HJELMSLEV E GLI SVILUPPI DELLA SOCIOLINGUISTICA

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HJELMSLEV E GLI SVILUPPI DELLA SOCIOLINGUISTICA

I cinque tratti del linguaggio 1. Distinzione tra un piano dell espressione e un piano del contenuto 2. I due assi: sistema e processo 3. Commutazione 4. Relazioni tra unità linguistiche: reggenza e combinazione 5. Non conformità dei piani

5. Non conformità dei piani Sistemi semiotici e sistemi simbolici Nei linguaggi ristretti o linguaggi non linguistici (Hjelmslev preferisce non usare l espressione linguaggi non verbali ): algebra, semafori, scacchi, codice fiscale o postale, codice a barre ecc. i due piani sono conformi (sistemi propriamente monoplanari: ad ogni elemento dell espressione corrisponde un elemento del contenuto; qui non si dà propriamente commutazione) èsistemi simbolici; semiotiche denotative

Nei linguaggi non ristretti o linguaggi linguistici lingua naturale i due piani non sono conformi: sistemi biplanari: vedi doppia articolazione e regole di commutazione: La commutazione delle figure /p/ e /c/ (unità minime prive di significato) provoca una commutazione sul piano del contenuto nei segni cane e pane è sistemi di segni

In conclusione La condizione necessaria perché si posa parlare di linguaggio è la possibilità di individuare un processo e un sistema, articolato in contenuto ed espressione. Commutazione e conformità sono le proprietà che permettono di diversificare i tipi di sistemi. Per Hjelmslev la semiologia non deve occuparsi dei sistemi conformi. Diversamente da Saussure per il quale la linguistica è subordinata alla semiologia, per Hjelmslev un sistema di comunicazione può essere considerato una semiotica solo se ha la stessa struttura della lingua naturale e cioè solo se è articolato in figure, in unità minime prive di significato (cfr. Roland Barthes).

La teoria e le sue applicazioni «I linguisti di oggi sono forse più occupati a studiare i componenti dei segni e le loro combinazioni, piuttosto che i segni stessi. Questa è una condizione necessaria per capire i segni stessi. La scienza teorica deve sempre precedere quella applicata. Ma senza trascurare il suo lavoro in profondità, la scienza deve sempre essere cosciente della sua responsabilità verso il popolo e la società». (Hjelmslev, La forma del contenuto della lingua come fattore sociale, 1953, tr. it. in Saggi linguistici, Unicopli, Milano 1988, I: 275)

Segni, simboli e potere «E possiamo certamente chiamare ancora una volta rivoluzione linguistica il fatto che, con i mezzi moderni di cui la tecnica dispone, i sistemi di segni, la lingua e la forma del contenuto siano diventati fonti di potere, che nessun potente può e vuole fare a meno di usare. Adolf Hitler diceva che voleva mettere in movimento le masse formando la loro volontà ed egli, come qualunque altro con tali intenzioni, non poteva essere insensibile all importanza del segno e del simbolo per ottenere il suo scopo. La radio, ora anche combinata con la televisione, che accresce il potere della parola sugli animi, è uno strumento importante nella politica internazionale. Chi voglia e chi ne sia capace, mette in movimento la volontà delle masse, non solo con parole, mimica, gesti, ma anche con simboli, come la svastica o la falce e martello o con la musica delle marce o con fanfare; una Weltanschauung, come si soleva chiamarla una volta, con tali mezzi viene inchiodata nella coscienza e subcoscienza di ogni singolo individuo. [ ] La molto discussa cortina di ferro è una frontiera semantica fra due enormi associazioni linguistiche, ognuna con la sua specifica forma del contenuto nella zona di sostanza chiamata politica in senso lato». (Hjelmslev, ivi, I: 272-4).

Sensi indiretti o significati aggiuntivi Quando comunichiamo qualcosa, comunichiamo direttamente dei significati (denotativi) e indirettamente altre informazioni (connotative), provenienti da diverse sostanze e materie del contenuto e dell espressione. Sensi indiretti sono attivati ad es. dalle seguenti semiotiche (Hjelmslev, 1968:123): Forme stilistiche (versi, prosa, loro combinazione) Diversi stili (creativo, imitativo, arcaizzante) Diversi valori di stile (aulico, neutro, volgare) Diversimezzi (parola, scrittura, gesto, segnalazioni conbandiere ecc.) Diversi toni (irritato, gioioso, ansioso ecc.) Diversi idiomi: vernacoli (lingua comune, lingue speciali di vari gruppi e professioni), lingue nazionali, lingue regionali, fisionomie dell espressione (voci,registri) Passaggio dalla linguistica della langue alla sociolinguistica: la denotazione è relativa al sistema; ogni semiotica oltre a denotare (funzione segnica) dice qualcosa di sé e del proprio contesto (connotazione) > linguistica esterna.

Pluriplanarità del piano dell espressione e semiotiche connotative Il piano dell espressione può essere pluristratificato (esempio: varietà regionali che prevedono pronunce diverse, ordinamenti sintattici diversi, geosinonimi, lessico regionale (picciotto, scugnizzo ecc.); oppure varietà stilistiche che individuano usi individuali della lingua; oppure intonazioni differenti che esprimono gioia, ira ecc.; o ancora registri che modulano la formalità o l informalità; i sottocodici, i linguaggi settoriali che diventano veri e propri gerghi legati alle professioni. In tutti questi casi si hanno secondo Hjelmslev delle semiotiche connotative, cioè semiotiche il cui piano dell espressione è una semiotica (Hjelmslev 1968: 127; Traini, Le due vie della semiotica, 2006:81): (Ed R Cd) R Cc = Connotazione

Pluriplanarità del piano del contenuto e metalinguisticità Hjelmslev chiama denotazione il rapporto tra il piano dell espressione e il piano del contenuto E (R) C = denotazione Nei calcoli i contenuti si collocano su un unico piano; nelle lingue possiamo scandire il campo noetico in piani diversi, potenzialmente illimitati (formazione dei linguaggi specialistici), es. di Galileo: lessico specialistico della fisica. Metasemiotiche saranno quelle il cui piano del contenuto è a sua volta una semiotica, un metalinguaggio che parla di un linguaggio Em R (Ed R Cd) Es. Nella definizione dizionariale: il significato della parola obliterare ha sul piano del contenuto un altra espressione timbrare il biglietto, cui corrisponde un ulteriore significato apporre un marchio sullo scontrino che dimostra il pagamento della somma richiesta (Manetti, Comunicazione, p. 101).

Suppositio formalis e suppositio materialis La logica scolastica sottolinea le conseguenze contraddittorie derivanti dalla mancata distinzione tra suppositio formalis (uso denotativo di un termine) e suppositio materialis (uso metalinguistico). Ignorare questadistinzionedà luogo infatti a sillogismi fallaci: es.: Mus est syllaba, Syllaba non rodit caseum, Ergo mus non rodit caseum Gli usi metalinguistici riflessivi sono una conseguenza della indeterminatezza e della illimitatezza semantica delle lingue: possiamo estendere il significato del morfo #mus# fino a servircene per designare il morfo stesso. Tali usi servono anche a bilanciare gli effetti della indeterminatezza semantica, degli usi idiolettali e sociolettali. «Tutte le parole e parti di parole possono apparire secondo la suppositio materialis come nomi di se stesse [ad esempio «corro è un verbo», mus est syllaba), ed è possibile parlare di una lingua con la stessa lingua. Contro la regola logica della distinzione di piani tra linguaggio e metalinguaggio, tutte le lingue umane sono ciascuna metalingua di se stessa, ogni lingua umana è dotata della possibilità di ripiegarsi su se stessa, di riflettere sé in sé e cioè di usare in modo metalinguistico riflessivo ogni sua parte e ogni suo uso» (De Mauro, Prima lezione sul linguaggio, Laterza 2002:92)

Metalinguisticità riflessiva De Mauro, Lezioni di linguistica teorica, Laterza, 2008: 132: Metalinguaggio = linguaggio più potente in grado di descrivere un altro linguaggio (meno potente). Es: la formalizzazione algebrico-logicomatematica dell aritmetica è il metalinguaggio dell aritmetica. Un linguaggio formale non-creativo, un calcolo, non può descrivere se stesso, essere metalinguaggio di se stesso.

Le categorie della sociolinguistica

Continuum della situazione sociolinguistica italiana (Berruto) It. formale sorvegliato It. tecnico scientifico It. burocratico centro periferia Scritto-scritto It. standard letterario Asse diamesico Parlato-parlato It. neo-standard Asse diafasico periferia Asse diastratico It. informale trascurato It. gergale

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Uwe Pörksen, Plastikwörter. Die Sprache einer internationalen Diktatur, Klett- Cotta, 1988; trad. it. Parole di plastica: la neolingua di una dittatura internazionale, Textus, 2011 Normalmente i termini tecnici hanno un significato solo denotativo, cioè un significato di base, neutro, oggettivo, referenziale, esplicito, che ha una funzione informativa riferita al contesto d'uso. I termini tecnici non hanno connotazioni, cioè il loro significato non varia al variare del contesto d'uso. Le parole, invece, hanno spesso una grande quantità di connotazioni (significati impliciti legati alla loro carica emotiva), che permettono di mutarne il significato in funzione del contesto in cui vengono usate. Alcuni termini tecnici (le parole di plastica o parole-ameba) entrano nel linguaggio comune, perdendo il loro significato denotativo e acquisendo una grande varietà di connotazioni. Nella prefazione al testo di Pörsken Rocco Ronchi le descrive come «un codice internazionale, poverissimo, un centinaio di parole al massimo, il cui tratto comune è quello di presentarsi sotto forma di descrizioni asettiche, neutrali, oggettive. Provengono dall'ambito scientifico e colonizzano il mondo della vita. Sono fungibili, appunto come i mattoncini Lego, e possono ricombinarsi in mille maniere diverse». Quando il linguaggio da strumento del mondo personale e interpersonale si trasforma in forza autonoma, il parlante perde ogni autonomia di giudizio e di pensiero critico. (cfr. http://www.pensierocritico.eu/degrado-del-lessico.html)

Vedi anche: Rocco Ronchi, Parlare in neolingua. Come si fabbrica una lingua totalitaria, in M. Recalcati, Forme contemporanee del totalitarismo, Bollati Boringhieri, 2007, pp. 44-60. Victor Klemperer, LTI. La lingua del Terzo Reich (1947), Giuntina, 1988. George Orwell, 1984 (1949), Mondadori, 2002.

Caratteristiche delle parole di plastica secondo Pörksen (p.64) Sono formule stereotipiche, nate nel linguaggio comune, passate in quello scientifico e di qui tornate nel linguaggio comune Appartengono a un codice internazionale ancora giovane Sono limitate al linguaggio verbale Hanno un ambito d'uso molto vasto, rappresentano una "chiave per tutto (dimensione estensiva) Ma contenuto semantico ridotto (dimensione intensiva) Prevale la componente connotativa Sono gli strumenti linguistici preferiti da chi si vuole presentare come esperto senza esserlo (vedi anche uso del burocratese, del giornalese, ecc.).

Lista delle parole di plastica secondo Pörsken "processo", sviluppo", "sistema", "informazione", "comunicazione", provenienti dal linguaggio tecnico-scientifico, vengono oggi usate in molti contesti senza che esprimano un reale significato. Esse hanno acquisito un'aura mitica e autorevole che, nel linguaggio comune, le ha svuotate del loro significato originario: esse sono diventate parole di plastica, cioè parole "tuttofare" adatte a ogni vuota conversazione. E inoltre: relazione, bisogno fondamentale, ruolo, produzione, materia prima, risorsa, consumo, energia, lavoro, partner, decisione, management, service (servizi), assistenza, educazione, progresso, problema, pianificazione, soluzione, funzione, fattore, sistema, struttura, strategia, capitalizzazione, contatto, sostanza, identità, crescita, welfare, trend, modello, tenore di vita, modernizzazione, processo, progetto, centro, futuro. www.pensierocritico.eu

Cfr. anche Ornella Castellani Pollidori, La lingua di plastica, Morano, 1995: 15-16 «Si tratta sempre di formule singole voci o sintagmi più o meno complessi che a un dato momento si presentano alla ribalta della lingua con un marchio di novità: per esempio perché assunte da particolari linguaggi settoriali, o da altre lingue, o perché rilanciate in metafore inedite, o estese ad altri significati. Il carattere di novità è indispensabile perché il modulo colpisca la fantasia e si metta in moto il meccanismo della mimèsi; nel quale può intervenire tutta una serie di fattori: conformismo, tendenze snobistiche o avanguardistiche, semplice inerzia, insicurezza linguistica, ecc. in ogni caso, perché il plastismo vero e proprio insorga, occorre che nella formula s inoculi il virus della moda, e che l uso si trasformi in abuso». «quale che sia la loro ambientazione originaria, il crescendo di successo li porta fatalmente verso il basso (non c è eleganza che una voga eccessiva non sia in grado d involgarire). Un gran vivaio di plastismi è il linguaggio dei giornali, che emulsiona gli stereotipi di svariati linguaggi speciali: della politica, della finanza, della critica d arte e letteraria, dello sport,della moda,ecc. Ottimi trampolini di lancio per i cliché (al pari delle frasi pubblicitarie, delle quali condividono in fondo la funzione di richiamo) sono in particolare i titoli che spiccano sulle pagine di quotidiani e rotocalchi».

Esempi di plastismi A livello di Un attimino Gli addetti ai lavori Le tematiche /le problematiche Il ludico, l intrigante, mi intriga Salto di qualità Uscita dal tunnel Presa di coscienza Dibattito ampio e articolato Nella misura in cui Il problema a monte Il discorso da portare avanti ( mummia fraseologica del sinistrese ) Per così dire Esatto/assolutamente I plastismi possono essere sostantivi, aggettivi, pronomi, verbi, locuzioni avverbiali, interiezioni, suffissi, metafore, modi di dire.

Lingue di plastica: burocratese, aziendalese Galileo: «Parlare oscuramente ognuno lo sa fare, ma chiaro pochissimi». Vincenzo Monti nel 1803 definisce il registro burocratico: «il barbaro dialetto miseramente introdotto nelle pubbliche amministrazioni». Tra Otto e Novecento viene adottato come «lingua franca della comunicazione giornalistica». (cfr. Antonelli, L italiano nella società della comunicazione, il Mulino, 207, pp. 59-72).

Calvino, L antilingua «Il Giorno», 3.2.1965 Ogni giorno, soprattutto da cent anni a questa parte, per un processo ormai automatico, centinaia di migliaia di nostri concittadini traducono mentalmente con la velocità di macchine elettroniche la lingua italiana in un antilingua inesistente. Avvocati e funzionari, gabinetti ministeriali e consigli di amministrazione, redazioni di giornali e di telegiornali scrivono, parlano, pensano nell antilingua. Caratteristica principale dell antilingua è quello che definirei il terrore semantico, cioè la fuga di fronte a ogni vocabolo che abbia di per se stesso un significato [ ]. Nell antilingua i significati sono costantemente allontanati, relegati in fondo a una prospettiva di vocaboli che di per se stessi non vogliono dire niente o vogliono dire qualcosa di vago e sfuggente. Chi parla l antilingua ha sempre paura di mostrare familiarità e interesse per le cose di cui parla, crede di dover sottindere: «Io parlo di queste cose per caso, ma la mia funzione è ben più in alto delle cose che dico e che faccio, la mia funzione è più in alto di tutto, anche di me stesso» [ ] dove trionfa l antilingua l italiano di chi non sa dire ho fatto ma deve dire ho effettuato la lingua viene uccisa.

Caratteristiche linguistiche del burocratese Termini arcaici, latinismi e forme colte: espletare, quiescenza, moneta divisionale Deittici e connettivi desueti: codesto, testè, onde, allorché, allorquando, allorché Stile nominale: centralità del nome Ai fini della richiesta autorizzazione all espatrio La presente comunicazione di avvenuta registrazione Verbi denominativi: disdettare, attergare, relazionare, ospedalizzare, dimissionare Forme verbali nominali: infinito (nel rispondere), gerundio (risultando iscritto nei registri), participio presente (un attestato comprovante), participio passato (visto..considerato, rilevato..) Fraseologie ridondanti, stereotipiche: con riferimento a, in ordine a, per quanto attiene a; nelle prime ore antimeridiane

Aziendalese Lingua settoriale permeata di anglicismi: seller door to door (venditore porta a porta), job on call, job sharing (lavoro precario) ecc. Tecnicismi collaterali: caratteristici di un certo ambito settoriale ma «legati non a effettive necessità comunicative bensì alla opportunità di adoperare un registro elevato, distinto dal linguaggio comune» (Luca Serianni). Forte valore connotativo (sensi indiretti): mostrare che si è parte di un gruppo, che si condividono certe conoscenze, che si è efficienti, dinamici. «antilingua» o «lingua di nessuno» che, «oscura e inintelligibile per scelta, finisce per somigliare a un misterioso gergo derivato dalle pseudoscienze [ ] sono queste le caratteristiche adatte a sedurre un pubblico che si sente tanto più up-to-date quanto più ha le idee confuse. Più l impresa usa parole tecniche e astratte, più sembra persuadersi di essere convincente» (Corinne Maier, Buon giorno pigrizia. Come sopravvivere in azienda lavorando il meno possibile, 2005).

Valutazione delle azioni strategiche necessarie per la valutazione delle eventuali criticità rilevate in fase di implementazione Logiche e policy di sviluppo Comunicazione al management attraverso la predisposizione della reportistica direzionale Implementare strategie comunicative che migliorino l usability Strumento strategico di un sistema di knowledge management In relazione all evoluzione dell azione organizzativa che accompagna l implementazione del nuovo Piano d Impresa, ed al fine di supportare i processi decisionali e quelli di controllo della gestione economica e del funzionamento operativo dell azienda, si rende necessario ridefinire i meccanismi di integrazione tra le funzioni aziendali attraverso una nuova articolazione dei Comitati.

Implementazione, implementare Sinergie Valore aggiunto Capitale di conoscenza Proattivo Customizzazione (da customization) Ottimizzare Inizializzare Posizionarsi Supportare Usabilità Upgradare Deliverare Soluzioni performanti Press contact Forme sconsigliate

Nelle e-mail Tizia, in allegato troverai il primo draft del Gantt delle attività relative al Crisis Management. Le date di scadenza sono state individuate (in rosso) solo per le attività più urgenti su cui il gdl si era impegnato nel corso del meeting di kickoff del 14 u.s. In particolare si prevede il rilascio del Prepardness plan revisionato ed integrato per la fine di febbraio 2004. Sono in attesa di un feedback, da parte di Caia per quanto concerne la disponibilità di un corso di formazione da far seguire al crisis team che dovremo a breve costituire. Ciao, Sempronia draft-=bozza Meeting=riunione Kickoff=avvio Feedback=risposta Crisis team=unità di crisi Crisis Management=gruppodi dirigenti incaricati di gestire le situazioni di crisi Prepardness plan=piano di preparazione (all eventuale situazione di crisi) Gantt=eponimo, dal nome dell ingegnere Gantt che ha ideato nel 1917 il diagramma per la pianificazione delle attività gdl =gruppo di lavoro u.s.=ultimo scorso

Proposte di correzione Semplificazione relativa a: Forma linguistica: lessico e sintassi Piano del contenuto: disposizione gerarchica delle unità informative Struttura logica del contenuto (collegamenti impliciti o espliciti)

Suggerimenti per scrivere chiaro Individuare il pubblico cui ci si rivolge Elaborare un progetto di testo Inserire solo quanto è necessario al fine della comunicazione Condensare un contenuto informativo fondamentale in ogni frase Frasi brevi, poche secondarie e pochi incisi Formulazioni dirette (preferire l attivo al passivo, forme affermative a quelle negative) Preferire parole d uso comune a parole rare, complesse e tecniche Usare termini tecnici se è necessario, spiegandone il significato Punteggiatura adeguata Scegliere una forma grafica che faciliti l attenzione e la lettura (cfr. Matteo Viale, La comunicazione istituzionale scritta, http://hostweb3.ammin.uniss.it/documenti/dispensa_sassari_viale_1.pdf)

Farsi Capire Destinatario Chiarezza Contenuto Semplicità Obiettivo Precisione

Strumenti per la leggibilità e la Formule di leggibilità Variabile lessicale (lunghezza delle parole) Variabile sintattica (lunghezza delle frasi) comprensibilità Vocabolario comune /VdB Lessici tecnico-specialistici Leggibilità Organizzazione del testo (coerenza e coesione) Comprensione

Interventi di superficie Lessico Sintassi Interventi profondi (organizzazione logicoconcettuale) Ordinare le informazioni secondo la struttura a piramide rovesciata Raggruppare le informazioni in blocchi omogenei Esplicitare tutte le informazioni necessarie

Tecniche di produzione controllata dei testi Pianificazione Stesura e prima revisione Scelte lessicali, sintattiche, di stile Presentazione grafico-tipografica Fase di decantazione per verificare leggibilità e comprensibilità del testo Revisione finale, con interventi anche radicali.

Come pensare e scrivere documenti Barbara Minto, Dall idea al testo. Come pensare e scrivere documenti e relazioni, 1977 M.E.Piemontese e M.T.Tiraboschi, Leggibilità e comprensibilità dei testi nella pubblica amministrazione, in E. Zuanelli, Il diritto all informazione in Italia, 1990 S. Cassese (a cura di), Codice di stile delle comunicazioni scritte ad uso delle amministrazioni pubbliche (1993), Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri A. Fioritto (a cura di), Manuale di stile (Strumenti per semplificare il linguaggio nelle pubbliche amministrazioni), 1997 D. Fiormonte e F. Cremascoli, Manuale di scrittura, Bollati Boringhieri 1998 T. De Mauro, M. Vedovelli (a cura di), Dante, il gendarme e la bolletta. La comunicazione pubblica in Italia e la nuova bolletta Enel, Roma-Bari, Laterza, 1999 M Cortelazzo, F. Pellegrino, M. Viale, Guida alla scrittura istituzionale, Roma- Bari, Laterza, 2003

Esercizio Riscrivere il seguente avviso Libri COME: Daniel Pennac Domenica 15 marzo sala Petrassi ore 17 FILA D ATTESA Evento al momento ESAURITO, si Comunica al gentile pubblico che Fare la fila d attesa NON GARANTISCE l acquisto del titolo d ingresso