L arte del teatro Gli alunni della Scuola Sacra Famiglia di Trento interpretano Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, tratto dal romanzo di Luis Sepúlveda Nell anno scolastico 2011/2012 gli alunni della Scuola primaria paritaria Sacra Famiglia di Trento hanno messo in scena un classico della letteratura infantile, il romanzo di Luis Sepúlveda pubblicato nel 1996, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. In linea con il progetto educativo dell istituto, Tante mani e un solo cuore, le insegnanti hanno ritenuto utile approfondire gli importanti temi di questo romanzo dando l opportunità ai bambini di vivere l esperienza del coraggio, della condivisione e dell amicizia di Zorba in prima persona. Il teatro, infatti, offre delle grandi opportunità didattiche. Dà la possibilità di mettere in pratica nella realtà delle competenze interdisciplinari, dal saper affrontare una situazione nuova in pubblico, al saper trasmettere emozioni utilizzando oltre al linguaggio verbale, anche quello corporeo. Fare teatro fa prendere coscienza del proprio corpo, fa imparare ad esercitare un controllo sulle proprie emozioni, superando difficoltà ed insicurezza. Il teatro è apparso un mezzo utile e completo per indirizzare i ragazzi verso uno strumento che potesse conglobare in maniera armoniosa tutte le conoscenze già in loro possesso. Infatti in questi ultimi anni sempre più gli alunni sono sottoposti ad una grande varietà di linguaggi e di informazioni che il mondo della televisione e ancora più quello di internet offre quotidianamente ai bambini; oltre a questo molti di loro frequentano corsi extrascolastici di musica o di danza e quindi hanno già un bagaglio di partenza particolarmente ricco per quanto riguarda i diversi linguaggi che sono presenti oggi nel panorama culturale. A questo si è aggiunto il fatto che negli anni della scuola primaria è facile per i bambini riuscire a comunicare e ad esprimere le proprie emozioni perché sono ancora in una fase di immediatezza e non sono condizionati da tutti quei vincoli che il gruppo dei simili richiede in età più avanzate. Per loro è tutto puro e semplice e i condizionamenti sociali sono lontani. Queste motivazioni sono state alla base della scelta di questo strumento, unite anche alla valenza didattica del teatro visto come mezzo particolarmente utile per favorire il superamento della timidezza, del cattivo rapporto con il corpo in mutamento, dell eccessiva aggressività. Indubbiamente il teatro è un potente stimolo per le diverse forme di apprendimento, potenziando ed indirizzando
energie creative ed alimentando al contempo il gusto estetico ed artistico. Basti pensare al grande obiettivo di potenziare le strategie di memorizzazione di lunghe parti recitate, alle strategie di interpretazione uscendo dalla propria personalità per entrare in un altra. Obiettivi anche per quanto riguarda la memorizzazione dei testi delle canzoni, da dover esprimere usando correttamente un ritmo ed un estensione di voce curata e ferma, o la memorizzazione di passi di danza da eseguire in un preciso tempo musicale, con coordinazione e con un estetica di gruppo. Questo importante lavoro è stato strutturato in più fasi. PRIMA FASE: LA PREPARAZIONE In un primo momento tutte le insegnanti dell istituto si sono riunite e hanno studiato un copione tale da poter suddividere la trama principale del romanzo nelle cinque classi, dalla prima alla quinta. Hanno arricchito il copione con musiche, canti e balletti che potessero fare da collegamento con le varie scene e che dessero modo ad ogni bambino di ogni singola classe di poter contribuire con i propri talenti a completare la drammatizzazione finale e d insieme. SECONDA FASE: LA LETTURA IN CLASSE DEL ROMANZO E LA DISTRIBUZIONE DELLE PARTI In un secondo momento, dopo aver studiato la suddivisione della trama, in ogni classe è stato presentato il romanzo. È stato letto ed analizzato. Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare è un racconto che narra le vicende di una gabbiana di nome Kengah che come ogni anno con uno stormo di suoi simili e altri uccelli si dirige verso il golfo di Biscaglia e verso i paesi più caldi in cerca di cibo. Lo stormo si tuffa nel mare per mangiare delle aringhe, quando il capo-stormo impone un decollo di emergenza a causa dell avvicinarsi di una pericolosa macchia di petrolio. Purtroppo Kengah, che ha trovato delle aringhe gustosissime, si rituffa per prenderne ancora e viene colpita dalla "maledizione dei mari", l onda di petrolio. Con coraggio, usando le sue ultime forze, Kengah riesce a pulirsi, ad uscire dal mare e con un volo di emergenza raggiungere la città di Amburgo, dove precipita sul balcone della casa dove abita Zorba, un gatto grande e grosso dal pelo nero. Prima di morire, la povera gabbiana riesce ad affidare il suo unico uovo a Zorba, dopo avergli strappato tre importanti promesse, quelle di non mangiare l uovo, di averne cura e di insegnare alla piccola che nascerà a volare. Zorba, nonostante il suo aspetto inizialmente arrogante, colpito
da questa povera gabbiana disperata e in punto di morte, promette di avere cura della piccola che sta per nascere. Non sapendo come comportarsi chiede aiuto ai suoi amici gatti, prima all arrogante e saputello Colonnello e al suo fedele ed intelligente Segretario, poi a Diderot, un intelligente gatto che vivendo in una biblioteca sa consultare l enciclopedia. Purtroppo questi gatti trovano una soluzione per pulire Kengah dal petrolio quando ormai è già morta, ma per il problema della cura della piccola gabbianella non trovano nulla sull enciclopedia. La piccola nasce e viene chiamata Fortunata. Zorba la protegge, la nutre, ma per poterle insegnare a volare deve rompere un tabù: parlare con un umano in grado di aiutarlo nel difficile compito. Si rivolgono ad un poeta, un uomo dall'animo nobile e sensibile che riesce a comprendere la loro richiesta e consiglia loro di portare la gabbianella in un luogo molto alto. La gabbianella prenderà così il volo dal campanile della chiesa di San Michele di Amburgo. Dopo la lettura sono stati discussi in ogni singola classe i temi principali trattati in questo romanzo: - il problema della diversità e il suo superamento; - la difficoltà di dover trovare un punto in comune; - il tema della condivisione; - la potenzialità della comunicazione; - il coraggio nell affrontare delle situazioni difficili; - il tema dell aiuto, dell importanza del gruppo; - il coraggio; - il problema dell inquinamento dei mari; - il doppio volto dell uomo, da una parte come responsabile dell inquinamento dei mari e dall altro la sua disponibilità di dare il suo aiuto per cambiare le cose, mostrando la sua parte sensibile. Si è discusso a lungo di questi importantissimi temi e di come fosse possibile interpretare tutto questo in uno spettacolo di poco più di un ora e mezza. I contributi dei bambini sono stati ben accetti, la loro vivacità e freschezza intellettiva ha fornito soluzioni interessanti ed innovative. TERZA FASE: LA STESURA DEFINITIVA DEL COPIONE E LA DISTRIBUZIONE DELLE PARTI Dopo la lettura globale del romanzo ad ogni classe è spettato il compito di analizzare in maniera profonda il proprio pezzo di storia. Con uno sforzo non indifferente si è cercato di interpretare nel migliore dei modi una parte di storia cercando di renderla il più personale possibile da un lato, in modo da offrire ai bambini l opportunità di interiorizzare l esperienza usando le personali abilità, senza del resto dimenticare che facendo parte di un tutto, ogni parte doveva essere collegata in modo armonioso alla parte della classe precedente e a quella successiva. Tenendo presente questi obiettivi il singolo copione di ogni classe è stato modificato e in maniera molto libera sono state distribuite le varie parti tenendo presente anche i singoli interessi e desideri di ogni alunno.
Una volta individuati tutti i personaggi, i coristi e i ballerini, si è studiato un semplice costume per ogni bambino in modo che ogni parte fosse ben individuabile e nello stesso tempo che ogni alunno fosse particolare e curato anche nei vestiti e nei trucchi. Per questo compito impegnativo, visto il gran numero di alunni impegnati, è stato chiesto un aiuto ad un gruppo di mamme sarte, che con grande entusiasmo hanno aiutato nella realizzazione dei costumi. I genitori del coro della Scuola, diretti dalla maestra di musica, hanno contribuito a creare l ambiente sonoro delle varie scene e a dialogare nel canto con gli alunni. QUARTA FASE: LE PROVE In questa fase, di circa due mesi, ogni classe ha inserito nella programmazione settimanale il tempo necessario per provare sia le parti recitate che le parti musicali. Ogni singola insegnante ha provveduto ad insegnare sia la tecnica della drammatizzazione sia le varie coreografie, secondo la propria competenza, passione e gusto artistico. Finita una prima fase singola si è provveduto a fare due prove d insieme, unendo tutte le classi in modo da ottenere un risultato che, seppur nella diversità creativa, risultasse ben amalgamato e tale da trasmettere quell emozione e quel messaggio importante che si era studiato e posto come obiettivo principale di questo progetto. QUINTA FASE: LA RECITA I bambini hanno vissuto il momento finale della recita con grande entusiasmo. Tutta la preparazione, le prove, la condivisione del copione, i costumi coloratissimi e le musiche adattate appositamente per quel momento è stata così interiorizzata da tutti loro che il risultato è stato un tripudio di emozioni per tutti i genitori, i nonni e gli amici che l hanno potuto vedere ed ammirare. I più piccoli della scuola hanno colpito per la loro semplicità, la loro tenerezza, la gioia e la sicurezza di esprimersi su un palco davanti ad un pubblico. I più grandi hanno colpito per la loro dimestichezza, la consapevolezza del proprio corpo e la loro capacità di drammatizzare una parte. Essendo un lavoro che coinvolgeva tutti gli alunni dalla classe prima alla classe quinta si è notato subito quanto mano a mano che le classi diventavano più grandi, seppur in una sicurezza e conoscenza del proprio personaggio da parte di tutti, come gli allievi più grandi mostrassero una maggior precisione, coscienza di ciò che andavano a fare sul palco e abilità in genere sia per la gestualità che per le memorizzazioni di parti sempre più lunghe, mentre i più piccoli nella loro genuinità trasmettessero una naturale e sincera tenerezza.
CONCLUSIONI Questo progetto è stato molto positivo. Gli obiettivi che le insegnanti si erano proposte inizialmente sono stati raggiunti tutti. Gli alunni hanno potuto approfondire i temi dell amicizia, della diversità, della condivisione vivendoli in prima persona con entusiasmo e con quel divertimento sano e costruttivo tipico dell età dei bambini della scuola primaria. Oltre ad un bel ricordo, sicuramente i bambini si ritrovano arricchiti di importanti valori che nel corso del progetto sono stati affrontati da molti punti di vista, sia nella fase della lettura e comprensione del testo di Luis Sepúlveda, sia nello studio delle strategie più adatte ad un efficace rappresentazione, sia nella prova conclusiva della drammatizzazione che ha visto in scena delle competenze complete e sicure da parte di tutti gli alunni.