REVOCA DELLA DECISIONE DI SCIOGLIMENTO DI SOCIETÀ DI PERSONE

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1 1. di Impresa n /I REVOCA DELLA DECISIONE DI SCIOGLIMENTO DI SOCIETÀ DI PERSONE Si espone la seguente fattispecie: i soci di una s.a.s. hanno deciso lo scioglimento senza liquidazione della società, dichiarando erroneamente l inesistenza di crediti e debiti sociali. L atto non è ancora stato depositato per l iscrizione nel registro delle imprese. Le parti intendono revocare tale decisione e procedere alla cessione della partecipazione da uno dei due soci all altro. Si chiede pertanto: - se sia possibile procedere alla revoca della decisione di scioglimento non ancora iscritta nel registro delle imprese ed alla cessione della partecipazione come sopra prospettata; - se il notaio possa esimersi dal deposito, presso il registro delle imprese, della decisione di scioglimento della società. *** La questione posta coinvolge, innanzitutto, la dibattuta questione del momento in cui si produce l estinzione di una società rispetto alla quale si sia verificata una causa di scioglimento e, in secondo luogo, quella della possibilità di risolvere per mutuo dissenso una decisione di scioglimento senza liquidazione, la quale avrebbe dovuto consentire la cancellazione della società. 1 / 6

2 Per ciò che concerne il primo profilo, fino all'entrata in vigore della riforma del diritto societario sembrava prevalere in giurisprudenza l'opinione secondo la quale la società non può dirsi estinta fino a quando non si sia esaurito l'ultimo rapporto giuridico pendente e, laddove fosse intervenuta la cancellazione dal registro delle imprese, quest ultima avrebbe avuto un efficacia dichiarativa, in quanto avrebbe fatto sorgere solo una presunzione relativa di estinzione (Cass. 20 Ottobre 2003, n.15691, in Mass. Gius.civ., 2003, 10; Cass. 24 settembre 2003, n , in Mass. Gius. Civ., 2003, 9; Cass. 18 agosto 2003, n.12078, in Mass. Gius.civ, 2003, 7-8; Cass. 4 luglio 2003, n , in Mass. Gius.Civ., 2003, 7-8; Trib. Monza 6 agosto 2002, in Gius. mil., 2003, 38; Cass. 2 agosto 2001, n , in Mass. Gius. Civ., 2001, n. 1525; Cass. 1 luglio 2000, n. 8842, in Mass. Gius. Civ. 2000, 1478; Cass. 12 giugno 2000, n. 7972, in Dir. Prat. Soc., 2001, marzo 1998, n. 2676, in Giur. it., 1998, 2099). A partire, però, dalla riforma del diritto societario, la giurisprudenza ha più volte affermato la natura dell'efficacia estintiva della cancellazione dal registro delle imprese, la quale sarebbe desumibile sia dall'art. 2312, comma 2, c.c. (e dall'art per le società in accomandita semplice) - ai sensi del quale dalla cancellazione della società i creditori sociali che non sono stati soddisfatti possono far valere i loro diritti nei confronti dei soci e, se il mancato pagamento è dipeso da colpa dei liquidatori, anche nei confronti di questi -, sia dalla possibilità di applicare alle società di persone la regola contenuta nell'art c.c. secondo cui dopo la cancellazione i creditori sociali non soddisfatti possono far valere i loro crediti nei confronti dei soci ferma restando l'estinzione della società (in tal senso, Cass. 28 agosto 2006, n , in Soc., 2007, 967, con nota di Pascali, Fallimento di società di fatto: applicabilità e decorrenza del termine annuale ex art. 10 leggefall., e in Fall. proc. conc., 2007, 294, con nota di Zanichelli, Società irregolari: cessazione dell'attività e dichiarazione di fallimento ; Cass. 22 febbraio 2010, n.ri 4060, 4061 e 4062, in 2 / 6

3 Giur. It., 2010, 1611; Cass. 12 marzo 2013, n. 6070, in Foro it., 2014, 230, con nota di Proto Pisani, Note sulla estinzione delle società per azioni, processi pendenti (e impugnazione della sentenza nei confronti della società estinta) Soc., 2013, 542, con nota di Fimmanò, Le sezioni Unite pongono la "pietra tombale" sugli effetti tombali della cancellazione delle società di capitali Giur. comm., 2013, 603, con nota di De Sabato, Cancellazione dal Registro delle Imprese, estinzione ed effetti su rapporti giuridici sostanziali e processuali Riv. Not., 2013, 724, con nota di La Porta, L'estinzione del soggetto e le vicende delle situazioni soggettive nella cancellazione della società dal registro delle imprese Not., 2013, 521, con nota di Iaccarino, Interpretazione della valenza innovativa dell'art c.c. ad opera della cassazione dal 2008 al 2013 ). La Cassazione, nelle citate sentenze, riconosce l applicabilità dell'art c.c. anche alle società personali, muovendo dalla considerazione per cui come per l'art c.c. la cancellazione comporta l'estinzione della personalità delle società di capitali, così la cancellazione comporta per le s.n.c. e le s.a.s. - che sarebbero prive di personalità giuridica e dotate solo di una limitata capacità per singoli attidi impresa - il venir meno di detta ridotta capacità, rendendola opponibile ai terzi con una pubblicità solo dichiarativa della fine della vita di essa. Si può quindi presumere, anche per le società personali, che la cancellazione dell'iscrizione nel registro delle imprese di esse comporti la fine della loro capacità e soggettività limitata, negli stessi termini in cui analogo effetto si produce per le società di capitali e le cooperative (sul tema, v. Boggiali Ruotolo, Efficacia estintiva della cancellazione delle società di capitali e di persone dal registro delle imprese, in Riv. Not. 3 / 6

4 , 2010, 1396 ss.). Sulla base di tali premesse, si è, pertanto, affermato che fino al momento della cancellazione la società esiste e, quindi, i soci possono ancora adottare tutte le decisioni utili volte ad eliminare le cause di scioglimento della stessa (De Martino, La ricostituzione della pluralità dei soci nelle società di persone decorsi sei mesi ex art n.4 c.c., in Studi e materiali, 2010, 721 ss.). Considerato, quindi, che, ancorché i soci abbiano deciso lo scioglimento, la società deve ritenersi ancora esistente, pare ammissibile una decisione volta a impedire l effetto estintivo che ancora non si è prodotto. Seguendo tale interpretazione, infatti, la decisione di scioglimento si pone come atto prodromico all estinzione della società, la quale tuttavia si perfeziona solo con la cancellazione dal registro delle imprese. Pertanto, fintantoché l effetto estintivo non si sia prodotto, sarebbe possibile per i soci mutare tale decisione, deliberando di non voler procedere all iscrizione nel registro delle imprese e revocando di comune accordo lo scioglimento stesso. Occorre, tuttavia, coordinare l interpretazione giurisprudenziale, secondo cui l estinzione della società di persone avviene con la cancellazione dal registro delle imprese, con il principio della natura dichiarativa della pubblicità alla quale sono soggette in linea generale tutte le modifiche dei patti sociali. Come si è in precedenza rilevato, infatti, applicando l art c.c. alle società di persone, la cancellazione dal registro delle imprese di s.n.c. e s.a.s. - che sono prive di personalità giuridica e dotate solo di una limitata capacità per singoli atti di impresa - avrebbe la funzione di farvenir meno detta ridotta capacità, rendendola opponibile ai terzi con una pubblicità solo dichiarativa della fine della vita di essa. L efficacia dichiarativa della pubblicità degli atti relativi a s.n.c. e s.a.s. deriva dall art. 2300, comma 3, c.c. il quale stabilisce che le modificazioni dell'atto costitutivo, finché non sono iscritte, non sono opponibili ai terzi, a meno che si provi che questi ne erano a conoscenza. 4 / 6

5 Lo scopo di tale norma è quello di tutelare il terzo che ignori la modifica e che abbia fatto affidamento sulla situazione anteriore alla modificazione (secondo Ferri, Delle Società, artt , in Comm. Scialoja - Branca, Bologna-Roma, 1968, 414, l inopponibilità riguarderebbe, peraltro, le sole modifiche idonee ad arrecare pregiudizio). Ciò significa, tuttavia, che la modifica dei patti sociali, anche prima della pubblicazione, è perfetta e produttiva di effetti nei confronti della società, dei soci e dei terzi che, invece, ne abbiano avuto conoscenza (Andreozzi, Sub art. 2300, in Codice commentato delle società a cura diabriani Stella Richter, Torino, 2010, 347; Buonocore, Società in nome collettivo, in Comm. Schlesinger, Milano, 1995, 319; Campobasso, Diritto commerciale, Torino, 1999, 112). Ne consegue che la predetta decisione di scioglimento, carente di pubblicità e, quindi, improduttiva dell effetto estintivo della società, può essere revocata soltanto con il mutuo dissenso di tutti i soci e lascia, comunque, impregiudicati gli effetti medio tempore già prodotti. In sostanza, la predetta decisione ha dato luogo al verificarsi di una causa di scioglimento, da cui è derivato sia il divieto di compierenuove operazioni posto a carico degli amministratori ex art c.c., sia la possibilità per il creditore particolare del socio, venuto a conoscenza della stessa, di chiedere la liquidazione della quota del suo debitore a norma dell art c.c., laddove si ritenga che l art. 2307, comma 3, c.c., sul diritto alla liquidazione del creditore particolare del socio in caso di proroga tacita della società, si applichi anche alle cause di scioglimento diverse dalla scadenza del termine di durata della società (De Martino, La ricostituzione della pluralità dei soci nelle società di persone decorsi sei mesi ex art n. 4 c.c., cit., 729). 5 / 6

6 Tali circostanze, unitamente al fatto che in sede di scioglimento i soci abbiano erroneamente dichiarato l inesistenza di debiti, implicano comunque dei profili di responsabilità nell operato dei soci illimitatamente responsabili. Ne consegue, altresì, che un eventuale revoca dello scioglimento, che in sostanza avrebbe la natura di risoluzione per mutuo dissenso dello stesso, non potrebbe comunque sanare eventuali effetti medio tempore prodottisi nei confronti dei soggetti diversi dai soci che ne erano a conoscenza (e, secondo l interpretazione sopra riportata di Ferri, Delle Società, cit., 414, sarebbero salvi anche gli effetti eventualmente prodottisi nei confronti dei terzi inconsapevoli, se vantaggiosi per questi ultimi). Relativamente, infine, alla possibilità per il notaio di esimersi dal deposito, presso il registro delle imprese, della decisione di scioglimento della società, considerato che tale adempimento è posto dalla legge a carico dell organo amministrativo, occorre verificare se il notaio abbia ricevuto un incarico professionale in tal senso. In questa ipotesi, si tratterà poi di verificare quale sia la volontà delle parti in merito all adempimento di tale incarico conferito al notaio. Daniela Boggiali e Antonio Ruotolo 6 / 6