- PIANO DI SICUREZZA -



Documenti analoghi
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO COMUNITÀ VALLE DI NON

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015

RINNOVO DELLE AUTORIZZAZIONI ALLO SCARICO NELLE RETI CONSORTILI

DELIBERAZIONE N. 41/5 DEL

La formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

Codice Ambientale. Scopo e campo di applicazione. Definizioni

DITTA VENETA RECUPERI ABIENTE SRL

PIANO DI GESTIONE DELLE TERRE

DELL'ATTO DI NOTORIETA'

DOCUMENTO UNICO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DA INTERFERENZE (DUVRI) LOTTO.. A) ANAGRAFICA DELL APPALTO

PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

DITTA SCAPIN BRUNO PROGETTO IMPIANTO DI STOCCAGGIO RIFIUTI METALLICI SPECIALI NON PERICOLOSI

DITTA SCUTARO VINCENZO & FIGLIO S.R.L.

Il Sottoscritto. Residente in via.n... [ ] proprietario (od avente titolo) Codice Fiscale.. [ ] titolare della Ditta... con sede legale in...

GESTIONE DELLE EMERGENZE DI SERVIZIO

Regione Abruzzo. - Provincia di L Aquila -

Misure gestionali per la prevenzione e la protezione contro le esplosioni da polveri

Identificazione del Installazione IPPC. Tipo di installazione Esistente soggetta ad A.I.A. ai sensi del Dlgs. 46/2014

GUIDA ALLA COMPILAZIONE DEL MOD. OT/20

7.2 Controlli e prove

Domanda di riduzione del tasso medio di tariffa ai sensi dell art. 20 MAT e domanda di riduzione del premio ai sensi della Legge 147/2013.

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

REGOLAMENTO OPERATIVO PER L UTILIZZO DELL IMPIANTO ESTERNO DI VIDEOSORVEGLIANZA

REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA. Provincia di Udine. Comune di Pradamano. Domanda di autorizzazione integrata Ambientale ai sensi del D.Lgs. n.

Il sottoscritto. Titolare della Ditta. Legale Rappresentante della Ditta con sede legale nel Comune di località Via...n... CAP.Prov...

Il concetto di gestione dei rifiuti

PARTE SPECIALE Illeciti ambientali

OBIETTIVI DI UN PIANO DELLE EMERGENZE E DI EVACUAZIONE

UNIONE BASSA REGGIANA. Programma triennale per la trasparenza e l integrità

RISCHIO INCENDIO NEI CANTIERI

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI SASSARI Coordinamento Servizi Bibliotecari

All. 1 alla Convenzione per la disciplina delle attività di controllo e vigilanza della discarica per rifiuti urbani in loc. Maza di Arco ANNO 2015.

Capitale Sociale euro ,00 I.V.

Comune di Padova. Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER SGOMBERO NEVE

N O M I N A INCARICATI DELLE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLE EMERGENZE

COMUNE DI SANNAZZARO DE BURGONDI PROVINCIA DI PAVIA Tel Via Cavour, 18

1. Dopo la lettera d) del comma 2 dell articolo 7 della l.r. 81/1995 è inserita la seguente lettera:

Protocollosicurezzacnism.doc vers. 17 luglio pag. 1 di 5

EREDI SANTAROSA BRUNO s.n.c. Viale dell industria n SOAVE (VR) IMPIANTO DI RECUPERO E SMALTIMENTO RIFIUTI NON PERICOLOSI.

CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/ NUMERO VERDE U.R.P

CAV S.p.A. Concessioni ni Autostradali Venete

AMPLIAMENTO DEGLI SPOGLIATOI E SERVIZI DEL CAMPO DA CALCIO BOLDRIN

STUDIO ASSOCIATO DE AMBROGIO

DUVRI. Per ciascun lotto, i costi della sicurezza, non soggetti a ribasso sono quantificati in 35,00

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INTERFERENZE (D.U.V.R.I.)

OBBLIGHI IN MATERIA DI SICUREZZA PER DATORI DI LAVORO, PREPOSTI, DIRIGENTI E LAVORATORI

B2-2. Gestione delle sostanze pericolose a scuola. CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03. MODULO B Unità didattica

DICHIARAZIONE DI AGIBILITA DI EDIFICI DESTINATI AD ATTIVITA ECONOMICHE

Il Sottoscritto. Nome

C O M U N E D I SAN BENEDETTO DEL TRONTO

CITTA di SARZANA Provincia della Spezia REGOLAMENTO ISOLA ECOLOGICA

CHECK LIST PER LA VERIFICA DEL RISPETTO DEI PRINCIPALI OBBLIGHI DOCUMENTALI E DI ORGANIZZAZIONE DELLA SICUREZZA

REGOLAMENTO SPESE DI ISTRUTTORIA AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE (D.P.R. 59/2013) Art 1 Principi generali

REGOLAMENTO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.

Ministero delle Politiche Agricole e Forestali DIREZIONE GENERALE DELLE RISORSE FORESTALI, MONTANE E IDRICHE

D. LGS 81/2008. Informazione ai lavoratori

COMUNE DI FORLI' AREA PIANIFICAZIONE E SVILUPPO DEL TERRITORIO

PROVINCIA DI FIRENZE COMUNE DI VICCHIO. COLABETON S.p.A. CAVA DI SABBIA E GHIAIA LOC. CISTIO-RIMAGGIO - COMUNE DI VICCHIO (FI)

PERMESSO DI COSTRUIRE

2) REGOLAMENTO D ACCESSO E COMPORTAMENTO ALL INTERNO DEL CENTRO DI RACCOLTA

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

Prot. n Roma, 14 dicembre AL SIG. DIRETTORE CENTRALE PER L EMERGENZA E IL SOCCORSO TECNICO SEDE

Chi è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS

Circolare N.24 del 07 Febbraio Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze

PREVENZIONE INCENDI norme e procedure

Prescrizioni. 1. rispettare i criteri igienici sanitari stabiliti dalle vigenti disposizioni di legge in materia;

Corsi di formazione sulla sicurezza in edilizia 2008/2009 D.Lgs. 81/2008

DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETÀ (resa ai sensi degli artt. 47 e 38 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n.445)

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata:

Identificazione del Installazione IPPC. Tipo di installazione Esistente soggetta ad A.I.A. ai sensi del Dlgs. 46/2014

Corso di Formazione per Gestori Impianti Sportivi

COMUNE DI RENATE Provincia di Monza e Brianza

COMUNICAZIONE ULTIMAZIONE LAVORI EDILI

ALLEGATO TECNICO S 1. Reflui scaricati tramite il terminale n totale di scarichi n (come da elaborato grafico allegato alla domanda)

Le guide degli alberghi. La prevenzione incendi Il registro dei controlli

COMUNE DI SANTA MARGHERITA LIGURE. AREA 3 SERVIZI INTEGRATI ALLA PERSONA Provincia di Genova

R E G O L A M E N T O

REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE ALL INTERNO DEGLI EDIFICI DELL UNIVERSITA

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

RSPP & RIR. Ovvero: 81 & 105. FR Bologna 14 ottobre

REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE DELL ATTIVITA DI REPERIBILITA DEI SERVIZI PROVINCIALI

INDICAZIONI OPERATIVE PER VALUTARE E PROMUOVERE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA SICUREZZA

DIREZIONE GENERALE OCCUPAZIONE E POLITICHE DEL LAVORO

PROCEDURA GENERALE PG 04 Rev. 0 IMPIANTO E PROCESSO PRODUTTIVO Del.. Pagina 1 di 8. Azienda DESTINATARI. Data di emissione. Redazione..

AREA AMBIENTE AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE

DOCUMENTO UNICO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DA INTERFERENZE D.U.V.R.I. - BOZZA

PROVINCIA DI TERNI SETTORE AMBIENTE E DIFESA DEL SUOLO

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio

SIAL srl è in grado di garantire alle aziende richiedenti, sia di

MEDIO CHIAMPO SpA Via G. Vaccari, Montebello Vic. (VI)

COMUNE DI BAREGGIO PROVINCIA DI MILANO

Parte B: anagrafica dell azienda

QUALIFICAZIONE DELLA DITTA SPAZI CONFINATI

CHECK-LIST PER LA VERIFICA DEI CONTENUTI MINIMI DEL POS ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. - art. 89, comma 1, lettera h) e Allegato XV

Articolo di Legge violato - tabella comparata -

Riferimenti normativi

Riepilogo documentazione

Transcript:

IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI NON PERICOLOSI - PIANO DI SICUREZZA - (D.Lgs 152/2006 L.R. Veneto n. 3/2000 D.G.R.V. 242/2010) Redattore: Via dell Elettricità n. 3/d 30175 Marghera (VE) Tel. 041.5385307 Fax. 041.2527420 Cell. 335.5486989 Committente: Ceccato Giovanni Via dell economia n. 10 Partita IVA: 02866180272 Tel: 0423.723338 Fax: 0423.724057

SOMMARIO Premessa generale pag. 3 Individuazione degli obiettivi sensibili pag. 6 Individuazione degli eventuali rischi dai quali potrebbe derivare un incidente grave che consideri anche le zone limitrofe esterne all insediamento pag. 7 Descrizione delle misure previste per prevenire e far fronte a tali eventi nonché limitarne le conseguenze pag. 8 Individuazione delle modalità di allarme, di richiesta di soccorso e di allertamento delle autorità competenti pag. 9 Eventi catastrofici pag. 9 Sicurezza negli Ambienti di lavoro pag. 10 Nominativo e funzione operativa delle persone autorizzate ad attivare le procedure di emergenza pag. 10 Individuazione del Coordinatore delle operazioni di soccorso e dei responsabili della formazione periodica di addestramento ed aggiornamento del personale pag. 10

Premessa generale Il presente documento viene allegato alla richiesta di autorizzazione ed esercizio provvisorio relativi alla modifica sostanziale di un impianto di recupero rifiuti non pericolosi di proprietà e gestito dalla ditta ubicato al civico n. 10 di via dell Economia nel Comune di e catastalmente censito come segue: N.C.T. di Treviso Comune di Castelfranco Veneto Foglio 6 mappali n 1060, 1063, 1086, 1096, 1117, 1133, 1134, 1135, 1260 (sub 3, 5, e 7) L area in oggetto è organizzata in tre differenti aree funzionali, come nel seguito descritto: AREA N. 1 L area n. 1 si estende su una superficie complessiva di 10.023 mq circa così suddivisa: - 3.690,00 mq circa adibiti a capannone industriale (nel seguito denominato CAPANNONE A ) completamente pavimentato in cls, di cui 1.980,00 mq circa già edificati e 1.710,00 mq circa di ampliamento. Il capannone sarà aperto lungo tutto il lato esposto a est e tamponato lungo le altre superfici mediante pareti in cls; - 100,00 mq circa adibiti ad area servizi e uffici; - Altezza fabbricato: 11,00 m; - 6.233,00 mq circa di superficie scoperta, completamente pavimentata in cls e dotata di un apposito sistema di raccolta delle acque reflue industriali. L area è adibita

a stoccaggio sia di rifiuti sia di materie prime secondarie prodotte dall attività di recupero. E presente una pesa posta vicino all ingresso carraio dell impianto. AREA N.2 L area n. 2 si estende su una superficie complessiva di 2.234,00 mq circa così suddivisi: - 1.280,00 mq circa adibiti a capannone industriale (nel seguito denominato CAPANNONE B ), completamente pavimentato in cls e adibito ad attività di recupero dei rifiuti a matrice plastica (triturazione e successiva granulazione); - Altezza fabbricato: 7,0 m; - 954,00 mq circa di superficie scoperta e pavimentata in cls, dotata di una rete di raccolta delle acque meteoriche che confluisce nella linea di raccolta prevista per l area 1; l area è adibita a stoccaggio sia di rifiuti che di materie prime secondarie e a viabilità interna; AREA N.3 Rappresenta la nuova area che la ditta intende implementare. Occupa una superficie di 4.618,00 mq circa così suddivisa: - 1.948,00 mq circa adibiti a capannone industriale (nel seguito denominato CAPANNONE C ) dotato di pavimentazione in cls di tipo impermeabile, all interno del quale verrà effettuata la sola attività di messa in riserva dei rifiuti a matrice plastica. L area sarà_interessata esclusivamente da attività di sola messa in riserva R13 di rifiuti in ingresso all impianto; - Altezza fabbricato: 7,0 m; - 2.670,00 mq circa di superficie scoperta, pavimentata in cls e adibita esclusivamente a viabilità interna; l area dunque non verrà interessata da alcuna attività di gestione di rifiuti o stoccaggio materie prime secondarie.

La struttura dell impianto di recupero rifiuti della ditta, le attività in esso utilizzate ed i macchinari necessari allo svolgimento della stessa sono dettagliatamente descritti nella Relazione tecnica di progetto definitivo e si intendono richiamati. Il presente documento costituisce il Piano di Sicurezza (PS) richiesto dalla lettera d) comma 2 dell art. 22 della L.R. Veneto n. 3/2000 e dalla D.G.R.V. n. 2966 del 20 settembre 2006 e viene redatto in conformità a quanto richiesto dalla D.G.R.V. n. 242/2010 del 9 febbraio 2010 recante Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC) per gli impianti di cui al punto 5 Gestione dei rifiuti, dell allegato I al D.Lgs n. 59/2005; Programma di Sorveglianza e Controllo (PSC) di cui al D.Lgs n. 36/2003, Programma di Controllo (PC) e Piano di Sicurezza (PS) di cui all art. 26 e all art. 22 della L.R. 21 gennaio 2000 n. 3 e smi Indicazioni Operative. La menzionata Deliberazione di Giunta Regionale stabilisce che le fasi di predisposizione ed attuazione del PS sono le seguenti: A. Predisposizione di un documento iniziale e successiva condivisione con gli Enti di controllo competenti per territorio; B. Presentazione all Ente che rilascia l atto autorizzativo e sua approvazione; C. Predisposizione di uno specifico programma di addestramento del personale coinvolto nell attività di gestione dell impianto; D. Attuazione dello strumento secondo le metodologie approvate; Il presente documento costituisce il DOCUMENTO INIZIALE, deve essere debitamente approvato dagli Enti preposti e considera quanto segue: Valuta gli aspetti connessi con incidenti, non conformità, anomalie funzionali e gestionali che riguardano, oltre che la sicurezza dei

lavoratori, anche l ambiente e/o possibili impatti che l episodio indesiderato può avere su di esso; Contiene tutte le procedure di carattere operativo da adottarsi in caso di incidente grave e considera non solo l area dell impianto ma anche il perimetro esterno dello stabilimento. In ottemperanza a quanto stabilito dalla D.G.R.V. n. 242/2010 del 09 febbraio 2010 i contenuti del PS sono i seguenti: 1) Individuazione degli obiettivi sensibili; 2) Individuazione degli eventuali rischi dai quali potrebbe derivare un incidente grave che consideri anche le zone limitrofe esterne all insediamento; 3) Descrizione delle misure previste per prevenire e far fronte a tali eventi nonché limitarne le conseguenze; 4) Individuazione delle modalità di allarme, di richiesta di soccorso e di allertamento delle autorità competenti; 5) Eventi catastrofici; 6) Sicurezza negli Ambienti di lavoro 7) Nominativo e funzione operativa delle persone autorizzate ad attivare le procedure di emergenza; 8) Individuazione del Coordinatore delle operazioni di soccorso e dei responsabili della formazione periodica di addestramento ed aggiornamento del personale;

1) INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SENSIBILI L attività di recupero rifiuti viene esercita in un contesto urbanistico di tipo industriale, sostanzialmente interessato dalle presenza di persone durante i giorni feriali. Come evidenziato dall immagine sottostante, il sito produttivo della ditta confina: A Nord con la linea ferroviaria che collega Castelfranco Veneto a Montebelluna; ad Est con un azienda di commercio materiali da cava; a Sud con via dell Economia, in prossimità della quale sono presenti anche altre attività produttive; ad Ovest con il magazzino di un azienda di trasposti M.T.N. S.p.A; immagine n. 3 L area circostante è dunque interamente edificata.

2) INDIVIDUAZIONE DEGLI EVENTUALI RISCHI DAI QUALI POTREBBE DERIVARE UN INCIDENTE GRAVE CHE CONSIDERI ANCHE LE ZONE LIMITROFE ESTERNE ALL INSEDIAMENTO Come descritto nella relazione tecnica di progetto, l attività di recupero rifiuti non pericolosi svolta dalla ditta è organizzata solamente all interno di un area delimitata da recinzione perimetrale. I rifiuti trattati inoltre non presentano caratteristiche di pericolosità tali da provocare rischi per l ambiente e l uomo al di fuori del perimetro dell impianto, poiché non presentano rilevanti caratteristiche di esplosività e non provocano il rilascio incontrollato di sostanze liquide o gassose verso l esterno. La struttura impiantistica proposta, sia per le strutture di captazione e abbattimento delle emissioni polverose, sia per le procedure gestionali previste dalla ditta committente, consente di gestire secondo quanto previsto dalla norma la potenziale diffusione delle polveri. I rifiuti gestiti inoltre non presentano stato fisico liquido e/o fangoso per cui non si configura l ipotesi di rilascio di reflui che possano provocare il rischio di inquinamento delle matrici suolo, sottosuolo, acque superficiali ed acque sotterranee. Inoltre in caso di spanti accidentali, come dettagliatamente descritto nella documentazione di progetto, la ditta ha predisposto opportune azioni di intervento di emergenza finalizzate al tamponamento di eventuali perdite di reflui (Oli e/o carburante) dai mezzi in transito all impianto. Per quanto concerne il rischio incendio dovuto all infiammabilità di materiali quali legno, carta e cartone, la Ditta è soggetta al rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi da parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Treviso e la ditta è in possesso di regolare Certificato. Quanto detto consente di affermare che la rete idrica antincendio e l attivazione della stessa in caso

di eventi di incendio sono a norma e consentono la possibilità di un tempestivo intervento di spegnimento, a tutela dei lavoratori e degli obiettivi sensibili posti in prossimità dell area di intervento. Il rischio di esplosione dei macchinari utilizzati per lo svolgimento dell attività di recupero rifiuti (presse oleodinamica orizzontali e mezzi semoventi muniti di benna a polipo) è stato inserito solamente in via cautelativa giacché in letteratura non si hanno tracce di tal evento in impianti similari a quello proposto dalla Ditta. Inoltre le presse oleodinamiche orizzontali ed i macchinari di frantumazione dei rifiuti sono poste all interno di strutture coperte e tamponate: la struttura muraria è in grado di attutire la forza d urto generata dell eventuale esplosione verso l ambiente esterno. Per questo motivo è possibile affermare che l attività oggetto del presente documento non presenta rischi rilevanti che possano generare gravi incidenti in grado di estendersi all esterno del perimetro dell impianto. In caso di incidente (sversamenti, esplosione, incendio) l impianto sarà comunque in possesso di tutte misure mitigative e di pronto intervento necessarie a fronteggiare lo stato di emergenza.

3) DESCRIZIONE DELLE MISURE PREVISTE PER PREVENIRE E FAR FRONTE A TALI EVENTI NONCHÉ LIMITARNE LE CONSEGUENZE In considerazione del basso livello di rischio descritto al paragrafo precedente, le misure adottate per prevenire eventuali incidenti che possano estendersi all esterno dell insediamento consistono in: controllo giornaliero dei mezzi semoventi muniti di benna a polipo e pala meccanica utilizzati per la movimentazione di rifiuti e materie prime secondarie; controllo giornaliero dei macchinari (presse oleodinamiche orizzontali, triturazioni e mezzi semoventi) utilizzati per l attività di trattamento dei rifiuti; manutenzione periodica (in base alle periodicità stabilite dalla ditta fornitrice) di tutti i macchinari di cui ai punti precedenti; verifica quotidiana della pavimentazione, necessaria ad individuare eventuali crepe o rotture generatesi; controllo quadrimestrale del funzionamento della rete idrica antincendio; addestramento della squadra antincendio secondo le modalità e le tempistiche imposte dalla vigente normativa; imposizione del divieto di fumare o utilizzare strumentazioni a fiamma libera negli ambienti di lavoro;

4) INDIVIDUAZIONE DELLE MODALITÀ DI ALLARME, DI RICHIESTA DI SOCCORSO E DI ALLERTAMENTO DELLE AUTORITÀ COMPETENTI Qualora, nonostante le suddette misure di prevenzione e protezione, l incidente (esplosione dei macchinari, incendio, ecc.) si estenda all esterno dell insediamento, si provvederà all allertamento degli enti esterni. In particolare si prevede l allertamento di: Vigili del Fuoco (esplosione e incendio) Protezione civile (esplosione e incendio) Comune di Castelfranco Veneto (esplosione e incendio) A.R.P.A.V. (esplosione e incendio) Provincia di Treviso (esplosione e incendio). Aziende ed abitazioni limitrofe limitrofe (incendio); L allertamento sarà effettuato telefonicamente indicando il tipo di incidente e fornendo le indicazioni utili per l intervento degli stessi Enti. 5) EVENTI CATASTROFICI Inondazioni In caso di inondazioni la procedura da seguire sarà la seguente: - il Responsabile impianto spegne completamente il quadro elettrico dello stabilimento e attiva le procedure di arresto delle fasi di lavorazione e comunica ai dipendenti di allontanarsi dall area di lavorazione e dirigersi verso i locali spogliatoi/uffici. Se necessario verrà attivato il segnale di evacuazione completa

dallo stabilimento; - il Responsabile impianto verifica lo stato delle aree di stoccaggio e provvede alla messa in sicurezza dei contenitori contenenti sostanze inquinanti e se del caso pone sbarramenti al deflusso dei reflui che trasportano i rifiuti per galleggiamento verso l esterno dell impianto, utilizzando anche barriere fisiche all uopo realizzate per mezzo di sacchi di sabbia; - al termine dell evento, il Responsabile impianto e il legale rappresentante verificano lo stato dei luoghi e procedono ad istruire i lavoratori a ripristinare le condizioni ottimali di esercizio dell impianto, avvalendosi anche di ditte terze specializzate. Qualora i rifiuti presenti all interno dello stabilimento al momento dell inondazione siano stati alterati dalla stessa e non possano essere più recuperati, saranno avviati presso impianti di smaltimento rifiuti regolarmente autorizzati ai sensi delle vigenti normative in campo ambientale; Terremoto e trombe d aria In caso di terremoto e trombe d aria la procedura da seguire sarà la seguente: - il Responsabile impianto aziona, se necessario, il segnale di evacuazione; - tutti i lavoratori ed i clienti si portano verso l ingresso dell impianto; - se sono presenti feriti la squadra di pronto intervento pratica gli interventi di primo soccorso in attesa dell arrivo dell ambulanza; - il responsabile raggiunto il punto di raccolta verifica l avvenuta evacuazione dell impianto.

6) SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO La ditta ha adempiuto alle prescrizioni del D.Lgs n. 81/2008 e smi in materia di Sicurezza negli ambienti di lavoro. Si allega al presente PS il documento di Valutazione dei Rischi debitamente predisposto e relativo all attuale impianto di recupero rifiuti che la ditta medesima sta gestendo. Considerato il fatto che lo stato di fatto e lo stato di progetto dell impianto comportano l esercizio della medesima attività di recupero rifiuti, il documento di Valutazione dei Rischi allegato è da considerarsi congruo all attività futura. 7) NOMINATIVO E FUNZIONE OPERATIVA DELLE PERSONE AUTORIZZATE AD ATTIVARE LE PROCEDURE DI EMERGENZA Le persone autorizzate ad attivare le procedure di emergenza, secondo le procedure descritte al paragrafo precedente, saranno il Responsabile impianto (il cui nominativo verrà comunicato alla Provincia di Treviso in sede di richiesta di autorizzazione all esercizio) ed il legale rappresentante dell azienda, il sig. Ceccato Giovanni. 8) INDIVIDUAZIONE DEL COORDINATORE DELLE OPERAZIONI DI SOCCORSO E DEI RESPONSABILI DELLA FORMAZIONE PERIODICA DI ADDESTRAMENTO ED AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE Il Coordinatore delle operazioni di Soccorso è il Responsabile impianto (il cui nominativo verrà comunicato alla Provincia di Treviso in sede di richiesta di

autorizzazione all esercizio) il quale si occuperà anche della formazione periodica del Personale. Il personale addetto alla gestione dell impianto dovrà essere soggetto ad attività di formazione preliminarmente allo svolgimento delle attività nonché in caso di sostituzione del personale stesso. I contenuti dell attività formativa dovranno riguardare: Regolamento di accesso all impianto; Modalità esecutive delle ispezioni; Comportamento da attuare in caso di evento accidentale; Applicazione delle normative vigenti in materia di igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro; Descrizione delle strutture impiantistiche e rischi derivanti dall utilizzo delle stesse; Modalità comportamentali in caso di fermo impianto; L attività di formazione verrà ripetuta secondo le seguenti cadenze: Annuale qualora non intervengano modifiche normative e/o impiantistiche; Ogniqualvolta intervengano modifiche normative e/o impiantistiche; Ad ogni nuova assunzione.

ALLEGATI: ALLEGATO 1: Documento di Valutazione dei Rischi nell Ambiente di lavoro; Castelfranco Veneto, 22 dicembre 2010 Il legale rappresentante Il Tecnico