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1 1 ANNO ACCADEMICO 2012 /2013 Lo sviluppo locale: alcuni spunti. A cura di Marco Valente Università degli Studi della Tuscia Dipartimento di Economia e Impresa Marketing Internazionale

2 Una possibile chiave di volta per il prossimo futuro: 2 AGGREGAZIONE

3 3 Il Territorio: fattore di sviluppo

4 La competizione non si gioca più, innanzitutto, tra singoli soggetti ma, piuttosto, tra sistemi a base territoriale, i soli capaci di generare oggi competitività del tessuto delle imprese e innovatività e capacità di risposta dinamica. 4

5 I fattori di sviluppo dei sistemi a base territoriale sono: 5 o "l'hardware" vale a dire i fattori di localizzazione materiali quali l'accessibilità, la qualità delle risorse umane, le modalità di funzionamento del mercato del lavoro, la presenza di esternalità connesse a reti produttive e commerciali di attività simili, affini o complementari, l'efficienza della pubblica amministrazione. o "il software" costituito da quei fattori legati alla qualità della vita e quindi in qualche modo intangibili, quali la qualità ambientale/insediativa e la coesione sociale.

6 La competizione tra territori per attirare capitali e persone (fisiche o giuridiche) e assicurare un futuro richiede da parte dei soggetti territoriali l'adozione di una prospettiva di imprenditorialità e l'acquisizione di nuove capacità e di nuovi comportamenti. In particolare è richiesta: 6 o capacità di progettazione e di pianificazione strategica; o capacità di "vendere" il prodotto territorio all'esterno. Le amministrazioni locali sono quindi chiamate a svolgere nuove e più ampie funzioni rispetto al passato: non più semplici fornitrici di servizi alla cittadinanza ma soggetti attivi dello sviluppo economico complessivo del territorio, impegnati a soddisfare anche la domanda degli altri utenti, effettivi e potenziali, in grado di generare ricchezza a livello locale.

7 Il territorio può esser considerato alla stregua di una 7 merce o di un'impresa? Una volta definito, attraverso le analisi, lo scenario strutturale ed i principali punti di forza e di debolezza, una strategia di marketing territoriale di successo deve puntare: alla individuazione di pochi e definiti segmenti di mercato e di un target di utenti da raggiungere e di alcuni precisi interventi da attuare per rafforzare l'offerta.

8 Il marketing territoriale è innanzitutto attività comunicativa, rivolta sia ai potenziali clienti esterni che all'interno, dove si traduce in azioni organizzative e di cooperazione tra i soggetti locali. 8

9 9 LA CONCERTAZIONE LOCALE PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO.

10 Alcune parole chiave 10 o Il termine programmazione negoziata indica l'insieme degli strumenti fondati sull'accordo tra soggetti privati e soggetti pubblici per l'attivazione di una serie di interventi di sviluppo o di miglioramento di una specifica area territoriale.

11 Alcune parole chiave 11 o Con il termine concertazione locale si indica il metodo attraverso il quale i soggetti privati e pubblici operanti in una specifica area territoriale istituiscono un tavolo di discussione per definire un programma condiviso di sviluppo.

12 Alcune parole chiave 12 o Con il termine partenariato locale si indica l'aggregazione di soggetti pubblici e privati operanti in una specifica area territoriale.

13 Alcune parole chiave 13 o Lo sviluppo a rete è il frutto degli accordi che nascono dalla concertazione e dal partenariato locale. Poiché tali strumenti si fondano su progetti di intervento e di investimento elaborati direttamente da soggetti pubblici e privati operanti a livello locale, essi garantiscono il perseguimento di uno sviluppo che nasce dal basso (utilizzando la terminologia anglosassone si parla anche di sviluppo bottom-up), ribaltando la logica di intervento perseguita fino ai primi anni novanta, fondata su criteri poco selettivi (i così detti interventi "a pioggia" che non tenevano conto delle effettive esigenze del territorio) e stabilita direttamente dalle Amministrazioni centrali (si parla in questo caso di sviluppo dall'alto o top-down).

14 Che cosa è dunque la programmazione negoziata? 14 Essa viene definita dalla Legge 662 del 1996 come: "la regolamentazione concordata tra soggetti pubblici o tra soggetto pubblico competente e le parti private per l'attuazione di interventi diversi, riferiti ad una unica finalità di sviluppo(..)."

15 Il ruolo degli attori 15 nella programmazione negoziata.

16 ATTORE PUBBLCIO ESIGENZA: VALORIZZARE LA RISORSA TERRITORIO 16 OBIETTIVI: IL CONSENSO ATTORE IMPRENDITORE ESIGENZA: VALORIZZARE LA RISORSA TERRITORIO OBIETTIVI: IL PROFITTO ATTORE RESIDENTE ESIGENZA: VALORIZZARE LA RISORSA TERRITORIO OBIETTIVI: LA QUALITÀ DELLA VITA

17 17 LA PROGETTAZIONE INTEGRATA

18 PROGETTO INTEGRATO AZIENDALE 18 PROGETTO INTEGRATO DI FILIERA PROGETTO INTEGRATO TERRITORIALE

19 Il progetto integrato aziendale prevede che la singola azienda pianifichi una pluralità di interventi nell ambito di una strategia unica che, attraverso l uso combinato e sinergico delle azioni, configura il cosiddetto pacchetto aziendale. Questa tipologia di progettazione integrata colloca il progetto di sviluppo aziendale in una visione più ampia ed articolata, consentendo di valutarne le azioni principali, quelle di supporto e quelle di consolidamento in una visione complessiva, ed incentiva i soggetti imprenditoriali a sviluppare un approccio organico alla definizione degli obiettivi di crescita. 19

20 Il progetto integrato di filiera coinvolge una molteplicità di operatori pubblici e privati di un comparto che operano nei diversi segmenti di una filiera produttiva, i quali definiscono una strategia di sviluppo comune da realizzare attraverso la pianificazione di una pluralità di interventi, coerenti con i fabbisogni e con le priorità individuate nei documenti di analisi delle diverse filiere. 20

21 Il progetto integrato territoriale prevede che partenariati locali, rappresentativi delle diverse componenti economiche e sociali del territorio, pianifichino una pluralità di iniziative in linea con uno o più temi prioritari e coerenti con i fabbisogni previsti dalla zonizzazione per l area omogenea di riferimento. 21

22 CREAZIONE DI 22 PARTENARIATI PUBBLICO- PRIVATI

23 1. La fase dell ideazione La fase dell identificazione 3. La fase della preparazione 4. Le fasi dell istituzione e del finanziamento 5. La fase della realizzazione 6. La fase della gestione

24 La fase dell ideazione, in cui si formula il nucleo fondamentale dell idea progettuale, si determinano gli obiettivi generali del progetto, si procede ad una prima individuazione dei fabbisogni e della domanda dei gruppi sociali coinvolti, si individua il promotore del progetto (pubblico o privato), si compie una prima bozza di analisi di opportunità, con riferimento alle caratteristiche socioeconomiche ed ambientali dell area. 24

25 La fase dell identificazione, in cui si determinano le principali caratteristiche, linee ed articolazioni dell intervento, si inquadrano gli obiettivi nella programmazione di riferimento (di settore o di area), si individuano gli obiettivi specifici, si prendono in considerazione le alternative tecniche, la disponibilità di risorse, le prime indicazioni sulla domanda ed offerta, la tipologia del fabbisogno finanziario, i vincoli di natura normativa, istituzionale ed amministrativa. La fase dell identificazione conduce generalmente alla redazione di un documento di prefattibilità. 25

26 La fase della preparazione, che si traduce sul piano operativo nella redazione dello studio di fattibilità. Quest ultimo fa riferimento ad aspetti tecnici (individuazione e misurazione delle opere progettate, studio della localizzazione e dell area di intervento, valutazione degli impatti di natura ambientale), ad aspetti istituzionali (configurazione dell ipotesi di gestione, identificazione dell ente responsabile e della struttura organizzativa, individuazione dei fattori ostativi, quali la necessità di proporre provvedimenti normativi e regolamentari, ecc.), ad aspetti finanziari (determinazione della vita utile dell intervento, piano dei costi e dei ricavi, valutazione della redditività finanziaria, individuazione delle modalità e delle fonti di finanziamento), ad aspetti socioeconomici (impatto del progetto sul benessere, sui redditi e sui livelli occupazionali delle comunità interessate, nonché sulle tematiche orizzontali la stessa occupazione, l ambiente, le pari opportunità, le piccole e medie imprese individuate dall Unione Europea), all analisi della sensitività e dei rischi. 26

27 27 Le fasi dell istituzione e del finanziamento del progetto, ovvero nel suo esame (ove previsto) da parte dell Amministrazione di riferimento, nell eventuale approvazione del progetto e nella concessione del finanziamento.

28 La fase della realizzazione, con la formulazione dei progetti esecutivi, l emanazione dei bandi, l esecuzione delle opere (ovvero l apertura del cantiere per le opere infrastrutturali, la concessione dei finanziamenti nel caso di aiuti alle imprese, l esecuzione di corsi di formazione nel caso di interventi relativi alle risorse umane, ecc.). 28

29 La fase della gestione, che si identifica nell avvio della fase di regime secondo le ipotesi determinate; ed infine nelle fasi della sorveglianza e nel controllo, in cui vengono verificati i risultati raggiunti rispetto a quelli attesi ed in cui quindi l analisi degli eventuali scostamenti rispetto alle previsioni si traduce in azioni di modifica alla gestione (ad esempio modificazioni tariffarie, modificazione dei processi amministrativi o della struttura dei costi, ecc.). 29

30 In ciascuna di queste fasi, il progetto passa attraverso valutazioni e verifiche, che possono condurre al suo accantonamento, nel caso in cui emergano elementi di inefficacia od inefficienza che ne sconsiglino l adozione; ovvero alla sua progressiva definizione sul piano tecnico ed economico, all accettazione e quindi all ammissione al finanziamento ed infine alla realizzazione. 30

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