Il ruolo del servizio sociale nelle situazioni di abuso e maltrattamento

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1 Il ruolo del servizio sociale nelle situazioni di abuso e maltrattamento Tutti gli operatori dei servizi, anche se dedicati all aiuto delle persone adulte, proprio in funzione del significato sostanziale sottostante agli obblighi di segnalazione di cui parla la legge 184/83 devono avere attenzione anche ai bisogni dei bambini e che, nell impostare gli interventi di aiuto, sostegno e di cura, devono domandarsi come i bambini vivono quella particolare condizione di difficoltà e di disagio manifestato dall adulto e in che misura ne sono influenzati. Infatti, indipendentemente dalla posizione che si occupa nel sistema sociosanitario, è possibile affermare che direttamente o indirettamente qualsiasi servizio viene a contatto con il tema delle capacità genitoriali. Non è quindi solo il servizio sociale ad avere l esclusivo appannaggio della tutela e della protezione dei minori, di cui tutti se ne devono preoccupare e occupare. Detto questo, si rivela comunque che, nella prassi al servizio sociale viene richiesto sia un parere sia un intervento nel momento in cui altri servizi e operatori si trovano di fronte ad una situazione di pregiudizio e di maltrattamento. Al servizio sociale viene poi attribuita dalla legislazione una competenza specifica in merito alla tutela del minore. ( legge 184/83, legge 328/00, Linee d indirizzo regionale in materia di abuso sessuale sui minori, legge 66/96 ecc.) Cosa succede nel momento in cui il servizio sociale riceve una segnalazione ( dalla scuola, dai servizi sanitari, da associazioni di volontariato ecc.) relativa ad un sospetto o certo maltrattamento su un minore?. La necessità di un percorso metodologico Avere in mente uno schema di percorso è necessario perché permette di collocare in fasi e tempi diversi le differenti esigenze di sostegno, di protezione e controllo e rispondere alle esigenze globali dell intervento di tutela del minore.

2 La protezione dei minori è necessaria tanto quanto lo è la comprensione delle dinamiche familiari e il sostegno ai genitori; la possibilità di rendere compatibili queste due esigenze che appaiono contraddittorie sta nel collocarle in tempi e in tappe cronologicamente e logicamente distinte, dove ogni fase precedente è necessariamente connessa, e indispensabile all esplicarsi di quella successiva. Il percorso dell intervento si compone di 4 fasi ( lucido) All interno di ogni fase il servizio sociale assume una competenza specifica. 1) Rilevazione è la fase in cui il servizio riceve una segnalazione in merito ad una situazione di sospetto o certo maltrattamento. E la fase in cui ci si accorge che un minore è in una situazione di sofferenza a causa di un comportamento pericoloso per la sua crescita. La domanda a cui dobbiamo rispondere è: siamo di fronte ad un maltrattamento? Di quale tipo e gravità? Gli accertamenti necessari per rispondere a queste domande devono avvenire attraverso una valutazione congiunta con altri operatori e servizi ( raccogliere accertamenti medici se ci sono segni, raccogliere diversi punti di vista ad esempio la scuola, sentire la pediatria di comunità, il pediatra di base ecc). In tale fase è importante anche il coinvolgimento della famiglia (concetto di Trasparenza) nel senso che nel momento in cui al servizio arriva una segnalazione la famiglia va informata di questo (può essere una famiglia già in carico o nuova) esplicitando ai genitori le origini delle preoccupazioni per i bambini e le ragioni del mandato degli operatori, avendo in tal modo un contesto chiaro e pulito. Tale trasparenza vale anche con il bambino a cui va spiegato in base all età cosa sta succedendo e cosa succederà.

3 Inoltre il maltrattamento tende ad essere negato dai membri della famiglia per cui raccogliere tutti gli elementi che consentano di contrastare tale negazione è un primo passo importante verso la possibilita di un cambiamento. Tale trasparenza non vale nei casi di maltrattamento grave e sospetto abuso sessuale intrafamiliare, casi in cui viene attivato anche un procedimento penale. Il servizio infatti non deve effettuare indagini ( ad es. convocare le persone coinvolte ) né si deve porre il problema dell attendibilità del minore, che rimane di competenza dell autorità giudiziaria. Qui il lavoro con le famiglie diventa ancor più problematico e complesso anche perché non si possono rivelare informazioni che devono rimanere segrete per non inquinare le prove ad esempio non si può dire il motivo dell eventuale allontanamento e nemmeno il decreto lo specifica. Nella fase di rivelazione uno strumento utile per facilitare i rapporti con gli altri servizi e/o enti, può essere la definizione di procedure da attivare in tali situazioni: ad esempio il servizio sociale delll asul bo nord ha appunto definito con la pediatria di comunità e con la scuola un protocollo in tal senso. Nel momento in cui abbiamo rilevato un maltrattamento e lo si riconosce come tale ci troviamo di fronte all esigenza di protezione. Nella fase di rilevazione si deve anche valutare se sussistono gli elementi per il coinvolgimento dell A.G.

4 In merito agli interventi di protezione esiste la possibilità di mettere in atto dei provvedimenti urgenti a tutela del minore in base all art.403 del codice civile : quando il minore si trova in una condizione di grave pericolo per la propria integrità fisica e psichica, la pubblica autorità, a mezzo degli organi di protezione dell infanzia, lo colloca in luogo sicuro fino a quando si possa provvedere in modo definitivo alla sua protezione. Soggetti di pubblica autorità: organi di polizia e quelli deputati all assistenza dei minori e alla protezione dell infanzia. I primi devono comunque sempre avvalersi dei secondi ma non è vero il contrario. Il legislatore considera i servizio sociali i referenti privilegiati del minore. I servizi si possono avvalere della forza pubblica nel caso di resistenza da parte dei genitori. Il servizio deve quindi collocare il minore in luogo protetto e segnalarlo con urgenza alla Procura della repubblica presso il Tribunale per i Minorenni per la decisione da parte del Tribunale che deve poi emanare un decreto che avvalli tale intervento. Occorre però che vi sia un grave pericolo per l integrità fisica e psichica del minore. In caso di sospetto abuso sessuale intrafamigliare, l intervento di protezione deve essere il più possibile limitato a quelle situazioni di effettivo pericolo per l integrità fisicopsichica del minore tipiche dello stato di necessità. E comunque un provvedimento molto delicato. Nel caso di applicazione dell art. 403, le fasi di rilevazione, e di segnalazione e allontanamento vengono di fatto temporalmente a coincidere. Un allontanamento è una decisione molto delicata che va pensata. Fare un allontanamento al di fuori di un progetto fatto all improvviso, sulla base di una sola prima segnalazione, può essere

5 dannoso. Talvolta è meglio procedere con cautela nel quadro di un progetto d intervento che non si limiti a spostare il bambino da un luogo ad un altro, ma preveda le misure di sostegno e di recupero necessarie a medio termine. Nella fase di rilevazione si deve anche valutare se sussistono gli elementi per il coinvolgimento dell A.G. Altra fase quella della: 2) Segnalazione/Protezione all autorità giudiziaria minorile e penale se necessario. La segnalazione rappresenta lo strumento per rispondere agli obiettivi di protezione. In tale fase gli operatori informano il giudice degli elementi che hanno rilevato e raccolto sulla situazione del minore e della sua famiglia dal punto di vista tecnico-professionale. La magistratura valuta se gli elementi riportati richiedano la necessità di un intervento e se, sulla base di questi, è necessario assumere provvedimenti immediati e provvisori per la protezione del minore quale ad es. l allontanamento. Oppure, se non ci sono elementi sufficienti, può incaricare il servizio di effettuare ulteriori indagini. Quali provvedimenti può emettere il Tribunale per i Minorenni: Provvedimento di: a) Tutela ( in caso di decadenza sospensione potesta genitoriale) b) Affido ( in caso limitazione della potesta genitoriale) con o senza collocamento extra famigliare del minore, con prescrizioni ai genitori. c) Vigilanza Il servizio sociale diventa per l A.G. il servizio tecnico-professionale di riferimento ed è investito del mandato di controllo sull intero processo d intervento.

6 In caso di allontanamento il servizio sociale deve mettere ad esempio in atto la ricerca di una risorsa es gruppo o famiglia che deve avere certe caratteristiche. Non sempre l affido a parenti in tale fase è opportuno perché ad esempio se riescono a rispettare regole decise dal tribunale ( non vedere il padre) Nel momento in cui c è un provvedimento limitativo della potestà genitoriale si apre una terza fase quella della: 3) Valutazione :in tale fase l autorità giudiziaria prescrive una diagnosi delle relazioni famigliari sulle cause del maltrattamento, sulla valutazione del danno del bambino, e una prognosi sulle possibilità di recupero. L obiettivo è quello di verificare se ci sono le risorse per cambiare la situazione che ha portato al maltrattamento dei bambini. La valutazione non può prescindere dalle risorse interne ed esterne della famiglia, del bambino, dalla rete dei servizi ecc. Tale fase vede aperti due aspetti di lavoro: - la creazione di uno spazio dove le difficoltà genitoriali e personali trovino un ambito di accoglimento e di elaborazione; - il monitoraggio e la verifica dei cambiamenti concretamente messi in atto dai genitori ( attraverso colloquio con essi, verifiche sulle condizioni di vita dei bambini visite domiciliari, incontri in struttura, verifiche scolastiche ecc). Il contesto in cui ci troviamo non è un contesto spontaneo ma coatto di cui è responsabile il Servizio Sociale. Da un punto di vista clinico sarebbe più funzionale che due distinti servizi prendessero in carico i due diversi aspetti; - la valutazione psicologica potrebbe essere compito di un servizio specialistico, mentre - il controllo e il monitoraggio del percorso sarebbe di competenza del servizio sociale affidatario del minore.

7 Il servizio sociale ha il compito di tenere le fila di tutto il processo d intervento, sia per quanto riguarda i rapporti interistituzionali sia i rapporti con la famiglia. Dall esito di tale fase dipende la quarta fase quella del: 4) Trattamento. Tale fase risponde a obiettivi diversi a seconda che si sia verificata la possibilità di una: Prognosi positiva I genitori o un genitore mostrano possibilità di recupero della loro relazione con il figlio/i Prognosi negativa La relazione genitori/figlio-i è valutata irrecuperabile Trattamento La relazione G/F viene sostenuta in vista del suo rientro in famiglia Si accompagna il distacco Le risorse dei genitori o Si attivano risorse alternative del genitore vengono per il minore: attivate perché si consolidino - terapia individuale con interventi di: - situazioni sostitutive in - terapia familiare o di coppia relazione ai bisogni oggettivi - terapia individuale e psicologici del minore

8 - affido familiare (adozione, affidi di adolescenti fino alla maggiore età ecc). Anche in tale fase il servizio sociale continua a mantenere un ruolo perché continua ad aver o l affidamento del bambino o la tutela. Tutte le fasi sono importanti per la tutela del bambino che non s intende solo la rilevazione e la protezione eventuale ma altro, cioè un intervento complessivo che comprende se ci sono possibilità di cambiamento. Ogni fase è delicata e complessa e risponde ad obiettivi diversi e prima di procedere all avvio di ogni fase è bene considerare tutti i servizi coinvolti e/o da coinvolgere. I punti a rischio di cronicizzazione del processo sono il passaggio dalla fase di rilevazione alla segnalazione e il passaggio dalla valutazione al trattamento coerente con la prognosi effettuata. Ho cercato di semplificare l intervento che il servizio è chiamato a mettere in atto nelle situazioni di maltrattamento e abuso descrivendo uno schema metodologico. Tengo però a sottolineare che all interno di ogni fase, di ogni momento c è un contenuto complesso legato all operatività.,alla mancanza di risorse, alla difficoltà di comunicazione e relazione con gli altri interlocutori ( altri servizi, tribunale ordinario, minorile ecc) al carico di lavoro ma anche a tutto quel carico emotivo con cui l operatore deve fare i conti. ( importanza dell equipe). Chi si occupa di situazioni di maltrattamento e abuso non può sicuramente lavorare da solo perché sono tanti i sentimenti e le emozioni che vengono suscitate ( rabbia, paura, inadeguatezza, onnipotenza) e se non c è una possibilità di confronto di ascolto e condivisione di queste emozioni si rischia di agire male o di non agire.

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