Governance dello sviluppo locale: a"ori, poli*che e modi di regolazione
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- Regina Basso
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1 Governance dello sviluppo locale: a"ori, poli*che e modi di regolazione di Patrizia Messina patrizia.messina@unipd.it Roma, Novembre 2010
2 L orientamento prevalente nelle poli7che per lo sviluppo di oggi, anche per le poli7che europee, è quello di privilegiare la dimensione della localizzazione (place based) dello sviluppo. La dimensione territoriale dello sviluppo (locale) cos7tuisce una novità rela7vamente recente che porta con sé una serie di trasformazioni culturali e strucurali del modo di intendere le poli7che di sviluppo.
3 Sfide dell economia della conoscenza: I processi di globalizzazione e di europeizzazione stanno modificando le dinamiche di costruzione sociale del territorio e l idea stessa di poli7ca e di sviluppo territoriale ereditate dal fordismo: centro/periferia locale/globale flussi/luoghi
4 Il territorio non è un secore di policy, né un facore produmvo. Territorio come costruzione sociale: è il risultato della sedimentazione, nel lungo periodo, di pra7che sociali, poli7che ed economiche, consolidate in un dato luogo, espressione della cultura locale in grado di costruire legami all interno e all esterno (aperta/chiusa). Es: FraCura/saldatura cicà- campagna campagna urbanizzata e industrializzata
5 La dimensione territoriale dello sviluppo : - Sviluppo endogeno, generato dalle risorse locali; - qualità dello sviluppo sostenibile, misurabile non solo con indicatori di crescita economica; - sviluppo come proge"o poli*co di lungo periodo, condiviso dagli acori di un dato contesto locale; - lo sviluppo locale è tanto più efficace e sostenibile quanto più è in grado di generare capitale sociale, re7 di fiducia e di reciprocità, legami sociali, regole condivise.
6 L approccio ecologico alle poli*che sviluppo porta con sé: - l idea di una pluralità di modi di sviluppo locali, che non possono essere meccanicamente esportabili, ma analizzabili individuando le pra7che buone e meno buone, che sono alla base dei processi di sviluppo del territorio; - un approccio integrato alle poli7che pubbliche che abbia il territorio come punto di riferimento; - una profonda trasformazione della cultura di regolazione: dalla piramide alla rete.
7 Chi definisce i confini di che cos è locale? Poli7che pubbliche diverse: - top down: confini amministra7vi, zonizzazione tecnico- sta7s7ca (es. L. 317/91 art. 36; FS fino al 2006 ) - bo5om up: re7 di acori che definiscono il contesto locale (es: pa6 territoriali, GAL, IPA ).
8 Il territorio come prodo"o di: - Modo di sviluppo (es. fordista) - Modo di regolazione (es. corpora7vismo) Lo sviluppo economico di una regione è il risultato non solo della disponibilità di fa@ori produ6vi, ma anche delle sue risorse isbtuzionali e culturali, coeren7 con il contesto produmvo.
9 Regolazione: processo con cui si formano le regole di convivenza sociale * economica (mercato) equilibrio * poli*ca (Stato) ordine * sociale (Comunità) reciprocità Modo di regolazione: mix delle tre forme ideal7piche che caracerizzano la dinamica della regolazione in un contesto locale o nazionale
10 Dalla Piramide alla Rete (1) Crisi del Modo di sviluppo fordista (globalizzazione, economia della conoscenza, sostenibilità,.) La compe7zione non è più tra singole imprese, ma tra sistemi locali e regionali: occorre pertanto conoscere le risorse di cui è dotato il territorio e amvare processi di messa in rete per la costruzione di progep di sviluppo locale condivisi. Da una rappresentanza degli interessi corpora*va e se5oriale, a una rappresentanza degli interessi dei territori
11 Dalla Piramide alla Rete (2) Crisi del modo di regolazione Stato- centrico (troppo piccolo e troppo grande). Emergere di nuove forme di regolazione poli*ca a rete, a cui non ha faco seguito ancora una coerente trasformazione della cultura poli7ca degli acori e degli assem is7tuzionali (gap). Riappropriarsi dell idea della Poli*ca come proge5o di sviluppo condiviso di lungo periodo
12 Dal government alla governance * Government: isbtuzioni di governo (piramide) * Governance: a6vità del governare a rete Re* di governance mul*livello: locale, regionale, statale, europea, globale Re* di governance mul*- a"ore: coinvolgimento a rete degli acori strategici dello sviluppo del territorio (pubblico- privato- terzo secore)
13 Governance europea mul*livello (1) Innovazione delle poli*che dell UE eliminazione del criterio della zonizzazione, costruita top down, per le aree obiemvo; - potenziamento della cooperazione interregionale; - acquisizione dell approccio Leader (bo@om up) per le polibche integrate di sviluppo locale (aree rurali); - necessità di definire poli*che di sviluppo che rispondono ai nuovi obiepvi strategici (Convergenza, Compe77vità e Occupazione, cooperazione) sulla base di una scelta poli7ca che la Regione è chiamata ad operare, acquisendo un ruolo proapvo e di indirizzo poli*co.
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15 FS ( ) Regioni convergenza ( ) Regioni in phasing-out ( ) Regioni in phasing-in ( ) Regioni dell obiettivo 'competitività e occupazione'
16 Governance europea mul*livello (2) Innovazione delle poli*che dell UE OggeCo della prossima programmazione dei fondi strucurali saranno le regioni intese non più in senso amministra7vo, ma in senso funzionale (place based), sulla base di progem strategici di sviluppo di area vasta. Questo salto di qualità richiede: - la capacità de territori di amvarsi acraverso progem di sviluppo condivisi per aree vaste di 7po funzionale, - una regia di sviluppo regionale e un amvità di programmazione all altezza della sfida: da un approccio se5oriale a un approccio integrato per le poli*che di sviluppo.
17 Buona governance: democrazia partecipa*va - ci"adinanza apva - principio di sussidiarietà - partecipazione e co- proge"azione - pra*che di programmazione concertata o negoziata - partenariato e co- finanziamento Riposizionamento degli a"ori nelle re* di governance mul*livello e mul*a"ore dal se"ore al territorio Chi fa il lavoro di rete?
18 Una efficace programmazione decentrata allo sviluppo (es. IPA del Veneto) richiede: - Visione strategica di lungo periodo, oltre il singolo Comune; - CiCadinanza amva, partecipazione degli stakeholders locali alla co- progecazione; - Cultura di rappresentanza degli interessi territoriali; - Capacità di coordinamento poli7co da parte di una leadership locale (governo della governance); - Capacità di coordinamento regionale, linee guida chiare e coeren7 con le poli7che europee, opportuni incen7vi selemvi (premiare le buone pra7che e scoraggiare i free riders).
19 Riposizionamento degli a"ori nelle re* di governance: - ACore amministra7vo: dalle competenze giuridico- amministra7ve (procedure) alle competenze progecuali (per obiemvi). - ACore poli7co: dalla poli7ca come scambio, alla poli7ca come perseguimento dell interesse generale (ascolto amvo e ges7one crea7va dei conflim). - Associazioni di rappresentanza degli interessi: da una rappresentanza corpora7va e secoriale a una territoriale - Stakeholders locali (acori economici e terzo secore): responsabilità sociale d impresa. - Nuove professioni: manager di rete, animatori territoriali
20 Poli*ca come proge"o di sviluppo condiviso: Ricostruire il senso della comunità poli*ca Comunità oggi è ciò che decidiamo di me5ere in comune comunità di pra7ca, comunità epistemiche e di apprendimento Ricostruire capitale sociale e cultura civica
21 Resistenze al cambiamento verso questo nuovo approccio territoriale integrato: - le associazioni di rappresentanza degli interessi, tradizionalmente più legate alle poli7che secoriali; - un organizzazione dei governi nazionali e regionali per ministeri e assessora7, che rispecchiano ancora una logica secoriale delle poli7che per lo sviluppo; - la mancanza di una visione strategica e di lungo periodo orientata all innovazione sostenibile. Es: dai distre6 industriali ai sistemi locali dell innovazione
22 Cri*cità da superare: * individualismo amministra7vo del singolo Comune o Ente (autarchia) * visione poli7ca campanilis7ca in difesa dell iden7tà locale (chiusa) * mancanza di una strategia di lungo periodo. * riduzione della poli7ca ad ordinaria amministrazione (breve periodo)
23 Modi di regolazione e di sviluppo al bivio: Questo cambiamento sta trovando imprepara7 gli acori poli7ci tradizionali (par77 e sindaca7) prepos7 a rappresentare poli7camente tali conflim, tanto più se i loro riferimen7 rimangono, ancora, quelli del fordismo e del welfare state e di una rappresentanza poli7ca che ruota acorno al conceco di classe sociale e al livello statale di regolazione dei conflim, trascurando la rappresentanza poli7ca dei territori. Dal welfare state al welfare community
24 Necessità di cambiare il modo di regolazione dello sviluppo locale (area vasta) * l UE come fa"ore esterno di innovazione (programmazione, regionalizzazione, localizzazione) * governare il confli"o flussi/luoghi globale/locale (glocale) spaesamento (insicurezza) * Poli*che innova*ve per la rigenerazione di capitale sociale e la costruzione di Aree vaste
25 Quali strategie per un innovazione sostenibile? * rinnovamento (e formazione) della classe dirigente * associazionismo intercomunale (beni e servizi collemvi locali) * qualità sociale (formazione, R&S, servizi alle persone, salute, ambiente, relazioni, cicà come ecosistema urbano, cicadinanza amva) * poli7che integrate per i territori (es. IPA)
26 Formare per tras- formare: Inadeguatezza delle categorie anali7che e dei modelli cogni7vi con cui si legge il territorio per governarne lo sviluppo verso direzioni innova7ve. (3D). Schumpeter: non sarà mai il padrone delle diligenze a volere la ferrovia. Le prime azioni strategiche su cui inves7re dovrebbero essere quelle di : - un rinnovamento della classe dirigente, - un forte invesbmento nella formazione.
27 Chi svolge il lavoro di messa in rete? Il lavoro del policy making sta cambiando, l autorevolezza non dipende più dal ruolo, ma richiede nuove competenze: * obiemvi di sviluppo consapevoli ed esplici7 * capacità di ascolto e lecura del territorio * ges7one crea7va dei conflim * sapere esperto * crea7vità nel problem se6ng & solving * competenze comunica7ve * capacità di valutazione (lerning by doing)
28 Idee guida per lo sviluppo locale 1. Pianificazione strategica dello sviluppo locale in una visione interse"oriale non localis*ca, ma a par*re dalla le"ura dei bisogni e degli interessi locali. 2. Economia della varietà: sviluppo economico mul*se"oriale, equilibrato e integrato. 3. Poli*che di marchio come standard di qualità concordato e rispe"ato, non solo come luogo di provenienza (made in Italy). 4. Valorizzazione dell ambiente come risorsa da rigenerare e non da consumare. 5. Riposizionamento verso l alto della produzione industriale e ar*gianale (alta qualità, piccole quan*tà, strategia di nicchia). 6. Dotazione permanente di servizi (es. aree rurali).
29 Il ruolo della poli*ca e delle is*tuzioni 1. Promuovere l apertura culturale e lo sviluppo di iden*tà comunitarie allargate. 2. Analizzare i bisogni sul territorio, a"raverso il coinvolgimento degli stakeholders. 3. Individuare linee strategiche di sviluppo, condivise a livello di comunità. 4. Fare poli*che mirate e selepve, in coerenza con gli obiepvi strategici. 5. Conoscere e u*lizzare le opportunità offerte dagli altri livelli del sistema is*tuzionale (UE, Stato, Regione). 6. Mobilitare le risorse private sulla base di interessi convergen* (sussidiarietà). 7. Valutare i risulta* e gli impap delle poli*che.
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