CORSO DI BIOLOGIA ANATOMIA E MORFOLOGIA VEGETALE Dr. Nicola Olivieri

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Transcript:

FACOLTA DI BIOSCIENZE E TECNOLOGIE AGRO-ALIMENTARI E AMBIENTALI CORSO DI STUDI IN VITICOLTURA ED ENOLOGIA CORSO DI BIOLOGIA ANATOMIA E MORFOLOGIA VEGETALE Dr. Nicola Olivieri Lezione n.1 parte prima ARGOMENTO: ORGANISMI VEGETAL

Libri di testo Pasqua G., Abbate G., Forni C., Botanica generale e diversità vegetale, PICCIN, 2015 ISBN: 978-88-299-2718-0 altri testi Raven P.H., Johnson G., Mason K., Losos J., Singer S., Struttura e funzione delle piante, PICCIN, 2012 ISBN: 978-88-299-2211-6 Rinallo C., Botanica delle Piante Alimentari PICCIN, 2005 ISBN: 978-88-299-1767-9

Valutazione La valutazione avverrà tramite colloquio finale, è previsto lo svolgimento di un test di autovalutazione in itinere.

STRUTTURA E FUNZIONI DEGLI ORGANISMI VEGETALI

Il termine Botanica deriva dal greco antico βοτάνη, che aveva il significato di foraggio, erba e per estensione qualsiasi tipo di pianta.

L importanza delle piante in natura Amygdalus communis L.

Le piante sono indispensabili per tutti gli altri esseri viventi, uomo compreso. I vegetali, infatti, in quanto autotrofi sono gli unici organismi in grado di produrre cibo ed ossigeno a partire da composti elementari, utilizzando la luce solare come fonte energetica. Ma oltre a fornire la risorsa primaria di alimenti, le piante svolgono un ruolo ecologico fondamentale nella biosfera, regolando con i propri processi biologici l'equilibrio di importanti fenomeni che stanno alla base della vita

Le piante sono indispensabili per tutti gli altri esseri viventi, uomo compreso. I vegetali, infatti, in quanto autotrofi sono gli unici organismi in grado di produrre cibo ed ossigeno a partire da composti elementari, utilizzando la luce solare come fonte energetica. Oltre a fornire la risorsa primaria di alimenti, le piante svolgono un ruolo ecologico fondamentale nella biosfera, regolando con i propri processi biologici l'equilibrio di importanti fenomeni che stanno alla base della vita

Le principali funzioni ecologiche delle piante: produzione di sostanza organica (produttori primari che stanno alla base della catena alimentare) ossigenazione dell aria modificazioni del microclima protezione del suolo caratterizzazione del paesaggio costituzione di habitat idonei alla vita degli animali

Da Pasqua et al.

In natura, le piante costituiscono per l'uomo un'enorme riserva di beni disponibili, immediatamente utilizzabili. Sin da tempi antichissimi, infatti, l'uomo ha usato prelevare dall'ambiente circostante materie prime e risorse spontanee da trasformare in valori d'uso: cibo, medicamenti, tessuti, utensili, attrezzi e oggetti di vario genere. Tali usanze sottolineano una forte dipendenza dalle piante per necessità fondamentali della vita quotidiana e per lo sviluppo economico-industriale, che ha svolto un ruolo fondamentale nell'evoluzione culturale della società umana.

Gli impieghi delle piante: piante alimentari (cereali, legumi ortaggi, frutti, foraggio, oli, zucchero) piante medicinali spezie ed erbe aromatiche piante da fibra (cotone, lino, juta, ecc.) piante da bevanda (tè, caffè, cacao, ecc.) piante coloranti piante da legname e carta piante da resina e gomme (es. caucciù) combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) e combustibili rinnovabili

AREE GEOGRAFICHE DI ORIGINE DELLE SPECIE VEGETALI COLTIVATE

TERRITORI DI ORIGINE DELLA VITICOLTURA

Hajji Firuz Tepe nel nord dell Iran (Azerbaigian iraniano) rappresenta il più antico sito archeologico che riveli testimonianze della produzione di vino in un periodo compreso tra il 5400 ed il 5000 a. C. Presso Hajji Firuz Tepe, nella parte nord occidentale dei Monti Zagros una missione archelogica dell Università della Pennsylvania ha rinvenuto in una antica cucina di un villaggio neolitico delle giare del volume di 9 litri contenenti residui di acido tartarico, tartrato di calcio e di resina di terebinto (Pistacia atlantica).

Hajji Firuz Tepe

LE PROVE CHE TRA IL 5400 ED IL 5000 a.c. VI ERA PRODUZIONE DI VINO L acido tartarico è presente in grande quantità solo nell uva ed in un ambiente calcareo tende ad originare tartrato di calcio. L aggiunta di resina di terebinto, che è solubile in una soluzione alcolica, serviva in parte ad inibire lo sviluppo di batteri (Acetobacter) che convertono il vino in aceto.

Ad Hajji Firuz Tepe vi è la prima testimonianza dell utilizzo di resine vegetali per sigillare le anfore contenenti il vino e forse per conservarlo Nell'antichità, le anfore in cui veniva conservato il vino dovevano essere sigillate perché il vino non venisse a contatto con l'aria ed allo scopo veniva utilizzata una resina vegetale come quella del terebinto (Pistacia atlantica, Pistacia terebinthus). Nell antica Grecia, in particolare in Attica, era molto utilizzata la resina del pino d'aleppo (Pinus halepensis), albero che si trova in grande abbondanza presso Atene. In seguito si iniziò ad aggiungere la resina al vino stesso, in modo da produrre una sorta di velo protettivo sulla superficie del mosto in fermentazione. La retsina divenne quindi così il vino di Atene per eccellenza.

DOVE E INIZIATA LA COLTURA DELLA VITE Hajji Firuz Tepe si trova in una zona dove era ed è diffusa Vitis vinifera L. subsp. sylvestris, la vite selvatica dalla quale si è originata la sottospecie coltivata Vitis vinifera L. subsp. sativa, come dimostrano i pollini fossili ritrovati presso il lago Urmia. La vite è stata domesticata probabilmente nell area situata a sud del Caucaso tra le attuali Georgia, Armenia, Azerbaigian ed Iran Settentrionale, in aree dove la piovosità raggiungeva almeno i 400 mm annui. Da quelle zone il vino prodotto arrivava in Mesopotamia tramite imbarcazioni che scendevano lungo i fiumi. Inizialmente nell area mesopotamica si produceva essenzialmente birra a partire dai cereali coltivati e solo successivamente si diffuse anche in queste zone la coltivazione della vite per la produzione di vino.

Antico mosaico romano di Caesarea di Mauretania (Cherchell Algeria) 1552-1306 a. C. Necropoli di Tebe

1552-1306 a. C. Necropoli di Tebe