Credito e rischio delle imprese. La Lombardia a confronto con Emilia Romagna, Veneto e Piemonte

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Credito e rischio delle imprese La Lombardia a confronto con Emilia Romagna, Veneto e Piemonte Osservatorio IV trimestre 2017 Maggio 2018 RAPPORTO N 06/2018 A cura di: Area Centro Studi Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza e Ufficio Studi Cerved

Credito e rischio delle imprese La Lombardia a confronto con Emilia Romagna, Veneto e Piemonte Osservatorio IV trimestre 2017 Maggio 2018 A cura di: Area Centro Studi Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza e Ufficio Studi Cerved Hanno collaborato al Rapporto: Francesca Casiraghi e Valeria Negri per Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza Claudio Castelli e Guido Romano per Cerved Si ringrazia Banca d'italia sede di Milano per l'elaborazione dei dati sui prestiti alle imprese in Lombardia. Rilasciato sulla base delle informazioni disponibili al 30 aprile 2018

Indice Contenuti INDICE CONTENUTI 3 EXECUTIVE SUMMARY 4 1. I PRESTITI ALLE IMPRESE 5 Premessa 5 L andamento del totale economia in Lombardia 6 L andamento dei macro-settori in Lombardia 7 2. LE SOFFERENZE 8 Il tasso di ingresso in sofferenza 9 3. LE IMPRESE USCITE DAL MERCATO 11 I fallimenti 11 Le procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni volontarie 16 Le uscite totali nel periodo 2008-2017 18 4. LA RISCHIOSITÀ DELLE IMPRESE 19 GLOSSARIO 22

Executive summary Nel quarto trimestre 2017 i prestiti alle imprese lombarde sono pari a 223,2 miliardi di euro e registrano un aumento (+1,6% sull ultimo trimestre del 2016). Nel dettaglio, accelerano i prestiti alle società con più di 20 addetti (+2,1%), mentre continua il calo per le piccole imprese (-1,7%), anche se in attenuazione rispetto ai trimestri precedenti. L aumento dei prestiti nel totale economia lombarda è la sintesi degli andamenti nei tre macrosettori di attività economica. La migliore performance è nell industria, con un +4,2% rispetto al quarto trimestre dell anno precedente. Anche i servizi registrano una netta accelerazione nei prestiti (+3,1%), mentre le costruzioni confermano il protrarsi della profonda restrizione del canale creditizio (-5,1%). Dopo i forti aumenti della prima metà del 2017, dal terzo trimestre il rapporto tra stock di sofferenze e impieghi è in calo in tutte le regioni. In Lombardia, dopo il picco del 14,5% nel primo trimestre 2017, è iniziata una discesa che ha toccato il 12,4% a fine anno. L incidenza delle sofferenze è in calo anche in Piemonte (da 14,5% del terzo trimestre a 13,6%), in Veneto (da 15,1% a 14,7%) e in Emilia Romagna (da 16,4% a 15,5%). In termini di flusso, il tasso di ingresso in sofferenza in Lombardia si conferma in attenuazione: 2,3% le nuove sofferenze sul totale degli impieghi vivi rispetto al 3,0% del quarto trimestre 2016 e al 2,6% del terzo trimestre 2017. Solo il Piemonte presenta un tasso più basso (1,6% dei finanziamenti). Si consolida la diminuzione dei fallimenti in Lombardia: sono 2.523 le nuove procedure nell anno 2017, in diminuzione del -11,2% rispetto al 2016. La riduzione dei fallimenti è diffusa in tutti i settori, in particolare nel settore industriale il calo è pari al -21,4%. Crescono invece le procedure concorsuali non fallimentari (+3,0%), mentre le liquidazioni volontarie diminuiscono del -4,2% rispetto a dicembre 2016. Nel 2017 in Lombardia l'exit ratio, che misura il numero di imprese che escono dal mercato a seguito di una procedura concorsuale o di una liquidazione su 10 mila società attive sul mercato, si è ridotto da 212 a 201, toccando un minimo dall'inizio della serie osservata. Nel 2017 in Lombardia si osserva un aumento sia del numero di imprese con profili più robusti, sia di imprese più rischiose. Secondo il Cerved Group Score, un indice che sintetizza la probabilità di default delle imprese, a dicembre 2017 il tessuto produttivo lombardo risulta più solido rispetto all anno precedente, con una quota di imprese in area di sicurezza e di solvibilità che sale al 60,7% (60,0% la percentuale di dicembre 2016). Contestualmente è aumentata la quota di imprese a rischio, dal 12,7% al 14,1%. 4

1. I prestiti alle imprese Premessa A partire dal numero di marzo 2018, l Osservatorio Credito analizza i prestiti alle imprese lombarde calcolati includendo le cartolarizzazioni e le altre cessioni di prestiti. L elaborazione è svolta dalla sede di Milano di Banca d Italia ed è fornita in via esclusiva ad Assolombarda. Fino ad ora i prestiti pubblicati nell Osservatorio erano al netto di queste operazioni straordinarie, come da Base Dati Statistica di Banca d Italia sede centrale. Si tratta di un miglioramento significativo nella rappresentazione dell andamento reale dei prestiti alle imprese. Infatti, negli ultimi anni e soprattutto nel 2017, le cartolarizzazioni e le cessioni sono diventate sempre più rilevanti, ma non comparendo nei bilanci bancari utilizzati da Banca d Italia sede centrale per la quantificazione dei prestiti, producono una sottostima dell entità effettiva dei prestiti e distorcono quindi il confronto con gli anni precedenti (basti pensare che nel quarto trimestre i dati della Banca Dati Statistica segnalano in Lombardia una diminuzione del -3,1%, mentre i prestiti revisionati registrano un aumento del +1,6%). Inoltre, l Osservatorio si arricchisce per la sola Lombardia di un analisi dei prestiti per dimensione di impresa. 5

L andamento del totale economia in Lombardia In Lombardia nel quarto trimestre 2017 i prestiti rilevati da Banca d Italia sede di Milano verso le imprese per il totale economia (escluse le società finanziarie e assicurative) sono pari a 223,2 miliardi di euro. L 87% del totale è rappresentato dai prestiti verso le medio-grandi imprese, mentre il restante 13% sono i prestiti verso le piccole imprese 1. Considerando le variazioni tendenziali, nel quarto trimestre 2017 i prestiti registrano un netto aumento, pari al +1,6% sullo stesso trimestre del 2016, dopo la frenata del terzo trimestre 2017 (-0,1%). Nel dettaglio, i prestiti rivolti alle medio-grandi imprese forniscono un forte contributo positivo, crescendo del +2,1%, mentre i prestiti alle piccole imprese confermano il trend in diminuzione (-1,7%), seppur in attenuazione rispetto ai trimestri precedenti. Grafico 1.1 - Prestiti bancari alle imprese in Lombardia, per dimensione d impresa (variazioni percentuali sui 12 mesi) 5% Tot imprese 0,7% 1,7% 1,5% 1,2% 0,7% 0,6% 1,6% 0% -1,1% -0,2% -0,1% -5% 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 2015 2016 2017 5% 0% 0,3% 1,4% Imprese medio-grandi 2,5% 2,2% 1,9% 2,1% 1,2% 1,1% 0,4% 5% 0% Imprese piccole -5% -0,7% 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 2015 2016 2017-5% -3,2% -3,5% -3,2% -3,2% -3,3% -2,9% -2,4% -2,6% -3,0% -1,7% 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 2015 2016 2017 Fonte: Banca d Italia, sede di Milano su segnalazioni di vigilanza Note: (1) i dati includono i pronti contro termine e le sofferenze. I tassi di crescita sono stati ricalcolati a partire dal giugno 2015 per recepire alcune revisioni nei dati segnalati dalle banche e per sfruttare nuove informazioni statistiche sui prestiti cartolarizzati e ceduti. (2) I dati del IV trimestre 2017 sono da considerarsi provvisori. 1 Secondo Banca d Italia, le piccole imprese sono società in accomandita semplice e in nome collettivo, società semplici, società di fatto e imprese individuali con meno di 20 addetti, mentre le medio-grandi contano oltre 20 addetti. Questa classificazione differisce da quella utilizzata della Commissione Europea. 6

L andamento dei macro-settori in Lombardia L aumento dei prestiti nel totale economia lombarda è la sintesi dell andamento di industria, servizi e costruzioni, da cui emergono dinamiche molto differenti. L industria è il settore i cui prestiti aumentano al ritmo più elevato: +4,2% rispetto al quarto trimestre 2016, la variazione più alta dal 2015. Anche i servizi registrano una netta accelerazione nei prestiti (+3,1%), mentre le costruzioni confermano il protrarsi della profonda restrizione del canale creditizio (-5,1%). Grafico 1.2 - Prestiti bancari alle imprese in Lombardia, per settore di attività economica (variazioni percentuali sui 12 mesi) 5% Tot imprese 5% Industria 4,2% 0,7% 1,7% 1,5% 1,2% 0,7% 0,6% 1,6% 2,1% 1,7% 1,1% 0,9% 0,4% 2,0% 2,6% 1,5% 0% -0,2% -1,1% -0,1% 0% -0,5% -5% 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 2015 2016 2017-5% 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 2015 2016 2017 10% Servizi Costruzioni 5% 0% 1,0% 2,0% -1,0% 4,5% 5,2% 3,9% 2,9% 1,7% 0,6% 3,1% 0% -5% -2,4% -3,3% -2,1% -3,8% -4,6% -6,3% -6,2% -5,8%-5,1% -7,3% -5% 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 2015 2016 2017-10% 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 2015 2016 2017 Fonte: Banca d Italia, sede di Milano su segnalazioni di vigilanza Note: (1) i dati includono i pronti contro termine e le sofferenze. I tassi di crescita sono stati ricalcolati a partire dal giugno 2015 per recepire alcune revisioni nei dati segnalati dalle banche e per sfruttare nuove informazioni statistiche sui prestiti cartolarizzati e ceduti. (2) I dati del IV trimestre 2017 sono da considerarsi provvisori. 7

2. Le sofferenze Dopo i forti aumenti degli anni precedenti che hanno toccato un picco nella prima metà del 2017, il rapporto tra sofferenze e impieghi 2 nelle regioni analizzate è ovunque in calo. In Lombardia, dopo un massimo del 14,5% nel primo trimestre 2017, è iniziata una discesa, con l indicatore che ha toccato il 12,4% a fine anno. L incidenza delle sofferenze è in calo anche in Piemonte (da 14,5% del terzo trimestre a 13,6%), in Veneto (da 15,1% a 14,7%) e in Emilia Romagna (da 16,4% a 15,5%). Grafico 2.1 - Sofferenze lorde delle imprese in rapporto al totale impieghi, totale economia (sofferenze lorde in % degli impieghi lordi, dati trimestrali, consistenze di fine periodo) 20% 19% 18% 17% 16% 15% 14% 13% 12% 11% 10% 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% 0% 15,5% 14,7% 13,6% 12,4% 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Fonte: elaborazioni su dati Base Dati Statistica di Banca d Italia, segnalazioni di vigilanza Nota: sofferenze di società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle svalutazioni e dei passaggi di proprietà; da giugno 2011 il dato comprende anche le sofferenze su finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. 2 Il rapporto è calcolato sul totale impieghi lordi al netto delle cartolarizzazioni e delle cessioni di prestiti, come da Base Dati Statistica di Banca d Italia. 8

Il tasso di ingresso in sofferenza Nel quarto trimestre 2017 sono entrati in sofferenza il 2,3% del valore dei finanziamenti concessi in Lombardia. Il tasso lombardo è in diminuzione rispetto al terzo trimestre 2017 di 0,3 p.p., quello veneto di 0,2 (da 2,7% a 2,5%), quello in Emilia Romagna di -0,3 (da 3,9% a 3,6%) e quello in Piemonte di 0,4 (da 2,0% a 1,6%). Grafico 2.3 - Le sofferenze delle imprese, totale economia: tasso di ingresso in sofferenza annualizzato (dati trimestrali, flusso di nuove sofferenze rettificate in % degli impieghi vivi di inizio periodo, valori annualizzati) 8% 7% Totale economia 6% 5% 4% 3% 2% 1% 3,6% 2,5% 2,3% 1,6% 0% 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia, Segnalazioni Centrale Rischi Nota: dati in valore; somma mobile su 4 trimestri dei flussi di nuove sofferenze rettificate di società non finanziarie e famiglie produttrici in % degli impieghi vivi di inizio periodo; dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di cartolarizzazione. Nel calcolo delle sofferenze rettificate si considera l esposizione complessiva per cassa dei soggetti che, alla fine del trimestre di riferimento, presentano per la prima volta una delle condizioni per essere qualificati in sofferenza rettificata a livello di sistema (vedi Glossario) Analizzando l andamento del tasso di ingresso in sofferenza per settori, nel quarto trimestre del 2017 si osservano diminuzioni diffuse a tutte le aree e a tutti i comparti analizzati. In Lombardia le costruzioni, che partivano dalla percentuale più elevata tra i settori analizzati, registrano il calo più incisivo: -0,9 p.p. (da 7,4% a 6,5%), mentre l industria passa da 1,4% a 1,3% e i servizi da 2,3% a 2,0%. 9

Grafico 2.4 - Le sofferenze delle imprese, macro-settori: tasso di ingresso in sofferenza annualizzato (dati trimestrali, flusso di nuove sofferenze rettificate in % degli impieghi vivi di inizio periodo, valori annualizzati) 8% 7% Industria 6% 5% 4% 3% 2% 1% 0% 1,8% 1,4% 1,3% 0,9% 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 8% 7% Servizi 6% 5% 4% 3% 2% 1% 0% 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 2,9% 2,1% 2,0% 1,4% 18% 16% 14% 12% 10% 8% 6% 4% 2% 0% Costruzioni 14,2% 8,7% 6,5% 4,4% 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia, Segnalazioni Centrale Rischi Nota: dati in valore; somma mobile su 4 trimestri dei flussi di nuove sofferenze rettificate di società non finanziarie e famiglie produttrici in % degli impieghi vivi di inizio periodo; dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di cartolarizzazione. Nel calcolo delle sofferenze rettificate si considera l esposizione complessiva per cassa dei soggetti che, alla fine del trimestre di riferimento, presentano per la prima volta una delle condizioni per essere qualificati in sofferenza rettificata a livello di sistema (vedi Glossario) 10

3. Le imprese uscite dal mercato I fallimenti 3 Nel 2017 sono stati aperti in Lombardia 2.523 fallimenti 4, -11,2% rispetto al 2016 (2.842). Il calo è diffuso in tutti i settori. In particolare, nel settore dell industria i fallimenti diminuiscono del -21,4%, nei servizi del - 8,6% e nelle costruzioni del -22,2%. Nelle altre regioni esaminate si registrano contrazioni in linea con quelle lombarde. Il calo più intenso è in Piemonte (-15,8%), segue il Veneto (-12,4%), la Lombardia e infine l Emilia Romagna (-7,9%). Nell industria il calo più intenso è stato registrato dal Veneto (-27,4%), nei servizi e nelle costruzioni dal Piemonte (-15,7% e -24,8% rispettivamente). 3 Occorre sottolineare come, dopo oltre 50 anni dall istituzione della disciplina fallimentare, dal 2005 sono state introdotte una serie di modifiche normative (volte a velocizzare i tempi dei fallimenti, a favorire soluzioni concordate tra creditori e debitori, a far emergere più precocemente la situazione di crisi dell impresa) che hanno favorito o frenato il ricorso alle diverse procedure concorsuali. In particolare, il D.L. 5/2006 e il D.Lgs 169/2007 hanno innalzato le soglie di fallibilità, così escludendo un numero rilevante di microimprese dall ambito di applicazione delle norme. Il pacchetto di misure in materia di giustizia approvato con la legge 132 dello scorso agosto ha introdotto termini più stringenti per i curatori fallimentari, individuando in due anni il tempo massimo per le liquidazioni della società. In Lombardia, l effetto della riforma ha portato ad un aumento del numero di pratiche chiuse nel periodo settembre 2015-marzo 2016 del 21,7% rispetto ai 12 mesi precedenti, con una durata media in miglioramento già prima dell'introduzione di queste misure, passata da 6,1 anni nel 2014 a 5,7 nel 2015. 4 Le date considerate sono quelle di apertura delle procedure. 11

579 430 579 538 843 741 887 713 372 475 651 816 849 956 975 1089 777 859 917 867 1089 1128 1110 991 913 1513 1.194 1.146 1.085 1.266 1.322 1.363 1.171 1.026 1.173 1.014 863 727 1884 1997 2423 2670 2838 2523 3211 3373 3089 2842 Grafico 3.1 - I fallimenti, totale economia (numero di nuove procedure nel periodo) 2006 Grafico 3.2 - I fallimenti, totale economia: tassi di variazione tendenziali (var. % a/a) 38,9% 32,0% 21,3% 13,1% 10,2% 6,3% 5,0% Lombardia 34,7% 34,2% 10,6% 6,8% 25,6% 3,6% Emilia Romagna -8,4% -8,0% -11,2% -5,5% -1,6% -10,7% -7,9% -25,7% -42,2% 37,7% 19,7% 34,6% 16,7% 4,4% 3,1% Veneto 27,7% 37,1% 25,3% 4,0% 12,6% 2,0% 20,3% Piemonte -4,0% -5,3% -14,1% -12,4% -13,6% -14,9% -15,8% -36,2% -47,8% 12

94 104 113 134 156 139 157 204 195 242 198 229 211 163 225 227 203 184 142 170 159 172 193 181 199 210 153 129 114 243 227 239 234 265 276 323 324 319 317 382 407 427 412 457 502 493 527 559 Grafico 3.3 - I fallimenti, industria (numero di nuove procedure nel periodo) 2006 Grafico 3.4 - I fallimenti, industria: tassi di variazione tendenziali (var. % a/a) 33,5% 26,0% 23,3% Lombardia 67,0% 26,9% 38,0% Emilia Romagna 7,9% 13,4% 15,7% 0,9% -36,6% -9,0% -5,7% -3,5% -19,0% -21,4% -29,9% -7,9% -22,7% -10,6% -9,4% -22,8% 40,3% 31,3% 24,6% 39,6% Veneto 40,7% Piemonte 8,7% 8,2% 12,2% 9,9% 5,5% -16,9% -14,3% -12,9% -13,4% -2,1% -6,2% -15,7% -11,6% -31,9% -27,4% -33,8% -27,1% 13

290 195 256 365 390 406 410 369 219 275 314 172 218 264 365 496 373 377 460 458 420 354 533 543 561 519 507 653 477 473 471 530 603 647 561 507 590 516 883 1001 1067 1173 1209 1427 1571 1551 1380 1261 Grafico 3.5 - I fallimenti, servizi (numero di nuove procedure nel periodo) 2006 Grafico 3.6 - I fallimenti, servizi: tassi di variazione tendenziali (var. % a/a) 31,7% 35,2% 20,8% Lombardia 31,3% 42,6% 30,0% Emilia Romagna 18,0% 9,9% 3,1% 10,1% 6,8% 4,1% 1,0% 1,9% 3,3% -1,3% -11,0% -8,6% -7,5% -2,3% -32,8% -50,4% 51,9% Veneto 41,3% Piemonte 25,6% 26,7% 21,1% 22,0% 28,8% 14,2% 12,5% 13,8% 7,3% 1,1% -0,8% -0,4% -13,3% -9,6% -0,4% -12,5% -18,6% -15,7% -40,7% -52,9% 14

70 96 100 121 137 112 105 111 196 171 192 189 207 209 236 228 265 235 206 155 289 242 221 248 290 257 216 194 320 180 233 277 282 260 307 308 307 217 203 444 432 494 539 584 573 555 662 709 Grafico 3.7 - I fallimenti, costruzioni (numero di nuove procedure nel periodo) 2006 Grafico 3.8 - I fallimenti, costruzioni: tassi di variazione tendenziali (var. % a/a) 47,4% 53,6% Lombardia 41,3% Emilia-Romagna 11,3% 9,1% 8,3% 13,4% 7,1% 4,2% 21,0% 12,3% 26,0% 12,2% 16,9% -19,2% -3,1% -22,2% -8,7% -11,4% -16,0% -10,2% -38,8% 60,7% Veneto 58,6% 70,3% Piemonte 29,4% 18,9% 1,8% 18,1% 0,3% 9,5% 1,0% 12,9% 16,2% -18,2% -7,8% -0,3% -29,3% -6,5% -33,3% -3,4% -11,3% -12,3% -24,8% 15

46 59 81 93 76 76 51 70 76 112 156 148 186 131 133 161 180 151 184 184 186 202 117 143 162 101 105 162 131 170 163 264 263 235 264 225 298 307 332 342 334 319 297 357 384 440 637 603 Le procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni volontarie Nel 2017 le procedure concorsuali non fallimentari 5 in Lombardia registrano un aumento del +3,0% rispetto al 2016, a causa soprattutto del forte aumento nelle costruzioni (+21,9%). Anche in Piemonte il trend è in salita (+4,0%), mentre in Emilia Romagna e in Veneto si registrano forti diminuzioni, rispettivamente del -19,1% e -34,1%. In Lombardia torna positivo invece il trend delle liquidazioni volontarie: sono 14,6 mila le chiusure volontarie nel 2017, -4,2% rispetto al 2016. Sommando ai fallimenti le altre procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni volontarie, in Lombardia nel 2017 sono state avviate 17.489 procedure di chiusura d impresa, -5,2% rispetto al 2016. Grafico 3.9 - Le altre procedure concorsuali non fallimentari, totale economia (numero di nuove procedure nel periodo) 2006 5 Sono considerate nell analisi le procedure di amministrazione controllata e straordinaria, il concordato preventivo, gli accordi di ristrutturazione dei debiti ex art.182 LF, la liquidazione coatta amministrativa e lo stato di insolvenza. Sono escluse tutte le procedure di cancellazione e che or iginano da atti dell Autorità. 16

1821 1940 1980 2031 1883 2081 2233 2204 1995 1849 1889 1651 2645 2855 2771 3069 2991 2862 3496 3402 3132 2965 3129 2735 2613 3180 2893 3083 3009 3205 3507 3559 3214 2941 2998 2764 7203 7791 7450 7525 8363 7912 9119 9164 8066 7379 7785 7348 7278 7820 7054 7412 6896 6851 7509 7241 6850 6575 7404 6468 7276 8306 7509 7365 7039 7816 7379 7669 7234 6504 7199 6621 6940 7502 6925 6742 6555 7235 6920 6735 6405 5922 6187 5652 16231 17118 15764 15167 16115 16470 16621 17767 15053 14275 15300 14659 Grafico 3.10 - Le liquidazioni volontarie, totale economia (numero di nuove procedure nel periodo) 2006 Grafico 3.11 - Le liquidazioni volontarie di vere società di capitali, totale economia (numero di nuove procedure nel periodo) 2006 Nota: per vere società di capitali si intendono le società di capitali che hanno depositato almeno un bilancio nei tre anni precedenti la data di avvio della procedura 17

Le uscite totali nel periodo 2008-2017 A fine 2017 l exit ratio (che misura il numero di nuove procedure avviate nel corso dell anno in rapporto alle imprese presenti sul mercato a inizio periodo) è in diminuzione, con 201 procedure avviate rispetto alle 212 del 2016. Si tratta del minimo dall'inizio della serie storica osservata. Le nuove procedure avviate sono in calo anche nelle altre regioni monitorate: in Emilia-Romagna passano da 196 a 174, in Veneto da 184 a 169 e in Piemonte da 170 a 156. Grafico 3.12 Exit ratio (numero di nuove procedure nel periodo ogni 10.000 imprese attive a inizio periodo) Lombardia 208 206 221 224 225 249 220 206 212 201 175 188 178 177 189 195 Emilia Romagna 196 187 182 174 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Veneto Piemonte 178 179 179 192 181 196 189 176 184 169 174 172 172 187 182 183 181 168 170 156 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 18

14,1% 21,3% 18,9% 15,5% 14,6% 12,9% 21,0% 20,9% 25,2% 26,8% 24,9% 26,5% 39,4% 38,9% 39,5% 39,7% 4. La rischiosità delle imprese Secondo il Cerved Group Score (CGS), a dicembre 2017 il 60,7% delle imprese lombarde presenta un grado di rischio di default molto basso (area sicurezza) o comunque contenuto (area solvibilità), una percentuale in aumento rispetto al 60,0% di dicembre 2016. In particolare, le imprese in area di sicurezza sono il 21,3%, mentre quelle in area di rischio il 14,1%. Il confronto con i dati di dicembre 2016 evidenzia come sia ancora in atto un processo di polarizzazione dei profili di rischio, con un aumento delle imprese in area di sicurezza in Lombardia di 1,1 p.p. e delle imprese di rischio di 3,1 p.p.. Grafico 4.1 - Distribuzione delle imprese secondo il Cerved Group Score a dicembre 2017, totale economia (% sul totale) Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio In tutte le regioni monitorate, ad eccezione del Veneto, il numero di upgrade (imprese che hanno migliorato la propria classe CGS) supera quello di downgrade. In Lombardia il saldo positivo è di 0,9 p.p., mentre in Piemonte è di 2,0 p.p. e in Emilia-Romagna di 0,5 p.p. In Veneto, invece, il saldo negativo tra upgrade e downgrade è di -1,7 p.p. Grafico 4.2 - Upgrade e downgrade delle imprese secondo il Cerved Group Score tra dicembre 2016 e dicembre 2017, totale economia (% sul totale) 46,0% 44,3% 46,2% 45,7% 26,5% 27,4% 27,6% 28,1% 27,8% 26,1% 26,1% 28,1% down grade stessa classe up grade down grade stessa classe up grade down grade stessa classe up grade down grade stessa classe up grade 19

Complessivamente, la Lombardia è la regione con il tessuto imprenditoriale più solido, seguita dal Piemonte (60,6% imprese in area di sicurezza e di solvibilità) e il Veneto (60,5%). Più indietro si posiziona l Emilia Romagna, con il 57,8%. Sul fronte delle imprese in area di rischio, è il Piemonte ad avere la percentuale più bassa (12,9%), seguito dalla Lombardia (14,1%). Grafico 4.3 - Distribuzione delle imprese secondo il Cerved Group Score, totale economia: dicembre 2017 vs. dicembre 2016 (% sul totale) 39,8% 39,4% Lombardia 20,1% 21,3% 29,0% 25,2% 11,0% 14,1% Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio dic-16 dic-17 38,3% 38,9% Emilia Romagna 30,2% 26,8% 18,4% 18,9% 13,0% 15,5% Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio dic-16 dic-17 39,8% 39,5% Veneto 20,8% 21,0% 27,7% 24,9% 11,8% 14,6% Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio dic-16 dic-17 39,6% 39,7% Piemonte 19,8% 20,9% 30,0% 26,5% 10,5% 12,9% Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio dic-16 dic-17 20

5,7% 8,4% 7,8% 9,7% 18,4% 22,7% 19,7% 16,6% 34,2% 33,8% 39,3% 37,7% 37,4% 34,8% 38,0% 35,6% 13,9% 14,8% 14,1% 12,5% 21,3% 20,0% 21,8% 21,0% 23,6% 24,4% 23,0% 24,5% 41,2% 40,8% 41,1% 42,0% 11,5% 13,0% 12,5% 11,2% 24,4% 24,8% 30,4% 27,6% 27,1% 24,2% 25,4% 29,7% 33,3% 35,5% 35,7% 33,7% Grafico 4.4 - Distribuzione delle imprese secondo il Cerved Group Score a dicembre 2017 per settore di attività economica (% sul totale) Industria Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio Servizi Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio Costruzioni Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio 21

Glossario Cerved Group Score: valutazione sintetica del merito creditizio delle imprese italiane basata su una vasta gamma di informazioni societarie (bilanci, abitudini di pagamento, eventi negativi, ecc.) e del mercato di operatività, ottenuta attraverso modelli statistici che consentono di stimare per ciascuna impresa una probabilità di insolvenza. Sulla base della probabilità di insolvenza stimata, le imprese sono classificate in dieci classi di merito, raggruppate in quattro aree di rischio: 1) sicurezza: aziende caratterizzate da un eccellente profilo economico-finanziario e da un rischio di credito molto basso; 2) solvibilità: aziende capaci di far fronte agli impegni finanziari, che potrebbero risentire di improvvisi e gravi mutamenti del mercato, con un rischio di credito contenuto; 3) vulnerabilità: i fondamentali dell azienda sono complessivamente positivi nonostante elementi di fragilità che la rendono vulnerabile a improvvisi cambiamenti del mercato; il rischio, inferiore alla media, può essere significativo; 4) rischio: l azienda presenta gravi problemi che ne possono pregiudicare la capacità di far fronte agli impegni, anche a breve termine; il rischio di credito è elevato, molto elevato o massimo. Il dettaglio settoriale differisce parzialmente dalla classificazione ATECO. Nell industria rientrano: largo consumo, sistema moda, sistema casa, altri beni di consumo, mezzi di trasporto, chimica e farmaceutica, metalli, meccanica, hi tech, prodotti intermedi; nei servizi: informazione, comunicazione e intrattenimento, distribuzione, logistica e trasporti, servizi non finanziari, servizi, finanziari e assicurativi, immobiliari. La stessa classificazione è seguita per le procedure concorsuali e le liquidazioni volontarie a livello settoriale. Impieghi lordi: finanziamenti erogati dalle banche a soggetti non bancari calcolati al valore nominale, al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze. Nel perimetro totale economia rientrano il totale settori Ateco al netto della sezione U. Nell industria rientrano le attività manifatturiere, estrattive, energetiche e le utilities (sezioni da B a E). I servizi corrispondono alle sezioni da G a T, mentre le costruzioni alla sezione F. Per il totale economia, nel perimetro imprese rientrano le società non finanziarie e le famiglie produttrici. Per i dati settoriali, nel perimetro imprese rientrano esclusivamente le società non finanziarie. Da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti (dato non scorporabile). Le variazioni tendenziali risentono di questo aspetto fino a giugno 2012 (le costruzioni in particolar modo), quando il perimetro rilevazioni torna a essere omogeneo. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a quella ATECO (evidente in particolare sulle costruzioni) di giugno 2010. Sofferenze lorde: sofferenze al lordo delle svalutazioni e dei passaggi a perdita eventualmente effettuati. Dati calcolati come differenza tra impieghi totali e impieghi vivi. Nel perimetro di attività economica rientrano il totale settori Ateco al netto della sezione U. Nel perimetro imprese rientrano le società non finanziarie e le famiglie produttrici. Da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti (dato non scorporabile). Sofferenze rettificate: concetto di vigilanza che estende la qualifica di credito in sofferenza a tutti i crediti di un soggetto qualora questi abbia almeno una linea di credito in default, sulla base dei seguenti criteri: a) in sofferenza dall'unico intermediario che ha erogato il credito; b) in sofferenza da un intermediario e tra gli sconfinamenti dell'unico altro intermediario esposto; c) in sofferenza da un intermediario e l'importo della sofferenza sia almeno il 70% dell'esposizione dell'affidato nei confronti del sistema, ovvero vi siano sconfinamenti pari o superiori al 10% dei finanziamenti per cassa; d) in sofferenza da almeno due intermediari per import pari o superiori al 10% del complessivo fido per cassa utilizzato nei confronti del sistema. Per flusso di nuove sofferenze rettificate si intende l esposizione complessiva per cassa dei soggetti che, alla fine del trimestre di riferimento, presentano per la prima volta una delle condizioni previste per essere qualificati in "sofferenza rettificata" a livello di sistema. Le posizioni interessate da operazioni di fusione e di cessione tra intermediari, già classificate a sofferenza rettificata per il sistema ad inizio trimestre, non concorrono alla determinazione del fenomeno a fine trimestre. Tasso di ingresso in sofferenza: flussi di nuove sofferenze rettificate nel trimestre in % degli impieghi vivi di inizio periodo. Il valore riportato corrisponde al tasso annualizzato, dato, per ogni periodo, dalla somma dei flussi di sofferenze rettificate sui 4 trimestri precedenti in rapporto agli impieghi vivi del primo trimestre considerato (ad esempio, il tasso di decadimento del 3 trimestre 2015 è dato dalla somma dei flussi di sofferenze rettificate dal 4 trimestre 2014 al 3 trimestre 2015 in rapporto agli impieghi vivi al 3 trimestre 2015). Nel totale economia rientrano il totale settori Ateco al netto della sezione U. Nell industria rientrano le attività manifatturiere, estrattive, energetiche e le utilities (sezioni da B a E). I servizi corrispondono alle sezioni da G a T, mentre le costruzioni alla sezione F. Nel perimetro imprese rientrano le società non finanziarie e le famiglie produttrici. Dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di cartolarizzazione. 22

Elenco rapporti pubblicati: Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro IV trim 2016 N 01/2017 Credito e rischio delle imprese - Osservatorio III trimestre 2016 N 02/2017 5 Rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza N 03/2017 Osservatorio Territoriale Infrastrutture - Rapporto OTI Nordovest N 04/2017 Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro I trim 2017 N 05/2017 Il lavoro a Milano - Edizione 2017 N 06/2017 Il Progetto Life Sciences N 07/2017 Credito e rischio delle imprese - Osservatorio IV trimestre 2016 N 08/2017 Quanto costa la burocrazia? Osservatorio sulla Semplificazione N 09/2017 La rilevanza della filiera Life Science in Lombardia: benchmarking tra regioni italiane ed europee N 10/2017 Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro II trim 2017 N 11/2017 Credito e rischio delle imprese - Osservatorio I trimestre 2017 N 12/2017 L internazionalizzazione degli atenei di Milano e della Lombardia N 13/2017 Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro III trim 2017 N 14/2017 Credito e rischio delle imprese - Osservatorio II trimestre 2017 N 15/2017 Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro IV trim 2017 N 01/2018 Osservatorio Welfare Assolombarda Anno 2017 N 02/2018 Credito e rischio delle imprese - Osservatorio III trimestre 2017 N 03/2018 Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro I trim 2018 N 04/2018 Credito e rischio delle imprese - Osservatorio IV trimestre 2017 N 05/2018

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