PROVIDUNE (LIFE07NAT/IT/000519) Conservazione e ripristino di habitat dunali nei siti delle Province di Cagliari, Matera, Caserta PROGETTO ESECUTIVO
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1 Provincia di Caserta PROVIDUNE (LIFE07NAT/IT/000519) Conservazione e ripristino di habitat dunali nei siti delle Province di Cagliari, Matera, Caserta Interventi nel SIC IT Pineta della Foce del Garigliano Comune di Cellole e Sessa Aurunca PROGETTO ESECUTIVO Allegato: Tavola: Scala: Stralcio degli studi botanici del Progetto LIFE Data: Ottobre 2013 Responsabili per la progettazione esecutiva CRITERIA s.r.l. _ Città:RIcerche:TERritorio:Innovazione:Ambiente via Cugia, Cagliari (Italy) tel fax criteria@criteriaweb.com; Arch. Paolo Falqui Direttore Tecnico Dott. Geol. Maurizio Costa Dott. Biol. Patrizia Sechi UNICA Provincia di Cagliari Provincia di Caserta Provincia di Matera TECLA
2 SOMMARIO 1 Premessa Modalità e tempistica dell azione svolta Rilevamento taxon Risultati Rilievi fitosociologici Conclusioni Bibliografia... 22
3 1 Premessa Nella presente sezione sono sintetizzati i risultati ottenuti dagli studi geobotanici del litorale oggetto di indagine, propedeutici al Progetto di conservazione e ripristino di habitat dunari nell area SIC Pineta della Foce del Fiume Garigliano, in capo al progetto LIFE07/NATURA/IT/ PROVIDUNE, presentato ai sensi dell invito a presentare proposte della Commissione Europea LIFE + Natura 2007 dalla Provincia di Cagliari, in qualità di Ente capofila, insieme ai partner Provincia di Caserta e Provincia di Matera. Nella presente relazione viene sintetizzato il lavoro svolto dalla SUN (Seconda Università degli Studi di Napoli) nell ambito del Progetto LIFE PROVIDUNE. Nel periodo agosto 2009 agosto 2010 la SUN ha svolto attività inerenti le seguenti azioni di cui era responsabile: A1) - Studi geobotanici sullo stato degli habitat dunari nei siti di intervento (diviso in due sottosezioni: Rilevamento floristico - sociologico e Rilevamento taxon). L unità operativa ha inoltre partecipato a riunioni ed incontri di lavoro contribuendo allo sviluppo anche delle seguenti azioni: A3 e A5. I responsabili scientifici di questa unità operativa hanno inoltre intrapreso colloqui e rapporti con il responsabile scientifico per gli aspetti botanici del CCB (Università di Cagliari) al fine di avere chiarimenti sulle metodologie richieste per la raccolta dati. A1) - Studi geobotanici sullo stato degli habitat dunari nei siti di intervento Obiettivo di tale studi è stata la caratterizzazione della componente floristico-sociologica degli habitat nonché fenologico-demografica delle specie endemiche e/o di interesse fitogeografico che caratterizzano a livello locale tali habitat. Gli elaborati completi relativi a tutti gli studi, analisi e ricerche condotte nella azioni propedeutiche del LIFE, con relativi autori, collaboratori e referenti istituzionali sono reperibili presso il sito web 2
4 2 Modalità e tempistica dell azione svolta Il gruppo di lavoro impegnato in queste attività è composto da 4 esperti che hanno effettuato un totale di 24 sopralluoghi a cui sono seguite attività di laboratorio. In una prima fase sono stati esaminati i documenti scientifici e di altra natura disponibili al fine di programmare le indagini sul territorio: l analisi critica delle immagini aeree e delle informazioni riportate nel formulario del SIC hanno fornito le prime indicazioni sulla possibile localizzazione dei rilievi. Sopralluoghi preliminari in campo sono stati inoltre condotti per validare i risultati delle analisi critiche dei documenti pregressi e per individuare le aree da rilevare. Inoltre sono stati effettuati rilievi preliminari per verificare eventuali dubbi o difficoltà interpretative delle istruzioni relative al riempimento dei campi delle schede di rilevamento fornita dall Università di Cagliari. I rilievi floristico-vegetazionali sono stati effettuati in quelle fitocenosi che, sulla base dei rilievi preliminari, si configuravano come potenziali habitat, da confermare grazie proprio ai rilievi floristico-vegetazionali. I rilievi sono stati fatti utilizzando il classico metodo fitosociologico e compilando le Schede di rilevamento floristico-sociologico predisposte dall Università di Cagliari. I rilievi sono stati distribuiti spazialmente in modo da comprendere nella maniera più esaustiva tutte le fitocenosi che rappresentassero potenziali habitat; considerato il tipo di rilievo e le caratteristiche del sito, per il campionamento è stato utilizzato un disegno randomizzato a blocchi, dove ogni blocco era rappresentato da una comunità vegetale che per complessità strutturale e composizione floristica costituiva un unità di campionamento rilevabile. Altri rilievi sono stati condotti in habitat non ascrivibili a quelli dell All. I della Direttiva CEE 92/43, ma ritenuti interessanti in quanto comunque in contatto catenale in aree a ridosso della pineta con vegetazione dominata da terofite. Per permettere l interpolazione dei dati floristico-vegetazionali con quelli di altra natura, parte dei rilievi sono stati eseguiti, dove possibile, in corrispondenza dei rilievi per le schede rilevamento - taxon ; in particolare, alcuni rilievi sono stati effettuati per caratterizzare i popolamenti in cui risultava presente Daphne sericea Vahl, entità ritenuta interessante dal punto di vista conservazionistico in quanto citata nella Lista Rossa per la Campania anche se col valore (LR) (Conti et al., 1997). Le specie non identificabili in campo sono state raccolte e determinate in laboratorio. 3
5 I dati informatizzati sono stati sottoposti ad analisi statistica utilizzando tecniche di analisi multivariata utilizzando il software SYN-TAX 2000 (Podani, 2001). Per la classificazione è stato utilizzato l indice di Jaccard su base qualitativa come indice di dissimilarità ed il legame medio (UPGMA) come criterio agglomerativo. Le informazioni su caratteristiche ambientali, struttura della comunità vegetale, forme biologiche, corotipi e le informazioni sull eventuale grado di protezione delle singole specie sono state utilizzate come strumento interpretativo dei diagrammi ottenuti. I dati raccolti sono stati analizzati per caratterizzare in termini sintassonomici le fitocenosi rilevate. I risultati sono stati infine confrontati con le descrizioni degli habitat riportati nell' "Interpretation Manual of European Union Habitats - EUR 27" del luglio 2007 e nelle schede del Manuale Italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE (disponibile sul sito ufficiale del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), per confermare da una parte la presenza degli habitat già segnalati ed eventualmente riconoscere e segnalare la presenza di nuovi habitat. 4
6 3 Rilevamento taxon Questa attività ha come obiettivo lo studio fenologico/demografico di specie strutturali degli habitat selezionati e che rivestano particolare importanza come specie endemiche e/o di interesse fitogeografico a livello locale. Ciò allo scopo di poterne valutare lo stato di conservazione ed identificare con maggiore dettaglio quantitativo e qualitativo le cause di degrado degli habitat e pianificare con maggiore precisione le azioni di conservazione in situ necessarie. Le analisi fenologiche e demografiche sono finalizzate ad individuare i trend demografici delle singole popolazioni, in particolare i tassi di natalità, mortalità e recruitment oltre alla distribuzione spaziale del popolamento. Il corretto funzionamento di tutto il ciclo biologico è fondamentale per garantire la riproduzione sessuale e, quindi, la conservazione della specie nel tempo. E' sufficiente, infatti, che una sola delle fasi (fioritura, impollinazione, fecondazione, disseminazione, germinazione) venga in qualche modo alterata per avere una ripercussione negativa sull'efficienza della riproduzione e quindi sulla possibilità di conservazione di una determinata specie. A tale riguardo i rilievi che possano fornire informazioni utili ed esaustive devono essere condotti su un intervallo temporale che copra almeno un intero ciclo vitale della specie oggetto di interesse. Tuttavia è indispensabile condurre indagini su più cicli consecutivi al fine di poter meglio valutare e discriminare se le eventuali cause di alterazione delle varie fasi del ciclo vitale di una specie siano da attribuire a fattori climatici e/o antropici Per queste ragioni e tenuto conto dei tempi limitati per condurre tali indagini si è fatto riferimento ai dati floristici parziali disponibili al momento di avvio della ricerca al fine di selezionare le specie più rappresentative e che rispondessero ai requisiti di interesse conservazionistico così come previsto dal progetto. Lo studio ha previsto, quindi, una prima fase di analisi delle informazioni raccolte da questo gruppo di lavoro in una ricerca avviata di recente (Croce et al. 2009). Per quanto riguarda le specie caratteristiche degli habitat lo studio è stato condotto su: Juniperus oxycedrus L. macrocarpa (Sibth. & Sm.) Neilr. e Crucianella maritima L. Per quanto riguarda le specie di interesse fitogeografico l analisi è stata condotta su Daphne sericea Vahl, specie arbustiva ritenuta interessante dal punto di vista conservazionistico in quanto citata nella Lista Rossa per la Campania anche se col valore (LR) (Conti et al., 1997). Per il rilevamento della Daphne sericea l analisi del taxon e dello stato fenologico è stata condotta, ogni mese, su tutti gli individui presenti nel SIC e la cui posizione è stata georeferenziata in modo da individuare con precisione ogni individuo nei successivi 5
7 campionamenti e di condurre un analisi della distribuzione spaziale del popolamento e dei fattori ambientali stazionali al fine di individuare eventuali fattori critici. Per quanto riguarda Crucianella maritima L. si è proceduto ad individuare e georeferenziare le poche stazioni presenti nel SIC e costituite da singoli individui o gruppi di poche unità. Le osservazioni fenologiche sono state condotte su un campione di 10 individui selezionati a random nell ambito delle piccole stazioni rilevate lungo tutta l area del SIC. Per quanto riguarda Juniperus oxycedrus L. macrocarpa (Sibth. & Sm.) Neilr. sono stati effettuati rilievi del taxon e della fenologia all interno di tre aree di rilievo permanenti di 50 m x 50m selezionate nell ambito dell habitat occupato dal ginepreto come di seguito indicato: 1) nella parte più a nord prossima alla foce del Garigliano; 2) nella zona centrale in prossimità del villaggio internazionale; 3) nella parte più a sud in prossimità del villaggio svedese. 6
8 4 Risultati Grazie all attività di rilevamento in campo sono stati effettuati 83 rilievi floristico-sociologici. L informatizzazione dei dati dei rilievi ha generato una matrice di 83 rilievi x 187 specie. A queste 187 specie sono state aggiunte altre 68 entità ritrovate nel sito al di fuori degli habitat indagati o nell ambito delle ricerche svolte in precedenza da questo gruppo di lavoro. Una verifica dell entità ritrovate permette di affermare che nessuna delle entità rilevate è compresa nell Allegato II della Direttiva CEE 92/43. Lo spettro biologico evidenzia il carattere di forte mediterraneità del sito con una elevata percentuale di Terofite (42.3%); ben rappresentata anche la componente di Emicriptofite (22.0%) il cui significato potrebbe essere legato più all uso del territorio piuttosto che a motivi legati al clima. L analisi dello spettro corologico fornisce una conferma a questa prima interpretazione dei dati: la componente Mediterranea s.l. (Steno- ed Euri-Medit.) supera il 50% del totale delle entità rinvenute, confermando la coerenza della componente floristica con le caratteristiche climatiche dell area. Nello stesso tempo però è opportuno sottolineare che la terza tipologia di corotipo in ordine di frequenza percentuale è rappresentato dalle specie ad Ampia Distribuzione (22.7%) evidenziando la profonda antropizzazione dell area. Infatti tra queste si registrano molte entità tipiche di aree ruderali o infestanti delle colture come Chenopodium album L. subsp. album, Portulaca oleracea L. s.l., Fumaria officinalis L. subsp. officinalis, Aphanes arvensis L., Tribulus terrestris L., Euphorbia helioscopia L. subsp. helioscopia, Daucus carota L. subsp. carota, Convolvulus arvensis; numerose anche le specie esotiche coltivate come Eucalyptus camaldulensis Dehnh. o Acacia retinoides Schltdl., quest ultima anche con caratteristiche di invasività e spontaneizzazione evidente. Particolare rilevanza assume la presenza di Carpobrotus acinaciformis (L.) L. Bolus, riconosciuta come estremamente pericolosa per la conservazione ed il mantenimento delle comunità vegetali delle spiagge sabbiose, in quanto capace di formare densi tappeti molto resistenti, a scapito delle specie autoctone. Nell area d indagine sono state rilevate anche 7 entità endemiche; si tratta di: Dianthus balbisii Ser. subsp. liburnicus (Bartl.) Pignatti, Dianthus carthusianorum L. subsp. tenorei (Lacaita) Pignatti, Biscutella maritima Ten., Senecio gibbosus (Guss.) DC. subsp. bicolor (Willd.) Peruzzi, N.G. Passal. & Soldano, Phleum hirsutum Honck. subsp. ambiguum (Ten.) Tzvelev, Ophrys exaltata Ten. subsp. tyrrhena (Gölz & H.R. Reinhard) Del Prete, Ophrys crabronifera Mauri 7
9 Due entità presenti nell elenco risultano inoltre inserite nella lista rossa regionale con i seguenti valori di vulnerabilità: Daphne sericea Vahl (LR) Dianthus balbisii Ser. subsp. liburnicus (Bartl.) Pignatti (LR) Relativamente al valore protezionistico bisogna inoltre sottolineare che oltre alle due entità citate, nell area indagata sono state ritrovate altre 14 entità appartenenti alla famiglia delle Orchidacee e come tali incluse nell Allegato della L.R. 40/94 e sottoposte a vincolo di tutela; altre specie rinvenute nel corso della ricerca che compaiono nello stesso allegato sono Typha latifolia L. e Laurus nobilis L., anche se per quest ultima specie andrebbe verificato il reale significato della sua presenza. 8
10 5 Rilievi fitosociologici La matrice di 83 rilievi per 187 specie è stata sottoposta ad una prima classificazione gerarchica dei rilievi che ha mostrato una prima chiara distinzione tra tipologie di vegetazione differenti. I risultati della classificazione dei rilievi e delle specie hanno fornito un primo quadro sintassonomico dell area. Per confermare da una parte la presenza degli habitat già segnalati ed eventualmente riconoscere e segnalare la presenza di nuovi habitat, i risultati di questa fase di analisi sono stati rivisti criticamente e confrontati con le descrizioni degli habitat riportati nell' "Interpretation Manual of European Union Habitats EUR 27" del luglio 2007 e nelle schede riportate nel Manuale Italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE (da ora in poi indicato con Manuale Italiano) recentemente redatto dalla Società Botanica Italiana e disponibile in rete sul sito ufficiale del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. L analisi dei dati ha permesso di ascrivere alcune delle comunità vegetali rilevate ad alcuni degli habitat segnalati nel formulario del SIC; per ognuno di essi inoltre le indagini hanno fornito utili indicazioni relative allo stato di salute degli stessi habitat sia in termini di coerenza della composizione floristica che in termini di struttura orizzontale e verticale delle fitocenosi indagate. Di seguito quindi vengono riportati gli habitat indagati ed i risultati delle indagini effettuate Vegetazione annua delle linee di deposito marine Questa vegetazione nitrofila ed alotollerante, dominata da specie annuali, è solitamente in contatto con la fascia afitoica, ed occupa la zona di spiaggia con un substrato ricco di cloruro di sodio e di materiale organico portato dal moto ondoso che lentamente si decompone. Nell area oggetto di studio è stato possibile riconoscere nella fascia di pertinenza la presenza di questo habitat solamente in maniera frammentaria e con coperture estremamente basse. Bisogna inoltre sottolineare che oltre alle specie caratteristiche, sono stati rilevati anche altri elementi ingressivi dell habitat 2110 Dune embrionali mobili come Sporobolus virginicus L. e Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis a testimonianza del grado di mosaicizzazione delle comunità vegetali psammofile. Questa vegetazione è inquadrabile nell associazione del Salsolo kali Cakiletum maritimae, ampiamente diffusa nelle spiagge sabbiose dell Italia e dei paesi che affacciano sul Mediterraneo ed appartenente alla classe Cakiletea maritimae Dune embrionali mobili 9
11 Questo habitat risulta in contatto catenale con l habitat Vegetazione annua delle linee di deposito marine - ed occupa le sabbie più interne, meno interessate dai fenomeni ondosi ed in cui l effetto del rimaneggiamento delle sabbie è da imputare quasi esclusivamente al vento. Nell area oggetto di studio l habitat è stato rilevato in più punti ed è rappresentato soprattutto dalle due graminacee rizomatose che meglio identificano questo habitat e più delle altre contribuiscono alla stabilizzazione delle sabbie ed alla realizzazione dei primi stadi delle dune (Sporobolus virginicus L. e Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis); inoltre sono state rilevate altre entità indicate dal Manuale Italiano come di riferimento per questo habitat quali Anthemis maritima L., Cyperus capitatus Vand., Echinophora spinosa L., ed anche specie caratteristiche di unità sintassonomiche superiori coerenti con quest habitat come Euphorbia paralias L. Bisogna inoltre sottolineare che in situazioni ottimali questo habitat favorisce l ingresso e la formazione dell habitat 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche) che però non è stato rilevato nell area. L habitat, anche se presente, risulta essere alterato sia in termini floristici che di pattern orizzontale. Infatti in molti rilievi si osservano anche altre entità ingressive dell habitat 1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine, a testimonianza della compenetrazione esistente tra i due habitat che dovrebbero essere solamente in contatto catenale; inoltre tra le entità è stata rilevata anche la presenza di Tribulus terrestris L., specie Cosmopolita che testimonia la presenza di attività antropiche. L analisi della componente floristica trova riscontro anche nell analisi del pattern orizzontale, che appare frammentato e con un evidente mosaicizzazione delle comunità. Lo stato di conservazione dell habitat non può quindi definirsi soddisfacente; difatti anche se singole specie caratteristiche dell habitat sono presenti (a testimonianza della potenzialità dell area) le comunità vegetali risentono dell impatto antropico presumibilmente dovuto allo sfruttamento turistico dell area a scopo balneare. Dal punto di vista sintassonomico le comunità indagate possono essere inquadrabili nell associazione del Echinophoro spinosae Elymetum farcti, associazione tipica delle dune embrionali ed ancora mobili appartenente alla classe Euphorbioparaliae Ammophiletea australis. Alcuni dei rilievi in cui Sporobolus virginicus L. presenta coperture maggiori potrebbero essere riferibili all associazione Sporoboletum arenarii, più pioniera rispetto alla precedente, tuttavia la sua separazione rispetto alle altre comunità sembrano riconducibili più a motivi antropici (calpestio) che naturali. Ai fini dell attribuzione dell habitat comunque non si 10
12 osservano variazioni in quanto entrambe le associazioni sono riportate nel Manuale Italiano come di riferimento per quest habitat Dune fisse del litorale (Crucianellion) Vegetazione camefitica bassa ed aperta che si sviluppa sul versante interno delle dune mobili, alle spalle dell Ammofileto, con sabbie più stabili e compatte. Questo habitat si trova in contatto verso mare con le comunità ad Ammophila arenaria dell'habitat 2120 e, laddove queste risultino particolarmente frammentarie, con le comunità a Elymus farctus dell'habitat Verso l interno il contatto è con comunità di specie annuali dei Malcolmietalia (habitat 2230 ) e con le macchie a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa o Juniperus turbinata dell'habitat 2250*. I dati raccolti nell area di studio e quelli presenti in letteratura mostrano quanto sia difficile individuare buone specie caratteristiche del crucianelleto in quanto Crucianella maritima tende a costituire nuclei puri nei quali possono essere presenti specie tipiche della duna mobile o degli stadi dinamicamente collegati alla macchia. Inoltre nell area oggetto di studio questo habitat si presenta profondamente alterato e rarefatto a causa della estrema destrutturazione della duna ed errato utilizzo del litorale con individui di Crucianella marittima L., accompagnati anche da altre specie tipiche del Crucianellion come Pancratium maritimum L., distribuiti a gruppi o isolati ma in numero ridotto e costituiti esclusivamente da esemplari vetusti ma con chioma ridotta. La presenza di plantule è stata rilevata in un unico sito a contatto con la pineta e caratterizzato da presenza di uno strato di briofite confermando il ruolo di queste ultime nella dinamica evolutiva di tale habitat (Esposito & Filesi, 2007). L associazione riconosciuta è il Crucianelletum Br.-Bl. 1933, con forti affinità per il Pycnocomo rutifolii-crucianelletum. Sulla base di questi risultati si conferma la presenza dell habitat nel sito; tuttavia esso evidenzia forti alterazioni strutturali e floristiche. In tutta l area manifesta una forte regressione, probabilmente a causa dell erosione costiera che diminuisce la possibilità di evoluzione dunale riducendo la presenza di siti idonei ad ospitare questo tipo di comunità vegetali; tuttavia la riduzione dei fattori che possono avere un influenza negativa potrebbero invertire questa tendenza Dune con prati dei Malcolmietalia Questo habitat, rappresentato da una vegetazione dominata da terofite a prevalente fenologia tardoinvernale primaverile dei substrati sabbiosi e che solitamente occupa le chiarie tra le comunità dell ammofileto e del ginepreto, risulta spesso di difficile individuazione proprio in virtù della fenologia delle specie che lo compongono. Nell area 11
13 oggetto di studio sono stati ritrovati piccolissimi lembi ai margini degli individui arbustivi ed in aree soggette a calpestio. Risente dell evoluzione del sistema dunale in rapporto all azione dei venti e al passaggio degli animali e delle persone. I pratelli terofitici ed effimeri dell habitat 2230 appartengono, come precisato dalla definizione stessa, all ordine dei Malcolmietalia Rivas Goday, L habitat non è riportato nel Formulario Standard del SIC * Dune costiere con Juniperus spp. Nell area di indagine l habitat è caratterizzato dalla presenza di Juniperus oxycedrus L. macrocarpa (Sibth. & Sm.) Neilr. Quest habitat si trova a contatto sia con le comunità psammofile erbacee precedentemente descritte (1210 e 2110) che con le comunità arbustive ( Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia) ed arboree (2270* Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster e 9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia) che occupano le aree più interne. In queste comunità si registra spesso la presenza di elementi ingressivi dell altro habitat Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia al punto che talvolta risulta difficile l attribuzione con sicurezza ad uno dei due habitat; per questo motivo alcuni dei rilievi che in origine si consideravano come relativi all habitat 2260, ma che vedono elevate coperture di Juniperus oxycedrus L. macrocarpa (Sibth. & Sm.) Neilr in realtà devono essere ricondotte a questa tipologia di habitat. Ciò evidenzia come l habitat pur essendo ben rappresentato da macchie a dominanza di Ginepro coccolone, risulti occupare una superficie minore rispetto a quella potenzialmente disponibile. Il suo valore conservazionistico è sicuramente elevato in quanto ad esso si correla la presenza anche di un altra specie di elevato valore naturalistico come Daphne sericea Vahl, specie citata nella lista rossa regionale. In alcuni rilievi si registrano anche Phillyrea angustifolia L. e Erica multiflora L. specie arbustive tipiche di comunità di sostituzione (Phillyreo angustifoliae Ericetum multiflorae che potrebbero rappresentare aspetti degradati della macchia a ginepro. Nel complesso l habitat appare compromesso dalle frequenti interruzione della copertura delle chiome che favorisce l ingresso anche di altre specie erbacee caratteristiche delle comunità psammofile precedentemente descritte che quindi si rinvengono in aree non di loro pertinenza. Dal punto di vista sintassonomico le comunità indagate possono rappresentare aspetti impoveriti e degradati dell associazione Asparago acutifolii Juniperetum macrocarpae, associazione tipica delle comunità dominate dal Ginepro coccolone su sabbie che appartiene all alleanza Juniperion macrocarpae (classe Quercetea ilicis ed ordine Pistacio lentisci 12
14 Rhamnetalia alaterni) in cui sono comprese anche le comunità con Juniperus phoenicea L. subsp. phoenicea, non rilevato nell area Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia L habitat è ben rappresentato in tutta l area e si trova spesso in contatto strettissimo se non frammisto con l habitat 2250* - Dune costiere con Juniperus spp - da cui talvolta è difficilmente distinguibile a causa dell elevato livello di compenetrazione dei due habitat; per questo motivo spesso le comunità appaiono più rappresentare aspetti degradati dell habitat 2250*, indicando come l area possegga una potenzialità per quest ultimo habitat. Si tratta di comunità tipicamente di macchia mediterranea dominate da Phillyrea angustifolia L. e Pistacia lentiscus L. accompagnate talvolta anche da Cistus creticus L. subsp. eriocephalus (Viv.). Le comunità presentano coperture elevate, ma è da sottolineare che, come nel caso dell habitat 2250*, si osservano numerose specie, in prevalenza erbacee, ingressive di comunità psammofile pioniere. Dal punto di vista sintassonomico le comunità indagate possono essere considerate rappresentative dell ordine Pistacio lentisci Rhamnetalia alaterni classe Quercetea ilicis. La presenza diffusa di Juniperus oxycedrus L. macrocarpa (Sibth. & Sm.) Neilr suggerisce però come alcuni dei rilievi inclusi in questo habitat siano da interpretarsi come aspetti impoveriti e di degradazione dell associazione Asparago acutifolii Juniperetum macrocarpae (appartenente allo stesso ordine e classe) tipica dell habitat 2250* * Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster E l habitat più diffuso dell area con una copertura percentuale molto elevata. Si tratta di una formazione forestale derivante chiaramente da un rimboschimento, interessato in alcune sue porzioni da precedenti fenomeni di incendio. Malgrado la copertura delle chiome dei pini sia molto densa, nel sottobosco si rinvengono numerose specie arbustive e lianose autoctone come Asparagus acutifolius L., Pistacia lentiscus L., Phillyrea angustifolia L. Smilax aspera L., Ruscus aculeatus L. che ne aumentano il valore naturalistico che altrimenti risulterebbe molto basso considerata l origine antropica. A testimonianza di ciò bisogna ricordare la presenza saltuaria di Eucalyptus camaldulensis Dehnh. utilizzata anch essa nel rimboschimento. Interessante la presenza di Quercus ilex L., presente anche con coperture rilevanti, che indica come l area sia potenzialmente di pertinenza di una lecceta e quindi dinamicamente legata ad un altro tipo di habitat e cioè il Sulla base di queste considerazioni, le osservazioni di carattere gestionale assumono un significato che non rientra nella mera conservazione di questo habitat, ma piuttosto nella necessità di assumere decisioni delle forme di gestione più appropriate. Esistono infatti 13
15 evidenze della potenziale evoluzione della pineta verso forme di vegetazione autoctona dominata da specie sclerofille ascrivibili agli altri tipi di habitat. Bisogna inoltre sottolineare come in alcuni tratti la fascia più prossima al mare mostri evidenti segni di deperimento in seguito all esposizione degli apparati radicali a seguito di fenomeni di erosione locale. Figura 1 Degradazione dell Habitat 2270* Considerate l origine antropica dell habitat non si propone nessun inquadramento sintassonomico, rimandando alla descrizione generica riportata nel Manuale Italiano Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia Nell area sono stati rilevati diversi nuclei in cui il leccio appare dominante oppure codominante con i pini. La presenza però di altre specie come Hedera helix L. subsp. helix, Rubia peregrina L., Ruscus aculeatus L., evidenziano come questi nuclei possano rappresentare aspetti degradati di leccete più mature e strutturate. Bisogna però sottolineare la presenza anche di Eucalyptus camaldulensis Dehnh. che talvolta presenta valori di copertura simili a quelli del leccio, riducendo il valore naturalistico di queste formazioni. L habitat è in contatto con il 2270* con cui appare spesso compenetrato e con gli habitat 2250* e
16 Questo habitat attualmente occupa un area ridotta rispetto alla sua potenzialità, ma presumibilmente processi dinamici porterebbero ad una sua estensione verso altre aree attualmente occupate dalla pineta. Da un punto di vista gestionale particolare attenzione dovrebbe essere dedicata al mantenimento e all incremento della copertura di quest habitat anche nelle aree più prossime alla strada che attualmente ospitano fitocenosi non inquadrabili in nessuno degli habitat elencati nella Direttiva CEE 92/43. Dal punto di vista sintassonomico, anche se le comunità a dominanza di leccio appaiono ancora non perfettamente strutturate, il corteggio floristico ed il contesto bioclimatico ed ambientale permette l attribuzione all associazione Cyclamino repandi Quercetum ilicis (alleanza Fraxino orni Quercion ilicis, classe Quercetea ilicis), associazione che descrive le leccete termofile del piano termomediterraneo. Rilevamento taxon Daphne sericea Vahl (Fig. 2), appartente alla famiglia delle Thymeleaceae, è specie rara in quanto presente in poche località della regione mediterranea orientale ed in Italia a Marittimo, nel Gargano, in Abruzzo presso Popoli e Sulmona, sulle Ponziane ed in alcune zone della macchia tirrenica, dalla maremma toscana al napoletano (Pignatti, 1982). Le popolazioni residuali della Campania sono attualmente segnalate solo nel SIC Pineta di Foce Garigliano e all'interno della Riserva Naturale di Castelvolturno (CE) ( Croce et al. 2009; Esposito et al. 2009). Studi recenti sulla biologia fiorale ed ecologia di popolazioni campane e toscane (Aronne, e Wilcock 1996; Martinez-Pallè, E. 1998; Barbi, 2008). hanno evidenziato che il ciclo riproduttivo di D. sericea comincia all'inizio del mese di marzo, con lo sviluppo delle gemme fiorali, e si conclude nel mese di giugno, con la maturazione dei frutti. I fiori, raggruppati in fascetti apicali, sono monoclini con caratteristica colorazione rosa brillante e molto profumati per essere fortemente attrattivi per molti tipi di insetti sia diurni che notturni (Aronne, e Wilcock 1996). Il frutto si sviluppa velocemente fino ad avere, a maturazione avvenuta, una colorazione arancione intenso ed essere disperso sia da uccelli che formiche (Barbi, 2008). Questi studi hanno evidenziato nel ciclo riproduttivo di D. sericea fasi critiche rappresentate dalla scarsa produzione di frutti maturi, dalla germinazione dei semi e dal successivo attecchimento delle plantule. Nel corso dello studio l analisi di rilevamento in campo ha portato all individuazione, su tutta l area occupata dall habitat 2250* Dune costiere con Juniperus spp., di 45 individui adulti la cui distribuzione spaziale è riportata nell allegato P/R 6 A1 CE. 15
17 Tale elaborazione mostra in modo evidente una chiara distribuzione a macchia (patchiness) a tratti puntiforme alternati a piccoli nuclei di una decina di individui o a settori con completa assenza di individui. Questa distribuzione spaziale fortemente discontinua è certamente attribuibile, in primo luogo, a cause antropiche legate principalmente, in alcuni settori, al forte rimaneggiamento, ai fini dell insediamento di lidi balneari, dell habitat idoneo a garantire la presenza di tale specie Viceversa l estrema rarefazione del popolamento potrebbe essere attribuita alle mutate condizioni ecologiche idonee alla svolgimento dell intero ciclo vitale della specie. I dati di letteratura citati in precedenza hanno evidenziato una criticità nella fase di germinazione e attecchimento delle plantule da associare con molta probabilità ad un progressivo inaridimento delle condizioni ambientali. Del resto già Tenore nel 1830 rese evidente il fatto di ritrovare questa specie sempre associata alla presenza di acqua ed in particolare presso le sponde dei ruscelli e nelle zone paludose. Considerata la vasta opera di bonifica dei litorali paludosi avvenuta attorno agli anni '50, si può ipotizzare che la distribuzione di questa specie, già limitata all'inizio del XX secolo, si sia ulteriormente e fortemente ridotta a causa delle opere di drenaggio dei suoli e, negli ultimi decenni, amplificata a causa degli insediamenti turistici lungo la fascia litoranea. La delicatezza di questi ambienti fa sì che una loro frammentazione anche parziale e localizzata, porti al progressivo degrado dell'intero ecosistemi. In particolare tagli nel cordone l'apertura di passaggi verso la spiaggia, fanno sì che i venti salmastri e le grandi masse di sabbie sciolte, non più frenati dalle strutture sabbiose consolidate della prima duna, si spostino nell'entroterra minando l'integrità della vegetazione retrostante e nel caso specifico dell habitat in cui è presente Daphne sericea. Il delicato equilibrio è inoltre confermato, anche nel nostro caso, dall aver rilevato su tutta l area indagata la completa assenza di individui giovani ed in un solo caso la presenza di una plantula. Per quanto riguarda Crucianella maritima la georeferenziazione dei rilievi evidenzia una distribuzione continua su tutta l area sebbene le stazioni risultino fortemente compromese e costituite da individui presenti a piccoli gruppi o in aluni casi isolati. Per quanto riguarda la fenologia sono stati raccolti dati da gennaio 2010 ad agosto 2010 che hanno permesso di analizzare gli andamenti mensili sulle caratteristiche della biologia fiorale. I dati evidenziano una discreta presenza di fioritura caratterizzata però da una scarsa produzione di fiori e successivamente di frutti maturi. Va sottolineato tuttavia che tali dati non sono esaustivi poiché relativi ad un solo ciclo annuale e quindi espressione delle caratteristiche climatiche osservate nell anno di rilevamento. 16
18 Per quanto riguarda Juniperus oxycedrus L. macrocarpa (Sibth. & Sm.) Neilr. Il rilevamento del taxon condotto da ottobre 2009 ad agosto 2010 ha evidenziato che nelle aree di rilievo permanente la presenza di giovani plantule si rileva in numero piuttosto limitato nel periodo invernale primaverile ma con una successiva mortalità nel periodo estivo. Per quanto riguarda la fenologia sono stati raccolti dati da ottobre 2009 ad agosto 2010 che hanno permesso di analizzare gli andamenti mensili come di seguito riportato. I dati fenologici non evidenziano criticità nella produzione di fiori e successivamente di frutti maturi. Anche in questo caso va sottolineato tuttavia che tali dati non sono esaustivi poiché relativi ad un solo ciclo annuale e quindi espressione delle caratteristiche climatiche osservate nell anno di rilevamento. 17
19 6 Conclusioni Le analisi hanno permesso di caratterizzare le fitocenosi indagate e di evidenziarne lo stato di salute; inoltre sono emersi alcuni aspetti estremamente interessanti ai fini gestionali: - La componente floristica appare alterata da un elevato numero di specie ad ampia distribuzione (22,7 % del totale) che testimoniano il forte grado di antropizzazione dell area. Tra queste specie numerose sono quelle ruderali ed infestanti che contribuiscono ad abbassare la naturalità dell area; ai fini gestionali preme sottolineare la presenza di alcune avventizie come Carpobrotus acinaciformis (L.) L. Bolus, le cui proprietà invasive possono contribuire ad alterare profondamente le comunità psammofile autoctone, mettendo in pericolo la sopravvivenza degli habitat a dominanza di specie erbacee. La presenza e la distribuzione spaziale di questa specie andrebbe monitorata nel tempo per verificarne la diffusione nell area. Questa come altre specie coltivate dovrebbero lentamente essere eliminate per aumentare la naturalità dell area. - Nell area sono state rinvenute 7 entità endemiche o subendemiche a testimoniare il significato dell area in termini di conservazione della biodiversità; due entità (Daphne sericea Vahl e Dianthus balbisii Ser. subsp. liburnicus (Bartl.) Pignatti risultano inoltre inserite nella lista rossa regionale, entrambe con valore di vulnerabilità (LR). - la vegetazione psammofila più prossima al mare (ascrivibile agli habitat: Dune mobili embrionali; Vegetazione annua delle linee di deposito marine) ma anche quella che dovrebbe occupare le aree prossime alle dune più stabilizzate (2210 Dune fisse del litorale (Crucianellion; 2230 Dune con prati dei Malcolmietalia), è ridotta a piccoli lembi ed appare fortemente alterata sia in termini di composizione floristica che strutturale, al punto che in alcuni casi se ne riconosce più la potenzialità che la reale presenza. - La ricerca ha comunque permesso di riconoscere un habitat (2230 Dune con prati dei Malcolmietalia), non precedentemente segnalato nel formulario del SIC. - L habitat 2270* Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster possiede la copertura percentuale più elevata. Malgrado si tratti chiaramente di un rimboschimento, la sua stessa estensione impone alcune considerazioni di carattere gestionale. Anche se sulla base di quanto indicato nel Manuale Italiano, la gestione di questo habitat è piuttosto controversa, si ritiene che nel caso in questione andrebbe cercato un giusto equilibrio tra la conservazione di questo habitat e la sua evoluzione verso altri tipi di habitat. In quest ottica sarebbe necessario redigere un piano di gestione forestale che da un lato garantisca la sopravvivenza del soprassuolo forestale, ma dall altro programmi la riduzione della densità 18
20 degli individui attraverso tagli controllati che favoriscano il recupero della vegetazione autoctona del sottobosco. Altro elemento da considerare è l attuale assenza di qualsiasi forma programmata di manutenzione del bosco che ha determinato l accumulo di notevoli quantità di lettiera e di necromassa di varia dimensione e spessore. Questo materiale morto rappresenta un potenziale combustibile, che aumenta il rischio di incendi incontrollabili e particolarmente distruttivi; la rimozione, anche attraverso l uso di tecniche di fuoco prescritto, della necromassa dovrebbe rappresentare una pratica gestionale utilizzata con regolarità ai fini della salvaguardia dell intero habitat e di quelli limitrofi. - Le comunità presentano una forte mosaicizzazione al punto che spesso elementi floristici tipici di un associazione vegetale - habitat si rinvengono, col significato di specie ingressive, all interno dei rilievi effettuati. - Questa frammentazione del pattern orizzontale determina spesso la difficile attribuzione di una comunità ad un habitat in quanto oltre ad essere presenti le specie caratteristiche, se ne rinvengono altre che talvolta testimoniano una diversa facies evolutiva dell habitat (sia in termini degradativi che aggradativi), oppure la possibile presenza di un altro habitat in contatto catenale. - I motivi delle alterazioni osservate possono essere ricondotti, fondamentalmente, a processi di erosione e calpestio diffusi in tutta l area; queste azioni contribuiscono a realizzare un effetto isola, dove la normale seriazione della vegetazione anzichè seguire la direzione perpendicolare alla linea di costa (condizione naturale in assenza di disturbi), si presenta più con una disposizione radiale rispetto a queste isole più o meno grandi di vegetazione in cui le porzioni centrali sono occupate da vegetazione a dominanza di specie legnose ed ai bordi si incontrano fitocenosi sempre meno strutturate ed ospitanti elementi floristici tipici delle fitocenosi pioniere delle sabbie. - In tutta l area risulta evidente l impatto antropico dovuto presumibilmente alle attività gestionali connesse con il turismo di tipo balneare. Queste attività comprendono sia quelle che insistono sull area nel momento dell uso a fini balneari (calpestio da parte dei turisti con evidente conferma o allargamento delle aree di discontinuità tra comunità vegetali, occupazione con strutture più o meno fisse delle aree di pertinenza della vegetazione delle dune), ma anche e soprattutto quelle di tipo preparatorio. Queste ultime infatti spesso determinano effetti non osservabili immediatamente, ma a lunga scadenza e proprio per questo talvolta difficilmente recuperabili; a titolo di semplice esempio si vuole ricordare la pratica diffusa della pulitura delle spiagge (in particolare della fascia più prossima al mare in quanto di maggiore interesse ai fini della balneazione) attraverso mezzi meccanici che 19
21 alterano non solamente la vegetazione esistente, ma anche quella futura attraverso la rimozione di quelle unità di dispersione (frutti, semi, propaguli) essenziali per la sopravvivenza delle specie annuali, ma anche perenni. Spesso tutto ciò viene compiuto dai gestori delle attività turistiche in assoluta buona fede in quanto essi stessi non sono consapevoli dell ecologia degli ecosistemi che essi sono chiamati a gestire e pertanto dei danni (a volte irreparabili) che causano con pratiche errate. In questo senso sarebbe assolutamente auspicabile prevedere tra le azioni volte alla conservazione degli habitat il coinvolgimento dei gestori di queste attività attraverso corsi di informazione formazione che li rendano pertecipi del processo di conservazione non solo degli habitat, ma anche di tutto il sistema dunale che per loro rappresenta una risorsa economica prioritaria. - L analisi del taxon Daphne sericea ha portato all individuazione, su tutta l area occupata dall habitat 2250* Dune costiere con Juniperus spp., di 42 individui adulti e di assenza di individui giovani e plantule. - Al numero piuttosto esiguo di individui che costituiscono il popolamento di Daphne sericea si associa una distribuzione spaziale a macchia (patchiness) con tratti a presenza puntiforme alternati a piccoli nuclei di una decina di individui o a settori con completa assenza di individui. - la distribuzione spaziale fortemente discontinua di Daphne sericea è certamente attribuibile, in primo luogo, a cause antropiche legate principalmente, in alcuni settori, al forte rimaneggiamento, ai fini dell insediamento di lidi balneari, dell habitat idoneo a garantire la presenza di tale specie - Viceversa l estrema rarefazione del popolamento potrebbe essere attribuita alle mutate condizioni ecologiche idonee alla svolgimento dell intero ciclo vitale della specie ed in particolare ad un progressivo inaridimento delle condizioni ambientali. - La frammentazione anche parziale e localizzata dell habitat, in particolare i tagli e l'apertura di passaggi verso la spiaggia, possono costituire una seria minaccia all'integrità della vegetazione retrostante e nel caso specifico dell habitat in cui è presente Daphne sericea. - La scarsa rappresentatività e forte compromissione del popolamento a Crucianella maritima che evidenzia una bassa produzione di frutti maturi e l assenza di plantule. - L assenza, almeno per il periodo di rilevamento indagato, della rinnovazione dei popolamenti ad Juniperus oxycedrus L. macrocarpa (Sibth. & Sm.) Neilr evidenzia anche in questo caso una forte alterazione dell habitat imputabile in parte alla forte erosione del litorale che espone questi popolamenti a condizioni edafiche critiche. 20
22 - Azioni mirate alla salvaguardia e conservazione di tale entità si configurano come obiettivi prioritari da porre in essere in tale progetto. Tra esse le misure di intervento ipotizzabili prevedono: il proseguo delle attività di rilevamento della fenologia della specie ed in particolare del germoplasma; l allestimento di un vivaio per la coltivazione ex situ e la produzione di piantine da utilizzare in una fase di arricchimento del popolamento soprattutto nelle aree più povere; l utilizzo del materiale coltivato anche a scopo ornamentale dato l idoneo portamento della specie. 21
23 7 Bibliografia Aronne, G., Wilkock, C. C Floral biology of Daphne sericea Vahl (Thymelaeaceae), a rare species of the Mediterranean shrublands. Proceedings of the International Congress Reproductive Biology 96, Kew (UK), p. 26. Bacchetta G., Fenu G., Mattana E., Piotto B. e Virevaire M., Manuale per la raccolta, studio, conservazione e gestione ex situ del germoplasma. APAT IGER, Roma. Pp. Barbi s Studi di biologia riproduttiva per la conservazione di alcune specie vegetali dell ambiente mediterraneo e per la valorizzazione di produzioni ecocompatibili. Tesi di dottorato. Facoltà di Agraria. Bevilacqua F., Croce A., Ophrys tyrrhena Gölz et Reinh. in Campania. Journal Europäischer orchideen 33(1): Conti F., Manzi A., Pedrotti F, Liste Rosse Regionali delle Piante d Italia. Centro Interdipartimentale Audiovisivi e Stampa. Università di Camerino. Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (eds.), An annotated check-list of the italian vascular flora. Palombi ed., Roma. Conti F., Alessandrini A., Bacchetta G., Banfi E., Barberis G., Bartolucci F., Bernardo L., Bonacquisti S., Bouvet D., Bovio M., Brusa G., Del Guacchio E., Foggi B., Frattini S., Galasso G., Gallo L., Gangale C., Gottlisch G., Grünanger P., Gubellini L., Iriti G., Lucarini D., Marchetti D., Moraldo B., Peruzzi L., Poldini L., Prosser F., Raffaelli M., Santangelo A., Scassellati E., Scortegagna S., Selvi F., Soldano A., Tinti D., Ubaldi D., Uzunov D., Vidali M., Integrazioni alla Checklist della flora vascolare italiana. Natura Vicentina, 10: (2006). Croce A., Segnalazioni Floristiche Italiane: Informatore Botanico Italiano 34(1): 140. Croce A., Strumia S. & Esposito A., Contribution to the floristic and vegetation knowledge of Garigliano estuary area (CE, southern Italy). Bacchetta G. (ed.) - Biodiversity hotspots in Mediterranean Area. Book of abstract 45 International Congress of SISV & FIP: p Del Guacchio E., Appunti di floristica campana: novità e precisazioni. Informatore Botanico 22
24 Italiano 42(1): Del Guacchio E., Gargiulo S., Bibliografia geobotanica della Campania dal XVI secolo fino al Delpinoa, n.s., 46: (2004) Esposito A., Filesi L., Zumbolo A., Strumia S Characterization of vegetation landscape of Castel Volturno Nature Reserve (Campania region, Southern Italy). Bacchetta G. (ed.) - Biodiversity hotspots in Mediterranean Area. Book of abstract 45 International Congress of SISV & FIP: p.. European Commission DG Environment - Nature and Biodiversity, Interpretation Manual of European Union Habitats, EUR 27 Martinez-Pallè, E Autoecologia e conservazione di Daphne sericea Vahl (Thymeleaceae). Atti del 93 Congresso della Società Botanica Italiana, 1-3 ottobre, p. 96. Pignatti S., Flora d Italia Edagricole, Bologna. Podani J SYN-TAX Computer Programs for Data Analysis in Ecology and Systematics. User s manual. Scientia Publishing, Budapest, Hungary. Santangelo A., Dati regionali per la Campania. In: Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (eds.), An annotated checklist of the italian vascular flora - F.lli Palombi editori, Roma Santangelo A., Bronzo E., Croce A., Salvati C., Strumia S., 2008 Basi di dati per le ricerche floristiche: un esempio per il Matese campano. Inform. Bot. Ital., 40 (1): Scoppola A., Magrini S., Bibliografia floristica italiana per gli anni In: Scoppola A., Blasi C. (Ed.), Stato delle conoscenze sulla Flora Vascolare d Italia- F.lli Palombi editori, Roma. Tutin T.G., Burges N.A., Chater A.O., Edmondson J.R., Heywood V.H., Moore T.M., Valentine D.H., Walters S.M. & Webb D.A. (eds.), Flora Europaea. 1, 2a Ediz. Cambridge University Press. Tutin T.G., Heywood V.H., Burges N.A., Valentine D.H., Walters S.M. & Webb D.A. (eds.), Flora Europaea Cambridge University Press. 23
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