporti idrici diretti si hanno sovente: afflussi più o meno significativi dovuti a processi di ricarica artificiale (irrigazioni, urbanizzazioni, ecc.), a fenomeni di interscambio idrico fra acquiferi confinanti o fra acquifero e corpi idrici superficiali (tabella 3.5); efflussi dovuti a deflussi sorgentizi, ad eventuali prelievi artificiali non restituiti all interno del sistema; a perdite idriche verso sistemi idrogeologici confinanti; a variazioni a breve medio termine delle riserve idrogeologiche; ecc.. Pertanto, identificato il sistema idrogeologico e il periodo temporale di riferimento, per una esaustiva valutazione del bilancio idrogeologico globale si deve tener necessariamente conto di tutte le entrate e le uscite dallo stesso sistema idrogeologico, i cui elementi fondamentali sono riportati nella tabella

14 Tenendo conto di tutti gli afflussi, il deflusso idrico globale (D g ) espresso in mm/a è dato da : D g = R + It dove: It = I + A e rappresenta gli apporti idrici totali (o entrate nel sistema idrogeologico), cioè quelli dovuti sia agli afflussi diretti (I) che a quelli indiretti (A). Analogamente il deflusso globale espresso in mc/s diventa: Qt= Qs + Qwt dove Qwt = Qw + QA e rappresenta la portata sotterranea totale, cioè quella dovuta sia agli apporti idrici diretti (Qw) che indiretti (QA). Affinché il bilancio risulti in pareggio, il deflusso sotterraneo totale (It = Qwt) deve corrispondere alle uscite idriche totali (U = Qu) dal dominio idrogeologico (in mm/a o in 106 mc/a). Queste uscite sono rappresentate sia dagli efflussi naturali che dai prelievi (tabella 3.5). Il bilancio si considera in pareggio quando la differenza tra il deflusso sotterraneo totale (It = Qwt) e le uscite idriche totali (U = Qu) è inferiore al 10% circa del valore di It. In definitiva si ha: deflusso sotterraneo totale (It = Qwt) = uscite idriche totali (Ut = Qu) ± w dove w corrisponde alle variazioni delle riserve idriche sotterranee in più o meno rispetto agli afflussi per le suddette condizioni di equilibrio. Tabella Elementi che concorrono a generare gli afflussi idrici sotterranei totali e gli efflussi idrici sotterranei totali che definiscono il bilancio idrogeologico globale di un sistema idrogeologico (da Civita, 2005) 62

15 3.3.2 Valutazione della ricarica attiva di un acquifero con la tecnica del bilancio idrogeologico inverso Nel caso di idrostrutture per le quali non è disponibile un accurata ed esaustiva banca dati degli elementi e dei parametri necessari che concorrono alla valutazione del bilancio idrogeologico globale o non è sufficientemente noto il modello idrogeologico concettuale, la valutazione della ricarica attiva può essere acquisita utilizzando tecniche di valutazione inversa, nel senso di Lerner et al.,(1990), ed in particolare quella messa a punto da Civita (1973) ed implementata in un sistema GIS da Civita & De Maio (1997, Figura 3.4), nota come bilancio idrogeologico inverso. Tale tecnica consiste in un modello numerico che permette, sulla scorta di elaborazioni di dati non difficilmente acquisibili, di stimare con sufficiente affidabilità la ricarica attiva media annua (ovverosia il volume medio annuo di risorse idriche sotterranee potenzialmente disponibili) di una determinata struttura idrogeologica. In tale modello, che sarà sinteticamente descritto, la ricarica attiva media annua (i.e. infiltrazione efficace - I) è valutata dalla piovosità efficace e dal coefficiente di infiltrazione potenziale (χ) determinato dai caratteri litologici ed idrogeologici superficiali. I risultati conseguiti con l applicazione di tale tecnica vengono, qualora possibile, confrontati con i dati di deflusso sorgentizio, anche se sommari, o sono utilizzati per una stima della potenzialità idrica del sistema idrogeologico investigato. Le diverse fasi ed operazioni che costituiscono la metodologia del bilancio idrogeologico inverso sono schematizzate nella Figura e sono di seguito sintetizzate. Carta geologica Carta geolitologica Suddivisione in celle quadrate di 240 m di la to Quota e media decennale ( ) delle precipitazioni e delle temperature med ie rilevate alle stazioni esistenti nella zona D e te r m in a z io n e della quota media di ciascuna cella med iante l utilizzo del DTM relativo all area d interesse C o rre la zio n e statistica Quote/precipitazioni e Quote/temperature T a b e lle d e i χ Per ciascuna cella P ER =Q Q * χ = I Q I = R Calcolo delle equazioni Precipitazioni/quote e Temperature/quote Σ Ι = R I S Σ R = RS Calcolo dell evapotraspirazione reale secondo il modello di Turc: E r = P P 2 L 2 L= Tc Tc 3 Figura Diagramma di flusso della metodologia di valutazione del bilancio idrogeologico inverso (da Civita & De Maio, 1997) Per l applicazione di tale tecnica, l area di interesse viene discretizzata con una griglia regolare di celle; per ogni singola cella (EFQ), la valutazione della ricarica attiva media annua (I) discenda da una serie di operazioni di seguito elencate: 1 posizionamento georeferenziato delle stazioni pluviometriche e termometriche esistenti all interno e all esterno immediato del territorio di interesse; 63

16 2 selezione, validazione e omogeneizzazione delle serie storiche di dati termo-pluviometrici relative a periodi isocroni sufficientemente lunghi (10-20 anni); 3 calcolo delle medie mensili e annue interannuali dei dati pluviometrici e termometrici rilevati in ciascuna stazione climatica georeferenziata; 4 stima delle temperature corrette (Tc) medie annue interannuali in funzione della piovosità mediante la formula: T c Pi T i = P i in cui P i è la piovosità media mensile (mm) e Ti è la temperatura media mensile ( C); 5 calcolo delle equazioni piovosità-quota [P = f(q)] e temperatura corretta-quota [Tc = f(q)]. Note le suddette equazioni valide per tutto il territorio di interesse, la procedura di valutazione, applicata ad ogni singola cella individuata, è la seguente: 6 calcolo della quota media (q) di ogni singola cella mediante l utilizzo di un DTM (digital terrain model) relativo all area di interesse; 7 calcolo per ogni cella, utilizzando le relazioni [P = f(q)] e [Tc = f(q)], della piovosità specifica (P) e della temperatura corretta Tc; 8 calcolo del tasso di evapotraspirazione reale Er per ogni cella secondo il modello empirico di Turc; 9 stima della precipitazione efficaci specifica media annua (Q) Q = P - Er (mm/a) 10 identificazione del coefficiente di infiltrazione potenziale χ (variabile tra 0 e 1) stimato in base alla litologia superficiale del complesso idrogeologico, all acclività della superficie topografica, all indice di fratturazione, all indice di carsismo, alla presenza o meno di suolo; 11 calcolo dell infiltrazione media interannuale I (ricarica attiva specifica media) ottenuta moltiplicando: nel caso di roccia nuda, il valore della precipitazione efficace Q per il valore di χ r che compete a ciascuna cella, cioé: I = Q χ (mm/a) r nel caso di presenza di suolo, il valore della precipitazione totale P per il valore di χ s del suolo ricadente nella cella, cioè: I = P χ (mm/a) s 12 calcolo del ruscellamento specifico R per differenza tra le precipitazioni efficaci e l infiltrazione cioè: R = Q I (mm/a) 13 calcolo della ricarica attiva media annua e del ruscellamento di tutta l area di interesse per sommatoria dei parametri suddetti relativi ad ogni singola cella; interpretazione delle diverse componenti del bilancio idrogeologico. 64

17 3.3.3 Stima del bilancio idrogeologico delle idrostrutture ricadenti nel territorio dell Autorità di Bacino della Basilicata A fronte di quanto precedentemente detto, ad oggi con gli studi e i dati fin qui acquisiti, non si è in grado di redigere, per le molteplici e più o meno complesse idrostrutture che compongono il territorio dell Autorità di Bacino della Basilicata, una valutazione del bilancio idrogeologico globale compiuto ed esaustivo; cioè un bilancio che tenga conto di tutte gli elementi, naturali o antropici, che permettono di stimare l entità degli apporti (fenomeni di ricarica) e dei deflussi (uscite) che si generano all interno del sistema idrogeologico. Tale valutazione è tuttavia necessaria per la definizione e la messa in campo di efficaci strategie di utilizzazione, di gestione e di salvaguardia delle RIS. Essa potrà essere ragionevolmente effettuata solo a seguito di circostanziati studi, indagini ed azioni di monitoraggio che coinvolgano le idrostrutture significative, con particolare riferimento a quelle carbonatiche fessurate e carsiche che costituiscono, nel panorama idrogeologico del territorio dell Autorità di Bacino, i più produttivi serbatoi idrici sotterranei. In particolare, tale complesso di azioni deve condurre, per ogni singola idrostruttura investigata, alla circostanziata definizione del modello idrogeologico concettuale e alla fedele stima dell entità dei diversi elementi e parametri di cui alla tabella 3.5. Per quanto riguarda la definizione del modello idrogeologico concettuale che, come è noto, comprende il riconoscimento della distribuzione e delle proprietà idrogeologiche ed idrodinamiche dei complessi rocciosi che formano l idrostruttura, dei relativi caratteri fisici e geometrici, dei processi di ricarica e di deflusso delle acque sotterranee, le proprietà chimico-fisiche delle acque, si rendono necessari: 1 accurati rilievi geologici ed idrogeologici, a scala di dettaglio (1: o 1:10.000), integrati da analisi ed interpretazione di foto aeree, di rilievi geostrutturali della fessurazione, da indagini dirette (pozzi e sondaggi) ed indirette (prospezioni geofisiche ad alta risoluzione); 2 nel caso di idrostrutture molto produttive o idrogeologicamante complesse, i suddetti rilievi prevedono anche prove e prospezioni idrogeologiche in situ (prove di permeabilità, prove con traccianti, misure dei principali parametri chimico-fisici, ecc.); 3 prelievo periodico di campioni d acqua da destinare a prove di laboratorio per la stima dei relativi parametri chimico-fisici ed isotopici. Per quanto riguarda la stima dell entità dei diversi termini (afflussi totale e deflussi totali, tabella 3.5) del bilancio, si deve procedere alla redazione di banche dati storiche estese su un congruo periodo di tempo, aggiornabili in tempo reale. In particolare, tali banche dati devono essere il frutto dell acquisizione e dell elaborazione: - di dati di portata delle sorgenti continui (in mancanza almeno mensili) e relativi ad almeno 10 anni; - di dati meteo-climatici (pioggia, temperatura, umidità dell aria, ecc.) isocroni con i dati storici di portata sorgentizia; - di dati, almeno con cadenza mensile, di deflusso idrico superficiale misurato in corrispondenza di sezioni presenti nei principali corsi d acqua; - di dati relativi all entità annua di eventuali prelievi d acqua e dei volumi non restituiti all interno del sistema idrogeologico; - di dati relativi all entità dei volumi d acqua provenienti da ricariche artificiali. Uno dei componenti del bilancio idrogeologico, senza dubbio il più importante, è la stima delle portate sorgentizie. Nel territorio dell Autorità di Bacino della basilicata, fatti salvi alcuni importanti acquiferi carbonatici, per la gran parte delle innumerevoli sorgenti non si è in possesso di un congruo bagaglio di dati di efflussi sorgentizi continui. 65

18 Tale circostanza consiglia la predisposizione e realizzazione di un piano di monitoraggio che preveda l acquisizione in continuo di portate sorgentizie e, in corrispondenza di pozzi, delle variazioni di livello piezometrico. Per quanto riguarda le sorgenti, il controllo dovrebbe interessare, per ogni idrostruttura esaminata,le principali sorgenti in esse aventi sede con portate di almeno 5 l/s e. Per quegli acquiferi di minore consistenza idrica, e ci si riferisce in particolare alle idrostrutture sabbioso-conglomeratiche plioquaternarie (affioranti nella porzione centrale ed orientale del territorio lucano) e a quelle modellate nelle successioni pelagiche arenaceo-conglomeratiche e calcareo-marnose in varia misura fessurate (presenti lungo i principali rilievi appenninici ricadenti nella porzione centrale della Bailicata), la soglia minima di portata delle sorgenti da monitorare è di 1 l/s. Oltre al monitoraggio delle portate sorgive e dei rilievi piezometrici è di fondamentale importanza l attivazione di sistemi di monitoraggio in continuo delle portate prelevate da corpi idrici sotterranei in corrispondenza di sorgenti e pozzi, al fine di poter attuare una corretta gestione delle risorse idriche finalizzata alla salvaguardia delle caratteristiche quantitative e qualitative dei corpi idrici sotterranei. Al momento è stata effettuato un primo censimento delle principali utilizzazioni in atto per uso idropotabile. I dati disponibili in merito alle derivazioni in atto da corpi idrici sotterranei destinate ad altri usi (agricolo, industriale, ecc.) risultano essere poco numerosi e pertanto non consentano di effettuare una stima attendibile delle quantità derivate; questo aspetto sarà oggetto di approfondimento nelle successive fasi di aggiornamento del piano. Dalla distribuzione dei pozzi censiti nell ambito del territorio dell Autorità di Bacino (Taola 2) appare evidente tuttavia che questi risultano essere localizzati prevalentemente in corrispondenza dei fondovalle dei principali corsi d acqua e nell area della piana di Metaponto; nell area dell alta Val d Agri i pozzi sono localizzati nei settori di piana prossimi alle principali idrostrutture carbonatiche, in quanto gli acquiferi dei deposti d riempimento della piana ricevono cospicui travasi provenienti dagliacqifericarbonatici. Pertanto i prelievi in atto in corrispondenza dei pozzi censiti interessano soprattutto gli acquiferi ghiaioso-sabbiosi alluvionali e costieri, oltre che glicquiferi delle principali idrostrutturecarbonatiche. Di seguito si riportano i dati al momento disponibili in merito ai bilanci idrogeologici delle principali idrostrutture ricadenti nel territorio di competenza dell Autorità dii Bacino della Basilicata (tavole 3A-B), quali: 1 idrostruttura calcareo-silicea di Monte Pierfaone-M.Arioso (alta valle del Fiume Basento); 2 idrostrutture carbonatiche dell alta Valle del Fiume Agri, 3 idrostruttura calcareo-silicea del Monte Sirino; 4 Idrostruttura dei Monti di Maratea; 5 Idrostruttura dei Monti di Lauria 6 Idrostruttura di Madonna del Pollino (Gruppo montuoso del Pollino). Per queste idrostrutture, in attesa dei risultati degli studi e monitoraggio, si può procedere ad una valutazione della ricarica attiva media annua ricorrendo alla tecnica del bilancio idrogeologico inverso. Nelle pagine che seguono si riportano i risultati conseguiti in alcuni studi con tale tecnica di valutazione relativamente ad alcune fra le più importanti idrostrutture carbonatiche. Nella tabella 3.4 sono sintetizzati i risultati di quanto fin qui prodotto in tema di valutazione di bilancio idrogeologico e della ricarica attiva media annua dei sistemi acquiferi prima elencati, pur tenendo conto del loro carattere spesso speditivo e preliminare e di altre circostanze (tra le quali spiccano la non omogeneità del periodo temporale di riferimento, la più o meno sufficiente banca dati utilizzata, le diverse tecniche di valutazione). Per ciascuna delle principali idrostrutture carbonatiche è stata effettuata, inoltre, una valutazione dei prelievi ad uso idropotabile che vanno ad alimentare i principali schemi acquedottistici ricadenti nel territorio dell Autorità di Bacino (tabella 3.6). 66

19 Tabella Stima dei volumi prelevati per uso idropotabile dai corpi idrici sotterranei delle principali idrostrutture dell Autorità di Bacino della Basilicata Idrostruttura Substruttura Sorgente Pozzo Monti della Maddalena Il Monte Marsico Nuovo Il Monte Peschiera del Pedale M.Calvello- M.Volturino M.Pierfaone- M..Arioso Sirino Monti di Lauria Aggia Oscuriello Il Monte- Betina M.Calvelluzzo- Capo d Agri- Curvino San Michele La Cerchiara M.Pierfaone Serra Orticosa M.Papa Sirino s.s M.Fossino Monti di Lauria Sorgente Aggia Pozzo Tempe Sorgente Amorosa Sorgente Chiasciumara Sorgente Sorgitora Sorgente Betina Pozzo Peschiera Sorgente Curvino Gruppo sorgivo Capo d Agri Sorgente S.Michele Sorgente Linise Sorgente Fossa Cupa Sorgente Torbido Sorgente Niella Sorgente Chiotto Sorgente Varco della Valle Sorgente Paccione Sorgente Salomone Sorgente Mangosa Caffaro Sorgente Arena Bianca Sorgente Montepesco Gestore Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto alimentato Basento Calastra e Agri Consorzio Agri Basento Camastra Volume medio prelevato Mmc/anno Volume massimo Prelevato Mmc/anno Volume minimo prelevato Mmc/anno , , Infiltrazione efficace Mmc/anno Totale Agri , Agri , Agri , Totale Basento Camastra Basento , Camastra Basento , Camastra Basento , Camastra Totale Acquedotto Basento , Lucano Camastra Brienza Sasso di Castalda Acquedotto Basento Lucano Camastra Acquedotto Basento , Lucano Camastra Totale Acquedotto Torbido , Lucano Maratea Acquedotto Torbido Lucano Maratea Acquedotto Torbido Lucano Maratea Torbido Maratea Acquedotto Lucano Torbido- Maratea Torbido Maratea Totale Frida , Torbido- Maratea Torbido- Maratea Torbido- Maratea , N.D. 67

20 M.Caramola Pollino Monti di Maratea Serra San Filippo M.Rossino M.La Spina- Zaccana Madonna del Pollino M.Crivo M.S.Angelo Sorgente Piano Mancoso Sorgente Santa Maria Sorgente Salice Sorgente Caramola Sorgente Frida Sorgente Parrutta Sorgente San Basile Pozzo Sorgimpiano Sorgente Ondavo Sorgente Fonte del Prete Sorgente Acqua Bianca Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Acquedotto Lucano Torbido- Maratea Torbido- Maratea Torbido Maratea Totale Frida Frida , Torbido- Maratea Torbido- Maratea Torbido- Maratea Torbido- Maratea Torbido- Maratea , , , , N.D Totale

21 3.3.4 Valutazione della ricarica attiva media annua dell idrostruttura calcareo-silicea dell Alta valle del Fiume Basento (dorsale Monte Pierfaone) L idrostruttura di Monte Pierfaone Monte Arioso (tavola 3A) rappresenta una ben definita struttura idrogeologica, costituita prevalentemente da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate riferibili alla formazione dei Calcari con Selce Auct., caratterizzate da un grado di permeabilità da medio ad alto, e da successioni argillose e siltose inglobanti blocchi di carbonati di piattaforma riferibili alla Formazione di Monte Facito. (unità lagonegresi). La presenza di importanti sistemi di faglie, che dissecano la dorsale di M. Pierfaone Monte Arioso, e di successioni stratigrafiche caratterizzate dalla presenza di livelli pelitici che inglobano livellli o blocchi carbonatici a maggiore permeabilità, condiziona l andamento della circolazione idrica sotterranea, determinando la formazione di spartiacque di tipo aperto con conseguente parziale separazione della circolazione idrica. All interno dell idrostruttura di M.Pierfaone-M.Arioso è possibile distinguere sei substrutture, quali: substruttura di Monte Pierfaone, di San Michele, di Monte Arioso, di La Cerchiara e di Serra della Criva (figura 3.5 e tavola 3A), i cui acquiferi presentano propri caratteri idrogeologici e idrodinamici e differenti recapiti della circolazione idrica sotterranea (Gruppo Fossa Cupa per l Acquifero di M.Pierfaone; Gruppo San Michele per l Acquifero di San Michele; Sorgenti Mar di Levante, Pantano di Mar Levante e Croce Camillo per la Substruttura di M.Arioso; Sorgente Linise per l acquifero di La Cerchiara). Gli acquiferi di maggiore estensione e potenzialità sono quelli allocati all interno delle substrutture di Monte Pierfaone, di San Michele e di Monte Arioso, mentre quelli presenti nelle substrutture La Cerchiara e di Serra della Criva sono dotati di minore estensione e di modesta potenzialità idrica. Per l intera idrostruttura di M.Pierfaone-M.Arioso, noto il modello idrogeologico concettuale e acquisiti ed elaborati un congruo bagaglio di dati climatici ed idrogeologici, è stato possibile stimare, applicando la tecnica del bilancio idrogeologico inverso, la relativa ricarica attiva media annua. In particolare, il territorio esaminato è stato suddiviso in celle regolari e quadrate di 240 m di lato, utilizzando un DTM di uguali caratteristiche. Successivamente la procedura di stima è stata applicata ad ogni singola cella. Nelle tabelle 3.7 e 3.8, sono riportati i dati pluviometrici e termometrici medi mensili ed annui relativi alle stazioni pluviometriche considerate, registrati nel periodo Nella Tabella 3.9 sono invece riportati i valori delle temperature corrette medie annue pluriennali (T C ) calcolati per ciascuna stazione in funzione della relativa piovosità. Tale bagaglio di dati climatici ha consentito di individuare le equazioni piovosità - quota e temperatura corretta - quota e le relative rette di interpolazioni riportate nelle figure 3.6 e 3.7, valide per tutta l area di interesse. Successivamente per ogni singola cella, si è proceduto: 1 alla stima della quota media q; 2 all identificazione del coefficiente di infiltrazione potenziale χ sulla scorta dei caratteri idrogeologici superficiali del complesso idrogeologico in essa ricadente, dell'acclività topografica, dell'indice di fratturazione, alla presenza o meno di suolo (tabella 3.10); 3 alla stima della piovosità e della temperatura corretta Tc utilizzando le rette di correlazione P - q e Tc - q precedentemente determinate; 4 al calcolo dell evapotraspirazione reale Er mediante la formula di Turc; 5 quindi, al calcolo degli elementi che concorrono a definire il bilancio idrogeologico e cuioè piovosità efficace Q, infiltrazione efficace I (ricarica attiva media), ruscellamento specifico R. 6 Successivamente, per sommatoria dei contributi relativi alle diverse celle che costituiscono l idrostruttura, sono stati calcolati i valori totali dei predetti elementi di bilancio, riportati in tabella

22 Da questa tabella si evince che il volume medio totale annuo di ricarica attiva dell'idrostruttura carbonatica è dell ordine di Mmc/anno, pari a circa 390 l/s, che rappresenta il 35% della piovosità specifica media annua. Nella tabella 3.12 sono riportati i valori delle portate medie annue e dei volumi medi annui drenati (ricarica media annua misurata) dalle principali sorgenti e gruppi sorgentizi ricadenti all'interno della morfostruttura investigata. Dal rapporto fra la ricarica attiva media annua calcolata (Ic) e quella misurata (Ic), pari a 1.08, si ricava che lo scarto fra il risultato dell applicazione della procedura inversa e la realtà dei fatti è trascurabile, consentendo quindi di ritenere affidabile il bilancio idrogeologico eseguito. Si è quindi effettuata una valutazione dei principali prelievi in atto a scopo idropotabile dall idrostruttura in esame (tabella 3.6). Tali prelievi interessano le sorgenti San Michele, Linise e Fossa Cupa e vanno ad alimentare lo schema acquedottistico Basento-Camastra. Il volume medio annuo prelevato da ciascun punto d acqua è stato calcolato sulla base dei volumi prelevati nel periodo (fonte dati Acquedotto Lucano). Il volume medio annuo prelevato complessivamente dalle tre sorgenti in questo periodo è stato di circa 9,84 Mmc/anno, ma talora sono state raggiunte punte di 11 Mmc/anno. Appare evidente che gran parte del volume di ricarica media annua degli acquiferi dell idrostruttura di M.Pierfaone M.Arioso (12.31 Mmc/anno) viene prelevata solo per gli schemi acquedottistici principali. A tale utilizzazione vanno poi aggiunti i volumi di risorsa idrica sotterranea prelevati da fonti minori e destinati ad altri usi (le valutazioni delle utilizzazioni per altri usi saranno approfondite nelle fasi di aggiornamento del piano). 70

23 Figura Schema idrogeologico degli acquiferi dell alta valle del Fiume Basento. (da Sdao et al., 2003) 1) Complesso calcareo-siliceo: membro molto fessurato; 2) Complesso calcareo-siliceo: membro fessurato; 3) Complesso degli Scisti Silicei; 4) Complesso argilloso-marnoso; 5I Limite idrogeologico dell idrostruttura; 6) Direzioni di preferenziale deflusso della acque sotterranee; 7) Sorgenti; 8) Principali sorgenti captate; 9 Traccia della sezione geologica; 10) Ubicazioni delle stazioni geostrutturali. A) Substruttura di M.Pierfaone; B) Substruttura San Michele; C) Substruttura di M.Arioso-Serra Giumentaro; D)Substruttura Betina; E) Substruttura di Serra della Criva F) Substruttura La Cerchiara Stazioni Quota Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno ms.l.m. Grassano Irsina Potenza S.N.d'Avigliano Tricarico P.S.Gervasiio Marsico N Sellata Media Tabella Dati pluviometrici medi mensili ed annui registrati alle stazioni climatiche presenti nell area e in quelle contermini. 71

24 Stazioni Quota Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno ms.l.m P.s.Gervasio Potenza Tricarico Marsico N Media Tabella Dati termometrici medi mensili ed annui rilevati nelle stazioni presenti nell area investigata e in quelle vicine Stazioni Quota (ms.l.m.) P.S.Gervasio ,3 potenza ,5 Tricarico ,6 Marsico N ,3 Tabella Dati di temperatura corretta (TC) per ciascuna stazione considerata Tc Retta P - quota 1500,0 P( mm/a) 1000,0 500,0 0,0 y = 0,5079x + 373,96 R 2 = 0, q (m s.l.m.) Figura Precipitazioni medie annue registrate nelle stazioni considerate e relativa retta di interpolazione Retta Tc - quota 15 Tc ( C) 10 5 y = -0,0066x + 16,629 R 2 = 0, quota (m s.l.m.) Figura Temperature corrette e relativa retta di interpolazione 72

25 Complesso idrogeologico Valore Calcareo molto fratturato 0.8 Calcareo fratturato 0.7 Siliceo 0.5 Argilloso 0.2 Tabella Complessi idrogeologici dell area e valori del coefficiente di infiltrazione potenziale Fattore Mmc\a l\s piovosità specifica (P) 35, ,5 evapotraspirazione specifica (Er) 17,26 547,3 piovosità efficace specifica (Q) 18,14 572,2 ricarica attiva specifica (I) 12,31 390,3 ruscellamento specifico (R) 5,83 184,9 Tabella Valori dei parametri del bilancio idrogeologico inverso Sorgenti Acquifero Portata media annua (l\s) Gruppo sorgentizio Fossa cupa Acquifero M. Pierfaone (A) 112 Gruppo sorgentizio San Michele Acquifero San Michele (B) 103 Linise Acquifero di La Cerchiara 38 Croce Camillo Acquifero M.Arioso - S.G. (C) 19 Pantano di Mar Levante Acquifero M.Arioso - S.G. (C) 47 Mar di Levante Acquifero M.Arioso - S.G. (C) 6 Betina Acquifero (D) 20 Altre sorgenti minori captate 16 Totale 361 Tabella Efflussi medi annui delle principali sorgenti e gruppi sorgentizi dell'area 73

26 3.3.5 Bilancio idrogeologico dell acquifero di Madonna del Pollino (gruppo montuoso del Pollino) L idrostruttura carbonatica del Pollino (tavola 3B), localizzata a ridosso del limite sud occidentale del territorio di competenza dell Autorità di Bacino della Basilicata, è caratterizzata da acquiferi dotati di elevata potenzialità. L idrostruttura presenta un assetto stratigrafico-strutturale complesso, essendo costituita da più unità tettoniche costituite da successioni calcaree e/o dolomitiche (Unità del Pollino, Unità di Verbicaro, Unità di Timpone Pallone), su cui risultano sovrapposte successioni argillose metamorfosate dell Unità del Frido. La dorsale è inoltre dissecata da un importante sistema di faglie trascorrenti (Sistema del Pollino) ed è delimitata da strutture distensive e compressive, che mettono a contatto le successioni carbonatiche con successioni pelitiche a bassa permeabilità che ne tamponano la circolazione idrica. Tale assetto stratigrafico-strutturale della dorsale del Pollino determina la formazione di importanti spartiacque interni, che delimitano alcune importanti substrutture, caratterizzate da una circolazione idrica con differenti caratteristiche idrodinamiche e propri recapiti, quali: substruttura del Massiccio del Pollino e Substruttura di Madonna del Pollino, che ricadono all interno del territorio di competenza dell Autorità di Bacino della Basilicata; Substruttura di M.Sellaro, Substruttura di Timpone Pallone e Substruttura di M.Maschereto, ricadenti nel territorio di competenza dell Autorità di Bacino della Calabria. La substruttura del Massiccio del Pollino comprende i rilievi che vanno dal M.Pollino alle sorgenti del Mercure. L andamento del deflusso idrico sotterraneo è diretto prevalentemente verso nord-ovest con recapito principale nella Sogente del Mercure (Qm=2050 ). L acquifero carbonatico di Madonna del Pollino è ubicato lungo il versante lucano del gruppo montuoso del Pollino ed alimenta un importante fronte sorgentizio noto come Sorgenti del Frido (figura 3.8) che rappresenta il punto principale di emergenza della falda idrica sotterranea di questa substruttura. Il fronte sorgentizio del Frido è localizzato in corrisponda di un importante elemento strutturale compressivo che determina la sovrapposizione tettonica delle successioni carbonatiche ad elevata permeabilità del Pollino sulle successioni pelitiche a bassa permeabilità dell'unità del Frido. Esso è costituito da 10 diverse polle e si estende per circa 300 m, tra la quota 1025 m s.l.m. e 1035 m s.l.m. Tali sorgenti, in virtù dell assetto strutturale dell area, sono classificabili come sorgenti per soglia di permeabilità sovrimposta; esse fanno capo ad un sistema fessurato e carsificato caratterizzato da un regime idrologico marcatamente condizionato dagli apporti nivo-pluviali. La valutazione del bilancio idrogeologico di tale importante morfostruttura è stata effettuata da Grassi et al., , sulla scorta di una buona conoscenza dei caratteri idrogeologici ed idrodinamici e di abbondanti ed affidabili dati climatici ed idrogeologici. Qui di seguito si sintetizzano i risultati conseguiti con tale valutazione (tabella 3.4). La stima della potenzialità idrica e degli elementi del bilancio idrogeologico è riferita al periodo , periodo per cui si disponeva di dati climatici e di portate sorgentizie omogenei ed isocroni. La potenzialità idrogeologica è stata stimata utilizzando l equazione classica del bilancio idrogeologico: 1 D. GRASSI, S. GRIMALDI, F. SDAO & G. SPILOTRO (1996) - Idrogeologia dell'acquifero carbonatico di Madonna del Pollino (Basilicata). Memorie della Società Geologica Italiana., vol. 51, pp , 10 ff., 2 tabb. - Società Geologica Italiana Roma. 74

27 P = I + R + Evr Da cui Dp = P Evr = Ip + Rp dove: P= precipitazione media annua in mm; Ip= infiltrazione efficace presunta; Rp= ruscellamento presunto; Evr= evapotraspirazione reale calcolata secondo Thornthwaite & Turc; Dp= deflusso idrico presunto; Us= uscite sorgentizie totali. In particolare, per quanto riguarda Ip, si è considerato un coefficiente di infiltrazione potenziale di 0,9 di Dp. L evapotraspirazione è stata calcolata sia con la relazione di Turc che con quella proposta da Thornthwaite & Mather. Nella suddetta relazione non sono tenuti in considerazioni altri elementi che concorrono alla stima del bilancio (tabella.3.5), in quanto la struttura in esame è ben delineata, non riceve apporti idrici esterni, non è soggetta né a ricariche né a prelievi antropici. L infiltrazione efficace presunta (ricarica attiva media annua) è stata confrontata con i volumi idrici drenati dalle sorgenti presenti nell area. Sebbene la gran parte delle acque sotterranee trovano sbocco in corrispondenza del fronte sorgentizio del Frido, rilievi accurati hanno evidenziato che lungo l intero alveo a monte e in corrispondenza dello stesso fronte sorgentizio vi sono emergenze non captate e significative perdite idriche in alveo (valutabili grossomodo in circa l/s), che vanno ad alimenare il deflusso idrico superficilale. Pertanto le uscite sorgentizie totali (Us) sono costituite da quelle rivenienti dalla captazione delle sorgenti del Frido (portata media annua pari a 412 l/s) e da quelle relative alle cosiddette perdite stimabili in l/s). Nelle tabelle 3.13 e 3.14 vengono riportati i risultati del bilancio idrogeologico, calcolati utilizzando le formule di Turc e di Thornthwaite e Mather per la stima dell evapotraspirazione. Dal confronto dei risultati appare evidente che la stima del bilancio per la substruttura di Madonna del Pollino risente dell approssimazione dovuta non solo alla carenza di dati in merito alle serie storiche di portate sorgive, ma anche di approssimazioni dovute a differenti metodologie di valutazione dell evapotraspirazione. Infatti in funzione del tasso di evapotraspirazione il volume di infiltrazione efficace, e quindi la ricarica dell acquifero, varia tra Mmc/anno e Mmc/anno. Anche per l acquifero di Madonna del Pollino è stata effettuata una valutazione dei principali prelievi ad uso idropotabile (tabella 3.6) che vanno ad alimentare, in questo caso lo schema acquedottistico del Frida. Il volume medio annuo prelevato dalla sola sorgente Frida, stimato sulla base dei volumi prelevati nel periodo (fonte Acquedotto Lucano), è stato in genere di 13 Mmc/anno con una punta massima di circa 14 Mmc/anno. 75

28 Figura Schema idrogeologico dell acquifero di Madonna del Pollino. Legenda: 1) Alluvioni recenti ed attuali; 2) Detriti di frana e detriti di falda; 3) Brecce calcaree cementate; 4) Depositi morenici; 5) Flysch argilloso-calcarenitico miocenico; 6) Calcari e calcareniti (Unità del Pollino); 7) Calcari, calcari dolomitici e dolomie (Unità del Pollino); 8) Unità del Frido; 9) Faglia; 10) Sovrascorrimento; 11) Limite stratigrafico; 12) Limite del bacino sotterraneo con interscambi nulli; 13) Limite del bacino sotterraneo con interscambi trascurabili; 14) sorgente minore; 15) Gruppo sorgentizio del Frido; 16) Giacitura degli strati PRECIPITAZIONI (P) mm/a mc/a 1/s EVAPOTRASPIRAZIONE REALE (EVR) (Turc) DEFLUSSO PRESUNTO (Dp = P Evr) INFILTRAZIONE PRESUNTA (Ip = 0.9 Dp) RUSCELLAMENTO PRESUNTO (Rp) USCITE SORGENTIZIE (Us), Tabella Bilancio idrogeologico con stima dell evapotraspirazione secondo Turc 76

29 PRECIPITAZIONI (P) mm/a mc/a 1/s EVAPOTRASPIRAZIONE REALE (EVR) (Thornthwaite & Mather) DEFLUSSO PRESUNTO (Dp = P Evr) INFILTRAZIONE PRESUNTA (Ip = 0.9 Dp) RUSCELLAMENTO PRESUNTO (Rp) USCITE SORGENTIZIE (Us) Tabella Bilancio idrogeologico con stima dell evapotraspirazione secondo Thornthwaite e Mather Bilancio Idrogeologico delle Idrostrutture della Val D Agri Nell area della Val D Agri si rinvengono alcune importanti strutture idrogeologiche (tavola 3A), che comprendono punti d acqua che alimentano alcuni dei principali schemi acquedottistici della Basilicata. I dati inerenti il bilancio idrogeologico delle idrostrutture della Val d Agri sono tratti da Le risorse idriche sotterranee della Val d Agri (2002 ), che riporta i risultati degli studi realizzati per il Progetto Agrifluid ( Valutazione, caratterizzazione e monitoraggio delle risorse idriche sotterranee dell Alta Val d Agri ). La metodologia di valutazione del bilancio idrogeologico utilizzata è stata quella del bilancio idrogeologico inverso (Civita, 1973, 1975; Civita & Nicotera, 1974; Civita et Al., 1983; Civita et Al., 1984; Civita et Al., 1991; Civita et Al., 1994; Civita et Al., 1995), in quanto essa rappresenta la sola metodologia che consente di fornire una stima del potenziale di risorse idriche medie di aree prive o estremamente povere di dati. La ricarica attiva media annua di ognuna delle strutture idrogeologiche o substrutture della Val d Agri è stata calcolata a partire dalla piovosità efficace e dalle condizioni idrogeologiche, che sono espresse dall indice di infiltrazione (χdeterminato in base alle caratteristiche litologiche superficiali (se le rocce sono affioranti o sotto scarsa copertura di suolo) e/o dalle caratteristiche idrauliche del suolo (se questo è potente). I volumi di infiltrazione efficace stimati per ogni idrostruttura sono stati confrontati ai dati d uscita del sistema idrogeologico noto, anche se sommari, per verificare l attendibilità dell elaborazione. Di seguito si descrivono i risultati del bilancio idrogeologico inverso delle principali strutture idrogeologiche della Val d Agri (da Civita et al., Progetto Agrifluid 2002; tabella 3.15). Si riportano, inoltre, per alcuni degli acquiferi principali i dati relativi ai seguenti parametri idrogeologici (da Civita et al Progetto Agrifluid; tabella 3.16): α W0 Wt W TR tmr Coefficiente di esaurimento Volume delle riserve regolatrici all inizio del periodo di esaurimento Volume di riserve effluite nel periodo di esaurimento Capacità di svuotamento del sistema nell anno di riferimento Tasso di rinnovamento delle riserve regolatrici Tempo medio di rinnovamento delle riserve regolatrici 77

30 DT Delay time o tempo di autosostentamento della portata (intervallo temporale nel quale il volume delle riserve presenti nell acquifero potrebbe sostenere una portata sorgiva uguale a quella misurata alla fine del periodo di esaurimento) IW Indice di Immagazzinamento Appare opportuno evidenziare che sia le stime del bilancio idrogeologico inverso che quelle dei principali parametri idrogeologici degli acquiferi allocati nelle strutture o substrutture idrogeologiche devono essere utilizzati con notevole cautela, in quanto le stime sono state effettuate utilizzando dati di portate sorgive poco numerosi, talora anche poco attendibili, distribuiti in intervalli temporali molto ampi. Pertanto le stime della disponibilità idrica per ciascuna idrostruttura o substruttura non riflettono le reali potenzialità degli acquiferi, ma rappresentano valutazioni di massima, spesso sovrastimate, da sottoporre ad attenta verifica. Di seguito si descrivono in sintesi le caratteristiche idrogeologiche delle principali idrostrutture ricedenti nell alta Val d Agri. 78

31 Tabella Risultati del bilancio idrogeologico inverso delle principali strutture e substrutture idrogeologiche della Val d Agri (da Civita et al Progetto Agrifluid, modificata) Idrostrutture Principali della Val d Agri Area (km 2 ) Piovosità (m 3 /anno) Evapotraspirazione (m 3 /anno) Piovosità efficace (m 3 /anno) Infiltrazione (m 3 /anno) Ruscellamento (m 3 /anno) Idrostruttura di MarsicoNuovo-Il Monte Substruttura il Monte-Betina Substruttura Manca delle Vespe-M.Cugnone-Occhio (0,8-1) Substruttura Marsico Nuovo-S.Giovanni Idrostruttura dei Monti della Maddalena Aggia Substruttura Capocavolo Substruttura Oscuriello-Scuro Amoroso Substruttura Vanzi-Vattinieri Substruttura Santino Substruttura Salici-Carpineta Substruttura Lupara Substruttura S. Stefano Idrostrutture minori area di Moliterno Idrostruttura AcquaViva Idrostruttura di M.Lagarone-Sorgituro Idrostruttura Arsiene Idrostruttura La Fabbricata Idrostruttura M.Raparo-Varcolaino-Prastiolo Idrostruttura M.Calvello-M.Volturino Substruttura M.Calvelluzzo-Capo d Agri-Curvino Substruttura M.Volturino-Molinara-Bocca dell Acqua Substruttura M.S.Nicola-Capano-Galaino Idrostruttura Il Monte-Peschiera di Pedale Idrostruttura M.Caldarosa-M.S.Enoc-Alli Idrostruttura di Viggiano-S.Giovanni

32 Tabella Parametri idrodinamici e volumi delle riserve regolatrici delle sorgenti dell Alta Val d Agri (da Civita et al progetto Agrifluid, modificata) Idrostrutture Principali della Val d Agri Sorgente Anno di misura Idrostruttura Marsico Nuovo- Il Monte 12 Substruttura Manca delle Vespe-M.Cugnone- Area (km 2 ) α QR0 (m 3 /s) Occhio Occhio 16 Substruttura Marsico Nuovo San Giovanni San Giovanni MN W0 (Mm 3 ) Wt (Mm 3 ) AW (Mm 3 /a) TR (%) tmr (anni) DT (giorni) IW (mm/a) Idrostruttura dei Monti della Maddalena 2 Substruttura Aggia (Idrostruttura dei Monti della Maddalena) Aggia Substruttura Capo Cavolo Capo Cavolo II Capo Cavolo II Substruttura Santino Capo d Acqua Monaco Santino Pagliarelle Santino Pagliarelle Santino Peschiera Santino Peschiera Santino Substruttura Salici-Carpineta Fontana dei Salici Substruttura Lupara Lupara Substruttura Oscuriello-Scuro Amoroso (Idrostruttura dei Monti della Maddalena) Oscuriello I e II Oscuriello Bassa Scuro Amoroso Scuro Amoroso Scuro Ruscello Substruttura Vanzi Vattinieri Vanzi Vattinieri Idrostrutture minori area di Moliterno 1 Idrostruttura Acqua Viva Acqua Viva Idrostruttura Arsiene Arsiene Idrostruttura M.Raparo-Varco Laino-Prastiolo Prastiolo Varco Laino Sinistra idrografica Idrostruttura di M.Caldarosa-M.S.Enoc-Alli Sorgenti Alli I e II Idrostruttura di M.Calvello-M.Volturino 80

33 4 Sistema acqua Solfata - Substruttura M.S.Nicola- Capano-Galaino Acqua Solfata Substruttura M.Volturino-Molinara - Bocca dell Acqua Bocca dell Acqua Molinara I e II Molinara I Molinara II Molinara Ruscello Substruttura M.S.Nicola-Capano-Galaino Fontana Capano Substruttura M.Calvelluzzo-Capo d Agri-Curvino Curvino (manca Capo d Agri) Idrostruttura Il Monte-Peschiera del Pedale Peschiera del Pedale Peschiera del Pedale α Coefficiente di esaurimento, W0 Volume delle riserve regolatrici all inizio del periodo di esaurimento Wt Volume di riserve effluite nel periodo di esaurimento W Capacità di svuotamento del sistema nell anno di riferimento TR Tasso di rinnovamento delle riserve regolatrici tmr Temp medio di rinnovamento delle riserve regolatrici DT Delay time o tempo di autosostentamento della portata (intervallo temporale nel quale il volume delle riserve presenti nell acquifero potrebbe sostenere una portata sorgiva uguale a quella misurata alla fine del periodo di esaurimento IW Indice di Immagazzinamento 81

34 Le principali idrostrutture in destra idrografica della Val D Agri sono: 1 L idrostruttura di Marsico Nuovo-Il Monte. Questa idrostruttura include i rilievi compresi tra Il Monte, Manca delle Vespe, M.Cugnone e Marsico Nuovo ed è costituita da successioni calcareo-dolomitiche della Formazione dei Calcari con selce e da successioni radiolaritiche ed argilloso-marnose degli Scisti Silicei (Unità di Lagonegro). L assetto strutturale dell area in esame è caratterizzato dalla presenza di più falde sovrapposte dell Unità di Lagonegro, dissecate da sistemi di faglie ad andamento NW-SE, N-S ed W-E. In relazione all assetto stratigrafico-strutturale di quest area e è possibile distinguere leseguenti substrutture, caratterizzate da una circolazione idrica sotterranea con proprie caratteristiche idrodinamiche: - Substruttura Il Monte-Betina - Substruttura Manca delle Vespe-M.Cugnone-Occhio - Substruttura Marsico Nuovo-S.Giovanni. La substruttura Il Monte-Betina è costituita da successioni calcareo-dolomitiche della formazione dei Calcari con Selce, a permeabilità medio-alta, tamponate da successioni pelitiche a bassa permeabilità della Formazione di Monte Facito. La falda di base allocata nell acquifero de il Monte-Betina ha deflusso diretto verso E-SE con recapito principale nella Sorgente Betina (sorgente per soglia permeabilità sottimposta). Dalle poche misure di portata disponibili (n.8 misure di cui 1 del 1928, 1 del 1987 e 5 senza data) si rileva: Qm=15,8, Qmin= 0,51, Qmax= 36,9. Per l anno 2000 è disponibile un unica misura di portata, pari a 11. Dal bilancio idrico stimato sulla base dei pochi dati disponibili (Civita et al., 2002) risulta che il volume medio infiltrato ammonta a 0,686 Mmc/anno. Il volume evacuato dall unica sorgente (censita) è 0,504 Mmc/anno. La differenza che si riscontra tra il valore del volume di infiltrazione efficace e quello del volume evacuato dalle sorgente Betina è probabilmente dovuta all elaborazione di dati poco numerosi e statisticamente non significativi, oltre che alla mancanza di informazioni inerenti le portate di altre sorgenti minori alimentate dalla substruttura. Il volume medio prelevato dalla sorgente Betina (tabella 3.6) è pari a circa 0,16 Mmc/anno (fonte Piano d Ambito-ATO Basilicata, 2002). La Substruttura Manca delle Vespe-M.Cugnone-Occhio è costituita da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate della formazione dei Calcari con selce e da radiolariti successioni radiolaritiche ed argillose degli Scisti Silicei, caratterizzate le prime da permeabilità medio-alta, la seconda da permeabilità mediobassa. L idrostruttura è delimitata verso ovest da una superficie di sovrascorrimento che sovrappone tali successioni a quelle argilloso-marnose del Flysch Galestrino Auct., caratterizzate da permeabilità bassa o nulla. Lungo il margine sud-orientale della substruttura il contatto tra le stesse formazioni si realizza mediante un sistema di faglie ad andamento W-E. Il margine settentrionale dell idrostruttura è delimitato da faglie ad andamento W-E che mettono a contatto le successioni calcareo-dolomitiche con i depositi pelitici della Formazione di Monte Facito, caratterizzati da permeabilità bassa o nulla. La circolazione idrica sotterranea è diretta verso SE ed ha il suo recapito principale nella sorgente Occhio. Anche in questo caso le misure di portata storiche disponibili sono poco numerose (solo 8, di cui 1 del 1933, 3 senza data, 3 del 1965, 1 del 1987) da cui derivano i seguenti dati di portata: Q m= 21,49 l/s; Qmin=14 ; Qmax= 32,6. Le misure disponibili nel periodo sono nove e danno i seguenti dati di portata: Q m= 22,11 l/s; Qmin=14 ; Qmax= 27. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato ammonta a 1,495 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalla sorgente è molto inferiore, dell ordine di 0,693 Mmc/anno. 82

35 Il volume di infiltrazione stimato da Civita et al. (2002, Progetto Agrifluid) è da ritenersi sovrastimato in quanto alla substruttura Manca delle Vespe-M.Cugnone-Occhio sono state attribuite delle aree appartenenti invece all Idsrostruttura dei Monti della Maddalena. Pertanto se si escludono tali aree il volume di infiltrazione efficace non dovrebbe superare 0,8-1,0 Mmc/anno. L ulteriore differenza tra il volume di infiltrazione efficace ed il volume evacuato è da imputare probabilmente alla mancata stima di travasi dall idrostruttura verso i depositi alluvionali dei torrenti aflluenti dell Agri. La Substruttura Marsico Nuovo-S.Giovanni è costituita da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate della formazione dei Calcari con selce, a permeabilità medio-alta. Essa è delimitata da sistemi di faglie ad andamento W-E e N-S che mettono in contatto le successioni calcareo-dolomitiche con quelle argilloso-marnose del Flysch Balestrino Auct. La falda di base della substruttura presenta deflusso idrico sotterraneo diretto prevalentemente alla sorgente San Giovanni di Marsico Nuovo. Le misure di portate storiche disponibili per questa sorgente sono solo 5, da cui risulta una Q m= 7 l/s. Le misure di portata disponibili nel periodo (n.9) indicano: Qm=13 Qmin=4 ; Qmax= 19. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta un volume medio infiltrato pari a 0,285 Mmc/anno. Il Volume evacuato dalla sorgente, stimato sulla base dei dati storici di portata ammonta a 0,252 Mmc/anno, mentre quello stimato sulla base delle misure di portata del ammonta a 0,409 Mmc/anno (Civita et al., 2002). Il valore del volume evacuato dalla sorgente, stimato su dati recenti, risulta essere nettamente superiore rispetto al valore del volume evacuato dalla sorgente, stimato su dati storici, ed al volume di infiltrazione efficace. Civita et al. (2002) attribuiscono il forte incremento di volume evacuato in tempi recenti ad apporti dovuti a pozzi perdenti. 2 L idrostruttura dei Monti della Maddalena comprende la dorsale dei rilievi dei Monti della Maddalena, il cui assetto strutturale è caratterizzato dalla sovrapposizione di più unità tettoniche carbonatiche costituite dalle successioni calcareo-dolomitiche dell Unità Alburno-Cervati e dell Unità dei Monti della Maddalena, sovrapposte alle successioni dell Unità di Lagonegro. La dorsale è inoltre dissecata da sistemi di faglie (dirette, inverse e trascorrenti) ad andamento W-E, NW-SE, NE-SW e N-S. Il complesso assetto stratigrafico-strutturale dell area condiziona fortemente l andamento della circolazione idrica sotterranea, per cui all interno dell idropstruttura dei Monti della Maddalena è possibile distinguere alcune substrutture idrogeologiche, che ospitano acquiferi con caratteristiche idrogeologiche ed idrodinamiche differenti: - Substruttura Santino - Subsruttura Oscuriello-Scuro Amoroso - Substruttura Vanzi Vattinieri - Substruttura Aggia - Substruttura Capo Cavolo - Substruttura S.Stefano - Substruttura Salici-Carpineta - Substruttura Lupara La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Santino, con caratteristiche tipiche di un sistema carsificato, ha i principali recapiti nelle sorgenti: - Capo d Acqua. Le misure di portata storica disponibili sono solo 10 (1 del 1928, 1 del 1933, 2 del 1964, 6 senza data) da cui risulta: Qm=37, Qmax= 116, Qmin=11. Le misure di portata nel periodo sono 10 da cui risultano valori di portata nettamente inferiori: Qm=5,6, Qmax= 11, Qmin=1 - Monaco Santino.Le misure di portate storiche disponibili sono solo 8 (2 del 1928, 2 senza data, 3 del 1965, 1 del 1987) mentre relativamente al periodo sono disponibili 10 misure. I dati di portata 83

36 storici e quelli relativi alle misure più recenti sono simili; da essi risulta: Qm=190, Qmax=282, Qmin= Peschiera Santino. Le misure di portata storiche disponibili sono solo 19 (11 del 1928, 1 del 1929, 1 del 1931, 2 senza data, 3 del 1965, 1 del 1987) da cui risulta: Qm=67,73, Qmax= 160, Qmin=47. Le misure di portata relative al periodo sono 10 da cui risulta: Qm=43,4, Qmax=56, Qmin=29, valori questi inferiori rispetto a quelli derivanti dai dati storici. - Pagliarelle Santino. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 14 (9 del 1928, 2 del 1929, 2 del 1953, 1 del 1987) mentre quelli del periodo sono 10. Dai dati disponibili risultano in genere Qm=24 (storico Qm simile), Qmax= 40, Qmin=11. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato nella substruttura ammonta a 8,914 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti è compreso tra 10,249 Mmc/anno (stimato sulla base dei dati storici delle portate sorgive) e 8,262 Mmc/anno (stimato sulle misure di portata sorgiva più recenti). Al momento non è possibile valutare l attendibilità delle misure storiche di portata sorgiva, che almeno in parte potrebbero essere state sovrastimate. La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Oscuriello-Scuro Amoroso ha come principali recapiti le seguenti sorgenti: - Gruppo sorgivo Scuro Amoroso- Scuro Ruscello. Le misure di portate storiche disponibili per la sorgente Scuro Amoroso sono solo 17 (9 del 1928, 3 del 1929, 2 del 1953, 3 del 1965, probabilmente rappresentative dell intero gruppo sogivo) mentre quelle relative al periodo sono 10. Per la sorgente Scuro Ruscello sono disponibili solo 10 misure di portata riferibili al periodo Complessivamente dai dati disponibili per il gruppo sorgivo risultano i seguenti valori di portata: Qm=22 (storico Qm=42 ), Qmax=27 (storico Qmax=70,5 ), Qmin=16 (storico Qmin=11,42 ). - Gruppo Sorgivo Oscuriello. Questo comprende le sorgenti: Oscuriello I, Oscuriello II, Oscuriello bassa. Per la sorgente Oscuriello I (costituita da due emergenze Chiasciumara I e II). le misure di portate storiche disponibili sono 15 (9 del 1928, 4 del 1929, 2 senza data) da cui risulta: Qm=48,6, Qmax=61 Qmin=35. Anche per la sorgente Oscuriello II (o Sorgitura) le misure di portate storiche disponibili sono solo 15 (9 del 1928, 4 del 1929, 2 senza data), da cui risulta: Qm=48,33, Qmax=79, Qmin=27. Per il periodo per le sorgenti Oscuriello I e II sono disponibili 10 misure complessive di portata, da cui risulta: Qm=60,09, Qmax=73, Qmin=40. Per la sorgente Oscuriello bassa sono disponibili 15 misure di portata storiche (9 del 1928, 4 del 1929, 2 senza data), da cui risulta: Qm=48,33, Qmax=79, Qmin=27, mentre le misure di portata disponibili per il periodo sono 4 da cui risulta: Qm=26,75, Qmax=28, Qmin=25. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della Substruttura Oscuriello- Scuro Amoroso ammonta a 5,766 Mmc/anno, il volume evacuato dalle sorgenti è compreso tra 4,383 Mmc/anno (stimato sulla base delle misure di portata storica) e 3,437 Mmc/anno (stimato sulla base delle misure più recenti). La differenza tra il valore del volume infiltrato e quello dei volumi evacuati da sorgenti viene attribuito da Civita et al. (2002) ad una non esatta valutazione dell evapotraspirazione dei bacini di Mandrano e Mandranello, per cui il volume di infiltrazione risulterebbe sovrastimato. La sovrastima potrebbe essere tuttavia dovuta anche ad un sovradimensionamento dell idrostruttura. Parte delle sorgenti del gruppo Oscuriello sono soggette a prelievi ad uso idropotabile, che vanno ad alimentare lo schema acquedottistico dell Agri (tabella 3.6). Il volume medio annuo prelevato, stimato sulla base dei volumi prelevati nel periodo (fonte Acquedotto Lucano), è di circa 2,5 Mmc/anno, con punta massima registrata di circa 2,9 Mmc/anno. 84

37 A questo importante prelievo, vanno aggiunti i prelievi da pozzo o da sorgenti minori, destinati ad altri usi. La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Vanzi-Vattinieri ha il suo recapito principale nella Sorgente Vanzi Vattinieri. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 12 (9 del 1928, 3 del 1929) da cui risulta: Qmedia=66, Qmax=129, Qmin=21. Le misure di portata disponibili per il periodo sono solo 10 (con valori più bassi di quelli rilevati negli anni ), da cui risulta: Qmedia=12,9, Qmax=18, Qmin=11. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della Substruttura Vanzi- Vattinieri ammonta a 2,662 Mmc/anno, il volume evacuato dalle sorgenti è compreso tra 1,955 Mmc/anno (stima effettuata su dati storici di portata sorgiva) e 0,409 Mmc/anno (stima effettuata su dati recenti di portata sorgiva). La differenza tra i volumi di infiltrazione e quelli evacuati dalla sorgente potrebbe essere legata ad una non esatta delimitazione della struttura (sovradimensionamento) con conseguente sovrastima dei volumi infiltrati. La rilevante differenza esistente tra i volumi evacuati dalla sorgente nel periodo e nel periodo potrebbe essere dovuta sia a differenze dei metodi di rilevazione delle misure stesse sia alla presenza di opere di derivazione attestate nello stesso acquifero che alimenta la sorgente. La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Aggia recapita verso un unica sorgente principale, la sorgente Aggia. Le misure di portate storiche disponibili sono 23 (11 del 1928, 1 del 1929, 3 del 1931, 2 del 1932, 3 del 1953, 3 senza data), da cui risulta: Qm=295, Qmax=629, Qmin=192. Negli anni è stata realizzata una sola misura di portata (febbraio 2001) pari a 185. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della Substruttura Aggia ammonta a 7,347 Mmc/anno, il volume evacuato dalla sorgente è di circa 9,271 Mmc/anno. La differenza tra il volume di infiltrazione efficace e il volume evacuato dalla sorgente potrebbe essere dovuto ad un non esatto dimensionamento della substruttura, con conseguente sottostima dell infiltrazione efficace. Tuttavia il valore del volume evacuato dalle sorgenti potrebbe essere sovrastimato, tenuto conto della scarsa attendibilità delle misure storiche di portata. I principali prelievi ad uso idropotabile che interessano l acquifero della substruttura Aggia sono localizzati in corrispondenza della sorgente Aggia e del pozzo Tempe. Tali prelievi vanno ad alimentare lo schema acquedottistico Basento-Camastra. Il volume medio annuo prelevato complessivamente dai due punti d acqua, stimato sulla base dei volumi prelevati nel periodo (fonte Acquedotto Lucano) risultano essere di circa 7,9 Mmc/anno, con una punta massima registrata di 10,2 Mmc/anno. Appare evidente che i volumi prelevati per solo uso idropotabile equiparano il volume di ricarica media annua dell acquifero; in alcuni casi i prelievi superano sono stai superiori alla ricarica. La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Capo Cavolo ha due principali recapiti sorgivi: Capo Cavolo I e Capo Cavolo II. I dati di portata relativi alla sorgente Capo Cavolo I si riferiscono ad un unica misura del 04/01/01 con Q=16. Per quanto riguarda la sorgente Capo Cavolo II le misure di portate storiche disponibili sono 23 (2 del 1928, 5 del 1929, 6 del 1930, 1 del 1931, 1 del 1932, 4 senza data, 3 del 1953, 1 del 1987) da cui risulta: Qm=962, Qmax=1205, Qmin=612. Le misure effettuate nel periodo (n.10) danno valori di portata inferiori: Qm=710,5, Qmax=785, Qmin=611. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura Capo Cavolo ammonta a 19,627 Mmc/anno, il volume evacuato dalle sorgenti varia da 30,337 Mmc/anno 85

38 (stimato su dati storici di portata sorgiva) a 22,895 Mmc/anno (valore calcolato sulla base dei dati recenti delle portate sorgive). La differenza di valori tra il volume medio di infiltrazione e il volume evacuato dalle sorgenti negli anni potrebbe essere dovuto ad un non esatto dimensionamento dell idrostruttura (sottodimensionata rispetto alla substruttura Lupara, con conseguente sottostima del volume di infiltrazione). Il valore del volume evacuato dalle sorgenti stimato sulla base dei dati storici è da utilizzare con cautela in quanto deriva dall elaborazione di dati la cui attendibilità non è verificabile (non si conoscono infatti le tecniche di rilevazione delle portate). La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Santo Stefano ha come recapito principale la Sorgente Santo Stefano. La portata più recente registrata è di 65 (15/05/01). Le misure di portate storiche disponibili sono solo 7 (1 del 1928, 1 del 1933, 2 senza data, 3 del 1965) da cui risulta: Qmedia = 59,6, Qmax= 67,7 e Qmin=33,8. Nel 1987 sarebbe stata registrata una portata di 174, di gran lunga differente da quelle registrate in precedenza e pertanto da considerare poco attendibile. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura Santo Stefano ammonta a 2,025 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalla sorgente è pari a 2,049 Mmc/anno (stimato sulla base delle misure di portata sorgive più recenti). La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Salici-Carpineta ha come principali recapiti le sorgenti: - Fontana dei Salici. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 7 (1 del 1928, 1 del 1933, 4 senza data, 1 del 1987) da cui risulta: Qm=184, Qmax= 347, Qmin=97. Le misure di portata disponibili per il periodo sono 10 da cui risulta: Qm=119,3, Qmax=134, Qmin=92. Tali valori di portata sorgiva risultano essere più bassi rispetto a quelli delle portate storiche. - Carpineta. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 6 (2 del 1961, 3 del 1965, 1 del 1987), da cui risulta: Qm=66,5, Qmax= 80,7, Qmin=52,9. Le misure di portata disponibili per il periodo sono solo 3 e indicano: Qm=49, Qmax= 51, Qmin=47. Anche in questo caso le portate recenti risultano più basse di quelle rilevate in epoche pecedenti. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura Salici Carpineta ammonta a 4,151 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti varia da 7,852 Mmc/anno (stima effettuata su misure storiche di portata sorgiva) e 5,298 Mmc/anno (stima riferita alle misure più recenti). La differenza tra il volume di infiltrazione efficace e quello evacuato dalle due sorgenti in epoche recenti potrebbe essere messa in relazione ad una sottostima delle precipitazioni (Civita et al., 2002). La differenza rilevata tra i valori dei volumi evacuati dalle sorgenti nel periodo e in periodi precedenti è in parte da mettere in relazione alle differenti tecniche di rilevazione delle misure. La circolazione idrica sotterranea della substruttura Lupara ha il suo recapito principale nel fronte sorgivo Lupara (alimentato dalle successioni dolomitiche che travasano nelle alluvioni del Torrente Sciauro). Le misure di portate storiche disponibili sono solo 5 (1 del 1928, 3 senza data, 1 del 1987), da cui risulta: Qm=62,39, Qmax=139 l7sec, Qmin=10,50. Le misure di portata relative al periodo sono 10, da cui risulta: Qm=196, Qmax=377, Qmin=122. Probabilmente le misure storiche di portata sorgiva disponibili sono riferite ad una sola sorgente del gruppo, il che giustificherebbe la differenza dei valori tra le portate storiche (nettamente più basse) e le portate recenti. 86

39 Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura Lupara ammonta a 8,369 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti ammonta a 6,149 Mmc/anno. La differenza tra il volume medio infiltrato ed il volume evacuato potrebbe essere dovuta ad una non esatta delimitazione della struttura (sovradimensionata a discapito della struttura di Capo Cavolo, da cui risulterebbe una sovrastima del volume di infiltrazione). 3 Idrostrutture minori dell area di Moliterno Nell area a sud-ovest di Moliterno, in destra idraulica del fiume Agri, sono state individuate alcune idrostrutture minori costituite da depositi calcareo-dolomitici delle unità lagonegresi, quali: - Idrostruttura Arsiene - Idrostruttura di M.Lagarone-Sorgituro - Idrostruttura Acqua Viva. La circolazione idrica sotterranea dell Idrostruttura Arsiene (costituita da blocchi carbonatici inclusi nelle successioni pelitiche della Formazione di Monte Facito) trova recapito principale nella sorgente Arsiene. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 6 (1 del 1928, 1 del 1933, 3 senza data, 1 del 1987), da cui risulta: Qm=10,36, Qmax=18,9, Qmin=7,8. Le misure di portata riferite al periodo sono 9, da cui si evince: Qm=15,9, Qmax=23, Qmin=6. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura Arsiene ammonta a 0,461 Mmc/anno, simile al volume evacuato dalla sorgente pari a circa 0,498 Mmc/anno. La valutazione dell infiltrazione efficace media è stata eseguita anche per l idrostruttra Fabbricata, adiacente all idrostruttura Arsiene. Il volume stimato è pari a Mmc/anno. La circolazione idrica sotterranea dell Idrostruttura M.Lagarone-Sorgituro (costituita anche essa da blocchi carbonatici inglobati nelle successioni pelitiche della formazione dei Calcari con Selce) ha come recapiti principali: - la Sorgente di Pietrapanna, con portata irrisoria. - la Sorgente Sorgituro. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 5 (1 del 1928, 3 senza data, 1 del 1987), da cui si evince: Qm=12,7, Qmax= 20,3, Qmin=6. Il solo dato di portata più recente (15/05/01) risulta essere di 18. Dal calcolo del bilancio si evince che il volume medio infiltrato dell Idrostruttra M.Lagarone-Sorgituro ammonta a 0,939 Mmc/anno, valore molto superiore al volume evacuato dalla sorgente pari a circa 0,400 Mmc/anno. La differenza tra il volume medio infiltrato ed il volume evacuato dalle sorgenti potrebbe essere dovuta ad una non esatta valutazione delle portate sorgive e dalla carenza di dati inerenti il numero di sorgenti effettivamente alimentate dall idrostruttura. La circolazione idrica sotterranea dell Idrostruttura Acqua Viva (costituita da blocchi carbonatici inglobati nelle successioni pelitiche della Formazione di Monte Facito) ha il suo recapito principale nella Sorgente Acqua Viva. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 6 (1 del 1928, 1 del 1933, 3 senza data, 1 del 1987), da cui risulta: Qm=6,97, Qmax=10,8, Qmin=6. Le misure di portata riferite al periodo sono 10, da cui risulta: Qm=20,4, Qmax=47, Qmin=6. Dal calcolo del bilancio risulta che il volume medio infiltrato dell Idrostruttra Acqua Viva ammonta a 0,457 Mmc/anno, valore inferiore al valore del volume evacuato dalla sorgente pari a circa 0,645 Mmc/anno stimato sulle misure di portata più recenti, ma superiore al valore del volume evacuato dalla sorgente stimato sulla base di dati storici, pari a 0,219 Mmc/anno. 87

40 4 Idrostruttura di M.Raparo-Varco Laino-Prastiolo L assetto strutturale dell idrostruttura di M.Raparo -Varco Laino-Prastiolo risulta essere particolarmente complesso. Questa idrostruttura è costituita da successioni carbonatiche dell Unità Alburno Cervati affioranti, nell area di M.Raparo, in finestra tettonica al di sotto di successioni pelitiche ed arenacee riferibili all Unità Sicilide. Le propaggini nord-occidentali della struttura di M.Raparo sonon rappresentati da alcuni modesti rilievi carbonatici in destra idrografica del Torrente Maglia. La falda di base dell idrostruttura di M.Raparo trova recapito nelle sorgenti di Varco Laino e Prastiolo localizzate in corrispondenza dell impluvio del torrente Maglia. Per la Sorgente Varco Laino le misure di portate storiche disponibili sono solo 4 ( 3 senza data, 1 del 1987), da cui risulta: Qm=156, Qmax=214, Qmin=114. Le misure di portata disponibili per il periodo sono 10 ed indicano: Qm=154, Qmax=290, Qmin=111. Per la Sorgente Prastiolo le misure di portate storiche disponibili sono solo 6 (5 senza data, 1 del 1987), da cui si evince: Qm=115,36, Qmax=290, Qmin=111. Le misure di portata disponibili per il periodo sono 10 ed indicano: Qm=55,3, Qmax=109, Qmin=27 ; su dati storici Qm=. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato dell Idrostruttra M.Raparo- Varco Laino-Prastiolo ammonta a 8,279 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti sulla base dei dati recenti di portata ammonta a 6,6 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici, risulta pari a 8,546 Mmc/anno. La differenza tra il valore del volume di infiltrazione ed il valore del volume evacuato dalle sorgenti in epoche differenti potrebbe essere dovuto ad un non esatto dimensionamento dell idrostruttura (sovradimensionamento con conseguente maggiorazione della stima dell infiltrazione). Si ritiene, inoltre, che la stima dei volumi evacuati dalle sorgenti effettuata sulla base delle portate storiche potrebbe essere sovrastimata, in quanto derivante dall elaborazione di un numero di dati insufficiente. Le principali idrostrutture in sinistra idrografica della Val d Agri sono: 1 L idrostruttura di M.Calvello-M.Volturino. La struttura della dorsale di M.Calvelluzzo-M.Volturino è caratterizzata dalla sovrapposizione di più thrust-sheets delle unità lagonegresi costituiti da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate della Formazione dei Calcari con selce (caratterizzate da permeabilità da media ad alta), da radiolariti ed argilliti silicee della formazione degli Scisti Silicei (a permeabilità da media a bassa) e da marne ed argille silicifere del Flysch Galestrini Auct. (a permeabilità bassa). La dorsale è inoltre dissecata da sistemi di faglie con orientamento NW-SE, NE-SW, WSW-ESE. Tale assetto strutturale condiziona l andamento della circolazione idrica sotterranea, infatti all interno dell idrostruttura in esame è possibile distinguere le seguenti substrutture, ognuna caratterizzata da acquiferi con proprie caratteristiche idrogeologiche ed idrodinamiche: - Substruttura M.Calvelluzzo-Capo d Agri-Curvino; - Substruttura M Volturino-Molinara-Bocca dell Acqua; - Substruttura M.S.Nicola-Capano-Galaino; La substruttura di M.Calvelluzzo-Capo d Agri-Curvino è costituita da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate della formazione dei Calcari con selce e da radiolariti ed argilliti silicee della formazione degli Scisti Silicei. Essa è delimitata lungo il margine orientale e settentrionale da una superficie di sovrascorrimento, che determina la sovrapposizione delle successioni dei Calcari con selce e degli Scisti Silicei sulle successioni marnoso-argillose del Flysch Galestrino Auct.. I margini occidentale e meridionale della substruttura sono delimitati rispettivamente da un sistema di faglie orientato circa N-S e da un sistema orientato W-E che metteno a contatto le successioni dei Calcari con selce con le successioni marnoso-argillose dei Galestri e con depositi detritici. Gli acquiferi sono allocati nelle successioni calcareo-dolomitiche silicizzate e sono tamponatti dalle successioni marnoso-argillose dei Galestri, caratterizzate da un basso grado di permeabilità. 88

41 La circolazione idrica sotterranea è diretta prevalentemente verso il margine occidentale della substruttura ed ha i suoi recapiti principali nei gruppi sorgivi: - Sorgenti Capo d Agri I, II, III e Sorgenti minori del gruppo Capo d Agri Ruscello; - Sorgente Curvino. Nel settore meridionale della substruttura è possibile distinguere due acquiferi minori, quello della sorgente Romaniello e quello della sorgente Acero, separati dall acquifero principale da spartiacque, rappresentati da superfici di sovrascorrimento, che rendono minimi gli interscambi tra i differenti acquiferi. I dati storici delle misure di portata disponibili per le sorgenti del Gruppo Capo d Agri sono molto diversi dai valori di portata rilevati nel periodo (Civita et al., 2002). In particolare per la sorgente Capo d Agri I, le misure di portate storiche disponibili sono solo 8 (1 del 1928, 3 del 1965, 3 senza data, 1 del 1987), da cui si evince: Qm=54,84, Qmax=172,70, Qmin=4,37. Le misure di portata riferite all anno 2000 (in tutto 3 misure) sono decisamente più basse e da esse si evince: Qm=19,33, Qmax=24, Qmin=14. Per le sorgenti Capo d Agri II e III la situazione si inverte in quanto se si utilizzano le misure storiche di portata sorgiva (n.5 misure senza data) risulta: Qm=72,54, Qmax=141, Qmin=35,70. Se si fa riferimento alle misure di portata dell anno 2000 (solo 3 misure) si rileva invece: Qm =132, Qmax=149, Qmin=105. Le differenze tra i valori delle misure di portata effettuate in periodi differenti sono da attribuire sia alle differenti tecniche di misurazione delle portate utilizzate, sia a variazioni del regime sorgivo indotte dalle derivazioni in atto dagli acquiferi che alimentano le emergenze sorgive. Lungo il corso del fiume Agri, a valle delle sorgenti Capo d Agri I-II-III, sono state effettuate nell anno 2000 due misure di portata per valutare i contributi di alcune emergenze minori (Capo d Agri Ruscello), con i seguenti risultati: Qm=254, Qmax=314, Qmin=194. Per quanto riguarda la sorgente Curvino i valori di portata rilevati su base storica (11 misure di cui 8 del 1930, 2 del 1931, 1 del 1933) danno: Qm = 131,55, Qmax=207, Qmin=42. I valori di Qm stimati su dati storici sono molto differenti dai valori di Qm prelevati da AQP, nell anno 2000 pari a 30. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura M.Calvelluzzo-Capo d Agri-Curvino ammonta a 5,638 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti sulla base dei dati recenti di portata è stato valutato pari a 5,708 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici, risulta pari a 8,167 Mmc/anno. Considerate le incertezze esistenti sulla tecniche di misura delle portata storiche si ritiene maggiormente attendibile la stima dei volumi evacuati effettuata su dati di portata recenti. Importanti prelievi ad uso idropotabile interessano sia la sorgente Curvino che il Gruppo sorgivo Capo d Agri e vanno ad alimentare lo schema acquedottistico Basento-Camastra. Il volume medio prelevato complessivamente solo dalle due sorgenti, stimato sulla base dei volumi prelevati nel periodo , è di circa 3,6 Mmc/anno con punta massima registrata di 4,67 Mmc/anno. A questa utilizzazione vanno aggiunti i prelievi da fonti minori o da pozzi destinati ad altro uso. La substruttura M Volturino-Molinara-Bocca dell Acqua è costituita da successioni calcareo-dolomitiche dei Calcari con selce e da radiolariti ed argilliti silicee degli Scisti Silicei. L acquifero principale, allocato nelle successioni calcareo-dolomitiche, è tamponato lungo il versante occidentale dalle successioni pelitiche a bassa permeabilità della Formazione di Monte Facito. Il margine occidentale della 89

42 substruttura è delimitato da un sistema di faglie dirette orientato NW-SE, mentre i margini settentrionale e meridionale sono delimitate da faglie ad andamento WSW-ENE con componente diretta e trascorrente. La circolazione idrica sotterranea della falda di base è diretta prevalentemente verso il margine sud occidentale della substruttura ed ha i suoi recapiti principali nelle sorgenti Bocca dell Acqua, Gruppo Sorgivo Molinara ed Acqua di Genzano. Acquiferi minori hanno recapito della circolazione idrica nelle sorgenti Acquaturbata e Volturino poste in corrispondenza della propaggine nord-orientale della substruttura. Per quanto concerne la Sorgente Bocca dell Acqua si ha a disposizione una solo misura di portata storica pari a 7,9 (19/08/87). Per il periodo sono disponibili 9 misure di portata da cui si evince: Qm=13, Qmax=24, Qmin=5. Per il Gruppo Sorgivo Molinara, che comprende le sorgenti Molinara I, Molinara II e Molinara Ruscello, le misure storiche di portata disponibili sono probabilmente da riferire all intero gruppo sorgivo. In base ai dati storici disponibili (18 misure di cui 8 del 1928, 4 del 1929, 2 del 1965, 3 del 1966, 1 del 1987) si evince: Qm=95,98, Qmax=161, Qmin=36,1. Per il periodo sono disponibili 10 misure di portata per ciascuna delle tre sorgenti del Gruppo Molinara. Dalla somma delle portate derivate e delle portate registrate nel corso d acqua alimentato dal fronte sorgivo risulta una Qm pari a circa 71 (valore più basso rispetto a quello stimato sulla base di dati storici). Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura M Volturino- Molinara-Bocca dell Acqua ammonta a 3,171 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti stimato sulla base dei dati recenti di portata è stato valutato pari a 2,656 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici, risulta pari a 3,273 Mmc/anno. La Substruttura M.S.Nicola-Capano-Galaino è costituita da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate dei Calcari con selce e da radiolariti ed argilliti silicee degli Scisti Silicei. Essa è delimitata lungo i suoi margini da sistemi di faglie orientate NW-SE, N-S e WSW-ENE, che mettono a contatto le successioni calcareo-dolomitiche e radiolaritiche con successioni marnosoargillose dei Galestri, caratterizzate da bassa permeabilità, che pertanto tamponano la circolazione idrica che caratterizza la substruttura. Il deflusso idrico della falda di base è diretto prevalentemente verso il margine sud-occidentale della substruttura, alimentando due sorgenti principali: - Fontana Capano. Dalla serie storica di misure di portata disponibili (19 misure di cui 11 del 1928, 1 del 1929, 6 senza data, 1 del 1987) si evince: Qm=97, Qmax=152, Qmin=50. I valori di portata registrati nel periodo (10 misure) risultano essere più bassi: Qm=40,6, Qmax=55, Qmin=13. - Sorgente di Galaino. Ad eccezione di periodi piovosi la sorgente risulta da molti anni totalmente asciutta, mentre dati storici riportano valori di portata media pari a 12 (Civita et al. 2002). Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume dell infiltrazione media annua della substruttura M.S.Nicola-Capano-Galaino ammonta a 2,252 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti varia da 3,048 Mmc/anno, valore stimato sulla base delle misure storiche di portata, a 1,281 Mmc/anno, valore stimato sulla base delle misure di portata del periodo Civita et al. (2002) ritengono che il decremento del volume evacuato dalla sorgente in epoche recenti sia legato a prelievi da parte di pozzi ad uso idropotabile ed irriguo, attestati nello stesso acquifero che alimenta le emergenze sorgive. 90

43 2 Idrostruttura Il Monte-Peschiera di Pedale L idrostruttura il Monte-Peschiera del Pedale è costituita da successioni carbonatiche di ambiente di piattaforma dell Unità Alburno Cervati. Essa è delimitata lungo il margine orientale da una superficie di sovrascorrimento che mette in contatto le successioni carbonatiche ad alta permeabilità con successioni pelitiche a bassa permeabilità, riferite alle Unità Sicilidi (Bonardi et al., 1988; Civita et al., 2002). Gli altri margini dell idrostruttura sono delimitati da sistemi di faglie ad andamento NW-SE, NE-SW e W- E, che mettono in contatto le successioni carbonatiche con successioni pelitiche a bassa permeabilità delle unità lagonegresi, delle unità silicilidi e con successioni arenaceo-pelitiche a permeabilità mediobassa riferibili alla Formazione di Albidona o al Flysch di Gorgogoglione (Bonardi et al., 1988; Civita et al., 2002), su cui si rinvengono spesse coperture detritiche quaternarie. La falda di base allocata nell idrostruttura carbonatica presenta deflusso prevalente diretto verso il margine sud-occidentale dell idrostruttura dove trova recapito principale nella sorgente Peschiera del Pedale. Dalla serie storica di misure di portate sorgive disponibili (n.18 misure di cui 8 del 1930, 3 del 1931, 3 del 1932, 2 del 1964, 3 del 1965, 1 del 1987) si evince: Qm=299,11, Qmax=479, Qmin=211. Le 10 misure di portata sorgiva effettuate nel periodo risultano essere inferiori a quelle storiche e danno: Qm=46,9, Qmax=109, Qmin=9. Civita et al. (2002-Progetto Agrifluid) ritengono che la diminuzione di portata sorgiva riscontrata potrebbero essere dovuta alla realizzazione di un pozzo ad uso idropotabile, che alimenta l acquedotto di Villa d Agri, e di altri pozzi ad uso irriguo attestati nello stesso acquifero che alimenta la sorgente. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della idrostruttura Il Monte- Peschiera di Pedale ammonta a 4,966 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base dei dati recenti di portata, è stato valutato pari a 1,447 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici, risulta pari a 9,494 Mmc/anno. La forte discrepanza tra il volume di infiltrazione e quello evacuato dalle sorgenti stimato su dati storici potrebbe essere dovuto ad una non esatta delimitazione dell idrostruttura. L estensione attribuita a quest ultima da Civita et al. (2002) è sottostimata di circa 10 kmq, ( che determinerebbe un apporto ulteriore di infiltrazione efficace di circa 3,8 Mmc/anno), per cui l infiltrazione efficace totale dell idrostruttura potrebbe ammontare a circa di 8,75 Mmc/anno. La ulteriore differenza tra il volume di infiltrazione efficace riveduto in relazione alla revisione del limite dell idrostruttura e il volume evacuato dalla sorgente calcolato su dati storici è da mettere in relazione ad una sovrastima delle portate storiche. Secondo Civita et al. (2002) i valori relativi al volume evacuato dalla sorgente stimati su dati recenti sono nettamente inferiori a quelli registrati in epoca storica per la presenza di derivazioni in atto dall acquifero che alimenta la sorgente. E opportuno fari rilevare che parte del deflusso idrico sotterraneo dell idrostruttura carbonatica potrebbe dar luogo a travasi nei depositi clastici che bordano il margine occidentale e sud-occidentale dell idrostruttura La principale utilizzazione al momento censita avviene in corrispondenza del pozzo Peschiera. Il volume medio annuo prelevato, stimato sulla base dei volumi prelevati nel periodo (fonte Acquedotto Lucano) è di circa 0,6 Mmc/anno (tabella 3.6). A questa vanno aggiunti prelievi minori da pozzo o sorgente destinati ad altro uso. 3 Idrostruttura di M.Caldarosa-M.S.Enoc-Alli L idrostruttura di M.Caldarosa-M.S.Enoc-Alli è costituita da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate della formazione dei Calcari con selce, da radiolariti ed argilliti silicee degli Scisti Silicei, da marne ed argille silicifere dei Galestri (unità lagonegresi). Gli acquiferi sono localizzati prevalentemente nei depositi calcareo-dolomitici, caratterizzati da permeabilità medio-alta, ed in misura minore nelle successioni radiolaritiche caratterizzate da grado di 91

44 permeabilità da medio a basso. L idrostruttura è delimitata lungo il margine orientale e nord-orientale da una superficie di sovrascorrimento che sovrappone le successioni lagonegresi ai depositi marnosi ed arenacei della Formazione di Albidona, che svolgono il ruolo di impermeabile relativo. Lungo il margine meridionale dell idrostruttura il contato tra le stesse unità litostratifrafiche si realizza mediante un sistema di faglie dirette orientato NW-SE. La circolazione idrica sotterranea dell idrostruttura ha come recapiti principali le sorgenti Alli I e Alli II. I dati storici di misure di portata (n.18 misure di cui 9 del 1929, 5 del 1930, 3 senza data, 1 del 1987) riferiti alla somma delle portate delle due sorgenti indicano: Qm=68,81, Qmax=142, Qmin=17,5 (quest ultimo dato è probabilmente riferito ad una sola sorgente). Le misure di portata eseguite per le due sorgenti (n.10 misure per ciascuna sorgente) nel periodo indicano valori nettamente inferiori: - Sorgente Alli I: Qm=21, Qmax=23, Qmin=19 ; - Sorgente Alli II: Qm=13,8, Qmax=22, Qmin=9. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della idrostruttura M.Caldarosa-M.S.Enoc-Alli ammonta a 2,051 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti stimato sulla base dei dati recenti di portata è pari a 1,088 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici risulta pari a 2,169 Mmc/anno. La differenza tra il volume di infiltrazione efficace ed il volume evacuato dalle sorgenti potrebbe essere dovuto ad una sovrastima del tasso di infiltrazione efficace legato all attribuzione di un valore del coefficiente di infiltrazione potenziale delle successioni affioranti maggiore di quello reale. 4 Idrostruttura di Viggiano-S.Giovanni L idrostruttura in esame è costituita da successioni carbonatiche di piattaforma dell Unità Alburno- Cervati, che costituiscono un klippe, sovrapposto a successioni argilloso-marnose delle unità lagonegresi ed a successioni pelitiche ed arenacee della Formazione di Albidona Queste ultime caratterizzate da un grado di permeabilità da medio a basso e pertanto tamponano la circolazione idrica degli acquiferi allocati nei carbonati, dotati di permeabilità elevata. Il deflusso idrico sotterraneo della falda dio base dell idrostruttura in esame è ditretto verso il margine sud-occidentale della stessa ed ha come recapito principale la Sorgente San Giovanni. Dai dati storici di misure di portata della sorgente (n.5 misure di cui 1 del 1928, 1 del 1933, 2 senza data, 1 del 1987) si evince: Qm=4,96, Qmax=6,40, Qmin=3,80. Dalle misure di portata riferite al periodo (n.6 misure complessive) risulta: Qm=11, Qmax=15, Qmin=6. Dal calcolo del bilancio idrogeologico si evince che il volume medio infiltrato dell idrostruttura Viggiano- S.Giovanni ammonta a 0,276 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti sulla base dei dati recenti di portata è stato valutato pari a 0,351 Mmc/anno Idrostruttura calcareo-dolomitica dei Monti di Lauria I rilievi carbonatici dei Monti di Lauria rappresentano una delle principali idrostrutture ricadenti lungo il confine Calabro-Lucano (tavola 3B). Uno schema idrogeologico dettagliato, in cui sono tracciati i principali caratteri idrogeologici e la configurazione geometrica dell idrostruttura e dei singoli acquiferi che la costituiscono, le modalità di circolazione idrica sotterranea e i punti di emergenza della falda, è riportato nella figura 3.9. Da tale schema si evince che l idrostruttura, estesa all incirca 100 Kmq, è caratterizzata dalla sovrapposizione di thrust-sheets costituiti da successioni calcaree e dolomitiche dell Unità Alburno-Cervati. I limiti laterali dell idrostruttura sono quasi ovunque rappresentati da importanti lineamenti tettonici (faglie e 92

45 sovrascorrimenti) che pongono a contatto, confinandolo, le successioni calcareo-dolomitiche con successioni a permeabilità più bassa (successioni argilloso-marnose riferibili all Unità Sicilide in corrispondenza del margine nord-occidentale dell idrostruttura, alle unità lagonegresi in corrispondenza del margine nord-orientale, e all Unità del Frido in corrispondenza di quello orientale). L idrostruttura è dissecata inoltre da sistemi di faglie dirette e trascorrenti, che svolgono un ruolo di spartiacque interni, che consentono di individuare al suo interno almeno cinque substrutture principali caratterizzate da acquiferi, con propri caratteri idrogeologici e idrodinamici e con propri recapiti sorgivi (figura 3.9): Substruttura di Serra San Filippo; Substruttura di Lauria; Substruttua di M.Fossino; Substruttura di M.Rossino; Substruttura dei Monti La Spina e Zaccana. L idrostruttura dei Monti di Lauria è drenata da almeno 26 sorgenti principali con portata totale di circa 1875 l/s, per un volume medio annuo dell ordine dei 59 Mmc/anno (tabella 3.17). In particolare la circolazione idrica di della Substruttura di Lauria trova recapito principale nelle sorgenti: Caffaro, Caffaro Mandarino I, Arena Bianca, Montepesco. Il deflusso idrico sotterranea della substruttura di Serra San Filippo è diretto verso la valle del fiume Noce e trova recapito principale nelle sorgenti:san Filippo, Malfitano, Squeglia I, Camporotondo, La Sorgente, Piano Mancoso. La Substruttura di M.Rossino presenta recapito del deflusso idrico sotterraneo diretto verso nord-ovest, con recapiti principali nelle sorgenti di Fiumicello Pesce e Santa Maria. All interno della a substruttura di M.Fossino si possono distinguere almeno due acquiferi, uno carbonatico e l altro dolomitico, i cui deflussi idrici sotterrane sono diretti prevalentemente verso sud-ovest ed hanno come recapiti principali le sorgenti: Collereto, Guaragnolo, Gruppo Santoianni (o gruppo Mangosa), Camozza, Gran Pantano, Oronzo. Per quanto concerne la Substruttura M.La Spina-Zaccana, al suo i interno è possibile distinguere l acquifero calcareo di M.Zaccana, in cui il deflusso idrico della falda di base va ad alimentare le sorgenti Salice di sopra e Salice di sotto, Peschiera, Sorgituro, e l acquifero dolomitico di M.La Spina che va ad alimentare le sorgenti San Giovanni, Acqua del Lavatoio e Pantanello di Castelluccio inferiore. Al momento non sono state realizzate stime dell infiltrazione efficace nell idrostruttura dei Monti di Lauria. I principali prelievi a scopo idropotabile dagli acquiferi dei Monti di Lauria avvengono in corrispondenza delle sorgenti Mangosa, Caffaro, Areana Bianca, Montepesco, Piano Mancoso, Santa Maria, Salice, e vanno ad alimentare lo Schema Torbido-Maratea e lo Schema Frido (tabella 3.6). Il volume medio annuo prelevato complessivamente da questi punti d acqua (fonte Acquedotto Lucano e Piano d Ambito-Ato Basilicata 2002) è di circa 5,43 Mmc/anno con una punta massima registrata di circa 6,8 Mmc/anno. A questi vanno aggiunti altri prelievi da sorgenti o pozzi destinati sia ad uso idropotabile che ad altri usi. 93

46 Figura Schema idrogeologico dei Monti di Lauria (da Sdao e D Ecclesiis, 1999). 1) Complesso dei flysch argillosomarnosi; 2) Complesso detritico: depositi colluviali; 3) Complesso detritico: depositi fluvio-lacustri; 4) Complesso calcareodolomitico: membro calcareo; 5) Complesso calcareo-dolomitico: membro dolomitico; 6) Conoide detritica; 7) Faglie; 8) Sovrascorrimento; 9) Limite dell idrostruttura dei Monti di Lauria; 10) Spartiacque sotterraneo; 11) Sorgenti principali; 12) Probabile direzione di deflusso delle acque sotterranee; 13) Pozzo; A) Substruttura di Serra San Filippo; B) Substruttura di Lauria; C) Substruttua di M.Fossino; D) Substrttura di M.Rossino; E) Substruttura dei Moti La Spina e Zaccana 94

47 Tabella Sorgenti principali censite nell idrostruttura dei Monti di Lauria Idrostruttura di Monte Sirino L idrostruttura di Monte Sirino (tavola 3B), di forma quasi circolare, è caratterizzata da un estensione di circa 33 Kmq e si sviluppa fra le quote m s.l.m.. Sebbene di limitata estensione, tale idrostruttura è caratterizzata da un apprezzabile spessore e da una buona capacità di immagazzinamento, pertanto è sede di acquiferi di buona potenzialità. L idrostruttura (figura 3.10 ) è costituita da successioni riferibili all Unità Lagonegro I affioranti in finestra tettonica. I bardi esterni della finestra tettonica sono costituiti, lungo il margine nord-occidentale e meridionale, da successioni carbonatiche dell Unità Alburno-Cervati, lungo il margine nord-orientale da successioni dell Unità Lagonegro II, lungo i margini orientali e occidentali prevalentemente da successioni riferibili all Unità Sicilide. In particolare l idrostruttura di M.Sirino è essenzialmente costituita da successioni dei complessi calcareo-siliceo e radiolaritico (riferibili alle formazioni dei Calcari con selce e degli Scisti Silicei dell Unità Lagonegro I) ed è interamente circoscritta da successioni argilloso - marnoso poco o per niente permeabili (riferibili al Flysch Galestrino dell Unità lagonegro I) che confinano l idrostruttura stessa determinando le condizioni strutturali per l emergenza delle acque di circolazione idrica sotterranea e, quindi, la formazione di numerose sorgenti che drenano l abbondante risorsa idrica sotterranea allocata negli acquiferi (tabella 3.18). Nel complesso l assetto strutturale dell area è rappresentato da un ampia antiforme al cui nucleo affiorano le successioni della formazione dei Calcari con selce e degli Scisti Silicei, a permeabilità maggiore, ed ai fianchi le successioni del Flysch Galestrino, a permeabilità bassa o nulla. L idrostruttura è inoltre dissecata da sistemi di faglie ad andamento NW-SE e NE-SW che svolgendo il ruolo di spartiacque aperti condizionano l andamento della circolazione idrica sotterranea e consentono 95

48 di distinguere al suo interno tre differenti substrutture: la substruttura di M.Sirino s.s. ad occidente, la substruttura di Monte del Papa a nord-est e la substruttura di Serra Orticosa a sud-est. Gli acquiferi di tali substrutture mostrano propri caratteri idrogeologici ed idrodinamici; gli spartiacque che li delimitano, essendo di tipo aperto, consentono interscambi idrici sotterranei più o meno significatici. Negli acquiferi delle tre substrutture le acque sotterranee defluiscono di norma a pelo libero con ben definite direzioni di deflusso preferenziale, marcatamente influenzate dalla presenza di lineamenti strutturali; solo a luoghi, in particolare in corrispondenza del versante meridionale del Monte Sirino, le acque sotterranee defluiscono in pressione. Le acque sotterranee allocate negli acquiferi di M.Sirino vengono a giorno in corrispondenza di numerose sorgenti di vario tipo, in gran parte ubicate lungo il perimetro dell idrostruttura. Di queste solo nove mostrano portate significative (tabella 3.18); le altre sorgenti hanno portate massime dell ordine di 1 l/s. In particolare la circolazione idrica sotterranea della substruttura di M.Sirino s.s. ha come recapiti principali le sorgenti Sirino, Timpa delle Felci, Sotto il Lago, tutte localizzate nel suo settore merdionale. Nella porzione nord occidentale della substruttura, la presenza di una faglia diretta che delimita il versante sud-orientale di M.Bramafarina condiziona il deflusso idrico sotterraneo orientandolo verso nord-ovest, dove va ad alimentare le sorgenti Bramafarina e Chiotto. Il deflusso idrico della falda di base della substruttura di Serra Orticosa ha come recapito principale la sorgente Torbido; tuttavia considerati i valori di portata di questa sorgente si ritiene che la falda di base di questa substruttura riceva cospicui travasi dalle substrutture adiacenti. Il deflusso idrico della falda di base della substruttura di Monte del Papa è diretto verso nord-est e va ad alimentare le sorgenti Niella e Petina Piana. Da stime del bilancio idrogeologico effettuate per l idrostruttura del M.Sirino (D Ecclesiis et al., 1990) risulta che il volume medio annuale di infiltrazione efficace dell intera idrostruttura ammonta a circa 50 Mmc/anno (tabella 3.4). Si tratta comunque di una stima effettuata sulla base di dati idrologici relativi al periodo , che non tengono conto pertanto dei trend più recenti delle precipitazioni e delle temperature. Inoltre la stima del tasso di evapotraspirazione è stata effettuata utilizzando la formula di Thornthwaite e Mather, che in genere determina una sottostima del tasso di evapotraspirazione portando quindi ad una valutazione maggiore dell infiltrazione efficace. Le stime del bilancio idrogeologico effettuate in tempi più recenti da Monaco e Panetta (1998) portano ad una valutazione inferiore dei volumi di infiltrazione efficace dell intera idrostruttura, che risulterebbero essere pari a mc/anno. Le riserve regolatrici stimate dagli Autori per la sola sorgente Torbido sarebbero dell ordine di 22,8 Mmc/anno. I principali prelievi ad uso idropotabile dagli acquiferi dell idrostruttura di M.Sirino (tabella 3.6) interessano le sorgenti Torbido, Niella, Chiotto, Varco della Valle, Paccione, Salomone (fonti Acquedotto lucano e Piano d Ambito-ATO Basilicata 2002). Il volume medio annuo prelevato complessivo è di circa 8,3 Mmc/anno con punta massima registrata di 8,8 Mmc/anno. A questi vanno aggiunti prelievi da sorgenti e da pozzi destinati ad altro uso. 96

49 Figura Schema idrogeologico del Monte Sirino (da D Ecclesiis et al., 1990). 1) Complesso detritico; Complesso dei Flysch argilloso-marnosi : 2) Formazione di Monte Facito; 3) Flysch Galestrino; 4) Complesso degli Scisti Silicei; 6) Complesso calcareo-siliceo; 6) Giacitura degli strati; 7) Limite geologico; 8) Faglie; 9) Sovrascorrimento; 10) Limite dell idrostruttura; 11) Probabile andamento di spartiacque di tipo aperto; 12) Direzione principale (a) o secondaria (b) di deflusso delle acque sotterranee; 13) Principali sorgenti; 14) Lago Sirino 97

50 Tabella Principali sorgenti censite nell idrostruttura del Monte Sirino Idrostruttura dei Monti di Maratea I rilievi ricadenti fra gli abitati di Maratea e di Trecchina (Valle del Fiume Noce) costituiscono una significativa morfostruttura carbonatica ricca di acque sotterranee che rappresentano un importante e strategica risorsa idrica per un ampia porzione del confine Calabro Lucano (tavola 3B). L idrostruttura dei Monti di Maratea è formata da due unità tettoniche carbonatiche: una costituita da calcari mesozoici dell Unità Alburno-Cervati e l altra da successioni calcareo-dolomitiche dell'unità di Verbicaro. Sulle due unità carbonatiche poggiano, a luoghi, in contatto tettonico successioni argillosomarnoso riferibili all Unità Nord Calabrese. L idrostruttura è dissecata da lineamenti tettonici a cinematica distensiva e/o trascorrente ad andamento N-S ed W-E, che condizionano fortemente l andamento della circolazione idrica sotterranea. Infatti la stessa idrostruttura può essere suddivisa nelle seguenti substrutture: Substruttura di M.Crivo, Substruttura di Serra di Castrocucco, Substruttura di M.Rotonda e Substruttura di M.S.Angelo. Ognuna è caratterizzata da acquiferi con caratteri idrogeologici e idrodinamici significativamente diversi. La presenza di fasce milonitiche lungo la direttrice tettonica W-E Maratea-Brefaro-Piano dei Peri, che separa La substruttura di M.Crivo a nord, dalle altre substrutture collocate a sud di tale faglia, fa si che gli scambi idrici tra queste substrutture siano poco significativi. Queste substrutture sono sede di acquiferi caratterizzati da una buona potenzialità ed alimentano numerose sorgenti (tabella 3.19). 98

51 ACQUIFERO DEI MONTI DI MARATEA Nome acquifero periodo di osservazione portata media Nome sorgente Tipo di sorgente captazione delle portata delle misure(l/s) Monti di Maratea Acqua dei Lauri soglia di perm. si ,7 Monti di Maratea Acquabianca soglia di perm. si ,8 Monti di Maratea Bocca Canina II soglia di perm. si ,8 Monti di Maratea Brefaro soglia di perm. si varie mis. 3,8 Monti di Maratea Calavro soglia di perm. si ,0 Monti di Maratea Cavalero soglia di perm. si varie mis. 41,1 Monti di Maratea Fontana Turchio soglia di perm. si ,1 Monti di Maratea Fontanelle soglia di perm. si ,5 Monti di Maratea Fonte delle Canne soglia di perm. si ,0 Monti di Maratea Forzone soglia di perm. si ,1 Monti di Maratea Fulco soglia di perm. si varie mis. 3,9 Monti di Maratea Ondavo soglia di perm. si varie mis. 2,6 Monti di Maratea Parrutta soglia di perm. si ,0 Monti di Maratea Peschiera soglia di perm. si varie mis. 0,6 Monti di Maratea Piede di Noce soglia di perm. si varie mis. 0,5 Monti di Maratea Pitarrone soglia di perm. si varie mis. 1,3 Monti di Maratea Pozzo I soglia di perm. si ,0 Monti di Maratea S. Basile soglia di perm. si ,4 Monti di Maratea S. Maria soglia di perm. si varie mis. 5,0 Monti di Maratea Scuola soglia di perm. si ,7 Monti di Maratea Sorgimpiano soglia di perm. si varie mis. 119,9 Monti di Maratea Tiviglione soglia di perm. si varie mis. 125,0 Monti di Maratea Tombino soglia di perm. si ,4 Monti di Maratea Vallina soglia di perm. si ,0 Monti di Maratea Bocca Canina I soglia di perm. si varie mis. 2,7 Monti di Maratea Curzo soglia di perm. si ,1 portata tot. l/s 694,0 portata tot. Mmc/a 21,9 Tabella Principali sorgenti censite nei Monti di Maratea L unità idrogeologica del M. Crivo, che si estende per circa 23 Kmq, è essenzialmente costituita da successioni calcareo-dolomitiche dell Unità di Verbicaro; è delimitata a sud direttrice tettonica W-E Maratea-Brefaro-Piano dei Peri mentre lungo la restante parte del perimetro dell idrostruttura le successioni carbonatiche sono sovrapposte a successioni pelitiche delle Unità Liguridi. Al suo interno alcuni sistemi di faglie ad andamento circa N-S svolgono un ruolo di spartiacque aperto separando parzialmente la circolazione idrica degli acquiferi di M.Crivo s.s., ad ovest, da quella degli acquiferi dei rilievi di Madonna del Soccorso, ad est. Pertanto il deflusso della falda di base dei rilievi di Madonna del Soccorso ha i suoi principali recapiti lungo il margine orientale della substruttura in corrispondenza della valle del Noce (Sorgenti Parrutta, Acqua dei Lauri, Forzone e Calavro); mentre la falda di base dell acquifero di M.Crivo s.s. presenta deflusso diretto verso il margine occidentale della substruttura in corrispondenza della valle di Maratea ed ha i suoi recapiti principali nelle sorgenti Curzo, Santa Maria, San Basile, Sorgimpiano, Cavalero, Vallina, Fontanelle. Lungo il margine settentrionale sono presenti sorgenti di modesta potenzialità (Fontana del Turchio e Scuola). La substruttura di Serra di Castrocucco è costituita da successioni calcareo-dolomitiche dell Unità di Verbicaro che ricoprono tettonicamente successioni prevalentemente calcaree dell Unità Alburno- Cervati. Essa è delimitata a nord dalla faglia Maratea-Brefaro-Piano dei Peri, a nord est da una superficie di accavallamento tettonico che sovrappone i carbonati dell Unità di Verbicaro sulle successioni pelitiche delle Unità Liguridi. Lungo i restanti margini i limiti dell unità sono rappresentati da sistemi di faglie ad andamento NW-SE e NE-SW, che consentono travasi idrici più o meno cospicui delle acque della circolazione idrica sotterranea verso il Mar Tirreno lungo il bordo occidentale alimentando alcune scaturigini sottomarine; altri travasi avvengono nei depositi alluvionali della valle del 99

52 Noce, lungo il bordo meridionale della substruttura, ove sono presenti le sorgenti Fulco, Tombino e Fontana delle Canne. Altri travasi, anche se limitati, si realizzano in corrispondenza del limite sudorientale della substruttura, dove vanno ad alimentare la circolazione idrica sotterranea della Substruttura di M.Rotonda. Le Substrutture di M.Rotondo e di M.S.Angello sono delimitate a nord dalla faglia Maratea-Brefaro- Piano dei Peri, lungo i restanti margini da sistemi di faglie ad andamento NW-SE e NE-SW. La circolazione idrica della falda di base della substruttura di M.Rotondo è diretta prevalentemente verso S- SE, con travasi nei depositi alluvionali dl fiume Noce e verso la substruttura di M.S.Angelo. Falde di limitata potenzialità, a quote più alte, alimentano la sorgente Tiviglione ed altre sorgenti minori localizzate lungo il suo margine settentrionale (Pitarrone, Piede di Noce, Bocca Canina I e II, Brefaro). La circolazione idrica sotterranea della substruttura di M.S.Angelo è diretta prevalentemente verso S-SE dove alimenta la Sorgente Acqua Bianca ed in parte da luogo a travasi nei depositi alluvionali della valle del fiume Noce. Dal calcolo del bilancio idrogeologico dell intera idrostruttura (Cotecchia et al., 1990; tabella 3.4) riferito al periodo , risulta che il volume dell infiltrazione efficace per la substruttura di M.Crivo ammonta a circa 17,5 Mmc/anno, per la substruttura di Serra di Castrocucco ammonta a circa 5,4 Mmc/a mentre per le substrutture di M.Rotondo e M.S.Angelo è stato stimato un volume di infiltrazione efficace complessivo pari a circa 3,9 Mmc/anno. I principali prelievi ad uso idropotabile dagli acquiferi dei Monti di Maratea (tabella 3.6) avvengono in corrispondenza delle sorgenti Parrutta, San Basile, Ondavo, Fonte del Prete Acqua Bianca e dal pozzo Sorgimpiano (Acquedotto Lucano e Piano d Ambito ATO Basilicata 2002). Il volume medio annuo prelevato complessivamente risulta essere di circa 16,7 Mmc/anno, con una punta massima registrata di circa 20 Mmc/anno. In questo caso i volumi prelevati a solo uso idropotabile sono simili al volume di infiltrazione media annua dell idrostruttura; in taluni casi i soli prelievi ad uso idropotabile sono stati superiori. 100

53 Gli acquiferi porosi nei domini sabbioso-conglomeratici plio-pleistocenici lucani: alcuni cenni sull idrogeologia Sebbene non siano caratterizzati da una significativa potenzialità idrica sotterranea, gli estesi acquiferi sabbioso-conglomeratici potrebbero costituire, in situazioni di emergenza idrica, un importante risorsa per le aree centro-orientali della Basilicata (parti medie e basse dei bacini dei fiumi Bradano, Basento, Agri, Sinni, Cavone). Tali acquiferi si rinvengono in genere nei livelli a permeabilità maggiore delle successioni sabbiosoconglomeratiche plio-pleistoceniche dell Avanfossa Bradanica e dei bacini intramontani (Bacino di Sant Arcangelo, Bacino di Calvello, ecc) o delle successioni sabbioso-conglomeratiche pleistoceniche dei terrazzi dell area ionica. Essi sono drenati da numerose sorgenti, di portata spesso modesta, generate da limiti di permeabilità definiti, e in genere localizzate in corrispondenza del limite fra le successioni argillose e i sovrastanti depositi sabbioso-conglomeratici. Per molte di queste sorgenti non sono disponibili dati di portata; inoltre i dati disponibili in genere sono poco affidabili. Le portate idriche degli acquiferi sabbiosocoglomeratiche delle successioni dell Fossa Bradanica sono sempre modeste: variabili tra 0,5 l7/s a qualche l/s; solo in pochi casi il deflusso idrico sotterraneo supera i 10 l/s. Le sorgenti alimentate dagli acquiferi presenti nelle successioni dei terrazzi dell area ionica sono caratterizzate da portate basse, dell ordine di 0,1 0,5 l/s La mancanza di dati inerenti le portate sorgive non consente al momento di valutare, seppure in via preliminare, la disponibilità idrica di tali acquiferi e di pervenire quindi alla stima del bilancio idrogeologico. Oltre agli acquiferi sopra citati di particolare interesse idrogeologico risultano essere gli acquiferi allocati nelle successioni sabbioso-ghiaiose, che colmano la Piana di Metaponto. La Piana di Metaponto ricade lungo la costa ionica lucana e si estende per circa 400 Kmq fra i Fiumi Sinni, a sud, e Bradano a nord (Figura 3.11). In tale area e in quelle contermini l assetto idrogeologico è essenzialmente caratterizzato da estesi e potenti acquiferi detritico-alluvionali in varia misura tra loro idraulicamente interconnessi. Nella piana costiera, le acque sotterranee, che defluiscono prevalentemente a pelo libero e solo localmente in pressione, sono significativamente sfruttate mediante pozzi di varia potenzialità e profondità (tavola 2). Negli ultimi anni, tale area è stata oggetto di numerosi studi ed indagini a vario grado di dettaglio; in particolare, è stata oggetto di un circostanziato progetto di ricerca nazionale, denominato PRISMAS, che ha analizzato e studiato, mediante rilievi ed indagini condotti per mezzo di una rete di monitoraggio i caratteri idrogeologici delle risorse idriche sotterranee e il loro stato quali-quantitativo. I depositi detritico alluvionali e i depositi sabbiosi costieri della piana di Metaponto poggiano su depositi marini pleistocenici, che ricoprono al loro volta le successioni argillose dell Avanfossa Bradanica. I dati derivanti dall analisi di numerosi logs di pozzi ha evidenziato che all interno dei depositi di colmamento della piana è possibile distinguere 3 diverse unità litologiche: un unità argillosa superiore non dotata di buona continuità di affioramento; un unità essenzialmente sabbiosa intermedia, potente al massimo 35 m; un unità argillosa inferiore (riferibile alle Argille subappenniniche). I caratteri idrogeologici della piana costiera di Metaponto e delle aree ad essa immediatamente contermini sono strettamente correlati al complesso assetto litologico-strutturale di tale area. A rendere ancor più complesso l assetto idrogeologico concorre anche la presenza delle valli dei fiumi ionici che, almeno nelle porzioni alte dell area, interrompono la continuità fisica degli acquiferi e non di rado drenano parte delle acque circolanti nei depositi alluvionali recenti ed attuali. 101

54 In relazione all assetto stratigrafico-strutturale del sottosuolo della piana è possibile distinguere tre differenti tipologie di acquiferi, fra loro interconnessi e con caratteristiche di ricarica, di deflusso idrico sotterraneo e di potenzialità idrica del tutto differenti. In particolare sono stati riconosciuti: 1. un acquifero nei depositi marini sabbioso-ghiaiosi pleistocenici terrazzati. 2. un acquifero alluvionale nei depositi alluvionali recenti ed attuali dei tratti terminali dei fondovalle fluviali sfocianti nella piana costiera. Tali depositi sono caratterizzati dalla presenza di livelli ghiaiosi discontinui e poco produttivi, sede di falde di limitata potenzialità. Essi infatti sono caratterizzati da una conducibilità idraulica variabile da bassa a media e sono quasi sempre dotati di modesti spessori; pertanto di norma non consentono la captazione di rilevanti risorse idriche, tranne che nell area del fondovalle del Fiume Sinni dove mostrano una discreta potenzialità idrica. 3. un acquifero sabbioso costiero che rappresenta l elemento idrogeologico più significativo e un importante serbatoio di risorse idriche sotterranee. Quest ultimo acquifero è dotato di buona continuità litostratigrafia ed idrogeologica e di un discreto spessore e ricade in un area a marcata esigenza idrica. Esso è delimitato nella parte alta da depositi argillosi discontinui,potenti alcuni metri, e nella parte bassa da un unità argillosa. Il suo spessore è compreso tra 10 m e 30 m. La conducibilità idraulica non è elevata, variando tra 3,4 * 10-6 m/s e 2,3 * 10-4 m/s. Tali livelli sabbiosi acquiferi sono confinati da livelli argillosi di vario spessore ed estensione. Tale circostanza fa sì che la ricarica diretta per infiltrazione di acque piovane sia modesta se non trascurabile e che tale acquifero costiero sia in gran parte alimentato dai travasi idrici sotterranei provenienti soprattutto dagli acquiferi dei depositi marini terrazzati e da quelli presenti nelle alluvioni fluviali. Tale circostanza sarebbe confermata dall andamento delle curve piezometriche pressoché parallelo alla linea di costa e al limite idrogeologico fra l acquifero costiero e quelli dei depositi marini terrazzati. Le acque sotterranee defluiscono all interno dell acquifero costiero quasi sempre in condizioni freatiche; solo a luoghi, ove è confinato da terreni argillosi al tetto, circola in pressione. Come si evince dalla figura 3.11, i carichi piezometrici massimi sono dell ordine di qualche metro e la direzione di preferenziale deflusso sotterraneo è essenzialmente ortogonale alla linea di costa. Il letto di tale acquifero, costituito dal tetto delle Argille subappenniniche, non è regolare, immergendosi, procedendo dall interno verso la costa, sempre più in profondità; di modo che, in prossimità della costa, il tetto delle argille si trova al di sotto del livello medio del mare, consentendo processi di intrusione salina in relazione alle condizioni idrodinamiche e di sfruttamento della falda idrica. Le acque sotterranee defluenti in tale acquifero hanno una temperatura variabile tra i 16 e i 22 C, un ph compreso fra 6,7 e 9 e una conducibilità elettrica variabile tra 200 e 4000 µs/cm. Tali parametri tendono ad aumentare irregolarmente verso la costa. Dal punto di vista chimico, le acque sono riconducibili a due diversi tipi: bicarbonato-alcalina-terrosa e solfato-clorurato-alcalina. 102

55 Figura Schema geologico ed idrogeologico della Piana costiera di Metaponto e delle aree contermini. L acquifero costiero è soggetto a fenomeni di intrusione marina e a estese ed intense attività antropiche. Ciò determina un significativo degrado qualitativo delle acque sotterranee in esso aventi sede. In particolare, gli effetti dell intrusione salina, legata al peculiare assetto litostratigrafico della Piana, di cui si è già detto, si risentono in un ampia fascia costiera, compresa fra i fiumi Sinni e Bradano e che si estende per almeno 1 2 km (Progettto Prismas). Per quanto riguarda le caratteistiche idrogelogiche de depositi di riempimento del bacino intramontano dell Alta Val d Agri, queste sono fortemente condizionate dall assetto stratigrafico strutturale dell ara. In particolare i depositi di colmamento del bacino sono rappresentati da successioni fluvio-lacustri e di conoide detritico alluvionale di età Pleistocene-Olocene (Progetto Agrifluid 2002). L organizzazione di questi depositi è tale per cui nel sottosuolo sono state rinvenute continue passaggi verticali e laterali da depositi argilloso-siltosi a depositi ghiaiosi. Pertanto la permeabilità varia notevolmente in relazione alle caratteristiche granulometriche ed allo stato di addensamento dei depositi da valori medio-alti nei depositi sabbioso-ghiaiosi a medio-bassa nei depositi sabbioso-limosi. Gli acquiferi sono alocati all interno dei depositi a permeabilità maggiore e ricevono cospicui travasi dalle idrosrutture carbonatiche e calcareo-silicee che delimitano l area di piana. 3.4 Principali Strutture idrogeologiche dell Autorità di Bacino della Basilicata e Schemi Acquedottistici alimentati Alcuni dei principali schemi acquedottistici della Regione Basilicata sono alimentati da risorse idriche captate e/o derivate da corpi idrici sotterranei allocati in strutture idrogeologiche comprese nel territorio di competenza dell Autorità di Bacino della Basilicata o localizzate a ridosso dei limiti dell Autorità di Bacino ma con recapiti principali della circolazione idrica sotterranea localizzati al suo interno. I principali schemi acquedottistici ricadenti nel territorio di competenza dell Autorità di Bacino ed alimentati da risorse idriche sotterranee sono: 103

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