L'APICOLTURA NEL TERRITORIO LAZIALE

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1 Ufficio Comunicazione e Stampa SCHEDA INFORMATIVA L'APICOLTURA NEL TERRITORIO LAZIALE L 'Italia è l'unico paese al mondo a poter produrre, grazie alle particolari condizioni climatiche e geografiche, più di 30 diversi tipi di miele pregiato. Molti di questi sono prodotti sul territorio della regione Lazio e in considerevoli quantità. Il Lazio è considerato tra le prime regioni italiane per vocazione apistica, per numero di addetti e per quantità di prodotto ottenuto. I mieli maggiormente prodotti, oltre al gustoso Millefiori, sono quelli monoflorali provenienti dalla fioritura dell'eucalipto e del Castagno. Una menzione particolare meritano gli ottimi mieli di Montagna prodotti nel reatino e nel frusinate. Nella campagna romana più periferica, inoltre, si ottiene talvolta in funzione degli andamenti stagionali, anche l'ottimo miele di Acacia, di colore giallo tenue, tendente al biancastro, di gusto gradevole e poco persistente, leggero, delicato e molto dolce. Il miele è il frutto del lavoro delle api sulle fioriture che caratterizzano un determinato territorio. Quando l'ambiente è sano, quando le campagne sono ospitali, anche dinanzi alle diversificazioni colturali o a riassetti del territorio, le produzioni di miele possono essere caratterizzate da particolari raccolti. E' il caso, ad esempio, delle crescenti produzioni di Miele di Melata di questi ultimi anni, un miele scuro, di gusto aromatico, ricchissimo di sali minerali. La ricchezza e la varietà del patrimonio ambientale ed agricolo della regione Lazio possono, inoltre, offrire agli apicoltori numerose ed impreviste occasioni di diversificazione della produzione. Non sono rare nel Lazio le produzioni di Miele di Timo e Santoreggia (noto antisettico e antispasmodico), di Miele di Agrumi (chiaro, profumato, calmante), di Miele di Corbezzolo (amaro, digestivo, decongestionante delle vie respiratorie). Agenzia Regionale per lo Sviluppo e L Innovazione dell Agricoltura del Lazio Via Rodolfo Lanciani, Roma Tel /623/625/628/638/656 Fax ufficiostampa@arsial.it

2 LE PROBLEMATICHE DELL'APICOLTURA Le problematiche di questo settore, per lo più analoghe a quelle delle altre regioni italiane, risultano essere complesse per la estrema variabilità di tipologie dei produttori, degli ambienti pedoclimatici e dei contesti socio-economici in cui si realizza l'attività. In particolare, esse riguardano la mancanza di marchi di origine e di qualità per i mieli, insieme alla scarsa valorizzazione degli altri prodotti dell alveare, la carenza della ricerca e della sperimentazione, come pure della formazione, aggiornamento e assistenza tecnica agli apicoltori, la scarsa propensione all associazionismo, con la conseguente polverizzazione dell offerta. Il settore necessita di maggiore attenzione ed approfondimento relativamente a: conoscenza del patrimonio apistico; promozione di una produzione di tipicità del miele, in contrapposizione ad una produzione di quantità standardizzata; avvicinamento dei giovani al settore dell allevamento e della produzione del miele (oltre il 60% degli addetti all attività apistica è, infatti, di età superiore ai 50 anni); fare uscire dal sommerso la maggioranza degli apicoltori; mappatura delle potenzialità flogistiche, per un loro migliore sfruttamento relativo sia alla regolamentazione del nomadismo che alla valorizzazione dei mieli per aree di produzione con idonei marchi di qualità; prevenzione nei confronti delle malattie dell alveare e controllo delle patologie più diffuse e relativa profilassi; selezione e miglioramento genetico dell ape e delle famiglie, per una conduzione razionale e redditizia DATI SUL SETTORE APISTICO LAZIALE Numero apicoltori 6/7.000 Numero arnie 60/ Potenzialità produttiva regionale t Volume d affari Consumo miele pro capite in Italia 350/400 g L'andamento produttivo di miele nel Lazio nell'anno 2004 è da stimare intorno ai quintali. Forse, leggermente inferiore alla media annuale, ma sicuramente migliore rispetto alle due stagioni passate 1. I mieli che hanno avuto una buona produzione sono stati quelli di acacia, di tiglio, di erica, di melata e di millefiori sia di pianura che di collina. Male è andato il miele di eucalipto, con una produzione quasi nulla, soprattutto nella provincia di Latina 2. 1 Fonte: FAI, Federazione Apicoltori Italiani 2 Ibidem.

3 La produzione è stata di ottima qualità. Diversi tipi di miele del Lazio sono stati esposti al Salone del Gusto di Torino e all'esposizione dei prodotti tipici del Canada. Il giro d'affari, per i circa apicoltori del Lazio, è stato di circa 45 milioni di euro, tenendo presente che molti hanno ottenuto un buon reddito dalla vendita degli sciami e della impollinazione in serra 3. Le richieste sono state superiori alla produzione, anche perché alcuni apicoltori esportano miele in altri Stati dell'unione Europea 4. Il numero degli alveari in media relativi agli anni 2002/03 è e la produzione annua di miele della regione Lazio nello stesso periodo è di t 5. ANALISI DELL'APICOLTURA REGIONALE A detta delle Associazioni del settore presenti nel territorio, l apicoltura laziale è praticata da un consistente numero di apicoltori, da loro stimato in 6/7.000 aziende apistiche. I soggetti addetti all apicoltura appartengono, prevalentemente, a categorie prossime alla pensione, se non già pensionati, che si dedicano a questo settore in maniera hobbistica. L attività viene esercitata spesso in maniera sommersa sia per il timore ingiustificato di dover rispondere fiscalmente del plus valore derivante da tale lavoro, sia perché il limitato numero di alveari posseduti mediamente dalle singole aziende non consente di effettuare investimenti di natura strutturale che le normative in vigore impongono. Ciò determina un forte ostacolo per quanto concerne le eventuali richieste all Unione Europea, al Mi.P.A.F. ed alla stessa Regione di agevolazioni ed incentivi, anche di carattere finanziario, a sostegno del comparto. Il consumo di miele in Italia è limitato. La quota annuale pro capite è stata stimata in circa g e, per lo più, l approvvigionamento avviene attraverso l acquisto diretto presso le aziende produttrici. Di rado, infatti, il consumatore cosiddetto abituale passa attraverso la catena della grande distribuzione. La trasformazione e commercializzazione degli alimenti, ed il miele rientra in tale settore, richiedono oggi il rispetto di norme e di specifiche caratterizzazioni quali la qualità, la qualificazione del prodotto, la tracciabilità, la chiarezza della etichettatura e quant altro possa permettere al consumatore di comprendere le esatte specificità di quel prodotto alimentare. Ciò, se da un lato comporta una maggiore chiarezza e sicurezza per l acquirente, di fatto, per il produttore, significa un aggravio dei costi che spesso le singole aziende apistiche non potrebbero sostenere. 3 Ibidem. 4 Ibidem. IL RUOLO DI ARSIAL L Arsial, da oltre 10 anni, è impegnata in attività di aggiornamento e formazione a favore degli apicoltori laziali. Sono stati annualmente realizzati corsi aventi per obiettivo una maggiore qualificazione professionale degli allevatori e produttori regionali, attraverso l approfondimento di problematiche inerenti le più diffuse patologie dell apiario e le relative profilassi, l adeguamento degli allevamenti e delle 5 Fonte: Istituto Nazionale di Apicoltura.

4 strutture di lavorazione alle normative vigenti e quant altro potesse permettere agli apicoltori di elevare il loro grado di professionalità. Nello specifico, relativamente al Regolamento Cee 1221/97 miglioramento della produzione e commercializzazione del miele -, l Agenzia ha curato diverse attività che si sono concretizzate nell organizzazione di più rassegne del convegno annuale di settore, corsi di formazione ed aggiornamento in apicoltura rivolti a studenti degli Istituti di agraria della Regione, al personale veterinario delle AUSL del Lazio ed ai tecnici della prevenzione operanti nel territorio. E stato, inoltre, realizzato nell annualità 2004 il primo concorso regionale per i migliori mieli del Lazio. Le diverse attività svolte nel corso degli anni dall Agenzia sono state realizzate con la collaborazione, sia sotto il profilo organizzativo che professionale, delle diverse Istituzioni scientifiche nazionali e regionali, quali l Istituto Sperimentale per la Zoologia Agraria - sezione Apicoltura, l Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana, il Servizio Veterinario Regionale, le Istituzioni pubbliche quali la XII Comunità Montana del Lazio Monti Ernici di Veroli e le Associazioni di categoria. Ad Arsial è stato, inoltre, chiesto, da parte delle Associazioni regionali di apicoltori, l assistenza alla redazione del disciplinare per l ottenimento della DOP Miele di eucalipto del litorale laziale. LE ATTIVITA' DI ARSIAL NELLO SPECIFICO Le attività di assistenza tecnica e dimostrativa di Arsial hanno avuto inizio negli anni 80 con l allestimento di un primo apiario didattico a Testa di Lepre (Rm) a cui subentrò, nel 97, quello di Caprarola (Vt), realizzato grazie alla collaborazione tra l Agenzia e la Riserva naturale del Lago di Vico; nello stesso periodo venivano allestiti anche gli apiari di Montopoli in Sabina e Frosinone (con annessa piccola sala apistica). Le finalità comuni alle diverse Istituzioni che operano nel settore sono state e sono la promozione e lo sviluppo dell agricoltura nel territorio regionale. Le attività intendono affrontare, in primo luogo, le tematiche più urgenti e condizionanti la stessa sopravvivenza dell apicoltura, e cioè l aspetto sanitario degli apiari, e, in secondo luogo, la formazione di tecnici apistici e veterinari in grado di comprendere le problematiche legate al mondo dell apicoltura ed intervenire a sostegno di questo comparto. Molto importanti sono stati, inoltre, i molteplici interventi di formazione, aggiornamento ed assistenza tecnica rivolti agli apicoltori. L'azione divulgativa sul mondo delle api e dei prodotti dell alveare, soprattutto nei confronti di scolaresche, ha avuto ed ha tuttora lo scopo di portare a conoscenza dei consumatori l importanza di questo imenottero per l agricoltura e l ambiente e le preziose qualità biologiche e salutistiche dei prodotti dell alveare. Il tutto per una corretta e sana alimentazione e prevenzione. A seguito delle forti infestazioni di varroa, inoltre, e della conseguente contrazione del patrimonio apistico regionale, Arsial ha realizzato, nel periodo 96-98, un programma regionale di lotta nei confronti di questo acaro, per la messa a punto di strategie di lotta territoriali in grado di rispondere alle esigenze degli apicoltori. Al programma sono poi seguite prove dimostrative per la sperimentazione di metodi di lotta attraverso l impiego di tecniche biomeccaniche e prodotti naturali a basso impatto ambientale.

5 Sono stati anche realizzati due progetti di monitoraggio territoriale del livello di inquinamento, utilizzando le api quali insetto-test, all interno della Riserva del Lago di Vico (Vt) e presso l oasi di Ninfa (Lt). Sono, inoltre, in programma altre iniziative a favore del comparto quali, ad esempio, la realizzazione di progetti da attuare in collaborazione con l Istituto Sperimentale Zooprofilattico di Lazio e Toscana, e, ove previsto, con il coinvolgimento delle Comunità Montane del Lazio in un programma di riforestazione territoriale atto ad ampliare le aree nettarifere regionali. data di aggiornamento: febbraio 2005

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