Il rilancio dell olivicoltura italiana: aspetti tecnici e linee guida Convegno a cura dell Accademia Nazionale dell Olivo e dell Olio e del Comune di Spoleto Spoleto, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi 13 e 14 Novembre 2015 RASSEGNA STAMPA 2015 A cura dell Ufficio Stampa Fiera Show
Comunicato stampa del 28.10.2015 IL RILANCIO DELL OLIVICOLTURA ITALIANA PARTE DA SPOLETO Nel convegno, organizzato dall Accademia Nazionale dell Olivo e dell Olio e dal Comune di Spoleto il 13 e 14 novembre prossimo, si affronteranno aspetti tecnici e linee guida per il rinnovo del settore Le iscrizioni sono possibili fino al 3 novembre Si terrà venerdì 13 e sabato 14 novembre al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi di Spoleto la due-giorni dedicata all olivicoltura italiana, con l obiettivo di riflettere e confrontarsi sulle possibili soluzioni per uscire dalla crisi che da qualche anno interessa il settore. Organizzato dall Accademia Nazionale dell Olivo e dell Olio, in collaborazione con il Comune di Spoleto, il convegno, dal titolo Il rilancio dell olivicoltura italiana: aspetti tecnici e linee guida si propone non solo di approfondire gli aspetti tecnico-scientifici, ma soprattutto di fornire un occasione di confronto e dibattito tra le istituzioni nazionali e regionali e i portatori di interesse della filiera olivicolo-olearia. Insieme alle istituzioni locali, il Sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli e l Assessore Regionale all Agricoltura Fernanda Cecchini, ci saranno il Presidente dell Accademia Nazionale dell Olivo e dell Olio, il Professor Riccardo Gucci dell Università di Pisa, Mauro Meloni del Consorzio Extra-Vergine, professori esperti dell Università di Perugia, Pisa, Firenze, Udine e Palermo. Interverranno anche i rappresentanti delle associazioni dei produttori, dei trasformatori, degli industriali e quelli delle diverse regioni olivicole italiane. A chiudere gli interventi saranno, quindi, Eleonora Iacovoni, Dirigente DGPI del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali che illustrerà le prospettive comunitarie per l olivicoltura del nostro paese e Luca Bianchi, Capo Dipartimento DIQPAI dello stesso Ministero, che illustrerà il nuovo Piano di intervento per il settore olivicolo promosso dal Mipaaf. L olivicoltura italiana spiega il Presidente dell Accademia Riccardo Gucci - è afflitta da un calo di competitività dovuto ad alti costi di produzione e bassa produttività degli impianti tradizionali, che hanno determinato una progressiva diminuzione della produzione nazionale. Appare necessario, quindi, intervenire in modo strutturale per invertire questa tendenza. Il recente stanziamento di 32 milioni di Euro da parte del Governo al settore olivicolo è già un primo un passo nella direzione giusta. Poter ospitare un convegno di stringente attualità come quello relativo alla crisi che sta interessando il settore olivicolo ha aggiunto il Sindaco Fabrizio Cardarelli rappresenta senza dubbio un occasione di dibattito e di confronto molto interessante, soprattutto in un territorio come quello spoletino dove la tradizione olivicola è da sempre un elemento distintivo e caratterizzante. Il convegno intende presentare le soluzioni tecniche e le linee di indirizzo per il rinnovo degli oliveti italiani in modo da orientare gli investimenti secondo criteri di convenienza economica, di affidabilità e di sostenibilità ambientale. E opportuno che le nuove tipologie di impianto e la moderna gestione dell oliveto si inseriscano in modo coerente con gli altri segmenti della filiera e garantiscano il rafforzamento della già spiccata identità della nostra produzione olivicola. L iscrizione al convegno è possibile fino al 3 novembre 2015 telefonando alla Segreteria dell Accademia Nazionale dell Olivo e dell Olio al numero 0743223603 o inviando una mail agli indirizzi andulivo@virgilio.it; segreteria@olivoliospoleto.it. Il convegno vale come credito formativo dell Ordine degli Agronomi dell Umbria.
Comunicato stampa del 10.11.2015 OLIVOLIO: ACCADEMIA NAZIONALE DELL OLIVO E DELL OLIO E COMUNE DI SPOLETO INSIEME PER IL RILANCIO DELL OLIVICOL- TURA ITALIANA Si terrà al Teatro Caio Melisso di Spoleto Venerdì 13 e Sabato 14 Novembre il primo di una serie di incontri tecnici per il rinnovo degli oliveti italiani, un occasione di confronto e dibattito tra le istituzioni nazionali e regionali e i portatori di interesse della filiera olivicolo-olearia. Quale sarà il ruolo dell Italia nel futuro scenario mondiale olivicolo? Quali aspetti tecnici, gestionali, economici si devono tenere in considerazione per per il rinnovo degli oliveti italiani, in modo da orientare gli investimenti secondo criteri di convenienza economica, di affidabilità e di sostenibilità ambientale? Che cosa fa il Ministero per le Politiche Agricole a sostegno del settore olivicolo? Sono queste alcune delle domande a cui risponderanno gli esperti presenti al convegno Il rilancio dell olivicoltura italiana: Aspetti tecnici e linee guida, che si terrà venerdì e sabato prossimi, 13 e 14 novembre, al Teatro Caio Melisso di Spoleto, Spazio Carla Fendi. Istituzioni, tecnici, produttori, trasformatori, associazioni di categoria della filiera olivicolo-olearia si confronteranno sugli aspetti tecnici, ma anche sulle linee si indirizzo da seguire per il rilancio dell olivicoltura italiana nel contesto mondiale, alla luce della crisi che ha colpito il settore da tempo. L intenso programma della due giorni prevede, per l intera giornata di venerdì, la presenza delle istituzioni, a partire dal Sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli, che ha promosso l incontro, l Assessore all Agricoltura della Regione Umbria, Fernanda Cecchini e Sergio Zinni, Presidente della Fondazione Carispo. Tra gli esperti che interverranno anche il prof. Riccardo Gucci, Presidente dell Accademia Nazionale dell Olivo e dell Olio che ha organizzato il convegno, Mauro Meloni del Consorzio Extra-vergine e numerosi professori dell Università di Perugia, Pisa, Palermo, Firenze, Udine. Saranno a Spoleto anche i rappresentanti di tutte le associazioni di categoria del settore: Piero Gonnelli, Presidente AIFO, Giovanni Zucchi, Presidente Assitol, Pierluigi Silvestri, Presidente Assofrantoi; Dino Scanavino, Presidente CIA, Gennaro Sicolo, Presidente CNO, Giuseppe Masturzo, Presidente Federolio, Davide Granieri, Presidente Unaprol e Mario Guidi, Presidente Confagricoltura. Per il Mipaaf interverranno la dott. ssa Eleonora Jacovoni, Dirigente DGPI del MInistero e Luca Bianchi, Capo Dipartimento DIQPAI. Nella mattina di Sabato 14, invece, sarà la volta delle esperienze imprenditoriali di moderne tecniche olivicole, con la testimonianza diretta degli imprenditori agricoli che hanno introdotto innovazioni negli impianti o nella gestione degli oliveti, nelle diverse regioni italiane.
Comunicato stampa del 13.11.2015 AUMENTARE LA PRODUZIONE PER RIDURRE LE IMPORTAZIONI DA SPOLETO LA RICETTA PER LA RIPRESA DEL SETTORE OLIVICOLO Esperti, produttori, trasformatori e istituzioni a confronto Aumentare la produzione di olio per ridurne le importazioni, mantenendo comunque la qualità elevata tradizionalmente riconosciuta all extravergine italiano, cercando tuttavia di essere più competitivi sul piano del prezzo. E questa, in sintesi, la ricetta che emerge dalla due giorni in corso al Teatro Caio Melisso di Spoleto, nella quale esperti, produttori, trasformatori, istituzioni si confrontano per cercare insieme una via d uscita dalla crisi degli ultimi anni del settore olivicolo. Crisi che ha visto, appunto, una perdita di competitività a livello mondiale del nostro paese, che pur restando il secondo esportatore di olio extravergine di oliva ne è anche il primo importatore. Una situazione evidentemente contraddittoria che va contrastata con politiche di aumento della produzione. In altri termini, ciò significa un intensificazione della densità degli impianti e, allo stesso tempo, della produttività degli stessi, attuando gestioni innovative, diverse da quelle spesso attuate finora. Aumentare la produzione, dunque, significa anche essere più competitivi in termini di prezzo sia in Italia che all estero. Per un olivicoltura moderna è, dunque, fondamentale il supporto del pubblico che non può non tenere conto dell importanza strategica del settore per il paese e, quindi, non sostenerlo con finanziamenti mirati a partire dall oliveto. Altri due punti fondamentali sono una maggiore coordinazione dell intera filiera olivicola, dall impianto all bottiglia, e la valorizzazione della produzione quale eccellenza tipica del nostro territorio, forte di una qualità riconosciuta. L incontro di Spoleto, organizzato dall Accademia Nazionale dell Olivo e dell Olio in collaborazione con il comune di Spoleto si terrà ancora nel pomeriggio di venerdì 13 e nella mattinata di sabato 14 novembre
Comunicato stampa del 20.11.2015 OLIVOLIO SPOLETO 2015: LINEE GUIDA PER USCIRE DALLA CRISI DEL SETTORE OLIVICOLO ITALIANO. INTENSIFICAZIONE COLTURALE, MECCANIZZAZIONE, SOSTENIBI- LITA AMBIENTALE ED ECONOMICA, PREZZI PIU COMPETITIVI MA ELEVATI STANDARD DI QUALITA E VALORIZZAZIONE DELLE CULTI- VAR ITALIANE I PRINCIPALI ASPETTI DI UN OLIVICOLTURA MODER- NA IL SINDACO CARDARELLI: SI E' PARLATO DEL PASSATO E DEL PRE- SENTE, MA NELLA CONVINZIONE DI POTER GETTARE FIN DA OGGI LE BASI SOLIDE PER IL FUTURO Si è tenuto il 13 e 14 novembre scorso al Teatro Caio Melisso di Spoleto l incontro sul tema Il rilancio dell olivicoltura italiana: Aspetti tecnici e linee guida, organizzato dall Accademia Nazionale dell Olivo e dell Olio e dal Comune di Spoleto, con la presenza di importanti esperti del settore, produttori, rappresentanti delle associazioni di categoria, istituzioni. Il convegno è stato l occasione per fotografare la situazione dell olivicoltura italiana, con i suoi 160 milioni di olivi piantati su ben 1 milione e 150mila ettari di terreno in tutto lo stivale, 540 cultivar (di cui 200 caratterizzate nell ambito del progetto Olviva), 42 Dop e 1 Igp. Gli elementi di conoscenza scaturiti dalle analisi e dalla documentazione presentate durante questa due giorni sono state le parole del Sindaco Fabrizio Cardarelli nel rappresentare e descrivere gli aspetti di criticità maggiormente collegati alla crisi che sta attraverso il settore olivicolo italiano, hanno permesso comunque di ragionare anche sulle possibili soluzioni da mettere in campo per superare questa situazione di stasi. Si è trattato di un confronto impegnativo e di grande utilità, nel quale si è potuti entrare nel merito delle questioni ragionando sì del passato e del presente, ma nella convinzione di poter gettare fin da oggi delle basi solide per il futuro. L auspicio è che occasioni come questa possano ripetersi sempre nella nostra città. Sul piano della produzione, l Italia risulta essere il secondo produttore di olio al mondo con 450mila tonnellate, dietro alla Spagna che di tonnellate ne produce oltre 1250. Ma la competitività dell olio italiano sul mercato mondiale è decisamente in crisi da alcuni anni a questa parte. Del resto, il nostro paese è rimasto sostanzialmente fermo alla quantità prodotta nel quinquennio 1990/1994, laddove invece la Spagna è passata, tra il 2009 e il 2013 ad un +122,7% della produzione rispetto al periodo 1990/1994. Senza considerare, peraltro, che nello stesso periodo paesi non tradizionalmente vocati alla produzione olivicola come la Nuova Zelanda, la Cina, l Argentina, il Sud Africa o il Cile hanno esteso la loro produzione nazionale, immettendosi nel mercato internazionale. Il 75% della produzione italiana arriva da tre regioni: Puglia (172mila tonnellate prodotte nel 2014), Calabria (106) e Sicilia (41). L Umbria si attesta al nono posto di questa classifica delle regioni, con solo 5mila tonnellate di olio prodotto, insieme a Basilicata, Molise e Liguria. Se ci spostiamo invece, sul piano dell import-export di olio, siamo secondi anche nell esportazione -sempre dietro alla Spagna- con una media 2014 di 369mila tonnellate di olio esportato, per
un valore di oltre 1200 milioni di euro. Ma siamo anche il primo paese importatore di olio, con 550mila tonnellate (pari, in valore, a 1160 milioni di euro). Parte dell olio che consumiamo arriva proprio dalla Spagna, che nel 2014 ci ha venduto quasi 560mila tonnellate di olio, seguita dalla Grecia (oltre 55mila tonnellate), dalla Tunisia (25mila) e dal Portogallo (20mila). Intanto il nostro olio si dirige, invece, verso gli Stati Uniti principalmente, che ne importano quasi il 29%, la Germania, la Francia e il Giappone. Se non cambia qualcosa, dunque, secondo gli esperti riunitisi a Spoleto, il futuro per i produttori olivicoli italiani e l intera filiera nazionale si prospetta ancora peggiore, con l aumento dell offerta quantitativa, ma anche qualitativa, da parte dei paesi concorrenti ed una conseguente, ulteriore perdita di quote di mercato per l Italia. Per scongiurare questa situazione si deve ricorrere, inevitabilmente ad una olivicoltura moderna, che si caratterizzi per elevata efficienza e costi di produzione inferiori a quelli attuali. In altri termini, è indispensabile che aumenti la produzione olivicola, attraverso una gestione innovativa e meccanizzata degli impianti, che valorizzi, peraltro, le tante cultivar italiane. Da un lato, dunque, un processo di intensificazione colturale che prevede, tra l altro, l aumento del numero di alberi ad ettaro e l impiego dell irrigazione. Dall altro, una riduzione dei costi che incidono di più sulla redditività degli oliveti, quali la raccolta e la potatura. La prima rappresenta, in media, il 29% del costo di produzione, arrivando anche al 49% se fatta manualmente o riducendosi al 22 se meccanizzata. Per la potatura la percentuale è del 29% del costo di produzione. E evidente l importanza di ridurre l incidenza di tali costi per aumentare la competitività della produzione italiana attraverso la meccanizzazione di queste fasi. Per la potatura, in particolare, come è stato evidenziato nell ambito del convegno di Spoleto, non esiste uno schema unico di potatura, che va personalizzata in base alle caratteristiche dell oliveto. Tuttavia, è appurato che una potatura minima o semplificata risponde all esigenza di assicurare una piena funzionalità delle chiome, di ridurre notevolmente i costi e di rispettare le norme in termini di sicurezza riducendo gli infortuni da caduta. Lo stesso dicasi per la raccolta che, meccanizzata, permette di ridurre il residuo in pianta e quindi, aumentare la resa dell impianto stesso. In questo modo, si possono ridurre i prezzi, pur mantenendo inalterato il livello qualitativo del prodotto, tornando così ad essere competitivi sul mercato internazionale. Tra le politiche concretamente da portare avanti, dunque, la costruzione di un valore differenziale del nostro olio di qualità dl campo alla bottiglia, investimenti in ricerca, innovazione e formazione, la razionalizzazione degli impianti e la sensibilizzazione sia della distribuzione che della ristorazione verso un nuovo modello di consumo di olio che favorisca le produzioni locali. Ben vengano anche appuntamenti specifici che promuovono le tipicità locali, permettendo al consumatore finale di conoscere meglio il prodotto e di essere più consapevole nel suo utilizzo. In tutto ciò, un ruolo fondamentale lo svolge il settore pubblico che, nella consapevolezza del valore strategico che il settore olivicolo ha per il nostro paese a livello internazionale, è chiamato a sostenerlo attraverso finanziamenti mirati e politiche di supporto. Il convegno di Spoleto, il primo di una serie di appuntamenti sul tema dell olivicoltura che saranno organizzati nella cittadina umbra dall Accademia, ha visto una partecipazione molto ampia e numerose occasioni di dibattito al termine di ciascuna sessione. Molte sono state le domande e i commenti ai diversi relatori, con interazioni frequenti anche al di fuori delle sessioni di lavoro. La formula organizzativa che ha previsto il coinvolgimento non solo di ricercatori del settore ma anche dei responsabili di associazioni di categoria, dirigenti del Mipaaf e imprenditori olivicoli -ha detto, al termine, il prof. Riccardo Gucci, presidente nazionale dell Accademia dell Olivo e dell Olio- si e rivelata vincente per fornire, attraverso i contributi di tutti gli intervenuti, un quadro ampio ed approfondito delle esigenze e delle priorità dei diversi segmenti della filiera.
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