Le imprese artigiane delle Marche Indagine sulla struttura e sull evoluzione dell artigianato regionale

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1 OSSERVATORIO REGIONALE MARCHE ENTE BILATERALE ARTIGIANATO MARCHE Rapporto 2001 Le imprese artigiane delle Marche Indagine sulla struttura e sull evoluzione dell artigianato regionale

2 Note metodologiche Il panel L indagine 2001 sull artigianato marchigiano contiene alcune importanti novità. Ha rilevato 300 imprese artigiane e non più operanti nella regione. Inoltre, nella convinzione che le complessità e le peculiarità settoriali e dei singoli comparti siano tali da non consentire analisi più generali, si è deciso di aumentare notevolmente - riclassificando le imprese del campione secondo l ATECO91 - la disaggregazione settoriale, che è quella che risulta dal prospetto riportato alla pagina seguente. Tutte le dimensioni d impresa sono rappresentate dal panel, com è possibile rilevare dal prospetto che segue. Distribuzione del panel per dimensioni delle imprese in termini di addetti CLASSI DI ADDETTI Numero imprese Quote percentuali , , , , , ,0 da 16 a ,3 Totale complessivo ,0 Nella determinazione del panel si è cercato di considerare i settori più rilevanti per l economia regionale (arredamento e moda, meccanica ) piuttosto che di rappresentare esattamente il peso delle singole attività nella struttura dell artigianato regionale (dove i settori più importanti in termini di numero imprese sono i trasporti e le costruzioni). Con riferimento alla meccanica si è deciso di disaggregare questa classe di attività in sottoclassi per meglio rappresentare le tipologie degli eventuali rapporti di fornitura, diverse per lavorazioni/produzioni svolte dagli artigiani (lavorazioni metallurgiche; fabbricazione e lavorazione di metalli, fabbricazione di prodotti in metallo; produzione di macchine utensili e stampi; produzione di componenti elettronici e per telecomunicazioni). Per la stessa ragione, le attività di lavorazione del legno e di prodotti in legno sono state tenute separate dalle produzioni di mobili. Per evidenziare le peculiarità di due settori di specializzazione regionale - diversi tra loro sia per dinamiche produttive, che per genesi storica - si sono poi considerate separatamente le produzioni di gioielleria e bigiotteria e quelle di strumenti musicali. Un ulteriore importante novità rispetto alle rilevazioni precedenti riguarda la considerazione dei settori dei trasporti stradali di merci e delle costruzioni, che rappresentano componenti di rilievo dell aggregato delle imprese artigiane.

3 Il campione per settori di attività SETTORI Valori assoluti Quote % 1 - Attività di trasformazione alimentare 5 1,7 2 - Tessile e Maglieria 10 3,3 3 Abbigliamento 12 4,0 4 - Fabbricazione calzature e parti 54 18,0 5 - Lavorazione del legno e prodotti in legno 24 8,0 6 - Cartotecnica ed editoria 6 2,0 7 - Lavorazione e produzione gomma e materie plastiche 10 3,3 8 - Fabbricazione vetro e prodotti in vetro artistico 3 1,0 9 - Lavorazione marmo, pietra, ceramica 10 3, Lavorazioni metallurgiche 5 1, Fabbricazione e lavorazione di metalli e prodotti in metallo 25 8, Macchine utensili-stampi 10 3, Componenti elettronici, telecomunicazioni 31 10,3 14 Mobili 25 8, Articoli d argento 5 1, Strumenti musicali 12 4,0 17 Costruzioni 9 3, Riparazione autoveicoli 9 3, Trasporti merci su strada 20 6, Servizi alle persone 15 5,0 Totale imprese ,0 Le imprese rilevate occupano dipendenti e contano su addetti dei quali 90 coadiuvanti familiari. Tra le imprese del panel i dipendenti costituiscono naturalmente la quota prevalente degli addetti (il 61,9% del totale). Ma tra le componenti del capitale umano impegnato nel comparto assumono un ruolo rilevante sia gli imprenditori sia i coadiuvanti familiari. La composizione per addetti del campione Addetti Valori assoluti Quote % Dipendenti ,9 Imprenditori ,4 Coadiuvanti familiari 90 3,7 Totale ,0 La presenza degli imprenditori è, difatti, notevole poiché supera un terzo del totale degli addetti. La rilevanza della componente imprenditoriale nella struttura occupazionale del comparto si deve alla forte presenza di imprese costituite in società con più di due soci.

4 Nell artigianato regionale, quindi, è frequente la scelta di ripartire il rischio d impresa tra più persone, spesso legate tra loro da vincoli di parentela. Società per numero di soci Quote % 2 soci 56,9 3 soci 25,0 oltre 3 soci 18,1 Totale 100,0 Il campione per classi di dipendenti Imprese per numero dipendenti Valori assoluti Quote % senza dipendenti 85 28, , , ,3 0ltre ,0 Totale ,0 Il questionario utilizzato La scheda di rilevazione utilizzata per l indagine (allegata in appendice), è composta di più sezioni dove s indagano, a grandi linee, i seguenti aspetti dell impresa e della sua attività: - conto terzi e rapporti con la committenza - addetti e loro composizione - andamenti dell offerta e della domanda - vincoli e difficoltà - prospettive di sviluppo - tecnologie L indagine è stata condotta per telefono da personale opportunamente istruito che ha intervistato gli imprenditori artigiani nel corso dei primi mesi dell anno.

5 Sintesi delle indicazioni di ricerca Le dinamiche delle imprese registrate all albo dell artigianato e delle iscrizioni e delle cancellazioni dal registro delle imprese, osservate nell arco della seconda metà degli anni Novanta e nei primi tre trimestri dell anno corrente, segnalano almeno due aspetti: la crescita del numero di imprese attive e la minore natimortalità del comparto. In particolare, cresce soprattutto il numero delle imprese artigiane delle costruzioni e dei servizi alla produzione. All interno delle attività manifatturiere, cala il numero delle imprese del sistema moda e cresce quello delle attività di trasformazione alimentare, delle macchine e delle lavorazioni in metallo, delle apparecchiature elettroniche. Mentre diminuisce il numero delle imprese artigiane nel legno aumenta però quello del mobile. L aumento del numero delle imprese ha interessato tutte le province ma con intensità diverse: la crescita più sostenuta è in provincia di Ascoli Piceno seguita da Ancona e poi Pesaro-Urbino e Macerata. Il tasso di crescita dell artigianato regionale risulta sensibilmente decrescente ed è inoltre sistematicamente in calo il turnover delle imprese. Questo segnala che la dinamica dell artigianato regionale è caratterizzata da una natimortalità decrescente, e da un evoluzione in direzione di una maggiore stabilità. Tra le indicazioni della ricerca condotta presso le imprese, la composizione per tipologie contrattuali dei dipendenti vede prevalere largamente i contratti a tempo indeterminato; l apprendistato gioca un ruolo di rilievo tra le maestranze operaie e il part-time tra gli amministrativi. I contratti a tempo determinato, le figure in affitto e le collaborazioni coordinate costituiscono eventualità rare, a indicare come l artigianato regionale si avvalga assai poco delle forme di flessibilità che sono state introdotte sul mercato del lavoro. Le imprese hanno manifestato l intenzione di assumere nuovi dipendenti in quantità pari al dieci per cento circa del personale dipendente già in forza. Le nuove figure previste sono quasi tutte operaie, tre quarti dei quali da assumere a tempo indeterminato. Gli apprendisti costituiscono quasi il sedici per cento delle assunzioni previste e i dipendenti a tempo determinato circa l otto per cento. Tuttavia, si osserva come la reperibilità della forza lavoro sia difficoltosa per buona parte delle imprese e in particolare per le maestranze specializzate o qualificate, per le quali il ventidue per cento delle imprese ritiene di non avere alcuna possibilità di reperimento. Nel corso degli ultimi cinque anni, la reperibilità della forza lavoro è indicata in diminuzione da una quota di imprese che oscilla attorno ad un terzo dei casi e che risulta superiore proprio per il lavoro qualificato/specializzato. Le difficoltà legate al mercato del lavoro risultano, quindi, in crescita per una parte rilevante dell artigianato regionale.

6 L impegno in azienda degli imprenditori artigiani si configura pervasivo. Assorbe infatti gran parte del tempo a disposizione anche in periodi che non corrispondono a punte produttive: la maggior parte degli imprenditori lavora spesso e in misura crescente durante il sabato e i giorni festivi. Questa evidenza può dipendere da più motivi: la pressione della committenza che, come vedremo, richiede tempi di consegna sempre più brevi; la mancanza di manodopera; la fase di ripresa produttiva che ha caratterizzato l anno Le imprese artigiane che hanno indicato l evoluzione del fatturato negli ultimi tre anni sono il diciannove per cento del panel. Per tali imprese il fatturato è cresciuto, dal 1998 al 2000, di oltre il venti per cento e - forse a causa dei più modesti valori di partenza - il ritmo di crescita tende a risultare più elevato con il diminuire delle dimensioni del giro di affari. Circa il sessanta per cento delle imprese artigiane lavora per conto terzi, quota che sale per settori come il tessile-maglieria e l abbigliamento (dove raggiunge il cento per cento dei casi), le calzature e il legno, le lavorazioni metallurgiche e i prodotti in metallo. La partecipazione al decentramento della produzione e delle lavorazioni costituisce un fenomeno diffuso alla maggioranza delle imprese artigiane e va letto come capacità di valorizzare conoscenze e capacità interagendo con altre imprese e facendo sistema. Le imprese terziste operano per più di un quinto dei casi per un solo committente; per oltre il 55 per cento dei casi, inoltre, al committente principale fa capo la maggior parte del fatturato. Gran parte delle imprese che lavorano in conto terzi è, quindi, preminentemente legata al committente principale. Tra i committenti principali, prevalgono le imprese di medie e grandi dimensioni ma una quota non trascurabile (dieci per cento) è costituita da imprese di piccole dimensioni a conferma che l estensione delle reti e dei sistemi d imprese, può coinvolgere come soggetti attivi anche le imprese di dimensioni minori e le stesse imprese artigiane. Le reti sono sempre più frequentemente articolate anche al di fuori del territorio strettamente locale. Infatti, il dato sulla localizzazione del committente principale evidenzia come una parte non irrilevante dei committenti sia collocata al di fuori della provincia in cui operano i terzisti e, soprattutto, al di fuori delle Marche (circa un quinto dei casi). La rete di relazioni funzionali tra imprese non è quindi limitata al distretto o al sistema locale in cui le imprese operano. La dipendenza delle imprese terziste dal committente principale non riguarda, attualmente, la fornitura di macchinari come spesso, invece, accadeva in passato quando i processi di spin off erano più frequenti e il decentramento di lavorazioni a basso valore aggiunto era la regola organizzativa delle imprese industriali. Sono ormai divenuti scarsi, infatti, i casi in cui il committente principale fornisce i macchinari ai terzisti. Coerentemente con le caratteristiche del conto terzismo, permane invece diffusa la fornitura di materie prime.

7 Alcuni indicatori di evoluzione organizzativa (dilazioni di pagamento e dei tempi di consegna) contribuiscono a delineare le caratteristiche e l evoluzione del sistema di divisione del lavoro tra le imprese. Con riferimento alle dilazioni nei tempi di pagamento, l artigianato regionale non sembra essere stato interessato da dinamiche rilevanti e solo in una quota assai ridotta di casi le imprese subiscono l allungamento dei tempi di pagamento (che in nessun caso però si accorciano), anche se si notano significative differenze settoriali. Le indicazioni relative alle dinamiche dei tempi di consegna, ottenute raffrontando quelli attuali, rispetto ai livelli di tre anni prima, confermano che i fenomeni di mutamento nel sistema di divisione del lavoro tra imprese, si riflettono nei confronti di parte non trascurabile dell artigianato: un terzo delle imprese ha adeguato la propria organizzazione produttiva rispetto alle esigenze della committenza accorciando i tempi di esecuzione e consegna. Dal punto di vista delle caratteristiche tecnologiche, l artigianato regionale ha visto aumentare la dotazione tecnica delle imprese nel corso del 2000 per circa il quaranta per cento dei casi. Tra i processi d investimento hanno prevalso quelli volti ad un aumento della dotazione tecnica e non alla mera sostituzione d impianti obsoleti. I dati rilevati in materia di macchine avanzate e di strumentazione informatica, delineano però un quadro complessivo dell artigianato regionale modesto e quindi suscettibile di ampia evoluzione. Risulta bassa la diffusione dei siti web e trascurabile la presenza di collegamenti Intranet, che potrebbe consentire una più efficiente ed efficace gestione dei rapporti di rete. Si osserva inoltre una relazione abbastanza sistematica tra dimensioni delle imprese in termini di addetti e presenza di macchinari avanzati. Poco diffuso risulta, infine, il ricorso a finanziamenti pubblici: solo il dieci per cento delle 300 imprese artigiane intervistate dichiara di averne usufruito.

8 Introduzione. Il contenuto del rapporto Questo rapporto è articolato in due parti: I - la prima è costituita dall analisi di alcuni aspetti che concorrono a definire il fenomeno artigianato considerando le informazioni disponibili sulle imprese registrate all Albo dell artigianato, sulla base del quale si considerano le dinamiche delle iscrizioni e delle cancellazioni dal registro delle imprese artigiane lungo la seconda metà degli anni Novanta (nonché alcune indicazioni relative ai primi tre trimestri dell anno in corso). II - la seconda parte attiene all analisi delle caratteristiche e dei mutamenti che hanno interessato la struttura dell artigianato regionale, considerata sotto gli aspetti del rapporto con i mercati e con le altre imprese, delle tecnologie e dei vincoli allo sviluppo.

9 PARTE I L Albo dell artigianato: i processi di natimortalità delle imprese artigiane nell ultimo quinquennio I mutamenti settoriali Sulla base dei dati Movimprese-Cna 1 nel corso del quadriennio , il numero delle imprese artigiane iscritte all Albo nelle Marche è aumentato del 3,4% passando da unità nel 97 a nel Il processo di crescita è risultato sistematico, ma al suo interno si riscontrano dinamiche notevolmente caratterizzate per settore e area provinciale. La crescita dell artigianato regionale è risultata trainata dal settore costruzioni e dalle attività classificate nel ramo K (attività immobiliari, noleggio, informatica,ricerca). Il tessuto delle imprese manifatturiere è cresciuto dell 1,0% ma è calato il suo peso in termini percentuali sul totale dell artigianato regionale (dal 38,1% al 37,2%). E calato invece sia in termini assoluti sia in termini relativi l artigianato dei trasporti. L artigianato delle Marche imprese registrate all Albo per ramo di attività var' comp.% comp.% Agricoltura,caccia e silvicoltura ,3 0,9 1,0 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 2 2 0,0 0,0 0,0 Estrazione di minerali ,8 0,1 0,1 Attivita' manifatturiere ,0 38,1 37,2 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua ,0 0,0 0,0 Costruzioni ,9 25,6 28,0 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la casa ,6 9,4 8,7 Alberghi e ristoranti ,8 0,9 0,7 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz ,4 9,8 9,1 Intermediaz.monetaria e finanziaria ,3 0,0 0,0 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca ,0 3,8 4,2 Istruzione ,9 0,1 0,1 Sanita' e altri servizi sociali ,0 0,1 0,1 Altri servizi pubblici,sociali e personali ,1 10,3 10,1 TOTALE Fonte: ns. elab su dati Movimprese-Cna ,4 100,0 100,0 1 Movimprese informa trimestralmente sulla consistenza e sulla nati-mortalità delle imprese in Italia utilizzando come fonte il "Registro delle imprese" esistente presso le 103 Camere di commercio. I dati dell Albo delle imprese artigiane non si trovano "in linea" sul relativo sito Internet di Infocamere distinto dal totale delle imprese. La CNA (Confederazione Nazionale dell Artigianato e della Piccola e Media Impresa) mette a disposizione i dati dell Albo delle imprese artigiane (cioè il contenuto della "Sezione speciale Imprese Artigiane" del Registro delle imprese). Le informazioni contenute sono articolate per: dati territoriali: Italia, Grandi Aree, Regioni, Province. I dati sono disaggregati per attività economica sino alla seconda cifra della classificazione Ateco 91. La periodicità è trimestrale.

10 All interno delle attività manifatturiere, d altra parte, si osservano notevoli differenze nelle dinamiche di crescita: considerando i settori più rilevanti, si osserva che mentre cala il numero delle imprese del sistema moda (tessile 5,9%, abbigliamento 2,2% e pelli-calzature 5,4%) cresce quello delle attività di trasformazione alimentare (+10%), delle macchine (+7,4%) e delle lavorazioni in metallo (+4,8%), delle apparecchiature elettroniche (+15,7%). Diminuisce il numero delle imprese artigiane nel settore legno (- 3,6%) ma aumenta quello del mobile e altro (+2,5%). Tra i rimanenti settori, è particolarmente forte la crescita dell artigianato delle macchine per ufficio, elaboratori (dove raddoppia la presenza di imprese: +113%), del recupero e riciclaggio (+19,4%) e dell artigianato dei mezzi di trasporto (+14,9%). L artigianato delle Marche imprese manifatturiere (ramo D) registrate all Albo Var' comp.% comp.% Industrie alimentari e delle bevande ,0 10,0 10,9 Industrie tessili ,9 5,0 4,6 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce ,2 7,8 7,5 Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio ,4 22,9 21,5 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia ,6 8,8 8,4 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta ,5 0,7 0,7 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati ,4 2,5 2,7 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche ,6 0,5 0,5 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche ,6 1,5 1,6 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif ,1 2,6 2,7 Produzione di metalli e loro leghe ,2 0,5 0,4 Fabbric.e lav.prod.metallo,escl. Macchine ,8 10,8 11,2 Fabbric.macchine ed appar. mecc.,instal ,4 5,1 5,4 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori ,0 0,1 0,3 Fabbric.di macchine ed appar.elettr. n.c.a ,7 2,1 2,4 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic ,5 1,7 1,5 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici ,5 4,4 4,3 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim ,3 0,1 0,1 Fabbric.di altri mezzi di trasporto ,9 0,6 0,6 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturiere ,5 12,1 12,3 Recupero e preparaz.per il riciclaggio ,4 0,2 0,2 TOTALE MANIFATTURE ,0 100,0 100,0 Fonte: ns. elab su dati Movimprese-Cna Con riferimento ai settori del terziario, è interessante rilevare da un lato il calo del numero di imprese delle riparazioni (auto e moto -2,6%, riparazione beni 9,1%), dall altro lo sviluppo delle imprese artigiane dell edilizia (+12,9%).

11 Cresce, invece, in maniera molto sostenuta l artigianato dell informatica e delle attività connesse (+68,4%), così come quello delle attività culturali ricreative e sportive (+26,8%). Permane invece pressoché immutato il numero elevato delle imprese della attività di servizio alle persone (-0,1%). L artigianato delle Marche le imprese registrate all Albo nel terziario var' Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la casa ,6 Comm.,manut.e rip.autov.e motocicli ,6 Comm.ingr.e interm.del comm.escl.autov ,5 Comm.dett.escl.autov.;rip.beni pers ,1 Alberghi e ristoranti ,8 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz ,4 Intermediaz.monetaria e finanziaria ,3 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca ,0 Attivita' immobiliari ,4 Noleggio macc.e attrezz.senza operat ,7 Informatica e attivita' connesse ,4 Ricerca e sviluppo 2 2 0,0 Altre attivita' professionali e imprendit ,1 Istruzione ,9 Sanita' e altri servizi sociali ,0 Altri servizi pubblici,sociali e personali ,1 Smaltim.rifiuti solidi,acque di scarico e sim ,4 Attivita' ricreative,culturali e sportive ,8 Altre attivita' dei servizi ,1 Fonte: ns. elab su dati Movimprese-Cna Le variazioni territoriali L aumento del numero delle imprese artigiane ha interessato tutte le province della regione, con intensità diverse ma non con differenze particolarmente rilevanti. Si osserva, in particolare, come la crescita più sostenuta sia registrata dalla provincia di Ascoli Piceno (+5,1%), seguita da quella di Ancona (+4,1%) e poi da Pesaro-Urbino (+3,6%) e Macerata (+3,2%). L artigianato Ascolano rafforza così il suo primato sull artigianato regionale, scalzando dal primo posto la provincia di Pesaro (prima nel 1997).

12 Imprese registrate per provincia (*) Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro Urbino MARCHE (*) primi 9 mesi Imprese registrate per provincia variazione (primi 9 mesi) e confronto della distribuzione territoriale a inizio e fine periodo VAR '97-01(*) (*) Ancona 4,1 23,8 23,6 Ascoli Piceno 5,1 26,6 27,0 Macerata 3,2 22,6 22,5 Pesaro Urbino 3,6 27,0 26,9 MARCHE 4,0 100,0 100,0 (*) primi 9 mesi Le dinamiche di flusso Nel periodo considerato, il tasso di crescita dell artigianato regionale (misurato dal saldo tra iscrizioni e cancellazioni rispetto al totale delle imprese registrate all inizio di ogni anno), risulta sensibilmente decrescente; risulta inoltre sistematicamente in calo il turnover delle imprese. Ciò è dovuto al notevole calo del tasso di iscrizione e al sostanziale oscillare del tasso di cessazione attorno al valore del 5,00%. In altri termini, la dinamica dell artigianato regionale è caratterizzata da una natimortalità decrescente, che indica un evoluzione del comparto in direzione di una maggiore stabilità. I processi di natimortalità dell artigianato regionale Imprese artigiane Anno Tasso di iscrizione Tasso di cessazione Tasso di crescita Turnover ,33 4,99 1,34 11, ,35 5,41 0,94 11, ,90 5,00 0,91 10, ,33 5,51-0,18 10, (primi 9 mesi) 5,36 5,26 0,10 10,62 Fonte: ns. elab su dati Movimprese-Cna

13 Ponendo a confronto le dinamiche delle iscrizioni e delle cancellazioni dell artigianato rispetto al totale delle imprese extra-agricole operanti nelle Marche, si osserva come l artigianato sia caratterizzato da un evoluzione opposta sia del tasso di crescita sia del turnover (che risultano crescenti per le imprese extragricole nel loro complesso). In particolare, il turnover artigiano è significativamente più basso di quello complessivo, e ciò per effetto soprattutto del minor tasso di iscrizione. I processi di natimortalità delle imprese extar-agricole delle Marche Imprese extragricole complessive Anno Tasso di Tasso Tasso Turnover iscrizione di cessazione di crescita ,98 6,52 0,46 13, ,92 5,79 1,13 12, ,28 5,94 1,35 13, ,77 5,93 1,84 13,70 Fonte: Favaretto I.(2001) La dinamica strutturale dell economia nel territorio provinciale, Laboratorio per l analisi dello sviluppo territoriale, Camera di Commercio di Pesaro e Urbino, Università di Urbino I primi nove mesi del 2001 L andamento più recente delle iscrizioni e cancellazioni, riferito ai primi nove mesi dell anno, mette in luce un aumento di 51 unità come saldo positivo tra 2628 iscrizioni e 2577 cancellazioni. Il dato è la risultante di dinamiche assai diverse per provincia: mentre nella provincia di Ancona le iscrizioni superano le cancellazioni di 148 unità, nelle province di Ascoli Piceno e di Macerata il saldo positivo è più modesto (+34 e+27 imprese) e nella provincia di Pesaro-Urbino si registra invece una netta prevalenza delle cancellazioni rispetto alle iscrizioni (e il saldo risulta di 177 unità). Il dato complessivo dei primi nove mesi del 2001 è, a sua volta, il risultato di andamenti sensibilmente difformi registrati nel corso dei tre trimestri: dopo che il primo trimestre del 2001 ha fatto segnare una diminuzione di 277 imprese registrate all albo, il secondo trimestre ha fatto segnare una ripresa del saldo positivo e il terzo trimestre ha consolidato l andamento con un saldo positivo di 231 unità che ha contribuito in modo decisivo a più che compensare la diminuzione del primo trimestre. Si osserva, inoltre, come nel terzo trimestre tutte le province della regione registrino un saldo positivo: la crescita del numero di imprese ritorna ad interessare anche la provincia di Pesaro e Urbino, dove il saldo positivo compensa solo in piccola parte quello negativo dei primi due trimestri ma costituisce, al contempo, un primo segnale di una inversione di tendenza.

14 Marche - Iscrizioni e cancellazioni all Albo delle imprese artigiane nel trim iscriz. canc. saldo registrate Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro Urbino MARCHE trim iscriz. canc. saldo registrate Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro Urbino MARCHE trim iscriz. canc. saldo Registrate Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro Urbino MARCHE primi 9 mesi iscriz. canc. saldo Registrate Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro Urbino MARCHE Fonte: ns. elab. su dati Cra - Marche

15 L artigianato delle Marche Imprese registrate, iscrizioni e cancellazioni dal 1997 al 2000 Fonte: Movimprese-Cna REGIS. ISCR. CESS. REGIS. ISCR. CESS. REGIS. ISCR. CESS. REGIS. ISCR. CESS. Agricoltura,caccia e silvicoltura Agricoltura,caccia e relativi servizi Silvicoltura e utilizzaz.aree forestali Pesca,piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali Estraz.carbon fossile e lignite;estraz.torba Estraz.petrolio greggio e gas naturale Estraz. minerali di uranio e di torio Estrazione di minerali metalliferi Altre industrie estrattive Attivita' manifatturiere Industrie alimentari e delle bevande Industria del tabacco Industrie tessili Confez.articoli vestiario;prep.pellicce Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta Editoria,stampa e riprod.supp.registrati Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif Produzione di metalli e loro leghe Fabbric.e lav.prod.metallo,escl. macchine Fabbric.macchine ed appar. mecc.,instal Fabbric.macchine per uff.,elaboratori Fabbric.di macchine ed appar.elettr. n.c.a Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim Fabbric.di altri mezzi di trasporto Fabbric.mobili;altre industrie manifatturiere Recupero e preparaz.per il riciclaggio Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua Produz.energia elettr.,gas,acqua calda Raccolta,depurazione e distribuzione acqua Costruzioni Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la casa Comm.,manut.e rip.autov.e motocicli Comm.ingr.e interm.del comm.escl.autov Comm.dett.escl.autov.;rip.beni pers Alberghi e ristoranti Trasporti,magazzinaggio e comunicaz Trasporti terrestri;trasp.mediante condotta Trasporti marittimi e per vie d'acqua Trasporti aerei Attivita' ausiliarie dei trasp.;agenzie viaggio Poste e telecomunicazioni Intermediaz.monetaria e finanziaria Interm.mon.e finanz.(escl.assic.e fondi p.) Assic.e fondi pens.(escl.ass.soc.obbl.) Attivita' ausil.intermediazione finanziaria Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca Attivita' immobiliari Noleggio macc.e attrezz.senza operat Informatica e attivita' connesse Ricerca e sviluppo Altre attivita' professionali e imprendit Istruzione Sanita' e altri servizi sociali Altri servizi pubblici,sociali e personali Smaltim.rifiuti solidi,acque di scarico e sim Attivita' ricreative,culturali e sportive Altre attivita' dei servizi Serv.domestici presso famiglie e conv Imprese non classificate TOTALE

16 PARTE II Le indicazioni di ricerca: caratteristiche ed evoluzione delle imprese artigiane e dei rapporti con il mercato e le altre imprese La composizione per figure professionali Tra le maestranze alle dipendenze le figure operaie costituiscono quasi il 90 per cento, gli amministrativi l 11,2 per cento e i tecnici una quota trascurabile: quest ultima indicazione è probabilmente dovuta alla cautela da parte degli imprenditori intervistati nel definire come tecnici, dipendenti che solo contrattualmente non risultano come tali. Composizione per figure professionali dei dipendenti Valori assoluti Quote % Operai ,4 Amministrativi ,2 Tecnici 6 0,4 Totale ,0 Il ruolo dei collaboratori familiari La struttura occupazionale delle imprese artigiane è caratterizzata dalla presenza notevole di collaboratori familiari, rilevata per un quarto delle imprese intervistate. Le connotazioni familiari delle imprese-1 Presenza di collaboratori familiari Quota imprese (sul totale campione) 24,9% Tale presenza è più elevata per alcune tipologie di attività e, con riferimento a quelle di maggior rilievo nella struttura dell artigianato regionale, risulta particolarmente alta nell abbigliamento, nella lavorazione del legno, nelle produzioni calzaturiere. Al contrario, è generalmente bassa nelle attività che fanno capo alla meccanica e nelle produzioni mobiliere. Si deve sottolineare, inoltre, come la presenza di collaboratori familiari sia trascurabile nelle produzioni di strumenti musicali: è noto come questo settore corra il rischio di perdere ulteriormente di peso tra le produzioni regionali proprio per l incapacità degli imprenditori di coinvolgere i figli nella prosecuzione dell attività aziendale; il dato della scarsa presenza di coadiuvanti familiari conferma l esistenza di tale vincolo. La presenza di collaboratori familiari risulta invece di particolare importanza, tra le attività di servizio, nelle imprese delle riparazioni autoveicoli. 1

17 Le connotazioni familiari delle imprese-2 Presenza di collaboratori familiari per tipo di attività (%) 1 - Attività trasformazione alimentare 20,0 2 - Tessile e maglieria 30,0 3 - Abbigliamento 41,7 4 - Fabbricazione di calzature e loro parti 35,2 5 - Lavorazione del legno e prodotti in legno 37,5 6 - Cartotecnica e editoria 0,0 7 - Lavorazione prodotti in gomma e materie plastiche 30,0 8 - Fabbricazione del vetro e prodotti in vetro artistico 0,0 9 - Lavorazione marmo, pietra, ceramica 10, Lavorazioni metallurgiche 0, Fabbricazione e lavorazione di metalli e prodotti in metallo 28, Macchine utensili-stampi 20, Componenti elettronici, telecomunicazioni 19, Mobili 16, Articoli d argento 60, Strumenti musicali 8, Costruzioni 11, Riparazione di autoveicoli 44, Trasporti merci su strada 10, Servizi alle persone 26,7 Totale imprese 24,9 I collaboratori familiari sono adibiti soprattutto a mansioni inerenti l attività produttiva: risulta difatti secondaria, benché non trascurabile, la presenza di tali figure in mansioni amministrative. Le connotazioni familiari delle imprese-3 Mansioni (%) Produzione 67,5 Amministrazione 30,0 commercializzazione 2,5 100,0 La connotazione familiare di ampia parte delle imprese emerge anche considerando le caratteristiche delle compagini societarie: tre quarti delle imprese artigiane costituite in società sono difatti caratterizzate dalla presenza di rapporti di parentela tra i soci. Le connotazioni familiari delle imprese-4 rapporti di parentela tra i soci Quota imprese (sul totale società) 74,4% 2

18 La composizione per tipologie contrattuali dei dipendenti vede prevalere i contratti a tempo indeterminato, diffusi a quasi il 90 per cento dei dipendenti; l apprendistato gioca un ruolo di rilievo tra le maestranze operaie (7,8 per cento) e il part-time tra gli amministrativi (9,4 per cento). I contratti a tempo determinato, le figure in affitto e le collaborazioni coordinate costituiscono eventualità rare, a indicare come l artigianato regionale si avvalga assai poco delle forme di flessibilità che sono state introdotte sul mercato del lavoro. Figure professionali e modalità contrattuali Operai Valori assoluti Quote % a tempo indeterminato ,3 a tempo determinato 13 1,0 part-time 34 2,7 apprendisti 99 7,8 in affitto 0 0,0 collaborazioni coordinate e continuative 3 0,2 Totale ,0 Amministrativi Valori assoluti Quote % A tempo indeterminato ,2 A tempo determinato 0 0,0 part-time 15 9,3 apprendisti 6 3,7 in affitto 0 0,0 collaborazioni coordinate e continuative 3 1,9 Totale ,0 Le prospettive di mutamento dell organico Di fronte al quesito se intendessero avvalersi di altro personale nel prossimo trimestre, le imprese intervistate hanno manifestato l intenzione di assumere 139 dipendenti (pari al 9,6 per cento del personale dipendente in forza alle imprese del panel). Le nuove figure previste sono quasi tutte operai, tre quarti dei quali da assumere a tempo indeterminato. Gli apprendisti costituiscono quasi il 16 per cento delle assunzioni previste e i dipendenti a tempo determinato circa l 8 per cento. Composizione per figure professionali delle assunzioni previste Valori assoluti Quote % Operai ,4 Amministrativi 5 3,6 Tecnici 0 0,0 Totale ,0 3

19 Composizione per contratto delle assunzioni previste Valori assoluti Quote % A tempo indeterminato ,1 A tempo determinato 11 7,9 Part-time 3 2,2 Apprendisti 22 15,8 In affitto 0 0,0 Collaborazioni coordinate e continuative 0 0,0 Totale ,0 Le imprese che prevedono nuove assunzioni sono pari a circa il 30 per cento del totale e, tra i principali settori di attività, sono soprattutto le imprese della gomma-plastica e degli stampi a esprimere il maggior fabbisogno di nuovi dipendenti (con il 50 per cento dei casi). La diffusione del fenomeno è di rilievo anche per lavorazioni metallurgiche, produzioni calzaturiere e tessile e abbigliamento. Imprese che prevedono di assumere Quota % sul totale di SETTORI ogni attività 1 - Attività di trasformazione alimentare 20, Tessile e Maglieria 40, Abbigliamento 41, Fabbricazione calzature e loro parti 44, Lavorazione del legno e prodotti in legno 12, Cartotecnica ed editoria 33, Lavorazione e produzione gomma e materie plastiche 50, Fabbricazione del vetro e di prodotti in vetro artistico 66, Lavorazione marmo, pietra, ceramica 0, Lavorazioni metallurgiche 40, Fabbricazione e lavorazione metalli e prodotti in metallo 24, Macchine utensili, stampi 50, Componenti elettronici, telecomunicazioni 29, Mobili 16, Articoli d argento 20, Strumenti musicali 16, Costruzioni 33, Riparazione autoveicoli 22, Trasporti merci su strada 20, Servizi alle persone 33,33 Totale 29,67 4

20 L impegno degli imprenditori L indagine ha cercato di definire anche una misura dell impegno che caratterizza gli imprenditori artigiani nell attività aziendale: di fronte a indicatori dell intensità di impiego della forza lavoro moderatamente caratterizzati lungo tutto l arco dell anno (con una dinamica delle ore lavorate orientata alla stabilità si vedano in tal senso i rapporti congiunturali - e uno scarso ricorso, almeno dichiarato, agli straordinari) ci si poteva attendere che l impegno degli imprenditori artigiani non risultasse così intenso come appare dalle indicazioni che seguono: il 62,3 per cento degli imprenditori dichiara di lavorare spesso e in misura crescente durante il sabato e nei giorni festivi; tale fenomeno assume connotazioni ancora più accentuate in settori-chiave del sistema produttivo regionale: nei mobili e nella lavorazione e nella fabbricazione di prodotti in metallo (68 per cento), nel tessile maglieria (70 per cento dei casi) e, soprattutto, nelle produzioni di macchine utensili e stampi e nell abbigliamento (90 per cento). L impegno in azienda degli imprenditori artigiani si configura quindi generalmente pervasivo, poiché assorbe gran parte del tempo a disposizione anche in periodi che, pur positivi nell andamento della domanda, non corrispondono però a punte produttive tali da determinare una particolare intensità di impiego della forza lavoro. L imprenditore lavora il sabato e i festivi? (percentuali) Spesso e in misura Raramente SETTORI crescente Mai 1 - Attività di trasformazione alimentare 60,0 40,0 0,0 2 - Tessile e Maglieria 70,0 10,0 20,0 3 Abbigliamento 58,3 16,7 25,0 4 - Fabbricazione calzature e parti 57,4 29,6 13,0 5 - Lavorazione del legno e prodotti in legno 58,3 29,2 12,5 6 - Cartotecnica ed editoria 33,3 16,7 50,0 7 - Lavorazione e produzione gomma e materie plastiche 60,0 30,0 10,0 8 - Fabbricazione del vetro e prodotti in vetro artistico 33,3 66,7 0,0 9 - Lavorazione marmo, pietra, ceramica 80,0 10,0 10, Lavorazioni metallurgiche 40,0 20,0 40, Fabbricazione e lavorazione di metalli e prodotti in metallo 68,0 28,0 4, Macchine utensili-stampi 90,0 10,0 0, Componenti elettronici, telecomunicazioni 61,3 25,8 12,9 14 Mobili 68,0 28,0 4, Articoli d argento 100,0 0,0 0, Strumenti musicali 58,3 16,7 25,0 17 Costruzioni 66,7 22,2 11, Riparazione autoveicoli 33,3 44,4 22, Trasporti merci su strada 40,0 25,0 35, Servizi alle persone 100,0 0,0 0,0 Totale risposte 62,3 24,0 13,7 5

21 La dinamica della domanda. Evoluzione del fatturato nell ultimo triennio Per le imprese che hanno fornito indicazioni circa l evoluzione quantitativa del fatturato 2, il giro d affari è cresciuto, dal 1998 al 2000, complessivamente di oltre il 20 per cento. Si tratta di un indicazione di rilievo che configura, per l artigianato, capacità di sviluppo non trascurabili. Il ritmo di crescita tende a risultare ovviamente più elevato - dato il più basso valore di partenza - con il diminuire delle dimensioni del giro di affari: per le imprese al di sotto dei 100 milioni è incrementato di oltre il 50 per cento; per quelle oltre i due miliardi, l incremento tra il 1998 e il 2000 supera di poco il 15 per cento. Per la classe di fatturato più elevata l incremento dell ultimo anno (7,17 per cento) è all incirca allineato ai valori registrati nell industria 3. Nel complesso, tuttavia, si può sottolineare come le performance dell artigianato siano state mediamente migliori di quelle dell industria. La media del fatturato delle 148 imprese che lo indicano per il 2000 è di milioni. Andamento del fatturato complessivo dichiarato per classe di fatturato (in milioni di lire) Fatturato fino oltre Totale Fatturato dichiarato per classe di fatturato (in milioni di lire): variazioni annuali nel periodo considerato Variaz. % Variaz. % Variaz. % Fatturato 1998/ / /2000 fino ,21 21,85 53, ,61 7,95 10, ,67 23,02 28, ,02 11,90 22,00 oltre ,64 7,17 15,36 Totale 6,95 12,30 20,10 2 Le imprese artigiane che hanno indicato l evoluzione del fatturato negli ultimi tre anni sono 59 pari al 19% del panel 3 Secondo i dati Confindustria Marche nel corso del 1999 le vendite complessive sono diminuite rispetto all anno precedente dello 0,4 per cento. Nel 2000 sono incrementate del 5,6 per cento in termini reali. 6

22 Se si considera l evoluzione del fatturato secondo i settori di attività, si osserva come la dinamica di crescita più sostenuta riguardi settori tra loro assai differenti, come quelli dell abbigliamento (+40,2%), delle macchine utensili-stampi (+39,0%) e della gomma e plastica (+28,5%). Tra i settori meno dinamici, vi sono quelli tessile e calzaturiero, con variazioni inferiori al 10%. Fatturato dichiarato per settore*: variazioni % nel periodo considerato var. % Attività di trasformazione alimentare 9,1 2 - Tessile e Maglieria 3,3 3 - Abbigliamento 40,2 4 - Fabbricazione calzature e parti 7,3 5 - Lavorazione del legno e prodotti in legno 10,1 7 - Lav.prod.gomma e materie plastiche 28,5 9 - Lav. marmo-pietra-ceramica 19, Fabbr.lav. metalli e prodotti in metallo 18, Macchine utensili-stampi 39, Mobili 22, Strumenti musicali 11, Trasporti merci su strada 11,9 Tot. risp. 20,1 * Sono stati considerati i settori con più di una risposta utile I vincoli allo sviluppo La reperibilità della forza lavoro è, in questo momento, difficoltosa per buona parte delle imprese: ciò vale in particolare per quanto riguarda le maestranze specializzate o qualificate, per le quali il ventidue per cento delle imprese ritiene di non avere alcuna possibilità di reperimento. Reperibilità attuale della forza lavoro generica Buona Difficoltosa Nulla Non cerca 9,40% 73,49% 12,75% 4,36% Reperibilità attuale della forza lavoro qualificata/specializzata Buona Difficoltosa Nulla Non cerca 4,68% 68,90% 22,07% 4,35% La reperibilità della forza lavoro, nel corso degli ultimi cinque anni, risulta prevalentemente stabile ma è importante rilevare come essa sia indicata in diminuzione da una quota di imprese che oscilla attorno ad un terzo dei casi e che risulta superiore proprio per il lavoro qualificato/specializzato. 7

23 Reperibilità della forza lavoro generica negli ultimi 5 anni In aumento Stabile In diminuzione Non cerca 1,68% 62,75% 31,88% 3,69% Reperibilità della forza lavoro qualificata/specializzata negli ultimi 5 annisz In aumento Stabile In diminuzione Non cerca 1,34% 61,07% 33,89% 3,69% Le difficoltà legate al mercato del lavoro risultano, quindi, in crescita per una parte rilevante dell artigianato regionale. Può essere interessante verificare per quali settori di attività la reperibilità della forza lavoro qualificata/specializzata, nel corso degli ultimi cinque anni, risulti peggiorare: ciò avviene - tra le manifatture - soprattutto per le produzioni di macchine utensili-stampi, per la fabbricazione e lavorazione dei metalli e di prodotti in metallo, per le produzioni calzaturiere e la lavorazione del legno. Tra le altre attività, la diminuzione della reperibilità di forza lavoro non generica risulta particolarmente diffusa anche per i servizi alle persone. Reperibilità della forza lavoro qualificata/specializzata negli ultimi 5 anni distribuzione % SETTORI In aumento Stabile In diminuz. Non cerca 1 - Attività di trasformazione alimentare 0,0 100,0 0,0 0,0 2 - Tessile e Maglieria 10,0 70,0 20,0 0,0 3 Abbigliamento 0,0 66,7 33,3 0,0 4 - Fabbricazione calzature e parti 0,0 48,1 51,9 0,0 5 - Lavorazione del legno e prodotti in legno 0,0 45,8 45,8 8,3 6 - Cartotecnica ed editoria 16,7 66,7 16,7 0,0 7 - Lavoraz. di prod. in gomma e materie plastiche 0,0 70,0 30,0 0,0 8 - Fabbricaz. del vetro e di prodotti in vetro artistico 0,0 66,7 33,3 0,0 9 - Lavorazione marmo, pietra, ceramica 0,0 90,0 10,0 0, Lavorazioni metallurgiche 0,0 60,0 40,0 0, Fabbricazione e lav. metalli e prodotti in metallo 0,0 16,0 72,0 12, Macchine utensili, stampi 0,0 0,0 100,0 0, Componenti elettronici, telecomunicazioni 3,2 96,8 0,0 0,0 14 Mobili 0,0 91,7 8,3 0, Articoli d argento 0,0 40,0 20,0 40, Strumenti musicali 0,0 91,7 8,3 0,0 17 Costruzioni 0,0 100,0 0,0 0, Riparazione autoveicoli 11,1 77,8 11,1 0,0 19 Trasporti merci su strada 0,0 75,0 25,0 0, Servizi alle persone 0,0 6,7 66,7 26,7 Totale risposte 1,3 61,1 33,9 3,7 8

24 La considerazione della reperibilità della forza lavoro qualificata/specializzata secondo le aree provinciali, indica un offerta di lavoro sensibilmente differenziata: nella provincia di Macerata si rileva difatti una quota di imprese con difficoltà di reperimento della manodopera qualificata assai superiore a quella che si rileva nella provincia di Pesaro (44,3% contro 26,7%). Solo nella provincia di Pesaro, inoltre, si registra una quota non irrilevante di imprese che registra una situazione in miglioramento. Reperibilità della forza lavoro qualificata/specializzata negli ultimi 5 anni; distribuzione % per provincia in aumento Stabile in dimin. totale AN 0,0 66,7 33,3 100,0 AP 1,3 63,2 35,5 100,0 MC 0,0 55,7 44,3 100,0 PU 6,7 66,7 26,7 100,0 Totale complessivo 1,4 63,4 35,2 100,0 Il conto terzi. Le caratteristiche del sistema di relazioni tra imprese Circa il 60 per cento delle imprese artigiane intervistate esercita attività per conto terzi; questa percentuale sale a livelli ancor più elevati per settori come il tessile-maglieria e l abbigliamento (dove raggiunge il 100 per cento dei casi), le calzature e il legno, le lavorazioni metallurgiche e i prodotti in metallo. Mentre in alcuni settori, l attività svolta è per definizione esercitata in conto terzi (trasporti merci stradali, lavorazioni del metallo, ecc.) in altri la diffusione di tale modo di produrre indica l ampiezza della specializzazione e della divisione del lavoro che caratterizza il settore: è il caso del tessile-abbigliamento-calzature e della meccanica, ma anche del legno, del vetro e degli strumenti musicali. La partecipazione al decentramento della produzione e delle lavorazioni è naturalmente più o meno intensa e può variare da quote di fatturato del 10 per cento alla totalità del giro d affari. Quello che merita di essere sottolineato è però il fatto che si tratta di un fenomeno diffuso alla maggioranza delle imprese artigiane e che non va letto tanto in termini di incapacità di collocare sul mercato finale la propria produzione, quanto piuttosto come capacità di valorizzare conoscenze e capacità interagendo con altre imprese e facendo sistema. 9

25 Il contoterzismo percentuale sul totale imprese di ciascun settore d attività SETTORI Imprese terziste (%) 1 - Attività di trasformazione alimentare 20, Tessile e maglieria 100, Abbigliamento 100, Fabbricazione calzature e parti 79, Lavorazione del legno e prodotti in legno 70, Cartotecnica ed editoria 16, Lavorazione e produzione di gomma e materie plastiche 60, Fabbricazione del vetro e prodotti in vetro artistico 66, Lavorazione del marmo, pietra, ceramica 50, Lavorazioni metallurgiche 80, Fabbricazione e lavorazione metalli e prodotti in metallo 80, Macchine utensili, stampi 40, Componenti elettronici, telecomunicazioni 38, Mobili 32, Articoli d argento 20, Strumenti musicali 66, Costruzioni 0, Riparazione di autoveicoli 11, Trasporti merci su strada 100, Servizi alle persone 0,00 Totale imprese 58,33 In alcuni casi, la connotazione di terzista diviene pervasiva 4 e coinvolge tutta l attività dell impresa: se si considerano le attività più importanti dell artigianato regionale, si osserva che ciò avviene più spesso soprattutto nel tessile-maglieria, poi nell abbigliamento, nelle calzature, nei mobili e nelle lavorazioni e produzioni meccaniche. Per queste realtà, è importante osservare, tuttavia, come quote non trascurabili di imprese che lavorano per conto terzi producano anche per conto proprio. E il caso dell artigianato del legno, dell abbigliamento, dei mobili e della meccanica. In alcuni settori dell artigianato regionale, invece, si rileva come l attività per conto terzi costituisca una componente che integra l attività finalizzata al mercato finale senza assumere, cioè, rilevanza preminente nella formazione del fatturato. 4 Questa caratteristica non si configura necessariamente in termini negativi (ad esempio, di dipendenza dal committente o di incapacità nel collocare i propri prodotti sul mercato): nel caso delle produzioni più qualificate (in cui più elevata è l accuratezza richiesta dalle lavorazioni), le imprese che operano esclusivamente per conto terzi operano spesso per un mercato della subfornitura, dove i rapporti di forza tra domanda e offerta non sono squilibrati a sfavore delle piccole imprese, sia per la presenza di rapporti di pluricommittenza sia per il formarsi di capacità di assumere ruoli guida nelle fasi qualitative dei processi di produzione e di interagire in modo propositivo con la committenza. 10

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