La RBI ed i controlli sulle attrezzature richieste dal testo unico sulla sicurezza del lavoro
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- Beniamino Martelli
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1 La RBI ed i controlli sulle attrezzature richieste dal testo unico sulla sicurezza del lavoro Paolo A. Bragatto INAIL Dipia ex Ispesl Monteporzio (RM) Corrado Delle Site INAIL DCC ex Ispesl Roma Angelo Faragnoli C Engineering - Roma
2 Sommario Che cos è la RBI? La RBI e l atteggiamento verso il rischio La RBI nella normativa Italiana (DM 329 D.LGS 81/08) Un approccio ibrido (UNI TS 11325) Valutazione quantitativa e valutazione qualitativa Decisione sull applicabilità della RBI (deroga) Un esempio pratico La RBI negli stabilimenti Seveso (D.LGS 334/99)
3 Metodi RBI ASME API RIMAP TS Paesi Bassi» ASME PCC 3 Inspection Planning Using Risk-Based Method 2007» API RP 580: API RP581:2008» CEN CWA 15740:2008
4 Risk Based Inspections Raccolta informazioni Raccolta dati Valutazione Rischio Probabilità di Guasto (LoF) Conseguenze del guasto (CoF) Risk Ranking Piano ispezioni Mitigzione (se possible) Nuova Valutazione
5 La RBI in Europa
6 Ispezioni ad intervalli fissi o RBI Probabilità di Guasto Mitigazione Risk Based LIVELLO DI RISCHIO BASE Livello di rischio TOLLERABILE Tempo d esercizio
7 Atteggiamento verso il rischio e RBI Probabilità di Guasto Mitigazione LIVELLO DI RISCHIO BASE Propenso al Rischio Livello di rischio TOLLERABILE Avverso al rischio Tempo d esercizio
8 La RBI migliora davvero il livello di sicurezza?? Rischio RBI TBI Frequenza di legge Costi
9 Troppa cautela o troppo poca (questione di punti di vista ) Gestori impianti Costruttori Installatori Enti Standardizzazione Ispezioni Attrezzature in pressione Normatori Organismi Accreditati Cittadini Lavoratori Autorità Locali Enti pubblici di controllo
10 L applicazione della RBI nella industria italiana (opportunità e sfide) In Italia c'è un numero di imprese piccole e medie imprese. La maggior parte delle PMI sono inclini al rischio poco impegno per la sicurezza Alcuni grandi gruppi, tra cui raffinerie, centrali elettriche e impianti più Seveso, sono più avversi al rischio Cultura ed impegno per la sicurezza superiore Alcuni settori sono sotto i riflettori La trasparenza è essenziale
11 Approccio ibrido Si devono soddisfare due esigenze contrastanti: Un controllo più flessibile e intelligente per le aziende più propense alla sicurezza» Evitare controlli inutili» Concentrare le risorse sui maggiori rischi Evitare condizioni di scarsa sicurezza nelle aziende meno propense alla sicurezza Il normatore deve essere equo!» Nessun favoritismo for i grandi» Lo stesso livello di sicurezza per tutti I lavoratori Il normatore deve essere trasparente» Tutte le decisioni devono essere dimostrabili
12 DM (entra la RBI) Categorie di apparecchi sulla base della pericolosità intrinseca del singolo apparecchio (coerenti con PED) Art. 10 Comma 3 Approccio preventivo: in funzione delle categorie vengono definite Tipologie di controlli Verifiche funzionali Verifiche di integrità Periodicità dei controlli (cogente) Art. 10 comma 5 Approccio Risk Based viene definito l iter da seguire per applicare per una maggiore flessibilità nella periodicità dei controlli.
13 Testo Unico Testo Unico Sicurezza del Lavoro D.Lgs 81/08 Art. 71 comma 8 richiede controlli periodici sulle attrezzature di lavoro al fine di prevenire conseguenze avverse per i lavoratori... Le modalità e le frequenze dei controlli periodici in base alle indicazioni dei fabbricanti oppure a norme di buona tecnica o a codici di buona prassi Controlli straordinari riparazioni, dopo trasformazioni, incidenti, fenomeni naturali o periodi prolungati di inattività. Non vi sono invece obblighi sulla strategia dei controlli
14 Testo Unico Testo Unico Sicurezza del Lavoro D.Lgs 81/08 Art. 71 comma 11 Verifiche obbligatorie sulle Attrezzature di Lavoro Allegato VII Attrezzature in pressione ed altro Prima verifica e verifiche successive Competenza ISPESL ASL (ARPA) Per attrezzature in pressione vedi DM L. 122/10, conversione del D.L. 78/2010, l'attribuzione all'inail delle funzioni già svolte dall'ispesl D.M 11 aprile 2011 (attuazione art. 71) Enti titolari INAIL ASL (ARPA) Soggetti abilitati (pubblici o privati) Requisiti
15 Approccio ibrido DM 329 DM329/04 ispezioni periodiche Art. 10 comma 3 Le ispezioni periodiche sulle attrezzature a pressione (sia la funzione e l'integrità meccanica) sono governate dalle tabelle allegate Intervalli di Ispezione fissati PED category Fluid Function I II III IV Pericoloso Non Pericoloso Pericoloso Non Pericoloso Pericoloso Non Pericoloso Pericoloso Non Pericoloso Mechanical Integrity
16 ATTREZZATURA A PRESSIONE FLUIDI GRUPPO 1 Recipienti /insiemi classificati in III e IV categoria, recipienti contenenti gas instabili appartenenti alla categoria dalla I alla IV, forni per le industrie chimiche e affini, generatori e recipienti per liquidi surriscaldati diversi dall'acqua. LIMITI E FREQUENZA DELLE ISPEZIONI Frequenza ispezioni: - ogni 2 anni: verifica di funzionamento Recipienti/insiemi classificati in I e II categoria Frequenza ispezioni: - ogni 4 anni: verifica di funzionamento Tubazioni per gas, vapori e liquidi surriscaldati classificati nella I, II e III categoria Frequenza ispezioni: - ogni 5 anni: verifica di funzionamento Tubazioni per liquidi classificati nella I, II e III categoria Frequenza ispezioni: - ogni 5 anni: verifica di funzionamento funzionamento - ogni 10 anni: verifica di integrità Recipienti per liquidi appartenenti alla I, II e III categoria Frequenza ispezioni: - ogni 5 anni: verifica di funzionamento - ogni 10 anni: verifica di integrità
17 ATTREZZATURA A PRESSIONE FLUIDI GRUPPO 2 Recipienti/insiemi contenenti gas compressi, liquefatti e disciolti o vapori diversi dal vapor d'acqua classificati in III e IV categoria e recipienti di vapore d'acqua e d'acqua surriscaldata appartenenti alle categorie dalla I alla IV Recipienti/insiemi contenenti gas compressi, liquefatti e disciolti o vapori diversi dal vapor d'acqua classificati in I e II categoria LIMITI E FREQUENZA DELLE ISPEZIONI Frequenza: - ogni 3 anni: verifica di funzionamento - ogni 10 anni: verifica d'integrità Frequenza ispezioni: - ogni 4 anni: verifica di funzionamento - ogni 10 anni: verifica d'integrità Generatori di vapor d'acqua Frequenza ispezioni: - ogni 2 anni: verifica di funzionamento e visita interna - ogni 10 anni: verifica di integrità Tubazioni gas, vapori e liquidi surriscaldati classificati nella III categoria. Tubazioni - Recipienti per liquidi Frequenza ispezioni: - ogni 2 anni: verifica di funzionamento e visita interna - ogni 10 anni: verifica di integrità Nessuna verifica
18 Mixed Approach (in Italian Legislation) DM329/04 PERIODICAL INSPECTIONS Art. 10 comma 5 Ispezioni, a intervalli differenti da quelle elencate nelle tabelle di cui agli allegati A e B, ma per garantire un livello di protezione equivalente possono essere accettati in determinati casi e per determinati tipi. La domanda di esenzione deve essere presentata dall'utente al Ministero delle Attività Produttivo, accompagnato da una relazione tecnico adeguata. R.B.I. UNI TS T.B.I. DM329 DLGS 81-08
19 Standard Italiano - Approccio Ibrido UNI TS Motivare l'accettabilità di una estensione a seconda del livello di rischio delle apparecchiature al presente, al termine della verifica della legge alla data della prossimal'ispezione Verificare lo spessore effettivo residuo delle membrature relativamente ai possibili meccanismi di corrosione RIMAP, Api, o altro metodo riconosciuto può essere utilizzato, in base alle preferenze. La norma UNI è solo una aggiunta per soddisfare la normativa italiana. Non è un altra RBI!!!
20 UNI TS INTRODUZIONE 2. CAMPO D'APPLICAZIONE 3. BIBLIOGRAFIA 4. DEFINIZIONI 5. METODO RBI 6. PROCEDURA 7. CONTROLLI NON DISTRUTTIVI 8. ESEMPI I. Dati d impianto II. Analisi dei rischi III. Selezione dell'approccio IV. Probabilità di fallimento V. Conseguenze del mancato VI. Determinazione del rischio VII. Criteri di equivalenza
21 UNI TS iii Scegliere l approccio ü Approccio qualitativo ü Approccio semi-quantitativo ü Approccio quantitativo RBI Qualitativa RBI Semi-Quantitativa alto basso livello di dettaglio RBI Quantitativa
22 UNI TS iii Scegliere l approccio Scopo Livello dettaglio Procedura valutazione Risultato ANALISI QUALITATIVA (Livello I) priorità di intervento. Area di produzione Impianto Sistema Metodo speditivo che, mediante l utilizzo di questionari predefiniti, l analisi LOF e COF. Categoria LOF Categoria COF Livello di Rischio ANALISI SEMIQUANTITATIVA (Livello II) ridotto numero di informazioni rispetto a livello III Apparecchio Parte di apparecchio semplificazione calcoli del Livello III ordini di grandezza indice di probabilità (TMSF) Categoria LOF Categoria COF Livello di Rischio ANALISI QUANTITATIVA (Livello III) unità di misura individuata per tipologia di onseguenza. Apparecchio Parte di apparecchio probabilità di rottura, l entità della conseguenza differenziata per tipologia e scenario rischio incendio rischio tossico rischio finanziario rischio aziendale Asset management per una gestione più efficiente dei processi industriali - Verona 25 ottobre 2011
23 UNI TS iii scelta dell approccio DEROGA TEMPORALE BREVE ( 1 anno) FUNZIONALE Attrezzature in pressione DEROGA TEMPORALE LUNGA Metodo Quantitativo API 581:2008 Rimap: 2007 FTA/ETA Fault tree- Event tree analysis DEROGA TEMPORALE BREVE ( 1 anno) Metodo Qualitativo INTEGRITA' DEROGA TEMPORALE LUNGA Metodo Quantitativo
24 UNI TS iv calcolo probabilità di guasto Rateo di guasto generico X Fattori correttivi specifici ¼ 1 4 Rottura Colonna 8x10 5 2x10 4 2x10 5 6x10 6 Scambiatore 4x10 5 1x10 4 1x10 5 6x10 6 Reattore 1x10 4 3x10 4 3x10 5 2x10 5 X Fattore Danneggamento Fattore sistema di gestione Fattore Complessità Efficacia Ispezioni Audit Factor
25 UNI TS iv calcolo probabilità di guasto Fattore danneggiamento Sovraccarichi Corrosione Erosione Assottigliamento Fatica Scorrimento Viscoso Intasamento Infragilimento Fessurazioni Fattore complessità Condizioni di impianto Condizioni climatiche Sismicità della zona Complessità dell attrezzatura Codice di costruzione Fattore di sicurezza Monitoraggio vibrazioni Continuità/Stabilità Valvole di sicurezza Asset management per una gestione più efficiente dei processi industriali - Verona 25 ottobre 2011
26 UNI TS iv calcolo probabilità di guasto Altamente Efficaci Usualmente efficaci Scarsamente efficaci Poco efficaci EFFICACIA DEI CONTROLLI in grado di individuare il danno nel 90% dei casi in grado di individuare il danno nel 70% dei casi in grado di individuare il danno nel 50% dei casi in grado di individuare il danno nel 40% dei casi
27 UNI TS V. Calcolo Conseguenze del guasto Proprietà Fluido Scenario (foro) Quantità Fluid Rilascio Continuo Liquido Rilascio Continuo Gas Rilascio instantaneo liquido Rilascio Instantaneo Gas Incendio Esplosione Inquinamento Ambientale Nube Tossica Vapore Caldo produzione Impianto Persone: Dipendenti, Ditte Terze, Popolazione Ambiente
28 UNI TS VI. Determining Risk PROBABILITA LoF LOF Likelihood Category CONSEGUENZE EVENTO X = CoF A B C D E COF Consequence Category RISK CATEGORY OF risk HIGH MEDIUM- HIGH MEDIUM LOW
29 UNI TS VII. Risk equivalence criteria VII. Criteri di equivalenza del rischio IPOTESI A IPOTESI B IPOTESI C R Proroga R Proroga NO R Proroga NON SUPERIORE A R Legge Categoria di rischio BASSA Categoria di rischio ALTA Interventi correttivi per mitigare il Rischio SI SI PROROGA NO PROROGA Nessun Intervento SI PROROGA
30 UNI TS VII. Risk equivalence criteria R DEROGA TEMPORALE R legal NO Interventi correttivi mitigare il Rischio YES NO Intervention Deroga OK! LOF Likelihood Category R L R D A B C D E COF Consequence Category
31 Un esempio of DEROGA TEMPORALE, DM 329: UNI TS t=10 t=20 DEROGA TEMPORALE t=10 t=20 t=22 ISPEZIONI INTERMEDIE RBI anni anni
32 RBI & Nornativa Seveso Sistema di gestione della sicurezza D.Lgs. 334/99 art.7 DM 9/8/2000 Audit Total_Score UNI_10617:09 D.Lgs 334/99 art. 25 Guideline MATT 2009 UNI-TS12226:07 = ( ) 2 S *W i i i W i i Può essere utilizzato per il fattore sistema di Gestione
33 Grazie per l attenzione p.bragatto@inail.it
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