Economia e microeconomia
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- Mattia Bruno
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1 Economia e microeconomia Definizioni introduttive Soggetto economico Singolo soggetto economico (consumatore, impresa). Sistema economico Per sistema economico intendiamo l insieme dei soggetti economici che operano in una determinata area geografica (l economia italiana, quella tedesca, i Paesi dell aurea Euro, i paesi dell Unione Europea etc.). Un sistema economico non può essere considerato come la semplice somma dei soggetti che operano al suo interno. Infatti, i meccanismi che regolano il funzionamento di una economia nel suo insieme, non coincidono con quelli che spiegano il comportamento di un singolo soggetto economico. Se così fosse, non avrebbe senso distinguere tra microeconomia e macroeconomia e sarebbe sufficiente occuparsi di microeconomia. Microeconomia La microeconomia studia il comportamento di singoli soggetti economici (teoria del consumatore, teoria dell impresa) e il funzionamento di singoli componenti del sistema economico (mercati). Macroeconomia La macroeconomia, invece, studia il funzionamento di un sistema economico nel suo complesso. Essa, quindi, ha per oggetto l analisi dei fattori che determinano i risultati prodotti dall economia considerata nel suo insieme. In macroeconomia, i risultati prodotti dal sistema economico vengono specificati utilizzando tre fondamentali indicatori: 1. Il prodotto interno lordo (PIL); 2. Il tasso di disoccupazione 3. Il tasso di inflazione Il prodotto interno lordo corrisponde al valore monetario dei beni e dei servizi finali prodotti in un sistema economico in un determinato intervallo di tempo (un mese, un trimestre, un semestre, un anno). Si tratta di una grandezza flusso, ovvero di una grandezza definita con riferimento a uno specifico intervallo di tempo. Il secondo importante indicatore macroeconomico è dato dal tasso di disoccupazione, che coincide con il rapporto tra il numero dei disoccupati e la forza lavoro: = /
2 I disoccupati sono i soggetti economici che: i) sono nelle condizioni di poter lavorare (perché esclusi dalla categoria dei giovani al di sotto dei 16 anni e dalla categoria dei pensionati); ii) sono disposti a lavorare alle condizioni di mercato; iii) sono attivamente alla ricerca di un lavoro. La forza lavoro corrisponde invece alla somma delle due categorie degli occupati e dei disoccupati. Infine, il terzo fondamentale indicatore macroeconomico è rappresentato dal tasso di inflazione. All interno di un sistema economico si producono molti beni e servizi. Con riferimento a un determinato intervallo di tempo, il tasso di inflazione consente di misurare la variazione non già di un singolo prezzo di un bene o di un servizio, ma quella della generalità dei prezzi dei beni e dei servizi prodotti all interno dell economia. Il tasso di inflazione si calcola costruendo un indice dei prezzi dato dal valore monetario di un determinato insieme (o paniere) di beni che costituisce un campione rappresentativo di tutti i beni prodotti nell ambito del sistema economico. Supponiamo che il paniere di beni sia costituito da () beni, e indichiamo con 1 Q la quantità di ognuno di questi beni inserita nel paniere stesso. Per ottenere l indice dei prezzi, è necessario calcolare il valore monetario del paniere di beni moltiplicando le quantità per i rispettivi prezzi. Indichiamo con i simboli p1 p il prezzo dei diversi beni inseriti nel paniere. Consideriamo, poi, la seguente successione di periodi:, + 1, + 2. Con riferimento a ciascuno di questi periodi temporali, è possibile calcolare un distinto indice dei prezzi dato dal valore monetario del paniere di () beni preso in considerazione. A tal fine, indichiamo con Pt P+n l indice dei prezzi. Avremo, quindi: Il tasso di inflazione corrisponde alla variazione percentuale dell indice dei prezzi. Se, ad esempio, fosse = 100 e +1 = 105, allora il tasso di inflazione nel periodo + 1 sarà pari a: Il valore del tasso di inflazione dipende dalla composizione del paniere usato per costruire l indice dei prezzi. Poiché il paniere non può contenere tutti i beni prodotti, l indice dei prezzi varia in funzione della composizione del paniere degli () beni presi in considerazione. Inoltre, a parità degli () beni inseriti nel paniere, il valore dell indice dei prezzi dipende dalle quantità () dei singoli beni che compongono il paniere stesso. L ISTAT (Istituto nazionale di statistica), che ha il compito istituzionale di misurare il tasso di inflazione nel nostro paese, aggiorna costantemente la composizione del paniere dei beni per tener conto dei cambiamenti nelle abitudini di consumo delle famiglie italiane. In sintesi, dunque, la macroeconomia studia i fattori da cui dipendono il prodotto interno, il tasso di disoccupazione e il tasso di inflazione di un paese.
3 L'economia si occupa delle relazioni tra - operatori economici (produttore, lavoratore, consumatore): beni - fattori produttivi (capitale, lavoro, terra): reddito Gli operatori economici, quindi, avendo un reddito a disposizione possono scambiare i beni prodotti dopo aver assegnato loro un prezzo di mercato. In economia si sono affermate quattro diverse correnti economiche: Tentativi precedenti alle quattro correnti: IL MERCANTILISMO ( ) Può esser considerata una teoria economica elaborata da mercanti e uomini d affari, quindi si riversano in essa molteplici elaborazioni di teorie; rimane dunque difficile una chiara sintesi della corrente. In questo periodo l economia intesa come disciplina non aveva ancora riscontrato una propria dignità accademica; con il declino del feudalesimo e di crescita dello stato nazionale, i mercantilisti tentarono di individuare le politiche più appropriate per favorire l incremento della potenza e della ricchezza della nazione stessa. Ipotesi fondamentale: la ricchezza globale del mondo è fissa, nel senso che nel commercio tra individui il guadagno di qualcuno comporta necessariamente la perdita di qualcun altro. Quindi, per quanto riguarda le nazioni, la ricchezza e il potere potevano aumentare solo a spese di qualche altro stato sovrano. Rimane dunque essenziale il ruolo del commercio internazionale e delle bilancia commerciale. Lo scopo dell attività economica, secondo la teoria considerata, è la produzione, non il consumo. L aumento della ricchezza nazionale deve essere conseguito attraverso l incremento della produzione, aumentando le esportazioni, contenendo il consumo interno. La politica economica suggerita contemplava bassi livelli di salario, sia per assicurare alla nazione un vantaggio competitivo sugli altri paesi, sia perché era loro convinzione che i salari al di sopra del livello di sussistenza avrebbero determinato un minore sforzo lavorativo. Cosa dovrebbe fare un paese nello specifico? Incoraggiare le esportazioni e disincentivare il importazioni per mezzo di tariffe, dazi, tasse, sussidi, per raggiungere un attivo della bilancia commerciale. LA FISIOCRAZIA L idea di una natura portatrice di un valore intrinseco veniva riletta in una originale chiave scientifica da un gruppo di economisti, che si dissero appunto fisiocratici. I fisiocratici attribuirono alla natura, in questo caso alla terra, il primato di fonte originaria di valore, cioè di ricchezza. Questo principio comportava che l agricoltura rappresentasse il motore principale di tutta l economia, in quanto principale forma di produzione della ricchezza attraverso la reazione di eccedenze di merci alimentari destinate a entrare nel circuito commerciale. L unico lavoro produttivo era dunque quello legato alla trasformazione della ricchezza potenziale della terra in ricchezza reale, ovvero in prodotti alimentari. L artigianato e il commercio, invece, trasformavano e distribuivano questa ricchezza, ma non la producevano. Con questa analisi dei meccanismi produttivi della società i fisiocratici ci avevano implicitamente dato all indagine economica un proprio statuto disciplinare scientifico.
4 1. Economia classica ( ) - periodo liberismo economico: - Furono sviluppati concetti di reddito, salario, profitto, produttività e la teoria del valore-lavoro. - Il valore del bene viene determinato dal lavoro, LAVORO = VALORE. L economia classica è una scuola che ha avuto l apice nel pensiero economico a partire dal 1776, anno nel quale Adam Smith ha pubblicato: An inquiry into the nature and causes of the wealth of nations. L economia classica è cronologicamente la terza scuola di pensiero economico, in seguito al mercantilismo e alla fisiocrazia. Gli economisti classici sono considerati la prima scuola moderna fondante la scienza economica come oggi è contemplata. L economia classica dà risalto con la propria analisi alla crescita e alla libertà economica, valorizzate dal sistema capitalistico nato con la rivoluzione industriale. Peculiarità cardine dell economia classica è il ruolo di predominanza dato al libero mercato, immaginato come istituzione con la capacità di assicurare il completo utilizzo dei fattori di produzione e l allocazione efficiente delle risorse del sistema economico. Gli economisti classici hanno ispirato pensieri economici attuali come la Scuola neoclassica e la Macroeconomia classica. 2. Marginalismo o neoclassicismo ( ): - Furono studiate le utilità e le scarsità dei beni economici. - Teoria marginalista: utilità (marginale) del bene che determina il valore. La teoria del valore, giunge ad un punto critico quando si imbatte sul problema della trasformazione dei valori in prezzi. La teoria marginalista, parte da tale punto critico per negare in toto qualsiasi validità alla teoria del valore e quindi dichiara dall'inizio la sua rinuncia a calcolare su tale base i prezzi delle merci prodotte. La teoria marginalista o "teoria soggettiva del valore", parte non dalla produzione ma dalla circolazione. Nella fissazione dei prezzi domanda ed offerta assumono perciò un ruolo centrale. La domanda di un bene è, secondo questa teoria, in relazione alla sua utilità a soddisfare dei bisogni. Tuttavia ciò che influenza in primo luogo la domanda è il prezzo del bene. Un bene altrimenti utile, ma a caro prezzo, viene domandato in quantità minima. Altri beni, meno utili ma con prezzo più basso, vengono domandati in quantità superiori. L'offerta è invece in relazione alla "scarsità" del bene. Il lavoro, che nella teoria del valore occupa un posto centrale, è qui un fattore di produzione della pari importanza di altri (terra, capitale, etc). Più un fattore è "scarso", maggiore sarà il prezzo del bene in ragione alla quantità incorporata di tale fattore. Ottimizzazione dei bisogni in relazione ai costi della loro soddisfazione e scarsità dei fattori produttivi necessari a produrre i beni che tali bisogni soddisfano sono perciò i due poli da cui muove la teoria soggettiva del valore.
5 3. Scuola keynesiana (fascismo oggi): - Fu studiato il concetto di domanda aggregata. - Intervento diretto dello Stato sull economia, tutto è dello Stato. - Totalitarismo: l uomo è dello Stato, lavora per lo Stato. - Lo Stato può e deve spendere, basta che crei lavoro. Le precedenti visioni dell economia furono messe fortemente in discussione in seguito alla grave crisi del 29. In quei terribili anni gli economisti si resero conto dell impossibilità da parte del mercato di raggiungere da solo il pieno impiego. Infatti, la profonda crisi nei consumi, che caratterizzò quel periodo, portò alla fame una gran parte della popolazione e questo succedeva perché la produzione era ben lontana dal pieno impiego. E in questa situazione economica che nasce (nel 1936) la teoria economica di J.M. Keynes, destinata a durare (sia pur con varie rielaborazioni, da parte dei cosiddetti post-keynesiani) fino agli anni 70. I punti nevralgici delle osservazioni di Keynes erano i seguenti: La profonda crisi economica del 29 era dovuta ad un insufficienza di domanda, da parte dei consumatori, per i beni di consumo, e da parte delle imprese, per i beni di investimento. Era, secondo Keynes, il basso livello della spesa per i consumi e per gli investimenti (da parte delle imprese) ad aver causato la crisi e l allontanamento del sistema dalla piena occupazione. Era evidente la necessità di un intervento statale per uscire dalla crisi e per evitarla in futuro. Una manovra pubblica di Politica Economica che alimentasse la domanda di consumo, sia quella dei consumatori, sia quella delle imprese (per i beni d investimento). Questa Politica Economica poteva realizzarsi sia in termini di Politica Monetaria, che in termini di Politica Fiscale. Secondo Keynes la manovra migliore è quella sulla politica di spesa pubblica (cioè l aumento delle spese dello Stato nel sistema economico, per la costruzione di opere pubbliche, per offrire ai cittadini maggiori servizi d istruzione, di difesa, di assistenza sanitaria, ecc.). L aumento della spesa pubblica in economia era per Keynes la manovra di PE più efficiente, per il ritorno alla piena occupazione, perché la spesa pubblica costituisce essa stessa una domanda di consumo (proveniente dall apparato pubblico, e non dai cittadini o dalle imprese). Attraverso la spesa pubblica in economia, lo Stato può aumentare la domanda (aggregata) di beni e la conseguente ripresa dei consumi porta il sistema verso il pieno impiego e lontano dalla crisi da insufficienza di domanda. La domanda aggregata di Keynes Vediamo adesso questa teoria che tanto ha rivoluzionato, rispetto alle credenze economiche precedenti. Innanzitutto dobbiamo definire la domanda aggregata di beni. La domanda o spesa aggregata di Keynes è la spesa totale effettuata in un sistema economico. E questa domanda aggregata che determina la produzione o reddito (PIL) di un paese. La domanda aggregata si compone di (proviene da) 4 componenti: 1. I consumatori, che spendono in beni di consumo (chiameremo C questa componente) 2. Le imprese, che domandano beni di investimento (gli investimenti domandati dalle imprese li definiamo con la I) 3. Lo Stato ed in genere la pubblica amministrazione, che attraverso la spesa pubblica crea domanda di beni nel sistema economico (la parte di spesa nel mercato proveniente dall apparato pubblico la identifichiamo con S) 4. Le transazioni con l estero, definite dalle esportazioni (che indichiamo con X) che influenzano positivamente il reddito Y, e alle importazioni Z che invece influenzano
6 negativamente il reddito, comportando un flusso di moneta dal territorio nazionale fuoriesca verso il resto del mondo. In formula, quanto detto finora sarà: Y = C + I + S + X - Z 4. Monetarismo (1950 oggi): - Analisi dei flussi di produzione della moneta dei vari Stati. - Problemi di inflazione (stagnazione), deflazione (recessione): effetti dell economia sulla moneta. La scuola monetarista (anche ricordata come Scuola Chicago) è caratterizzata dalla fiducia nel sistema di mercato per l allocazione efficiente delle risorse e la convinzione che la pianificazione e l intervento aggravano, piuttosto che curare le difficoltà economiche. Milton Friedman, il principale esponente di tale scuola di pensiero, fu un liberista convinto ed è stato più volte posto in contrapposizione a Keynes, per il suo rifiuto verso qualsiasi intervento dello Stato nell'economia ed il suo sostegno convinto a favore del libero mercato e della politica del lassaiz-faire.
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