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I TRIMESTRE 20 numero 2/ maggio 20 IN SINTESI Nel mondo pag.2 In Italia pag.5 Con la diffusione dei dati delle produzioni dell autunno 20 si ha la misura del deciso passo avanti delle produzioni Ue che sembrano essersi attestate intorno ai 180 milioni di ettolitri. Questo aumento delle disponibilità, soprattutto in Spagna e Italia, ha fatto scendere notevolmente i listini alla produzione del vino comune e soprattutto dei bianchi. In controtendenza la Francia che, però, per il secondo anno consecutivo ha una produzione scarsa. Secondo dati ancora provvisori il 20 si è chiuso, sulla scia di quanto accaduto nel 20, con una lieve flessione degli scambi internazionali in volume (-2%), ma con un balzo in avanti dell 1% della spesa corrispettiva che supera complessivamente i 25 miliardi di euro. Intanto, dai dati dei primi due mesi del 20, dalla Spagna arrivano segnali di ripresa delle esportazioni soprattutto di sfuso. Il primo estre del 20 ha consolidato la tendenza flessiva dei listini alla produzione dei vini comuni soprattutto nel segmento dei bianchi. Tengono ancora i vini rossi Dop. L indice Ismea relativo al clima di fiducia dell industria vinicola torna su terreno positivo, in deciso miglioramento rispetto al estre precedente. La maggior produzione sta favorendo, infatti, un certo ottimismo tra gli operatori. I consumi domestici, sulla scia di quanto accaduto nel 20, segnano il passo in volume. In tema di commercio con l estero il 20 si è chiuso secondo le aspettative. I volumi consegnati esportati sono scesi del 4%, pur restando in termini assoluti sopra i 20 milioni di ettolitri. Bene invece il valore: +7% per un totale che supera i 5 miliardi di euro. IN EVIDENZA Nel mondo Evoluzione dell'export di vino dei principali paesi fornitori (mln hl) In Italia Indice dei prezzi alla produzione dei vini in Italia (2000=100) 7,0 6,5 6,0 5,5 5,0 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 I 11 II III IV I II III IV I II III IV Italia Spagna Francia 200 180 160 0 0 100 80 60 Comuni e Igt Doc-Docg Totali Fonte: elaborazione Ismea su dati Gti 1

1. Nel mondo 1.1 Gli scambi Secondo dati ancora provvisori il 20 si è chiuso, sulla scia di quanto accaduto nel 20, con una lieve flessione degli scambi internazionali in volume (-2%), ma con un balzo in avanti dell 1% della spesa corrispettiva che supera complessivamente i 25 miliardi di euro. Il 20 è stato caratterizzato da un aumento dei listini medi internazionali. Aumento che ha colpito soprattutto i vini di fascia bassa di prezzo, cioè i vini comuni sfusi. A ben guardare, comunque, l ascesa dei listini internazionali si è registrata fino alla primavera 20, mentre nella seconda parte dell anno si sono avute le prime avvisaglie flessive, diventate molto significative con l autunno e quindi con la vendemmia 20. E, quindi, interessante vedere come proprio negli ultimi mesi gli scambi in valore abbiano rallentato la propria crescita e sarà molto interessante monitorare cosa accade al commercio estero del 20 con disponibilità elevate e prezzi in deciso ribasso. Fig. 1.1 Ripartizione % degli scambi internazionali di vini per segmento in volume Tornando ad analizzare il 20 si evidenzia come il calo dei volumi 100% 6 6 7 scambiati è stata una caratteristica che si era evidenziata già dalle prime 80% 39 38 38 battute e che, molto probabilmente, non 60% ha stupito gli operatori in considerazione sia delle disponibilità 40% 20% 0% che del livello dei prezzi. al 38%. Questo a testimonianza del 55 56 55 Intanto il 20 si è chiuso con una percentuale di scambi di vino sfuso pari 2011 20 20 fatto che negli ultimi anni, complice anche la crisi economica, è aumentato Conf< 2l Conf > 2 l Spumanti e mosti il movimento del vino sfuso. Questo a discapito soprattutto dei mosti e in parte dei vini confezionati. La crisi economica Fonte: elaborazione Ismea su dati Gti ha sicuramente influito perché importare sfuso è sicuramente più economico. C è anche il fattore ambiente che va tenuto in considerazione, perché in questo modo c è un risparmio di emissione di sostanze tossiche. Infine, ma non certo ultimo elemento da tenere in considerazione, il fatto che molte catene distributive straniere preferiscono acquistare vini sfusi per poi fare i blend secondo le proprie esigenze. L aumento del valore medio, peraltro, è molto concentrato sul vino sfuso soprattutto dei Paesi comunitari. Nel complesso, infatti, si evidenzia come sia la Spagna ad aver mostrato l incremento maggiore (+21%), seguito dal +% dell Italia. Scendendo nel dettaglio dello sfuso le percentuali diventano rispettivamente del 30 e 27 per cento. Di contro sono diminuiti i prezzi all export dello sfuso dei Paesi del Nuovo Mondo. Il Cile è quello che ha visto il calo maggiore -18%, seguito dal Sudafrica (-%) e Australia (-%). Da sottolineare, comunque, che sono proprio i due grandi esportatori europei che, con una disponibilità di prodotto tutt altro che abbondante e prezzi in aumento, hanno visto diminuire le consegne all estero di sfusi rispettivamente del e per cento. Situazione diametralmente opposta per Cile e Sudafrica che l hanno aumentate di oltre il 40%. Sostanzialmente stabili, invece, quelle dell Australia. Nei confezionati si è avuta una variabilità dei prezzi molto inferiore rispetto a quella dello sfuso e questo proprio perché il segmento dei vini in bottiglia per sua natura ha una volatilità minore. Questo lo si osserva anche nel mercato interno di ogni Paese. La Francia, la cui quota di confezionato sulle proprie esportazioni di vino in volume è pari ad oltre il 70%, ha visto una sostanziale stabilità del valore unitario medio in questo segmento. Da tener conto che la Francia registra una media di circa 4,9 euro al litro ed è preceduta solo dal 5,16 della Nuova Zelanda. Il Paese 2

transalpino, con oltre 10 milioni di ettolitri di vino confezionato esportato, pesa per quasi il 20% sul totale internazionale a fronte del 2% della Nuova Zelanda. Scendendo nel dettaglio dei singoli Paesi importatori, si evidenzia come tra i primi quindici clienti mondiali solo in quattro abbiano registrato una variazione positiva in volume tra il 20 e l anno prima (Russia, Belgio, Giappone, Danimarca). Non solo: i primi quattro del ranking mondiale (Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Francia) mostrano tutti un segno meno. E fa un certo effetto vedere la battuta d arresto degli Stati Uniti, dopo la crescita prepotente soprattutto dell ultimo quinquennio che, proprio nel 20, aveva portato a sfiorare i milioni di ettolitri. La riduzione degli approvvigionamenti esteri degli Usa è imputabile esclusivamente ai vini sfusi (-24%). Da considerare che nel 20 la quota di questo segmento sul totale era del 34%, mentre nel 20 è scesa al 27%. I vini in confezione inferiore ai due litri, invece, hanno fatto un passo in avanti del 3% e gli spumanti dell 8%. Cile, Australia e Argentina, i primi tre fornitori di sfuso degli i Stati Uniti, sono chiaramente quelli che più di tutti hanno risentito della flessione delle richieste ed hanno registrato, rispettivamente, -17%, -26% e - 47%. Nei confezionati, invece, si è avuto un incremento della domanda verso tutti i Paesi fornitori. Tab. 1.2 I Principali Paesi importatori di vino (ettolitri) 20 20 var.% Tab. 1.3 I Principali Paesi importatori di vino (mln di euro) 20 20 var.% Mondo 101.250.0 98.980.100-2,2 Germania 15.374.084.979.856-2,6 Regno Unito.779.8 11.830.197-7,4 Stati Uniti 11.674.540 10.969.933-6,0 Francia 5.923.168 5.279.384-10,9 Russia 4.900.885 4.977.496 1,6 Cina 3.939.883 3.766.398-4,4 Canada 3.768.085 3.728.500-1,1 Paesi Bassi 3.579.419 3.540.429-1,1 Belgio 3.4.417 3.1.5 0,2 Italia 2.756.287 2.692.785-2,3 Giappone 2.649.435 2.729.7 3,0 Svezia 2.037.630 2.072.188 1,7 Svizzera 1.899.552 1.842.901-3,0 Danimarca 1.886.334 2.017.301 6,9 Repubblica Ceca 1.403.501 1.354.992-3,5 Altri 23.543.085 24.056.515 2,2 su dati Gti Mondo 24.741 25.099 1,4 Stati Uniti 3.938 3.947 0,2 Regno Unito 3.901 3.623-7,1 Germania 2.429 2.504 3,1 Canada 1.540 1.524-1,1 Cina 1.230 1.171-4,8 Giappone 1.225 1.184-3,4 Belgio 961 976 1,5 Svizzera 927 953 2,9 Paesi Bassi 894 846-5,4 Russia 818 915 11,9 Francia 631 653 3,5 Svezia 548 591 7,8 Danimarca 507 545 7,5 Australia 465 472 1,6 Italia 306 321 4,8 Altri 4.422 4.876 10,3 su dati Gti La riduzione della domanda tedesca, invece, è maturata in tutti i segmenti, anche se in termini percentuali a pesare di più è il -3% degli sfusi. Questi ultimi rappresentano il 56% del totale importato dalla Germania. Da ricordare, peraltro, che la Germania ha una forte tradizione di imbottigliamento che, negli ultimi anni, non va più a soddisfare solo la domanda interna ma anche quella estera, soprattutto dei mercati del Nord Europa. La Germania, quindi, importa sfuso per poi riesportare imbottigliato. Nel 20 la domanda tedesca è diminuita soprattutto rispetto al prodotto italiano e spagnolo, in misura minore rispetto alla Francia, mentre è aumentata rispettivamente del 21 e 52 per cento per Sudafrica e Cile. Anche nel Regno Unito tutti i segmenti hanno mostrato un segno negativo a partire dagli sfusi, -16% e qui sono Australia e Stati Uniti a vedere una riduzione del 28 e 47 per cento. Anche i confezionati, però, hanno avuto una battuta d arresto con il -3% su base annua. A subire la flessione della domanda britannica è stata soprattutto l Australia, -%, mentre è salita la richiesta di imbottigliati dalla Germania (+7%). E tutto del segmento dello sfuso la riduzione delle importazioni cinesi. Il vino in cisterne, infatti, che raggiunge una quota del 24% del totale contro il 30% del 20 è sceso del 27%. In ascesa del 5% i confezionati, trascinati soprattutto dalla domanda di vini francesi (+1%), australiani (+8%), spagnoli (+11%) e cileni (+23%). In Russia si è avuta una minor domanda di sfusi (-10%) accompagnata da un +8% dei vini confezionati e da un +17% dei vini spumanti. 3

Tab. 1.4 I Principali Paesi esportatori di vino (ettolitri) 20 20 var.% Mondo 101.250.0 98.980.100-2,2 Italia 21.227.282 20.318.668-4,3 Spagna 21.216.046 17.687.965-16,6 Francia.966.217.539.315-2,9 Cile 7.516.518 8.839.581 17,6 Australia 7.348.547 7.1.927-3,2 Sudafrica 4.8.462 5.544.050 34,3 Stati Uniti 4.005.716 4.4.166 3,5 Germania 3.972.548 4.018.744 1,2 Argentina 3.646.800 3.155.376 -,5 Portogallo 3.374.225 3.056.461-9,4 Nuova Zelanda 1.757.888 1.755.838-0,1 Regno Unito 785.673 9.721 16,2 Lituania 695.406 803.838 15,6 Bulgaria 559.592 494.998-11,5 Ungheria 532.496 538.5 1,1 Austria 472.757 459.574-2,8 Altri 5.043.947 5.595.362 10,9 su dati Gti Tab. 1.5 I Principali Paesi esportatori di vino (nln di ) 20 20 var.% var.% Mondo 24.741 25.099 1,4 Francia 7.822 7.796-0,3 Italia 4.695 5.039 7,3 Spagna 2.454 2.498 1,8 Australia 1.524 1.339 -,1 Cile 1.399 1.422 1,6 Stati Uniti 1.078 1.174 9,0 Germania 984 1.002 1,8 Nuova Zelanda 768 773 0,7 Argentina 711 658-7,5 Portogallo 706 725 2,6 Sudafrica 566 619 9,3 Regno Unito 539 509-5,6 Paesi Bassi 199 180-9,2 Lettonia 0 8 5,9 Svizzera 7 9-5,3 Austria 5 154,8 Altri 885 934 5,6 su dati Gti Passando ad analizzare i Paesi esportatori si nota come, tra i tre principali fornitori mondiali, sia la Spagna ad avere avuto la performance peggiore. Conseguenza inevitabile visto che la metà dell export iberico è di vino sfuso. Tra i Paesi del Nuovo Mondo, invece, si evidenzia il +18% del Cile che, Stati Uniti a parte, ha visto crescere quasi ovunque le proprie esportazioni. 1.2 Il mercato Fig. 1.2 Spagna: prezzi medi all'origine del vino comune ( /ettogrado) 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 bianchi rossi Fig. 1.3 Francia : prezzi medi all'origine del vino comune ( /ettogrado) 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 bianchi rossi Fonte: elaborazione Ismea su dati SeVi Il primo estre del 20 segna una netta spaccatura tra il mercato spagnolo e quello francese. Il primo, da tenere particolarmente in considerazione perché diretto competitor dell Italia rispetto agli scambi internazionali di vino sfuso, è nettamente in calo, mentre il secondo mostra incrementi sia sui vini comuni che su quelli Igp. Focalizzando l attenzione sui vini spagnoli si evidenzia come il calo dei prezzi all origine degli ultimi mesi era pressoché inevitabile vista l elevata produzione dell autunno 20 che, secondo le stime di Madrid, sembra toccare i 50 milioni di ettolitri. Questa disponibilità, oltre ogni previsione, ha portato i listini in caduta libera. Basti considerare che i bianchi sono scesi del % rispetto al estre precedente, mentre i rossi si sono limitati al -3%. Rispetto allo stesso periodo dell anno prima c è, invece, un deciso crollo: i prezzi dei bianchi Fonte: elaborazione Ismea su dati France/Agrimer 4

registrano, infatti, il -46% e quelli dei rossi il -30%. Questa situazione di mercato sta avendo effetti positivi sulle esportazioni. I dati, infatti, dei primi due mesi del 20 indicano un recupero del % dei volumi consegnati oltre frontiera. E sono proprio i vini sfusi a trainare la domanda. E la flessione non accenna a diminuire neanche con l avvento della primavera. In aprile, infatti, le quotazioni dei bianchi sono scese ancora, attestandosi a 2,30 euro l ettogrado, mentre quelle dei rossi sono precipitate a 2,84 euro, perdendo in un solo mese ben 48 centesimi. Da notare che era dal gennaio 20 che i listini dei rossi non scendevano sotto la soglia dei 3 euro. Opposta la situazione in Francia. Qui a pesare è certamente la bassa produzione, che per il secondo anno consecutivo è al di sotto dei 42 milioni di ettolitri. Questo, di fatto, sta limitando il volume degli scambi mentre i listini si muovono verso l alto. Su base congiunturale, infatti, il primo estre del 20 ha chiuso con un evoluzione dei prezzi dei vini comuni con un +5% per i bianchi e un +3% per i rossi. Se, invece, il confronto viene fatto rispetto allo stesso periodo dell anno prima si ha, rispettivamente, +8 e +5 per cento. Anche per i vini Igp la situazione è analoga con una variazione congiunturale compresa tra il +3 ed il +4%, mentre il confronto con lo stesso periodo del 20 è pari al +6% per il bianchi e al +5% per i rossi. Dall inizio della campagna 20/20, del resto, i volumi scambiati risultano in netta flessione soprattutto nel segmento dei comuni (-20%), mentre nei vini Igp si registra il -9%. In flessione anche la contrattazione in volume dei vini Dop a fronte, anche in questo caso, di aumenti dei listini. Aprile, invece, ha mostrato un andamento opposto tra i vini comuni e quelli Igp. I primi, infatti, hanno dato qualche segnale di cedimento; i bianchi sono scesi da 6,85 di marzo a 6,63 euro l ettogrado mentre i rossi sono passati da 5,65 a 5,58 euro l ettogrado. Tendenza opposta nelle Igp che hanno continuato a guadagnare qualche centesimo in entrambi i segmenti. Intanto, spostando l attenzione all Emisfero Sud, si evidenziano le pesanti perdite dei listini cileni alla Produzione. E, infatti, superiore al 20% la riduzione del primo estre 20 rispetto allo stesso periodo dell anno prima. Fig. 1.4 Francia : prezzi medi all'origine del vino IGP ( /ettogrado) 8,00 7,50 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 bianchi rossi Fonte: elaborazione Ismea su dati Gti 5

2. In Italia Tab. 2.1 Tendenze in Italia nel 20 (000 hl) 20 20 var.% Produzione 41.070 44.540 8,4 Export 21.200 20.595-4,3 Import 2.504 2.693-2.3 Giacenze 36.965 36.500-1,3 Consumo 1 21.600 21.000-2,8 Indice (2000=100) 2 - prezzi alla produzione 3 164 15,1 - prezzi dei mezzi di produzione 9,5 1,7 1,6 In grigio le variabili stimate; approvvigionamento. 1) Dato da bilancio di Tab. 2.2 Tendenze in Italia nel 20 II IV / /II /IV Produzione + + + Prezzi alla produzione +++ -- -- Import + = nd Export - ++ nd Consumo delle famiglie - - - Prezzi al consumo + + + Legenda: +++ forte crescita, ++ crescita, + lieve crescita, = stabilità, - lieve riduzione, -- riduzione, --- forte riduzione Il primo estre del 20 ha consolidato la tendenza flessiva dei listini alla produzione dei vini comuni soprattutto nel segmento dei bianchi. Tengono ancora i vini rossi Dop. L indice Ismea relativo al clima di fiducia dell industria vinicola torna su terreno positivo, in deciso miglioramento rispetto al estre precedente. La maggior produzione sta favorendo, infatti, un certo ottimismo tra gli operatori. I consumi domestici, sulla scia di quanto accaduto nel 20, segnano il passo in volume. Infatti, i quantitativi di vino e spumanti sono scesi del 5% rispetto al primo estre dell anno prima, a fronte di un aumento della relativa spesa (+1%). Gli aumenti dei listini all origine che hanno contraddistinto il 20 sembrano essere stati trasferiti sui prezzi al consumo, anche se con incrementi un po meno importanti rispetto a quelli dei mesi scorsi. In tema di commercio con l estero il 20 si è chiuso secondo le aspettative. I volumi consegnati esportati sono scesi del 4%, pur restando in termini assoluti sopra i 20 milioni di ettolitri. Bene invece il valore: +7% per un totale che supera i 5 miliardi di euro. Da sottolineare che il vino incide per circa il 15% sul totale export agroalimentare in valore. 2.1 La produzione 6

2.1.1 La produzione industriale L indice Ismea relativo al clima di fiducia dell industria vinicola torna su terreno positivo, in deciso miglioramento rispetto al estre precedente. La maggior produzione sta favorendo, infatti, un certo ottimismo tra gli operatori. Anche nell agroalimentare nel complesso, il clima di fiducia migliora e va in positivo per la prima volta dalla fine del 2011. Fig 2.1 Indice del clima di fiducia per l'industria vitivinicola Fig. 2.2 Trend dell indice del clima di fiducia -15,4 7,1 25 15 5-5 -15-25 -35 industria vinicola tot. agroalimentare Legenda: freccia scura estre di riferimento; freccia chiara estre precedente (max: 100, min: -100) 2.2 Gli scambi In tema di commercio con l estero il 20 si è chiuso secondo le aspettative. I volumi consegnati oltre i confini nazionali sono scesi del 4%, pur restando in termini assoluti sopra i 20 milioni di ettolitri. Questo conferma la tendenza evidente da tempo e cioè la sempre maggior dipendenza del settore vino dalla domanda estera che ormai assorbe quasi la metà della produzione nazionale. Fig. 2.3 Evoluzione delle esportazioni in volume (000 ettolitri) Fig. 2.4 Evoluzione delle importazioni in volume (000 ettolitri) 6.500 900 6.000 800 5.500 700 5.000 4.500 4.000 3.500 3.000 I 11 II III IV I II III IV I II III IV 600 500 400 300 200 I 11 II III IV I II III IV I II III IV su dati Istat su dati Istat La nota assolutamente positiva si registra sul fronte dei valori. Anche in questo caso le stime sono state confermate e gli introiti hanno segnato un nuovo record, cosa a cui il vino è abituato, superando i 5 miliardi di euro con un saldo positivo di 4,8 miliardi. Da sottolineare che il vino incide per circa il 15% sul totale export agroalimentare in valore. Nell ultimo estre del 20, comunque, a causa della diminuzione dei prezzi alla produzione anche quelli 7

all export hanno subito ribassi e questo ha in qualche modo attenuato la crescita degli introiti che fino a qualche mese prima si poteva supporre almeno di un punto percentuale in più. Tab. 2.3 Bilancia commerciale del settore vitivinicolo nel primo quadrimestre 20 20 (var.%) (var.%) (var.%) 20 20 20/20 20/20 20/20 mln quant. valore val.un. mln quant. valore val.un. mln quant. valore export import saldo totale 5.039-4,3 7,3,1 321-2,3 4,8 7,3 4.718-4,6 7,5 - UE 27 2.678-4,4 8,9,9 255 -,5-4,0,2 2.423-2,5 10,5 - Paesi terzi 2.361-4,1 5,5 10,0 66 57,3 62,6 3,4 2.294-8,7 4,5 Fonte: elaborazione Ismea su dati Istat Tornando ai volumi, comunque, non si può non evidenziare il -% dei vini sfusi a fronte del +11% del valore, come già ripetutamente detto, grazie alla crescita dei prezzi alla produzione rispetto all anno prima. Crescita chesi è drasticamente interrotta dall inizio dell estate in poi. I volumi della vendemmia 20, prima stimati e poi effettivamente entrati in cantina, hanno riportato i listini a livelli decisamente inferiori a quelli dell anno prima. La cosa interessante sarà continuare a monitorare questo mercato e vedere come il vino italiano sfuso, seppur esitato a prezzi inferiori rispetto allo scorso anno, riuscirà a competere con quello spagnolo. Da sottolineare, infatti, che il maggior competitor in questo segmento, cioè la Spagna, ha una produzione abbondante e prezzi più bassi di quelli italiani. Limitata al -2% la riduzione delle consegne oltre frontiera dei vini confezionati che, di contro, guadagnano un 6% sul fronte del valore. Da sottolineare che in questo segmento l incremento dei valori medi è pari al +8%, molto meno dirompente quindi rispetto a quello dei vini sfusi. Questo proprio perché aumenti forti nella prima fase della filiera tendono ad attenuarsi e ad essere ripartiti tra gli stadi successivi per non essere scaricati completamente sul consumatore finale. Volendo analizzare le tipologie di vino seguendo la piramide qualitativa si evidenzia come le Igp, con 5,5 milioni di ettolitri siano poco al di sotto del livello del 20 (-2%), con una crescita in valore, però, del 7%. Per le Dop, attestate a 4,7 milioni di ettolitri, la flessione in volume è del 3% a fronte del +5% messo a segno dal valore corrispondente. A soffrire di più sono stati i vini comuni, che hanno perso il % del volume, attestandosi a 5,3 milioni di ettolitri contro i 6,2 del 20, mentre in termini di valore gli introiti sono saliti del 7%. Da evidenziare a chiare lettere l eccellente performance dei vini spumanti, segmento decisamente fuori dal coro rispetto agli altri perché oltre all aumento in valore (+18%) ha messo a segno una decisa progressione anche in termini di volumi: +%. In questo segmento a trainare la domanda estera è la voce altri spumanti Dop (voce che comprende il Prosecco), con incrementi in volume e valore del 27%. Molto meno positiva la performance dell Asti che in volume si ferma al +3%, mentre il valore arriva al +16%. Con il +40% in volume il Regno Unito diventa il principale mercato di destinazione in volume delle bollicine italiane, mentre resta al secondo posto in valore dietro gli Stati Uniti che, comunque, hanno incrementato la domanda del % e la relativa spesa del 18%. Male la Germania sia in volume che in valore. Di tutto rilievo anche la Russia che, nonostante la battuta d arresto per il complesso dei vini italiani, sembra apprezzare particolarmente gli spumanti italiani. Molto bene anche nei Paesi Scandinavi e nei Paesi Baltici. 2.2.1 La destinazione e l origine degli scambi Facendo una sintesi delle performance italiane nei Paesi clienti si evidenzia la buona tenuta, o meglio il lieve incremento dei volumi negli Stati Uniti e nel Regno Unito (qui grazie anche agli spumanti). Tab. 2.4 Paesi di destinazione dell export di vino (ettolitri) Tab. 2.5 Paesi di destinazione dell export di vino (migliaia di euro) 20 20 var. % Mondo 21.227.282 20.318.668-4,3 Germania 6.168.400 5.920.096-4,0 20 20 var. % Mondo 4.695.436 5.038.627 7,3 Stati Uniti 1.005.839 1.077.733 7,1 8

Stati Uniti 2.935.691 2.959.783 0,8 Regno Unito 2.891.497 2.917.024 0,9 Francia 968.810 915.397-5,5 Ungheria 753.521 537.551-28,7 Canada 7.858 690.943-3,1 Svizzera 711.595 678.346-4,7 Austria 546.2 506.500-7,3 Svezia 419.718 469.297 11,8 Paesi Bassi 461.321 450.367-2,4 Russia 561.171 439.0-21,8 Giappone 443.9 426.175-3,8 Danimarca 356.827 394.115 10,4 Repubblica ceca 329.803 287.251 -,9 Belgio 272.346 284.399 4,4 Norvegia 222.526 231.733 4,1 Cina 326.290 219.2-32,8 Spagna 250.615 2.761 -,7 Altri 1.894.949 1.777.705-6,2 su dati Istat Germania 957.885 1.019.505 6,4 Regno Unito 535.580 618.073 15,4 Svizzera 298.500 3.508 5,0 Canada 283.379 280.487-1,0 Giappone 154.782 154.428-0,2 Svezia 2.239 0.807 15,2 Francia 7.8 9.4 8,9 Danimarca 5.023 3.032 6,4 Paesi Bassi 115.451 117.488 1,8 Russia 100.088 1.550,4 Austria 98.410 100.825 2,5 Belgio 79.658 91.927 15,4 Norvegia 77.577 86.911,0 Cina 77.049 74.755-3,0 Spagna 36.118 39.693 9,9 Repubblica ceca 33.9 34.087 0,5 Australia 29.930 33.856,1 Altri 436.201 467.838 7,3 su dati Istat Tab. 2.6 Paesi di origine dell import di vino (ettolitri) 20 20 var. % Mondo 2.756.287 2.692.785-2,3 Spagna 1.871.039 1.592.638 -,9 Stati Uniti 418.6 454.230 8,5 Francia 254.218 228.409-10,2 Sudafrica 2.079 192.440 9154,4 Australia 2.5 35.620 1560,3 Portogallo 23.319 30.582 31,1 Germania 24.855 28.341,0 Cile 4.853 27.180 460,1 Grecia 39.210 19.072-51,4 Ungheria 18.448 16.078 -,8 Austria 15.234.302-6,1 Macedonia 30.758 10.8-67,0 Bulgaria 23.048 9.328-59,5 Romania 9.590 6.260-34,7 Slovenia 2.595 4.509 73,8 Regno Unito 959 3.444 259,1 Argentina 4.818 2.342-51,4 Svizzera 446 1.181 164,7 Paesi Bassi 1.222 1.078-11,8 Altri 8.839 15.604 76,5 su dati Istat Tab. 2.7 Paesi di origine dell import di vino (migliaia euro) 20 20 var. % Mondo 306.160 320.986 4,8 Francia 151.350 9.605-7,8 Spagna 83.039 91.645 10,4 Stati Uniti 34.491 46.403 34,5 Sudafrica 333 10.461 3039,9 Portogallo 6.192 6.5 5,2 Germania 7.908 5.897-25,4 Australia 544 3.627 566,3 Cile 1.252 2.615 108,8 Regno Unito 3.155 2.4-32,4 Austria 2.928 2.049-30,0 Grecia 2.902 1.650-43,1 Ungheria 1.710 1.441-15,7 Paesi Bassi 1.048 1.233 17,6 Romania 1.238 830-33,0 Slovenia 367 728 98,5 Svizzera 809 715-11,6 Argentina 1.040 603-42,1 Macedonia 1.091 540-50,5 Bulgaria 1.245 480-61,5 Altri 3.516 1.818-48,3 su dati Istat Flessioni si registrano, invece, in Germania, Svizzera, Canada e Giappone. In Cina e Russia non si può parlare solo di flessione ma di vera e propria battuta d arresto, legata sia a motivi congiunturali di mercato sia a problematiche burocratiche. Ma al di là degli elementi congiunturali forse è il caso di fare una riflessione sul modo di approcciarsi a questi mercati tutt altro che facili. 9

Intanto le importazioni, attestate a 2,7 milioni di ettolitri, fanno segnare un -2% in volume ed un +5% in valore. Come si è notato durante tutto il corso dell anno si evidenzia il forte incremento delle importazioni dal Sudafrica che fanno più notizia per la variazione percentuale piuttosto che per i volumi assoluti. Tra i tradizionali fornitori si evidenzia il significativo incremento degli acquisti negli Usa a fronte una decisa flessione in Spagna. 2.3 La domanda 2.3.1 La domanda interna I dati sugli acquisti presso la distribuzione moderna (ipermercati, supermercati, superettes, libero servizio) del primo estre 20 confermano la dinamica flessiva dei consumi di vino e spumanti nel 20. Infatti, i volumi di vino e spumanti sono scesi del 5% rispetto allo stesso periodo dell anno prima, a fronte di un aumento della relativa spesa (+1%). Gli aumenti dei listini all origine che hanno contraddistinto il 20 sembrano essere stati trasferiti sui prezzi al consumo, anche se con incrementi un po meno importanti rispetto a quelli dei mesi scorsi. Nei vini sono ancora le Igt ad aver subito il calo della domanda più significativo a fronte del maggior incremento dei listini medi. All interno del segmento, peraltro, la riduzione degli acquisti di bianchi e rossi si equivalgono mentre in valore sono i rossi ad avere avuto la peggio. Anche nel segmetno delle Doc-Docg la situazione non appare rosea sul fronte dei volumi (-3%), mentre l aumento dei prezzi ha fatto sì che la spesa corrispettiva fosse sostanzialmente come quella dello stesso periodo dell anno prima. Tab. 2.8 Dinamica degli acquisti domestici e della spesa per vini e spumanti (var.%) / q.tà val. val. unitario Vini e spumanti -4,5-1,4 3,3 - Vini -4,0-0,6 3,5 Doc-Docg -2,9 0,0 3,0 bianche -0,9 3,2 4,1 rosse -3,8-1,7 2,3 Igt -9,2-3,9 5,8 bianche -7,9-1,3 7,2 rosse -8,7-4,8 4,3 Comuni -2,0 2,2 4,3 -Spumanti -11,1-5,4 6.4 Fonte: elaborazione Ismea su dati SymphonyIRI I vini comuni, di contro, sono quelli che hanno avuto la flessione minore in temini di volume e a differenza delgi altri segmenti mostrano anche un incremento del valore. Dopo la buona performance del 20, per gli spumanti il primo estre del 20 mostra una discreta battuta d arresto soprattutto in volume. 2.3.1 I prezzi alla produzione Il primo estre del 20, ha evidenziato, sulla scorta di quanto accaduto tre mesi fa, listini in flessione ed in particolare per i vini comuni e le indicazioni geografiche. Più attenuata la situzione per i vini Doc-Docg. L indice Ismea dei prezzi alla produzione mostra valori in flessione, per il vino nel suo complesso, su base congiunturale (-8%), quanto su base tendenziale (-19%). Da notare che, secondo il modello Ismea, il totale agricoltura e le coltivazioni mostrano una variazione tendenziale negativa (rispettivamente -5% e -11%) a fronte, però, di un lieve miglioramento rilevato in fase congiunturale delle coltivazioni e della sostanziale stabilità del totale agricoltura. Le flessioni del periodo invernale, sono da imputare in parte, come evidenziato negli scorsi estri, all alto valore raggiunto a cavallo tra il 20/20 e in parte sono il riflesso in una campagna con una produzione in aumento rispetto alla precedente e alla concorrenza spagnola, come già ricordato, presente sul mercato internazionale con una produzione più abbondantente di quanto previsto e prezzi contenuti. Spostando l analisi sul colore si evidenzia come, in questi ultimi tre mesi, si sia confermato, il differente gradimento del mercato tra le produzioni bianche e quelle rosse. La tendenza flessiva resta, in particolare per i vini comuni e Igp, concentrata sulle produzioni bianche che perdono, su base congiunturale, il % per le varietà comune e Igt e un più contenuto -2% per le Doc, che diventa, rispettivamente -27% e -3% su base tendenziale. Come detto i vini rossi sembrano tenere meglio le incertezze del mercato evidenziando un -7% tra i comuni e addirittura un +1% per le produzioni certificate rispetto all ultimo estre del 20. Anche su base tendenziale, confrontando quindi le rilevazioni correnti con quelle dello stesso periodo del 20, si evidenzia un -20% per i vini comuni e un +4% per le Doc/Docg. Come si evidenzia le produzioni di qualità risentono in maniera minore della volatilità del mercato e restano comunque i più premiati dalla domanda. 10

Fig. 2.5 Indice dei prezzi all origine (2000=100) Fig 2.6 Indice dei prezzi all origine vini comuni (2000=100) 180 160 0 0 220 200 180 160 0 100 0 100 80 80 Vini nel complesso Coltivazioni Tot. agricoltura bianchi rossi totali Spostando l analisi a livello dei prezzi si evidenzia, come per la prima volta dalla fine del 20, i listini medi dei vini bianchi si siano abbassati sotto il livello dei 5 euro. Per le produzioni Igt si rileva, come evidenziato, un calo, ma in questo caso le produzioni rosse hanno ceduto qualche centesimo in più rispetto alle bianche. Dopo il Vinitaly 20 che ha lasciato piuttosto soddisfatto il mondo produttivo vitivinicolo italiano, ci si aspetta un nuovo spunto per le contrattazioni, non solo nazionali, per vivacizzare il mercato se non dal punto di vista remunerativo almento da quello dei volumi. Al momento il mese di aprile non si è discostato dall andamento dei tre mesi precedenti, ma la prima settimana di maggio non ha mostrato variazioni negative. Fig 2.7 Indice dei prezzi all origine vini Dop (2000=100) 0 0 0 110 100 90 80 70 bianchi rossi totali Fonte: elaborazione Ismea su dati Gti 11

Tab. 2. 9 Prezzi medi dei vini comuni (euro/ettogrado) I II IV var % / IV Bianchi da tavola 5,91 5,66 5,15 4,58-25,1-11,2-9/11 6,17 5,98 5,57 4,91-22,5-11,7 - / 4,67 4,40 3,65 2,88-41,9-21,1 Rossi da tavola 5,63 5,41 4,97 4,65-19,8-6,4-9/11 5,77 5,58 5,28 5,00-17,2-5,3 - / 5,34 5,07 5,07 4,08-23,6-19,4 Tab. 2.10 Prezzi medi dei vini IGT (euro/ettogrado) I II IV var % / IV Igt bianche Chardonnay (1) 7,15 7,15 7,15 7,05-1,5-1,5 Pinot grigio (1) 10,64 10,62 10,62 10,62-1,9 0,0 Terre di Sicilia bianco 5,20 5,20 5,20 4,50 -,0 -,5 Verduzzo (1) 6,93 6,83 6,57 6,43-10,0-2,1 Igt rosse Lambrusco Emilia 6,35 6,23 6,09 6,10-3,8 6,1 Merlot (1) 6,00 5,94 5,75 5,65-5,8-1,7 Sangiovese Ravenna 6,10 5,60 4,80 4,38-31,4-8,6 Rosso Salento 5,70 5,58 5,34 4,97 -,2-7,1 Terre di Sicilia rosso 4,25 4,25 4,25 4,25 0,0 0,0 1) Sono comprese le IGT: Marca Trevigiana, Veneto e Delle Venezie;

Tab. 2.11 Prezzi medi dei vini Doc-Docg bianchi (euro/ettolitro) gen-mar 20 gen-mar 20 Var. % Alcamo bianco 85,54 88,77 3,8 Bianco di Custoza 82,23 83,38 1,4 Castelli Romani bianco 60,00 54,00-10,0 Chardonnay Alto Adige 231,54 232,50 0,4 Chardonnay Friuli Grave 100,00 100,00 0,0 Chardonnay Oltrepo' Pavese 0,00 4,23-4,1 Cirò bianco 8,00 9,00 0,7 Colli Albani 67,00 63,50-5,2 Colli Lanuvini 67,00 63,50-5,2 Cortese Alto Monferrato 80,00 77,50-3,1 Cortese di Gavi 152,50 160,58 5,3 Frascati 77,50 77,50 0,0 Gambellara 79,88 81,57 2,1 Locorotondo 87,50 62,50-28,6 Malvasia Colli Piacentini 98,08 100,00 2,0 Marino 67,00 63,50-5,2 Moscato Oltrepò Pavese 107,50 107,50 0,0 Moscato d'asti 172,50 172,50 0,0 Nuragus Cagliari 78,80 78,08-0,9 Orvieto 82,50 82,50 0,0 Orvieto classico 92,50 92,50 0,0 Per Marsala fine 90,00 103,08,5 Piemonte Moscato 0,00 0,00 0,0 Pinot Bianco Friuli Grave 88,08 90,00 2,2 Pinot Grigio Friuli Grave 3,08 5,00 1,6 Pinot Grigio Alto Adige 245,53 246,25 0,3 Pinot Nero Oltrepo' Pavese 5,00 4,23-0,5 Prosecco Conegliano Valdobbiadene 204,04 204,54 0,2 Riesling Oltrepo' Pavese 81,54 85,00 4,2 Roero arneis 196,15 166,92 -,9 San Severo Bianco 82,50 62,50-24,2 Soave 87,28 86,63-0,7 Soave Classico 3,75 117,50-5,1 Solopaca Bianco 62,50 80,00 28,0 Terlano Pinot Bianco Alto A. 238,85 240,00 0,5 Friulano Friuli Grave 52,50 nd Trento Pinot Nero base spuamnte 205,00 210,00 2,4 Trebbiano d'abbruzzo 67,65 47,05-30,5 Trebbiano di Romagna 72,05 54,37-24,5 Trentino Muller Thurgau 5,00 0,19-10,2 Trentino Pinot Grigio 173,46 165,38-4,7 Terentino Chardonnay 5,96 0,19-11,6 Trentino Pinot Bianco 2,50 0,00-1,8 Trento 180,00 180,00 0,0 Valdadige Pinot Grigio 171,92 165,00-4,0 Velletri Bianco 67,00 63,50-5,2 Verdicchio classico di Jesi 89,04 87,50-1,7 Verdicchio di Jesi 84,04 82,50-1,8 Vermentino di Sardegna 105,00 100,00-4,8 Vernaccia di San Gimignano 1,35 9,42 6,1 Tab. 2. Prezzi medi dei vini Doc-Docg rossi (euro/ettolitro) gen-mar 20 gen-mar 20 Var. % Barbaresco 260,77 269,23 3,2 Barbera d'alba 1,92 0,00-9,0 Barbera d'asti 95,00 100,00 5,3 Barbera del Monferrato 87,50 85,00-2,9 Barbera Oltrepo' Pavese 65,00 65,00 0,0 Bardolino 82, 82,80 0,8 Bardolino Classico 92,25 88,20-4,4 Barolo 680,38 700,00 2,9 Bonarda Oltrepo' Pavese 70,00 67,50-3,6 Brunello di Montalcino 590,38 733,46 24,2 Cabernet Franc Sauvignon Friuli Grave 70,00 70,00 0,0 Cannonau di Sardegna 3,00 91,92-35,7 Castel del Monte rosso 82,50 67,50-18,2 Castelli romani rosso 60,00 54,00-10,0 Chianti 1,65 9,04 22,3 Chianti Classico 1,92 168,46 27,7 Chianti Colli Senesi 118,65 7, 24,0 Cirò rosato 8,00 8,90 0,7 Cirò rosso 8,00 9,40 1,0 Cirò rosso classico 2,00 2,00 0,0 Dolcetti d'alba e Diano 118,46 83,46-29,5 Etna rosso 3,23 0,92 5,8 Grignolino d'asti 0,00 0,00 0,0 Gutturnio Colli Piacentini 81,15 80,00-1,4 Lago di Caldaro Classico Alto A. 5,43 156,25 7,4 Lago di Caldaro (Trentino) 150,00 155,00 3,3 Lambrusco Grasparossa 56, 76,45 36,2 Lambrusco Reggiano 69,30 67,65-2,4 Lambrusco Salamino 53,96 69,85 29,5 Lambrusco Sorbara 66,49 85,25 28,2 Melissa rosso 0,00 0,00 0,0 Merlot del Piave 83,38 75,69-9,2 Merlot Friuli Grave 70,00 70,00 0,0 Monica Sardegna 0,75 83,85-30,6 Montepulciano d'abruzzo 78,56 69,33-11,8 Nebbiolo d'alba 165,38 180,00 8,8 Nobile di Montepulciano 3,62 292,69-7,0 Piemonte Barbera 80,00 71, -11,1 Rosso Conero 1,04 1,50-1,3 Rosso Piceno 58,42 57,50-1,6 Sangiovese di Romagna 81,00 64,89-19,9 Schiava dell'alto Adige 150,15 156,50 4,2 Solopaca rosso 60,00 80,00 33,3 Teroldego Rotaliano 175,00 160,00-8,6 Trentino Merlot 5,00 0,00-3,7 Valpolicella 250,25 230,00-8,1 Valpolicella Classico 269,95 240,00-11,1 Velletri rosso 77,50 72,50-6,5

2.3.2 I prezzi dei mezzi di produzione Fig. 2.10 Indice dei prezzi dei mezzi di produzione della viticoltura (2000=100) 5 4 3 2 1 0 9 8 7 6 5 viticoltura Tot. agricoltura Coltivazioni Il primo estre del 20, a fronte di prezzi all origine del settore vinicolo in calo su base congiunturale, mostra una crescita dell indice dei prezzi dei mezzi di produzione contenuta (+0,4%). Situazione analoga anche per il totale coltivazioni e per l agricoltura nel complesso. Facendo il confronto con lo stesso estre dell anno prima si ha un incremento dell 1% per il settore vitinicolo mentre coltivazioni e agricoltura segnano rispettivamente un +0,5% e -1%. 2.3.3 La ragione di scambio Nel primo estre del 20, grazie alle dinamiche esaminate precedentemente relative ai prezzi all origine ed ai costi di produzione, il settore del vino ha registrato una flessione della ragione di scambio sia su base congiunturale che tendenziale. Da gennaio a marzo 20, infatti, questo indicatore è sceso del 9% rispetto al estre precedente, mentre per il totale coltivazioni la crescita è stata dell 1% e per l intero comparto agricolo la flessione è limitata all 1%. Per il settore vinicolo è decisamente più negativo, invece, il confronto con lo stesso periodo dell anno prima (- 19%). Fig. 2.11 Indice della ragione di scambio della fase agricola 1 (2000=100) 0 0 110 100 90 80 70 60 2.3.3 I prezzi al consumo Anche nel primo estre del 20 è continuata la tendenza al rialzo dei prezzi al consumo dei vini, sulla scia degli aumenti registrati anche all origine durante il 20. Sarà interessante osservare come si comporteranno i prezzi al consumo d ora in avanti con i listini all origine in netta flessione. Da evidenziare che nel segmento degli spumanti, dove l aumento nel complesso è del 6%, è il metodo classico ad aver avuto l incremento più elevato rispetto al primo estre del 20. Vitivinicoltura Coltivazioni Tot. agricoltura 1) rapporto tra l indice dei prezzi alla produzione e l indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione

Tab. 2. Valori medi unitari al consumo ( /litro) I II IV Var. % / Vini e spumanti 3, 3,27 3,64 3,23 3,3 - Vini 2,89 3,00 3, 2,95 3,5 Doc-Docg 4,40 4,57 4,58 4,41 3,0 bianchi 4,51 4,65 4,66 4,61 4,1 rossi 4,36 4,55 4,57 4,34 2,3 Igt 3,07 3,16 3,25 3,11 5,8 bianchi 3,42 3,52 3,56 3,44 7,2 rossi 2,87 2,88 3, 2,94 4,3 Comuni 1,66 1,71 1,71 1,66 4,3 -Spumanti 7,24 7,40 7,28 7,36 6,4 Champagne 39,54 40,06 34,83 38,29 4,1 Metodo classico,76 16,15,48 15,49 10,0 Metodo charmat 5,95 6,08 5, 5,79 6,4 Fonte: elaborazione Ismea su dati SymphonyIRI 15

3. Focus on 3.1 Il valore delle produzioni a denominazione di origine Anche per il 20 Ismea, dopo la prima esperienza fatta con i dati del 2011, ha messo a punto il calcolo per la stima del valore alla produzione dei vini italiani, differenziandoli tra vini Dop, Igp e comuni, presentandoli così al Vinitaly 20. Si prende in esame il valore delle produzioni certificate nel 20 che, quindi, non sono afferenti alla produzione della vendemmia dell autunno 20 ma in larga parte a quella del 20 o ad annate precedenti soprattutto per i vini da invecchiamento. Questo lavoro nasce dall esigenza ormai sentita da più parti, siano esse istituzionali o private, di avere informazioni il più esaustive possibili, sebbene scaturiscano da stime, sulla formazione della catena del valore lungo le diverse fasi della filiera. Anche a livello internazionale si è affrontato il problema. Lo scorso anno già la Commissione Europea ha portato a termine uno studio sul valore delle vendite ex fabrica del vino confezionato Dop e Igp, lavoro al quale Ismea ha contribuito fornendo il paonio dei prezzi di cui dispone e indicazioni sui volumi prodotti. Ismea, inoltre, partecipa attivamente alla discussione all interno dei gruppi di lavoro OIV (Organisation International de la Vigne e du Vin) su come arrivare a definire un metodo per dare un valore monetario alle differenti produzioni vinicole, non limitando quindi le analisi al solo aspetto quantitativo. Partendo quindi da queste numerose sollecitazioni, si è voluto lo scorso anno il lavoro per attribuire un valore alle produzione di vino sfuso, perché Ismea, da sempre, ha a disposizione un vasto paonio di rilevazioni dei listini nella fase all origine, considerando i prezzi del vino in cisterna, franco azienda, IVA esclusa. Per avere un dettagliato monitoraggio dei prezzi alla produzione Ismea si avvale di una rete di rilevazione molto ampia. Conta, infatti, 46 punti di rilevazione dislocati nelle principali piazze produttive del Paese. Da tener conto che il 20 per certi versi può essere considerato l anno zero per quanto concerne i vini Igp. Questo è infatti il primo anno per cui gli organismi di certificazione hanno fornito per l intero anno il dato del vino Igp avviato all imbottigliamento, quindi con in etichetta la dizione Igp (o Igt), mentre per il 20 c era soltanto un dato parziale. Questo è il motivo, peraltro, per cui molte delle variabile sulle Igp, tra cui il valore, sono calcolate solo per il 20. Da sottolineare che il valore che Ismea ha calcolato è relativo al vino sfuso Igp che è stato imbottigliato per cui nel proseguo del lavoro bisognerà intendere la dizione vino Igp imbottigliato con questa accezione. Inoltre, dal 2010, è possibile avere anche i dati all export dell Igp ed è stato possibile stimare un valore ex fabrica per lo sfuso Igp esportato nel 20 riuscendo così ad avere un valore per il totale Igp imbottigliato in Italia ed esportato sfuso. Le rilevazioni, e tutte le analisi conseguenti sui prezzi alla produzione, vengono effettuate distinguendo i vini secondo la piramide qualitativa e così facendo si riesce a monitorare il mercato dei vini comuni, per colore e luogo di produzione. Per Igp e Dop si evidenzia, oltre a luogo di produzione e colore, anche la singola denominazione arrivando per alcune anche alle menzioni. Per il 20 è stato possibile avere l ampio paonio informativo sulle produzioni grazie alla collaborazione del Ministero delle Politiche agricole, ed in particolare dell ICQRF (Direzione Generale per il riconoscimento degli organismi di controllo e certificazione e tutela del consumatore), e degli organismi certificatori. Questi ultimi infatti hanno fornito non solo le produzioni certificate o imbottigliate per l intera denominazione ma in molti casi hanno messo a disposizione anche i dati per singola menzione consentendo di mettere a punto un sistema di valorizzazione delle produzioni applicando ad ogni quantità il prezzo rilevato. Laddove il prezzo non fosse stato già all interno della banca dati preesistente si è provveduto, grazie alla rete di rilevazione Ismea, ad un ulteriore approfondimento e integrazione con richieste ad hoc. In questo modo si è riusciti ad ottenere un valore alla produzione per quasi il 91% dei vini Dop certificati, mentre per le Igp la percentuale è del 90%. Con questi valori, applicando una semplice proporzione si è arrivati al 100% della produzione certificata dei vini Dop certificati che nel 20 è stimata pari a di 1,8 miliardi di euro e dei vini Igp avviati all imbottigliamento che, sempre nello stesso anno, sono arrivati a toccare i 695 milioni di euro. Inoltre è stato stimato un prezzo ex fabrica dei vini Igp esportati sfusi, il cui volume sfiora il milione di ettolitri per un valore di 116 milioni di euro. A questi valori si è aggiunto quello dei vini comuni, calcolato tendendo conto del dato produttivo Istat al quale sono stati sempre applicati i prezzi rilevati da Ismea, che risulta pari a 736 milioni di euro. Inoltre si è dato un 16

valore alla produzione Dop potenziale ma non certificata e alla produzione Igp potenziale che non è stata né imbottigliata, né esportata sfusa. Su queste due ultime categorie è stata fatta un assunzione e cioè che fossero interamente declassate allo scalino subito dietro della piramide qualitativa. Quindi, le prime sono state valorizzate ad un prezzo medio ponderato delle Igp e le seconde al prezzo dei vini comuni. L ipotesi è chiaramente forte ma ci permette di dare un valore a tutto la produzione che sia certificata o no. Entrando più nello specifico del lavoro svolto si sottolinea che, anche grazie alla rete di rilevazione Ismea e alla collaborazione degli organismi certificatori, per alcune regioni è stato possibile stimare un valore per l intera produzione certificata regionale dettagliando le singole Dop molte delle quali comprensive delle menzioni. Le regioni prese come caso studio sono state le prime tre della graduatoria nazionale per vino certificato, cioè Veneto, Piemonte e Toscana, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Sicilia. Nel complesso si è arrivati a stimare un valore della produzione che nel 20 è di 3,8 miliardi di euro. Tabella 3.1 La stima per il 20 del valore all origine del vino per singolo segmento Produzione (hl) Valore (euro) Vini Dop certificato.522.058 1.810.025.000 Vini Igp imbottigliato e esportato sfuso 9.526.044 8.264.005 - Vino Igp imbottigliato 1 8.569.687 695.883.005 - Vino Igp esportato sfuso 956.357 116.381.000 Vini Dop potenziale non certificato 2 2.566.398 218.830.869 Vini Igp non imbottigliato né esportato 3 3.849.606 237.396.579 Vini comuni 4 11.946.505 736.740.963 Totale 40.410.611 3.815.257.417 1 si considera il valore del vino sfuso che è stato imbottigliato in Italia; 2 produzione potenziale non certificata che si è stimata come interamente declassata a Igp; 3 produzione potenziale Igp ma non imbottigliata né esportata che si è stimata come interamente declassata a vino comune; 4 produzione Istat. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Mipaaf ICQRF, Ismea, Valoritalia, Irvos, Camera di commercio di Trento, Camera di commercio di Bolzano, Sequria, Ceviq. E possibile scaricare l intero documento al seguente indirizzo: http://www.ismeaservizi.it/flex/cm/pages/serveblob.php/l/it/idpagina/3918 Area Mercati Responsabile di redazione: Giovanna Ferrari Redazione a cura di: Tiziana Sarnari; Francesca Monduzzi e-mail: t.sarnari@ismea.it www.ismeaservizi.it www.ismea.it 17