LE TARIFFE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI E LA SPESA DELLE FAMIGLIE. UN ANALISI SUI PRINCIPALI COMUNI DEL PIEMONTE



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LE TARIFFE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI E LA SPESA DELLE FAMIGLIE. UN ANALISI SUI PRINCIPALI COMUNI DEL PIEMONTE Settembre 2009

LE TARIFFE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI E LA SPESA DELLE FAMIGLIE. UN ANALISI SUI PRINCIPALI COMUNI DEL PIEMONTE Settembre 2009 Rapporto realizzato dal gruppo di lavoro del progetto FORUM-SPL della Fondazione per l Ambiente Teobaldo Fenoglio - ONLUS (Coordinamento scientifico: Franco Becchis e Andrea Sbandati. Gruppo di lavoro: Vanna Tessore, Beatrice Alfonso, Daniele Russolillo, Fulvio Bersanetti). Il progetto è sostenuto da: Si ringrazia l Ufficio Studi di Unioncamere Piemonte e il responsabile il dott. Roberto Strocco per i dati forniti; i Comuni e i Gestori per la disponibilità nelle rilevazioni. Licenza di utilizzo e distribuzione Questo rapporto è pubblico e scaricabile gratuitamente presso il sito della Fondazione per l Ambiente www.fondazioneambiente.org Tutti i dati e le informazioni pubblicate all'interno di questo documento possono essere distribuite, trasmesse, ripubblicate o in altro modo utilizzate, in tutto o in parte, senza il preventivo consenso della Fondazione per l Ambiente, a condizione che tali utilizzazioni avvengano per finalità esclusivamente di uso personale, studio e ricerca. Per finalità differenti (es. commerciali, istituzionali, etc.) è necessario contattare la Fondazione per l Ambiente e fare richiesta scritta via email all indirizzo info@fondazioneambiente.org E sempre obbligatorio, per ogni utilizzazione e finalità, citare correttamente la fonte, riportando per esteso il nome del documento ed il mese ed anno di pubblicazione (riportati in copertina) e la dicitura Fondazione per l Ambiente www.fondazioneambiente.org impressa in caratteri ben visibili.

Sommario Presentazione... 5 Premessa... 6 Modalità di svolgimento del lavoro... 7 Prima fase: acquisizione delle fonti di riferimento utili per lo svolgimento del lavoro... 7 Seconda fase: acquisizione delle informazioni tariffarie... 7 Terza fase: calcolo del costo dei singoli servizi sulle famiglie... 10 Fonte: Autorità Energia Elettrica e Gas... 11 Quarta fase: analisi di impatto... 12 Il quadro della regolazione e i sistemi tariffari... 14 Servizio idrico integrato... 14 Gestione dei rifiuti urbani... 15 La vendita e distribuzione di gas naturale... 16 La vendita e distribuzione di energia elettrica... 17 Le tariffe... 19 Servizio idrico integrato... 19 Sistemi tariffari applicati... 19 Quota fissa... 19 Quota variabile acquedotto... 20 Scaglioni... 20 Quota variabile fognatura e depurazione... 20 Dinamica nel tempo... 23 Rifiuti solidi urbani... 26 Sistemi tariffari applicati... 26 Comuni che applicano la Tarsu... 26 Dinamica dei Comuni a TARSU... 28 Comuni passati a tariffa... 28 Dinamica della tariffa... 29 Erogazione di gas naturale... 32 Sistemi tariffari applicati... 32 Tariffe... 32 Dinamica tariffaria... 34 Erogazione di energia elettrica... 35 Sistemi tariffari applicati... 35 Tariffe... 35 Conclusioni... 37 Analisi delle tariffe... 37 La spesa delle famiglie... 39 La spesa delle famiglie per il servizio idrico... 39 La spesa delle famiglie per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti... 50 La spesa delle famiglie piemontesi per il gas per uso domestico... 60 La spesa complessiva e l impatto sui consumi... 69 3

Sommario delle tabelle... 81 Sommario delle figure... 83 Bibliografia... 85 4

Presentazione Il contributo ad un mercato con regole chiare e condivise è il principio che motiva il sostegno della Camera di commercio di Torino alla realizzazione di questo studio condotto dalla Fondazione per l Ambiente Teobaldo Fenoglio sulle tariffe dei servizi pubblici locali e sulla loro incidenza all interno dei bilanci familiari. La possibilità di usufruire di servizi, dall acqua potabile alla gestione dei rifiuti urbani, alla vendita e distribuzione di energia elettrica e di gas naturale, è uno degli elementi distintivi della vita nei paesi sviluppati economicamente. Non sempre però il cittadino è in grado di comprendere appieno complessità e regole economiche che sono alla base delle ben note bollette. Con l obiettivo di favorire la consapevolezza dei cittadini, la Camera di commercio di Torino ha ideato la collana Guide ai diritti, rivolta ai consumatori in cerca di informazioni chiare e trasparenti. Tra queste è presente una pubblicazione sulle tariffe dei servizi pubblici. La guida Dubbi sulle bollette? Vai sul sicuro, realizzata in collaborazione con la Fondazione per l Ambiente Teobaldo Fenoglio, spiega cosa c è veramente dentro e dietro ogni bolletta, analizzando, con un taglio divulgativo, i servizi in base a specifici parametri. La collana Guide ai diritti continua ad ampliarsi, con nuovi titoli e aggiornamenti. Per il 2010, sempre in collaborazione con la Fondazione Teobaldo Fenoglio, è previsto un focus dedicato al tema del teleriscaldamento nella città di Torino. Le Guide ai diritti, così come l attenta analisi condotta nelle pagine che seguono, sono tutte iniziative che vedono coinvolte sempre più istituzioni locali in un grande lavoro di sistema per raggiungere insieme l obiettivo di un consumatore più consapevole e di una politica sul territorio più attenta e informata. Camera di Commercio di Torino 5

Premessa Questo terzo rapporto contiene i dati relativi alle tariffe 2005-2008 di acqua, rifiuti e gas e quelle 2008 di energia elettrica, per le utenze domestiche nei capoluoghi di Provincia piemontesi ed in altri nove Comuni piemontesi scelti fra quelli con il maggior numero di abitanti. In analogia a quanto realizzato nei rapporti precedenti questa edizione contiene una analisi delle diverse tariffe ed articolazioni tariffarie, il calcolo della spesa media familiare per diverse tipologie di nuclei ed una analisi dell impatto sulla spesa e sul reddito delle fasce deboli. La realizzazione di un sistema di monitoraggio delle tariffe dei Servizi Pubblici Locali e del loro impatto sui bilanci delle famiglie consente di mettere a disposizione del sistema camerale e delle amministrazioni competenti una analisi ragionata delle tariffe applicate in Piemonte nei principali Servizi Pubblici Locali: servizio idrico integrato, gestione dei rifiuti urbani, distribuzione e vendita di gas metano, distribuzione e vendita di energia elettrica. Scopo del lavoro è quello di disporre di un set informativo analitico e approfondito sulla struttura e la dinamica delle tariffe dei Servizi Pubblici Locali, sulla loro relazione con il costo della vita e sull incidenza della spesa sui bilanci familiari. Si tratta di informazioni utili per gestire in modo consapevole il dibattito sui servizi pubblici, rendendo disponibili ai diversi attori (soggetti istituzionali, regolatori, aziende, consumatori) informazioni attendibili e definite con procedure e metodologie certificate. Il progetto consente al sistema camerale e alle amministrazioni competenti di svolgere in modo più informato i ruoli (informativo-promozionale, regolatorio e di moral suasion) che sono loro assegnati, dalle diverse normative, in relazione alle tariffe dei settori considerati, facendo fronte anche alle pressioni che provengono dalla attenzione crescente da parte dei media e delle associazioni dei consumatori. 6

Modalità di svolgimento del lavoro Prima fase: acquisizione delle fonti di riferimento utili per lo svolgimento del lavoro In questa fase sono state individuate ed analizzate tutte le fonti informative utili per lo svolgimento del lavoro, in particolar modo riferite alle tariffe dei diversi settori, ai consumi nei diversi settori, ai sistemi di regolazione, ai bilanci e ai consumi delle famiglie. In particolar modo sono state oggetto di consultazione e analisi le seguenti fonti: Autorità per l Energia Elettrica e il Gas; Comitato di Vigilanza sulle risorse idriche; Osservatorio Nazionale Rifiuti; CIPE - NARS; Ministero dell Economia e delle Finanze; ISTAT; Regione Piemonte; Associazioni di categoria nazionali e regionali; Centri di ricerca nazionali di settore; Pubblicazioni delle associazioni di consumatori. Tali fonti sono utili per le attività di analisi e confronto dei risultati raggiunti dal presente studio. Seconda fase: acquisizione delle informazioni tariffarie Per i settori acqua e rifiuti si sono acquisite le informazioni tariffarie dai gestori integrate da informazioni provenienti dai singoli Comuni e dai regolatori locali (ATO). Quanto ai settori del gas e dell energia elettrica si sono utilizzate le informazioni tariffarie relative alle condizioni per gli utenti che rimangono legati al gestore preesistente alla liberalizzazione, condizioni interamente regolate dall Autorità (condizioni di maggior tutela). Nel gas queste informazioni sono fornite dal soggetto di vendita legato al distributore locale, nel settore energia elettrica esiste una tariffa unica nazionale. 7

Tabella 1: I gestori dei servizi acqua e rifiuti Comune Servizio idrico Gestione rifiuti 1 Alessandria AMAG AMIU 2 Asti ASP ASP 3 Biella CORDAR SEAB 4 Cuneo ACDA CEC 5 Novara SIN ASSA 6 Torino SMAT AMIAT 7 Vercelli ATENA ATENA 8 Verbania SPV CONSERVCO 9 Alba ACQUAMBIENTE COMUNE (1) 10 Bra ACQUAMBIENTE COMUNE (1) 11 Casale AMC COMUNE (1) 12 Chieri SMAT CONSORZIO CHIERESE SERVIZI 13 Ivrea SMAT COMUNE (1) 14 Moncalieri SMAT COVAR 14 15 Novi Ligure GESTIONE ACQUA COMUNE (1) 16 Pinerolo ACEA ACEA 17 Rivoli SMAT COMUNE (1) (1) In alcuni casi i Comuni appaltano a privati parte del servizio Si sono acquisiti i dati tariffari relativi ai consumi domestici (prima casa) per gli anni 2005, 2006, 2007 e 2008. Si sono acquisiti i dati della tariffa domestica nei diversi settori, rilevando l intera batteria di valori per scaglione tariffario laddove esiste e distinguendo la componente fissa da quella variabile e da quella fiscale. I settori sono caratterizzati da normative tariffarie diverse. Nella vendita e distribuzione di gas le regole tariffarie sono definite dalla Autorità per l Energia Elettrica e il Gas ed applicate dai singoli gestori, con variazioni in parte trimestrali (materia prima), in parte annuali (distribuzione); il consumatore riceve la fattura da parte della società scelta per la vendita di gas, fattura che include anche i costi di distribuzione sostenuti dal distributore locale. L indagine verrà quindi condotta sulle società di vendita collegate alle società di distribuzione operanti nei diversi Comuni individuati e si riferisce alle condizioni di maggior tutela previste dalla Autorità per gli utenti che non optano per il regime di libero mercato. La struttura della tariffa è la seguente: quota fissa (distinta in fase di vendita e distribuzione); quota variabile (per scaglioni di consumo); imposta sui consumi ed addizionale regionale (per scaglioni di consumo); 8

IVA (con aliquota al 10% per consumi fino a 480 mc/anno e del 20% per consumi superiori). Il sistema tariffario in vigore prevede una differenziazione locale delle tariffe applicate, collegata agli investimenti e al potere calorifico del gas. Nella vendita e distribuzione di energia elettrica le regole tariffarie sono definite dalla Autorità per l Energia Elettrica e il Gas ed applicate dai singoli operatori, con variazioni trimestrali (materia prima) e annuali (distribuzione); il consumatore riceve la fattura da parte della società scelta per la vendita, fattura che include anche i costi di distribuzione sostenuti dal sistema di distribuzione ed altri oneri. L indagine fa riferimento alle condizioni di maggior tutela previste dalla Autorità per gli utenti che non optano per il regime di libero mercato. La struttura della tariffa è la seguente: quota fissa (distinta in fase di vendita e distribuzione); quota variabile (per scaglioni di consumo); imposta sui consumi ed addizionale comunale (per scaglioni di consumo); IVA (con aliquota al 10%). Nel settore idrico a partire dal 2008 tutti i Comuni oggetto dell indagine applicano il sistema tariffario definito dalle Autorità di Ambito negli affidamenti del servizio idrico integrato così come definito dal D. Lgs. 152/06. La struttura della tariffa è la seguente: quota fissa (in alcuni casi distinta fra fasi di acquedotto, fognatura e depurazione, in altri casi unica per tutto il servizio idrico integrato); quota variabile per scaglioni per il servizio acquedotto (agevolata, base, prima, seconda, terza eccedenza, etc.); quota variabile a scaglione unico nei servizi fognatura e depurazione; IVA (al 10%). Nella gestione dei rifiuti urbani esistono due sistemi tariffari: la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu) decisa e riscossa dai singoli Comuni e la tariffa per la gestione dei rifiuti (Tia) decisa dal Comune o dall ATO e riscossa dal gestore (o dal Comune). L indagine ha preso in esame il tipo di tariffazione adottata dal Comune nell anno oggetto dell indagine. Nel caso della Tarsu il calcolo è esclusivamente basato sulla superficie dell immobile occupato e sul coefficiente di produzione applicato dal Comune. Alla tassa non si applica l IVA, mentre si applica l ex addizionale ECA ed il tributo ambientale provinciale. La struttura della tariffa invece è la seguente: quota fissa (per numero di persone del nucleo familiare e superficie); 9

quota variabile (per numero di persone del nucleo familiare e superficie, o in alcuni casi numero di svuotamenti); IVA (al 10 %); tributo ambientale provinciale. Terza fase: calcolo del costo dei singoli servizi sulle famiglie Per definire la spesa media familiare nei diversi servizi occorre procedere ad alcune elaborazioni, caratterizzate dalla individuazione di alcuni scenari familiari medi. Si sono prese in considerazione famiglie composte da uno, tre e cinque componenti. La tabella seguente riporta la distribuzione delle tipologie di famiglie in Piemonte. Tabella 2: Distribuzione delle famiglie piemontesi per numero di componenti PROVINCE Numero di componenti 1 persona 2 persone 3 persone 4 persone 5 persone 6 o più persone Totale Torino 270.161 575.520 604.848 542.736 122.365 31.608 2.147.238 Vercelli 23.187 47.352 51.558 40.180 9.610 2.546 174.433 Biella 24.214 50.618 52.140 43.476 10.800 3.602 184.850 Verbano- Cusio-Ossola 20.597 39.178 44.535 40.876 9.920 2.581 157.687 Novara 39.849 83.960 99.195 88.764 21.875 6.242 339.885 Cuneo 69.889 133.310 143.103 145.268 43.050 15.239 549.859 Asti 27.338 54.442 57.180 48.732 13.330 4.566 205.588 Alessandria 61.619 113.886 122.868 87.384 21.055 6.337 413.149 Piemonte 536.854 1.098.266 1.175.427 1.037.416 252.005 72.721 4.172.689 Quanto alla definizione del valore di prodotto acquistato dalle famiglie si sono utilizzati i seguenti criteri. Gas: il consumo medio nazionale di gas per uso domestico (cucina e riscaldamento) è pari a 1400 metri cubi nell anno medio, per una famiglia media (circa 2,3 persone per nucleo familiare). Si tratta di un valore medio che fornisce indicazioni molto generiche per un caso di studio regionale. É infatti immaginabile che in Piemonte il consumo di gas sia maggiore della media nazionale. Va inoltre considerato che il consumo di gas è correlato alle temperature dell anno, dato che presenta una certa variabilità. Infine il consumo di gas non cresce linearmente con l aumento del numero dei componenti (una famiglia di quattro persone consuma il 56% in più di una famiglia di due), ma risente di altre variabili (come la superficie della abitazione, il suo volume, i coefficienti di dispersione termica, etc.). 10

Sulla base si alcuni dati nazionali e regionali si propone la seguente griglia: Tabella 3: Consumo medio di gas in Piemonte per numero dei componenti la famiglia Tipologia di famiglia Metri cubi/anno 1 componente 800 2 componenti 1300 3 componenti 1600 4 componenti 2000 5 componenti 2100 Energia elettrica: per la valutazione dei consumi medi delle diverse tipologie di famiglie si sono adottati i calcoli definiti dalla Autorità per l Energia Elettrica e il Gas. Tabella 4: Consumo medio di energia elettrica per numero dei componenti la famiglia Tipologia di famiglia kwh/anno 1 componente 1990 2 componenti 2590 3 componenti 2990 4 componenti 3990 5 componenti 4990 Fonte: Autorità Energia Elettrica e Gas Acqua: il dato di riferimento utilizzato è quello previsto dal decreto attuativo della Legge 36/94 in materia di standard di servizio, che indica un consumo medio standard di 150 litri ad abitante al giorno (55 metri cubi all anno). Anche nel caso del servizio idrico la crescita dei consumi non è lineare con l aumento del numero dei componenti della famiglia (un nucleo di quattro persone consuma il 66% in più di una famiglia di due). Si è pertanto utilizzato un coefficiente di correzione studiato in altri contesti del nord Italia. Tabella 5: Consumo medio di acqua per numero dei componenti la famiglia Tipologia di famiglia Metri cubi/anno 1 componente 55 2 componenti 100 3 componenti 130 4 componenti 166 5 componenti 200 Rifiuti: ai fini del calcolo della tassa o della tariffa dei rifiuti è rilevante la superficie occupata dalla famiglia. Tale dato varia molto da regione a regione. L ipotesi di lavoro per il Piemonte è la seguente: 11

Tabella 6: Superficie abitativa media per numero dei componenti la famiglia Tipologia di famiglia Superficie media abitazione (mq) 1 componente 75 2 componenti 88 3 componenti 95 4 componenti 100 5 componenti 105 In alcuni Comuni si sono utilizzati tecniche di calcolo diverse: nel Comune di Chieri, che adotta una tariffa variabile legata al numero degli svuotamenti, si sono acquisiti i dati del gestore relativi agli svuotamenti medi per tipologia di famiglia; nel Comune di Moncalieri si è proceduto al calcolo della tariffa utilizzando lo specifico software di calcolo fornito dal Comune stesso. Il presente rapporto contiene alcune modifiche della elaborazione dei dati relativi alla gestione dei rifiuti riferiti agli anni 2005-2007, dovuti al perfezionamento del sistema di calcolo. Per questo motivo i dati contenuti nel presente rapporto possono essere leggermente diversi da quelli contenuti nei rapporti precedenti. Quarta fase: analisi di impatto Sulla base dei risultati della seconda fase sono state elaborate simulazioni di impatto economico sui bilanci familiari. Si tratta di una operazione complessa in quanto non esistono dati aggiornati attendibili sui redditi per tipologia di famiglia, mentre l Istat aggiorna in modo analitico i dati sui consumi delle famiglie. A tal fine si è proceduto ad una doppia valutazione: l incidenza dell insieme delle tariffe dei Servizi Pubblici Locali sui consumi di una famiglia; l incidenza dell insieme delle tariffe dei Servizi Pubblici Locali sui redditi di una famiglia. Per individuare l impatto delle tariffe sui redditi bassi si è utilizzata la metodologia definita dall Istat per individuare le soglie di povertà, definita sulla base di una percentuale sui consumi medi di una famiglia. Il primo confronto è stato effettuato con i dati ed i risultati riscontrati in letteratura. Si è proceduto inoltre ad una analisi di dinamica intertemporale, provvedendo a confrontare il dato con la dinamica dei prezzi e dell inflazione e verificando se le dinamiche tariffarie reali siano o meno in linea con i tassi di incremento del costo della vita. Si sono fatti, infine, confronti fra le diverse realtà analizzate per verificare se esistano differenziali locali rilevanti e se possano essere riconducibili a fattori oggettivi (densità, temperatura, etc.). 12

Al termine del lavoro sarà possibile integrare i risultati dello studio, con altri dati elaborati in modo analogo a livello nazionale. 13

Il quadro della regolazione e i sistemi tariffari Servizio idrico integrato Il settore idrico è interessato in Piemonte, come nel resto dell Italia, dal graduale passaggio da gestioni comunali a gestioni a scala di Ambito, così come previsto dalla Legge 36/94 (Legge Galli), oggi modificata e inglobata nel D. Lgs. 152/06 (Codice dell Ambiente), con il conseguente passaggio da un sistema tariffario (regolato dal CIPE) al sistema tariffario regolato ancora oggi dal D.M. 1 agosto 2006, in attesa del nuovo regolamento previsto dal D. Lgs. 152/06. Nel corso del 2008 tutti i Comuni presi in esame dallo studio sono passati al nuovo metodo tariffario (tabella 7). Tabella 7: Metodi tariffari utilizzati Comuni 2005 2006 2007 2008 Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Alba Bra Casale Chieri Ivrea Moncalieri Novi Pinerolo Rivoli CIPE Metodo Normalizzato Nel settore idrico la tariffa (volume dei ricavi tariffari autorizzati al gestore) è definita ed approvata dall Autorità di Ambito e collegata al Piano di Ambito. La dinamica tariffaria nel tempo è quindi predefinita dal Piano di Ambito al momento dell affidamento, e può subire modifiche nel quadro dei processi di revisione periodica (annuale o triennale). Il Metodo tariffario prevede un tetto massimo agli incrementi tariffari annui, mediamente fissato al 5% rispetto all anno precedente. L articolazione tariffaria prevede una quota fissa e una quota variabile per la parte acquedotto legata a scaglioni di consumo, con incrementi del costo a metro cubo all aumentare dei consumi (scaglioni a blocchi crescenti). Per la parte fognatura e depurazione la quota variabile è applicata al totale del consumo, senza scaglioni (scaglione unico). É sempre compito dell Autorità di Ambito definire il valore delle quote fisse e variabili e la dimensione degli scaglioni. L IVA sul totale del valore tariffario è pari al 10%. 14

Gestione dei rifiuti urbani Il settore della gestione dei rifiuti urbani è interessato in Piemonte, come nel resto dell Italia, dal graduale passaggio da tassa a tariffa, così come previsto dalla D. Lgs. 22/97 (Decreto Ronchi), oggi modificata e inglobata nel D. Lgs. 152/06 (Codice dell Ambiente). Il passaggio da tassa a tariffa è stato caratterizzato negli anni da continui rinvii e incertezze normative. Negli ultimi anni le leggi finanziarie annuali hanno di fatto congelato la situazione dei singoli Comuni, i quali hanno conservato la modalità di pagamento adottata. Per questo ancora oggi, a dieci anni dalla Legge istitutiva della Tariffa, solo una parte dei Comuni ha adottato questo nuovo strumento di remunerazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Per questa ragione il sistema di pagamento nelle città piemontesi è riconducibile a due tipologie diverse; in alcuni casi nel corso del periodo preso in esame si è passati da un regime tariffario all altro. Trattandosi di sistemi tariffari molto diversi fra di loro, questo aspetto deve essere tenuto in grande considerazione nella analisi dei risultati dello studio e nei confronti fra città e città e fra anno e anno. La Tarsu, infatti, non prevede necessariamente la copertura dei costi del servizio, né prevede la remunerazione del capitale investito sugli investimenti realizzati. Il Metodo Normalizzato, definito con il D.M. 158/99, prevede invece la totale copertura dei costi, una definita remunerazione del capitale investito e una forte spinta agli investimenti. Nel periodo preso in esame (2005-2008) undici Comuni hanno conservato la Tarsu, mentre quattro (Alessandria, Asti, Biella e Chieri) hanno sempre utilizzato il Metodo Normalizzato previsto dal D.M. 158/99; altri due (Moncalieri e Verbania), infine, sono passati nel periodo in esame da tassa a tariffa nel 2006 (tabella 8). Tabella 8: Metodi tariffari adottati Comune 2005 2006 2007 2008 Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Alba Bra Casale Chieri Ivrea Moncalieri Novi Pinerolo Rivoli Tarsu Tariffa 15

Nel settore dei rifiuti la tassa è definita, approvata e riscossa dal singolo Comune annualmente. Non esistono criteri tariffari veri e propri per la determinazione della Tarsu e non esistono tetti al suo incremento negli anni. Per le utenze domestiche il Comune approva una tariffa al metro quadro che viene applicata alla superficie della abitazione. Sulla Tarsu non si applica l IVA, ma si applica il tributo ambientale provinciale nella misura massima del 5% sul totale del costo della Tarsu. In genere le utenze singole (una sola persona) beneficiano di agevolazioni. In alcuni casi le agevolazioni si applicano sulla base del reddito a tutte le tipologie di famiglie. L applicazione della Tariffa è più complessa: essa è determinata dal Comune o dall ATO ed è riscossa dal gestore del servizio (in alcuni casi dallo stesso Comune). L articolazione tariffaria prevede una quota fissa e una quota variabile. La quota fissa varia a seconda del numero dei componenti il nucleo familiare ed è definita in Euro all anno. La quota variabile è sempre legata al numero dei componenti del nucleo familiare e può essere legata al quantitativo, stimato in modo parametrico, di rifiuti prodotti o ad altre variabili (ad esempio il numero di svuotamenti dei contenitori). L IVA sul totale del valore tariffario è pari al 10%. Anche nel caso della tariffa si applica il tributo ambientale provinciale nella misura massima del 5% sul totale del costo della tariffa. La vendita e distribuzione di gas naturale La regolazione tariffaria del servizio di vendita e distribuzione di gas naturale dipende dalla struttura regolatoria del settore, nel quale la domanda opera in regime di completa liberalizzazione ma allo stesso tempo si applica un meccanismo tariffario - messo a punto dall Autorità per l Energia Elettrica ed il Gas - che ne consente un estesa tutela (condizioni di maggior tutela). Le tariffe del gas sono aggiornate dalla Autorità ogni trimestre, per quanto riguarda la componente materia prima, ed annualmente per quanto riguarda le altre componenti. La tariffa del gas prevede una quota fissa ed una quota variabile. La quota fissa: è da pagare a prescindere dai consumi per la parte relativa al periodo di riferimento (una bolletta trimestrale addebiterà un quarto della quota fissa annua); è divisa in quota fissa della tariffa di distribuzione e quota fissa della tariffa di vendita; il suo valore è stabilito all inizio di ogni anno termico (1 ottobre) e rimane invariata per i dodici mesi successivi. La quota variabile comprende: una componente pari alla quota variabile della tariffa di distribuzione (espressa in /mc); una per il servizio di trasporto sulla rete nazionale; 16

una per il servizio di stoccaggio; una per la commercializzazione all ingrosso; una per la vendita al dettaglio. Il valore della quota variabile è articolato in scaglioni di consumo annuo limitatamente alla tariffa di distribuzione, per le altre componenti tariffarie la parte variabile si applica al totale dei consumi, con scaglione unico. Il primo scaglione è il più basso, il secondo è il più alto, gli scaglioni successivi decrescono. Il valore della quota variabile relativa al costo della materia prima può aumentare o diminuire ogni tre mesi in base ad un meccanismo di indicizzazione stabilito dall Autorità sulla base dell andamento dei prezzi internazionali di alcuni combustibili. Esiste un certo grado di differenziazione delle tariffe ascrivibile in particolare alla componente tariffaria della distribuzione. L articolazione 1 di queste tariffe è infatti basata su ambiti territoriali, dando così origine ad una elevata frammentazione, con circa 2150 strutture tariffarie applicate da oltre 500 imprese nei quasi 6800 Comuni. La forte variabilità è dovuta alla metodologia di calcolo dei ricavi riconosciuti: il fatto che essi siano funzione del numero di utenti e della lunghezza della rete ha comportato che siano state individuate tariffe diverse anche per clienti con profili di prelievo simili, serviti dalla stessa impresa ma in ambiti differenti. La componente fiscale della fattura del gas è particolarmente complessa ed incide in modo consistente sulla spesa globale. Sul valore del calcolo tariffario si applica l imposta di consumo e l addizionale regionale, che vengono calcolate sulla base di quattro scaglioni di consumo. Al totale del costo tariffario e di questa prima componente fiscale si applica l IVA, con una aliquota del 10% fino a 480 mc di consumo annuo e del 20% per i consumi superiori. La vendita e distribuzione di energia elettrica La regolazione tariffaria del servizio di vendita e distribuzione di energia elettrica dipende dalla struttura regolatoria del settore, nel quale la domanda opera in regime di completa liberalizzazione ma allo stesso tempo si applica un meccanismo tariffario - messo a punto dall Autorità per l Energia Elettrica ed il Gas - che ne consente una estesa tutela (condizioni di maggior tutela). Le tariffe dell energia elettrica sono aggiornate dalla Autorità ogni trimestre, per quanto riguarda la componente materia prima, ed annualmente per quanto riguarda le altre componenti. La tariffa dell energia elettrica prevede una quota fissa ed una quota variabile. La quota fissa: 1 Cfr. Medio Credito Centrale, Lucky Town Il sistema delle local utilities in Italia, gennaio 2005. 17

è da pagare a prescindere dai consumi per la parte relativa al periodo di riferimento (una bolletta trimestrale addebiterà un quarto della quota fissa annua); è divisa in corrispettivo di potenza (legato alla potenza installata del contratto) e corrispettivo fisso (unica per ogni utente); il suo valore è stabilito all inizio di ogni anno termico (1 ottobre) e rimane invariata per i dodici mesi successivi. La quota variabile comprende: una componente pari alla quota variabile della tariffa di distribuzione (espressa in /kwh); una per il servizio di trasporto sulla rete nazionale; una per la commercializzazione all ingrosso; una per la vendita al dettaglio. Il valore della quota variabile è articolato in scaglioni di consumo annuo limitatamente alla tariffa di distribuzione, per le altre componenti tariffarie la parte variabile si applica al totale dei consumi, con scaglione unico. Il primo scaglione è il più basso, il secondo è il più alto, gli scaglioni successivi decrescono. Il valore della quota variabile relativa al costo della materia prima può aumentare o diminuire ogni tre mesi in base ad un meccanismo di indicizzazione stabilito dall Autorità sulla base dell andamento dei prezzi internazionali di alcuni combustibili. Nel settore dell energia elettrica esiste una tariffa unica nazionale, per cui non esistono differenze tariffarie nei diversi ambiti o Comuni. La componente fiscale della fattura dell energia elettrica prevede l imposta erariale e l addizionale comunale, che vengono calcolate sulla base di uno scaglione unico eccedente un consumo di 1800 kwh/anno. Al totale del costo tariffario e di questa prima componente fiscale si applica l IVA, con una aliquota del 10%. 18

Le tariffe Servizio idrico integrato Sistemi tariffari applicati Nel 2008 tutti i diciassette Comuni analizzati hanno applicato le tariffe previste dal Metodo Normalizzato. I diversi Comuni presentano strutture tariffarie diverse, omogenee solo (ed in parte) a livello dei singoli ATO o sub ATO (quindi di solito a livello dei singoli gestori). Quota fissa Il calcolo della quota fissa della tariffa viene effettuato in alcuni casi distinguendo i tre servizi (acquedotto, fognatura e depurazione), in altri casi con un valore unico per l intero servizio idrico integrato. I valori applicati sono diversi e variano, nel complesso dei tre servizi, da un minimo di 10 ad un massimo di 24 Euro all anno (tabella 9). Tabella 9: Valore della quota fissa nel 2008 Comune Euro/anno Alessandria 24,00 Asti 22,00 Biella 24,00 Cuneo 24,00 Novara 19,07 Torino 12,00 Verbania 23,32 Vercelli 18,00 Alba 24,00 Bra 24,00 Casale 10,00 Chieri 12,00 Ivrea 12,00 Moncalieri 12,00 Novi 24,00 Pinerolo 12,00 Rivoli 12,00 Il valore della quota fissa tende a rimanere stabile negli anni presi in esame per la maggior parte dei Comuni. In alcuni casi la quota fissa è stata adeguata nel 2008 (tabella 10). 19

Tabella 10: Dinamica della quota fissa (euro/anno/utente) Comune 2004 2005 2006 2007 2008 Alessandria 24,00 24,00 24,00 24,00 24,00 Asti 22,00 22,00 22,00 22,00 22,00 Biella 24,00 24,00 24,00 24,00 24,00 Cuneo 6,78 6,78 6,78 6,78 24,00 Novara 4,54 4,54 4,54 18,60 19,07 Torino 12,00 12,00 12,00 12,00 12,00 Verbania 2,79 2,79 2,79 22,12 23,32 Vercelli 20,00 14,00 14,00 16,00 18,00 Alba 8,37 8,37 24,00 24,00 Bra 8,37 8,37 24,00 24,00 Casale 8,00 8,50 9,00 10,00 Chieri 12,00 12,00 12,00 12,00 Ivrea - 12,00 12,00 12,00 Moncalieri 12,00 12,00 12,00 12,00 Novi 24,00 24,00 24,00 24,00 Pinerolo 12,19 12,00 12,00 12,00 Rivoli 12,00 12,00 12,00 12,00 Quota variabile acquedotto Nella maggior parte dei casi viene utilizzata un articolazione tariffaria a blocchi crescenti per il servizio acquedotto ed un articolazione a scaglione fisso (flat) per i servizi di fognatura e depurazione. In alcune città (Alessandria e Novi Ligure) si è adottata un articolazione a blocchi crescenti in tutti i tre servizi. In un solo Comune (Biella) si è utilizzata una tariffa flat anche per il servizio acquedotto. Nel servizio acquedotto il valore della quota variabile nel 2008 nei diversi scaglioni è molto diversificato nei vari Comuni e tende ad essere omogeneo per Comuni gestiti dallo stesso operatore (tabella 11). I regolatori locali adottano scelte molto diverse in materia di articolazione tariffaria, utilizzando l elasticità consentita in questa parte della politica tariffaria per raggiungere obiettivi di politica sociale (scaglione a tariffa agevolata con tariffe molto inferiori alle tariffa media) ed obiettivi di politica ambientale (scaglioni di massima eccedenza con tariffe molto superiori alla tariffa media, finalizzati a scoraggiare gli sprechi). La figura 1 indica il rapporto fra il primo scaglione e l ultimo; come si nota in alcuni casi la distanza è contenuta, in altri è molto accentuata. Ne deriva un maggiore o minor sussidio interno agli utenti. Scaglioni La variabilità di scelte fra i vari Comuni riguarda anche la dimensione dei diversi scaglioni di consumo (tabella 12) anche se in modo meno evidente. Lo scaglione agevolato varia fra 0-50 e 0-150 metri cubi, lo scaglione di base varia fra 50 e 160, la prima eccedenza varia fra 100 e 250. Quota variabile fognatura e depurazione A parte i sistemi in cui la quota variabile di fognatura e depurazione è unificata a quella dell acquedotto, in alcuni casi viene distinta la quota 20

variabile del servizio depurazione da quella del servizio fognatura, in altri casi esiste una quota variabile unica per questi due servizi (tabella 13). La quota fognatura varia da 0,08 euro a metro cubo (Cuneo) a 0,14, quella depurazione da 0,27 a 0,37. Nell insieme le due quote variano da 0,36 a 0,51 euro a metro cubo, presentando una variabilità molto più contenuta di quella relativa alla quota variabile dell acquedotto. 21

Tabella 11: Articolazione tariffaria 2008 (Euro/mc) Alessandria (1) Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Alba (2) Bra (2) Casale Chieri Ivrea Moncalieri Novi (1) Pinerolo Rivoli Tariffa agevolata 0,58 0,40 0,61 0,10 0,22 0,20 0,39 0,67 0,10 0,25 0,34 0,22 0,22 0,22 0,58 0,22 0,22 Tariffa base 1,00 0,78 0,61 0,30 0,50 0,59 0,83 0,25 0,50 0,86 0,54 0,54 0,54 1,00 0,54 0,54 Primo scaglione 1,27 1,14 0,61 0,50 0,42 0,65 0,75 0,85 0,40 0,75 1,32 0,71 0,71 0,71 1,27 0,71 0,71 Secondo scaglione 1,68 1,50 0,61 1,25 0,58 1,11 0,91 0,97 1,35 1,35 1,48 1,20 1,20 1,20 1,68 1,20 1,20 (1) include la tariffa di fognatura e depurazione; (2) si riferisce al secondo semestre. Scaglioni Tabella 12: Articolazione tariffaria 2008 (mc) Alessandria Asti Biella (1) Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Alba Bra Casale Chieri Ivrea Moncalieri Novi Pinerolo Rivoli Agevolata 0-60 0-50 0-60 0-150 0-85 0-150 0-50 0-60 0-60 0-70 0-85 0-85 0-85 0-60 0-85 85 Base 61-150 51-100 81-180 86-152 51-100 61-120 61-120 71-150 86-152 86-152 86-152 61-150 86-152 86-152 Primo scaglione 151-240 101-151 181-220 151-250 153-228 151-250 101-150 121-180 121-180 151-200 153-228 153-228 153-228 151-240 153-228 153-228 Secondo scaglione oltre 240 151-200 321-oltre 251-350 229-304 251-350 151-200 180-oltre 181-oltre 200-oltre 229-304 229-304 229-304 oltre 240 229-304 229-304 (1) la tariffa è flat Tabella 13: Quota variabile fognatura e depurazione 2008 (Euro/mc) Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Alba Bra Casale Chieri Ivrea Moncalieri Novi Pinerolo Rivoli Quota variabile fognatura 0,11 0,09 0,15 0,15 0,15 0,11 0,11 0,15 0,15 0,15 0,15 0,15 Quota variabile depurazione 0,32 0,27 0,39 0,40 0,39 0,31 0,31 0,40 0,40 0,40 0,40 0,40 Totale Fognatura +Depurazione 0,43 0,67 0,36 0,54 0,55 0,54 0,53 0,42 0,42 0,47 0,55 0,55 0,55 0,55 0,55 22

Figura 1: Rapporto fra scaglione agevolato e scaglione massimo Dinamica nel tempo Le tariffe di tutti i Comuni tendono prevalentemente ad aumentare nel tempo, sulla base delle previsioni del Piano di Ambito e delle conseguenti decisioni tariffarie. Questo vale sia per il servizio acquedotto (tabella 14, figura 2) che per il servizio fognatura e depurazione (tabella 15, figura 3). Tabella 14: Dinamica della tariffa dello scaglione di prima eccedenza Comune 2005 2006 2007 2008 Asti 0,98 1,02 1,02 1,14 Cuneo 0,22 0,22 0,22 0,50 Novara 0,32 0,32 0,38 0,42 Torino 0,57 0,61 0,65 0,65 Verbania 0,44 0,44 0,52 0,75 Vercelli 0,72 0,74 0,84 0,85 Alba 0,30 0,30 0,40 0,40 Bra 0,76 0,76 0,75 0,75 Casale 1,09 1,09 1,21 1,32 Chieri 0,57 0,61 0,65 0,71 Ivrea 0,61 0,65 0,71 Moncalieri 0,57 0,61 0,65 0,71 Pinerolo 0,73 0,61 0,65 0,71 Rivoli 0,57 0,61 0,65 0,71 23

Tabella 15: Dinamica della tariffa di fognatura e depurazione Comune 2005 2006 2007 2008 Asti 0,36 0,38 0,38 0,43 Biella 0,57 0,59 0,62 0,67 Cuneo 0,36 0,36 0,36 0,36 Novara 0,37 0,37 0,50 0,54 Torino 0,44 0,47 0,51 0,55 Verbania 0,37 0,37 0,50 0,54 Vercelli 0,39 0,41 0,46 0,53 Alba 0,35 0,35 0,42 0,42 Bra 0,39 0,39 0,42 0,42 Casale 0,39 0,41 0,43 0,47 Chieri 0,44 0,47 0,51 0,55 Ivrea 0,47 0,51 0,55 Moncalieri 0,44 0,47 0,51 0,55 Pinerolo 0,37 0,47 0,51 0,55 Rivoli 0,44 0,47 0,51 0,55 Figura 2: Dinamica della tariffa dello scaglione di prima eccedenza 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 2005 2006 2007 2008 Asti Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Alba Bra Casale Chieri Ivrea Moncalieri Pinerolo 24

Figura 3: Dinamica della tariffa di fognatura e depurazione Asti 0,8 Biella 0,7 Cuneo 0,6 Novara 0,5 Torino Verbania 0,4 Vercelli 0,3 Alba 0,2 Bra Casale 0,1 Chieri 0 Ivrea 2005 2006 2007 2008 Moncalieri 25

Rifiuti solidi urbani Sistemi tariffari applicati Nel 2008 sei Comuni hanno applicato le tariffe previste dal Metodo Normalizzato ed undici Comuni ancora la Tarsu. Nel 2008 nessun Comune è passato a tariffa, nel rispetto della normativa nazionale che prevedeva il congelamento delle forme di tassazione e tariffazione del 2007 per il 2008. I diversi Comuni, sia che applichino la tariffa sia che applichino la Tarsu, presentano strutture tariffarie diverse. Comuni che applicano la Tarsu Nei Comuni che utilizzano la Tarsu il valore a metro quadro nel 2008 (ex ECA inclusa) varia da 1,56 euro a 2,39 euro (tabella 16, figura 4). Una variazione significativa, riconducibile a due ordini di motivi: la diversa struttura dei costi di gestione dei rifiuti urbani nei vari Comuni, spiegabile sia con le reali differenze tecniche del servizio (forme di raccolta e di smaltimento, incidenza della raccolta differenziata, intensità del servizio di spazzamento), sia con diversi livelli di efficienza dei gestori operanti nei diversi Comuni; il tasso di copertura dei costi che ogni singolo Comune decide di affidare al gettito della Tarsu (quindi il livello del sussidio pubblico) e le diverse modalità di sussidio incrociato (tasse a metro quadro applicate alle diverse categorie di produttori di rifiuti), tecnica che molti Comuni usano per ridurre il peso della Tarsu sulle utenze domestiche. Quasi tutti i Comuni adottano un agevolazione per gli utenti domestici composti da una sola persona, che si solito si aggira sul 30% del totale della tariffa a metro quadro. In un caso (Casale Monferrato) il Comune applica agevolazioni per tutti gli utenti, ma sulla base del reddito (tabella 17). 26

Tabella 16: Tarsu applicata nel 2008 (euro/mq) Comune Tassa Alba 1,73 Cuneo 1,65 Novara 1,55 Torino 2,26 Vercelli 1,65 Bra 2,35 Casale 2,39 Ivrea 1,56 Novi 1,98 Pinerolo 2,17 Rivoli 1,79 Figura 4: Valore della Tarsu nel 2008 (euro/mq) 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 Alba Cuneo Novara Torino Vercelli Bra Casale Ivrea Novi Pinerolo Rivoli Tabella 17: Agevolazioni applicate alla Tarsu Comune Agevolazione Cuneo 10 % Novara 30% Torino 10 % Vercelli 33% di agevolazione Alba nessuna agevolazione Bra 33% Casale agevolazioni solo su base reddito Ivrea 20% Novi 30% Pinerolo 30% Rivoli 33% 27

Dinamica dei Comuni a TARSU Nel 2008 la dinamica della Tarsu appare stabile nella maggioranza dei Comuni presi in esame. Solo due Comuni indicano un aumento, negli altri casi il valore rimane stabile (tabella 18, figura 5). Tabella 18: Dinamica della Tarsu (euro/mq) Comune 2005 2006 2007 2008 Cuneo 1,65 1,65 1,65 1,65 Novara 1,55 1,55 1,55 1,55 Torino 2,1 2,14 2,18 2,26 Vercelli 1,63 1,65 1,65 1,65 Alba 1,30 1,30 1,73 1,73 Bra 1,98 1,98 2,35 2,35 Casale 2,17 2,17 2,39 2,39 Ivrea 1,56 1,56 1,56 1,56 Novi 1,56 1,66 1,98 1,98 Pinerolo 2,07 2,07 2,07 2,17 Rivoli 1,79 1,79 1,79 1,79 Figura 5: Dinamica della Tarsu 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 2005 2006 2007 2008 Cuneo Novara Torino Vercelli Alba Bra Casale Ivrea Novi Pinerolo Rivoli Comuni passati a tariffa Nei Comuni passati a tariffa i sistemi di calcolo variano molto da Comune a Comune, sia per quanto riguarda la quota fissa, che per quanto riguarda la quota variabile. In un caso (Chieri) la quota variabile è abbinata al numero di svuotamenti dei contenitori. In un altra città (Verbania) viene applicata solo la quota fissa; in un altra città ancora (Moncalieri) per il calcolo tariffario si deve utilizzare un foglio di calcolo abbastanza complesso, costruito con criteri diversi rispetto agli altri Comuni passati a tariffa. Il 28

confronto fra i diversi casi appare molto difficoltoso in ragione di criteri molto differenziati che vengono applicati (tabelle 19 e 20). Agli utenti che pagano la tariffa è applicata l IVA al 10%. Anche in questo caso si applica il contributo ambientale provinciale, con una aliquota massima del 5% sul totale della tariffa. Componenti nucleo familiare Tabella 19: Quota fissa 2008 (euro/mq) Alessandria Asti Biella Chieri Moncalieri Verbania 1 0,6658 1,8800 0,7930 0,552 0,8000 1,4540 2 0,7824 2,2814 0,9318 0,648 0,9400 2,1180 3 0,8739 2,4350 1,0409 0,724 1,0500 2,1390 4 0,9488 2,5092 1,1301 0,786 1,1400 2,1590 5 1,0237 2,5283 1,2193 0,848 1,2300 2,1790 Dinamica della tariffa Tabella 20: Quota variabile 2008 (euro/anno) Componenti nucleo familiare Alessandria Asti Biella Moncalieri 1 64,45 1,44 52,53 0,80 2 116,02 18,38 105,06 1,60 3 128,91 21,68 131,32 2,00 4 167,59 27,17 170,72 2,60 5 186,93 36,61 210,11 3,20 É molto complesso procedere ad un confronto della tariffa nei diversi anni presi in esame, sia perché alcuni Comuni sono passati da tassa a tariffa nel corso del quadriennio, sia perché i diversi Comuni hanno proceduto ad aggiustamenti negli scaglioni nei diversi anni, anche per correggere eventuali problemi sorti proprio nei primi anni di applicazione della tariffa stessa. In generale non si registrano aumenti consistenti delle tariffe negli anni successivi al passaggio a questo sistema di pagamento, forse anche per compensare il salto di costo di solito derivante dall introduzione della tariffa. A titolo esemplificativo si riporta l andamento della quota fissa e variabile di una famiglia di tre persone (tabelle 21 e 22, figure 6 e 7). Tabella 21: Dinamica della quota fissa nei Comuni a tariffa (famiglia di tre persone) - (euro/mq) Comune 2005 2006 2007 2008 Alessandria 0,88 0,87 0,87 0,87 Asti 2,43 2,43 2,43 2,43 Biella 0,99 1,03 1,02 1,04 Verbania - 2,08 2,08 2,14 Chieri 0,95 0,85 0,86 0,72 Moncalieri - 1,05 1,05 1,05 29

Tabella 22: Dinamica della quota variabile nei Comuni a tariffa (famiglia di tre persone) - (euro/anno) Comune 2005 2006 2007 2008 Alessandria 129,9 128,91 128,91 128,91 Asti 21,68 21,68 21,68 21,68 Biella 119 129,1 128,44 131,32 Verbania Chieri Moncalieri Il Comune di Verbania applica solo la quota fissa, nel Comune di Chieri la quota variabile è espressa in Euro/svuotamento mentre nel Comune di Moncalieri la quota variabile è calcolata in un modo particolarmente complesso, difficilmente confrontabile con gli altri. 140 120 100 Figura 6: Dinamica della quota fissa 80 60 40 Alessandria Asti Biella 20 0 2005 2006 2007 2008 30

Figura 7: Dinamica della quota variabile 3 2,5 2 1,5 1 0,5 Alessandria Asti Biella Verbania Chieri Moncalieri 0 2006 2007 2008 31

Erogazione di gas naturale Sistemi tariffari applicati Per tutti i Comuni si sono considerate le tariffe regolate dall Autorità per l Energia Elettrica ed il Gas e riferite ai clienti che rimangono legati al mercato regolato, ovvero che non scelgono il mercato libero e quindi beneficiano delle condizioni tariffario di maggior tutela. Il sistema tariffario applicato è quindi uguale per tutti i Comuni. Le differenze fra le singole realtà sono quindi da ricondursi alle caratteristiche tecniche alle quali è sensibile il sistema tariffario: potere calorifico del gas venduto, altitudine del Comune, livello degli investimenti, applicazione o meno dell aliquota comunale sulla tariffa di distribuzione destinata al sostegno degli utenti deboli. Tariffe La quota fissa è ormai unica in tutti i Comuni (30 euro ad utente per la distribuzione e 3,6 euro ad utente per il servizio di vendita), mentre variano le quote variabili dei diversi scaglioni e la stessa definizione degli scaglioni (tabella 23 e figura 8). 32

Tabella 23: Tariffe della quota variabile nel 2008 (euro/mc) Scaglioni Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Alba Bra Casale Chieri Moncalieri Novi Pinerolo Rivoli 1 scaglione 0,398994 0,386982 0,400093 0,382281 0,384074 0,402933 0,392826 0,408802 0,402933 0,399337 0,398343 0,399021 0,402933 0,395352 0,387648 0,395109 2 scaglione 0,483425 0,502345 0,526435 0,501823 0,461299 0,528227 0,472662 0,488745 0,482928 0,466254 0,48005 0,523099 0,528227 0,469812 0,483673 0,51797 3 scaglione 0,445475 0,450492 0,469647 0,448092 0,426588 0,47191 0,436777 0,452813 0,446972 0,436177 0,443325 0,467329 0,47191 0,436344 0,440512 0,462747 4 scaglione 0,432531 0,432806 0,450278 0,429765 0,414749 0,452701 0,424538 0,440557 0,434708 0,425917 0,430798 0,448306 0,452701 0,424928 0,42579 0,443911 Figura 8: Tariffa variabile anno 2008 2 1,8 1,6 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Alba Bra Casale Chieri Moncalieri Novi Pinerolo Rivoli 4 scaglione 3 scaglione 2 scaglione 1 scaglione 33

Dinamica tariffaria La quota fissa è rimasta stabile nel quinquennio, non essendo stata oggetto questa componente tariffaria di modifiche da parte dell Autorità. In generale la dinamica tariffaria della quota variabile ha subito una crescita dal 2005 al 2006 per poi avere un andamento altalenante nella prima parte del 2007 e risalire costantemente nei trimestri successivi e per tutto il 2008. A titolo esemplificativo si riporta l andamento della tariffa in uno dei Comuni preso in esame nei diversi trimestri: la curva è simile anche negli altri Comuni (figura 9). Figura 9: Andamento della quota variabile della tariffa gas regolata dei diversi scaglioni 0,600000 0,500000 0,400000 0,300000 0,200000 1scaglione 2scaglione 3scaglione 4scaglione 0,100000 0,000000 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2004 2005 2006 2007 2008 34

Erogazione di energia elettrica Sistemi tariffari applicati Per tutti i Comuni si sono considerate le tariffe regolate dall Autorità per l Energia Elettrica ed il Gas e riferite ai clienti che rimangono legati al mercato regolato, ovvero che non scelgono il mercato libero e quindi beneficiano delle condizioni tariffarie di maggior tutela. Il sistema tariffario applicato è quindi uguale per tutti i Comuni. Esistendo nel settore elettrico una tariffa unica nazionale, essa è identica per ciascun Comune e altrettanto vale per il costo sostenuto da famiglie analoghe. Tariffe La tabella 24 riporta i valori delle quote fisse e delle quote variabili nel 2008. La quota variabile ha subito un costante aumento nel 2008, compensato da una riduzione del corrispettivo di potenza. La figura 10 rappresenta l andamento della quota variabile per il 2008. Tabella 24: Tariffe della quota variabile nel 2008 (euro/kwh) Corrispettivo di energia I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre /kwh gennaio-marzo aprile-giugno luglio-settembre ottobre-dicembre fino a 900 kwh/anno 0,1036 0,11127 0,11802 0,12003 da 901 a 1800 kwh/anno 0,11673 0,1244 0,13115 0,13316 da 1801 a 2640 kwh/anno 0,17719 0,18169 0,18844 0,18955 da 2641 a 3540 kwh/anno 0,26062 0,26512 0,27187 0,27298 da 3541 a 4440 kwh/anno 0,25449 0,26061 0,26736 0,26894 oltre 4440 kwh/anno 0,17044 0,17656 0,18331 0,18489 Corrispettivo di potenza /kwh/anno Corrispettivo fisso /anno 5,3285 4,9133 4,9133 4,4981 4,1273 35

Figura 10: Dinamica quota variabile 0,3 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 0 gennaiomarzo aprile - giugno aprile - giugno ottobredicembre I II III IV trimestre trimestre trimestre trimestre fino a 900 kwh/anno da 901 a 1800 kwh/anno da 1801 a 2640 kwh/anno da 2641 a 3540 kwh/anno da 3541 a 4440 kwh/anno oltre 4440 kwh/anno 36

Conclusioni Analisi delle tariffe Si riportano di seguito le principali criticità e prospettive che il gruppo di lavoro della FA ha elaborato a conclusione della rilevazione e della analisi delle tariffe nei diciassette Comuni oggetto di analisi e per i quattro servizi considerati: 1. I sistemi tariffari applicati appaiono tecnicamente molto complessi e difficilmente comprensibili dagli utenti. Un maggiore sforzo di trasparenza e semplificazione potrebbe essere utile. 2. I sistemi tariffari tendono ormai alla copertura integrale dei costi industriali regolati, ma questo risultato non è ancora stato del tutto raggiunto. Persistono ancora sistemi di tariffazione che occultano all utente il reale costo del servizio e, per quel che riguarda la gestione dei rifiuti urbani, molti Comuni utilizzano ancora la Tarsu (anche se con tassi di copertura dei costi di solito abbastanza alti). 3. Nella gestione dei rifiuti solidi urbani all introduzione della tariffa non è corrisposto un ricorso generalizzato alla pesatura dei rifiuti prodotti (nei Comuni esaminati un solo caso). Uno sforzo di promozione di queste tecniche potrebbe essere utile. 4. In generale si tende ad utilizzare l articolazione tariffaria per perseguire scopi socio assistenziali. Il meccanismo di solito adottato è quello di ridurre il costo unitario del servizio per il primo scaglione di consumo, in modo da garantire i consumi essenziali sottocosto. Si tratta di meccanismi solo in parte efficaci: talvolta si agevolano le famiglie di piccole dimensioni o i single, a scapito delle famiglie numerose. Sarebbe preferibile adottare sistemi di agevolazione che non facciano riferimento all articolazione tariffaria, ma ad interventi di sussidio pubblico diretto sul costo reale della bolletta per gli utenti deboli. 5. L articolazione tariffaria viene utilizzata nel servizio idrico per scoraggiare sprechi e usi impropri, attraverso il sistema dei blocchi crescenti, che fa pagare agli utenti un costo unitario più alto con il crescere dei consumi. Tale tecnica non viene utilizzata invece nel gas, nell energia elettrica e nei rifiuti, servizi in cui la tariffa diminuisce con il crescere dei consumi, dopo il secondo scaglione (sempre nei rifiuti). 37