Il Linguaggio della Musica Popolare della Sardegna: un nuovo punto di ascolto



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Pubblicazione Atti 2 Convegno - Ozieri, 18 Novembre 2008 Il Linguaggio della Musica Popolare della Sardegna: un nuovo punto di ascolto di Antonio Deiara Possedere la lingua scriveva don Lorenzo Milani oltre cinquant anni fa significa essere uomini liberi. Sostiene Carlo Delfrati: Un insegnamento basato sul presupposto che la musica è linguaggio, mezzo di comunicazione e di espressione, si darà degli obiettivi, dei contenuti e dei metodi ben diversi che un insegnamento della musica intesa come puro trastullo auricolare, sapiente fin che si vuole ma mai capace di significare, di trasmettere contenuti. Credo che i Cori e i Maestri debbano possedere la dimensione linguistica della musica per poi avvicinarsi con umiltà e rispetto ai frutti dell albero della tradizione orale. Quanto allo sviluppo futuro del Premio Biennale Città di Ozieri per Cori Tradizionali Sardi, ritengo sia di fondamentale importanza dire ai Cori ciò che non si deve fare, in armonia con la teologia negativa di Plotino. Filosofo greco nato a Licopoli d Egitto (secondo un altra tradizione a Lykos) tra il 203 e il 206 e morto circa nel 270 a Minturno in Campania, Plotino è il padre della teologia negativa secondo la quale dell Uno, cioè della divinità, non essendo possibile dire ciò che è bisognava dire ciò che NON E. La Giuria della Biennale, in termini simili, non può dichiarare quello che un Coro e il suo Maestro debbono scrivere, comporre, eseguire: la creatività non può essere ingabbiata, prevista, regolamentata! I Giurati possono valutare le composizioni in gara solo dopo averle ascoltate ed esaminate attentamente alla luce degli elementi ritmici, melodici,

armonici, agogici, dinamici, timbrici e formali riconducibili a quella che il presidente don Antonio Sanna nel Convegno del 2001 ha definito Atmosfera di Sardegna. Sui testi la parola spetta al poeta Antonio Canalis, mentre la voce della tradizione ha il timbro di Mario Meledina, componente storico del Coro di Ozieri. Il Premio Biennale Città di Ozieri per Cori Tradizionali Sardi deve pertanto confermare, integrare e concretizzare le linee progettuali contenute nella relazione tecnica del 2001 pubblicata sul testo Around the piano II a cura di Roberto Piana, Magnum Editori, Sassari. In particolare è da non trascurare la pubblicazione della rivista A duru duru ( e a tai tai ) Le integrazioni portanti sono le seguenti: Collaborazione con la Società Italiana degli Autori ed Editori con l ingresso nella Giuria del dottor Ugo Giansiracusa, direttore provinciale di Sassari; Pubblicazione di tutto il materiale raccolto dall Associazione Sostenitrice in questi venti anni di vita del Premio; Nascita della Scuola Internazionale per Armonizzatori e Direttori di Cori Tradizionali Sardi. La difesa del Diritto d Autore deve essere sostenuta con vigore parallelamente a quella del Diritto d Ascoltatore. Educare al rispetto del Diritto d Autore significa promuovere una reale crescita del lavoro dei compositori: alla luce di questo principio, la SIAE di Sassari e la sede regionale della Sardegna, con la guida del dottor Ugo Giansiracusa e del dottor Paolo Sacco, hanno promosso un ciclo di incontri didatticomusicali nelle Scuole Elementari, Medie, Superiori nonchè nei Conservatori di Sassari e Cagliari. Il risultato di tale lavoro è stato di assoluto rilievo per cui chiedo cortesemente al

dottor Giansiracusa di illustrarcelo a grandi linee. Anche la Musica Popolare della Sardegna può essere irrobustita da quella che possiamo definire Educazione al Diritto d Autore. La pubblicazione, d intesa con i Cori partecipanti e a cura dell Associazione Sostenitrice del Premio, del ricchissimo patrimonio musicale e culturale accumulato e custodito in venti anni di attività, rientra in quel discorso di diffusione della Musica Popolare della Sardegna nelle Scuole e in tutte le Agenzie Educative del Territorio che Tonino Ledda auspicava quasi tre decenni fa. Non è mai troppo tardi, direbbe il maestro Manzi I brani vincitori delle diverse edizioni possono diventare così alla portata di tutti; credo che, collocata nell Olimpo dei classici a fianco di un brano storico come Sa crapola non sfigurerebbe un frutto del Premio Biennale di Ozieri quale Serenada! E perché non prevedere come brani d obbligo per i partecipanti alla prossima edizione del Concorso le ozieriesissime S abba e Cantareddu o Sos ibbavados o Sa carrela e s amore? Non possiamo non parlare di didattica. E tempo di far nascere ad Ozieri la Scuola Internazionale per Armonizzatori e Direttori di Cori Tradizionali Sardi. Scuola: perché insegnerà la Musica come forma di linguaggio secondo il Metodo Pentagrammando nella prima parte dei Corsi ad Ozieri, mentre proporrà le esperienze dei Maestri storici dei Cori Sardi nella fase seminariale successiva che si svolgerà a Villanova Monteleone, il Villaggio dei dodici suoni. Internazionale: in quanto aperta a musicisti di qualsiasi estrazione e/o provenienza, secondo lo spirito che oggi si è soliti definire glocal, cioè globale-locale. Per Armonizzatori: dato che quelli chiamati ad armonizzare per Coro Sardo utilizzano strutture radicate nel lavoro di quelle che abbiamo definito Scuola di Nuoro e Scuola di Tempio.

E Direttori: perché anche chi dirige cantori in costume sardo possa condividere idee, progetti culturali, ricerche e innovazioni. Di Cori Tradizionali Sardi: intendendo per Cori gruppi di cantori riconducibili ai Tenores ma con un ampio numero di voci per ogni sezione; per Tradizionali gruppi polivocali che affondino le loro radici nella ricerca del patrimonio musicale delle diverse zone e dei tanti campanili della nostra Isola; per Sardi, coloro che utilizzano la lingua sarda nelle sue diverse varianti, dal Logudorese al Nuorese, dal Campidanese al Gallurese, dal Sassarese all Isulanu Anticu de La Maddalena, etc. La didattica è l arte di insegnare in modo gradevole, semplice e chiaro le cose ostiche, complesse e di non immediata comprensione. Ampliare in modo sensibile il bacino d utenza di quanti utilizzano la Musica come forma di linguaggio è una mission che sento in modo speciale. Perché non chiedersi come mai centinaia di ragazzi frequentino, senza esservi costretti, il Laboratorio Musicale Scuole Aperte promosso dall assessore Antonietta Duce del Comune di Sassari presso il Liceo Scientifico G. Spano del Capoluogo di Provincia? Perché altre centinaia e centinaia di alunne ed alunni affollino anche nei mesi di luglio e o di agosto delle aule scolastiche di Sorso, di Ittiri, di Alghero, di Villanova Monteleone, etc. altrimenti vuote e silenziose, a dispetto del caldo e del richiamo della strada o, per i più grandi, del bar? Perché la Musica è un potentissimo strumento di aggregazione sociale, di scoperta di potenzialità altrimenti perdute, di valorizzazione di persone che in altri campi non conseguono risultati accettabili. La Musica come forma di linguaggio, scrivo sempre nei miei progetti didattici, è patrimonio di ogni cittadino, a prescindere dalle condizioni sociali, culturali, economiche e anagrafiche. La Musica proposta dai Cori Tradizionali Sardi è anch essa una forma di

linguaggio che veicola le emozioni, le storie e la fierezza di persone di diversa estrazione unite dalla condivisione di un progetto culturale e musicale. Non si tratta, in sintesi, di portare nelle Scuole idee quanto meno bislacche quali i Mini Cori Sardi o i Cantadores in sedicesimo ; stiamo parlando di un innesto delicato ma ricco di frutti copiosi nel futuro immediato e più lontano dei nostri giovani: la conoscenza della Musica Popolare o di Ispirazione Popolare della Sardegna rapportata alle espressioni musicali pseudodominanti con competenza e senza complessi di inferiorità. Un medico oggi spiegava Don Milani - quando parla con un ingegnere o con un avvocato discute da pari a pari. Ma questo non perché ne sappia quanto loro di ingegneria o di diritto. Parla da pari a pari perché ha in comune con loro il dominio della parola. Possedere i diversi Linguaggi, da quello iconico a quello gestuale, da quello informatico a quello ginnico-sportivo, etc., significa oggi essere uomini liberi, avere il proprio punto di vista sul mondo; possedere il Linguaggio dei dodici suoni significa essere liberi dalle mode del momento, avere il proprio punto di ascolto sul mondo. Non vorrei scomodare Aristotele ma credo di poter affermare, in conclusione, che anche discutere su Il linguaggio della Musica Popolare della Sardegna crea un nuovo punto di ascolto ricco di valenze musicali, culturali, sociali e didattiche. Ozieri, 18 ottobre 2008