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Transcript:

Discorso al Presidente della Repubblica 24 gennaio 2018 Signor Presidente della Repubblica, Autorità, Illustri Ospiti, colleghe e colleghi, benvenuti all Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La vostra presenza ci onora ed è la prima volta che il Capo dello Stato visita l istituto. Oggi è un giorno importante per l INGV, l ente principale di ricerca italiano per lo studio delle geoscienze e organo del sistema di protezione civile per la pericolosità sismica e vulcanica. L istituto è suddiviso in 3 dipartimenti, Ambiente, Terremoti e Vulcani, che coordinano l attività scientifica di 9 sezioni, distribuite in 26 sedi sul territorio nazionale.

Le sfide del clima, dei rischi naturali, incluse le tempeste magnetiche, dello space wheather e delle radiazioni ionizzanti dipendono dalla conoscenza, dalla comprensione dei meccanismi della natura, cioè dalla ricerca di base. I temi ambientali crescono ogni giorno di più, come se seguissero la seconda legge della termodinamica, cioè l aumento costante dell entropia. Spesso dimentichiamo l importanza dello studio dell atmosfera, della magnetosfera, della necessità di volgere il nostro sguardo sia verso il cielo che sotto di noi, della indispensabile trasversalità delle discipline scientifiche. Secondo il sociologo Marshall McLuhan, non siamo passeggeri sulla nave Terra, ma facciamo parte dell equipaggio. Ciononostante, conosciamo ancora troppo poco di come è fatta e come funziona la nostra astronave: come per curare un corpo umano è prima indispensabile averne chiara l anatomia e la fisiologia, così dobbiamo capire la struttura interna della Terra e i meccanismi che governano la geodinamica.

Al fine di attuare le migliori pratiche per convivere con i rischi naturali, dobbiamo conoscere la composizione mineralogica e i movimenti interni alla terra con sempre maggiore dettaglio. Noi costituiamo parte del pianeta, siamo fatti di atomi del mantello terrestre, ne siamo il prodotto grazie alla incredibile evoluzione della vita.

Come INGV non siamo spettatori inerti degli eventi naturali, ma sentinelle attente del respiro della Terra; dobbiamo e vogliamo conoscere sempre meglio i segreti del nostro corpo celeste, segreti che devono gradualmente essere tradotti in un livello più maturo di resilienza, per dare le informazioni più corrette per un edilizia adeguata alla pericolosità sismica, per contribuire a diminuire il rischio vulcanico, per salvaguardare l ambiente e perché no, contribuire a trovare nuove forme di energia meno inquinanti.

Guardare al passato e studiare il presente, per progettare il futuro: gli eventi naturali registrati nelle rocce, i terremoti o le eruzioni vulcaniche come quella che stiamo vedendo sono i nostri esperimenti, il laboratorio dove effettuare le misure e costruire modelli moderni dei fenomeni geologici, sia per i rischi che per le risorse, studiando gli eventi passati che si ripeteranno in futuro.

Dove i terremoti sono già avvenuti, lì torneranno, ma non è detto che dove finora non si sono verificati non possano accadere: è troppo breve la finestra temporale di un catalogo storico della sismicità rispetto ai tempi della geologia. Un esempio è stato proprio il terremoto del Belìce nel 1968, generatosi in un area considerata fino ad allora a bassa pericolosità sismica. I terremoti possono succedersi a grappolo; vi sono periodi in cui c è una concentrazione di eventi: ai primi del 1900, in 17 anni vi sono stati 15 tra i più terrificanti disastri della storia d Italia: ad esempio il terremoto/maremoto del 1908 di Messina e Reggio Calabria con oltre 80.000 morti, oppure quello del 1915 della Marsica con 30.000 vittime, praticamente gli esiti di una guerra.

Nel suo discorso di Capodanno, Signor Presidente, è stato molto significativo il ricordare come 100 anni fa migliaia di giovani italiani lottavano e morivano nelle trincee per difendere l Italia. Il loro sacrificio ci permette oggi di vivere in un mondo migliore e la trincea di oggi è diventata quella di trovare un lavoro, anche nel mondo della ricerca. In questo istituto operano oltre 200 precari e senza di loro non avremmo potuto registrare ed elaborare gli 82.000 terremoti occorsi dal 24 agosto 2016 a oggi nella sequenza sismica di Amatrice-Accumoli-Visso e Norcia.

L INGV collabora quotidianamente con il Dipartimento di Protezione Civile che qui ringraziamo. Nostro compito è la sorveglianza della sismicità dell intero territorio nazionale, la sorveglianza dei vulcani attivi, l allerta per i maremoti nell area euro-mediterranea. Tali servizi, essenziali per la sicurezza dei cittadini, vengono espletati 24 ore al giorno, 365 giorni l anno, da personale qualificato, che, sempre con la massima competenza e dedizione, opera nelle 3 Sale Operative di Roma, Napoli e Catania, attraverso la gestione di reti di osservazione con strumentazioni tecnologicamente avanzate, distribuite su tutto il territorio nazionale. Per continuare a svolgere al meglio il nostro compito di ricerca e sorveglianza, intendiamo proiettare l INGV verso una progettualità scientifica di frontiera nello studio della struttura chimico-fisica del pianeta, lanciando il progetto Working Earth, finalizzato a migliorare le conoscenze su come è fatta e come funziona la Terra, al fine di una maggiore comprensione e possibilmente previsione dei rischi naturali, al servizio degli italiani e della cultura. Nell ambito di questo progetto, grazie al sempre presente sostegno del MIUR, del DPC, del MEF e del MISE, stiamo realizzando uno studio dell Italia e dei suoi mari, dalla superficie fino ad alcune centinaia di km di profondità, iniziando dall Appennino centrale.

E ancora troppo bassa la presa di coscienza dei cittadini della pericolosità ai rischi naturali cui sono esposti. Solo il 6% degli italiani sa di vivere in zona sismica e la cultura della prevenzione è di conseguenza ancora lontana. Perfino molti amatriciani non sapevano di vivere in un area ad alta pericolosità sismica. Per questo è necessaria un alfabetizzazione sismica degli italiani. Quasi ogni giorno del calendario è un anniversario di un evento calamitoso. Per vincere il perenne conflitto tra memoria e oblio che ognuno di noi prova nel rimuovere gli eventi tragici, sarebbe forse opportuno istituire una giornata per ricordare i terremoti, così come è importante ricordare con anniversari e monumenti le guerre e i concittadini che hanno dato la loro vita per difendere e costruire la patria di cui godiamo tutti noi. Il 23 novembre, giorno del terremoto dell Irpinia del 1980, potrebbe essere una data in cui tutte le scuole d Italia riflettano sul rischio sismico.

Stiamo cercando di costruire un Europa forte e coesa, che si basi non solo sull economia, ma anche sulla solidarietà e conoscenza. Italia e Grecia sono le nazioni più esposte ai terremoti e ai vulcani. In una confederazione europea concreta ed efficace, i rischi e le risorse dovrebbero essere condivisi. Abbiamo dunque bisogno di avere una struttura europea che si occupi dei rischi naturali e li monitori costantemente sul tipo del Servizio Geologico Americano: l INGV è pronto a svolgere il ruolo di nucleo fondatore di un Servizio Geologico Europeo, ruolo che già di fatto sta svolgendo tramite una serie di importanti progetti quali EMSO, EPOS, ARISTOTLE. Giulio Verne, nel suo Viaggio al centro della Terra per tramite del professor Lidenbrock, che entra in un vulcano islandese e poi esce a Stromboli, diceva che la scienza è fatta di errori che è bene commettere perché a poco a poco ci conducono alla verità. Oltre a esprimere riconoscenza a tutti coloro che negli anni hanno portato questo istituto alla condizione attuale, devo ringraziare il personale dell INGV che ogni giorno arricchisce con il proprio entusiasmo questo ente e che si è dedicato, con slancio straordinario ed emozione ad accoglierla, Signor Presidente: grazie di cuore a Lei e a tutti gli ospiti per essere venuti tra noi.