Sommario. massimi sistemi 45. di Galileo 62. CAPITOLO Scienziato in erba 5. CAPITOLO Professore a Pisa 15

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1 Sommario CAPITOLO Scienziato in erba 5 CAPITOLO Professore a Pisa 15 CAPITOLO Gli anni padovani 19 CAPITOLO Gli studi astronomici 25 CAPITOLO Galileo dal Papa 33 CAPITOLO Guai in vista 37 CAPITOLO Dialogo sopra i massimi sistemi 45 CAPITOLO L accusa di eresia La riabilitazione di Galileo 62 3

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3 Veduta di Firenze. CAPITOLO I Scienziato in erba Galileo, che fai alla finestra nel cuore della notte? Babbo, qui fuori c è un cielo bellissimo. Smettila di contare le stelle e vai a letto. Domani devi andare a scuola. Galileo era un ragazzino di undici anni; era nato a Pisa ma adesso aveva raggiunto il padre rientrato a Firenze. Vincenzo Galilei era un maestro di musica di grande talento alla corte del Granduca di Toscana e un appassionato di matematica. Anche al giovane Galileo piaceva la musica ed era molto bravo a suonare il liuto. 5 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education, Milano

4 Per la verità gli interessavano un sacco di cose, dal greco, alla letteratura, al disegno, e per qualunque domanda gli frullasse per la testa cercava sempre di trovare una risposta nella realtà delle cose che lo circondavano. All età di diciassette anni il ragazzo tornò ad abitare a Pisa, sede di un importante università, per iscriversi alla facoltà di medicina. Babbo, non sono sicuro di voler fare il dottore, cercò di obiettare una volta Galileo. E cosa vorresti fare da grande?, chiese provocatorio il padre. Lo scienziato!, rispose Galileo, orgoglioso di aver finalmente espresso la sua vera ambizione. Figliolo, rispose ridacchiando Vincenzo, non lo sai quanto guadagna un professore di matematica a Pisa e quanto ci vuole per mantenere una famiglia?. Galileo guardò Vincenzo con faccia interrogativa. Non aveva mai dovuto pensare ai soldi, che invece di lì a poco sarebbero diventati una preoccupazione costante. Sessanta miserissimi fiorini all anno!, si affrettò a dire il padre scandendo bene quel numero che a Galileo lì per lì non diceva granché. 6

5 Quando tuttavia il padre aggiunse che un professore di medicina ne prendeva ben duemila di fiorini, le cose cominciarono a farsi più chiare. Dopotutto il giovane Galileo coi numeri se la cavava, eccome! E così si immatricolò alla facoltà di medicina. Ma le lezioni non lo entusiasmavano più di tanto 7

6 Lunetta con piazza della Signoria a Firenze. e soprattutto il modo in cui le varie materie venivano insegnate non soddisfaceva la sua curiosità. Mamma, che noia, pensava Galileo seduto in fondo all aula. Tra uno sbadiglio e l altro, però, lo svogliato studente di medicina non ometteva di fare le sue osservazioni. I corsi si incentravano allora sugli insegnamenti di Aristotele, uno dei più grandi pensatori dell antichità. E Galileo non risparmiava le critiche al grande scienziato e filosofo greco. Galileo, è possibile che tu abbia sempre da ridire su tutto!, si lamentavano i compagni di corso. Ascolta e stai zitto una buona volta, siamo qui per imparare. Galileo imperterrito continuava a mettere 8

7 Lunetta con piazza del Duomo a Firenze. in discussione tutto quello che non gli quadrava e chiedeva sempre conferma di ciò di cui non trovava riscontro nella realtà. Non lo convincevano per esempio certe teorie sulla velocità dei corpi che cadono formulate da Aristotele, da secoli l autorità indiscussa nel campo delle scienze. Questi e altri simili ragionamenti di fisica (o filosofia naturale come veniva chiamata all epoca) cominciarono a occupare gran parte del suo tempo, a scapito del corso di anatomia. Un giorno gli capitò di frequentare una lezione di Ostilio Ricci, il matematico della corte de Medici. Fu così che Galileo si avvicinò alla geometria, e ne rimase talmente conquistato che decise di 9

8 accantonare la medicina una volta per tutte. Per di più Galileo apprezzava il fatto che il matematico insegnasse in volgare italiano anziché in latino, la lingua riservata ai filosofi e agli scienziati. Se scriverò mai dei libri di scienze saranno in italiano, si ripromise, affinché ogni persona li possa leggere. Finalmente Galileo si decise a parlare col padre. Voglio studiare la matematica, la geometria, la meccanica, l astronomia, la filosofia della natura, spiegò e il padre allora dovette rassegnarsi. A Galileo piaceva guardarsi intorno e capire il come e il perché delle cose. Si racconta che un giorno gli cadde lo sguardo su una lampada che oscillava appesa al soffitto. Gli parve che la lampada ci mettesse su per giù lo stesso tempo a dondolare da una parte all altra, anche quando 10

9 l arco percorso dalle oscillazioni si accorciava. Mmh, interessante, pensò. Parrebbe che il tempo che un pendolo impiega a oscillare sia costante... e indipendente dall ampiezza delle oscillazioni. Questa è un ipotesi che merita attenzione, continuò a ragionare tra sé. Dovrò fare un esperimento, anzi più di uno, per vedere se le cose stanno davvero così. Era infatti fermamente convinto che il modo migliore per scoprire e capire le leggi della natura fosse quello di verificarle con l esperienza. Qualche tempo dopo Galileo lasciò l università di Pisa senza laurearsi e per qualche anno tornò a vivere a Firenze. Per campare dava lezioni private, mentre continuava ad approfondire i suoi interessi. Fin da giovane si rivelò un tipo molto pratico, con la passione di applicare le teorie scientifiche all invenzione di strumenti che potevano essere

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12 Jacques de Gehyn il Vecchio, Scuola di anatomia nel tardo XVI secolo. utili nella vita quotidiana, in particolare nei commerci e nella guerra. Oltre che affascinato dalle scienze era anche davvero molto portato per quel tipo di studi e, pur senza laurea, dopo una permanenza di quattro anni a Firenze riuscì a ottenere il posto di professore di matematica all università pisana. 14