Presidio Ospedaliero di Camposampiero Unità Operativa Autonoma CHIRURGIA GENERALE Direttore: Dott. E. Morpurgo Via P. Cosma, 1 35012 Camposampiero / Padova Segr. Tel. 049.932.44.22 D.H. Tel. 049.932.44.32 Fax 049.932.44.23 e-mail: chirurgia_csp@ulss15.pd.it FOGLIO INFORMATIVO TUMORI DEL POLMONE Gentile Signora/e, questo foglio illustrativo è stato realizzato per dare ai pazienti una serie di informazioni utili per affrontare con maggiore serenità l impegno che li aspetta. Un paziente ben informato, un colloquio approfondito ed esauriente con i medici che lo seguiranno sono parte integrante dell iter terapeutico. Nel caso le informazioni contenute in questo foglio informativo Le suscitino altre domande, non esiti a sottoporle al medico di riferimento. OGGETTO DELLA PROCEDURA I tumori del polmone si distinguono in primitivi (se originano direttamente nei polmoni) e in secondari (metastasi, cioè localizzazioni polmonari secondarie, a distanza, rispetto ad un tumore primitivo sviluppatosi in un altro organo). Il 95 % dei cancri al polmone origina dall'epitelio di bronchi, bronchioli e alveoli polmonari (epitelio = sottile strato interno di cellule che riveste tali strutture anatomiche proprie del polmone) e viene chiamato carcinoma broncògeno (ovvero originato dai bronchi). Nel restante 5 % dei casi l'origine può essere a livello di tessuti diversi che compongono il polmone, per esempio i tessuti nervoso ed endocrino (in questo caso si parla di carcinoide polmonare di origine neuroendocrina) o linfatico (in questo caso si tratta di un linfoma polmonare). Due tipi principali di tumore broncògeno possono svilupparsi nei polmoni a seconda dell'aspetto che le cellule presentano all'esame microscopico: il carcinoma polmonare non a piccole cellule e carcinoma polmonare a piccole cellule.
Il carcinoma polmonare non a piccole cellule è la forma più comune tra le due e generalmente si sviluppa e si diffonde più lentamente. Esistono tre forme maggiori di carcinoma polmonare non a piccole cellule, che prendono il nome dal tipo di cellula da cui il cancro si sviluppa: carcinoma a cellule squamose (detto anche carcinoma epidermoide), adenocarcinoma e carcinoma a grandi cellule. Il carcinoma polmonare a piccole cellule (Microcitoma), talvolta denominato carcinoma a cellule a chicco d'avena, è meno comune, cresce più rapidamente e presenta maggiori probabilità di propagarsi ad altri organi. Ogni forma di carcinoma polmonare si sviluppa e si diffonde in modo peculiare, necessitando pertanto di un trattamento specifico, anche combinato (Intervento chirurgico; Ablazione percutanea con radiofrequenza; Chemioterapia, Radioterapia; Terapia fotodinamica). Le metastasi polmonari possono essere riscontrate concomitantemente alla presenza di un tumore primitivo (colon, retto, stomaco, pancreas, mammella, fegato, ecc) o a distanza di tempo dall intervento di asportazione del tumore primitivo. I tumori polmonari rappresentano una malattia maligna, aggressiva, di un organo fondamentale e delicato per funzioni vitali; di contro le metastasi polmonari sono segno di malattia avanzata e sistemica insorta a distanza dal polmone. Gli interventi chirurgici eseguibili a seconda del tipo, delle dimensioni e della localizzazione del tumore possono variare da una RESEZIONE A CUNEO (o WEDGE RESECTION) (escissione di una piccola porzione di polmone), ad una LOBECTOMIA (asportazione di un intero lobo polmonare) con possibilità anche di allargamento ad un altro lobo contiguo (BI-LOBECTOMIA) o sua porzione (LOBECTOMIA ATIPICA), fino alla PNEUMONECTOMIA DESTRA O SINISTRA (asportazione completa di un polmone). MODALITA, TEMPI DI ESECUZIONE, EVENTUALI SINTOMI INDOTTI Gli interventi chirurgici sono eseguiti sempre in anestesia generale (con intubazione orotracheale per assicurare la respirazione ed esclusione del polmone sul quale si deve operare [cioè il polmone interessato dall intervento chirurgico viene posto a riposo]), o per via Toracotomica, cioè con l esecuzione di una incisione chirurgica classica di varia estensione a livello della parete toracica anteriore, antero-laterale o postero-laterale a livello del IV, V o VI spazio intercostale, o per via Toracoscopica (generalmente riservata alle resezioni cuneiformi), ovvero mediante 3-4 piccole incisioni di circa 0.5-1,5 cm sulla parete toracica attraverso le quali si fanno passare un ottica collegata ad una telecamera ed gli strumenti chirurgici necessari per l esecuzione dell intervento e da cui si estrae il pezzo operatorio. L approccio toracoscopico deve sempre contemplare la possibilità di convertire la procedura dalla tecnica toracoscopica a quella toracotomica in itinere per qualsiasi motivo precluda o renda rischioso portare a termine l intervento. L approccio toracotomico può necessitare dell asportazione di una costa o di una sua semplice sezione per migliorare la visibilità nel capo operatorio. In alcuni casi la tipologia di intervento può essere modificata, nell interesse del paziente, in relazione a particolari aspetti non riscontrati negli esami preoperatori, associando ad esempio eventuali resezioni di altre strutture anatomiche coinvolte dalla infiltrazione neoplastica (ad esempio parete toracica, coste, diaframma, pericardio, strutture vascolari ecc.) o da patologie concomitanti. Il difetto di sostanza viene riparato con punti di sutura, lembi muscolari o materiale protesico. Dalla resezione delle specifiche strutture anatomiche
possono residuare anche esiti permanenti (estetici e/o funzionali) più o meno invalidanti. I tempi delle procedure sono variabili ma solitamente durano diverse ore (1-5 h circa). Al risveglio terminate le procedure chirurgiche al paziente saranno già stati posti in sede il catetere vescicale e dei tubi di drenaggio toracici collegati ad un serbatoio con valvola ad acqua; questi presidi verranno rimossi giorni dopo l intervento. L alimentazione verrà ripresa precocemente (I-II giornata post-operatoria). Il periodo postoperatorio sarà caratterizzato dalla presenza di una sintomatologia dolorosa che verrà controllata farmacologicamente. RISCHI E COMPLICANZE E comprensibile che, come tutte le procedure chirurgiche, tali interventi portino con sé un rischio intrinseco, legato all intervento stesso e/o alla presenza di varianti anatomiche intratoraciche non prevedibili preoperatoriamente e/o di patologie concomitanti. Si puntualizza, inoltre, che le complicanze esplicitate in questo foglio informativo, logicamente, rappresentano solamente una parte di tutte le problematiche che ogni singolo paziente potenzialmente può sviluppare come conseguenza della malattia da trattare, delle patologie concomitanti, della/e procedure chirurgiche e della sua situazione clinica al momento del ricovero. Le possibili principali e più frequenti complicanze sono: emorragie: il tessuto polmonare ed i vasi polmonari sono molto delicati e l emostasi in alcune situazioni patologiche può risultare difficile. In queste circostanze si possono avere importanti perdite di sangue che possono richiedere emotrasfusioni sia nel corso dell intervento sia nel postoperatorio. In alcuni casi quando, dopo l intervento, queste emorragie non si arrestano con la terapia medica, può rendersi necessario un reintervento; lesioni di organi/strutture vicini (pericardio, cuore, grandi vasi arteriosi e venosi, esofago, trachea, ecc) che, se riconosciuti durante l intervento, possono essere riparate. Se esse invece si evidenziano nel postoperatorio possono necessitare in un reintervento; fistole broncho-pleuriche possono essere la conseguenza della caduta di un escara o di un punto dalla trancia di sezione del bronco. Nella gran parte dei casi l aria che fuoriesce nel cavo pleurico viene drenata all esterno dai drenaggi posti durante l intervento. In caso di fistole di portata importante, può rendersi necessario un reintervento per il trattamento della fistola; lesioni nervose (n. vago, n. frenico, n. ricorrente, nn. del plesso brachiale) che possono esitare paralisi transitorie e/o definitive delle strutture innervate; insufficienza respiratoria: dopo una resezione estesa la funzione polmonare può risultare insufficiente e richiedere assistenza respiratoria intensiva per svariati giorni con recupero finale anche parziale: complicanze settiche: infezioni polmonari, pleuriche e/o sistemiche; atelettasia polmonare ovvero mancata riespansione di porzioni più o meno vaste di polmone che possono dar luogo ad infezioni pleuro-polmonari e/o insufficienza respiratoria; pneumotorace (esclusivamente per l ablazione a radiofrequenza); fistole artero-venose; possibile recidiva e/o progressione di malattia anche a distanza di tempo; infezione di ferita;
persistenza di dolore toracico post-operatorio; cicatrice deturpante; insorgenza di trombosi venose profonde ed eventuali embolie polmonari. INDICAZIONI E VANTAGGI La terapia chirurgica costituisce il cardine del trattamento della maggior parte delle neoplasie polmonari primitive. La tecnica chirurgica consente di arginare l'avanzamento loco-regionale della patologia neoplastica e di prevenirne una eventuale disseminazione sistemica correlatamente alla precocità della diagnosi e alla possibilità dell'attuazione di ulteriori metodiche terapeutiche in abbinamento alla chirurgia, eventualmente indicate (p.e. chemioterapia). La chirurgia nel trattamento delle metastasi polmonari, pur con ruoli, significati e valori diversi a seconda del tumore primitivo, è in grado di garantire l asportazione delle porzioni di polmone malato, contribuendo al controllo della malattia neoplastica di base. CONSEGUENZE DI UN EVENTUALE RIFIUTO Le conseguenze di un eventuale rifiuto consistono nella progressione della patologia neoplastica primitiva, nei casi curabili, che può assumere un carattere sistemico pregiudicando notevolmente la prognosi del paziente, come nel caso di disseminazione metastatica. In caso di trattamento delle metastasi un rifiuto può escludere un importante opzione terapeutica nel controllo locale e sistemico della malattia di base. LE EVENTUALI VARIAZIONI NEL CORSO DELLA PROCEDURA Presentandosi la necessità di salvare da un pericolo imminente e non altrimenti evitabile o da un danno grave alla persona, o se si constatassero difficoltà ad eseguire l'intervento chirurgico, con la tecnica proposta, verranno poste in atto tutte le pratiche che i sanitari curanti riterranno idonee a scongiurare o limitare tale pericolo e, comunque, a portare a termine l'intervento chirurgico nella migliore sicurezza, ove necessario, anche modificando il programma terapeutico. ATTIVITA DELLA NOSTRA UNITA OPERATIVA La nostra Divisione di Chirurgia Generale esegue circa 10 interventi di chirurgia toracica maggiore (Lobectomie, pneumonectomie) e circa 35 interventi di chirurgia polmonare minore (resezioni cuneiformi, drenaggi tocacici, ecc) all anno.. Note aggiuntive:
Nome e Cognome del Paziente Nato il Data/ora consegna Consegnato da