Decalogo per l'insegnante per il controllo dello stress emotivo Tratto da "Scuola disattenta" di Domenico Nardella Uno dei più importanti problemi per la scuola in ambito didattico ed educativo nella situazione attuale consiste nel coordinare validi interventi per il trattamento dei bambini ADHD e con difficoltà di apprendimento. La difficoltà incontrata dall alunno ADHD e con difficoltà di apprendimento a modulare la propria concentrazione e attività in funzione di sollecitazioni esterne, per un periodo di tempo prolungato, emerge soprattutto nell ambiente classe. E comunque ormai evidente che se si integra un training nei vari contesti di vita reale del bambino ADHD, in maniera coerente e sinergica, vi saranno maggiori probabilità di ottenere risultati positivi e benefici a livello psicopedagogico. Per poter creare un adeguato rapporto di collaborazione con un bambino ADHD sono necessarie una profonda competenza in ambito pedagogico ed una notevole capacità emotiva e creativa, affinché il soggetto possa apprendere le abilità necessarie, di autocontrollo sociali e didattiche, per superare le proprie difficoltà. E, inoltre, ormai sempre più evidente la necessità di realizzare un intervento realmente globale e concretamente multidisciplinare, con il coinvolgimento di tutti gli insegnanti, dei compagni di classe e della famiglia. E importantissima quindi la motivazione, la creatività e l abilità dell insegnante per catturare tale attenzione e coinvolgimento positivo da parte del bambino. Fondamentale ancora una volta, è il prerequisito della formazione e preparazione emotiva dell insegnante, per una gestione della classe che miri a cambiare l ambiente che circonda i bambini ADHD e con difficoltà di apprendimento, in modo da facilitare i comportamenti adeguati che favoriscono socievolezza e coinvolgimento positivo alle attività di classe, diminuendo al massimo i comportamenti non favorevoli. [...] Considerando poi la difficoltà dei bambini ADHD a controllare le tendenze impulsive e reattive, i problemi che si manifestano nel seguire le regole e la loro bassa tolleranza alla frustrazione, non sorprende che molti di essi abbiano problemi di aggressività. Infatti, oltre agli accorgimenti didattici e gestionali del singolo e della classe, per una maggiore efficacia sarebbe opportuno la consulenza e la supervisione di un pedagogista clinico o di uno psico-pedagogista. Una conoscenza pratica, anche approfondita, delle varie strategie cognitivo-comportamentali non può essere sufficiente se non si è in grado come insegnanti di mantenere un buon livello di autocontrollo sulle proprie reazioni emotive e comportamentali [ ].Gli insegnanti che riescono meglio a gestire le difficoltà comportamentali e di apprendimento dell alunno ADHD sono quelli che hanno maggiori capacità di autocontrollo e che dispongono di un piano di intervento e di strategie comportamentali ben definite e consolidate. Diviene quindi necessaria una formazione emotiva e pedagogica dell insegnante. Di seguito sono elencati alcuni suggerimenti in termini di decalogo, con l obiettivo di contenere e controllare lo stress emotivo dell insegnante, che può insorgere nella relazione e nella gestione dei comportamenti indesiderati dei bambini ADHD, con caratteristiche salienti di iperattività, disattenzione, impulsività e oppositività. L elenco può servire come riferimento per favorire opportune riflessioni e
approfondimenti: 1. restare il più possibili calmi nei momenti pur protratti di conflitto e di crisi. E importante usare tecniche di rilassamento per ridurre il livello di stress. La calma determina un ambiente più favorevole per mantenere la relazione con l alunno ADHD e con difficoltà di apprendimento e contenere gli eccessi e le degenerazioni a livello comportamentale; 2. non dimenticare il fatto che l alunno ADHD e con difficoltà di apprendimento presenta caratteristiche di origine costituzionale. Queste possono essere migliorate nei loro aspetti funzionali ma mai eliminate completamente. L aiuto attraverso terapie o strategie pedagogiche appropriate può favorire un miglioramento anche superiore all 80%; 3. conoscere l ADHD e i metodi di intervento psicopedagogici da attuare in ambito scolastico favorirà una relazione positiva e di successo didattico; 4. comunicare con modalità comprensibili e chiare. Pure se non sempre semplice, è importante attuare forme diverse, in modo verbalizzato o attraverso istruzioni scritte. Quando la comunicazione è poco chiara il bambino ADHD e con difficoltà di apprendimento può rimanere confuso; 5. importante, altresì, è mantenere cadenze regolari nell attività didattica ed una sana routine. Avere aspettative e tempi scanditi in modo regolare è importante per l alunno ADHD e con difficoltà di apprendimento; 6. avere la capacità all interno della routine di cambiare i comportamenti e le modalità, con l obiettivo i mantenere vivo l interesse del bambino e accrescere la sua attenzione; 7. assumere un atteggiamento ed una prospettiva positiva. Questo è determinante in maniera assoluta per riuscire a mantenere in classe un clima favorevole per il bambino con ADHD e con difficoltà di apprendimento. Quando si respira clima negativo nella classe, tutti gli alunni diventano più ingestibili e nervosi, influenzandosi a vicenza; 8. essere consapevoli delle situazioni che possono provocare comportamenti indesiderati col fine di agire nella gestione dell alunno ADHD e soprattutto della classe, in modo preventivo; 9. utilizzare appropriate tecniche pedagogico-cliniche e psicoeducative può favorire gli insegnanti nella relazione col bambino ADHD. Certe volte si può pensare di aver fatto tutto il possibile ma in alcuni casi strumenti e tecniche, pur validi, sono stati forse usati in modo inappropriato o per un tempo non sufficiente, tale da favorire un risultato significativo. Ogni cambiamento è progressivo e graduale e l abilità dell insegnante consiste nell incoraggiare e sostenere anche i minimi progressi con adeguati rinforzi; 10. infine fornire gruppi di lavoro e lavoro di gruppo, in termini di partecipazione attiva per l alunno con ADHD e con difficoltà di apprendimento, col fine di aumentare gli scambi relazionali e la condivisione dei vissuti e delle esperienze didattiche ed emotive, non può che determinare un clima ottimale per l impegno e la motivazione.
La scuola: il terreno preferito dal bambino disattento e iperattivo Il terreno preferito dal bambino disattento e iperattivo per "fare mostra" di tutte le sue difficoltà è sicuramente la scuola. Abbiamo intuito che Paolo oltre a essere una "croce" per la madre e' anche l'incubo delle maestre che non sanno più cosa inventare per contenere il comportamento imprevedibile e inadeguato di bambini come Paolo. Quando si tratta di gestione del comportamento del bambino è importante che le insegnanti e lo psicopedagista abbiano la consapevolezza che esistono degli accorgimenti in grado di ridurre la gravità delle manifestazioni del DDAI. Purtroppo, i suggerimenti dello psicopedagogista non sempre vengono accettati di buon grado dalle insegnanti in quanto vengono percepiti come giudizi di scarsa competenza educativa. A volte si verificano episodi di sabotaggio dei consigli dello psicologo: vengono applicati malamente allo scopo di dimostrare la loro inefficacia. Dobbiamo prendere atto che il diverso atteggiamento degli insegnanti con il bambino disattento/iperattivo ha un forte impatto sulla modificazione del suo comportamento. Non dobbiamo dimenticare che la gravità e la persistenza dei sintomi del DDAI risentono notevolmente delle variabili ambientali: di come il bambino si sente accettato e aiutato di fronte alle difficoltà (Barkley, 1997). Uno dei predittori un migliore esito del disturbo in età adolescenziale sta proprio nel positivo rapporto che gli insegnanti sono riusciti ad instaurare con l'alunno durante gli anni della scuola dell'obbligo. Per riuscire ad essere pragmatici senza essere semplicisti abbiano individuato una serie di accorgimenti rivolti in modo specifico agli insegnanti, in un'ottica di comprensione delle difficoltà dell'alunno. Prima di iniziare a lavorare 1. Quando vengono spiegate le lezioni o vengono date delle istruzioni per eseguire dei compiti e' importante che l'insegnante si accerti del livello di attenzione del bambino: spesso i bambini iperattivi sono fisicamente e mentalmente occupati a fare qualcos'altro (roteare penne, guardare o chiamare i compagni). In generale il contatto oculare e' la tecnica più efficace per controllare l'attenzione del bambino. 2. Le consegne devono contenere delle istruzioni semplici e brevi. E' fondamentale assicurarsi che il ragazzo abbia compreso le istruzioni di un compito; per essere sicuri di ciò si possono fare le consegne ("cosa devi fare?"). 3. Una volta dato un testo di un problema di aritmetica o un testo che contenga delle istruzioni é opportuno aiutare il ragazzo disattento/iperattivo ad individuare (sottolineandole con diversi colori) le parti importanti del testo. Anche l'organizzazione della classe può aiutare A prescindere dal fatto che la migliore collocazione è a discrezione dell'insegnante 1. è opportuno controllare le fonti di distrazione all'interno della classe: non è indicato far sedere il ragazzo vicino alla finestra, al cestino, ad altri compagni rumorosi o ad altri oggetti molto interessanti. Non è ugualmente produttivo collocare l'allievo in
una zona completamente priva di stimolazioni in quanto egli diventa più iperattivo perchè va alla ricerca di situazioni nuove e interessanti. 2. Disporre i banchi in modo che l'insegnante possa passare frequentemente in mezzo ad essi, in modo da controllare che i più distratti abbiano capito il compito, stiano seguendo la lezione e stiano eseguendo il lavoro assegnato. Alcuni suggerimenti per la gestione delle lezioni 1. Accorciare i tempi di lavoro. Fare brevi e frequenti pause soprattutto durante i compiti ripetitivi e noiosi. 2. Rendere le lezioni stimolanti e ricche di novità: i bambini con DDAI hanno peggiori prestazioni quando i compiti sono noiosi e ripetitivi (ad esempio un brano di un libro viene compreso meglio se contiene delle figure. Anche il ritmo della voce dell'insegnante quando spiega può incidere sulla capacità attentiva degli studenti). 1. Interagire frequentemente, verbalmente e fisicamente, con gli studenti. 2. Fare in modo che gli allievi debbano rispondere frequentemente durante la lezione. 3. Utilizzare il nome degli studenti distratti per la spiegazione. 4. Costruire situazioni di gioco per favorire la comprensione delle spiegazioni. 5. Utilizzare il gioco di ruoli per spiegare concetti storici, sociali in cui siano coinvolti vari personaggi. 6. Abituare il ragazzo impulsivo a controllare il proprio lavoro svolto. Anche l'ordine può aiutare 1. E' importante stabilire delle attività programmate e routinarie in modo che il ragazzo impari a prevedere quali comportamenti deve produrre in determinati momenti della giornata. 2. E' importante definire con chiarezza i tempi necessari per svolgere le attività giornaliere, rispettando i tempi dello studente (questo lo aiuta anche ad orientarsi meglio nel tempo). 3. Aiutare l'allievo iperattivo a gestire meglio il proprio materiale: l'insegnante dovrebbe dimostrare che dà importanza all'organizzazione lasciando 5' al giorno per ordinare il proprio materiale. 1. Proporsi come modello per mantenere in ordine il proprio materiale e mostrare alcune strategie per fare fronte alle situazioni di disorganizzazione. 2. Aiutare il ragazzo ad applicare (o inventare) delle strategie per tenere in ordine il proprio materiale. 3. Premiare il banco meglio organizzato del giorno. 4. Utilizzare il diario per la comunicazione giornaliera con la famiglia (non per scrivere note negative sul comportamento). E per gestire il comportamento cosa si può fare... 1. Innanzitutto è opportuno definire e mantenere chiare e semplici regole all'interno della classe (è importante ottenere un consenso unanime su queste regole). 2. Rivedere e correggere le regole della classe, quando se ne ravvede la necessità. 3. Spesso, è necessario spiegare chiaramente agli alunni disattenti/iperattivi quali sono i comportamenti adeguati e quali sono quelli inappropriati.
4. E' molto importante fare capire agli allievi impulsivi quali sono le conseguenze dei loro comportamenti positivi e quali sono quelle che derivano da quelli negativi. 5. E' più utile rinforzare e premiare i comportamenti positivi (stabiliti precedentemente), piuttosto che punire quelli negativi. 6. Fare esercizi di perdono e sottolineare i comportamenti adeguati del ragazzo attraverso ampie ed evidenti gratificazioni. 7. Avere la possibilità di cambiare i rinforzi quando questi perdono di efficacia. 8. Si raccomanda di non punire il ragazzo togliendo l'intervallo, perchè il ragazzo iperattivo necessita di scaricare la tensione e di socializzare con i compagni. 9. Le punizioni severe, note scritte o sospensioni, non modificano il comportamento del bambino. 10. E' importante stabilire giornalmente o settimanalmente semplici obiettivi da raggiungere. 11. E' utile informare frequentemente il ragazzo su come sta lavorando e come si sta comportando soprattutto rispetto agli obiettivi da raggiungere. Non dimentichiamo che è opportuno... 1. Non creare situazioni di competizione durante lo svolgimento dei compiti con altri compagni. 2. Non focalizzarsi sul tempo di esecuzione dei compiti, ma sulla qualità del lavoro svolto (anche se questo può risultare inferiore a quello dei compagni). Utilizzare i punti forti ed eludere il più possibile i lati deboli del ragazzo, ad esempio se dimostra difficoltà fine-motorie, ma ha buone abilità linguistiche può essere utile favorire l'espressione orale, quando è possibile sostituirla a quella scritta. Bisogna enfatizzare i lati positivi del comportamento (la creatività, l'affettuosità, l'estroversione).