TAVOLO MILANO È SICUREZZA Presenta le tre proposte principali emerse al tuo tavolo, specifica le modalità e i tempi di realizzazione e dai un titolo ai progetti. Sicurezza vuol dire bellezza, benessere, qualità della vita e delle relazioni. La sicurezza è un aspetto del welfare, un diritto di cittadinanza che già oggi Milano garantisce e che vuole garantire sempre meglio, individuando anzitutto le buone prassi già in atto, promuovendole e comunicandole efficacemente. TITOLO: Promuovere civismo e coesione sociale Bisogna istituire in ogni municipalità/zona una Consulta della Sicurezza (cfr quelle istituite in zona 4 e in zona 9), in cui far incontrare sul territorio (esigenza di prossimità), in luoghi itineranti istituzionali (saloni comuni, saloni civici, parrocchie, centri anziani, scuole), la domanda di sicurezza (anche sotto forma di segnalazione) e l'insieme dei referenti chiamati a darvi risposta (Consiglio di Zona, Polizia locale, Polizia di Stato, Carabinieri). Tenuto conto che spesso la sicurezza percepita dipende anche da situazioni di conflitto, rispetto alle quali i cittadini si sentono sguarniti o indifesi, la Consulta della Sicurezza deve essere anche il luogo in cui tali situazioni di conflitto possano venir prese in carico e gli attori coinvolti imparare a leggerle, ricreando così coesione sociale nell ottica di una cittadinanza inclusiva. Pur essendo in grado di dare una pronta risposta, la Consulta della Sicurezza deve
tuttavia offrire una presenza costante e non solo emergenziale: perciò bisogna programmarne gli interventi garantendo una periodicità, in una prospettiva di offerta di sicurezza e non di intervento legato esclusivamente ad una domanda, e quindi ad una situazione attuale di criticità, questo anche in un'ottica di prevenzione. Nella Consulta sarebbe opportuno coinvolgere, oltre alla cittadinanza tutta: comitati, consigli d'istituto, enti esterni (per es. Aler, MM, ASL, soggetti da coinvolgere a seconda delle realtà di quartiere), in modo tale che sia garantita la più ampia partecipazione e condivisione (ovviamente se vi sono conflitti attivi vanno coinvolte le parti in conflitto). Bisogna stimolare un incremento del controllo sociale del territorio e degli spazi, in ottica comunitaria. In particolare, nel contesto dell edilizia residenziale pubblica, bisogna puntare a questo obiettivo mediante la promozione di comitati di gestione riconosciuti (composti da condomini; già attivi in alcune zone) cui sono affidati piccoli lavori di manutenzione ordinaria, il verde condominiale, possibilmente dei fondi, e soprattutto il portierato. Nell ambito delle case popolari, e in connessione con i comitati di gestione, bisognerebbe inoltre diffondere la figura del custode sociale, vero e proprio interfaccia fra condomini e servizi sociali, formato per gestire i conflitti e per cogliere e segnalare le situazioni di disagio, attivando le procedure adeguate. Bisogna rendere le municipalità/zone sempre più capaci di ascolto e risposta, per questo bisogna estendere a tutti i Consigli di Zona la prassi delle commissioni itineranti, che si riuniscono là dove si trovano le criticità. Bisogna mettere in atto iniziative volte alla prevenzione, creando o favorendo spazi di aggregazione, anche mediante l apertura di scuole e biblioteche in orari pomeridiani e serali; favorendo, anche con interventi di fiscalità agevolata per la concessione di spazi, attività collegate alle realtà territoriali, in particolare iniziative (per es. feste, musica, sport ecc.) finalizzate alla riappropriazione di determinate aree (degradate o a rischio degrado); promuovendo la cultura della legalità nelle scuole (per es. stimolando le istituzioni a offrire proposte di integrazione significativa dei percorsi di Cittadinanza e Costituzione, con particolare attenzione alla conoscenza degli indicatori di presenza mafiosa e all abitudine alla denuncia dell'abuso; oppure attivando dei corsi aperti alla cittadinanza nell orario di apertura pomeridiana e
serale delle scuole); attivando azioni di prevenzione della devianza dei soggetti a rischio, adolescenti (per es. doposcuola, nelle scuole aperte in orario pomeridiano), adulti, in particolare ex-detenuti (mediante azioni di reinserimento sociale e lavorativo) e giovani immigrati. TITOLO: Potenziare i sistemi di sorveglianza e il presidio del territorio. Approntare un piano per il potenziamento dell illuminazione pubblica nelle zone degradate e/o periferiche (parte dei costi potrebbero essere posti a carico di uno sponsor); Estendere il sistema di videosorveglianza, sul modello di via Gola, progressivamente in tutta la città, partendo dalle aree più a rischio, sia su strada (fornendo le telecamere di un sistema di riconoscimento automatico delle targhe ricercate, come già accade a Brugherio, e dotando ogni municipalità/zona di una telecamera mobile), sia all interno dei caseggiati popolari; aumentare la presenza e la visibilità delle Forze dell'ordine sul territorio, specialmente nei punti più "caldi" e nei mezzi pubblici, con particolare riferimento alla Polizia locale, che deve curare maggiormente il monitoraggio delle strade, sanzionando prontamente gli abusi e, all interno di essa, ai vigili di quartiere, che, nel loro ruolo di monitoraggio di un preciso territorio, non devono essere solo collettori di richieste ed esigenze, ma anche erogatori di risposte e in grado di fare rete tra istituzioni e realtà territoriali decentrate del quartiere/municipalità/città; attivare il protocollo WhatsApp anche per le relazioni tra cittadini e Comune, con l obiettivo di segnalare scippi e borseggi sui mezzi pubblici. TITOLO: Lavorare insieme: esercenti e istituzioni. Bisogna favorire la pubblicazione di bandi volti a incentivare l adozione di sistemi di sicurezza, individuando strumenti di comunicazione che ne favoriscano la conoscenza tra i possibili soggetti beneficiari e definendo criteri di premialità per le aree soggette a maggior rischio criminalità, partendo, ad esempio, da ambiti territoriali già definiti,
come ad esempio i Distretti Urbani del Commercio localmente più decentrati; estendere ad altre aree urbane il Protocollo WhatsApp siglato da Comune e Confcommercio Milano che agevola e semplifica le relazioni tra esercenti e Polizia Locale, velocizzandone l intervento; individuare buone pratiche di presidio del territorio, in cui le Associazioni di categoria interagiscono e supportano le istituzioni (sul modello di iniziative già in essere, come nel caso dei mercati settimanali scoperti, tramite l impiego dei fiduciari di mercato e, nelle aree della movida, con l inserimento della figura dello stewart); pedonalizzare, in maniera ponderata e condivisa, aree commerciali che risulterebbero in tal modo favorite in termini di controllo del territorio; contro la desertificazione degli esercizi commerciali nei quartieri Aler stimolare l apertura di attività con funzione sociale, in collaborazione con CNA e Confesercenti Milano, per es. utilizzando bandi dell Unione Europea e Banca Etica. TITOLO: Vivere sempre più sicure. Promuovere e/o migliorare l'integrazione della Polizia locale con la Rete antiviolenza di Milano, coordinata dal Comune: realizzare una sistematica e diffusa formazione degli agenti di Polizia locale; individuare in ogni Comando di zona almeno un paio di referenti (meglio se donne) da formare in modo più approfondito, che siano punto di riferimento per i colleghi e collegamento con la rete antiviolenza; formare agenti di polizia locale al metodo di valutazione del rischio delle donne vittima di violenza Sara Plus (metodo adottato a livello nazionale), in modo che in ogni comando di zona vi siano le competenze necessarie; prevedere materiale informativo sulla Rete di Milano e sui Centri antiviolenza presso tutti i Comandi, sia manifesti che volantini.