Corso di laurea in Scienze umane e sociali a.a Storia contemporanea

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1 Corso di laurea in Scienze umane e sociali a.a Storia contemporanea

2 Il lavoro costituente e la Costituzione della Repubblica italiana

3 L Assemblea costituente: composizione 556 deputati (la Camera dei Deputati dal 1921 ne contava 535) Democrazia Cristiana 207 seggi 37% Partito Socialista Italiano 115 seggi 21% Partito Comunista Italiano 104 seggi 19% Unione Democratica Nazionale (lista liberale) 41 seggi 7% Fronte Uomo Qualunque 30 seggi 5% Partito Repubblicano Italiano 23 seggi 4% Blocco Nazionale Libertà (lista conservatrice) 16 seggi 3% Partito d Azione (lista radicale) 7 seggi 1% altri 13 seggi 2%

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5 Presidenti della AC GIUSEPPE SARAGAT (PSIUP, poi PSDI): primo presidente della Assemblea Costituente, eletto 25/06/1946 UMBERTO TERRACINI (PCI): secondo presidente della Assemblea Costituente, eletto 08/02/1947

6 Giuseppe Saragat Torino 1898 Roma 1988

7 Umberto Terracini Genova 1895 Roma 1983

8 Cronologia dei lavori dell Assemblea Costituente L Assemblea Costituente: - inizia i lavori il 25 giugno elegge il capo provvisorio dello Stato (Enrico De Nicola, ) - delega l elaborazione della bozza a una COMMISSIONE DEI 75, presieduta da Meuccio Ruini (Partito democratico del Lavoro) - Commissione dei 75 si divide in 3 sottocommissioni (odg Dossetti): a) I sottocommissione: diritti e doveri dei cittadini b) II sottocommissione: organizzazione dello Stato c) III sottocommissione: diritti e doveri economico-sociali - sottocommissioni lavorano nella seconda metà dicembre 1946: comitato di revisione (dei 18) redige il testo - il testo viene discusso e votato dai 75 nel gennaio-febbraio la bozza è discussa in Assemblea plenaria nel periodo marzodicembre 1947

9 Enrico De Nicola Napoli 1877 Torre del Greco 1959

10 Meuccio Ruini Reggio Emilia

11 Conclusione dei lavori Il 22 dicembre 1947 il testo emendato viene messo ai voti. L Assemblea lo approva con voti favorevoli - 62 contrari La Costituzione della Repubblica italiana - è promulgata il 27 dicembre entra in vigore il 1 gennaio 1948

12 Il capo dello Stato Enrico De Nicola firma il testo della Costituzione appena approvato dall Assemblea, 22 dicembre 1947

13 Meuccio Ruini, presidente della Commissione dei 75: Difetti ve ne sono, vi sono lacune e più ancora esuberanze, vi sono incertezze su dati punti; ma vi giungono ormai voci di grandi competenti dall estero; esse riconoscono che questa carta merita di essere favorevolmente apprezzata ed ha un buon posto, forse il primo, fra le Costituzioni dell attuale dopoguerra. (relazione finale all Assemblea plenaria)

14 Il tema costituzionale il tema costituzionale è tradizionalmente debole in Italia - Il Ministero per la Costituente raccoglie materiali preparatori - sensibile alla questione e già attivo nel periodo che precede la formazione della Costituente è Giuseppe Dossetti (DC), autore di alcuni fondamentali ordini del giorno nei lavori della AC - il giurista Costantino Mortati (DC) sensibilizza l opinione pubblica guardando in particolare al modello costituzionale della Repubblica di Weimar e a quello USA e contribuisce ai lavori con importanti relazioni e interventi - lucido contributo dialettico da Piero Calamandrei (Partito d Azione), giurista simpatizzante del modello inglese - argomenti solidi a sostegno dei principi fondamentali e dell inserimento dei diritti sociali ed economici in Costituzione vennero da Palmiro Togliatti (PCI), e da Lelio Basso (PSIUP) - sull adozione del sistema parlamentare intervento risolutivo di Tommaso Perassi (PRI)

15 Giuseppe Dossetti Genova

16 Costantino Mortati Calabria

17 Piero Calamandrei Firenze

18 Palmiro Togliatti (Genova Yalta 1964)

19 Lelio Basso (Varazze Roma 1978)

20 Tommaso Perassi (Intra 1886 Milano 1960)

21 Schema della Costituzione della Repubblica italiana PRINCIPI FONDAMENTALI art PARTE I - Diritti e doveri dei cittadini Titolo I: Rapporti civili art Titolo II: Rapporti etico-sociali art Titolo III: Rapporti economici art Titolo IV: Rapporti politici art PARTE II - Ordinamento della Repubblica Titolo I: Il Parlamento art Sezione I: Le Camere Sezione II: La formazione delle leggi Titolo II: Il Presidente della Repubblica art Titolo III: Il Governo art Sezione I: Il Consiglio dei Ministri Sezione II: La pubblica amministrazione Sezione III: Gli organi ausiliari Titolo IV: La Magistratura art Sezione I: Ordinamento giurisdizionale Sezione II: Norme sulla giurisdizione Titolo V: Le Regioni, le Province, i Comuni art Titolo VI: Garanzie costituzionali art Sezione I: La Corte costituzionale Sezione II: Revisione della Costituzione. Leggi costituzionali DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI disp. I-XVIII

22 Scelte fondamentali dell Assemblea Costituente: LA FORMA DI STATO E DI GOVERNO - La Costituente è vincolata: a) alla forma di governo repubblicana dal mandato popolare b) alla forma di Stato democratica dalla precondizione posta dagli Alleati e dal CLN - il retaggio dell età liberale [e lo Statuto albertino] è stato spazzato via dal fascismo e dalla guerra; - restano sul campo mattoni prodotti dal crollo dello Stato fascista, che saranno in parte riutilizzati (Pombeni)

23 Scelte fondamentali dell Assemblea Costituente: I PRINCIPI FONDAMENTALI A PREMESSA 1. Volontà maggioritaria di attribuire un carattere anche programmatico alla Costituzione, che istituisca una serie di obbligazioni a procedere a carico del legislatore, e non soltanto dei limiti all azione di questo e degli altri poteri dello Stato; 2. La carta deve prefigurare lo Stato non solo nelle sue linee giuridiche, ma anche in ordine a principi, indirizzi e fini. 3. Questa scelta, sostenuta tanto dalla sinistra DC (Dossetti), quanto dal PC (Togliatti) e dai socialisti, è avversata da azionisti (Calamandrei) e liberali (Lucifero), che la accusano di costruttivismo e di genericità, preferendo: l essenzialità e l adozione di norme esclusivamente azionabili in sede giudiziale.

24 Intervento di Togliatti 9 settembre 1946 sull opportunità di inserire nel testo principi programmatici

25 Scelte fondamentali dell Assemblea Costituente: LA PRIORITA DEI DIRITTI DEI CITTADINI Enfasi sulla Carta dei diritti, concepita come fondamento della costituzione; centralità dell individuo pensato come persona e affermazione della natura originaria dei diritti della persona; non si tratta però di riproposizione dell individualismo liberale: la persona è socializzata valorizzazione della dimensione sociale della vita umana.

26 Ordine del giorno Dossetti, 9 settembre 1946, sui principi ispiratori "La sottocommissione [prima], esaminate le possibili impostazioni sistematiche di una dichiarazione dei diritti dell'uomo; "esclusa quella che si ispira ad una visione soltanto individualistica; esclusa quella che si ispiri ad una visione totalitaria, la quale faccia risalire allo Stato l'attribuzione dei diritti dei singoli e delle comunità fondamentali; "ritiene che la sola impostazione veramente conforme alle esigenze storiche, cui il nuovo statuto dell'italia democratica deve soddisfare, è quella che: a) riconosca la precedenza sostanziale della persona umana (intesa nella completezza dei suoi valori e dei suoi bisogni non solo materiali, ma anche spirituali) rispetto allo Stato e la destinazione di questo al servizio di quella; b) riconosca ad un tempo la necessaria socialità di tutte le persone, le quali sono destinate a completarsi e perfezionarsi a vicenda mediante una reciproca solidarietà economica e spirituale; anzitutto in varie comunità intermedie disposte secondo una naturale gradualità (comunità famigliari, territoriali, professionali, religiose, ecc) e quindi, per tutto ciò in cui quelle comunità non bastino, nello Stato; c) che per ciò affermi l'esistenza sia dei diritti fondamentali delle persone, sia dei diritti delle comunità anteriormente ad ogni concessione da parte dello Stato".

27 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 1 PARLAMENTO E POTERE LEGISLATIVO Bicameralismo: scelta di continuità, ricerca di equilibro e di ponderazione / si opta per il bicameralismo paritario (le due Camere, diverse l una dall altra, hanno pari ruolo nella formazione delle leggi) Referendum: istituto di democrazia diretta, permette ai cittadini di esprimersi in merito alle leggi adottate dal Parlamento [solo abrogativo per le leggi ordinarie; confermativo per le leggi costituzionali] Disegni di legge di iniziativa popolare: istituto di democrazia diretta, permette ai cittadini di farsi promotori di proposte di legge presso il Parlamento

28 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 2 GOVERNO PARLAMENTARE La scelta della forma di governo è combattuta: - si temono gli eccessi del parlamentarismo, che rendono il governo ostaggio del legislativo, - si teme la possibile deriva autoritaria di un governo forte, [per esempio a legittimazione popolare diretta tramite elezione, oppure protetto da tempi fissi di durata della legislatura];

29 Relazione di Meuccio Ruini, presidente della Commissione dei 75, alla Assemblea plenaria; passo riguardante le scelte sull assetto del governo Si sono evitati due opposti sistemi. Innanzitutto: il primato dell esecutivo che ebbe nel fascismo l espressione più spinta. Non si può dire che appartenga a questo tipo il sistema presidenziale, che fa buona prova negli Stati Uniti d America, con un capo dello Stato che è anche capo del governo ed ha ampi poteri, ma non sembra poter essere trasferito da noi, che non abbiamo la forma federale, né altri elementi d equilibrio col Congresso, d avvicendamento di due grandi partiti che accompagnano quel sistema nella repubblica dalla bandiera stellata. Vi è in Europa una resistenza irreducibile al governo presidenziale, per il temuto aspetto del cesarismo, ed anche per il convincimento (noi non dobbiamo abbandonarlo, ma valorizzarlo) che il governo di gabinetto abbia diretta radice nel governo parlamentare. [prosegue]

30 [continua Ruini in assemblea plenaria]: Si è d altra parte evitato il pericolo di mettersi sul piano inclinato del governo di Assemblea. Ha l apparenza di un sillogismo la tesi che, poiché la sorgente di sovranità è unica nel popolo, ed unica deve esserne la delegazione, ogni potere si concentra nel parlamento, e gli altri organi, il governo, il capo dello Stato, la magistratura, ne sono il comitato o i commessi ed agenti d esecuzione. Si nega con ciò la possibilità di forme molteplici e diverse di espressione della sovranità popolare; e si lascia cadere quel tessuto costituzionale di ripartizione ed equilibrio dei poteri, che anche se la formula di Montesquieu è in parte superata ha costituito una conquista ed un presidio di libertà. [Pombeni, 152]

31 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 2 bis GOVERNO PARLAMENTARE In II sottocommissione, dopo lunga discussione, si adotta l ordine del giorno Perassi [05/09/1946, 22 voti favorevoli e 6 astensioni], con il quale: - si accoglie il REGIME PARLAMENTARE, che subordina il Governo alla fiducia delle due Camere; - si cerca di assicurare la governabilità introducendo opportuni dispositivi: sistema quindi da da disciplinarsi tuttavia con dispositivi costituzionali idonei a tutelare le esigenze di stabilità dell azione di governo (odg Perassi) Il dispositivo è la funzione arbitrale fra parlamento e governo affidata al Presidente della Repubblica, che verifica preventivamente la disponibilità di una maggioranza parlamentare a dare la fiducia a una squadra di governo; che venendo meno la fiducia e in assenza di alternative scioglie le Camere

32 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 3 PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA [Mortati] - necessità di un potere neutrale e moderatore, - compito: accertare la corrispondenza degli orientamenti popolari con quelli degli organi rappresentativi e di questi ultimi fra loro, onde mantenere una costante armonia (Pombeni 150). Presidente della Repubblica come CHIAVE DEL SISTEMA REPUBBLICANO-DEMOCRATICO

33 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 3 BIS PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA - missione: a) trovare un equilibrio fra il parlamentarismo classico (con il suo deficit di governabilità) e un sistema a governo forte (con rischio di deriva autoritaria) b) garantire il rispetto della Costituzione, l equidistanza dei poteri, il rispetto dei diritti dei cittadini e l unità della Repubblica - critiche: Orlando lo giudica un fannullone ; inoltre scarsamente legittimato: dovrebbe essere eletto dal popolo; Ruini lo difende, ritiene che l elezione popolare lo renderebbe più adeguato, ma capisce che vi è contro, precisa lo stesso Ruini facendo eco a un collega, lo spettro di Cesare, di Bonaparte, di Hitler, ed è una preoccupazione che in molti prevale su ogni altra (137).

34 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 4 MAGISTRATURA Per assicurare l indipendenza dei giudici nell esercizio del potere giudiziario, escludendo ingerenze da parte degli altri poteri e in particolare del potere esecutivo - si affida l organizzazione della magistratura (reclutamento dei giudici, carriere, disciplina) a un organo interno: il Consiglio Superiore della Magistratura - Composizione del Consiglio: presidenza del Presidente della Repubblica, come organo di garanzia; 2/3 del Consiglio eletto dalla Magistratura; 1/3 eletto dal Parlamento in seduta comune

35 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 5 Enti territoriali Il tema del DECENTRAMENTO e delle AUTONOMIE La novità delle REGIONI - accese discussioni sull opportunità di introdurle e sul loro profilo Regione avversata dai liberali (cfr. i discorsi in Assemblea plenaria di Nitti e di Orlando), dai socialisti (Nenni), dai comunisti (Togliatti); voluta dai democristiani (già nei programmi del Partito popolare di Sturzo) - questione delle PROVINCE

36 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 6 CORTE COSTITUZIONALE - guarda al modello USA (sindacato di costituzionalità diffuso ) e a quello austriaco (sindacato accentrato con istanza di giudizio unica) - proposta in origine da Calamandrei, sostenuta dai democristiani (Leone), - avversata da molti liberali (Einaudi, Orlando, Nitti), dai socialisti (Nenni), dai comunisti (Togliatti), - precisata nei suoi poteri e nella forma dal contributo determinante dei giuristi Perassi, Mortati, Leone - Ruini la definisce un organo tecnico, necessario a chiudere il circolo della natura rigida della costituzione, che implica l esistenza di un istanza di giudizio in ordine alla conformità delle leggi ordinarie alla legge costituzionale (Pombeni, p. 137).

37 Togliatti sulla CC, 11 marzo 1947 [Assemblea plenaria] Perché si sono introdotte queste norme? Tutte queste norme sono state ispirate dal timore: si teme che domani vi possa essere una maggioranza che sia espressione libera e diretta di quelle classi lavoratrici, le quali vogliono profondamente innovare la struttura politica, economica, sociale del paese: e per questa eventualità si vogliono prendere garanzie, si vogliono mettere delle remore: di qui la pesantezza e lentezza nell elaborazione legislativa, e tutto il resto; e di qui anche quella bizzarria della Corte costituzionale, organo che non si sa che cosa sia e grazie alla istituzione del quale degli illustri cittadini verrebbero ad essere collocati al di sopra di tutte le Assemblee e di tutto il sistema del Parlamento e della democrazia, per esserne i giudici. Ma chi sono costoro? Da che parte trarrebbero essi il loro potere se il popolo non è chiamato a sceglierli? Bisogna lasciare che la volontà popolare si possa esprimere attraverso gli istituti parlamentari, attraverso le istituzioni democratiche, sulla base costituzionale. Guai invece se la Costituzione fosse fatta in modo da opporre artificiosamente barriere a questa espressione. [cit. in F. Bonini, Storia della Corte costituzionale, p. 45]

38 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 6 bis Corte costituzionale: scelte definitive - organo accentrato e speciale [modello Austria 1920] - pronunce efficaci erga omnes [c.s.] - accesso per rilievo incidentale da parte del giudice impegnato in un procedimento [L. cost. 1/1948 // modello americano del judicial review of legislation] - Nomina dei giudici da parte dei diversi ordini su base paritaria: Presidente della Repubblica; Parlamento in seduta comune; Magistratura ordinaria e amministrativa [soluzione originale] Corte = organo di garanzia, collocato a metà strada fra legislazione e giurisdizione

39 I GOVERNI SOTTO LA COSTITUENTE

40 I governi durante i lavori della Costituente / 1 - con il referendum del 2 giugno 1946 si dimette il governo De Gasperi I, di unità nazionale - De Gasperi svolge temporaneamente le funzioni di capo dello Stato - l assemblea Costituente appena insediata elegge il Capo dello Stato provvisorio, Enrico De Nicola - dal presidente De Gasperi ottiene nuovamente l incarico: governo De Gasperi II (DC, PCI, PSIUP, PRI)

41 La scissione di palazzo Barberini 11 gennaio 1947 Per vari contrasti interni al PSIUP, fra cui anche la posizione che il partito doveva assumere di fronte alla divaricazione che si stava verificando a livello internazionale fra USA e URSS e l inizio della guerra fredda, il PSIUP si scinde in PSI (Nenni) e PSDI (Saragat) In seguito a ciò Saragat, presidente dell Assemblea Costituente, si dimette e gli subentra il vicario, Umberto Terracini (PCI)

42 I governi durante i lavori della Costituente / 2 - in seguito alla scissione di palazzo Barberini cade il governo De Gasperi II; - governo De Gasperi III, ultimo di unità nazionale, ossia ispirato al CLN [DC, PCI, PSI] - giugno 1947 il governo DG III si dimette per la rottura fra DC e sinistre - governo De Gasperi IV: [DC, PSDI, PLI, PRI] fino all elezione del Capo dello Stato dopo l entrata in vigore della Costituzione [Luigi Einaudi]

43 Alcide De Gasperi (trentino, )

44 Bibliografia Paolo Pombeni La Costituente Il Mulino, Bologna 1995

45 Sitografia ATTI DELL ASSEMBLEA COSTITUENTE ARCHIVIO STORICO DELLE ELEZIONI TESTO DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

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