ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI LUCCA
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1 ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI LUCCA Lucca, 10 giugno 2016 c/o Scuola Edile Lucchese Via delle Fornacette, 458 S. Concordio - Lucca Relatori Bosetti Fabio Firing s.r.l. Pinciroli Massimo Firing s.r.l.
2 Normativa La normativa, relativa agli impianti di protezione attiva, ha subito una svolta epocale con l entrata in vigore del «Decreto Impianti» D.M. 20/12/2012 (Gazzetta ufficiale 04/01/2013 n. 3) Ministero dell'interno - Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi 2
3 Normativa D.M. 20/12/2012 NON devono essere applicate alle attività a rischio rilevante, nonché a: Edifici di interesse socio-artistico destinati a biblioteche e musei, gallerie, esposizioni e mostre; Impianti di distribuzione stradale di G.P.L. e di gas naturale per autotrazione ; Depositi di G.P.L. in serbatoi fissi con capacità superiore a 5 mc o mobili con capacità superiore a 5000 kg; Depositi di soluzioni idroalcoliche; Depositi di gas di petrolio liquefatto con capacità non superiore a 13 m 3 3
4 Normativa D.M. 20/12/2012 Si applica a: Impianti di nuova costruzione e a quelli esistenti che subiscono una modifica importante su oltre il 50% dell impianto installato. Viene sancito di fatto l utilizzo delle norme tecniche di progettazione rilasciate ed emanate da Enti di normazione nazionali, europei ed internazionali, abrogando di fatto, tranne che per le attività sopra citate, tutte le disposizioni di legge in palese contrasto con le stesse (per esempio autorimesse sulle prestazioni minime di un impianto ad idranti). 4
5 Normativa D.M. 20/12/2012 Regola dell'arte: stadio dello sviluppo raggiunto in un determinato momento storico dalle capacità tecniche relative a prodotti, processi o servizi, basato su comprovati risultati scientifici, tecnologici o sperimentali. Fermo restando il rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari applicabili, la presunzione di regola dell'arte è riconosciuta alle norme emanate da Enti di normazione nazionali, europei o internazionali; 5
6 Normativa D.M. 20/12/2012 Specifica dell'impianto: Sintesi dei dati tecnici che descrivono le prestazioni dell'impianto. - caratteristiche dimensionali (portate specifiche, pressioni operative, caratteristica e durata dell'alimentazione dell'agente estinguente, l estensione dettagliata dell'impianto, ecc.) - caratteristiche dei componenti da impiegare nella sua realizzazione (ad esempio tubazioni, erogatori, sensori, riserve di agente estinguente, aperture di evacuazione, aperture di afflusso, ecc.). - richiamo della norma di progettazione che si intende applicare - classificazione del livello di pericolosità - schema a blocchi dell'impianto che si intende realizzare. 6
7 Normativa D.M. 20/12/2012 Progetto dell'impianto: insieme dei documenti indicati dalla norma assunta a riferimento per la progettazione di un nuovo impianto o di modifica di un impianto esistente. Il progetto deve includere, in assenza di specifiche indicazioni della norma: - gli schemi e i disegni planimetrici dell'impianto - una relazione tecnica comprendente i calcoli di progetto, ove applicabili, e la descrizione dell'impianto, con particolare riguardo alla tipologia ed alle caratteristiche dei materiali e dei componenti da utilizzare ed alle prestazioni da conseguire; 7
8 Normativa D.M. 20/12/2012 Vengono fissati i compiti consentiti ai Tecnici Abilitati (cioè iscritti in albo professionale) e quelli invece di sola competenza per i Professionisti Antincendio, iscritti cioè alle liste del ministero dell Interno. Progettazione degli impianti (e ovviamente trasformazione e ampliamento) fatta secondo le norme UNI può essere eseguita da ambedue le figure così distinte. 8
9 Normativa D.M. 20/12/2012 norme internazionalmente riconosciute (es. NFPA, FM, ecc.) solo ai Professionisti Antincendio». Con questo, se da un lato il decreto apre chiaramente e senza alcuna possibilità di respingimento alle norme internazionali (ma solo se seguita in ogni sua parte ), dall altra richiede che ciò venga fatto esclusivamente da professionisti competenti, in grado di comprendere e interpretare in ogni aspetto i dettami normativi imposti da tali norme. 9
10 Concetti di Protezione - SEQUENZE 10
11 Concetti di Protezione - SEQUENZE Rivelazione Allarme Estinzione o. Controllo 11
12 Concetti di Protezione - OBBIETTIVI CONTROLLO: Limitare o ridurre l'intensità presso la brace, ed effettuare un contenimento della zona circostante, per evitare la propagazione, limitare i gas di combustione, e proteggere le persone, edifici e attrezzature. 12
13 Concetti di Protezione - OBBIETTIVI ESTINZIONE TOTALE: Etinguere l incendio e prevenire la sua riaccensione, limitare lo sviluppo dei fumi di combustione. 13
14 Concetti di Protezione - OBBIETTIVI SUPPRESSIONE: Controllo dell incendio riducendo lo sviluppo dello stesso con solo una piccola presenza di focolai di modesta entità. 14
15 Concetti di Protezione - OBBIETTIVI COMBUSTIONE LIBERA Fine del combustible Potenza del fuoco CONTROLLO Fine del combustible SUPPRESSIONE ESTINZIONE tempo 15
16 Classi di Fuoco ed Effetti di Estinzione 16
17 Tipologia Impianti Antincendio Protezione Attiva Impianti Manuali o Reti Idranti Impianti Fissi o Impianti Sprinkler o Impianti a Schiuma o Impianti Water Mist o Impianti a Gas Estinguente o Impianti ad Anidride Carbonica o Protezioni particolari 17
18 Tipologia Impianti Antincendio Protezione Passiva Impianti Fissi o Impianti di rivelazione fumi o Impianti a evacuazione fumo e calore o Impianti con compartimentazioni mobili 18
19 Impianti Manuali Gli impianti fissi manuali sono costituiti dalle reti Idranti. La normativa vigente, entrata in vigore il 06/11/2014, è la UNI 10779:2014 Impianti di estinzione incendi - Reti di idranti Progettazione, installazione ed esercizio Integrata da: UNI/TS 11559:
20 Impianti Fissi Sprinkler La normativa vigente che regola la progettazione, installazione e manutenzione è UNI EN 12845:2015 Installazioni fisse antincendio Sistemi automatici a sprinkler Progettazione, installazione e manutenzione 20
21 Impianti Fissi Schiuma 21
22 Impianti Fissi Schiuma La normativa vigente che regola la progettazione, installazione e manutenzione è UNI EN :2009 Sistemi fissi di lotta contro l incendio Sistemi a schiuma Parte 2: Progettazione, costruzione e manutenzione 22
23 Impianti Fissi Schiuma La schiuma antincendio è, in prima approssimazione, genericamente definita come un aggregato di bolle piene d aria ricavato da particolari soluzioni acquose. Le soluzioni sono a loro volta ottenute dalla miscelazione di un concentrato liquido di schiumogeno con acqua secondo adeguate proporzioni. La struttura a bolle è conferita dall aerazione della soluzione secondo diverse modalità in funzione delle caratteristiche proprie del concentrato di partenza. 23
24 Impianti Fissi Schiuma Liquidi schiumogeni concentrati Schiumogeno base Acqua Aria Miscela schiumogena 6% + + = 3% 1% 24
25 Impianti Fissi Schiuma Liquidi schiumogeni concentrati 25
26 Impianti Fissi Schiuma Famiglie di schiumogeni o o o o o o o Schiuma proteinica Schiuma Fluoroproteinica Schiuma Filmante Acquosa (AFFF) Schiuma FluoroproteinicaFilmante (FFFP) Schiume per liquidi Polari (ARC) Schiume Sintetiche Schiume Bagnanti (WettingAgents) 26
27 Impianti Fissi Schiuma Proprietà prestazionali TEMPO DI DRENAGGIO: rappresenta la misura, determinata sperimentalmente, del tempo richiesto perché una predeterminata quantità di soluzione acquosa sia drenata dalla matrice schiumogena di origine. RESISTENZA TERMICA E ALLA RIACCENSIONE: È la capacità della matrice schiumosa di resistere, anche per tempi prolungati, all azione diretta delle fiamme che si sprigionano da un incendio estinto solo parzialmente e alla riaccensione durante la fase di quiescenza dell incendio. 27
28 Impianti Fissi Schiuma Performance dei vari tipi di schiumogeno P FP AFFF FFFP AR Sintetici velocità X XX XXXX XXXX XXXX XXX Resistenza alla riaccensione Resistenza alla contaminazione XXXX XXXX XX XXX XXX X X XXX XXXX XXXX XXXX X 28
29 Impianti Fissi Schiuma Il rapporto di espansione, RE, è il rapporto tra volume finale della schiuma espansa e il volume della soluzione schiumogena prima dell espansione: o Schiuma Bassa Espansione: RE fino a 20:1 o Schiuma Media Espansione: RE da 20:1 a 200:1 o Schiuma ad Alta Espansione: RE da 200:1 in su (500:1.1000:1) 29
30 CAMPI DI UTILIZZO Quale schiumogeno da utilizzare? Dipende dalla natura dell incidente! esempio:comparazione in una installazione petrolchimica Tipo di incendio Esigenze primarie Esigenze secondarie Incendio superficiale piccola/grande area breve tempo di innesco temperature relative basse Velocità di intervento resistenza alla contaminazione da combustibili, al calore, alla riaccensione Incendio di serbatoio grande quantità di combustibile temperature relative elevate resistenza alla contaminazione da combustibili, al calore, alla riaccensione Velocità di intervento
31 Impianti Fissi Schiuma Esempio sistema a bassa espansione (applicazione in impianti sprinkler) 31
32 Impianti Fissi Schiuma Esempio sistema a media espansione (protezione bacini di contenimento) 32
33 Impianti Fissi Schiuma Esempio sistema a alta espansione (protezione magazzini intensivi) 33
34 Impianti Fissi Schiuma Esempio sistema a alta espansione (Hangar) 34
35 Impianti Fissi Schiuma SISTEMI DI PROPORZIONAMENTO - Rapporto di miscelazione ( 1/3/6%) Per proporzionamento s intende l introduzione di un liquido schiumogeno concentrato in un volume d acqua o in flusso d acqua corrente. Un appropriato proporzionamento è essenziale per garantire le migliori prestazioni dello schiumogeno. I principali sistemi sono: Miscelatori di linea Premescolatori a spostamento di liquido Miscelatori volumetrici autonomi (Firedos) Pompe volumetriche con valvole di bilanciamento 35
36 Impianti Fissi Schiuma Erogatori bassa espansione RE max 1:20 36
37 Impianti Fissi Schiuma Dispoaitivi bassa espansione RE max 1:20 37
38 Impianti Fissi Schiuma Dispositiva media espansione RE max 1:200 38
39 Impianti Fissi Schiuma Dispositivi alta espansione RE max 1:800 39
40 Impianti Fissi Schiuma 40
41 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA I SISTEMI DI PROPORZIONAMENTO Per proporzionamento s intende l introduzione di un liquido schiumogeno concentrato in un volume d acqua o in flusso d acqua corrente. Un appropriato proporzionamento è essenziale per garantire le migliori prestazioni dello schiumogeno.
42 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA PROPORZIONAMENTO A BILANCIAMENTO DI PRESSIONE E il metodo più comune di miscelazione; né esistono sostanzialmente di due tipi:- il sistema a serbatoio premescolatore il sistema con pompe proporzionatrici Qualunque sistema a bilanciamento di pressione impiega un dispositivo Venturi chiamato proporzionatore.
43 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA PROPORZIONAMENTO A BILANCIAMENTO DI PRESSIONE Quando l acqua entra nel Venturi, si realizza al suo interno una zona di bassa pressione nella quale il liquido concentrato in pressione si miscela con l acqua che fluisce nel dispositivo. Il liquido concentrato entra nel dispositivo attraverso un orifizio che ne regola la portata e questo determina la percentuale di concentrato nella soluzione finale. Il sistema a bilanciamento di pressione richiede che la pressione del liquido concentrato sia bilanciata con la pressione dell'acqua all ingresso del proporzionatore in modo che si formi la giusta concentrazione di schiumogeno
44 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA Principio di funzionamento di un miscelatore Venturi Principio della pompa ad iniezione ad acqua : Il flusso principale attraversa l orifizio aspira il dosaggio della schiuma 1st Medium 2nd Medium Gemisch Sezione ridotta Il flusso attraversa il tubo a sezione ridotta : la sezione ridotta causa l effetto venturi con l aumento di velocità del flusso 100 l/min 100 l/min Bassa velocità Sezione ridotta Alta velocità
45 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA Principio di funzionamento di un miscelatore venturi La somma della pressione statica e dinamica è costante (ignorando le perdite di carico). La pressione dinamica nella sezione intermedia aumenta nell area dell ugello, risultato dell attraversamento della sezione ridotta in corrispondenza la pressione statica diminuisce al di sotto di 1 bar (pressione atmosferica) e questo causa la capacità di aspirazione Acqua 1 bar 1 bar SM Entrata acqua 2 Sezione di accelleramento 3 Sezione ridotta 4 Uscita acqua Acqua + SM Pressione statica Pressione dinamica
46 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA SERBATOI PREMESCOLATORI Sono serbatoi in pressione con una guaina (membrana) interna che contiene lo schiumogeno concentrato. La pressione dell acqua è utilizzata per premere su questa guaina in modo da pressurizzare lo schiumogeno che viene spinto in pressione verso il proporzionatore. Un vantaggio di questo sistema è rappresentato dal fatto che non è richiesta nessuna sorgente esterna d energia per pressurizzare lo schiumogeno, essendo utilizzata la pressione stessa dell acqua; tuttavia il limite è che non è possibile procedere facilmente con la ricarica del serbatoio durante le fasi d intervento del sistema di spegnimento
47 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA POMPE PROPORZIONATRICI Questo metodo impiega un serbatoio atmosferico per lo stoccaggio del liquido concentrato, da cui aspira una pompa, generalmente, volumetrica ma che può anche essere del tipo centrifugo, in funzione dell applicazione e della viscosità dello schiumogeno adottato. Una valvola di bilanciamento automatico regola la pressione del liquido concentrato in modo da eguagliare quella dell acqua nel proporzionatore.
48 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA PROPORZIONATORI IN LINEA A PRESSIONE BILANCIATA E sostanzialmente una variante del caso precedente, in cui il sistema pompa-serbatoio è separato dal sistema valvola di regolazioneproporzionatore, essendo quest ultimo installato direttamente in campo. In questo caso, sono due le tubazioni in campo: una per l acqua e una per il liquido concentrato.
49 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA PROPORZIONATORI DI LINEA E uno dei sistemi più semplici ed è costituito da un serbatoio atmosferico (può essere all occorrenza anche un semplice fusto) e da un proporzionatore a Venturi che, a causa del passaggio dell acqua al suo interno, è in grado di generare la necessaria pressione per aspirare direttamente dal serbatoio il quantitativo di schiumogeno richiesto. Tuttavia presenta limiti applicativi abbastanza marcati: la distanza tra proporzionatore e dispositivo d erogazione non deve essere eccessiva perché la massima contropressione cui può lavorare un sistema di questo tipo non è particolarmente elevata.
50 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA MISCELATORE VOLUMETRICO A MOTORE IDRAULICO 1 Serbatoio acqua 2 Serbatoio schiuma 3 Miscelatore volumetrico 4 Motore idraulico 5 Pompa schiuma 6 Alimentazione acqua 7 Valvole di allarme
51 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA Principio di funzionamento sistema di miscelazione VOLUMETRICO Il motore idraulico utilizza l energia pressione dal flusso secondo la richiesta il motore idraulico converte l energia pressione in potenza - i.e., la rotazione ed il momento applicato sarà proporzionale al flusso volumetrico. Inevitabilmente, questo crea una perdita di carico. la rotazione viene trasmessa alla pompa schiuma tramite un riduttore alla pompa schiuma (un accessorio opzionale permette una riduzione continua e quindi una miscelazione infinitesimale) Portata volumetrica in entrata V 1 alla pressione iniziale p 1 V 1 = V 2 p 1 > p 2 M, n > 0 Rotation / rev speed n torque M Portata volumetrica in uscita V 2 alla pressione in uscita p 2
52 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA I SISTEMI DI EROGAZIONE Una volta che la soluzione schiumogena è stata correttamente ottenuta, deve esistere un punto nell impianto in cui alla soluzione è aggiunta l aria per produrre l espansione della schiuma. In funzione dell impianto, e quindi in funzione del tipo di schiumogeno da applicare, esistono dispositivi tra loro molto diversi. Qui di seguito riportiamo alcune figure che mostrano quelli di più frequente utilizzazione nella corrente tecnologia impiantistica.
53 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA Nei dispositivi aspirati la soluzione passa, attraverso un orifizio, nella zona d immissione dell aria e quindi in una zona di miscelazione ed espansione quindi scaricata In un dispositivo non aspirato la soluzione attraversa l orifizio e urta contro il deflettore dell ugello producendo gocce di soluzione. Queste gocce si combinano con l aria che incontrano tra l ugello e la superficie del combustibile producendo la schiuma strada facendo. I dispositivi non aspirati sono utilizzati unicamente con soluzioni film forming le quali richiedono un energia minore rispetto alle schiume proteiniche o fluoroproteiniche per ottenere l espansione.
54 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA A parte i vari tipi di ugelli disponibili su apparecchi fissi (monitori) e portatili (manichette), vi sono alcuni apparecchi specializzati impiegati solo su rischi particolari; è il caso delle foam chamber che sono dei dispositivi aspiranti impiegati nella protezione grandi serbatoi di stoccaggio di liquidi infiammabili.
55 TECNOLOGIA IMPIANTISTICA In questo caso, (versatore Dinamico) la soluzione schiumogena entra nell apparecchio provocando l azionamento di un motore idraulico che fa ruotare un ventilatore; la soluzione viene spruzzata in pressione su uno schermo mentre un elevato volume d aria è contemporaneamente soffiato dal ventilatore contro lo schermo porducendo una elevata espansione della miscela. Esistono altri tipi di erogatori per schiume ad alta espansione del tipo Statico, cioè senza parti meccaniche in movimento.
56 Impianti Fissi Water Mist La normativa vigente che regola la progettazione, installazione e manutenzione è UNI CEN/TS 14972:2011 Installazioni fisse antincendio Sistemi ad acqua nebulizzata Progettazione e installazione 56
57 Impianti Fissi Water Mist 57
58 Impianti Fissi Water Mist Sprinkler 58
59 Impianti Fissi Water Mist 59
60 Impianti Fissi Water Mist Questo prodotto innovativo, attraverso un sofisticato sistema di ugelli, forma una nube di microgocce, che nel giro di pochi secondi lotta contro l incendio generatosi nel locale protetto. Fin dall'inizio questo sistema ha dimostrato la sua efficacia in fatto di protezione antincendio, con prove effettuate sia presso laboratori riconosciuti a livello internazionale sia in casi d incendio nella vita reale: in entrambe le situazioni, questo prodotto ha dimostrato più e più volte la sua idoneità per un gran numero di pericoli. 60
61 Impianti Fissi Water Mist Perché utilizzare l acqua nebulizzata? Per comprendere il processo di funzionamento sia esso di estinzione, soppressione o controllo di un sistema ad acqua nebulizzata è necessario capire come nasce e si sviluppa un incendio. Per questo consideriamo il famoso triangolo del fuoco. 61
62 Impianti Fissi Water Mist Perché si verifichi e si sviluppi un incendio, devono essere presenti tre elementi fondamentali: Il primo dei componenti è il combustibile, necessario per alimentare la reazione di combustione Il secondo componente è l'ossigeno, sempre presente in atmosfera altrimenti detto comburente Infine ci deve essere abbastanza calore da innescare e sostenere la reazione di combustione. 62
63 Water Mist principi di funzionamento Esperienze pratiche e di misura effettuati nei laboratori mostrano che: I. La ragione principale dell estinzione è il raffreddamento II. Un sistema water mist efficiente porta ad una avaporazione maggiore del 10% della rispettiva portata d acqua III. Un normale sistema sprinkler porta una evaporazione inferiore all 1% della rispettiva portata d acqua. IV. La portata d acqua per m2 potrebbe teoricamente essere 10 volte inferiore per un sistema water mist rispetto ad un sistema sprinkler. 63
64 Impianti Fissi Water Mist I sistemi ad acqua nebulizzata intervengono negli ultimi due elementi, ovvero su ossigeno e calore. Ossigeno L'obiettivo è quello di impedire all'ossigeno di raggiungere il materiale combustibile, evitare così la reazione di ossido-combustione e spegnere il fuoco. Calore Per avviare e diffondere il fuoco è essenziale che sia disponibile energia termica tale da raggiungere la temperatura di accensione. Inoltre, per far si che un incendio divampi è necessaria dell energia termica prodotta dalla reazione di combustione. Se l emissione di questa energia può essere ritardata sufficientemente e velocemente, la combustione tende a non avvenire. 64
65 Impianti Fissi Water Mist Un getto d'acqua è un agente ideale per questo scopo, se frazionato in piccole gocce ancor meglio. Nel momento in viene irrorata dell acqua frazionata in tante piccole, piccolissime goccioline, si ottimizza lo scambio di calore in modo tale che la temperatura scenda a causa del calore assorbito dalla evaporazione dell'acqua stessa. La maggiore quantità di vapore acqueo generato provoca un maggior assorbimento di energia termica contribuendo all estinzione del fuoco prodotta dallo spostamento dell ossigeno. Il risultato è che la combustione in queste condizioni non può avvenire ed il fuoco tende allo spegnimento. 65
66 Water Mist principi di funzionamento 16
67 Water Mist comparativa di funzionamento Conventional Sprinkler System Water Mist System Pressure at Nozzle 0.5 bar 4 bar Way of extingination Cooling Cooling and Oxygen suffocation System configuration Difficult Simple Price Low Low Water consumption 5 l/min/m 2 1.6l /min/m 2 Pipe size Large Small Recommended Pipe material Steel Stainless steel, Galvanized pipes Working Pressure < 12 bar <16 bar Fitting Sprinkler fitting Press fitting Max. Areal coverage pr. sprinkler 12m2 25, 26, 30 m2 Installation time 100 % 40 % 67
68 Water Mist comparativa di funzionamento Erogatore sprinkler Erogatore water mist 68
69 Impianti Fissi Water Mist 69
70 Fabio Bosetti Sistemi protezione attiva Impianti Water Mist Funzionamento Il funzionamento del sistema ad acqua nebulizzata dipenderà da come è configurato. esistono due tipi di configurazioni a seconda del tipo di ugelli selezionati: TIPODI SISTEMA sistemi a diluvio Tubazioni aperte vuote sistemi ad umido Tubazioni in pressione d acqua sistemi a preazione Tubazioni in pressione aria TIPO DI UGELLO ugelli aperti ugelli chiusi ugelli chiusi 1 9
71 Impianti Water Mist METODO DI ATTIVAZIONE A seconda dell'applicazione da proteggere, si può progettare un sistema con ugelli aperti con tubazione semplicemente vuota, oppure con ugelli chiusi con sistemi a preazione con tubazioni in pressione d aria o sistemi di tubazioni bagnate. Sistemi a secco sono quelli dove le tubazioni sono vuote prima del rilevamento e l'attivazione. Essi vengono installati con UGELLI APERTI, una volta ricevuta la conferma della scarica l acqua riempiendo le tubzioni raggiugerà gli EROGATORI che la distribuiranno sull intera zona protetta. Questo meccanismo può anche essere installato con UGELLI, CHIUSI nel qual caso diventa un SISTEMA A PREALLARME. Il tubo viene riempito con acqua dopo il conenso della rivelazione incendio, ma ma la scarica dagli ugelli avviene solo dopo il consenso termico a causa dell incendio con la rottura del bulbo termosensibile. Questo previene falsi allarmi e nebbia d'acqua viene erogata solo nella zona dove gli ugelli sono intervenuti termicamente. Nelle tubazioni WET, la tubazione è sempre carica con acqua in pressione che viene scaricata alla rottura del bulbo termosensibile. 71
72 Impianti Water Mist 72
73 Impianti Water Mist Configurazione sistemi alta pressione Pressioni di alimentazione elevate Circa 200 bar Con pompe o bombole Tubazione inox pesante con raccordi alta pressione Erogatore water mist alta pressione Pressione di lavoro Circa 100 bar 73
74 Impianti Fissi Water Mist Per assicurare la fornitura dell acqua alla giusta pressione per essere nebulizzata agli ugelli Water-Mist si utilizzano due tipi di sistemi: Bombole di azoto che pressurizzano bombole contenti acqua (UAC) Questo genere di alimentazione è utilizzato nei piccoli sistemi e nelle applicazioni locali generalmente con ugelli aperti, la capacità delle bombole contenenti acqua genera il tempo di intervento. L obiettivo di questo sistema in considerazione del tempo limitato di funzionamento è quello di generare una estinzione o soppressione dell incendio. 74
75 Impianti Water Mist Configurazione sistemi bassa pressione Pressioni di alimentazione Circa < 16 bar Tubazionezincata o inox standard raccordi in ghisa o pressfitting Erogatore water mist alta pressione Pressione di lavoro Circa <10 bar 75
76 Impianti Fissi Water Mist Pompe volumetriche abbinate a motori elettrici o diesel (UAP) Soluzione valida per tutti i tipi di sistemi con ugelli aperti o chiusi ed il tempo di intervento prevedendo un piccolo rincalzo ad una riserva base è praticamente illimitato. Alla richiesta di intervento, pompe volumetriche aumentano la pressione dell acqua fino a circa 160 bar. Questa pressione, sufficiente per compensare la perdita di pressione nella rete di distribuzione fino agli ugelli più lontani, genera all erogatore con una pressione variabile tra i 100 ed i 120 bar la corretta dimensione delle gocce, base per una corretta tecnologia Water Mist. 76
77 Impianti Fissi Water Mist 77
78 Impianti Water Mist Progettazione Una volta assimilati i concetti base, dal punto di vista progettuale la scelta ed il dimensionamento di un impianto water mist necessita di una logica molto simile ad un comunissimo impianto sprinkler con le dovute eccezioni quando si considerano dei rischi particolari. La grande differenza consiste nel fatto che i parametri geometrici e prestazionali NON VENGONO STABILITI DALLA NORMATIVA dove vengono solo impostati i requisiti generali MA DAGLI SPECIFICI PRODUTTORI che si assumono la responsabilità del funzionamento del loro prodotto con prove presso laboratori accreditati. 78
79 Impianti Water Mist Progettazione Viene anche a decadere in concetto di marchiatura CE del singolo componente inteso come intercambiabilità tra piu produttori in quanto è piu corretto sviluppare il concetto di sistema in quanto l insieme dei componenti devono garantire una obiettivo prestazionale di cui il produttore si fa carico. 79
80 80
81 Impianti Water Mist Progettazione Impianti sprinkler Classificazione del livello di pericolosità LH, OH, HH o rischi speciali TIPO DI SISTEMA (WET, DRY, ETC) Parametri Idraulici Parametri Geometrici Scelta dei Componenti Posizionamento Sprinkler Layout Tubazioni Disegno Impianto Calcolo Idraulico Definizione dell alimentazione 81
82 Impianti Water Mist Progettazione Impianti water mist Classificazione del livello di pericolosità LH, OH, HH o rischi speciali TIPO DI SISTEMA (WET, DRY, ETC) Parametri Idraulici Parametri Geometrici Scelta dei Componenti Posizionamento Sprinkler Layout Tubazioni Disegno Impianto Calcolo Idraulico Definizione dell alimentazione 82
83 Impianti Water Mist Conclusioni Gli impianti water mist sono una realtà ormai consolidata ed in alcuni casi rappresentano la migliore soluzione tecnica per la protezione antincendio. Bisogna a questo punto «sdoganali» rendendo accessibili le informazioni per una corretta progettazione rispettando tutti i limiti posti dai costruttori «seri» perché rimangono impianti dove i margini di errore sono più esili ripetto per esempio agli impianti sprinkler. 83
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