Dal contesto normativo alla gestione operativa dei sedimenti di dragaggio

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1 Dal contesto normativo alla gestione operativa dei sedimenti di dragaggio Francesca Giaime IL DRAGAGGIO DEL PORTO DI MONOPOLI: OBIETTIVI, CRITICITA, OPPORTUNITA Monopoli, 20 dicembre

2 Indice 1. Le esigenze dei porti 2. Lo stato qualitativo delle aree portuali 3. Le opzioni i di gestione 4. Gli strumenti tecnici e normativi 5. La ricerca delle soluzioni 6. Un esempio: la gestione integrata dei sedimenti nella regione Marche 7. Considerazioni conclusive 2

3 Le esigenze dei porti APPROFONDIMENTO DEI FONDALI PORTUALI MANTENIMENTO DELLA PROFONDITA DI NAVIGAZIONE INFRASTRUTTURAZIONE 3

4 Livorno Volumi dragaggio (m 3 ) Imboccatura sud e Darsena Morosini Molo Italia Accosto n Bacino Cappellini e Bacino Firenze Darsena Area antistante banchinamento del IV lotto della Sponda Est della Darsena Toscana Totali

5 Piombino Volumi dragaggio (m 3 ) Nuovi banchinamenti Bacino di evoluzione e lato esterno del pontile Lucchini Totale

6 Lo stato qualitativo delle aree portuali Numerose sono le attività antropiche dislocate lungo le coste: insediamenti urbani, attività industriali, agricole, estrattive. In particolare, le aree portuali ospitano frequentemente svariate attività altamente inquinanti (poli chimici e petrolchimici, cantieri navali, aree militari, etc.). 6

7 Livorno Volumi bonifica (m 3 ) CONTAMINAZIONE: Metalli Pesanti Composti organostannici IPA Valori Intervento ICRAM <Conc< Col.B Tab.1 All.5 Tit.V Parte IV DLgs152/06 D.Lgs.152/06 Col.B Tab.1 All.5 Tit.V Parte IV DLgs152/06 D.Lgs.152/06 <Conc< All.D Parte IV D.Lgs.152/ Totali

8 Piombino Volumi bonifica (m 3 ) CONTAMINAZIONE: Metalli Pesanti Idrocarburi PCB Valori Intervento ICRAM <Conc< Col.B Tab.1 All.5 Tit.V Parte IV D.Lgs.152/06 Col.B Tab.1 All.5 Tit.V Parte IV D.Lgs.152/06 <Conc< All.D Parte IV D.Lgs.152/ Conc > All.D Parte IV D.Lgs.152/ Totali

9 Lo stato qualitativo dei Porti Aree marine contaminate LE PROBLEMATICHE QUALITA DEI SEDIMENTI VOLUMI COSTI Dragaggi portuali QUALI GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONE? POTENZIALI OPZIONI DI GESTIONE STRUMENTI TECNICI E NORMATIVI RICERCA DELLE SOLUZIONI 9

10 Ripascimento di arenili Potenziali opzioni di gestione Ricostruzione di strutture naturali in ambito marino costiero Formazione di colmate a mare Riempimento di banchine e terrapieni in ambito portuale Deposito in bacini di contenimento Immersione in mare Riutilizzo benefico dei materiali (edilizia, fondi stradali, etc.) Invio ad impianto di trattamento per la decontaminazione ed il riutilizzo secondo uno dei punti precedenti Conferimento in discarica 10

11 Strumenti tecnici Modalità di presentazione domanda di autorizzazione Criteri di caratterizzazione (progettazione, campionamento e analisi) Criteri di classificazione dei sedimenti Opzioni di gestione Criteri di movimentazione dei sedimenti dragati Criteri di monitoraggio 11

12 12

13 Strumenti normativi di riferimento precedente Fino al 1999 la principale destinazione è stata l immersione in mare (in siti specifici posti oltre le 3 miglia nautiche dalla costa) D.M. 24/1/96 (direttive inerenti le attività istruttorie per il rilascio delle autorizzazioni relative allo scarico nelle acque del mare o negli ambienti ad esso contigui di materiale proveniente da escavo di fondali di ambienti marini o salmastri o di terreni litoranei emersi, nonché da ogni altra movimentazione di sedimenti in ambiente marino) Protocollo del 28 aprile 1993 recante criteri di sicurezza ambientale per gli interventi di escavazione, trasporto e reimpiego dei fanghi estratti dai canali di Venezia, emanato dal Ministero dell Ambiente OPCM 3 giugno g 2002, n recante disposizioni urgenti per fronteggiare l emergenza socio-ambientale determinatesi nella laguna di Marano Lagunare e Grado D.Lgs. 152/99, art.35 (oggi normato dall art. 109 della legge 152/2006), l immersione in mare viene a costituire una possibile opzione di gestione del materiale derivante da escavo soltanto una volta accertata l impossibilità di realizzare gestioni alternative: sedimento = RISORSA 13

14 Strumenti normativi per i dragaggi nei SIN Art. 1, comma 996, della legge D.M. 7 novembre dicembre 2006, n. 296 Disciplina delle operazioni di (modifica l articolo larticolo 5 della dragaggio nei siti di bonifica di Legge 28 gennaio 1994, n. 84 interesse nazionale, ai sensi sul Riordino della legislazione dell'articolo 1, comma 996, in materia portuale ) della legge 27 dicembre 2006, n. 296 Criteri per la gestione Requisiti del progetto di dragaggio Criteri per la caratterizzazione Ulteriori indicazioni per la gestione 14

15 Art. 1, comma 996, della legge 27 dicembre 2006, n ter. I materiali derivanti dalle attività di dragaggio, che presentano caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche, analoghe al fondo naturale con riferimento al sito di prelievo e idonee con riferimento al sito di destinazione, nonché non esibiscono positività a test ecotossicologici, possono essere immessi o refluiti in mare ovvero impiegati per formare terreni costieri, su autorizzazione del Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare, che provvede nell ambito del procedimento di cui al comma 11- bis. Restano salve le eventuali competenze della regione territorialmente interessata. I materiali di dragaggio aventi le caratteristiche di cui sopra possono essere utilizzati anche per il ripascimento degli arenili, su autorizzazione della regione territorialmente competente. 15

16 Art. 1, comma 996, della legge 27 dicembre 2006, n quater. I materiali derivanti dalle attività di dragaggio e di bonifica, se non pericolosi all origine o a seguito di trattamenti finalizzati esclusivamente alla rimozione degli inquinanti, ad esclusione quindi dei processi finalizzati all immobilizzazione degli inquinanti stessi, come quelli di solidificazione/stabilizzazione, possono essere refluiti, su autorizzazione della regione territorialmente competente, all interno di casse di colmata, di vasche di raccolta, o comunque di strutture di contenimento poste in ambito costiero, il cui progetto è approvato dal Ministero delle infrastrutture, d intesa con il Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare. Le stesse devono presentare un sistema di impermeabilizzazione naturale o completato artificialmente al perimetro e sul fondo, in grado di assicurare requisiti di permeabilità almeno equivalenti a: K minore o uguale 1,0 x 10-9 m/s e spessore maggiore o uguale a 1 m. Nel caso in cui al termine delle attività di refluimento, i materiali di cui sopra presentino livelli di inquinamento superiori ai valori limite di cui alla tabella l, allegato 5, parte quarta, titolo V, del decreto legislativo n. 152 del 2006 deve essere attivata la procedura di bonifica dell area derivante dall attività di colmata in relazione alla destinazione d uso. 16

17 GESTIONE A TERRA DEI SEDIMENTI? In assenza di norme specifiche per la gestione a terra, intesa come possibile riutilizzo e valorizzazione, dei sedimenti marini derivanti dalle attività di dragaggio, l art. 5 della legge 84/94, al comma 11- sexies, rimanda alla vigente normativa ambientale, edalcomma 11-quinquies, fa riferimento al solo stoccaggio temporaneo dei sedimenti a terra, precisando che in caso di realizzazione, nell'ambito dell'intervento di dragaggio, di strutture adibite al deposito temporaneo di materiali derivanti dalle attività di dragaggio nonché dalle operazioni di bonifica, prima della loro messa a dimora definitiva, il termine massimo di deposito e' fissato in trenta mesi senza limitazione di quantitativi, assicurando il non trasferimento degli inquinanti agli ambienti circostanti. L unico strumento normativo che prende in considerazione riutilizzi a terra dei fanghi di dragaggio è costituito dall art. 214 del D. Lgs del 3 aprile 2006, n. 152, che rimanda al D.M. 5 febbraio 1998 (Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22), che però si riferisce unicamente alle tipologie di fanghi di dragaggio elencate al punto 12.2 dell allegato 1, sub allegato 1, al suddetto decreto: e cioè fanghi provenienti da attività di dragaggio gg di fondali di laghi, di canali navigabili o irrigui e corsi d'acqua (acque interne), e di pulizia di bacini idrici. 17

18 Aggiornamento del piano di gestione dei rifiuti speciali nella Regione Puglia, maggio 2009 Il documento riprendendo la normativa vigente, auspica, «..il riutilizzo in loco dei fanghi per la realizzazione delle opere previste dai piani regolatori portuali oppure la reimmissione in mare, qualora il fango abbia caratteristiche analoghe al fondo naturale e non possa provocare pregiudizi all ecosistema marino» e conferma che «i rifiuti non riutilizzabili per la realizzazione i delle opere previste dai piani i regolatori portuali o non refluibili in mare perché dalle caratteristiche non adeguate, dovranno essere gestiti nel rispetto di quanto previsto dal D. lgs 152/06 s.m.i., dalla L n. 84 del : Riordino della legislazione e in materia a portuale e dal DmAmbiente be : Disciplina delle e operazioni o di dragaggio nei siti di bonifica di interesse nazionale, ai sensi dell'articolo 1, comma 996, della legge 27 dicembre 2006, n. 296». La Regione «ritiene utile evidenziare ( ) le diverse possibilità tecniche di riutilizzo dei sedimenti dragati, già note sulla base di diverse esperienze maturate t in ambito internazionale, i anche al fine di fornire per le successive azioni di pianificazione e per il rilascio delle autorizzazioni per il riutilizzo in procedura ordinaria, un quadro di riferimento che costituisca il framework sulla base del quale valutare le migliori strategie di gestione e, di volta in volta, i progetti di riutilizzo e valorizzazione». Nell atto di indirizzo della Regione figurano: la valorizzazione in ambito industriale, (per la produzione di clinker di Portland, di laterizi, di aggregati leggeri e di materiali ceramici); la valorizzazione i in ambito civile il (per opere in terra, recuperi ambientali di cave dismesse e copertura di rifiuti in discarica). 18

19 Ricerca delle soluzioni: il piano di gestione CARATTERIZZAZIONE ADEGUATA Realtà portuali (casse di colmata/banchine) - Domanda: nuove aree da adibire ad attività portuali - Offerta: fonte di finanziamento Riqualificazioni ambientali ed usi civili SISTEMA INTEGRATO basato su esigenze e potenzialità del territorio Ripascimenti Immersione in mare Realtà industriali - Domanda: richieste del mercato - Offerta: disponibilità impianti trattamento GIS Sfruttamento sostenibile della risorsa sedimento marino = Riduzione dell impatto ambientale - Minimizzazione dei quantitativi da smaltire in discarica - Minimizzazione dell impiego di materie prime 19

20 Un esempio: la gestione integrata dei sedimenti nella regione Marche Gestione Integrata della fascia costiera: porre al centro dell attenzione il sedimento, valorizzandolo come risorsa e incentivandone il riutilizzo Principale strumento programmatico regionale: PIANO DI GESTIONE INTEGRATA DELLE COSTE Principali finalità: 1) Realizzazione di interventi di tutela, ripristino e riqualificazione delle aree costiere ivi compreso il dragaggio dei porti ) Condurre interventi di difesa e recupero delle spiagge erose privilegiando l utilizzo della risorsa naturale 20

21 Per rendere attuabile il Piano di gestione integrata della fascia costiera: Ricorso a strumenti programmatici chiari e di sicura attuazione, concepiti allo scopo di coordinare la realizzazione di diverse linee di interventi LA DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N.255 DEL 23/02/2009 Linee guida per la gestione dei materiali derivanti da attività di dragaggio, in area portuale, in area marina fluviale o litoranea Fornisce i criteri il campionamento e la caratterizzazione dei sedimenti Classifica i sedimenti in diverse classi qualitative in funzione delle loro caratteristiche fisiche, chimiche e tossicologiche Detta i criteri generali per l individuazione di opportune soluzioni di gestione dei materiali dragati Problema: erosione costiera IL PROTOCOLLO D INTESA Volto alla pianificazione di interventi di salvaguardia, tutela, riqualificazione ambientale del litorale marittimo della regione Marche. Recupero e Riutilizzo dei sedimenti marini/portuali Problema: riqualificazione spazi portuali L ACCORDO DI PROGRAMMA Volto alla pianificazione degli interventi di dragaggio e allo sviluppo dei porti delle Marche, prevedendo il recupero/riutilizzo dei sedimenti dragati 21

22 L ACCORDO DI PROGRAMMA 26 FEBBRAIO 2008 ACCORDO DI PROGRAMMA TRA: MINISTERO DELL AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE REGIONE MARCHE COMUNE DI CIVITANOVA MARCHE COMUNE DI FANO COMUNE DI NUMANA COMUNE DI SENIGALLIA AUTORITA PORTUALE DI ANCONA ISPRA già ICRAM PER I DRAGAGGI E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLE AREE PORTUALI PRESENTI NELLA REGIONE MARCHE 22

23 L Accordo di Programma come strumento volto a: favorire il raggiungimento di obiettivi comuni attraverso la condivisione di risorse economiche dei singoli soggetti sottoscriventi beneficiare i di finanziamentii i pubblici i da parte delle Amministrazioni Centrali, qualora vengano conseguiti obiettivi di pubblico interesse L Accordo in oggetto: presenta importanti elementi innovativi in merito a tematicheti ambientali e di sicurezza della navigazione, conciliandole con aspetti relativi allo sviluppo funzionale degli spazi portuali, con notevoli vantaggi economici racchiude soluzioni tecniche per una gestione mirata dei materiali oggetto degli interventi di dragaggio, al fine di permetterne un opportuno recupero/riutilizzo 23

24 OGGETTO E FINALITA DELL ACCORDO 1. Attuazione degli interventi di dragaggio per scopi manutentivi, nelle aree portuali di: Civitanova Marche, Fano, Numana, Senigallia, Ancona 2. Realizzazione di studi per la progettazione di nuove strutture di conterminazione per i materiali oggetto degli interventi di dragaggio 3. Favorire la gestione integrata e ambientalmente compatibile dei sedimenti, prevedendo interventi di recupero e riutilizzo degli stessi: ripascimenti, immersione in mare, refluimento nella cassa di colmata 4. Aggiornare il quadro conoscitivo regionale, in relazione agli interventi e alle ipotesi di gestione individuate 5. Promuovereo l attivitàità di sperimentazioneione per lo sviluppo di nuove tecnologie di trattamento volte ad incentivare il recupero/riutilizzo dei sedimenti 24

25 I porti che aderiscono all Accordo di Programma 25

26 L approccio della DGR n. 255/09: Caratterizzazione i dei sedimenti Stazioni Campioni Analizzati Campioni Conservati Civitanova Fano Numana Senigallia Ancona Totale Totale campioni

27 L approccio della DGR n. 255/09: Individuazione delle classi qualitative e delle rispettive soluzioni di gestione A1 A2 B C1 C2 27

28 L approccio della DGR n. 255/09: Le opzioni di gestione in funzione delle classi di qualità dei sedimenti 28

29 I risultati ti della caratterizzazione i 29

30 Stima di massima dei volumi da dragare in funzione delle classi di qualità ANCONA A1 A2 B C1 TOTALI TOTALE CUMULATIVO A1 A2 B C FANO A1 A2 B TOTALI NUMANA A1 A2 TOTALI SENIGALLIA A1 A2 B TOTALI CIVITANOVA A1 A2 B TOTALI Per ciascuna classe qualitativa i volumi complessivi potranno variare in funzione della tecnica di dragaggio Ai fini del ripascimento andranno considerate le caratteristiche granulometriche dei sedimenti Decontaminazione dei sedimenti mediante l applicazione di tecniche di trattamento Avvio della sperimentazione per il trattamento di sedimenti di classe B contaminati da composti organostannici (TBT) 30

31 Alcuni interventi ti programmati Dragaggio area diga foranea Porto di Numana e ripascimento MORBIDO A1 A2 Sabbie: m 3 Fiume Musone 31

32 Alcuni interventi ti programmati La vasca di colmata di Ancona Superficie: m 2 Capacità: m m 3 destinati al refluimento di sedimenti provenienti dai porti regionali, non compatibili con ipotesi di gestione alternative Interventi: riempimento, consolidamento e realizzazione di nuovi spazi fruibili, funzionali allo sviluppo del porto 32

33 IL PROTOCOLLO D INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI DI RIPASCIMENTO DICEMBRE 2007 PROTOCOLLO INTESA TRA: MINISTERO DELL AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE REGIONE MARCHE ISPRA già ICRAM ATTUAZIONE DI UN PROGRAMMA DI INTERVENTI URGENTI DI SALVAGUARDIA, TUTELA, RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE AMBIENTALE DEL LITORALE MARITTIMO DELLA REGIONE MARCHE 33

34 Gli interventi ti di ripascimento i programmati 34

35 Gli interventi di ripascimento programmati Regione Marche - INTERVENTO 1 ANCONA Civitanova Marche Fermo Pedaso Campofilone Massignano Cupramarittima Grottammare FIUME TRONTO Ripristino morfologico 0 50 km di arenili mediante l utilizzo di sabbia sottomarina Comune Tipologia e zona di intervento Mc previsti Mc/ml Civitanova (MC) ripascimento ml 700/Fontespina Fermo (AP) ripascimento ml 800/sud del porto Marina Palmense Pedaso (AP) ripascimento ml 300 a sud dell Aso + ml 700 litorale sud Campofilone (AP) ripascimento ml 500/Confine nord (fosso Campofilone) Massignano (AP) ripascimento ml 600/parte sud del litorale di competenza Cupramarittima (AP) ripascimento ml 1300 a nord abitato + ml 200 più a sud Grottammare (AP) ripascimento ml 150 a nord e ml 750 a sud del Tesino e intervento strutturale a nord e sud del Tesino

36 Gli interventi di ripascimento programmati Regione Marche - INTERVENTO 2 ANCONA Sirolo Numana Porto Recanati Ripristino morfologico 0 50 km degli arenili mediante l utilizzo di ciottoli e ghiaia di origine alluvionale FIUME TRONTO Comune Tipologia e zona di intervento Mc previsti Mc/ml Sirolo (AN) ripascimento zona Sassi Neri Numana (AN) ripascimento zona a nord del Musone Porto Recanati (MC) ripascimento ml 2200 (Scossicci-Fiumarella) ml 800 litorale a nord del Potenza

37 Gli interventi ti di ripascimento i programmati 37

38 ATTIVITÀ SPERIMENTALI L Accordo di Programma, al punto D prevede: Attività di sperimentazione per lo sviluppo di nuove tecnologie funzionali alla gestione dei sedimenti ISPRA (ex ICRAM) in collaborazione con l Università Politecnica delle Marche (Dipartimento di Scienze del Mare), ha avviato una serie di SPERIMENTAZIONI volte all individuazione di: TECNOLOGIE PER IL TRATTAMENTO innovative ed ecocompatibili finalizzate al RECUPERO e RIUTILIZZO dei SEDIMENTI 38

39 Attività sperimentali promosse per i Porti delle Marche ANCONA FANO CRITICITA : COMPOSTI ORGANOSTANNICI Avvio a sperimentazione su scala di laboratorio/microcosmo per valutare l efficienza effettiva del trattamento di BIODEGRADAZIONE dei composti organo-stannici. Valutazione della diversità della comunità microbica al fine di identificare eventuali relazioni tra cinetiche di degradazione dei composti organostannici e variazioni nella diversità microbica. Successiva valutazione delle condizioni di trattamento per l allestimento di sistemi in bioreattore e, successivamente, in scala pilota; Valutazione dei costi e dei tempi del trattamento finalizzati ad eventuali possibilità di riutilizzo. 39

40 Considerazioni conclusive Il sistema di Gestione Integrata realizzato insieme alla Regione Marche è un esempio virtuoso di come trasformare le problematiche in opportunità. Per il conseguimento di obiettivi complessi risulta fondamentale la sinergia e la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti a vario titolo E fondamentale avvalersi di strumenti programmatici chiari e di facile attuazione, che definiscano chiaramente: attività, soggetti e risorse a disposizione Un piccolo investimento t in fase di caratterizzazione i comporta innumerevoli vantaggi durante le successive fasi di gestione, dando la possibilità di recuperare/riutilizzare i materiali dragati Il sistema adottato dalla Regione Marche potrebbe essere applicato a differenti realtà territoriali con l intento di realizzare un modello di gestione integrata della fascia costiera non vincolato dal concetto di confine amministrativo 40

41 Grazie per l attenzione francesca.giaime@isprambiente.it 41

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